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voce: dioniso


alanirussiTago a Marta e Bacugno con Nevio e Mida (343) notte d'inverno, cielo stellato, giorno seguente rannuvolato  | foto umanstoria | audio | storia_andronico-e-amazzoni.mp4 | storia_petrarca_crea_rinascimento.mp4 | film_spazio1998_odissea.mp4 |musica canto_madonna_lourdes_bernadette.m4a
danteinfernoinferi e cieli, Dante scala oggi e ieri (356) se preghiera cura, vecchio piton non fà paura alchemico | foto umanstoria | audio | filosofi_dante-purga-ultimaprova.mp4 | musical_promessi-sposi.mp4 | storia_isaccoangelo-lucifero.mp4 |musica santodaime_cruzeiro-irineu117-128.mp4
ergotAntonio usa vinsanto, Dante scrive viaggio (282) se il fungo abbonda il grano affonda alchemico | foto funghi | audio | doc_alicudi-ergot.mp4 | doc_alicudi-zagami.mp4 | libro_psichelici_schultes-hofmann.pdf |musica 14-Eleusis.mp3
giudeiTucidide e Paolo, yudei diluvi e cattedrali (344) Dicembre piglia e non rende, avaro e scroccone si intendono benone  | foto umanstoria | audio | storia_cronologia-fomenko_interview.mp4 | film_bibla_sanpaolo_franconero.mp4 | film_bibla_giuda-maccabei.mp4 |musica canto_megalo_bulgarian_ortodox-inno.mp4
kundalinifreme e brucia devozion di Lalla e Nice (29) Dio ci guardi da errori di savio, audacia ti porti e buonsenso ti scorti  | foto indionesia | audio | device_shaktipat.mp4 | agostino-discorso-amore.mp4 | doc_nityananda_kailash.mp4 |musica nityananda-shivoham.mp3
tarandanzaPamela cura morso con Chirone e Lionza (296) cuore malato non sente ragioni. Mattia apostolo  | foto filosofi | audio | doc_marialionza1_5.mp4 | device_tarantismo2.mp4 |  |musica brilho-do-sol.mp3
viteuvavigna Cristo-Bacco di Epicuro e Khayam (100) Luglio soleggiato fà vino assicurato, zappa vigna ad agosto ad aver buon mosto, Settembre inclemente, vino quasi niente, se poti a Luna calante avrai uva abbondante latingreco | foto frutteto | audio | vino-artigianale_salterio_spagna.mp4 | frutteto_vigna_potature.mp4 | frutteto_vite_potare5regole.mp4 |musica musica_vino-serafino.mp4
viteuvafragolaRaseno pesta uva, lambrusca mosto santo (99) 29 settembre per san Michele l'uva è come il miele, a estate san Martino ogni mosto è vino latingreco | foto frutteto | audio | frutteto_vite-alberello_pantelleria.mp4 | frutteto_vite-alberello_potatura.mp4 | frutteto_vite-alberello_spollona.mp4 |musica 06_pastore-serafino.mp3

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343:notte d'inverno, cielo stellato, giorno seguente rannuvolato: Alani 阿蘭聊 Alan-liao, clan nomade irani, bellicosi sarmati, situati su Palude, fin delta Danubio, amazzoni e scizi, gigan corpo canuto. Citano cinesi, vasta steppe Yen-ts'ai, detta Alan-liao, dove abbondan pini, aconito e rapa, muchamor bisaccia, e villaggi Hmong, originan Cosacchia. 200 mil arcieri, cavalcano a regione, importano cammelli, mercanzie mongole, ogni clan stanzia, nomina sua terra, Gallia e Pannonia, Etruria e Venetia, Spagna e Lusitania, Numidia e Zungaria, fino isole esterne, come la Britannia. Impero bizantino, li vuole mercenari, re di Svezia porta, titol Re di Alani, Alania cristiana, 1 regno della orda, battaglia a Kulikovo, con bulgari Volga, conquistano mondo, a ondate in Italia, guelfi e ghibellini, saccheggiano Apulia, fondan Tavenna, Napoli e Ruma, Firenze ed Etruria. Haldia kolyadovtsi, significa cristiani, astronomi Caldei, sapienti alan di Egitto, casta sacerdoti, Haldia loro regno, kemi alessandrini, casta di bramini, Alani in più domini.| Maria dei mongoli, madre di re slavi, matraguna Romania, Alania theotokis, madre al re-cristo, in occasion di riti, indossa pelli cervi, nei cortei guidati, di maschere uccelli, su aste sormontati. Cavallo baldacchino, araldo sovrano, dietro passan carri, di real defunti, con ventre ripuliti, di aromi ricuciti, rituali seppelliti, con servi e concubine, dentro fossa pietra, kurgan tombe prime. Cadaveri comuni, portati dai parenti, ogni amico offriva, banchetto in cimiteri, rito cibo dura, quaranta giorni lutto, fino sepoltura, espiano ungendo tutto. Vimini e giunchi, corteccia betulla, affreschi nelle tombe, della rus etruria, camere ulteriori, corpi di servitù, tumuli 20 metri, in grotte muro pur. Corpi imbalsamati, nudi ingioiellati, cinture bracciali, amuleti scorte pasti, genti etrusche ovunque, turani tibetani, ondate successive, guidate da atamani.| Ashina clan reale, gokturks goti-turchi, Mustafa Kemal cita, con simboli Asena, lupa emblema teatro, mito romolo remo, di Tartaria stato. Un paese cinoturco, distrutto dai soldati, sopravvivono bimbi, li trova Asena lupa, tra i ragazzi-lupo, Ashin è capa clan, da lor discendon slavi, genti turanian. Rasna di Tarquinia, discendono da lupa, simbolo che passa, a Roma papale, lupo animale, folklore popolare, di nativi americani, turchi mongoli alani, cacciator di steppe, figli ai lupi slavi. Lupi di Alaska, fratelli dei Pawnee, Ainu del Giappone, discendon loro unione, lupo nell'India, protegge e distrugge, lupi poliziotti, dragon d'imperatore. Amazzoni a corte, di re moscoviti, fino al 700, han volto caolino, Giovanni Danimarca, sposa figlia khan, Xenia Borisovna, che a cavallo va. Amazzonia sarmazia, tra Azov e Volga, indossa copricapo, bianco a seta gialla, bottoni d'oro e nappe, cadon sulle spalle, tutte vanno a coppie, ciascun cavallo bianco, lunghe vesti seta, e stivali gialli, 24 donne, fan cerimoniale, usanze di Moscovia, da principe Mosokh, principe Ross, principe Sarmat, cosacche donne ordiane, in lotta contro Greci, guerriere donne alane, scizie ed iraniane. Mauro Orbini scrive, che canti di Natale, serbano memoria, di pope bizantino, da Odoacre spaventato, re dei Perugi, sue donne in notti luna, veston pelle lupo, si ungono di piante, maschere animali, ipnosi li trasforma, in lupi mannari. culto Dea Turanna, brilla Aradia luna, amazzoni dianae, errano alla selva, corron chiara luce, ululano accoppi, nelle grotte nude, salgono sui rami, cercano visione, sotto ombrelli aperti, respingon radiazione, raggio luna che, reca possessione.| TAGO Aruspice signore, veste umil pastore, berretto appuntito, e ricurvo bastone, osserva gli uccelli, e meteore cadenti, dal volo e da lampi, scruta gli eventi. In tempi di guerra, offre gli auspici, ai capi guerrieri, con polli ed offici, se viscere indaga, di corte animale, interpreta enuncia, l'azione da fare. Aruspice indaga, nei fulmini e tuono, se serve li attira, evocandone il tono, indaga la fonte, il colore e il fragore, lor tipo e durata, e se emana acre odore: lampo ha sfiorato incendiato a distanza, che cosa è colpito, in qual circostanza, se fulmini son secchi, umidi o chiari, se son segni di fato, o eventi pur vani. Aruspici detti, custodi sorgenti, raccolgon parole, oracoli viventi, masticano foglie, di Edera ed Alloro, sistemano in versi, i canti del coro: con passo viandante, flauti e mantelle, e 1 liuto bastone, assieme campanelle, apron la nebbia, chiariscon tormenta, cosi da invitare, lo spirito a Terra. Girovaghi artisti, di terre e mari, templi han fondato, con semplici mani, da India alla Cina, Africa e oltre, raggiungono Italia, seguendo le orme: questi son Templi, dei primi tempi, Boschi e sorgenti, anfratti clementi, chiamano l'acqua, e il fuoco danzando, col canto di Tago, che librano in alto, se fabbricano ponti, collegano i mondi, viaggiano in tondo, tra lingue del mondo, da soli son sabbia, in gruppi son malta, parlan ferventi, aborigeni a danza, ritiran con garbo, se vanno in letargo, custodi del sogno, di umano passaggio.| Aruspice Nevio, sfugge nebbie-tempeste, usa pietre quarzo, assieme a coralli, sa che ogni lampo, ha cuore di pietra, la trova sul posto, cui cadde la sera: Tinia scaglia, 11 manubie diurne, Saturno summano, lancia le notturne, se utile o dannoso, lampo perentorio, dimostrativo di ira, lampo ostentatorio, lampo devasta, poi cambia e trasforma, lampo presagum, dissuade o ti informa. Nevio era un bimbo, e pascolava scrofe, un di si addormenta, al campo del padre, poi sveglia e piange, ha perso i maiali, entra al sacello, consulta i suoi avi: chiede trovar scrofe, promette Uva bona, esaudito desiderio, cerca in vigna sua, dunque suddivide, la vigna due a due, dal volo di uccelli, trae auspici sue; traccia suo templum, volge viso a sud, dai punti cardinali, solchi mette giù, posto nel centro, ora osserva il cielo, dai voli di uccelli, segue un sentiero. Nevio procede, fa rito exploremus, interpretazione, è interpretemus, se fa purificazio, lui esegue exoremus, infine controlla, sogno oraleus. | Nasce Tarquinia, presso fiume Marta, toscani creano mito, Dardano greco-lidio, Dioniso poi Bacco, danza il ditirambo, Firenze grande Mir, volgare lingua muta, quan corte Bisanzio, fugge sul Tirreno, riscrive novo imperio, tratta coi toscani, lingua corso-franca, chiamalo latino, italiano segue usanza. Pope militari, appoggian nuova classe, fanno propaganda, edificano Vaticano, su immagine antica, tesor di Costantino, nasce Roma antica. Oroscopi papali, datano gli eventi, sui palazzi Borgia, e dipinti conventi, oppure nei canti, carnascialeschi, rime di nostalgia, sfoghi irriverenti: ogni Rasna paese, risuona sottofondo, armonie musicali, diffuse nel mondo, soffi nel flauto, echeggiano in-canto, di giorno di notte, senza rimpianto; poi satira arriva, fà satur-azione, miscela esplosiva, cioè improvvisazione, di attori istrioni. Contadini avvinazzati, riscattan se stessi, giorni di festa, fescenni Fallisci, scurrile colore, recitano a feste, o in gare onore. Raseno dà stile, con ottave rime, adagia poesie, su popolar melodie, sua metrica struttura, suona così, otto endecasillabi, BA BA BA Ci Ci, 3 distici fà, con rima alternata, ultima conclude, la rende baciata; son frasi ritmate, vocali musicali, scandite cantate, ugual salmodiali, saper salmodiare, 1 ritmico andare, terapia musicale, costanza del fare. Ritmare si accorda, ai balli di gruppo, lenire fatiche, resistere a lungo, nenie e salmodie, richiamano pioggia, proteggono umani, bimbi e bestiame, da varie mal-arie, e morsi di fame. Rasna medicina, è assai preventiva, usa terme e spezie, fogne e acquedotti igiene dentista, musica e danza, radici minestra, polenta e focaccia, di Farro farina, medicina di pancia. Carne saltuaria, per pochi sicura, Sol vin e olio, ricchezza di Etruria, contro mal-aria, zanzare paludi, esternano sfogo, ai faunus ludi, ballo di gruppo, invoca guarigione, malati in delirio, scende febbrone. Mundus di Ruma, al centro del foro, famiglie di clan, gli portan decoro, Fan ritmi di qua, e ritmi di là, il loro aldilà, è nostro aldiqua, culto familia, di grande antenato, sopra la tomba, banchetto e mercato, 2 volte anno, aprivano il mundus, a festeggiar, coi vivi il fecundus, è corrispondenza, tra mondi vicini, potere dei sogni, e dei vaticini. Guardiano blu, presidia accesso, di porto aldilà, del mondo stesso, Divino Charunt, poi detto Caronte, scorta ciascuno, oltre quel fronte, custode di Tago, e verso sibillino, quan tornerà, a tempo stabilito. Dopo fuga da Bisanzio, con aquila e lupa, nasce pontificia, Roma franca copia, Lupa di Alania, mito ancor diffonde, crea nuova nazione, storia si confonde: i rasna yudei slavi, sedotti da migranti, uniti ed enzimati, da nuove lingue usanze, latini e romani, bulgari e ottomani, mistero di Et-ruschi, papato và creare.| FUOCO arancio centro, cuore dei villaggi, attorno a se raccoglie, stolti con saggi, trasporta i piccini, alla fiaba popolar, in veglia con adulti, attorno a focolar, presso Monte Amiata, antico rito attende, la Selva illuminata, da giovani fiammelle: solstizio d'Estate, baldi giovanetti, fasce canne in spalle, seguono vie cave, dentro grotte tufo, fan luce col fuoco, x interior visione, inizi adulto ruolo. Percorrono viaggio, da tenebre a luce, scoprendo misteri, e affrontando paure, vicino mezzanotte, canne sono accese, rullano tamburi, scandiscono imprese, saltano coi piedi, 2 brevi e 1 lungo, arrivan fondovalle, spogliano di tutto, fanno 1 catasta, per fare gran falò, Raseno riparte, e narra etrusca stor: la notte di Diana, Tago fuori solco, danza del sudore, Luna a ferragosto, cerchi di Funghi, Diana attira danze, a mezzo di Puffi, Funghetti di fate. Tago figlio a Thera, nato nel terreno, in campo seminato, da bulgar orzo nero, festa annuale solco, Volterra e Bacugno, propizia in Toscana, Pan-Fauno in pugno. Tago pan afflato, spirito incantato, sceso nei raccolti, in corpo celebrato, dona magnetismo, e vita ha riportato. Tage da i segreti, ai musici poeti, Aplu divinatore, Dioniso iniziatore, Vener Afrodite, infonde folle amore: da bocca del folle, esce sapienza, parla x enigmi, esprime un evidenza, Dioniso freme, in assurdo linguaggio, offre sue gemme, a fare ghirlanda: Tag nuovo anno, in festa di locanda, Tin dio del Sole, Tanit dea di Luna, lettura circolare, o tartara scrittura. Tin nuovo giorno, 12 coppie orarie, per viver festeggiare, ciclo della luna, ciclo di stagioni, natura umana doppia, fiumi inondazioni, misteri senza nomi. storia_andronico-e-amazzoni.mp4storia_petrarca_crea_rinascimento.mp4audio

356:se preghiera cura, vecchio piton non fà paura: INFERNO, grande voragine a forma cono, col vertice a centro terra, formatosi quan Dio, fece precipitar Lucifero, capo degli angeli ribelli. Ingresso inferno è segnato, dal fiume Acheronte, sulle cui rive anime vanno, di tutti i trapassati, in base a gravità peccato, si decide pena che da subire, nei vasti cerchi separati, lungo pareti del cono, trovan posto i dannati. Il male detto peccato, secondo chiesa cristiana, nasce da tre atteggiamenti: incontinenza agli istinti, senza uso di ragione; violenza contro Dio e il creato, contro se stesso e contro il prossimo; frode invece usa l'inganno, a compiere il male. Inferno diviso in 3 aree, a loro volta in nove cerchi. Lucifero in fondo baratro, con sue tre bocche maciulla eterno, Giuda traditore di Gesù, Bruto e Cassio traditor del khan, traitor di chiesa e impero. Cacciaguida annuncia a Dante, che sarà costretto a esilio, lasciar Firenze e casa, a causa intrighi Bonifacio, corte papale fà commercio, di Cristo e cose sacre, Cacciaguida antenato, gli preannuncia accoglienza, presso Bartolomeo della Scala, khan signore di Verona, con stemma di aquila imperiale, generoso in suo favore, senza volere nulla in cambio, prima che Clemente V, inganni Arrigo Enrico, sua giustizia ed umiltà, saranno note a tutti, future imprese del signore, incredibili ai mortali. Dante abbandona tutto, ospitato in varie corti, prova spiacevole sapore, del pane fatto altrove, faticoso salir scale, dei palazzi altrui; altri esuli fiorentini, di comune sventura, vanno contro lui, ma finiscono in battaglia, sanguinosa della Lastra, disfatta senza senso. Cacciaguida esorta Dante, non odiar concittadini, giacché la tua vita, dura oltre la punizione, che il destino ha in serbo a loro. Dopo incontro Cacciaguida, viaggio Dante promuove, rinnovamento morale, di umanità ferita, da cupidigia capitalista, e rifondare Chiesa e Impero, in funzioni originarie, Dante ricerca divinità, da riconsegnare a umani. La luce indica grazia, Virgilio lumen naturale, cioè luce d'intelletto, Beatrice è lumen gratiae, illuminazione della fede, cui Dio rivela all'uomo; Bernardo lumen gloriae, guida che assiste ultimi sforzi, a condurre Dante viaggio, a vision suprema divinità. Dante in canti Cacciaguida, alleggerisce sua zavorra, a raggiunger Arco Fuoco, introietta dentro sé, materiale e immateriale, con occhi pellegrin mortale, e poi dopo la visione, con occhi san Bernardo: costui da infima lacuna, ha visto anime tutte, supplico a te per tua grazia, conceder lui virtù a sollevarsi, cioè immortalità, per guardar ultima salvezza, serve assimilarsi a Dio, dove è suprema intelligenza, che si contempla in un cristallo, una foresta e ciel stellato, materia e uomo sono uniti, nel riscatto di MATERIA. Spirito eleva e rifà il Corpus, se alchimista partecipa, col suo calore dentro il fuoco, tra gli alambicchi e la fornace, del suo corpo a trasformare, propria natura in nerezza, da questa in nuovo giorno albedo, nigredo è già un gran conquista, nel progetto elevazione, del camminare in salita, per un traguardo e una discesa, fin Paradiso e poi Materia: se vuoi DIVENIRE un tuo progetto, già deve ESSERE dentro di te. |Cacciaguida a Dante, espone sua missione, lo invita a scriver tutto, in suo diario viaggio, molti offenderanno, ma i posteri ameranno, il tuo grido come il vento, mirando la dottrina, sotto ai versi strani, per gli intelletti sani. Dante cita Aristotele, chi possiede ragione, sempre sceglie il bene, per essere felice, tutte altre scelte, portano infelicità, odierna falsa élite, sfoggia falso umanesimo, oscura luce Cristo, vela luce di speranza: la ricchezza dice Dante, avvelen genealogia, classista e finanziaria, la chiama eresia, radice error morali, nobiltà sia perfezione, della propria natura, frutto e dono assieme, di un personal lavoro. Mezzo al cammin di nostra vita, mi ritrovai per selva oscura, la diritta via smarrita, appare cosa dura, malato in depressione, rinnova ogni paura, non so come vi entrai, tanto ero nel sonno, smarrito nel dolore, che coglie impreparati, Fiorenza mi respinse, Dante pur sconfitto, a morte condannato, esule pellegrino, abbandona sua città, Beatrice gli rivela, che tradita è la speranza, in terrestre Paradiso, se devia buon cammino, di cristiano cittadino, lei amica degli umani, si volge ai fiorentini, e mostra iniquità, ingiustizia del suo tempo, poi accenna la sua cura, a mezzo de-sideris, che reca Vita nuova, Amore mette in lui, ritrova il sogni primo. Uomo natura è desiderio, di crescita costante, alla novità di sé, mentre malata civiltà, frena e reprime desiderio, di superar se stesso, per giunger fino al cielo. Dante poema sacro, aiuta Intelligenza, invita tutti noi, a convito spirituale, incluse donne e bimbi, slavo-bulgaro viaggio, Commedia apre visuale, su cose nude in sè, svela il vero volto, di ladro od invidioso, suicida o traditore, segreti in loro cuori. Dante si proclama, fedele alla Speranza, rinuncia a sue speranze, nate da illusione, si oppone a ogni menzogna, il male va guardato, è realtà senza speranza, poi auspica un monarca, che incarna in sé virtù, giustizia e pace in terra, assicur felicità, aspirazione alla sapienza, e una Chiesa che guidi, a beatitudine celeste, realizzando umanità, con ragione e fede assieme, che crea felicità, nessuno usurpa l'altro, giustizia è primo amore, legge di Giustiniano, cioè Andronico Xcristos, politico cristiano, geocentri lex naturae, guida genere umano, ispira dal Cielo, a educare nobiltà, insita in ciascuno, Spes trasforma inferno, in Dostoiesky bellezza, e Pasternak dottor Zivago. Poema appare pneuma, Cattedrale di parole, sostiene il tuo respiro, a mezzo di tre pietre, collocate in giusto luogo, pietra una e trina, che in STELLE chiude canti: salimmo a riveder STELLE, canto 57 dello Inferno; Puro e disposto a salir a STELLE, cinquantesimo canto Purgatorio, punto nevralgico che eleva, pietra al centro che sostiene, le due mura del poema, in Terza Cornice Iracondi, fumi densi e neri ira, soffocan Pellegrino, che mal distingue ciò che è attorno; ultimo canto Paradiso, Amor che move il sole e STELLE, Dante vivo in Paradiso, SPERA e sogna di tornare, come poeta in sua città, con altra voce e volontà. Tutti i viaggi dei sapienti, son guidati dalle stelle, se tu segui la tua stella, arrivi a glorioso porto, dice a Dante ser Brunetto, Mercurio-Hermes è tua stella, domina tuo segno dei Gemelli, dove addensano gli indizi. Brunetto Latini, maestro di Dante, notaio di Firenze, inviato ambasciatore, sente vicende tristi, esilio resta in Francia, e vaga in una selva, dove Natur lo invita, a scriver del Creato, bellezze in settenario, ritmo didattico cantato; torna in sua Fiorenza, vicario degli Angiò, quando i ghibellini, sconfitti da Manfredi, in Toscana scrive summa, che chiama Tesoretto, un libro sussidiario, che Dante bimbo studia, a memoria brani in rima, zoologia e astronomia, botanica e storia, geografia e teologia. Tesoretto in versi, in rima baciata, Dante influenza, in 7 Arti Liberali, del Trivio e del Quadrivio: gramma retorica e dialetti, aritmeti e geometria, musica e astronomia, avviate da Gesù,in Yoros grandi scuole. Brunetto parla a Dante, in Girone sodomiti, Dante è reverente, e si duole che è dannato, esposto a pioggia fuoco, retore omaggiato, da tutti in sua Firenze, capitale sodomita, la descrive san Bernardino, predicator di Siena. Dante ama scoprire, valori e vizi umani, lui inizia nel Convivio, da stupor e meraviglia: considerate vos semenza, che fatti non foste, a viver come bruti, ma a seguir virtute e conoscenza. Vedere udire eventi, fanno reverente, stupore è punto inizio, di indagine realtà, a ogni campo di natura, dice Beatrice in Cielo Luna: sol da sensato apprende, ciò che intelletto degna, e rinuncia sillogismi, su vegetali e piante, cui solo la esperienza, può fornir certezza. Dante a Padova è con Giotto, in cappella dei Scrovegni, cinque canti qui dipinti, luce radiosa di Beatrice, con maestà della Madonna, Cristo e arcangeli nei lati, Pietro Giacomo e Giovanni, tre apostoli prescelti, saliti al monte dei Misteri, a veder la Verità, poi rimasti folgorati, a contemplar divinità, come Dante epopte cieco, pose mano a poema sacro, per molti anni consumato, a riunire cielo e terra, e vincer crudeltà che serra, lupi a ovile portan guerra, con altra voce ed altro vello, poeta indossa cappello, barba e bian capelli; zodiaco rotor stelle fisse, trasfigura sua spavento, dopo anni di fatica, innamorato ed estasiato, al calare del sipario, Alighieri esce sul palco, a ritagliarsi eco applauso, poi offre consigli, nel Leggere il poema, indagando la morale, dentro allegorie dottrine, come quelle del Vangelo, Cristo al monte trasfigura, davanti sol tre apostoli, poichè secrete cose, chiedon poca compagnia, a varcare orizzonte, dove Creator guarda il Creato. |Giasone viaggia con marinai, di nave Argot argonauti, mentre Orfeo suona l'arpa, si avvicina a secrete cose, galleggia in mente di Dio, come mare di Nettuno, torna a Firenze sol da vecchio, arricchito in conoscenze, nuovo vello oro Sapienza. Dante e Orfeo stesso mito, se hai occhi corpo spalancati, fallisci impresa ultraterrena, Euridice è congelata, Dante appresa la lezione, tiene occhi fissi a terra, fino a ordine imperioso, di Beatrice la sua guida. Jung in specchio acqua, vede propria imago, riflette faccia tua nascosta, dietro attore personaggio, prima prova di coraggio, nel percorso interiore, scopre propria ombra, e spaventa le persone, che si proiettava su ambiente; scavar dentro è rintracciare, propria nigredo pesantezza, e lasciarci dietro complicità, di nostro agire sotto sonno, che produce pasti ai lupi, detto alchemico Vitrolum. Virgilio e Dante si abbracciano, camminando in nero buio, aere amaro e sozzo, fumi densi avvolgon tutto, parole oggetti e significati, tutti immersi in cecità, poi si alza una voce, che si rivolge a Dante, chi sei tu che il fummo fendi, a penetrar nostro passato? Marco Lombardo è tale spiro, vescovo cataro a Concorezzo, grande astrologo che dice: del mondo seppi e amai valore, a cui ciascun depone le armi, son stato facile all'ira, come Apollo infuriato, che dall'alto scaglia frecce, contro chi lo offese. Dante subito intuisce, argomento conversazione, è vero quel che dici, oggi il mondo è abbandonato, da ogne virtù come tu dici, sol di malizia è ingravidato, allor tu rivelami la causa, sì ch'io la veggia e mostri altrui, laggiù su terra ove qualcuno, dice è colpa delle stelle. Marco Lombardo cataro, che intrattenne salotti, di saturnina astrologia, risponde a questo modo, Frate lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui, ciò che accade sulla terra, Voi credete vien dal cielo, se così fosse voi è distrutto, libero arbitrio e facoltà, di sceglier bene e male, con impossibile giustizia, se si procede secondo bene, a ottener premio letizia, e per male avere lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia, non dico proprio tutte, come insegna astrologia, lume vi è dato a bene e malizia, assieme a libero voler, e in primi anni vostra vita, costretti a faticar col cielo, a temperare inclinazioni, ma ne uscite vincitore, se avete buon nutrimento, di maggior forza e natura, più grande di voi, liberi soggiacete, e quella forza cria in voi, intelligenza che le stelle, in sua cur non può creare, così se il mondo oggi disvia, in voi è la cagione, e io te ne sarò spia. Ordine e perfezione hai, se libertà vien ben nutrita, si sale a Dio persona, che Bene e Grazia crea, fa dono Intelligenza, a seguir progetto opera, che solo a Dio appartiene, e manca nelle stelle. Pellegrin celesti sfere, arriva a Stelle Fisse, seguendo loro guida, che dal purgatorio vedi, in matematico linguaggio, guardo senza paura, dinamo orizzonte, oltre limite insuperabile, sta il sublime della Grazia; Dante ha paura un poco, non ha penne a volar alto, ma come i bimbi prova gioia, nel sentirsi trasportato, sopra il vento di aquiloni, con la profezia del Veltro, nel Proemio del Poema, Virgilio ferma i suoi passi, assieme a quelli dei Lettori, enunciando che infine, il veltro divino verrà, farà morir lupa con doglia, la caccerà di villa in villa, finchè è rimessa nello nferno, da dove la prima invidia, ribellione di Lucifero, l'aveva liberata. Cristo Trionfo è tale veltro, tra le schiere dei beati, che vede interno della terra, correggendo la via diritta, troverai pietra nascosta, che è la vera medicina, enteriora lapidem terrae, dove salvezza è affidata, a un intervento divino, quando ciascuno trova, il Veltro entro se stesso, e strappa via da proprie carni, zanne feroci della lupa, e la respinge nel suo inferno. |Dante parla in tante lingue, pitagorici e alchimisti, ebrei arabi e cristiani, templari e massoni, per raggiunger molti cuori, in un mondo di sordi, tanti gradi iniziazione, molti suoni di un gran mare, per solo scopo di instillare, Fede a principe imperiale, e ogni fratello templare, esser Principe di Grazia, simile a Beatrice, che con Virgilio e San Bernardo, sono guide in Chiaravalle, Dante scelse San Bernardo, ordinatore dei templari, dopo strage di quell'orda, per mano monarchia francese, Bernardo onora con preghiera, incrocia sguardo di Maria, come fece Jacques Molay, che muore e guarda Notre Dame, immensa nave da crociera, ferma alla banchina, con sue navate e campanili, in attesa del gran viaggio, dagli inferi al cielo, scritta in lingua degli Argoti, lingua cifrata di veggenti, nomadi ancora disprezzati, ribelli avidi di libertà, curan dialetto ancor bandito, dalla buona società, di benpensanti in ermellino, immersi nella fatuità: argot di minoranza, fuori leggi codificate, convenzioni usi e protocolli, di anonimi architetti, maestri ermetici alchimisti, pitagorici o templari, trascritti in cattedrali, santuari della scienza, e dei credi popolari, dei grifoni e dei Beati, cerchi angelici antenati, nel portone e nel rosone, vetro e marmo in sette cieli, pietra di angolo staccata, dal trono Dio precipitata, reca fondamento al mondo, e tiene unito ogni edificio, aiuta ogni uomo a farsi tempio, principio e fine di ogni tempo. Dante erudito, sa tutto di allora, e sotto ispirazione, usa penna o arpa, e naviga la Bibbia, dottrina della Chiesa, e tutto mischia in rima, dal moto degli storni, alla grazia delle gru, i fiori con la brina, che sciolgono a mattina, poi usa simbolismo, assieme allegoria, messaggi cifrati, e parla ai suoi lettori: O voi che siete sani, mirate la dottrina, che si asconde sotto, il velam di versi strani! Chi vede e riconosce, è genio osservatore, descrive lui Gerione, si avvita e nuota in aria, scende lungo un elica, di forma cilindrica, e Giganti delle Torri, fan mura incandescenti, San Francesco meso a sacco, da astuzia del demonio, con logica truccata, in Guido Montefeltro. Angelo in Purgatorio, ispira Dante luce, riflette astronomia, che crea cronologia, precisa ora del giorno, e la pelle bianca nera, enigmi insegnamenti, più alti e degni fede, se son più incompresibi. Dante pensier discende, in sua anima da Dio, che è primo motore, come canta Branduardi, da unità s'irraggian tutti, altri numeri beati, che contemplano Dio, come in uno specchio, ogni pensier umano, riflette avanti esser pensato. Dante conosce numeri grandi, fino alle migliaia, così cita Trinità: uno due e tre sempre vive, regna sempre in tre due e uno, non circunscritto, ma tutto circunscrive. Dio è sostanza divina, due nature unite in una, nella persona di Cristo, e tre Persone in trinità: Padre Figlio e Spir Santo, tal figura è detta chiasmo, da lettera X greca, melodia di questi versi, fanno eco ordine inverso, crescente e decrescente, pienezza in sè ritorna, in ciascuno pari e dispari, tutte cose esser numero. Aritmetica è nume, studiata da Ishango, un babbuino del Congo, numera tacche su colonne, divise in dispari e pari, poi arriva Brahmagupta, che assieme Aryabhata, reca zero concetto, filosofia indiana, al vescovo Siria, di Arabi Tartaria, che diffusero l'uso, in tutto il Mediterraneo, poi Leonardo Fibonacci, da Pisa scrive Abaci, Matematica islamica, mentre Giuseppe Peano, formulò cinque assiomi, per numi naturali, e tutta aritmetica, prescindendo da intuizione, legata a necessità, come conteggio dei giorni, o capi di bestiame, ecco la sequenza, del numero uno, a cui segue un successivo, mentre Numeri diversi, hanno succession diversi, se primo numero è due, segui logica binaria, quinto assioma di Peano, è principio di Induzione. |Galileo Galilei, legge i versi di Dante, a cercare la misura, altezza dei giganti, e di Lucifero lor capo, disegna uomo vitruviano, dove un braccio appare un terzo, di altezza di persona, Dante è 1 metro e 75, statura perfetta, è uomo alto otto teste, mentre atleta ha nove teste. I giganti han corpo macho, muscoli e forza bruta, alti 44 braccia, 25 metri e mezzo, così il vermo reo, che mondo fora e ribella, è alto 1200 metri, con sei ali protese, su tutto il Cocito, ghiacciandolo col proprio, incessante moto, ha tre teste a scimmiottare, la Trinità Divina), ciascuna bocca stritola, uno dei tre traditori, di intera umanità, tutti e tre giganti, Giunio Bruto e Cassio Longino, congiurati contro Cesare, fondatore dello Impero, e Giuda Iscariota, traditore del Xristos, maciullato da Lucifero, e con schiena scorticata, Re di Tenebre in eterno, rode i peggiori peccatori. Galileo Galilei, in Accademia Fiorentina, tenne conferenze, su Inferno dantesco, vide Ghibellin fuggiasco, disseminare suo libro, di matemati e geometria, su imbuto infernale, e il lago ghiacciato, nel punto più in basso: vidi mille visi cagnazzi, fatti per freddo, in gelati guazzi, teste dei traditori, immersi in Cocito ghiaccio, diversi tali sguardi, ai desideri ardenti, che costringono miei occhi, a fissar occhi lucenti, di Beatrice sul grifone, tra le anime beate, del Cielo di Mercurio, mille splendori udia, a crescer nostri amori, nel purgatorio luci, del sole che solleva, ai Beati della Rosa, specchiarsi in mille soglie, agli angeli festosi, che circondano Maria, ciascun distinto pure, di fulgore e di arte. Dopo tal visione, mi volsi e vidi avanti, e sotto piedi un lago gelo, che sembrava vetro, diviso in quattro zone: Caina e Antenora, tolomea e Giudecca, da Giuda Iscariota, eretico del verbo; in Caina son puniti, i traditori dei parenti, seppelliti nel ghiaccio, fino al loro collo; in Antenora son puniti, i traditori della patria, sepolti fino a cintola, con parte alta esposta, a gelidi venti infernali, come Antenore gigante, che ebbe tradito Troia; in Tolomea son puniti, i traditori degli ospiti, distesi supini, con la schiena nel ghiaccio, poichè Tolomeo, fece uccidere Pompeo, per ruffianar Cesare; in Giudecca son puniti, tutti i traditori, di benefattori umanità, immersi tutti in ghiaccio, nel mezzo ultima zona, fa orribile mostra, il Lucifero signore: in Giudecca ghiacciata, con lui gigante mi convegno, mperador dolore regno, da mezzo petto uscia fuor ghiaccia, incapace a far di braccia, in sua ghiaccia residenza, dove son confitti i peccatori, del giron della Giudecca. Lucifero il gigante, fin ghiaccio suo ombelico, coincide a centro Terra, baricentro dei pesi, di sfera senza gravità, dove lo duca con fatica, volge testa e zanne, ci aggrappiamo al suo pelo, per salire al cunicolo, altra faccia di Giudecca. Dante vide ovunque, tanti altri giganti, da Giove minacciati, con tuono-folgore dal cielo, primo gigante incontra, è Nembrot architetto, della Torre di Babele, alto 25 metri, tredici volte più di un uomo, ha faccia lunga e grossa, come Pigna di bronzo, del cortile Vaticano, si proporzione ad altre ossa, in 3 metri e duecento; il massone gigante, ha tempi di reazione, più lenti di un umano, che può sfuggir suoi assalti, ragion per cui suoi arti, impiegan molto tempo, a compiere un lavoro, senza velocità, seppur grande potenza, a sollevare un colle, come gru e betoniera: le creature più ridotte, usan riflessi a spostarsi, rapidi a ogni mossa,come il topo che corre, aggiusta il tiro a ogni passo, mentre un gigante o elefante, sposta zampa avanti, e si affida a predizione, speranza a non trovare, un intoppo sul cammino, compensa sua lentezza, dovuta a dimensioni, Anteo gigante in Africa, ammazza più leoni, grazie alla sua forza. Galileo sà che distanza, tra ombelico e metà petto, è un quarto altezza uomo, trova il raggio di Giudecca, in oltre 290 metri, mentre la Tolomea, ha raggio mille braccia, ovvero 580 metri, Antenora 1500, ovvero 875m, e la Caina di 2000, ha raggio 1166 metri; stessi calcoli conduce, per le Malebolge, ottavo cerchio dell'Inferno, residenza ai frodatori, disposti in dieci bolge, bolgia è confusione, dieci fosse concentriche, cerchiate da mura, come fortificazioni, di un castello medievale, cinto da più fossi, aventi ponticelli, fatti con la roccia: le malebolge di pietra, hanno color del ferro, ovunque macigni e anfratti, oscurità della frode, di mente tortuosa che inganna, nel mezzo del campo, un pozzo largo e profondo, dieci valli profonde, concentriche al pozzo, collegate da ponti, che ne scavalcano estensione, dalla riva esteriore, fino al pozzo centrale. Dante passa in prima bolgia, dello ottavo cerchio, vede folla di dannati, di ruffiani e seduttori, tormentati da diavoli, crudeli e beffardi, la folla in due schiere, che camminan senso opposto, come vedi camminare, in due file di folla, a Ponte Castel Santangelo, i pellegrini chiamati, dal Giubileo romano. Più narra il caos degrado, più geometria fà regolare, come fisica del Caos, in penultima bolgia, i seminatori di discordia, e scismi religiosi, 3 kilometri diametro, mentre decima bolgia, quella dei falsari, 6 kilometri diametro. Canto VII Inferno, demone Pluto invoca, papè Satàn aleppe! a terrorizzare Dante, invocando Lucifero, Virgilio lo sgrida, Lucifero è al cupo, dove Michele fé vendetta, del superbo stupro! peccato di superbia. Gioacchino Belli cita, Michele nei sonetti, anno 833, angel ribelli caduti, Michele al galoppo, con Stendardo biancogiallo, al suon tamburo e piffero, lesse sto editto: Iddio condanna ar callo, l'angeli neri, con Capitan Luscifero! Michele qui è vestito, capitan guardia pontificia, che inalbera stendardo, dopo aver suonato, per richiamar la folla, come un banditore legge editto di condanna, dove Lucifero è trattato, come un capitano di ventura, ribelle condannato ar callo. |Passando al Basso Inferno, Dante conosce uomo-bestia, nel viaggio tra assassini, tra violenza e infamia, fin sede di Lucifero, entriamo in luogo Belve, in preciso domicilio, tre giron settimo cerchio, sta Lupa del dolore, che ci procuriamo in guerre, getta ombra sui violenti, contro le cose e gli altri. Lince, appar dolore, fatto su noi stessi, getta la sua ombra, su chi picchia sè e sue cose, Leone appar disprezzo, del Mondo e del Mistero, getta sua ombra sui violenti, contro Dio e le sue cose. Quattro incontri coi Guardiani, di Inferi e città di Dite, più di mille sulle porte, da ciel piovuti quattro volte, tentan fermare il viaggio Dante, Caronte usa l'ira, vecchio bianco antico pelo. Minosse insinua il sospetto, a non fidarsi di Virgilio. Pluto il ricco rabbioso lupo, invece gli dice di tacere, ma è piegato da Virgilio; poi tracotanza demoni in Dite, piegata dal Messo Celeste. Minotauro quan ci vide, guardian settimo cerchio, mezzo uomo e mezzo bestia, guardiano-bestia solo infuria, non sa usare le parole, sua furia orribil ringhia, resta impotente da sua furia, si morse preso ad ira, mio maestro lo sgridò: pensi che questo sia Teseo, il duca di Atene, che nel mondo ti diede morte, tu vergogna di Creta, concepita in finta vacca, Pasife unita al Toro bianco, vattene via bestia, Dante non viene qui seguendo, istruzion di Arianna tua sorella, ma vien vedere vostre pene, poi Virgilio grida a Dante, corri al passaggio e scendi, mentre il mostro è in preda a furia, così vidi il Minotauro, come toro che barcolla, dopo il colpo mortale. Canto 12 è ingresso, nel basso Inferno, Virgilio accorda con Chirone, per la salvezza di Dante, quando Aquila cede, staffetta ai Centauri, poi canto 62, Virgilio dice addio, e dà due corone a Dante, i Dioscuri cedono, staffetta al Grifone, si entra nell'Eden, e termina nigredo, conta 50 canti, e arrivi sul Burrato, che spacca Inferno in due, e dal quale sale un puzzo, i Poeti si difendono, fermandosi a parlare, dietro tomba papa Anastasio, ultimi cerchi infernali, dove son puniti i violenti, fraudolenti e traditori, colpe che più offendono, la bontà divina: qui Dante cita il libro Genesi, in cui vedi leggi naturali, e fa spiegar Virgilio, che grande errore d'Uomo, è tradire il lavoro, ispirato dal divino, che sempre fa creazione, in cui umano può specchiarsi, per sostentarsi e progredire, ma usuraio altra viene tiene, poichè disprezza la natura, disprezza sua operosità, e ripone spes in tempo falso, e fraudolento dell'usura. |CENTAURI mezzi uomini e cavalli, guardiani in primo girone, dei violenti contro gli altri, il girone della Lupa, tra la ripa e ampia fossa, il fiume sangue Flegetonte, sono immersi gli assassini, e corrono in fila i centauri, armati di arco e frecce, come andassero a caccia, nelle selve del Rio Congo, nel vederci arrivare, tre divisero dal branco, venendo a noi con archi e frecce, pronte ad essere scoccate, uno grida da lontano, a qual martiro venite, quale condanna destinati, voi che scendete il burrone? O lo dite o tiro l'arco, nel frattempo a migliaia, pigmei centauri attorno fossa, scoccan migliaia di saette, a far morire gli assassini, perenne eternamente; mio maestro allora disse: la risposta noi daremo, solo al paziente Chirone, poi rimprovera Nesso, il centauro che rapì, Deianira ed Ercole, il quale lo fermò, uccidendolo con freccia, e Nesso prima di morire, invitò donna a serbar suo sangue, a miscelarlo con profumo, per intrider la camicia, che da Ercole indossata, impedisce innamorar di altra donna, ma di questa camicia, Ercole morì avvelenato. Folo il terzo centauro, ospitò Ercole a cena, costretto aprire giara buon vino, che Dioniso lasciò in grotta, altri centauri inebriati, da intenso profumo vino, presi da furia attaccaron, grotta di Folo e di Chirone, per impadronirsi del vino, si accese lotta selvaggia, a colpi di frecce, vinse Ercole tra tutti, ma Chirone fu ferito, da una freccia rimbalzata, mentre Folo morì, per aver toccato freccia, da Ercole avvelenata; dopo carneficina, Ercole fu disperato, per aver ucciso incosciente, i suoi due alleati, ora al leader Chirone, lui e Virgilio vuol parlare. Chirone prese una freccia, con punta pettina sua barba, fino dietro alle mascelle, così scoprì gran bocca, e disse ai suoi compagni, vi siete accorti che quello che sta dietro, muove ciò che tocca? i piedi dei morti non fanno così, e Virgilio duca sen timore, vicino al petto di Chirone, dove si sposan due nature, alza frasi imperiose, lui è davvero vivo, io devo mostrargli lo inferno, non è un viaggio di piacere, ma è necessità che ci conduce, venne un anima dal paradiso, dove cantano alleluia, a chiedermi obbedire, Dante non è un ladro, io non son anima dannata, per quella Volontà che mi permette, di muovere i miei passi, in questa strada selvaggia, presta un dei tuoi centauri, per guadare la fossa, e farci superar la prova, costui porti Dante sulla groppa, perché non è spirito che vola. Chiron ferito a freccia, è sapiente in medicina, non può guarir se stesso, e quel dolore lo accompagna, fino a supplica agli dei, di morire al posto Prometeo, brilla in Ruota degli Dei, costellazion del Sagittario, le stelle di Chirone, sono incontro tra maestri, in ogni punto vedi un dio, o le orme sua presenza, tutto santo alla natura, Chirone parla a Giasone, ed Esculapio suo maestro, istruito da Medea, maestro pur di Achille, come Virgilio guida Dante, sà curar anima e corpo, quest'uomo va salvato! silenzioso patto stringe, tra i maestri più famosi, senza parola espressa, Chirón si volse a destra poppa, disse a Nesso di tornare, fai spostar quelli che ostacolano, prendi in groppa i due poeti, passa il guado e indica a Dante, alcuni nomi dei dannati. Nesso è ora tuo Maestro, ed io sarò il secondo, Virgilio lascia il posto al daimon, entità mito-stellare, che ha compito condanna, di trafiggere assassini, così da lor ferite sgorga, sangue in cui sò immersi. Centauri hanno peso, di anima su terra, ai bambini donan quattro gambe, per gattonare e scalpitare, urlo per chiamar possesso, impossibile condivisione, la dolorosa convivenza, di due nature da integrare, nella conquista del terrestre, la folla dei centauri, è un branco di entità, urlanti e scoordinate, pronte a schiamazzo e capriccio, incapaci a regger vino, assai golosi e ubriachi, scatenan guerre improvvise, isteriche e violente, in cui si uccidon fuoco amico, o cede a istinto predazione; quan si ferisce un bambino, dolore è inflitto a un Centauro, una presenza divina, che a domar serve Chirone, che sotto il suo comando, assassini di assassini: sono lì in schiere ordinate, a colpir chi resta belva, i tiranni affogano nel sangue, che essi resero profondo. Centauri son maestri, traditi in pedagogia, che Chirone come tata, aiuta a risalire, trasformando in genitori: se centaurismo infantile, prolunga adolescenza e oltre, prende forme delle sbronze, notti bianche nel frastuono, delle morti sulla strada, predazione e mercimonio, aggressione e gelosia, stupri branco ed omicidi tra conflitti e alterazioni, nella crescita o educazione: mutar Centauro in Dioscuro, nella profezia del Veltro, colui che caccerà la lupa, di villa in villa fino a inferno, da dove invidia dipartita; se Centauro trafigge il lupo, tra sue zampe ha il crocefisso, Croce Sud che Dante vede, come segno Elevazione, contro avidità dolore, allor Centauro si eleva, dal Corpo a Intelligenza, su due gambe esploratore. Dante in basso Inferno, scende lungo il Burrato, entra in tre Cerchi di Violenza, fiume del sangue in cui bolle, cieca cupidigia e ira folle, e tra Ladri e Fraudolenti, ode il canto di Ulisse, portato dal vento, di Castore e Polluce, i Gemelli del suo segno, tra giorno 12 e 13, sotto tutela dei Centauri, che elevan Corpo a Intelligenza, comandati da Chirone, Dante passa il Flegetonte, a caval centauro Nesso. Carlo Martello dice a Dante, nel Cielo Venere Afrodite, il Sole viaggia da Est a Ovest, ci conduce al braccio equatoriale, nella vertigine stupita, Fuoco Sacro si offre ad Anima, luce sapienza e amore, amor di conoscenze vive, percependo nostra anima, che cammina in questa eternità, fino al canto di Sapienza, dello Spirito dell'arpa, uomo esplora e si offre, alla Libertà mai sazia, ma ecco anime ingannate, da genti empie in cose vane, sentite vostre tempie, rivolte a vanitatum? Beatrice ferma occhi su me, di caro assenso al mio disio, al mio voler beato compenso, dissi dimostra che miei pensieri, son riflessi alla tua mente, ch'io possa in te refletter penso, onde la luce a me ancor nova, del suo canto che cantava, iniziò a parlar così: in quella parte malvagia terra, compresa fra Rialto Venezia, e le sorgenti Brenta e Piave, sorge un colle poco alto, là onde scese una facella, che fece a contrada un grande assalto, Ezzelino da Romano, tiranno massacratore, ora si danna in Flegetonte, dove più profondo è fiume sangue, così lo indica Nesso, mentre traghetta Dante in groppa, su fossa sangue di assassini, per arrivar foresta dei suicidi, che nessun sentiero segna. Cunizza sorella di Ezzelino, di sè fece mercimonio, per aiutar fratello, nei suoi loschi inganni, non si pente esser meretrice, perché ciò le ha conquistato, intelligere spiritum, e questo il volgo non capisce, la SALVEZZA è in nostre mani, e per diventar Beati, serve conoscere terra Inferno. Folchetto di Marsiglia, di lui rimase fama, trovatore e religioso, provenzale in Tarragona, poi presso Alfonso di Castiglia, dopo vita sua mondana, si fece frate poi abate, vescovo a Tolosa, massacratore di Catari, contro gli Albigesi, ora in Ciel di Venere, con prostitute e assassini, che si sono salvati, andando verso il Sole, fu famoso in crudeltà, ora vive seconda vita, da Spirito salvato, nelle parole di Cunizza: peccatore che si pente, per rimorso e disagio d'anima, per orrore del suo male, rinnega ciò che ha fatto, riceve Grazia del perdono, errore strumento di salvezza, come afferma Cunizza, ninfa d'acqua e del Battesimo, che con Folchetto vien salvata, dopo transito in inferno, da Intelligenza dello Spirito. Dante in canto 13 e 37, tra Inferno e Purgatorio, accordati e risonanti, Centauro Caco paga condanna, per essere stato ladro, inizia salita al Purgatorio, sotto costellazione Sagittario, stelle Chirone Guaritore, che illumina il divino, con le corde pizzicate. Pier delle Vigne consigliere, a Federico II e Manfredi, figlio di Federico, biondo bello di gentil aspetto, nipote a Costanza imperatrice, ha figlia Cecilia Taragona, erede a corona di Sicilia, Lui centauro guerriero, muore colpito in battaglia, ultimo eco della lupa, che in ultimi istanti si affida, a misericordia divina, nonostante peccati orrendi, bontà infinita lo abbraccia, accoglie chiunque a lei rivolge, mentre Pier delle Vigne, sopraffatto da suo orgoglio, preferisce il suicidio, muore da centauro, mentre lo portano in carcere, gettandosi dal cavallo, fratturandosi la testa, nella selva dei suicidi, in albero trasformato; la Compassione del Poeta, assimila i personaggi, vissuti in stesso ambiente, entrambi traditi e disonorati, pur simmetrici tra loro, fan due scelte diverse, Pier dannato a non parlare, e Manfredi inaugura i Dioscuri. Centauro si trasforma, in Castore dioscuro, che muore in battaglia, trafitto nel petto, e mostrommi una piaga, metamorfosi del Daimon, i Gemelli son |DIOSCURI, pizzicati in corda d'arpa, per salire verso i cieli. Castore gemello mortale, tiene in mano il frustino, per domare i cavalli, centauro doma sua bestia, mentre Polluce è immortale, pugile agile e leggero, forte nelle braccia, insieme naviga su nave, di Argonauti di Giasone, discepolo di Chirone, coraggiosi esploratori, sulla Nave Conoscenza, ascoltando i canti Orfeo, che narra loro imprese, lui marinaio in stessa nave. Dante viaggia stessa nave, costellazione al Polo Sud, Nettuno ammira ombra di Argo, navigar su mente Dio, la nave temeraria esplora, sul mare DOPPIA CONOSCENZA, ogni uomo è diviso in due, figlio a tenebre e luce, Dioscuri Gemelli, è costellazione mercuriale, sotto quale Dante nacque, mentre Orfeo và in Oltretomba, a cercar la donna amata, nei Misteri Eleusi e Buiti, che Dante conosceva, e ritrova donna amata, nel mondo beati spiriti, uscendo vincitore. Seconda navigazione, conduce Platone a iniziazione, livello anagogico ritrovi, Castore è curioso, mentre Polluce è in silenzio, mis/misteri in greco è taci! in palazzi e fonti dei Farnese, due Gemelli in due opposti, uno legge e l'altro ascolta, uno guarda e l'altro dorme; un miracolo accade, nel cuore degli umani, quando si alzan su due gambe, e si spoglian doppia natura, catturano intelligenza, sepolta nella terra, e la conducono alle stelle, mutando in anima intellettiva, alzano occhi al sole, e ammiran carro luce, mi colpiva da sinistra, tra noi e nord Aquilone, ovvero tramontana, Virgilio mi disse: se costellazione dei Gemelli, fosse congiunta a quello specchio, che fa salir scendere la luce, nel solstizio estivo tu vedresti, lo Zodiaco rosseggiante, ruotare più vicino al nord, a men che non esce suo cammino; a capir vai immaginare, Gerusalemme e Purgatorio, equidistanti da Equatore, paralleli simmetrici e opposti, così che abbian solo orizzonte, ma diversi emisferi, per cui vedrai cammin del sole, procede a Yoros da una parte, e dall'altra per chi è qui. Certo maestro mio, prima faticavo a comprendere, che il cerchio meridiano Primo Mobile, chiamato Equatore celeste, resta sempre a metà, tra il sole e l'inverno, per la ragion che dista da noi, tanto quanto agli Ebrei dal sud. Castore e Polluce in compagnia, di quello specchio che sù e giù, del suo lume conduce, a veder Zodiaco ed Orse, nel loro stretto roteare, fà uscir vecchio cammino, accolto nel pensare, monte Siòn su terra stare, entrambe un orizzonte, pur diversi gli emisferi, che Feton non seppe carreggiare, andando all'uno e all'altro, che intelletto chiaro bada, l'Equator che sempre rima, tra il sole e il verno. Caro Dante se tu fossi, nel solstizio di giugno, quando sole sorge in Gemelli, nel dì più lungo d'anno, a Nord lo vedresti brillare, ora sforzarti a comprender, che sei giunto agli antipodi, di Czargrad Gerusalemme, sei in emisfero sud, stessa distanza da equatore, in cui sta Yoros la nel nord, qui ti sei capovolto, sinistra vedi come destra, nord vedi come sud. |Umanità mutilata dello Spirito, oscilla da poggia a orza, resa monca della scintilla, di eternità che la abita, ferita causata da isteria, del poter che vuol soggiogare, ma solo Spirito incarnato, può riparar mutilazione, e rigenerar conciliazione, nuova Alleanza sen parole, in risonanza di terzine, vibrate in arco e arpa infine: ficca l'occhio entro l'abisso, de l'eterno consiglio quan puoi, al mio parlar giustizia fisso, non potea mai uomo solo, espiar peccato originale, con umiltate obediendo, quanto superbo nel peccato, ciò cagion uomo precluso, poter sodisfar per sé dischiuso, a Dio convenne le vie sue, riparar l'omo a sua intera vita, perdonando o punendo o entrambi, ma poiché l'ovra tanto è più gradita, da l'operante quanto più appresenta, de la bontà del core onde è uscita, divina bontà che il mondo impregna, volle usar tutte due le vie, a riscattarvi e fu contenta, nè in tutta storia umana, tra ultima notte e il primo die, sì è mai visto tal magnifico processo, per l'uno o l'altro modo fie, ché più largo Dio fù a dar sé stesso, per far l'uom a rilevarsi, che s'elli avesse sol perdonato, e tutti li altri modi erano scarsi, al Figliuol umiliato a incarnarsi. Aurora bianca e vermiglia, illuminava in cima al monte, suo incontro con Beatrice, amore per rime musicate, e cantate da Casella, umani spiriti si ferman, ascoltan estasi fin quando, li rimprovera Catone, inviandoli a salire: canto unisce a gentil donna, bella e onesta figlia tutta, a Imperadore di Universo, chiamata Filosofia, Beatrice rappresenta, divina luce assai mi mostra, colla mia anima un sol cosa, continua nasce in me pensieri, che indagavano ammiravano, il valore a questa donna, nel luogo della mente. Dante chiede a Belacqua, perché non sali a porte Purgatorio? lui risponde che è inutile, pigri i suoi muscoli, senza anima intellettiva, di cui Belacqua è monco, poichè muoversi è potenza, congiunta col sentire. Dante rimprovera pigrizia, chi manca impulso alla salita, se traguardo del tuo viaggio, accumular conoscenze, infinite informazioni, finchè peso tuoi bagagli, impedisce il tuo cammino, sarai costretto a gettar tutto, in un fiume come i Hmong, per ritornar leggero, e imparar volare, fin quando tuo intelletto, diventa sottile purificato, dal tuo cumulo affrancato, vedrai galleggiar questi relitti, sulle acque del Lete, raccolte a foce del Tevere, da angeli Dioscuri, in città Roma due corone, che risucchia nel gorgo, messaggio doppio dei Dioscuri, nei 25 canti dei Gemelli. Castore muor ferito al petto, Polluce non si dà pace, nel dolor senza fratello, a Zeus chiede grazia di morire, sua libertà di scelta, se Castore è Manfredi, Catone sarà Polluce, iniziati ed iniziandi, in Marocco arriva notte, sopra l'Equatore. |Diritta via 18-68, Inferno e Paradiso, corrispondenza risonante, simmetria li tiene insieme, due ingressi in due luoghi, in un Poema in cui ogni canto, è una soglia a oltrepassare, ma tutte soglie diseguali. Ottavo cerchio in dieci bolge, dove vengono dannati, i ruffiani e i seduttori, adulatori e simoniaci, indovini e barattieri, ladri e mal consiglieri, i seminatori di discordie, ipocriti e falsificatori. Dante e Virgilio vi giungono, in groppa al Gerione alato, che li fa scendere in volo, dalla ripa discoscesa, e viene usata cintur di Dante, come redini a trattenersi, al collo del mostro, a indirizzarlo sanza terrore, davanti a Caronte, Minosse Cerbero e Furie, Medusa e Minotauro, il volo, da ripa scoscesa, conferma conquista iniziato, un potere che userà, ci Giganti e con Lucifero. Conoscere mostri che ci tormentano, dare loro un nome, il grande volo si conquista, quan possiamo cavalcarli, vincendo gran paura. Fetonte ebbe paura, quando lasciò redini Sol carro, allora il cielo si incendiò, Icaro si sentì spennare, dalla cera surriscaldata, mentre il padre suo gridava, stai sbagliando strada! Tornato a terra Dante vede questo pozzo ad imbuto, chiuso in dieci cerchi, concentriche malebolge, tutto di pietra color ferrigno, dove nel mezzo si apre un vuoto, molto largo e profondo, ha bordo fatto a terrazze, suddivise in dieci valli-bolge, una spirale di dolore, sprofonda nell'abisso. Alla prima bolgia vanno, ruffiani e seduttori, camminan senso contrario, frustati dai diavoli, in seconda adulatori, immersi nello sterco, che tosto ritorna a terra. Dante avverte volando su Gerione, lo scroscio del Flegetonte, assorda la mente fin lacrime, basta un secondo a cambiar polo, sotto i piedi di Dante, si apre un pozzo stretto, che divide ottavo e nono cerchio, e in basso il Cocito ghiacciato, non c'è ombra altro Gerione, ma solo cinta muraria, con torri a perimetro del pozzo, vidi Giganti di otto metri, dalla cinta in basso dentro al pozzo, esso stesso fatto in pietra, sono i Titani fratelli a Cronos, che a Zeus son ribellati, sconfitti diventano i Guardiani, del cerchio dei traditori, ultimo luogo infernale, incatenati in varie forme, a immobilizzar corpo superiore, dal bacino in giù son dentro roccia, come la spada di re Artù, solo Anteo ha le braccia libere, e coglierà Virgilio e Dante, si comporta con gentilezza, per adagiarli a fondo pozzo, che divora Lucifero e Giuda, dopo chinato si raddrizza, come albero di una nave; mentre in 14 Paradiso, siamo nel Cielo del Sole, in mezzo a Spiriti Sapienti,e re Salomone parla a Dante, dell'ultimo giorno, quan sarete uniti al vostro corpo, brillerete ancor di più, di intensità diversa, a seconda propria intensità, di Amor che occhi corpo regge, carne gloriosa e santa, cresce in ardor che a Dio s'accende, cresce lo raggio che da esso vene, come carbon che fiamma rende, vision Dio sarà più intensa, sì che sua parvenza si difende, poiché li organi corpo saran forti, a tutto ciò che darà diletto; appare san Giovanni luminoso, e Dante rimane abbagliato, luce proporzionata a intensità, di ardore di carità, Beatrice formula sua domanda, i Beati rispondono con gioia, felici a scioglier dubbi a Dante, come quelli che danzano in cerchio, spinti da maggior gioia, alzan la voce e più lieti i gesti, così le sante corone, mostran nuova felicità, alla preghiera devota di Beatrice, i Beati dispongono in cerchia, tonda come quella dei Giganti, ma i santi pien di luce e gioia, Salomon risponde a nome tutti, rivelando la spes intensa, di riconquista integrità, poiche a lor pur manca un pezzo, come ai Giganti manca il basso, pietrificata nella roccia, ai beati manca loro carne, che li renderà perfetti a sguardo Dio. ULISSE Ladri e Fraudolenti, seconda triade 24-25-26, i peggiori criminali, più di assassini e traditori, usan lucido intelletto, per scopi criminali, ma Dante in canto 26, fà sigillo a intelligenza, vede Ulisse fraudolento, gli dice essenza umana: Considerate vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza; senza fiamma della carne, non si accede al pian Divino, Grifone è dàimon collettivo, da qui verbo ingrifare, incarnato da Mercurio, che ispira tutti amare, la Venere in desìo, la bella principessa, figlia al re Universo, unirsi con Sophia, al banchetto di Sapienza, sconfina nel Mistero, delle fiabe tutti tempi, dove Anima è Biancaneve, lo Spirito Principe azzurro, e Ombra è orco e strega, dopo varie peripezie, Spiri sposa Anima, nel Corpo e Intelligenza. Ulisse ritorna, da viaggio errante, sedante o eccitante, trascendere umano, è suo scopo primo, in estasi o samadhi, con ego ridotto, saggio + felice, ora sa capir cuori senza velo, grazie ghostdance tolteco mito, dentro piante egli vede, sorgente di unità, e Adamo albero di vita, estende sue radici, fonte di ogni ego: se ego esce scoperto, calpesta la terra a far battaglie, esamina e divide ogni materia, classifica ogni pezzo di Natura, e diviene Vita inanimata, sol da soldi misurata, Tera ridotta e abusata, Civiltà si scopre condannata, catastrofe di sangue e morale, a cui Avi cercaron soluzione, riunir soggetto ed oggetto, a integrare la visione, apollinea razionale con inconscia, sanar frattura nel samadhi, Shaolin cosciente unione, Anima e psiche puro amore. INRI anche vuol dire, Igne Natura Renovatur Integra, ogni cosa è rinnovata, col fuoco di Vulcano, Afrodite e Marte, imprigionati in rete d'oro, si aman due divinità, in corpo ed in spirito, etere e materia, ri-uniti a eternità. Dante ammira tal prodigio, e in Ulisse narra evento, chi resta confinato, solo al piano carne, fà esser proci a vita, necessita liberarli, ovvero liberarsi, e procedere ascensione. Eros aquila Grifone, è Spirito amante, che in ardua salita, fà essere arguti, la coppia appare un Tre, Sacra Tetrade 4, un quartetto coi due daimon, custodi del destino, pronti a ribellarsi, a chi ostacola fiaba sorte. Ulisse in canto 26, controfigura Adamo, e Albero di Conoscenza, tra Salvezza e Ribellione, i due Poli Equatoriali, spiro del tempo e del profondo, rivel mistero del Xcristos: da eroe uomo non è redento, ma diviene un Cristo egli stesso, il Salvatore e uman ribelle, son 74-76 e 24-26. Vanni Fucci adiacente e opposto, a Ulisse che brucia in sua furbizia, muore e risorge da insipiente, perché ha corrotto sua Intelligenza, Ulisse in sé invece l'ha accolta, come architetto ingannatore, di tranelli ed esploratore, di vizi umani e lor valore, svela a Dante re-integrazione, d'Intelligenza ricollegata: Oh frati che per cento milia, tra perigli giunti all'occidente, non negate a questa piccin veglia, che riman vostri ultim anni, l'esperien del mondo senza gente, dietro al sol verso occidente, considerate vostra semenza, non siete bruti ma gloriosi. Ulisse uomo del Mare, conosce due passioni, sincroniche e discordanti, di nostalgia del ritorno, e nostalgia del viaggio, appartiene a tutte sponde, fino ai ghiacci dell'Antartide, dove affaccian continenti, e copre stesse rotte, che seguono crociate, parla del seme di Adamo, che ha scelto strada conoscenza. Ulisse cuce nostro mare, con viaggi guerre e commerci, ma Alighieri aggiunge al Mito, sua esplorazion mortale, narra il viaggio in aldilà, ridando intelligenza a Ulisse, gloriosa resurrezione; da vecchi siamo esploratori, con un mare di risposte, vecchio-sapiente ancora cerca, con mani piene di domande, le guarda con serenità, e diventa esploratore, nel piacere dell'ignoto, durante il punto morte. Ulisse insegna la fatica, di abbatter divieti Ercole, varca i limiti in coraggio, mette la morte in conto, Dante può parlare ai Morti, perché viaggia in stato Grazia, in quanto seme Adamo, ma in esercizio di virtute, con coscienza illuminata, usa il sapere suo acquisito, poichè vendicarsi è conoscenza, che ritorce a chi la usa. Un marinaio mai scappa, perché il mare è dentro lui, carnefice e amico: noi rallegrammo e poi venne il pianto, ché da nova terra un turbo nacque, tempesta che colpì la nave a prua, percosse del legno il primo canto, Tre volte il fé girar con tutte l'acque, a la quarta leva poppa in alto, e fece inabissar la prua, come narra pure Emerson, finché il mar sovra noi richiuso. Il naufragio di Ulisse, è sua morte e resurrezione, serve lo spirito suo tempo, e crede fuggir spiro profondo, ma il profondo lo conduce, dentro il mister di Cristo, e fà parte del mistero, che uomo diventi Cristo, Jung rivela sincronia, nel Poema dantesco, Ulisse opposto alla Croce, è lo specchio del Cristo, nel sacrificio compiuto, ad accumular sapienza, per ottener salvezza. |nel canto 51, triforme amor deviato, riporta al canto 1, deviata via davan tre belve, canto 50 astro Lombardo, fa conquistare a Dante, mappa Cielo stelle fisse, nella leggenda Vera Croce, amata e nota in Medio Evo, alla Basilica di Arezzo, con Pier della Francesca, racconta che il legno croce, del Cristo, è legno Albero di Conoscenza, attorno cui è avvolto serpente, come al collo del blu Siva: nel vangelo di Nicodemo, un giorno Adamo era malato, il figlio Seth va in Paradiso, a chieder olio legno misericordia, con cui unger corpo padre, e restituirgli la salute. Gli apparve arcangelo Michele, sullo sfondo insieme a Seth, gli disse non piangere per l'olio, del legno Iboga misericordia, in nessun modo potrai averlo, fino al tempo del Cristo, così Michele dette a Seth, un ramoscello da piantare, dell'albero che Adam fece peccare, poi disse a Seth tuo padre guarirà, quan questo ramo frutterà, Seth a casa trovò il padre morto, piantò ramoscello su sua tomba, il ramo divenne un albero, che giunse ai tempi Salomone, epoca di ladri e di serpenti, a preservare qualche ladro, dalle atroci metamorfosi, come Puccio Sciancato, del canto 25; ladri muoiono e risorgono, ai piedi di una croce, su cui Cristo è morto e risorto, come lor maestro tradito. Angelica intelligenza, che parla con voce Dio, custode nostro destino, anche se non lo viviamo, tutore nostre attitudini, e della nostra missione, diretta emanazione di Spirito, che abita entro noi: chi torce natura dei giovani, torce natura degli uomini, distrugge persone e procura, offesa allo Spirito, Educatori dell'Anima, incuranti del potere, che vuole tutti uguali, san re-integrare Spirito, accoglier voce del daimon, che è nostra diversità, ciascun se stesso preso, è contro anestesie, di società omologanti, contempla risonanza 25-75, canto di alchimia, e canto dei talenti, nel silenzioso lavoro, del fuoco di officina, eche lavora la Materia, che si muove e trasforma, secondo leggi sconosciute, di un ordine sacro, a raggiungere profondo, Spirito in Materia. Carlo Martello risponde, che anche Uomo è un alambicco, configurato dal mistero, di tutti i suoi talenti, che dovrebbero esplodere, se non fossero negati, repressi mortificati, e annullati dal Potere, che devia spirito profondo, che alimenta la materia, nostre persone da bambini, in mente di Dio tutto è scritto. Carlo Martello narra futuro, e se mio frate Roberto, antivedesse tutto questo, eviterebbe l'avarizia, dei Catalani in Catalogna, serve qualcuno che al suo posto, provveda a che il suo regno, non subisca ulterior danni, dei suoi antenati liberali, avrebbe bisogno di soldati, non soltanto mercenari, come son franchi catalani, Roberto è diverso da me, anche se figli a stesso padre, lui è avaro illiberale, meschino farà mal suo regno, come Cunizza ed Ezzelino. Dante curioso chiede a Carlo, fatto m'hai lieto fammi chiaro, parlando dubitar m'hai mosso, come dolce seme può essere amaro? se posso mostrarti verità, rispetto al dubbio che sollevi, lo ben che ruota il Paradiso, volge e contenta ogni virtute, Provvidenza alla sua mente, che è perfetta di per sé, non sol determina varie nature, ma insieme ad esse anche il lor fine, ovver non sol influssi celesti, come una freccia sul bersaglio, se ciò non fosse il ciel che tu cammine, producerebbe li suoi effetti, che sarebber sol ruine, e ciò non può succeder, se li ntelletti che muovon stelle, son perfetti come il primo, poichè natura mai fallisce, quel che è necessario, ora dimmi cosa è peggio, per l'omo che vive in terra, se non si fosse cittadino, e svolge ciascuno una funzione, vostro Aristotele scrive il vero, è necessario che sian diverse, le radici dei vostri effetti, uno nasce legislatore, e un altro condottiero, un sacerdote Melchisedèch, e un altro ingegnere, come Dedalo che volando, perse il figlio per l'aere, intelligenza angelica imprime, la circular natura ai mortali, ma non distingue l'un dal'altro, ovver non fà le preferenze, Esaù è diverso da Giacobbe, Natura generata ha suo cammino, che i generati seguon sempre, così interviene Provvidenza, che è più forte di quegli astri, e chi ti era dietro ora è davanti, ora ti dono un corollario, sempre Natura se fortuna trova, discorde a sé fà tal semente, fuor sua region fa mala prova, e se mondo terreno badasse ai ritmi, cioè inclinazioni di natura, seguendo lui avria buona gente, ma voi torcete alla religione, tal che fia nato a portar spada, e fate re chi è nato prete, onde vos traccia è fuor di strada. |Artigli aquila ci appare, dentro canti Stella Polare, irradiazioni di Giustizia, che ci porta a guardar alto, dal punto vista Padre Eterno. Classica esegesi ripete: carro è Chiesa corrotta, il Grifone è Cristo nella Storia, che punisce preti corrotti, assatanati in molte colpe, ma chi diviene immortale, racconta Storia dal di fuori. Dante vede poi una volpe, che si avventa a fondo carro, digiuna pare da ogni pasto, ma è accusata di gran colpe, ma Beatrice la mia donna, mise quella volpe in fuga, volpi che guastano le vigne, quando sono belle in fiore. Canto dei Cantici rivela, tre volte volpe è nel poema, come simbolo di FRODE, allegoria delle eresie, che tormentano la storia, inganno astuto del raggiro, nella Cornice d'Invidiosi, menzogna usa Guido del Duca, divin Giustizia raggirar, lui duca in Montefeltro, accecato dalla invidia, come un Vate cieco vede, quel che non si può vedere, io rispondo a sua domanda, sul luogo da cui vengo, nella valle fiume Arno, in cui spazia mezza Toscana. Rinier da Calboli gli chiese, perché non nomini quel fiume, Guido rispose che quel nome, vorrei scompaia dalla valle, poichè sorgente di quel fiume, di Appennino e del Peloro, tutti fuggono la virtù, come biscia fugge un luogo, che la induce a fare questo, per sventura o per mal uso, abitator misera valle, hanno mutato lor natura, Circe li ha mutati in bestie, come scrive san Bernardino, tra brutti porci degni a galle, cioè ghiande Casentinesi, che di cibo fatto da umani, Arno scorre verso il basso, e trova botoli a ringhiare, più di quanto quanto torcon muso, e devia corso disdegnosa, di toccar tali Aretini, tale valle sciagurata, scende più in basso più si allarga, tan più trova Fiorentini, cani divenuti lupi, acqua poi discesa a fossa, cioè bacini più profondi, trova volpi pien di froda, che non temono altra astuzia, che possa catturar Pisani; ecco valle senza nome, se lo avesse reca danno, se lo togli esce da storia, valle di lacrime governata, da natura avversa e contraria, che trasmuta uomini indeboliti, in folti branchi di belve, affamate e arrabbiate; questi versi affondan lama, nel dolor di umanità, esiliata e sprofondata, in valle lacrime di astuti, Volpe animal notturno, diffidente affonda il morso, nelle tenebre del Corpo, nella fame delle notti, aggredendo il carro umano, mutilato nel suo spirito, e che ancor non hanno visto, la Giustizia di Maria. Beatrice caccia la volpe, dal carro uman tragedie, poi vidi Aguglia tornare, da indi era venuta, la vidi scender giù nell'arca, e lasciarvi alcun sue penne, compatendo il male umano, come cuor che si rammarca, tal voce uscì dal cielo e disse: o navicella come sei mal carca! da quando foste fuori Eden, vi ho contattato direttamente, con la salvezza incarna in Cristo, allora appare il Cristo in penne, abbandonate sul quel carro, in supremo Atto di suo Amore, dove nessuno ha mai veduto, oltre donazio Costantino! ipocrisia di uomini umani, rifiutan veder sol verità, che nel duomo di Barga, dura secoli un anno un giorno. Parve a me la terra aprisse, tra ambo ruote del carro, e vidi uscirne un drago, che conficcò la coda al carro, come vespa che ritragge ago, a sé traendo coda maligna, trasse del fondo e gissen vago, portò via una parte del carico, e se ne andò serpeggiando, quel che rimase come gramigna, sulla vivace terra, di piuma offerta fu coperta, con intenzion sana e benigna, come si è aperta la terra, a ultimo respiro del Cristo, così da tal voragine, sorse il secondo tradimento, di umani contro quelle penne, corrotti dai lor calcoli, di possibili guadagni, e i Giusti soffocati, dagli ingiusti senza cuore, chiedon soccorso a quelle penne, a dar Salvezza e Dannazione; dopo che il fuoco ebbe ruggito, l'acuta punta mosse qua e là, e poi diede cotal fiato: se io credesse che mia risposta, fosse a persona che torni a Terra, questa fiamma staria in silenzio, ma poichè da fondo Inferno, nessuno esce vivo, se sento dire il vero, ti rispondo senza timore, di essere infamato. Guido da Montefeltro, chiuso in fiamma come Ulisse, consigliere fraudolento, ingannatore anche a se stesso, crede confidar sue verità, a un dannato dello inferno, fui uomo d'arme e poi francescano, credendo di fare ammenda, dei miei peccati col cordone, ma poi il papa Bonifacio, mi indusse ancor peccare, il gran prete mi rimise nelle colpe, ipocrita anche in nome! fintanto che fui carne e ossa, col corpo datomi da madre, lavoravo con astuzia, come volpe e non leone, conobbi trucchi e vie nascoste, accorgimenti e coperte vie, io seppi menar lor arte, a fama in tutto il mondo, quando mi vidi alla vecchiaia, dove ognuno ammaina vele, e pentirsi dei peccati, ciò che prima mi piaceva, mi dispiacque e feci frate, dopo pentito e confessato, ma ciò non mi ha giovato, poichè novo principe di Farisei, ovvero papa Bonifacio, combatteva guerra in Laterano, contro i Colonna cristiani, evitando Saraceni o Giudei, ogni suo nemico era cristiano; se Costantino chiamò a sé, papa Silvestro dal Soratte, a guerir della lebbra, Bonifacio chiamò me per la sua febbre, mi chiese un consiglio, io tacqui a tale pazzo, mi disse di parlare, io ti assolvo fin da ora, purché mi mostri arte di spia, io posso aprire e chiuder cielo, assolvere e condannare, due sono le chiavi, che Celestin mai ebbe care, mi convinsero argomenti, poichè tacere ha conseguenze, Padre poichè mi assolvi, da quel peccato in cui ricado, prometter molto e mantener poco, ti fò trionfare nel tuo trono; secondo tradimento a Dio, mischiar grano con gramigna, non riconoscer differenza, fra giusti ed ingiusti, Celestino mai voleva, aprir chiuder cielo al Male, giace tra gli Ignavi, per causa gran rifiuto. Francesco venne quando fui morto, a prendere mia anima, ma un diavolo gli disse, lascia non farmi torto! deve venire ai miei dannati, diede consiglio fraudolento, così gli fui alle costole, chi non si pente non è assolto, poichè è contraddizione, io dolente mi scossi, quando mi prese e mi disse, forse tu non pensavi, che io fossi filosofo! Trasformato il carro santo, mise fuori delle teste, tre sul timone e quattro in angoli, le prime cornute come il bue, le quattro un solo corno, avevano per fronte, allegoria di Apocalisse, mostri di anima uomini, tre belve con due corna, lince leone e lupa; le quattro belve con un corno, son cambiate di segno, quattro ninfe Cardinali, che si vedono nell'Eden, trasfigurano tenebre, tutte e sette assieme, zavorra che ci schiaccia, impedendoci a volare, sorgenti del dolore, Castronuovo estrae: LINCE è narcisismo, opportunismo ed egoismo, indifferenza e alienazione, ha pelle maculata, ossessione per l'istinto, nevrosi ipocondria, da immaginarie malattie, prensilità felina, cioè shopping compulsivo, inquieta delusione, azzerata ogni empatia, pulsione al movimento, sfrenato colmo in nulla, ansia e invidia al mondo. LEONE materialista, ma per uso di ragione, aggressivo dominante, di un mondo fatto a lui, dissolve entro il potere, nel tempo suo ruggito, superbia fame mondo, ossessionato dal controllo, del mondo al suo servizio, manie persecuzione, se viene ostacolata, la vanità in suo regno, nel centro di sè stesso, lui è sua verità, ma teme dolore e morte. LUPA è fuorilegge, questa è la sua legge, schiava e padron di eccessi, sua furia è negazione, violenza ed omicidio, dissolve in nichilismo, regista di tragedie, insaziabile sua mente, ha un Io disgregato, che lei ricuce allora, disgregando gli altri, suo alimento è odio, in forma paranoia, possiede per brama, e rabbia del mondo, non per bisogno. Le altre quattro carte, son forza per il corpo, sapienza per la mente, giustizia per l'anima, temperanza per spirito. |Aquila irradia in tre cantiche, lo Spirito di Dio, manifesta divin giustizia, e nel sesto canto Paradiso, Giustiniano narra la storia, di Aquila Imperiale, dalla guerra di Troia, fino al tempo di Dante; le sue ali convergono, sul canto 66 Purgatorio, dove Dio torna parlare, agli uomini del Carro, due sue opere Giustizia, cioè cacciata da Eden, e incarnazion del Cristo, mentre in 28 Inferno, emerge losco Guido Montefeltro, che volea ingannar Giustizia, indossando il saio francescano, Guido maledice Bonifacio, ingannatore di Dio, e restituisce a Celestino, la santità che gli è dovuta. Nei canti 86 e 87, Aquila parla a Dante, mentre canto 1 proemio, è chiave volta Arco di Fuoco, arco di Aquila che unisce, le due selve visitate, di smarrimento e ingresso Eden, sempre la stessa selva, trasformata in nuovo Dante: dinanzi a me con ali aperte, eran le anime liete, in dolce visione di Dio, parea ciascuna rubino acceso, che nei miei occhi Lui rifrange, io vidi e udii parlar lo rostro, il becco di aquila parlava, diceva io e mio, ma intendeva noi e nostro, per esser stato giusto e pio, son qui esaltato a quella gloria, che non si lascia vincer a disio, e in terra lasciai mia memoria, che persin genti malvage, lo lodano ma non seguono, così un sol calor da molte brage, si fa sentir con molti amori, usciva un suon da quella image. Aquila parla al singolare, dando voce ai Beati, che sua forma compongono, doppia natura di un dàimon, il più vicino a Dio, rispecchia eterno fluire, dell'Essere Spirito, parla in prima persona, è la Giustizia Divina, Aquila è un tetragono: UMANI diventati BEATI, formano simbolo di un ANGELO, che parla con voce DIO, questa immagine dice, che non esiste separazione, dentro emanazion divina, poichè i molti Spiriti, parlan unico suono, a cui partecipiamo in vita. Ben io so che cielo altro reame, divina giustizia fa suo specchio, in angelica gerarchia, io sempre pronto ad ascoltare, come un falcon disia volare, io vidi aquila entro lodi, dei Beati della grazia, che san legger mio digiuno, che nessuna cosa sfama. Dante usa stessa image, per Testamento Paradiso, Mosè davan roveto ardente, verde fuoco che non brucia, mentra ascolta voce di Dio, che gli sta dettando Legge: oh fior di eterna beatitudine, col profumo di vostra voce, interrompete il digiuno, che mi fè patir la fame, non trovando a saziarlo, nessun cibo sulla Terra. Sapienza è il motore, che ispira divin Giustizia, enigma di Beatrice, sul vaso rotto dal serpente, Umanità da sempre è salva, nella mente di Dio, Dante agisce come l'Aquila, nella sua voce vibran tutte, le domande dei mortali, senza esplicita richiesta, DIO perchè permetti accada? le guerre e i massacri, carestie e pestilenze, ingiustizie del mondo, le ferite nella vita, Aquila risponde, iniziando Dante al Ciel Saturno, dove incrocian quattro corde, che risuonano in accordo, in sincronia del corpo, con anima e intelligenza, per lo spirito attirare, e risposta respirare. |GRU nello Inferno, associate ai lussuriosi, trascinati da bufera, e destinati a girare, vanamente sempre in tal aria, recuperano in Purgatorio, capacità di migrazione, movimento verso una meta. Poi citate nel Paradiso, appaion giunte a tale meta, dove si cibano liete, e poi si alzano in volo, a formare lettere di selva, oscura selvaggia e forte, dove preval forza natura, vergine e intatta, che impedisce penetrarla, ma dentro ha vita variegata, con un robusto cerro e abete, che in alto si digrada, frassini tigli e platani, ai loro piedi un sottobosco, fitto intricato di cespugli, di rovi piante e semi, gru disegnano volando, lettere alfabeto, poi forman aquila imago, simile al falcone, cicogna ed allodola. Beatrice beata paragonata, a un aquila e a un uccello che attende alba a nutrir piccoli. ALTA FANTASIA vuol dire, che viene dall'alto, da intelligenza cieli, ecco Libro di Ester, che rivel suo sposo re Assuero, di essere ebrea, quando il ministro Aman decreta, sterminio ebrei di Babilonia. Aman condannato a morte, da crocifisso ancora espande, suo disprezzo e sua ferocia. Dante con occhi aperti, piovve in altra fantasia, vide Aman crocifisso, con aspetto amar disdegno, che moriva in questo modo, intorno a lui presenti, re Assuero e sua moglie Ester, e il giusto Mardocheo, integro in parole e azioni, quan questa imagine svanì, come bolla che vien meno, perché sotto manca l'acqua, sorse in mia visione, una seconda Fantasia, da Eneide ispirata: io vidi una fanciulla, che piange forte e grida, a sua Amata madre regina, Lavinia in sposa a Enea, a pacificar troiani e latini, ma sua madre detta Amata, moglie al re Latino, si impicca a fermar nozze, che evitan la guerra, fra Troiani e Latini, Lavinia parole grida, madre io ora piango, più per te che pei Latini! perché per ira hai voluto, esser suicidata a me, ora mi hai perduta, e io son qui che mi addoloro, per tua inutile rovina. Ester salva gli Ebrei, Lavinia vuol salvar Latin da guerra, ma Giunone mette in cuor di Amata, la biscia di Furia velenosa, che l'anima le scippa, dolore di anima derubata, spesso distrugge il corpo, per salvar se stessa, Anima doppia geminata, dai Dioscuri a salvare, ma può anche distruggere, se non la scegliamo, se non la nutriamo filosofi_dante-purga-ultimaprova.mp4musical_promessi-sposi.mp4audio
||Commedia di Alighieri, un poema in 100 canti, divisi in 3 cantiche, Inferno Purgatorio e Paradiso, suo metro è la terzina, con rime incrociate, numero tre di perfezione, in suoi multipli ritrovi, come 33 canti a ogni cantica, e un canto di proemio. Maria Castronuovo a Raseno, narra mappe in Poema, tra stelle segrete e quiete, gioco ognuno concluda, Dante inizia 8 aprile, viaggio in regni ultraterreni, peccato espiazion salvezza, la notte venerdì santo, il viaggio del Pellegrino, dura una settimana, comprende teologia, morale e filosofia, riflessione e politica, e religione a realizzare, umana interna natura, materiale e spirituale: dannati e santi obbediscono, a precisa volontà divina, che risponde a ordine universale, inscritto nella storia, come magistrae vitae, rivelazione del divino, su Terra immobile al centro, circondata da nove sfere, e queste da Empireo, riflette orma di Dio, geometria di sua creazione. Dante ispira suo poema, nove cerchi per Inferno, due balze e sette cornici in Purgatorio, nove sfere al Paradiso, quando vi giunge vedrà il mondo, da un altra prospettiva, con Empireo centro Universo, e Terra ultimo suo cerchio. Commedia ha inizio tragico, e conclusione positiva, il pellegrino si smarrisce, in selva oscura presso Yoros, da smarrimento nel peccato, lo salva anima di Virgilio, che accompagna Dante dentro.

282:se il fungo abbonda il grano affonda: Raseno narra in versi, inno di Demetra, ciclo vita-morte, di Persefone e Ade, canto fondatore, e base dei rituali: Demetra vagabonda, come mito tolteco, a Eleusi si riposa, al pozzo Callicoro, seduta silenziosa, con velo sul viso, ospite di figlie, cordiali di re Clio, assorta in dolore, distratta da Iambè, che erotica con scherzi, mostra suo seder, come Uzume fece, nel mito giapponese. Iambè porge vino, Dea lo muta in Kikeon, bevanda che permette, veder la figlia Core, dal regno dei morti, ognun vede mistero, rivede antenati, mai morti davvero. Demetra ringrazia, rivela sua natura, suo viaggio continua, olimpo ancor la indigna, a Eleusi lascia tempio, memoria della figlia, sia da iniziazione, ai misteri della vita. Demetra poi scatena, su terra siccità, minaccia estinzione, intera umanità, fra Dei di olimpo, rifiuta tornare, Zeus la soluzione, va escogiate: 6 mesi inverno, Core sia con Ade, poi nel resto anno, Persefone riappar, fiorisce a primavera, al mondo vegetal, Demetra soddisfatta, a olimpo va tornar. Core scende sottomondo, arriva inverno, opera nel buio, prepara nuovo ciclo, durante primavera, rivela suoi misteri, che a Trittolemo svela: insegna a coltivare, in mese Antesterione, Orzo Cereale, da Febbraio-Marzo, cominciano iniziandi, a far preparativi, per divenire banzi; i loro mistagoghi, insegnan tutti riti, per prepararli bene, a conseguire miti, veglie e digiuni, canti e danze sacre, le gesta di Demetra, Persefone con Ade. Rivivono nel tempio, origine di tutto, vedon la Regina, suo ventre Gesù frutto, in Eleusi gli iniziandi, bevon kikeone, discesa sottosuolo, purga e morte sono: scopo è stimolare, beatifiche visioni, per anima curare, da false divisioni, vedono nel buio, natura e compassione, bellezza e tragedia, di ogni stagione; se giovane uomo, fa sua trasformazione, attua vita e morte, poi resurrezione, il giovane Cabiro, fa celebrazione, diviene un adulto, attore e spettatore. Eleusi circolare, due piani edificio, mercati e processioni, son sotto magistrati, guida un sacerdote, la purificazione, per tutti iniziandi, segue confessione. Donne e fanciulli, pure sono ammessi, nelle cerimonie, due sole condizioni, obbligo al segreto, ed esenti da delitti. Pellegrinaggio al mare, prove di passaggio, migliaia di studenti, ognun con tutore, pur semplici curiosi, salmodiano diretti, Eleusi direzione, invocano Dio, passano sul fiume, sopra stretto ponte, che tra vivi e morti, rappresenta il fronte; pellegrin raccolti, vengono insultati, da osceni imitatori, da Iambè mascherati, giunti a Eleusi a sera, folla salmodiante, si alza e discende, una luce penetrante: cimbali con fiati, timpani con cetra, diffondon melodia, che suscita follia, visione collettiva, di forme venerande, uomini paesaggi, mondo assai + grande; da covo segreto, mugghiano risposta, Taurini imitatori, tuonano da grotta, detta Plutonio, passaggio del Dio Ade, signore di oltretomba, marito di Persefone, concede primavera, a ogni creatura. Rito dei Misteri, si fa nel Telesterion, sala ritoccata, quan crescono fedeli, centro illuminato, a lucerne di candele, come un salon dorato; sorveglia porta a sud, Ercole-Michele, mentre nel salone, accade cerimonia, fedeli esperiranno, mistero della gloria, seduti sui gradoni, bevon kikeone, nel buio completo, inzia la visione: dal regno morti sale, e torna a convito, Persefone phasmata, con suo bimbo figlio, Pindaro ricorda, che questo è gran finale, di colpo appare luce, famiglia sacra appare, nel Natale astrale. |MISTERI di DEMETRA, nati in Egitto, giungono a Bisanzio, seguen case imperiali, in Congo ed Etiopia, Kashmir e Indie, da lì fino in Sicilia, alla piana di Lentini, Crotone e Siracusa, e su isole dei mari, Mar Nero e Mediterraneo, Alicudi e Samotracia, Crimea e e lidi vari, in direzione sud, assieme ai migranti, detti allor Pelagi, che piantan campi orzo, e prendon forma varia, tra popoli che incontra, modello resta Eleusi, santuario rinomato, di imper greco-romano. Platone infatti narra, la storia di Alcibiade, che ruba il ciceone, bevanda visionaria, ai suoi ospiti la versa, in un party privato, a pagare una multa, Alcibiade è condannato, per aver profanato, bevanda dei misteri, fuor contesto rituale, cui partecipan re, principi e poeti, Adriano e Gran-can. Eleusi riti in sette gradi, 7 morti iniziazione, ogni grado superato, coincide con la mimesi, di una morte e rinascita, morte e resurrezione, per ogni grado un passaggio, per ogni grado una Pasqua. Primo grado piccoli Misteri, secondo grado gran Misteri, incentrati sul mitema, di Persefone e Demetra, terzo grado è la EPOPTIA, intuizion vision di Dei, Quarto grado è la Corona, Quinto è Sacerdote e Dux, Sesto è regale ierofante, Sette infine e la Suprema. Dante quattro volte muore, assistito da Virgilio, e per quattro volte sorge: caddi come uom che sonno piglia, dopo il passaggio Acheronte, fiume di seconda morte, inflitta dal peccato in sè, qui muore Adam peccato, poi morì al suo mondo, caddi come corpo morto cade, dopo racconto di Francesca, che straziante gli dice, noi tignemmo il mondo sangue, ma pregherei per tuo destino, o animal grazioso e benigno, che vai visitando aere perso, io ti sento disperato, segui tuo passaggio, fino al Purgatorio, con rito celebrato, da un Angelo portiere, che con punta spada incide, sette P su fronte tua, che ti saranno cancellate, alla fine della prova, dopo aver attraversato, 7 cornici di anime purganti, che commiser 7 peccati. A inizio 27mo canto, Dante è messo a prova, a superar muro di fuoco, che lo separa da Beatrice, cancella settima P, e mima nuova discesa, di Anima dal Cielo, torna abitar corpo mortale, 7 gradi scende e risale. Dante prova cecità, quan muore alle tenebre, che circonfuse luce viva, lasciommi fasciato di tal velo, che nulla mi appariva, per rinascere dopo, di novella vista mi riaccesi, che sopporta qualsiasi luce. Quando muore a mortalità, si è congiunto e assimilato, a infinito samadhi. Aquila lo protegge, in dode canti infernali, Dante muor-rinasce tre volte, secondo Eleusi tappe, mister orfico-pitagorici: muore dopo Acheronte, caddi come uom che sonno piglia; poi muore a sue illusioni, nel canto di Francesca, caddi come corpo morto cade; muore agli occhi corpo, quando si aprono gli occhi, dell'anima intuitiva, che guarda nel Mistero, drizza il nerbo viso, su per quella schiuma antica, poi in decimo canto, incontra Farinata ghibellino, che pronuncia esilio profezia, infine artigli potenti, lo spingono al volo, scrive Dante a Cangrande, signore Scala di Verona, che Spiritual scrittura, non ammette scorciatoie, il traguardo è l'Assoluto, qui da vivi in ogni luogo, la Commedia nel suo insieme, tu la interpreti in più sensi, come tosto fai coi miti, Ana–ago conduce in alto, sovrasenso dice Dante, sul poema letterale, sta scrittur spirituale, superne cose gloria eterna, istruisce l'Alighieri, sua opera pedagogica, conduce a iniziazione, Cammino grande umanità, fino assoluti fulgori, contempli eterni e incorporei, sempre identici a se stessi, qual filosofia perenne, infallibile e stabile. Città di Dite ingresso, è fortezza di Satana, un portone chiuso sbarra, a Dante e suo maestro, Virgilio ansia e terrore, demoni impediscono la strada, con tracotante violenza, e nemmeno sue parole, che già convinsero Caronte, riescon persuaderli, aprir seconda porta inferno; sà che deve arrivare, un aiuto dal cielo, il messo celeste è in ritardo, intanto su Torre di Città, Dante riconosce tre Furie, greche Erinni della rabbia, che coi loro stessi artigli, si feriscono il petto, e lancian grida furore, minacciando porre fine, al viaggio sacro di Dante, urlano invocando la Gòrgone, che con suo sguardo pietrifica, Virgilio in panico per Dante, gli dice di voltarsi, e di coprirsi viso a mani, per evitar Gorgone, lo fa girar di spalle a torre, e aggiunse le sue mani, sopra quelle di Dante: per vedere Invisibile, bisogna avere occhi chiusi, Epopto appare dunque, al nono canto Inferno: volgiti in dietro, e tien lo viso chiuso, ché se Gorgón si mostra e vedi, nulla torna suso, o voi che avete sale, mirate la dottrina, che si asconde sotto il velame, dei versi poema strame, Leggere è un Agire, Agire è Scegliere la strada. Epopte avrà bendati, gli occhi del corpo, apre occhi interiori, intuito si fa desto, e solo in stato Grazia, accede al ver reale, senz'esser pietrificato, poichè nessun mortale, può guardar Medusa, mentre solo stato Grazia, da all'anima intuizione, interior occhio divino. Edipo si cavò gli occhi, a veder meglio le forme, della sua tragedia, Epopto in greco vuol dire, Colui che Vede a Occhi Chiusi, terzo grado iniziazione, ai Misteri Eleusini, suo segno è occhi bendati, da una benda in lino bianco, per dirigere lo sguardo, verso superne cose, dove di norma non si giunge. Alfine arriva il messo, con gran fracasso e bufera, apre la porta inferno, e i demoni rimprovera, Virgil sospir sollievo: li occhi mi sciolse e disse, or drizza il nerbo viso, tuo arbitrio è ora sapiente, temperante dritto e sano, ovvero giusto e forte. Dante incontra le anime, doppiamente morte, nella Città di Dite, chiuse in sepolcri fuoco, che saranno sigillati, dopo il giorno del Giudizio; con discesa nel Dolore, cancella sette P su fronte, e si avvia a risalire, per vestirsi di Virtù, superando morte al Fuoco, in cima al Purgatorio, lui muore a schiavitù, e conquista la morale, cioè corona imperiale, e corona mitriale, di rex e pontifex, tre virtù teologali: Fede Speranza e Carità, poi le 7 cardinali, Giustizia e Fortezza, Sapienza e Temperanza Poi muore alla memoria, bevendo il fiume Lete, mima morte annegamento, nelle acque fiume Oblio, abbracciommi la testa, mi sommerse ove convenne, che io acqua inghiottissi, della buona conoscenza, Dante sua virtù ravviva, come piante novelle, disposto a salire alle stelle, se uomo oltrepassa territori, dei grifoni e le sirene, terrore e inganno di illusioni, trasvola i segni delle stelle, e al centro del suo affanno, trova suo specchio e suo motore. Beatrice dice a Dante, INIZIARE è liberarsi, delle pastoie del mondo, del falso seminato in te, Aquila è con te da sempre, ha visto te bambino crescere, ti ha osservato da giovane, mentre giravi il mondo, ha mai smesso di guardarti, quan ridevi con te rideva, quan piangevi con te piangeva, è la tua anima compagna, custode del volo e tuo destino, Aquila ti dà iboga, e un collirio per vedere, annusar dolor dei Lupi, vuol dire volar con Lei, volatilizzazione, trasparenza e leggerezza, a a incontrar tuo Spirito, principe azzurro delle fiabe. Aquila imagine divina, mi diede soave medicina, a far chiara mia corta vista, con buon cantore e citarista, fa seguitar guizzo di corda, in che piacer lo canto acquista, sì mentre parlò mi ricorda, ch'io vidi due luci benedette, che a batter d'occhi si concorda, con parole mover le fiammette: i due beati pagani, strizzan occhio a Dante, un patto complicità, dentro l'unica realtà, Spirito interno a ognuno, cui ognuno pren coscienza, di chi veramente è, e di illusion che lo circonda, perviene a stato pace, anche se vive ancor la mischia, egli non vi appartiene, come un Nityananda, una parte sua natura, gioca il ruolo assegnato, mentre il suo alto sè, si innalza sui tumulti, ne sorride in serenità, respira e vive eternità. Spirito eterno e quieto, nessun creatura può sedurre, solo Spirito però, puoi sedurre le creature, così predestinazione, è solo un atto seduzione, in cui si è compiaciuti, Lucifero ad esempio, rifiutò Spirito seduzione, e smise di volare, senza più diademi. Dante alleggerito, vola a stelle dei Gemelli, nel Cielo Spiriti Contemplanti, Saturno Yoros Celeste, quarto tratto del percorso, Aquila accoglie Dante in ali, con lui soffre la materia, e al centesimo canto, lo consegna ai Centauri, per materia re-incarnare, precipita tutte orbite, fino allo Inferno, al tempo smarrimento, senza saper essere, in uno stato Grazia, Beatrice ha intercesso, per sua protezione, il suo corpo è rinato, con Spirito congiunzione, con Aquila che lavora, plasmandolo e fortificandolo, pronto al viaggio infernale, inabissamento alla Materia, dove smarrimento è mutilazio, di coscienza del divino. Verità è scorta con sforzo, in quanto reca gran potere, disprezzata dai malvagi, così riti son segreti, poichè Natura ama nascondersi, in quanto Divina per se stessa, visibile è apparenza, invisibile è sostanza, Voi che intendete, il terzo ciel movete, udite il ragionar mio core, nel convivio di Pitagora, specchiatevi al Cielo, con rotor zodiaco, en giro torte sol ciclos, et rotor igne, girano i cerchi e giro anche io, nel solstizio del Battista, in cattedrale fiorentina, meta di Ordine Templare, e corporazione Setaioli, alla fonte battesimale, ottagonale in marmo, dove Dante mette i simoniaci, a testa in giù e piedi in alto, rapaci seguaci a Simon Mago, che vendon cose di Dio, per oro e per argento, battezzati al contrario, nella cecità del soldo, mai toccati da acqua Grazia. Pochi vanno oltre, il secondo/terzo grado, pochissimi al settimo, Virgilio giunse al quinto, Sacerdos et Dux, e là nel nono canto, compie i gesti Epoptìa, per iniziare Dante, dal primo fino al quarto, mentre al quinto e sesto, sarà Beatrice e SanBernardo, poi a esser simile al Settimo, supremo grado come ruota, che ugualmente è mossa, si assimila Assoluto. Dante rivela suo grado, al canto quarto di Inferno, io fui SESTO tra tanti QUINTI, pur se ancor non lo sapevo, Virgilio lascia Dante, al Canto 27 Purgatorio, quan lo incorona e gli dice: da me non aspettarti, altre parole e segni, poichè libero dritto e sano, è or tuo arbitrio scelta, così io ti incorono, con corona Imperatore, e con mitra Pontefice, sarai poeta o mistagogo, medico o capo politico, chi non ha tale corona, mai avrà tal ruolo, professione scegli d'uopo. Dante parabola terrena, ricorda tali fasi, come un ape operaia, poeta e medico speziale, capo politico e mistagogo, e dopo cerimonia iniziazione, è neofita che siede, al desco dei filosofi, del passato e del presente; suo compito sarà, elevarsi a contemplare, ciò che è ver reale, poi tornare sulla Terra, ed essere guida di Cangrande, e future discendenze. Virgilio in canto Inferno, dice che tutti convegnano, da ogni paese e classe, catari alchemi ed ermeti, templar massoni e pitagori, fedel di Amore e cristiani, e di ogni santa religione, tutte briciole Assoluto. Dante in Limbo valletta, degli Spiriti Magni, vede filosofi e poeti, sussurrar conversare, chiese al suo Virgilio, se qualcuno ha già percorso, intero itinerario inferno, a contemplar ciò che è reale, tornando a terra salvo, dal pericoloso viaggio. Virgilio rassicura, conferma lui l'ha fatto, è giunto al quinto grado, così risede in Limbo, poichè sol Sesto grado, entra nel Santuario, contempla divinità, riflesso illuminante. |DEMETRA mito vive, fino a quando re Alarico, invase malata Bisanzio, santuari son distrutti, Teodosio cambia leggi, tra roghi libri in Alessandria, i sacerdoti van fuggire, nei deserti e lungo i mari, anacoreti cuori sufi preservano salute, purgano illusione, di ogni dogma e scure. Impero venne scosso, il mondo è sottosopra, perde cieli astrali, inondazioni e terremoti, fango e più vulcani, azzerata è civiltà, ma la Fede sopravvive, nei cristiani convivi, consolatore arriverà, Giovanni ci descrive, Spirito di Verità, un di ritornerà, lo ri-troveremo, nel rito riproposto, deponete le armi, rinfoderate le spade, che usate contro Voi Stessi, contro la Vita e suo Mistero, contro gli Altri come voi, crescete in sapienza, cercate la Verità, pretendete il volo, conquistate la libertà, di respingere il dolore, come narra Alighieri, col suo viaggio estenuante, inestimabile Commedia, riprende libertà, di sognare il bene in stelle, e amatevi gli un gli altri, per quello che siete, come divinità mortali. Conoscenza viva fonda, sulla pace e mangia pace, appare viva e salda, forgiata e temprata, dal CAMMINO e da SCRITTURA, beve dolore e lo trasmuta, nel libero sognare, che è Bene ovvero amore, solo amore e sempre amore. Templari ed alchimisti, pitagorici ermetisti, cristiani ed eleusini, fan percorso di sapienza, sopra i cieli infiniti, in sottosuolo del Poema, Renè Guènon volle vedere, pellegrina iniziazione, dal centro propria umanità, per salire al centro cosmo, orbitando nei tre cieli, dalla Terra di passaggio, tra certezze e smarrimenti, osa il Canto delle Stelle, nella speranza di chi spera, per chi è già disperato, speran BENE dei bambini, che è libero sognare, pur se cadono dal cielo, poi diventano delfini, poichè SPES è assoluzione, di Beatrice amor passione, uomo ricco di speranza, è Dante Giacomo e Giovanni, che a tal Spera fà suo tempio, ovvero centro gravità, immaterial stella segreta, che cattura in suo Poema, Geometria infinita sfera, STELLA di BARGA vien di sera; sanza AMORE vien distrutto, ogni bene tuo in potenzia, ogni progetto va nel nulla, come tela tenebrosa, che non può mostrar sua arte, che rinnova il senso bello. INNO di DEMETRA, descrive iniziazione, attraverso kikeone, bevanda di orzo fungo, Erme poeta psicopompo, o sciamano detto Ade, Kadmilo nei Veda, o Desheto dei toltechi, tra i cabiri americani. Demetra Core e Ades, tutti celebrati, a Eleusi riva mare, Dea Cerere è Demetra, piede di Natura, albero di vita, alimenta tutte piante, e ritmo danza cura. Core Phersicore, Persefone sua figlia, un di durante anno, stava presso Nisa, fiori raccoglieva, qui nel mondo umano, Ade la rapì, fè sposa di sua mano; poi Cerere scoprì, via libera di Giove, la figlia disperata, cerca in ogni dove, ansima suo petto, getta urlo dolente, Persefone rimanda, eco obbediente: ha fremito la terra, lampo avvia tempesta, su vette e su valli, animali corron tane, nubi batton suolo, scende pianto lungo, Kore amata figlia, universo piange lutto. Dea piange e grida, piante senza frutti, secca ruscello, monti boschi e campi, lei tutti interroga, dove sta sua figlia, nessuno sa risponder, Demetra arriva a Scilla; scende orridi crepacci, sale sul vulcano, passa come tuono, in paesi umani chiusi, dove si leva coro, la madre tien dolore, diviene poi furente, minaccia pur gli Dei, che fingon non vedere, ma lei sospende il tempo: aggrappa a orsa pelo, che disperata graffia, lacera pelliccia, chiede in cuor perdono, animal la regge, muso su sua veste, alfinn tutto comprende. Persefone intanto, ha lacrime e terrore, nel buio sottosuolo, regno di Ade ombre, demoni ghignanti, mangiano i dolori, Ade brama desta, belva oscura foga, Persefone immortale, impedita dal morire. Demetra presso fuoco, tien sacerdotesse, a terra accovacciate, cantano sue chiome, le annoda nel lutto, straccia vesti gambe, x liberar cammino, occhi ardono fiamme; col sangue di orsa, traccia cerchi a terra, siede e mormora parole, x raggiunger Kore, Ade nella nebbia, fa profferte a Kore, ma lei le respinge, sol la madre vuole: la invoca in cuore suo, Ade sa ogni cosa, Inferi è interdetto, Demetra allora osa, notte senza luna, bagna terra a mestruo, mescola a saliva, e suolo vibra tutto. Dea continua rito, mani sono artigli, tuona cielo e terra, salgon miasmi grotta, brulicante ragni, serpi e pipistrelli. Kore vuol dormire, vaga senza tempo, regno eterna notte, affamata e fredda, tra grotte e cunicoli, e ripidi corridoi, ponti sospesi, trova spazio aperto, dietro un cancello, vede campo alberi, verde pallida erba, dove piede ha refrigerio; un uomo curvo zappa, lei si avvicina, si dice giardiniere, di Ade senza sole, da albero vicino, stacca frutto e apre, a Persefone lo porge, che accetta x fame. Kore ama la terra, ha cuore pien di amore, accetta il Melograno, che in labbra pone, Demetra intanto corre, corridoi di Ade, necessita scaldare; pietosa toglie vesti, dona sen fermarsi, infine dona tutto, pure suoi gioielli, compaiono i cani, a lei danno il passo, Ecate lei è, invasata a ogni passo; demoni attorniati, nessun osa toccarla, Lucia occhi fiamma, giunge da Plutone, Dio sul trono crine, ibrido animale, occhi ciechi vide: rendimi la figlia! o stermino i viventi, ma Ade oscuro ride, mille bocche un eco, sono il re dei morti, vuoi ampliar mio regno? sappi caro Ade, se stermino i mortali, resti senza ombre, sarai Signor del nulla! Ade allor ruggisce, sibila furioso, a 2 condizioni accetto, se Persefone è digiuna, di frutti di Averno, e se mi doni occhi, per vedere sua bellezza; Dea cava suoi occhi, a Dioniso li porge, Ade soddisfatto, guarda Kore in viso, poi scorge Demetra, statua senza occhi, e scopre che la vista, dono caro e crudele, guardando la Dea, gli scendono lacrime, intanto le yombo, battono arie: Dea nuda senza occhi, ha capelli lucenti, onde sul grano, che Persefone abbraccia, ora ama pur Ade, cerca compromesso, risolvere affare, col Dio senza tempo: avrei tolto il cuore, salvarti da inferno, Ade-Dioniso guarda, e Core lo vuole, con occhi di madre, ora appare bello, lei prova pena-amore, Kore lo perdona, odio vien redento, gioia dal dolore, Ade vuole amarla, tiene nuovi occhi. Lei mangiò 7 chicchi, frutto melograno, cuore pur ferito, carezza volto amato, di madre e di Ade, che ama avanti a tutto, chiede a Demetra, rispettar stagione culto. Libera Kore, che prese melograno, frutto di Ade, che dio aggiunge al vino, Ade ora mutato, bel giovane con tirso, lo segue 1 pantera, poter emblema vivo. Madre e figlia vicine, fondono chiome, due si fanno una, donna e ragazza insieme, formano la Luna, che da quel dì rischiara, Ade in fioca luce; nozze celebrate, tra Dioniso e Core, arrivano in Sicilia, su carri del sole, terra germoglia, x loro felicità, presso Lentini, esplodono i confini, tempio del mistero, inonda a tutto tondo, danzan stelle e luna, in vortici di acque, cantano le yombo, canto di Core: Bella come il sole, bianca + di Luna, Stella del mattino, Mater Flora e musa, Virgo veneranda, energia di pentecoste, riveli a Trittolemo, la stagionale sorte; ora gli iniziati, vedranno alternarsi, nascita e morte, crescer rinnovarsi, il mistico messaggio, in gradi di saggezza, Myesis è visione, solo temporanea, seguita da Telete, o distante richiamata, infine è la suprema, detta Epoptia, nata dalle piante, e mitico creativa. |Pan Delfo PANE MATTO, o Segale ubriaca, chiama antichi riti, culti dei misteri, da Egitto al mar Nero, consumo accidentale, farin bevande infette, pane lupi mannare; vento scuote campo, di segal dente lupo, Persefone che corre, in compagnia figliol, lupi cani e scrofe, e cura del malocchio, fuoco san Antonio, ballo di san Rocco: fungo parassita, di segale orzo, Claviceps purpurea, o Claviceps paspali, microfungo detto ERGOT, o segale cornuta, forma viola corno, su hordeum coltivate, o spontane lolium, molinia e phalaris, Poa Secale e Triticum; in Europa ha vari nomi, ble avortè mer de seigle, tolkorn spur rye, mutterkorn sclerozi, micelio compatto, cornetti bruno-viola. Dà freddo sudore, tremor senza sforzo, chi mangia panematto, vive lotte interne, accresce ergotina, in digiuni e carenze, vertigini produce, epidemia visioni, ciclica in Eurasia, Ergotismo suo nome, croni intossicazio, nei cibi derivati, Ergot speron di gallo, ergotismo mania, uso lungo ripetuto, di Thyara pianta frenesia. Iniziano effetti, dopo mesi settimane, 2 forme ergotismo, spasmodica o convulsa, stesse fasi iniziali: disturbi sensoriali, vertigo vista udito, ebetismo e tremori, spasmi e contratture, in forma convulsiva, prurito a estremità, estende tutto corpo, muscoli a contrar, specie muscoli flessori, di mani e piedi, spasmi di epiletti, atroce fuoco muscolare, arti van bruciare, viene da dentro, un freddo glaciale; evolve anestesia, amnesia delir mania, transitoria o definitiva, a volte analgesia, eruzioni e cataratta, cecità transitoria, conclude a volte in coma, morte da asfissia, o gotica necrosi: la forma gangrenosa, dolore a nervi reca, arti con prurito, crampi contratture, gangrena umida secca, a piedi e genitali, indolore come lebbra, su orecchi naso e mani, pelle secca insonnia, parto aborto spontan. Se primaver piovosa, estate calda secca, epidemie intervalli, su paludi o isola Eolie, Alicudi analogica, testimonia evento, memoria e leggende, di visioni parallele, a causa pazzi grani, dove ogni pietra parla, se hai rapporto profondo, con psiche liminale, fantastico e reale, aleggiano sui mari, narra Elio Zagami. |Antonio di Egitto, mangia pane matto, esalta narcosi, nel silenzio deserto, riscopre una cura, a lenire suo bruciore, grasso di maialino, ignis sacer cura: suo inconscio fu dipinto, da Geronimo Bosco, che morte ripropone, grembo di ogni fatto, attorno al Mare Nero, Persefone veleggia, mistero magna mater, Egitto grecoromano, in isole di Egeo, è oracolo africano. |Giuseppe Desa santo, che visse a Copertino, in Salento levitava, attorno al 600m, bambino distratto, derisa sua bontà, canta sua preghiera, di fronte alla Madonna, e da terra si solleva: suoi voli frequenti, curavano i malati, al paese Cupertino, arrivano i regnanti, in cerca dei misteri, persi dai massoni, Giuseppe Copertino, patrono di aviatori. Atanasio di Alessandria, padre gregoriano, scrive la vita, di Antonio egiziano, lo dice fondatore, di ascetismo Xlisti, fonda sua Ekklesia, presso tombe egizi; su sponde Mar Rosso, tradizione copta, siriaca e bizantina, fissano sua morte, a 17 gennaio. Antonio con i frati, in Goti cattedrali, sue reliquie han forza, guarire igni sacer, deposte ad Alessandria, reliquie trafugate, escon da Bisanzio, con monaci antoniani, blu croce a forma T, aprono ospedali, a curare ergotinati. Reliquie infine in Francia, ad opera crociati, ospes antoniani, in colonie e canati, usano Vinsanto, e infuso Orvietano, mandragora e plantago, ranuncolo bulboso, verbena e scrofularia, genziana con alloro, foglie di assenzio, cotte in olio e oppio, cipresso albicocco, mesciate aceto ed orzo, giorno di Ascensione, versan su ossa Antonio. Courhaut erbalista, epidemie di 800, ferma acido ergotico, con Cinchona e ammoniaca, aggiunge grasso Maiali, a piante di unguento, + acqua di reliquie, Antonio e Rocco intento: impiastro leniva, fuoco nelle orecchie, sprigiona vapor denso, curando i malati, vestiti impregnati, anestesia arti colpiti, estinguono dolore, con bagna di Plantago, e radice di mandrago, contro tutte pesti, resa talismano. Acetosa placa fuoco, con corteccia quercia trita, bollita in aceto, posta su ferita, poi Vino bianco e miele, teriaca anti-veleno, aceto e papavero, radice Giglio bianco, parietaria e pulciaia, inula e morella, per canfora unguento; essenza rosa e cera, emetici e salassi, tonici e purganti, per forma convulsiva, sfida del sudore, per gangrena secca, evacua lassativi, diuretici antisetti, e topici esfolianti, che separan pelle, senza amputazione, aiutando a contempo, la suppurazione. Ergotismo epidemie, se ne citano quattro, americana e francese, italiana e slava, inquisitori a Salem, isteria collettiva, pane matto sia. Bergamo 500, guerre tra fantasmi, chiesina SanGiorgio, meta di appestati, a chieder guarigioni, persone testimoni, molti spiri di armi, con aquile e falconi, compaiono scompaiono, sulla neve avanti, 4 volte al giorno, combattono tra fanti: Re guida truppe, in scontro cruento, poi tutto scompare, senza lasciar tracce, vicende son incluse, in epos letterari, di tutta Europa, novelle pazzi grani. |ALICUDI isole Eolie, fondata dai giganti, 12 titani e titanesse, giunti da lontano, Eolo loro padre, a guardia nella grotta, serba otre dei venti, che generan tempesta. Vulcano forma a cono, mulattiere x asini, ospita poche persone, nel tempo carestia, di anno 905: commercio si spegne, per guerra su penisola, vento porta spore, che infettano orzo, la gente sopravvive, pesca capperi e opunzie, poi sbarca in Alicudi, farin contaminata, giunta da Palermo, pan segale cornuta, ingerita a gran dosi, da umani e maiali, causa ergotismi, nei parla Elio Zagami: Alicudi giovan vecchi, donne e bimbi forti, visionari e guaritori, narran di persone, tagliator di trombe, tempeste dal mare, volan cielo con barche, con demoni fan feste, donne volano a Palermo, a fare la spesa, conoscono preghiera, a fermar Eolo venti. Epidemia ergotismo, è segale cornuta, nel pane macinato, ergot contaminato, in periodo di fame, durante assedio, di Messina e Reggio. Graminace diffuse, in tutte le lande, disseminan venti, con Papilion legumi, fiori a forma farfalla, loglio e zizzanie, portan fungi micelio, che mescola ai grani, intossica cervello, stordisce cereali: se pane alloiato, è dieta quotidiana, dà sbornie collettive, frenesie convulse, viaggi fuori luogo, sopra 35 anni, flashback anni dopo, ergotici sogni, come semi datura, maiali sbronzi muta, chicchi con sclerozi, acido lisergi. |Hofmann riscopre, LSD-25 medicina, acido lisergico, aminoacidi e ammine, ammidi e alcaloidi, ergopeptine idrosolubi, divisi in 2 gruppi, ergotossina ergotamina, o ergonovina insolubi, tossica su umani, usata in ostetricia: ergina e metergina, assiem ergonovina, su organi molli, adreno-stimolanti, aiutan contrazione, uterine antiemorragi, trattano emicranie, prurito e ipertiroide, estrema tachicardia, eiaculo precoce, atonia gastro-intestina, mal di mare e auto, usata per aborti, e sonnifero vago. LSD viene usato, anni 50-60, da psicologi e psichiatri, ad accelerar la cura, psicoanalisi seduta, curar pazienti manicomi, o malati terminali, con acido ergotina, che aiuta ossigenare, livelli cellulari, stimola ipotalamo, funzioni emozionali: se crea pazzia, spesso sa curarla, riduce ansie nevrosi, Delysid rilassa, cauto coi pazienti, depressi o nervosi, attenua barriera, tra ego e realtà, aiuta i pazienti, vecchi traumi superar: inizia sessione, ansia nausea estrema, panico talvolta, x morte di ego psiche, fiducia nella guida, facilita transire, esperienza di morire, elimina soffrire. Hofmann vive 103 anni, lascia libro di Eleusi, in cui dice che ognuno, può avere libertà, modificar realtà, capisce cosa esiste, fuor ego individuo, coscienza assoluta, senza alcun confino: suo bimbo LSD, apre porte a trovare, ricordi passati, tremori anestesie, Walter Pahnke 967, a Maryland Research, usa tale cura, su tossici e alcolisti, e malati di cancro, descrive ogni incontro, di umani con la morte, trovando più esperienze: psicotica o estetica, di picco o psichedelica, mistica importante, ai malati terminali, unio trascendenza, spazio-tempo eterni, percezione gioia, pace amore e umiltà, timor venerazione; se memoria esp, regge ai cambiamenti, muta comportamenti, storia e aspettative, umore a inizio cura, sia di apertura, buono set-setting, bisogni umani svela, valori interiori, a psicologo Maslow, spegne paure, accresce autostima, visione aldilà. Stanislav Grof lo usa, a Esalen fino a quando, i servizi di spionaggio, lo testano per armi, oltre al 68, MKultra esperimento, fatto dalla CIA, testa delysid, per controllo mentale, pane contaminato, da consumatori ignari, in paesino di Francia, Point-Sant-Esprit, 9000 abitanti, agosto 951, è follia collettiva, ansia e convulsione, si perde identità, panico incoerenza, 5 persone morte, decine in manicomio, centinaia in delirio. Aldous Huxley scrive, romanzo Mondo nuovo, dove gli abitanti, assumono il Soma, ergot fonte gnosi, che per 3 volte in vita, aiuta loro psiche: lui in punto di morte, chiede un poco LSD, sua moglie legge il libro, del Bardo tibetano, sua valvola si apre, ed entrano visioni, di tempi anteriori: Argo ed ergotismo, son tenebre con luce, appaiono eventi, che Cerere produce, Argonauti in viaggio, cercan vello oro, in gotiche visioni, di cattedrali Fuoco. Goti costruttori, innalzan culto cura, e massoni muratori, doppiano ogni punto, creano loro Europa, su slave fondamenta, riscrivono la storia, su mito razza eletta. Pelle di agnello, serba pure Soma, che bardi rishi indiani, consumano la sera, curano ergotismo, con gioia e tamburo. Argo uomo lupo, alimenta leggende, di esseri giganti, epoca precedente, argonauta sente spasmo, inizia a danzare, invoca Dea lunare, Meri dea del mare, Vergine focolare, porta guarigione, i misteri luminosi, a umana condizione. doc_alicudi-ergot.mp4doc_alicudi-zagami.mp4audio
||Dante narra sua visione, nel suo viaggio oltre Oceano, la Verità nei suoi abissi, è chiusa dentro psiche Dio, pur oltretomba e aldilà, sono un gioco letterale, se guardato a sguardo di Dio; così Dante il Pellegrino, ha viaggiato in Oltretomba, con veduta corta di una spanna, e riceve la lezione, riscriver ruoli e competenze, di Spirito e Giustizia, che ho creato voi e non voi me! come Genesi vi insegna, voi usciti da mie mani, come un Progetto Intelligente, e dite fiat voluntas tua, a dispiegar i sogni umani, viver pensare e amare, respirar soffrir le stelle, spettatori a eternità, che ci forma e informa, ciascun individuo per se stesso, oscillerà da poggia ad orza, e in sé trova una soluzione, dove il Poema è il primo passo, per chi vuol mettersi in salita, pur restando solo in Terra, e chi vuol mettersi in salita, per raggiungere il Cielo. Aquila conclude suo discorso, parlando pur a uomini di etica, che hanno scelto la chiamata, pur restando sulla Terra: come Cicogna sfama i piccoli, vola e gira sopra il nido, e i cicognini ora sazi, la osservano e mirano, così fece aquila santa, che muove ali spinte dai beati, e roteando canta e dice: come mie note non intendi, tal è giudicio eterno a voi mortali, mentre io alzai lo sguardo e vidi, luci sante far forma di aquila, che rese i Tartari romani, rispettati in tutto il mondo, a questo regno paradiso, mai salì chi non credette, né pria né poi crocifissione, ma vedi molti gridan Cristo! e nel Giorno del Giudizio, saranno men vicini a Lui, di chi non l'ha mai conosciuto; e questi Cristiani saran condannati, dallo Etiope sovrano, quando divise le due schiere, si partiranno i due collegi, uno ricco in eterno e l'altro inòpe, eletti ricchi e reprobi a misera, che potran dir li Persian ai vostri regi, come vedran volume aperto, nel qual si scrivon tutti dispregi? nel Giorno del Giudizio, cosa potran dire i re persiani, ai principi cristiani corrotti, quan leggeranno le loro malefatte, nel libro di giustizia divina? tipo Filippo il Bello, che causerà danno alla Francia, coniando moneta falsa, morirà per colpo di un cinghiale, o le malefatte dei re, di Scozia e Inghilterra, che sconfinano ovunque, o la lussuria al re di Spagna, e di Venceslao di Boemia, nel libro vedran pur buon azioni, in Carlo Angiò maggior dei mali, o avarizia vile di Aragona, che governa la Sicilia, cattive azioni saran scritte, con caratteri abbreviati, a mostrar sua dappocaggine, e leggeranno le empietà, di Dionigi re di Portogallo, e Acone re di Norvegia, e Stefano re di Serbia, felice sarà Ungheria, perché conoscerà buon governo, di Caroberto a Martello, mentre Arrigo di Lusignano, appartenente a casa Francia, poichè in sogno a Dio, non esiste il prima e il dopo, pure quando incarna Storia, resta presente eterno, trascende la Storia, buttandola alle spalle, per avvicinarsi piano, ai confini dello Spirito, parabola buon Samaritano, che anticipa canto cento, che sigilla verbo Maria, che Bernardo narra in sua preghiera: Maria viva eter presente, dentro psiche di Dio, Lei e tutta Umanità, ciascuno per se stesso, preso insieme a Lei; più facile è soffrire, leggendo un quotidiano, che dissolvere la Storia, e sognar la libertà, respirando con le stelle, rivedere il quotidiano, meno importante di se stesso, Jung Laozu ed Alighieri, conquistano se stessi, nel cammino di Arco Fuoco, esce l'essere da storia, per l'assaggio dell'eterno, con la spinta di un poema, dove Aquila dice: ciò che in me vede e pate il sole, ovvero l'occhio dei mortali, ora fissa in attenzione, perché di tutt'anime io composta, quel che brillano in mio occhio, son i primi dei beati, Colui che splende in mia pupilla, fu il cantor Spirito Santo, che arca traslò di villa in villa, re David con sua arpa, remunerato per suo canto, beatitudine commisurata, come effetto suo consiglio; altri cinque beati, che formano il mio ciglio, uno è Traiano imperatore, che provò inferno e Paradiso, di presso vedi re Ezechia, che ritardò la propria morte, con una vera penitenza, lui chiese in sua preghiera, anima ser degna su Terra, lo ciel che sempre fa giutizia, poi vedi Costantino, buon intenzione e mali frutti, a lasciar Yoros al papato, trasferì governo a Bisanzio, vedi che il male scaturito, nulla gli ha nuociuto, benché il mondo fu guastato, resta buona sua intenzione, poi vedi re Gugliemo il Buono, rimpianto a Napoli e Sicilia, oggi divisa tra casate, degli Angiò e i Tarragona. Rifeo troiano e quinta luce, di profilo nel mio occhio, dove tu fissi lo sguardo, l'altro occhio sta nascosto, è inarrivabile Mistero, per futura redenzione. Dante chiede spiegazione, a forza del dubbio che provava, poi vidi beati scintillare, per gioia di risponderlo: vedo che credi ma non vedi, cose credute son oscure, comprendi nome ma non sostanza, ogni cosa sarà spiegata, Regnum celorum vïolenza pate, sopporta per amor caldo di carità, e per la viva speranza, che vince la divina volontate, perché lei vuole esser vinta, a mezzo della bontà, tra i Gentili e tra i Cristiani, e voi mortali siate prudenti, tenetevi stretti a giudicar, ché noi che Dio vedemo, non conosciamo tutti eletti, e ci è dolce questa attesa, il nostro bene in essa affina, poichè è volonta divina. Cristo è nato SEMPRE, in caldo amore carità, e nella viva speranza, che rimescolan il cuore, molto spesso il pellegrino, inizia il viaggio sen saperlo, e lo finisce sen saperlo, fuor memoria della vita: se il segreto è incomunicabile, Iniziazione sol trasmette, l'influenza spiritual, che usa i riti per veicolo, rende possibile il lavoro, di vision simboli interni, per raggiunger quel segreto, più o men completo o profondo, secon misura dei tuoi piedi, Alighieri fà il cammino, conta i passi di tal Rito, che contiene la tua scuola, aperta a tutti perché è casa, nel risveglio del mattino, senti vita sacra ovunque.

344:Dicembre piglia e non rende, avaro e scroccone si intendono benone: Pier della Francesca, dipinge Saturnalia, esalta costruzione, di Osiride colonna, pilastro obelisco, re incoronazione, canzoni scurrili, con gare di rima, rituali acrobazie, fachir pirobazie. Proceno Cinghiale, Fauno chiamato, nella città dei khan, fonda sua stirpe, Gauri moglie Siva, vuol riti primavera, feste di Diwali, accende lumicino, in case di adivasi, e indigeni vari. Clan di primi slavi, fan feste e sacrifici, di pesci e selvaggina, per avi ricordare, partecipare al rito, costruisce società, gruppi commensali, accrebbero sub-caste, al posto di tribù, a Roma piano emerge, nuova classe mista, sparisce distinzione, di razze e religioni, cresce astratta idea, di nazione yuda, divisa in caste varie, diverse occupazioni. Saturno a Roma è khan, che allenta le fasce, segna passaggio, tra dinastie a solstizio, avvia carnevale, che ordine sospende, rovescia le usanze, ai schiavi fa doni, ai re condoglianze, suo scettro bastone, gioca alle sorti, riordina il cosmo, scombina i consorti. Microbio narra, nel Saturday giorno, al tempio Saturno, a piè Campidoglio, statua è slegata, da lacci continui, scatena gli effetti, benèfici e ambigui, di inizio del tempo, avvento rinnovo, euforia e penitenze, sconvolge coscienze. Saturno ha le chiavi, del Cosmico Gioco, rilancia suoi dadi, poi oracola al fuoco, signor della tombola, giustizia e misure, con scacchi ed azzardo, ci da le visure, del nuovo anno.| Saturno khan dei khan, risiede estivo in Creta, un giorno fu esiliato, da Zeus guerriero clan, venne spodestato, divenne pellegrino, anziano saggio vaga, girando le paludi, per valli mari e monti, sfugge folgore di Zeus, in incognito ospitato, nel Lazio infin ripara, presso i popoli Lepini, re Giano e moglie Camene, riconoscenti al khan, lo vanno ad ospitar, nel Lazio governato. Giano lo protegge, dal fascio raggio Zeus, poichè controlla vie, frequenze cielo e terra, Saturno rassicurato, inizia a insegnare, civilizza gli abitanti, che vivon Nettuno, aizzano mare a divorare, le pianure coltivate, generare diluvio fango, che divora le città, lascian palazzi e paludi, infestate da malaria, sul luogo prime coltivazioni. Cenere tutto copre, e pioggia porta a terra, reca fango e palude, infestata da malaria, solo albero Ulivo, giunto da Iperborea, con Ercole in Italia, come chiesto da Atena, che sfida Nettuno, per possesso di Attica. Giove interviene, e decide la gara, chi umani aiuta meglio, sarà il padrone luogo. Poseidone col tridente, sgorga sorgente acqua salata, che genera laguna, e commercio via mare. Atena pianta Ulivo, che resiste a intemperie, scatenato da Nettuno, e risorge dopo incendi, sua presenza secolare, reca olive e olio sacro, crisma che unge neonati, malati e sacerdoti, cresime ed anziani, nella ultima unzione. Zeus decreta Atena, vincitrice della gara, e attorno sua pianta, nasce città di Atene, mentre olio di oliva, divien base dei commerci, dei fenici veneziani, in tutta magna Grecia, che diffondono la pianta, fino Americhe ed Australia: dove resiste ulivo, regge umana Civiltà, con commerci e città, e rituali agro religiosi, così espiantare ulivi è punito severamente, fino a recenti guerre. Atena doppia Xristos, e Maria sua madre, afferma culto apostoli, dopo evento Pentecoste, in bibbia resta eco, Genesi alleanza, tra gli umani e Dio, olivo della pace, ramoscello di Colomba, indica fine diluvio.| Saturno addormentato, attende risveglio, agli snodi del tempo, nel cristiano segno, dai fuochi di Ascensione, a incontri in Occitania, insegna tolleranza, religiosa ed economica, a yudei esiliati, da Egitto guidati. Saturno delle indie, è Musa Ibn Nusair, porta Tavole a Toledo, preserva primo tempio, di Salomon Sophia, e serba in Etiopia, arca di Giovanni: nel mito di Toledo, Yeshu entra al tempio, dove sta una pietra, incisa a divin nomi, due Leoni bronzo, seguono i fedeli, ruggiscono in uscita, sorvegliano fedeli. Yeshu trascrive, dentro sua coscia, tagliata ricucita, astuzia contro forza, uscito i due leoni, ruggirono e lui scorda, ma giunto a casa apre, ferita e si ricorda. Ieshu taglia coscia, senza aver dolore, trae segreto nome, scritto sulla pelle, greco mito Zeus, partorisce stessa cosa, Atena dalla testa, e Dioniso da coscia. Dioniso due volte, muore e rinasce, è Cristo sovrano, dio di Nicea, di primi cristiani, poi divisi in sette, culti e correnti, pianeti differenti, di tredici tribù, in seguito riunite, tranne intransigenti, da dodici apostole, in chiesa di Cristo, il giorno Pentecoste.|YUDEI amministratori, al tempo Carlo Magno, mandarini impero, curano gli affari: ogni iudex tenga moggi, sestari recipienti, anno yuda inizia, ai primi di settembre, Osanna è stagione, 4 ogni anno, tenga fuoco acceso, nelle nostre case, usa sugna grasso, di pecore e maiali, contin capre e becchi, loro corna e pelli, e ogni anno, riforniscan di prosciutti. Rendan ordinati, i nostri ginecei per donne, con alloggi riscaldati, per serate invernali, siano circondati, da steccati ben saldi, con solide porte, per lavorar tranquille. Ogni anno a Natale, Ogni iudex sottoponga, un elenco completo, che precisi ammontare, di quanto vien prodotto, nel nostro casale, tenga vivai di pesci, volendo può ampliarli, oppure va crearli, se spazio lo permette, i pesci sian venduti, oppure barattati, così ve ne son sempre, nelle nostre villae, poi iudices li vendano, per nostro profitto. In orto sia coltivo, ogni possibil pianta, giglio rose e salvia, trigonella e balsamita, meli cotogni, noccioli e mandorli, gelsi fichi e noci, ciliegi lauri e pini. Mela gozmaringa, geroldinga crevedella, spiranca lunga durata, e mele primaticce, quattro tipi di pere, a lunga durata, dolci o da cuocere, poi le tardive. Festa di Tabernacoli, yudei di campagne, vivono in capanne, oliveti 7 giorni, a ringraziare Cielo, piogge sulla Terra, Daniele canta il salmo, Yavin fermenta vite, fa Lot ubriaco sacro, Io sono vita e vite, Tu i tralci sostegno, entra nel mio cuore, rendi il mondo bello. Canzone di Bacco, Lorenzo magnifica, la bella giovinezza, sfugge tuttavia, chi vuol esser lieto sia, doman non è certezza, la canzon continua, ninfe e innamorati, caverne e boschetti, han posto 100 agguati, da Bacco riscaldati, ninfe hanno piacer, di ingan satiri agguate, fare Amor riparo, sol genti rozze ingrate |Chi vuol esser lieto sia, domani non è certo, 1 soma viene dietro, su asino è Sileno, 1 vecchio ebbro lieto, ride e gode vita, Mida tien tesoro, non si contenta mica |Ognuno apra orecchi, doman nessuno paschi, giovani e vecchi, lieti femmine e maschi, ne fatica e tristezza, se accade convien sia, arda cor dolcezza, Chi vuol esser lieto sia, ogni triste pensare, caschi nella festa. Rivivono i poeti, le gare fra tribune, Cristo rima grande, ricordano in Etruria, piacevole evade, i confini dei sensi, con complici odori, riscuote consensi: due musiche frasi, si inseguono errando, ipnotica ruota, in continuo rimando, chi ha gusto le sente, corron su pelle, uccelli ed anfibi, cantan ricorrente, sibilanti vibranti, roboanti crepitanti, si incontrano suoni, uno e poi tanti, dan corpo ai miti, attuati nei riti, mutando bisogni, nei sogni infiniti. Un suono trasmesso, tramite 1 aria, entra in mio corpo, e placa malaria, dolori di artrite, punture di insetto, sciatica e gotta, analgesico effetto. In origine è verbo, verbo fù canto, creava ogni cosa, a mezzo di incanto, la genesi compie, in stato di sogno, piste disegna, a estinguer bisogno, Musa ferma tempo, ed ego ristruttura, coi modi influisce, anima struttura: suono calmo concilia, eolico estingue affanno, lidico è remoto, se Ionico è amore, stimola Romeo, 1 dorico solenne, diverge dai frigi, che invitano a guerre. Se sonor frequenze, modellano credenze, guerra oppure pace, salute e malattia, caccia e agricoltura, erbe e religione, pulir nadi canali, e porte percezioni, di chakra meridiani, posologia graduale, o repentini traumi. |Enoch ci rivela, elite di mandarin, regge mondo intero, con carro di Ezechiele, ogni accampamento, del drappello Khan, realizza cerimonia, per ogni nuova terra, parola efficace, stanza sacralizza: devoti nei campi, poco prima tramonto, recan benvenuto, a Regina di Shabbat, canta Vieni o sposa! al domo Shekhinah, ricevi con candele, maestro di Mishnah; vestiti a gran gioia, entrano da porte, nel campo mele sacre, luce candelabro, a Sposa passaggio, che piano dirige, verso tabernacolo: giudici a pregare, mentre arpa suona, risponde divinando, ogni domanda posta, lo spirito Signore, investe e profeta, Samuele canta viva, la shekhinah gloria. Tabernacolo ebraico, mishkan dimora, tempio trasporto, della divina Shekina, tenda di incontro, copia di Anahata, sha-khan kodesh hakodashim, Arca ospitava: candelabro prima zona, olio e 7 bracci, a sud altare pani, a nord un offertorio, incenso dietro 1 velo, che separa stanza, sorveglia Metatron, convegno di Tartaria. Accampano soldati, tende ovunque, edicol sacri voti, con oggetti culto, dentro le chiese, lungo strade e case, presso grotte e fonti, luoghi di fate. Concilio di Trento, liturgia rilancia, imita escursioni, alla celeste mbanza, con panematto e vino, mutano la Pasqua, agnello pan azzìmo, Tabernacol ostie. Rabbini fan viaggi, a innevato paradiso, palazzo imperiale, supremo magistrato, tra 10 sefirot, decreto di orda oro, Kabbala shabbat, rito ebraico primo: ora 4 rabbini, in 1 notte di luce, angelo risveglia, e in alto li conduce, vedon 7 volte, la ruota di Ezechiele, su via di ritorno, il primo non viene, secondo rabbi dice, esser solo 1 sogno, terzo ossesso gira, chiarire bene voglio, quarto è poeta che, trascrive tutto in rima, canta e ri-vive, meglio di prima. Arco-in-cielo canta, accoppiamento primo, come Siva e Sakti, tantra estingue esilio, uomo ottiene cuore, e principessa arriva, anima ritrova, nel cuore gruppo unito, salutano elohim, a fine danza e rito. Uomo scopre moglie, shekhin dentro essa, posto tra 2 mogli, celeste e la terrena, shekhina benedetta, quando oro veste, sul carro Merkavah, cavalca e grazia sente. Ezechiele visione, corrente misticismo, storie di hekhalot, ascesa a tutti cieli, carro-trono ha, guardiani corazzier, serafini ardenti, guidati dal nocchier: 4 angeli del Carro, archetipi del mondo, Fiore oro daoista, governa ogni luogo, raccoglie inni uditi, da + iniziati, durante lor ascesa, a heikhalot palazzi; shakina va in esilio, in Africa Etiopia, suo carro fa piroga, angeli son bwiri, visioni di palazzi, nei circoli misti, scuole clandestine, di anacoreti egizi, fan giaculatorie, brevi semplici parole, sincronie ripetute, x devozione cuore, alimenta percorso, vede ostacoli maggior, fuoco erompe corpo, torcia di Metatron: senza mani e piedi, in spazio abissale, bruciati fino ascesa, avanti al portale, Saulo di Tarso, in propria conversione, ascese ai cieli alti, come le altre scuole.| Chiesa moderna, come apostolica iniziale, ha problema giudaizzante, prima eresia cristiana: cristiani tentan vincolare, altri cristiani gentili, alla mosaica legge. Atti di Apostoli, capitolo 15, narra di ebrei convertiti, che critican Gentili, invitandoli a fare, iniziazione loro culto, circoncisione primo passo, poi altre feste, trombe ed espiazione, tabernacoli e hanukkah, Pasqua e Pentecoste. Circoncisione cerimonia, causò la controversia, in chiesa apostolica, a Consiglio Gerusalemme, i giudaizzanti dicevano, che i cristiani gentili, si salveran se circoncisi. Paolo e Barnaba rispondono: voi ebrei convertiti, del partito Pharisei, ascoltate Pietro apostolo, lui predica ai Gentili, e li porta nella Ecclesia, come colleghi cristiani, senza oneri mosaici, nella lettera ai cristiani, è presa decisione, i giudaizer siano privi, di autorità su Chiesa, apostolica di Yoros, e voi cari gentili, potete ignorarli, salvaguardate i bimbi, astenete da sacrifici, atti immorali e idolatria. Paul nelle sue lettere, affronta più volte, la eresia giudaizzante, figlia dei royal: ai cristiani è vietato, ingabbiare altri cristiani, apostolica Chiesa, rispetta ogni cultura, dei gentili o dei giudei, è fede universale, Katholikos adatta, a ogni razza etnia. Ignazio di Antiochia, segue Apostolo Giovanni, nella lettera ai Smireni, usa verbo inculturazio, processo assorbimento, nel cristianesimo apostolico, riconosce e benedice, tutte culture dei Gentili, mondate da immorali, usanze disumane, senza impor precetti, di una cultura dominante, come invece fanno, Pharisei e Islam. Cristianesimo assorbe, una cultura e la battezza, così nacque Russia, Europa e Tartaria, Americhe e sub-Sahara, estremo oriente Australasia, medioriente e nordAfrica, poi presa da Islam. Cristianesimo preserva, culture in rete Christendom, segue supersessione, nuova alleanza in Cristo, dottrina aperta a chiunque, senza adottar legge Mosè, che Andronico Cristo, ha soddisfatto sulla croce, concludendo parabola, del cristianesimo settario, dei farisei royal, lui è Parola divina, Messia per nascita, iniziatore e finitore, di legge del passato, compie e sigilla su di sè, così che noi cristiani, abbiam fiducia in Cristo, intermediario al Padre. Paolo ricorda, proibito ai credenti ebrei, giudicare altri cristiani, i ver yudei cristiani, tengon riti mosaici, nelle proprie famiglie, come ascendenza culturale. Giudaizzanti moderni, ritentano eresia, cercando impor precetti, di vecchia Alleanza, ancor cercano convincere, altri cristiani al vecchia patto, così ogni gruppo loro, tiene agenda loggia, adorar sabato o Hanukkah, invece di Natale o Pasqua, maldicendo tali feste, di domenica o dei Morti, con teorie cospirative, che minano i cristiani, declassati a pagani. Editto Costantino, dopo epica battaglia, vieta sacrifici umani, cessa re transumano, sua città protegge, i bimbi salvati, Cristianesimo Apostolico, divien culto di Stato, con transustanziazione, di vino daime e farro, da fede trasmutato, in nuova eucarestia. Kulikovo battaglia, origine di Mosca, kulishki grande campo, senza costruzioni, Dmitriy Donskoi inizia fortificare, e da Sergio Radonez, riceve benedizione. San Sergio nel west, Bartolomeo schwarz, inventa il cannone, dentro al monastero, apolistico cristiano, Demetrio benedisse, diede arma segreta, schema della croce: usa al posto di elmo, contro i khan ribelli, vittoria del santo, in Europa reca mito, nel classico Tucidide, cannone riferito, pure Marco Polo, narra guerra grande, tra Nayam Mamai, e principe Demetrio. Mamai tradì sovrano, da anni vuole guerra, autoproclama khan, estate 380, attende re lituano, raduna enorme esercito, infine catturato, in campo decapitato. Demetrio sesto khan, discende da sanGeorgio, Ivan khan califfo, terzo è Simeone, quarto Ivan il rosso, quinto Dmitry Suzdal, sesto è Donskoi. In seguito lui fonda, Roma-Costantinopoli, Konstantin Veliki, a fine del trecento, per 80 anni dura, casato Paleologi, teatri e ippodromo, Colosseo rodeo, obelisco Costantino, ricorda fede universale, costruita su eclettismo, come Santodaime. storia_cronologia-fomenko_interview.mp4film_bibla_sanpaolo_franconero.mp4audio

29:Dio ci guardi da errori di savio, audacia ti porti e buonsenso ti scorti: Raseno narra canti, di avi originari, danza sen distanza, lui con cavigliere, danza nella stanza, con ritmi ossessivi, regni di sciamani, e suoni ancestrali, riscalda kundalini, num alla dorsale, fluisce creazione, in corpi erotizzati, legittima talenti, purga ogni sozzura, aiuta i sordo-muti. Necessita cura, gran preparazione, Hermes caduceo, due vipere accoppiate, diagnosi e rimedi, dramma e invocazione, teatro di catarsi. Tramite attore, pubblico rivede, battaglie pantomime, x demoni contenere, esplode aggressione, di 1 ego morente, estasi e agonia, accompagna il nascente. Storie ed eventi, fan senso alla vita, se manca senso, emerge malattia, Natura ha bisogno, nostra ammirazione, alimenta speranze, e inonda colore; se scordo rapporto, perdo posto e scopo, siamo figli a Thera, da un tempo remoto, se muore canto-danza, muore pure mondo, anima diparte, il sogno va errabondo. Thera appare morta, senza 1 sottofondo, nostra psiche crea, storie x suo conto, la rete di + storie, collega gli eventi, dà senso alla vita, fa esistere contenti: reciproco rapporto, noi Le apparteniamo, cosi animo umano, con Lei contrattiamo, se 1 seme risvegliato, vinse duro suolo, una civiltà che muore, và immaginario luogo. Lisa meditava, respira 2 narici, seduta in un asana, osserva vita umana: se bimbo è tenerezza, vecchio è reverenza, pazienza + dolori, battaglie disinganni, a conquistare altezza, se anziano sereno, contempla cose umane, sublime alba-tramonto, da cime sue canute, lunga esperienza, pazienza e perdono, lassù tutto tace, senil silenzi oro: vuoto mia mente, espiro tutti fatti, purifico con acqua, stiro come gatti, graduale mana denso, foggia palla-luce, kundalini concentra, in moto circolare, fa corpo ripiegato, come feto appare. Piedi spina testa, a ombelico tornando, corrente ascensionale, da perineo risalgo, raggiunge testa e poi, dopo esecuzioni, esplode luminosa, su sommità dei troni. Alato Serpente, ha grossa pancia, vuol portarmi a casa, ogni viaggio 1 tappa, ascesa o discesa, chiede chi son io, inconscio dà strada, chiede coraggio, esister tra le crisi, periodi transizione, dove è necessario, rompere equilibrio, fin prossimo stadio: legno sulla terra, fuoco sul metallo, terra sopra acqua, acqua presso fuoco, metallo sopra legno, chiude tale gioco. Chiamata interiore, aprirsi al cambiamento, sconosciuto ignoto, sentirsi inadeguato, estraneo al lavoro, rapporto quotidiano, con simboli interiori, viaggio a tappe segue, rapporto madre-bimbo, determina persona, creativa regressione, o forza distruzione: se bimbo vien frustrato, guasta rapporti, con se e circondario, serve sanar danno, tradotto in paziente, ritorno a vita amore, mentre in analista, aumenta vocazione, stabilir rapporto, con inconscio mito. Se drago rapisce, Persefone interiore, coscienza ora vede, sua intera evoluzione, drago emerge piano, androgino sen forma, identità di Thera, inonda di risposte, esonda sua potenza. Dio Tengri è primo saman, scopo iniziazione, riorganizzare psiche, con rivelazione, partecipare al dramma, tutto il mio cantare, danzare far ricerca, risveglia la sapienza, come Inanna scendo, morire sottoterra, arrendere alla morte, ambiguità sposare, mia carne banchetto, a spiriti di fondo, veleno allora muta, in medicina corpo, volente o nolente, ego è spodestato, crisi ricorrente, espandono coscienze, rivelazion bollente.| Lisa in gioventù, stava senza soldi, tutto appare storto, pensa di aver colpa, a Terra posa il corpo, contatta sua radice, chiede assorbire, ciò che la disturba; in pranayam qigong, serpente con smeraldo, sta di fronte a lei, la fissa e la morde, poi le brucia schiena, spina fuoco forte, espande nella schiena, angizia morde fina, giace sulla fronte, a notte si risveglia, kundalini apprendeva, correva sulla spina, a cuore si espandeva, clitoride eccitato, bottiglia si stappava, fumo fuoriusciva, 1 palla di energia, piacevole e violenta, rivela come 1 onda, intera sua coscienza; ripulisce mente, da blocchi sensi colpa, Lisa ha confusione, tempo di avviamento, brucian vecchie idee, ma provoca dolore, inizia legger libri, ricerca spiegazione; inizia meditare, e Kundalini energia, si alza senza intoppo, va in effervescenza, sospende dualità, inizia inondazione, freme sui cuscini, fluisce col respiro, schiena nuca e collo, lenisce dal dolore, vede suoi pensieri, salire fin al cuore. Kundalini serpente, sveglia fuor controllo, emozioni porta fuori, di notte e di mattina, suo canale chiuso, in colonna vertebrale, costringe num salire, su vie secondarie. Accadde che Sakti, andò fin cervello, scassò protezione, esplose sen ritegno, sanguina mio naso, penso di esser morta, frenetica ansimante, apre e chiude porta; durante tale fase, sento entrare-uscire, da stati di coscienza, gioia con soffrire, mi sento senza fame, sete o stanchezza, ansia si espande, diviene stitichezza; corrono pensieri, durante giorni affondo, tutto era diverso, corpo e mondo intorno, dopo pochi mesi, il blocco fu dissolto, testa si protegge, da energie di affondo. Kundali torna a casa, base di spina, ovunque sul corpo, sentivo anestesia, a chiunque vo parlare, ne imito emozione, sento lor kundali, riposo o attivazione. Kundalini SAKTI, cuor penetres arriva, si sveglia da sola, lumaca o fulminea, inizia far ascesa, 3 nadi e tutti chakra, porte chiuse aperte, devia espande stappa: ghiandol Pineale, luogo del suo film, sogno lucido reca, mi mostra sorgente, di tutti desideri, estingue e ricompone, miei oggetti pensieri. Dea se risvegliata, fuor Susumna nadi, ansia può portare, in esperienze dati, se provo resisterle, produce + disturbi, scardina cervello, se io respingo flussi; se la lascio in pace, lavora senza intoppi, consegue suo ritmo, senza che mi scotti, ardente kundalìni, annida osso sacro, vaso detto Kunda, in sanscrito ritmato: dopo creato mondo, scese giù a dormire, avvolta in Muladhara, attende ripartire, kundalini risveglia, muove mani e braccia, sinuosa sulla faccia. Kundalini serpente, Argia ballerina, la noti improvvisa, immagine ti arriva, fuochi e roghi vari, o sessuali desideri, purga e destruttura, miei monopol pensieri. A notte mio corpo, se fuor distrazione, contorce strappa spasmi, lacrime bruciore, ogni muscolo risuona, piedi e cima testa, piano stabilisce, coscienza nova assesta; mi resta pressione, al sommo di testa, feconda uovo-cranio, mitiche creature, Lei serpente fuoco, simile a 1 capello, accade che mi parli, sogni insegnamento: sintomi sorveglia, tuo corpo e mente, ruscelli caldi freddi, scorrono su spina, lungo la dorsale, bolle nel gebesi, dolori a varie parti, titilla genitali, pressione di testa, problemi equilibrio, tra sesso e castità, disturbo respiro, cuori soprassalti, crampi vibrazioni, a gambe e altre parti: orgasmi sentivo, fuori dentro corpo, sensibili alla luce, suoni tatto olfatto, ansia persistente, perdita energia. Ciascuno sperimenta, Kundalini a suo modo, insonnia e depressione, se nego tale fuoco, se Num brucia in testa, prendo 1 doccia, acqua calda e fredda, piano la massaggio, cammino a piedi nudi, su battigia mare, faccio sauna erbe, o bagni di mare, bilanciano eccesso, lavoro pure orto, agraria sussistenza, aiuta mia coscienza.| GOPI Krishna siede, solo in stanza buia, suo corpo tiene spasmi, dolori muscolari, cuore suo galoppa, il sangue pure sale, lamenti pianti e urla, 1 nascita normale; ruggiti acuti fischi, cranio par esplode, scoppia una risata, non è una malattia! è risveglio num, uman trasformazione, fenomeno diffuso, presso ogni nazione. Fisiologia del corpo, attiva meccanismo, poi dura per + giorni, mesi oppure anni, portato a compimento, da interiore forza, matura individuo, fuoriesce dalla morsa: suor Avila Teresa, infiamma in malattia, rabbia e disistima, lei sente in empatia, evento infine accetta, senza giudicare, suo vulcan profondo, inizia lei a mutare. Jahwè Israelita, fuoco divorante, Giobbe e Gopi Krishna, braci ventre grande, frecce dalla schiena, fegato han trafitto, sciagur terrori assalti, divorano ego vinto. Es è nome fuoco, lampo che arde sempre, guida pellegrini, distrugge cittadelle, 1 fulmine di Giove, purifica o protegge, irrompe sulla Terra, a dar divina legge. Sakti risveglia, pescando inconscio, intuito e saggezza, fa conscia ogni cosa, fremente energia, rende libero o schiavo, colui che segue Via, o edonista in saio; se kundalini è pronta, appaiono in natura, sogni città in fiamme, malattie o animali, che riflettono moto, della Dea in corpo, che sveglia coscienza, in spontaneo gioco. Vijnanabhairava tantra dice, essenza fremito divino, Tu Sei Quello sempre, ascolta qui-ora, se stai avendo visioni, belle o brutte fiamme, febbre sensazioni, o Circolazion Vascello, a ripristinar salute, sudor vince paura, dissolve fissazioni, mental tensioni corpo, ripulendo porta, la percezion riporta.| JUNG spiega legame, tra soma e psiche, archetipi e istinti, 2 facce medaglia, istinto vedi fuori, 1 fantasia dentro, ogni archetipo lega, a 1 istinto esterno: simboli osserviamo, da interno di noi, antropologia descrive, uomo da esterno, mentre riflessione, osserva da interno, in sogno riallaccia, ponte con eterno; saman in sogno, riceve protocolli, su dieta alimentare, tabù oggetti cure, psichiatra preventivo, catarsi e cuciture, stabilizza isteria, psiconevrosi affini, riduce incidenza, di malattie sociali; sogno abolisce storia, ritrova tempo mito, e volontà rafforza, nel fuoco della fede, Kundalini x Jung, Dea di interiore, traversa 7 centri, come fontana grande, monti sue scaglie, nebbia suo respiro, occhi di fiamme, e ascia a doppio filo, per vincere paure, nate in ego intrigo. Thera incoronata, di Sole e dode stelle, siede sulla Luna, tra fauni e ninfe piante, apre mio cuore, versa fuoco devozione, rinasce dio-bimbo, Tago Pan signore. Alba di creazione, gran dissoluzione, Madre Kali irradia, eterna compassione, archivio di copioni, giace nella psiche, frattale collettiva, moltiplica infinite; è iniziazione, irruzion nel mondo mito, mito invita fare, recitare 1 rito, dentro ogni psiche, essenza ritrovata, dea Kali dimenticata: immagini del mito, proiettano mente, archetipi potenze, che portano corrente, simboli viventi, che quando risvegliati, lavoran da se stessi, in modi sovrumani; crisi temporanea, accompagna evento, rigenera strutture, coscienza identità, lingua del corpo, a volte turbolenta, narra storia intera, della nostra Terra. |Ganesha radice, custode di SAKTA, topo suo carro, giunge inaspettato, brilla negli occhi, forza innocenza, avvisa quan ridesta, emette vibrazioni, ronzio particolare. Terra suo elemento, ghianda surrenale, appare in meditazio, terroso rosso sale, brame con piaceri, genera ogni chakra, kundalini appoggia, su Muladara casa: abuso o restrizione, di forza sessuale, disturbi intestino, finisce costipare, scalda Muladara, vin pesce e carne rossa, acqua calma e purga, emozional risposta; sopra di esso trovo, chakra Svadisthana, area genitale, sessual legata ad acqua, come semenzaio, incarnazion future, sostien sue fantasie, libido punture. Se chakra Manipura, assiste digestioni, risate ed emozioni, credenze e volizioni, chakra di Anahata, presso centro cuore, se arde in devozione, consuma ogni dolore. Se chakra della gola, Vishuddha mia voce, incanti con canzoni, tua libido e dolore, sale nel Trikuti, occhio interiore, estasi e tragedia, empatica visione: chakra della scienza, ospita coscienza, bisbiglio dei profeti, psiche di essenza, ascende alla Corona, settimo sigillo, oltre spazio-tempo, sta divino figlio: unisono vibrante, Io diviene Noi, Io Sono ecco noi siamo, senza negazioni, negazio è artificiale, inconscio tutto può, è psiche universale; coscienza del finito, produce ogni paura, visione dei misteri, è mistica sua cura, desiderar Fremente, si attiva e sorprende, il divenir si ferma, pensiero si arrende: brucia amato Yogi, arrenditi completo, tuo precedente Io, è cenere coperto, nella unione a Kali, tuo jiva si fa nudo, passato e presente, fondono al futuro. Morte-rinascita, in cicli stagionali, prepara persona, confrontar ombre paure, matrona fa da guida, svezza 1 guaritore, massaggia kundalini, x saman o cantore: sanscrita parola, di sivaismo kashmiro, Sakti nel corpo, energia divin risiede, in forma quiescente, dice Siva Bairava, nel libro fiore oro, poeta Ksemaraja: Sakti come bimbo, cerca canal susumna, ascendere salire, suo moto naturale, purifica ogni cosa, se mostri pazienza, fa suo sposalizio, con uman coscienza, potenza sottile, trascende ogni norma, avvolta intorno a bindu, giace nel sonno, dorme sen ricordo, serpen forma beata, i 14 mondi, risveglia in risonanza; moto a spirale, quan leva kundalini, fuoco di 3 specie, elettrico e solare, centro della gola, crea parol creativa, centro cuore sveglia, colonna risalita, brucia ogni ostacolo, che piano incontra, Sakti trova Siva, e trasfigura un ponte, bellezza corpo irradia, Xristos risorto, emana saktipat, frequenza del perdono: la mente va in agguato, tenta + modi, chiarisci tue idee, rifletti suoi moti, fuori aspettative, medita con arpa, dubbi risolvono, Kali allora placa.| NIETZSCHE scriveva: durante Primavera, Natura risveglia, emana impulsi gioia, svanisce soggettivo, oblio esaltazione, legame si stringe, in riconciliazione; senso del rito, costruito dal gruppo, riafferma e trasmette, cura del lutto, la sacra epilessia, periodica si affaccia, risolve 1 crisi, in periodi di minaccia: se corpo è preparato, a contener la scossa, se uccidi Dio mi uccidi, Nice ci ricorda, sifilica demenza, fan diagnosi di Nice, sua forma di ebbrezza, un Dio proferisce, fu asceta negligente, natura lui voleva, Dioniso imitare, sempre ripeteva. Nice ebbe visioni, prima del satori, canta Zarathustra, ubriaco di interiori, abbraccia 1 cavallo, emotiva intensità, innesca cambiamento, poesia disvelar. Nice a Torino, in piazza san Carlo, vide vetturino, picchiare il cavallo, corre alla piazza, lotta con affanno, fisiologia di eventi, spinse adrenalina, che attiva sua crisi, fisio mutazione, kundalini esonda, in sua resurrezione; il poeta vede sakti, dioniso realizza, nel corpo umano sente, 1 mondo ritrovato, matto dichiarato. Estasi a convegno, mondo ottiene gioia, causa di occhi nuovi, Dioniso rinnova, stagioni e umani cuori, Nice lascia carriera, professor di Basilea, bacia abbraccia tutti, nel viver mito Dea, cosmica realtà, avvisa in mille modi, se siamo noi disposti, contener suoi moti, straripa oltre ego, enorme sua energia, in vetta Zoroastro, scrive disciplina: tutti siamo artisti, poeti artigiani, Re-bis cosa doppia, maschere di umani: se cerco problemi, vuol dire ne ho bisogno, libertà è capire, natura del doppio, amore con poesia, risvegliano il mondo, danza e danzatore, siano stesso gioco. Se un eremita in grotta, respira urin vapori, cosciente del pensiero, senza distrazioni, li vede spettatore, mantra poi li estingue, cresce barba unghie, suo interior dipinge, espande sua mente, riemerge il vero Sè, desiderio vita, appaga dentro Sè, mantiene desiderio, rifugge depressione, durante kia-satori, estingue distinzione: dentro mio cuore, osservo creazione, apprendo a morire, al fine di curare, accetto la morte, ogni paura scompare, nocciolo è lotta, arte del guaritore, viaggio rischioso, che riporta calore; potenze negate, usan nuove maschere, ritornano sul palco, vere forze innate, ego imprigiona, entro 1 solo tempo, vivi esperienza, infrangi tale velo. Tabù della morte, tabù molto forte, cosi un rito inscena, sua intera notte, a scuola di buiti, o ai culti dei fauni, scopro radice, di noi assieme avi: tra corpi vivi e morti, anime migranti, adulti son bimbi, i bimbi fanno grandi, accanto a 1 falò, ritornano istinti, bruciano scritture, parlano gli estinti. Verbo incarnò, nel Fuoco ci parlò, venne a pieno giorno, a notte si immolò, tutta esistenza, discende alla notte, Maya narra miti, di ogni alba e sorte, quan bardo della morte, su me sorgerà, io abbandonerò, miei possessi vanità, mondo intera storia, alfine vedrò, in chiara luce poi, illusione svelerò: tutto è già fatto, dentro la mia mente, tutto è finito, nulla mai accaduto, appare decisivo, stato mio mentale, al momen che avviene, attimo cruciale; morirò serenamente, senza attaccamenti, oggetti materiali, lascio sen commenti, miei abiti mentali, idee e convinzioni, tutte senza senso, e senza condizioni, esplode 1 stella, e fremo di emozioni. | LALLA del Kashmir, scrive poema tantra, fu sposa 12 anni, infelice prese i voti, rinuncia sannyasi, per scuola Bhairava, canto mantra intento, scudo anti paura, di ogni rifiuto, scrive suo poema, realizza unione sacra. Sufi successivi, la seguono in Kashmer, mia mente ripulita, canta rishi Noruddin, specchi impolverati, riconobbi Lei in me, ora dentro me, canta e abita davver: mio corpo sperimenta, ecco mia sadhana, 1 vita sessuale, Siva illuminava, tre Dee diventan 1, natura trika tantra, 4 stati coscienza, in cui Siva guarda: veglia sogno sonno, turya supercoscienza, ogni femme parte, instrada orgon essenza, Sakti infinita, incontri in pienezza, di spirito e sesso, 2 ore e mezzo cerca. Energia si costruisce, accumula gradual, nelle onde della donna, pratica tuo surf, al fine scoprire, te stesso in libertà, riduci ad essenziale, ogni altra attività. Mantieni coraggio, kia realizzerai, prima o poi 1 forza, comincerà fluire, in punti cui la mente, è ferma a percepire: quan debole ti senti, fai ruolo passivo, serba qi nel sangue, orgone va continuo, se num divien selvaggio, evita allarmare, segue sue strade. Se ultimo orgasmo, avviene con la morte, kundalini ricorda, col sesso impari cose, orgasmi senza fine, spontaneo qi risale, onda del pre-orgasmo, Kino va narrare: da genitali parte, al tronco percepisco, corre nelle braccia, ogni muscolo contrae, ma quando sentirò, qi raggiunger testa, so di aver compiuto, 1 pratica intensa. Kali dea sakti, scandaglia desideri, nascosti sotto riva, ego vibra e trema, Kali + selvaggia, strappa velo e vince, Lei libera devoti, da lor paure sfide: ho sempre saputo, mio corpo col Tuo, facevano 1 cosa, Tu sei Me Io son Te, conoscere mi resta, fusione dei corpi, Chi sei tu Chi son io? dicono eremiti, Kali benedetta, in te siamo rapiti. Om Bur Bu Swaha! mantra inonda orgasmo, espande la realtà, fissa la mente, cresce devozione, ai sogni connette, mana spostar potrai, quasi immediatamente, calor diffonderai, su spalle collo nuca, formicolio piacente. Supremo yogi vedo, dentro la corrente, resta tutto il giorno, calma sensazione, respiro parlo e mangio, gusto fin odore, progetto caricato, nel viaggio-relazione, lavora mia mente, e crea la situazione: immagine virtuale, pompa intenzione, creata in precedenza, in sesso ricreazione, entra nei miei sogni, orgasmo sensazione, accresce devozione. Lalla cerca Shiva, la grazie lui le tende, chiamandola madre, lei lo chiama Appa, padre di tutto. Shiva le chiese: cosa cerca o Lalla? afghana principessa, fugge matrimonio, come Hazrat Babajan, cerca lui perchè, vuole amarlo tutto, penso solo a Te: Kali accanto a Siva, divora la realtà, scioglie ogni parola, inizia vorticar, smetti andar venire, scopri la giocosa, Lei divora uomo, sen limiti tua sposa; a lato Nataraja, divien Lalla poetessa, con capelli sciolti, seni dritti fieri, con sabbia linga crea, canta Namasivaya, con 5 lettere mantra, son Sakti micelio, tutto è mia realtà, natura di universo, 1 campo di frequenze, vibra le apparenze, raccolte da coscienze. Lalla sufi scuola, forma Meher Baba, che segue Baul e Mast, pellegrini in India, cantano suoi nomi, x nirvikalpa amrita, viandanti incantati, anime inebriate. Sadhu spalma cenere, insetti scoraggia, sembrano alienati, a osservatori esterni, chiamati MAST o folli, eccentri poco adatti, a obblighi sociali, figli ebbri di Dio, autentici portali, bardi e cantori, India di colori. Lalla amava i Mast, stanziali o vagabondi, li visita li ascolta, poeti senza insigna, lor ordinaria mente, liber da tormenta, la Dea li ha toccati, nel cuore nella mente, la loro missione, amar cantare sempre. device_shaktipat.mp4agostino-discorso-amore.mp4audio

296:cuore malato non sente ragioni. Mattia apostolo: ESTASI e viaggi, uscire fuori mente, beata fede in soliloqui, fuor scherno e calunnia, amore del Vero, al sempre modesto, ineffabile rapimento; modestia pudor forza, andare e venire, avanza e ritorna, iniezione autostima, compiuta creazione, si riposa e gode, contempla cose fatte: estasi leggera, ipnotismo di pensiero, affetto caldo vino, amor delizie di ebbro, diventa sibilante, parla a orecchi umani, etere si espande: inizia a parlare, ritrae tempo-spazio, graduale rinuncia, alla mente acquisita, accede al continuo, letargo stato trance, irrora cuor cervello, simile alle piante; sommo isterismo, vita ascetica digiuno, assorbe pensieri, sentimento uno, reca ipno trance, anestesia catalessi, Dante ascende stelle, sale tutti i cieli, vede gloria amore, estetica bellezza, chiude suo poema, amore muove il sole, e le altre stelle, con preghiera danza. Beghine e begardi, congreghe religiose, sorte senza voti, durante le crociate, percorrono paesi, donne sole o gruppi, spose degli offesi; mantengon proprietà, possono sposarsi, lavorano insegnando, ai figli borghesi, vivono al chiostro, durante noviziato, tornano al paese, aprendo tempio dato. Amsterdam beghine, influenzano città, Porete Margherita, beghina in Francia va, bruciata sul rogo, dopo lungo processo, Specchio Anime Semplici, è suo libro bello: sua trama rispecchia, temi mistici interi, Amor senza vergogna, in paradisi e inferni, anima si specchia, giunge morte guardar, Ragione lascia trono, Cuore a liberar. Beghina affamata, beve mistico vino, ricongiunta a Dio, recita suo libro, e Spirito divino, scende a far convegno. Porete chiede al clero, riconoscimento, anime librare, al femminile tempio, a Dresda fu malata, prega purgatorio, 1 candela in mano, x anime a convito, bambina innocente, si vive nel divino: mio amore cresce, nel cuore nei sensi, in viscere tiene, invisibili affetti, è donna che sente, ed uomo che miri, poetici sconfini; sa donna e uomo, adorare a rapimento, in perenne magnetismo, o rinnovamento, nel fuoco di inizio, amore si nutre, fuoco interno che, a estasi conduce: estasi comincia, ammirando dettagli, dilegua poco a poco, cede ipnotismi, 1 sola sensazione, esalta la clemenza, potenza e bellezza, ecco trascendenza, graduale distacco, rapimento incalza, 1 ammirazione sola, ogni cosa adatta, amare infinito, è specchio divino, oltre uomo forte, oltre donna sospiro: adora forza-grazia, calore naturale, gli arti son freddi, petto suda e sale, pelle cerca acqua, a spegnere curare, 1 sola esaltazione, di affetto trasudare. Bergson scrittore, chiede religione, antidoto al dolore, sua filosofia, riporta sulla terra, amore Slancio Vita. PORSEN etrusca, latina Persona, Maschera vuol dire, coscienza a + livelli, che assume 1 forma, secondo luogo visto, tra micro macro mondi, viaggio interiorizzo; accade fantasia, se partecipi dramma, ciascun sogna mito, natura della psiche, ecciti e contempli, eventi nel dettaglio, mondo reale appare, cento Cammelli a fianco: mille fiabe popolari, divertono a nutrire, condivider riposare, poeta innamorato, sale in estasi ideale, intreccia ghirlande, versi da cantare.| Ruolo delle donne, provvede identità, gruppi bisognosi, pronti ad emigrar, fan pellegrinaggio, tra portuali città: inizi tuo viaggio, madonne e tarante, rivela tanti Sud, semi colonizzati, se i Corpi fanno storia, incontro e identità, ogni possessione, racconta sfida tradizione, lingue e tendenze, che in crisi riemerge. Maria Lionza Venezuela, celebra suo corpo, potere e protezione, di selva Amazzonia, conflitti e resistenze, narran sua storia. Tarante del Salento, studia de Martino, culto di cura, e fertile sospiro, preservato da donne, in disagio sociale, causato dal morso, di ragno ancestrale: morso guariva, con musica antica, pubblico concerto, si lascia ammaliare, da frenetico ritmo, di pizzica lunare. Basilischi gregoriani, a Spinoso paese, terra di spine e serpenti, con saghe e leggende, tartare e ottomane, portate da coloni, rifugiati qui dal mare, immigrazio musicale: voce della madre, al bambin che vuole, apprendere parlare, diretto porta affetto, al sonno della sera, ogni creatura è retta, da 1 orisha di testa; isterica attrice, presta ruol diversi, esegue ogni richiesta, vanifica commenti, santa occasionale, scivola opposto, permette che libido, penetri sul posto; nevrotico ossessivo, ha troppe direzioni, isterico nessuna, fa giro-tonde azioni, nei simboli ora muta, fallo naso e gambe, bocca divien vulva, rossore un erezione, ister irrequietezza, coito convulsione; depression tristezza, umore tono basso, senso del dovere, entusiasmo scarso, dura mesi anni, chiunque può colpire, specie nelle donne, croni sa infierire; cresce disistima, insoddisfatta età, croni malattia, dubbi e sensi colpa, scade appetito, sonno si discosta, tutto pare grigio, esci fai 1 svolta: isterica forza, straripa ogni cosa, con cura francescana, corpo mente esprime, supera tuo io, mondo intero sposa, apri ora la bocca, libera la pancia, voce da ombelico, tramite carezze, sblocchi le tensioni, passaggio da fetale, affiora repressione, arresta tuo respiro, voce calma scioglie, sono quà e di là, tuo sogno identità; tua respirazione, incontra mani e visi, cammina batti ritmo, suona incantamento, carezza capelli, con suoni viscerali, giochi di voce, sussurri di animali, suoni sono intorno, corpo è cassa risonanza, voce della madre, vibra tua sostanza. Persona riflette, suono che emette, contatti potenziale, sblocchi anello orale, assieme quello anale, rilasci emozione, piangi succhi e mordi, il canto muove sale, amore ti ricordi: canta pure nota, in periodo lungo, scopri alterazioni, chimiche nel corpo, liberi endorfine, emisferi sincronizzi, canti stai sicuro, vocali tu enfatizzi; vocali in melodie, liberano num, trasmettono allegria, tono poi scompone, dentro voci umane, porta un emozione, esercita nei suoni, respiro visione: eMM è Madre acqua, liqui consonante, movimenta il fuoco, suono della Vu, crea pancia risonanza; eRRe proietta, voce dentro aria, eSSe la reprime, ovvero concentra, eNNe ninna nanna, fan dormire figli, risonanza al naso, possiede suono NG, vibra la colonna, fugge i mali via. Impara usare voce, in modo risonante, anima riflette, stato emozionale, suono vibra e muove, apre alcune porte, libera il tuo Sè, e cura zone corpo: impeto o fiato, vinci ogni timor, ogni essere tiene, suono in 4 vibrazioni, mio Seba trova il tuo, vinci depressione: musiche tristi, agganciano meglio, interiore realtà, cura in toni bassi, armoni progressione, rilasciano tensione, distraggono paziente, da preoccupazione: ingrandisce Dò, Mì arrotonda, Là scolora rosa, malate celle affonda, la voce tua si basa, su respirazione, ascolta tua emissione, e liberi tensione: 1 pensiero chiuso, gira senza uscita, ogni stress aumenta, poi ragion lo sfida, il mondo è liberato, quan piacere sia, tempo è arrestato, Musica armonia; musa dissonante, accompagna irritazione, musica affianca, al cibo del corpo, attraverso scrittura, canzoni poesie, permetti a interiore, trovar esterne vie. |Pamela ricorda, crisi infanzia e cure, rivive TARANTA, conflitti e delusioni, vede antichi amori, rituali possessioni, sogni con speranze: nata in un paesino, lavora stagional, cerca sussistenza, x vita progettar, cerca ombelico, a crescer radicare, narra sua vicenda, di origini lucane: cerco lavoro a nord, lascio casa genitori, inizio mia strada, 1 giorno incontro Seba, vedo soluzione, negozio di barbiere, felice situazione, ma nonno caporale, ostacoli frappone. Pamela col bambino, fasciato sul torace, lavora come sarta, girando per le case, mentre suo marito, lavora sui binari, arriva fine mese, con sufficien salari, lei prepara pasti, riso oppur piadine, minestre della sera, verza e cipolline. Seba pur lucano, lavoro su Milano, Pamela conobbe, in seguito ha sposato, gira molti posti, al fine lavorar, suda duramente, scuola serale far: studia febbrile, diploma da barbiere, lavoro che gli piace, modellar capelli, clienti contenti. Parenti han nostalgia, lo vogliono vicino, bastone di vecchiaia, gli parlano per mesi, infine lui convinto, chiude suo negozio, ritrova vecchie sfide, minacce emozionali, asfissiano sua psiche, ritorna su Milano, in periferia poi vive. Fabbriche esalanti, stagnano ambiente, disturbi di salute, bloccan loro mente, casa umida fredda, arrivan gravidanze, assieme a + bebè, ma frecce del passato, alimentano zizzanie, difendere famiglia, ha prezzi da pagare, riemergono paure, litigi e pessimismo, Casa và svenduta, Pamela va in filanda, in opificio a Como, tesse suo destino, seta sbozzolando, da baco in acque calde, sente questo canto: passata da Garlate, ho visto filandere, facce da ospedale, sembran prigioniere, Dora la guardiana, mi narra le canzoni, filo sui rocchetti, matasse senza amori; noi siamo forestiere, in vena di cantar, trattate come cani, in catena a lavorar, fastidi se cantiamo, villani se parliamo, là sulle montagne, le nostre case amiamo. Filande 2-3 piani, con ampi finestroni, dormono le donne, dentro due stanzoni, tutte accastellate, straniere e contadine, lavori a turnazioni: alla matin bonora, si sente zoccolare, saran le filandere, che vanno a lavorare, voi giovanotti cari, se vuri far amar, andate da filere, senza fumo guardar. Fochista lancia fischio, 6.30 accende caldaia, 3 volte soffia aria, iniziano scopine, poi tutto va a regime, ciclo sol si ferma, a vitto e x dormire. Là in foresteria, giovan forestiere, prima addormentarsi, cantan loro terre, Casa assai lontana, e speranza ribelle, minestra di polenta, esala loro pelle; comunican coi canti, motivi di protesta, durante lunghe ore, umida aria in testa, sui giacigli a sacco, cantano avventure, vita senza pene, picchia testa al muro, Dora indolenzita, piange suo futuro: mi dolgon mani e piedi, filanda è prigione, di povere villane, che sognano amore. |Argia sarda ama, i contadini maschi, Taranta ragno invece, donne apulie punge, passiva resistenza, a cultura dominante, Chirone sofferente, sciamano ricorrente, scelta o ritrosia, non può diversamente, morso di scorpione, inietta in lui veleno, tosto lo costringe, ballare su terreno. Pamela ricorda, storia di Dora nonna, malata di rimorsi, miseria dura prova, dolore lei mutava, nel morso di taranta, veleno lei diceva: mi spinge fare danza; rinnova crisi e ballo, stagione calori, con molte privazioni, pagava i suonatori, la vita mi fa stanca, domando la taranta, dammi 1 tua grazia, leggera tutta quanta: balla e mi possiede, tutto mi sommuove, le pago sofferenza, a cuore che mi duole, 1 danza porta grazia, dolore esorcizzato, malessere interiore, è riappacificato; avanzo a tentoni, corro in tutti i sensi, in zone immaginarie, lontana dai consensi, x 10 giorni e notti, la musica sentivo, la libido divampa, provoca isterismo, satiri con ninfe, in me io percepivo. Dora condivide, proteste e desideri, dolo si trasmuta, consessi corpi veri, danza assume 1 forma, + immaginazione, formicolio risale, esplode vibrazione. |SARDI di Shardana, conoscono + ragni, una femmina formica, del genere Mutilla, che morde pizzicando, in casi accidentali, dolori pungiglione, sol rari anafilatti, dolore poi svanisce, in 1 ora circa, su pelle resta bolla, rossa pochi giorni, nei bimbi ed anziani, può dare fatica, bassa febbre nausea, legger delir invita: disinfetta puntura, con amaroli o ghiaccio, fino anni 60, con fanghi o letami caldi, veleno termolabi, come acido formico, solubile in acqua, temporan androgino. Narran ritornelli, di musici cantori, Ragni tra le gambe, Scorpi tra coglioni, pizzicano al ballo, con fiati e sonaglio, tamburi e corde tese, aiutano travaglio. Sassari Tartaria, vede Argia variopinta, formica velenosa, creatura di Sardegna, mitica ingegnosa, punge per danzare, piangere e umiliarsi, cantar e travestirsi, ridere e distrarsi: sArgia è molto amata, feste sa creare, odiata ed evitata, travaglio sa recare, femmina formica, che uomini predilige, sopravvissuta ninfa, Salmace variopinta; a incontri si presenta, con corpetto gonna, su isola ricorda, passaggi della donna, se nubile fanciulla, vedova o sposata, sua veste sarà bianca, nera o maculata: a mezzogiorno o notte, alba preferisce, estate di campagna, sargia ti ferisce, ti accorgi essere punto, orini ora intorno, oppure prendi bagno, acqua calma fondo. La vera cura poi, al villaggio si farà, diagnosi di argia, scoprir sua identità, tutto il paesino, la indaga sul posto, ricerca tutto unito, il carattere nascosto: con femminili vesti, malato vien coperto, entro 2-3 giorni, argia è allo scoperto, se sposa o vedovella, o zita è ravvisata, con riti di sue danze, alfine accontentata; i suonatori attorno, san stimolare bene, continuo suono sfonda, spezza le barriere, esplode la coscienza, sofferta e ordinaria, giunge possessione, coscienza straordinaria; in piedi corre salta, distesa su lenzuolo, mima ragno sargia, batte piedi al suolo, fasi a terra e in piedi, sino suo finale, ripete il posseduto, 1 ciclico rituale. Tamburo fila-tesse, i tempi della festa, inizia da esterno, entra nella testa, infine pare ovunque, gira tutto il corpo, eco nella pancia, in testa fa lo scoppio: ecco 1 imprevisto, inceppasi il rituale, sargia ferma e sbanda, danza pure male, perde innato passo, e ritmo del ballare, orchestra perde filo, lo deve ritrovare; così per riparare, a tale distrazione, necessita rifare, un rito di espiazione, i nastrini colorati, gettati alla taranta, lei li straccia e sfoga, tutta la sua rabbia. Pamela pure punta, sentì intenso bruciore, Argia vuol che danza, lei paga con sudore, soffrendo fin che giunge, grazia di amore, dolor divien perdono, di essere interiore: saltava e correva, in tutte direzioni, ogni anno ancora cade, malata del rimorso, ha bisogno danzare, espeller pene addosso, come in un salasso, o scarificazione; se rito non arriva, è dolore da rimorso, ballerina variopinta, causa febbre sogni, sa ripulire bene, le sue emarginazioni, vita agro-pastorale, richiede 1 riposo, a superare angoscia, di esistenziale snodo. doc_marialionza1_5.mp4device_tarantismo2.mp4audio

100:Luglio soleggiato fà vino assicurato, zappa vigna ad agosto ad aver buon mosto, Settembre inclemente, vino quasi niente, se poti a Luna calante avrai uva abbondante: Giardino di EPICURO, nasce presso tralci, Vino liber colpa, da strategia di ego, categorie etichette, e imposte sorti umane, ebriulare la ragione, oltre arte ipocrisia, è divina impresa, a scioglier falsità, malesseri svelati, di scarna sussistenza, di bimbi oppur anziani, barbon disoccupati. Dioniso in follia, muore e poi rinasce, compie ciclo tempo, del Colosseo di stragi, nato da espansione, di vizi e crudeltà, su popolo che geme, di fame e libertà, economia di schiavi, degrada sensazione, reca depressione, o svilisce nel rancore. Epicuro pedagogo, spegne roghi odio, col nettare di vino, e sua filosofia, quadrifarmaco cibo, uomo fa danzare, 1 comune sentimento, vive gioia invito, dilegua individuo. Epicuro in punto morte, và tinozza calda, chiese vino e bevve, poi agli amici disse, siate memori felici, spiro mio pensiero, quadruplice rimedio, io vi lascio e bevo: felice mangia e bevi, motto degli Ittiti, etrusci e turcomanni, mongoli con scizi, re Suppiluliuma, lo chiama Dio tempesta, iniza le sue danze, con Uva sulla testa, Dioniso Zagreo, che arriva da lontano, sconvolge città, con Vino fermentato, trapiantano slavi, su terre di coloni, vite olivi e frutti, a rallegrare cuori. Epicuro ricorda, che un dolore in corpo, al tempo vien legato, se acuto porta morte, se breve è passato, se leggero si allevia, tramite terapia, amicizia guarisce, radice di malattia: 1 morale imposta, è malattia + grave, son tutte malattie, malesser di morale, sorgenti di morale, dentro vai cercare, filosofo Kant, ci aiuta ricordare; sostanza vero cosmo, è illuminazione, pace del mio cuore, è liberazione, mi accompagna pure, nel morire-uscire, senza + paure, assenza del soffrire: imparo umorismo, morte non esiste, scopro riso eterno, libero mio triste, cosciente dio Eterno, vive dentro Me, un giorno morirò, in paradosso Zen; viaggio fuori tempo, via dal calendario, in indie navigando, fino al cuore umano, accompagnato io, dai canti senza tempo, al rito degli amici, scaldo cuore eterno: 4 paure vinci, spiriti e aldilà, paura della morte, paura del dolore, morte nulla è, se ci sono io, se sta lei non io, problema non si pone, meno si possiede, meno si teme, dolor fisico leggero, salva gioie interne, acuto passa presto, acutissimo è morte; mali anima prodotti, da opinioni storte, errori bene cura, saggia filosofia, pratica e teoria, felice reca via, sublima irrequietezza, assenza di paure, a mezzo della fede, e misura desideri. Raseno canta il |VINO, bacche medicina, scritto in ditirambo, Enki Dio saggezza, usa vino festa, per donne accoppiare, le scalda le scioglie, su Olimpo presso il mare, i Re con le Regine, per figli generare, in dinastie tartarie, banchetto è interazione, tra sudditi e sovrano, fonte regno umano. Quando buon Vino, entra in cultura, 1 via di commerci, stabilisce con cura, medicinale diviene, una merce preziosa, buon socializzante, che al culto si sposa. Beviamo diamo al vento, i torbidi pensier, Thera beve onda, che piove giù dal ciel, il Sole beve il mare, la Luna i raggi sole, felici noi beviamo, cantiamo e celebriamo. Beviam lieti beviam, insieme pur cantando, Turanna dea di Amore, letizia tien in mano, in grembo la dolcezza, lenisce amarezza, dilegua ogni tormento, ritorna la purezza. Vita fato incerto, io bere vò di certo, saper nulla importa, se fato tutto porta, quel che sarà di me, Dio Bacco conviene. Poeti etrussi e turchi, cantan stesso vino, allevia ogni dolore, quel liquido rubino, scaccia via veleni, è medico dei cuori, toglie inibizione, primo igiene dei dottori: se vino murratum, si dava ai condannati, ad annebbiar coscienza, di pene capitali, i vini medicinali, aggiungono al mosto, Pino e Melagrana, o spezie del posto. Vite rinacque, dal sangue dei giganti, Noè la reinterrò, dopo gran diluvio, Sirio Cane amico, è stella che rivela, prossima vendemmia, di stagione intera. Noè piantava vigna, Satana gli offrì, suo aiuto consiglia, sgozza in sacrifico, una tua Pecorella, innaffia con sangue, zolla barbatella: chi berrà quel vino, avrà pensier mansueti, come i canarini; uccise poi 1 Leone, bagna attorno a fusto, cosi chi ancor berrà, lavorerà robusto, ma infine Satanasso, gli fà 1 burlonata, ripete col Maiale, la stessa sceneggiata, chi da quel momento, troppo berrà il vino, sfrenata intemperanza, avrà del porcellino. |Gilgamesh cercava, Lungo vie canzoni, sua immortalità, presso mare trova, Sicuri a fermentar, donna della vigna, tiene bimbo in grembo, mortem lui moriendo, in vitam resurgendo: seduto Gilgamesh, mentre beve Vino, si maschera si incarna, in Dioniso felino, gira in processioni, con musici danzanti, suona tamburi, corni e fiati ansanti. Gilgamesh arriva, sul delta fiume Nilo, Osiris mascherato, appare in quel convito, rinasce come Horus, aruspice Dio-Falco, trapianta la sua Vite, delta Egitto alto. In libro sapienziale, aruspice fa elenco, cose necessarie, alla vita di ogni tempo, riparo ferro e sale, acqua legno e cibo, latte e succo uva, miele olio vestito. Isis braccia alate, è Siduri sua compagna, specchio del viaggio, sale su montagna, sale fin la testa, separa Notte e Giorno, riunisce Nume caldo, in utero suo forno. Dea Iside poi cerca, svelar identità, fallo risveglia, con succo Lattucar, col Vino lo riscalda, torna a circolare, la linfa dei misteri, lo fà resuscitare. Nefti la sorella, riflette Dea tramonto, lei vuole aver bebè, ubriaca Osiri sposo, entra nel suo letto, e Anubi concepisce, ma Seth ingelosito, Osiride smembra. Osiride è Vite, giace addormentata, ucciso come Uva, da Settembre settimana, rinasce nel banchetto, alluvion di vino, sangue e succo uva, mutano nel rito. Iside si muta, in leonessa Dea felina, o nera Dea Bastèt, benevola gattina, porta vino in festa, e maschere di danze, diviene protettrice, delle umane istanze. Bast flauto suona, e melodie + vaste, adorata sulle barche, alla città Bubastis, gatti addomesticati, nutriti nei templi, controllan roditori, granai di magri tempi. Gatta con + seni, vien da clan di Nubia, seguendo il fiume Nilo, assieme Anubi guida, porta irrigazione, o inondazion selvagge, in viaggio iniziazione, confine di due acque: sovran sempre sarò, solo nel deserto, Corpo sarà ombra, respiro sarà vento, cavalcherò con ali, di polvere di dune, ovunque tenderò, oblio mi rende immune. |Raseno in punto morte, estingue paura, felice fa il salto, quan soffio si ferma, scompare identità, liberato in vino, come un Epicuro, od Omar Khayam, riunì ancor suoi amici, ultimo convito, a condivider sogno, Terabuti giardino: se ci siamo noi, non vi è la morte, se vi è la morte, non ci siamo noi, Morte è privazione, di sensazioni, oltre barriera, di vibrazioni; anima vento caldo, vir mana diffuso, in tutto tuo corpo, gli atomi separa, cessa sensazioni, scompone la persona, in rivoli ulteriori. Raseno ci ha lasciato, ultima esperienza, in piena coscienza, 1 gallo lo ha seguito, noi facciam convito, 1 gesto 1 parola, 1 bicchiere suo vino; bere tutti insieme, ci porta al tempo sogno, dove Lui è tornato, dissolto senza corpo, presso gli antenati, guida i nostri passi. Taras già prepara, veglia attorno al fuoco, mentre suono ngombi, narra la sua vita, veglia e reverie, leggo sue poesie: bevi oh pifferaio! dimentica il destino, sorseggia il vino, Tu sei quel sapore, nel corpo invasato, di attore forsennato. Tu non sei cristiano, ebreo o musulmano, di oriente occidente, ma solo coppa vino, io son venuto al mondo, per soffiare sabbia, come fece il vento, sol mi riconosco, al cuore beneamato, ubriaco ed esaltato, danzo Dio rinato: son Vino di balchè, ebbra Luna in Bosco, che desta 1 cuore fosco, se resto spettatore, catarsi mi succede, poi recito 1 attore. Son io distaccato, in grazia di coppa, ogni azion che feci, fu esente da colpa, è stupido ordinare, a chi no sa obbedir, peggio poi sarebbe, se Dio va incollerir. Raseno amò Khayam, suo vino Rubiyyat, nei versi di ebbro vino, natur sa rivelar, se ogni cosa materiale, nel nulla finisce, stai a cuore lieto, tutto infin perisce. E vennero Profeti, a gruppi di cento, ragionano di luce, mondo a loro attento, ma uno a uno poi, chiudono gli occhi, dileguano in ricordi: io ho attraversato, fino a sette porte, sù dalla radice, a conoscere la sorte, molti nodi scioglier, seppi per la via, quel di umana sorte, mai trovai la via. Tutto tu vedi, ma ciò che vedi è nulla! ti parlano tutti, ciò che ascolti è nulla, i mondi percorri, ciò che impari è nulla, mediti e pensi, e pure questo è nulla! perchè tanta foga, a indagare avvenire, stai allegro e bevi, questo mondo è da prima, nessuno è rimasto, andarono e andremo, altri pur andranno; salutando i corpi, anima tua e la mia, gettano nei forni, la terra tua e la mia, Noi siamo i burattini, il Ciel burattinaio, gioca il breve gioco, al nulla ricadiamo; entrammo lieti al mondo, tristi ripartimmo, e dammo vita al Vento, nulla riverimmo, porgi il bicchiere, che ogni mondo è fiaba, porgilo in fretta, la vita passa e sfiata. Essere e non essere, salvezza e destino, cielo e inferno poi, son parolaio fino, in tutto il mio studiare, vidi il confino, restava in verità, profondo solo il vino: quando Eterno, mi impastò a sua guisa, mia sorte intera, aveva già decisa, il bene o male, lo feci a suo servizio, perchè dunque, un giorno del giudizio? se io mi ribello, dove è onnipotenza? se io pecco o svio, dove è la prescienza? se tutto il cielo, si deve a obbedienza, dove è che val Signore, la tua clemenza? ognuno Ti cerca, non sa che Ti possiede, come sale in mare, ci sei e non Ti vede, Ti chiama e Tu sei, là nel suo chiamare, Daime Eboga Vino, già nel mio cantare; in moschea e madrasa, chiesa e sinagoga, temon fuoco e inferno, e cercan paradiso, il seme a tali idee, vedo mai germoglia, in teste di chi beve, 1 Vino senza noia; fuori da ebbrezza, esiste il condannare, pazzo è chi spera, tal mondo migliorare, usanza di amore, ignora convenzioni, Amore detta legge, azzera nome e onore. Un vasaio un giorno, maltrattava un vaso, il vaso allor gli parla, voltandosi ribello, oh smemorato mio, qual furor ti ha invaso? non sai che io vissi, e ti fui fratello? se Tu non bevi, con orgoglio e impostura, non biasimar colui, che tien ubriacatura, portami vino, perchè presto amico mio, con cenere nostra, faranno orci da vino; fugge il tempo, attimo cui scrivo, è passato già, trinca e parla allegro, chiedi di fortuna? è bel sogno fuggitivo! La giovinezza? è acqua di un torrente, accorda arpa amico, noi siam polvere, porgi la coppa, noi siam vento, silenzio e svuota, sei anima Vino, impara la pazienza, coltiva tuo sorriso. Poiesi devozione, incanta tuo cuore, trae sua passione, dal Sole interiore, ad Anima si volge, donna interiore; la forza del mana, che si agita dentro, fuoriesce e travasa, in comun sentimento, con miti e racconti, modella identità, coltiva memoria, di ogni civiltà. vino-artigianale_salterio_spagna.mp4frutteto_vigna_potature.mp4audio
||Epicuro uomo sano, sapiente prende Vino, igiene e medicina, rallenta suo declinom basta a rallegrare, il desco quotidiano, lo aiuta dopo un giorno, di lavoro umano: con moderazione, offre acum chiarore, assieme fichi e fiori, cura depressione, se ho bevuto troppo, produce stordimento, sconfinano emozioni, oltre ogni commento, pertanto ecco misura, che aiuta partitura, del vino fatto di uva.

99:29 settembre per san Michele l'uva è come il miele, a estate san Martino ogni mosto è vino: VITE pianta antica, spesso addomesticata, torna abbandonata, selvaggia ermafrodita, Vitis Vinifera silvestre, produce grandi foglie, grappoli piccini, con acidi acini, un poco zuccherini. Vitis Vinifera coltivata, origina mar Nero, dopo molte selezioni, e locali ibridazioni, arbusto rampicante, portamento irregolare, sviluppa in lunghezza, fusto segue forme, Vitem intrecciare, Viere di Tartaria, serve a fare Vino, vinum fero porto, giunge con Etrussi, assieme grano ed orzo, miglio lino e cotone, canapa ed olivo. Vite pianta sacra, religiosa inizianda, di Osiride e Bacco, figlio a Giove che apprese, su consiglio di Sileno, a trarre forza ed energia, bevendo succo di uva rossa, imitando Stafilo pastore, in Russia-Anatolia. Dioniso dona pianta, a Enea figlio di Anchise, di Altea e di Afrodite, in cambio del permesso, di giacere con Altea. Foglie usate in Ottomania, nel piatto doldurmak, in greco dolmadakia, foglie fresche sbollentate, in involtini riso o grano, con pinoli uvetta e spezie, gustate assieme salsa yogurt. Lacrime dei tralci, è linfa fresca della vite, colta a primavera, in acqua diluita, cicatrizza le ferite, porri e verruche, piccole emorragie, sfiamma pure occhi, linfa buon collirio. Olio estrato dai vinaccioli, è omega nutriente, riduce stress ossidativo, e colesterolo in sangue, i Viticci nel decotto, depuran sangue e atrosi, sfiamman occhie e cavo orale, Vinacce fonte di etanolo. Vite quan risveglia, fà pianto guttazione, liquido da tagli, di tarda potazione, usato da Hildegarda, come medicina, Gemmoterapia, tratta fibromialgia, tendini e legamenti, Bach offre ai dittatori, a sfiammare presunzione, vite lignifica ad Agosto, da base ad apice, con nodi ingrossati, grappoli e cirri, impollinazio irregolari. |UVA FRAGOLA americana, Vitis Labrusca, da tavola o vino, pianta rampicante, da Usa orientali, Dakota Sioux pianure, rifugge suol calcareo, di vigne europee; suoi ibridi comuni, uva Fragola Isabella, labrusca e vinifera, buon gusto aroma selva, Lambrusco in latino, vuol dir vino selvati, resiste meno a Fillossera, + ad altri mali: piante produttive, resistono a gelo, giunte in Italia, legaron brusca loco, foglie grandi pelose, opache poco lobate, tralci lunghi e rossi, grappole compatte. Tutte uve fragola, hanno dolce sapore, ottima frutta, conserva alcuni mesi, sua vinificazio, dà vino poco alcolico, stabile e gradevole, 1 anno lo trovo: cogli in Ottobre, quan picciolo vira rosso, si stacca facilmente, da tralcio profumato, Fragolino vino, fermo o frizzante, Europa lo ha vietato, resta uso familiare; fragolino in commercio, è chimica bevanda, sciroppo e melasse, sen metanolo in Austria, vietare Uhudler vino, causò le proteste, vinifera ha metanolo, Fragolin non lo tiene; vinifera troppo macerata, fù scandalo primo, uva fragola in vini, reca vino bluastro, macchia metalli, inacidisce breve lasso, ha sapore legnoso, ma senza metanolo, precoce fin agosto, cogli fin Settembre, evita i metalli, se fai vino fragolino, frutto serba 1 mese, intenso profumino. |VITE cerca sole, x zucchero tenore, nel suolo potassio, che toglie acidità, pH cresce e vino, invecchia in qualità: potassio a forti dosi, forza maturazio, e lascia magnesio, fermo nel terreno. Vite fugge concime, troppo fermentato, cenere suo legno, potassio gli ha donato, sue foglie tagliate, come feccia vinacce, son ottimo concime, uva matura bene, stimolan la vite. Luogo arido e inclinato, migliora qualità, a clima arido resiste, in mille varietà, ama cenere-potassio, e sole del tramonto, pianura molto Vino, collina miglior Vino, dice contadino, che dopo terzo anno, vite pota corta, a dare più germogli. Vite orientata, in 4 direzioni, chiamale speroni, con due biforcazioni, Vite regge bene, + fasi siccitose, piogge assai forti, son umide dannose; se poto a primavera, fò dopo fioritura, elimino quei tralci, senza gemmatura, se germogli già, alzano la cresta, poto lego tralci, lento senza fretta. Cavolo ed Alloro, disturbano la Vite, Basilico con Ruta, le fanno saporite, Uva può aver muffe, tanta acqua è aceto-vino, pure botti sporche, muffe e virosi, malattie di vite, Oidio e Botride, a uva danno artrite, acari e insetti, Tignole e Fillossera. Insetto Fillossera, distrusse monoculti, allora fù innestata, europea su americana, inizia uso spinto, di farmaci e veleni, in Campania si fermò, sui piccoli terreni: ogni contadino fà uva, in più varietà, epidemia si ferma, a division fondiar, Uva Italia visse, + forme di vigneti, a destra Garigliano, basse le vedi, senza appoggi fissi, fitte strette piante, a sinistra Garigliano, viti tutte alte, appoggiate a olmi gelsi, distanti tra loro, Raseno ebbe vigneto, da viti abbandonate, pota ad alberello, e filari maritate. Gemme dormienti, rigonfiano piano, a dar germogli-foglie, miracolo ogni anno, ceppi vigorosi, sono + tardivi, fan 3 tipi gemme, dormienti succhioni, erbacei pampini, e giovan rinnovati, son tralci vigorosi, germogli femminelle, dalle gemme pronte, specie dopo piogge; da tralci tagliati, speroni a tre gemme, chiama capi frutto, su cordone esistente, han verticale fusto. Rami permanenti, cordoni orizzontali, verticali obliqui, secondo allevamenti, crescon sui tralci anno, viticci foglie e fiori, verso mese Aprile, rallentano in estate, in zone siccità, riprendono a Settembre. Cirri e infiorescenze, stesso nodo emana, cirri dopo 1 anno, staccano da pianta. Foglie o pampini, 3-5 lobi a lembo, dipende da vitigno, clorofilla esce, Autunno giallo rossa, Vite fà pannocchie, 1 grappolo su asse, frattale si espande, a partir da quarto anno. Frutto acino bacca, verde giallo o rosa, viola rosso e nero, in grappolo scalare, al ritmo di 6 giorni, forma primo cirro, sotto esso fanno, i grappoli novelli. Fioritur scalare, e forma allevamento, ritarda 30 giorni, cascan fiori infecondi, uve-tavola viti. Grappoli spargoli, hanno acini radi, i serrati son compatti, a uve vino adatti, mantiene posizione, se grappolo capovolgi, acini da tavola, buon spargolo dirado; dopo allegagione, può accader apirenia, mancata nascita semi, come uva Sultanina, di Pantelleria, midi luglio e agosto, + zuccheri fà, stop accrescimento, tessuti organizzar; vira colore, scompar verde clorofilla, risaltano antociani, Pizzuta e Zibibbo, Barbera e Malvasia, Greco e Regina, Moscato e Sangiovese, Trebbiano toscano, riduce glucosio, aumenta fruttosio, riduce acidità, mali tartaro e citro, gradual preval tartarico, ad aver uva passa, serve maturazio. Mosto è succo polpa, e vinacce raspi bucce semi, in Estate piovosa, zucchero riduce, la vite resiste, a basse temperature, gemme dorme -20, sensibile a risvegli, in zone + fredde, dorme prima sveglia tardi, teme gelo tardo, a primaver -10. In zone calde, sveglia precoce, gelo picchia germogli, con apici e fiori, danni pure reca, gelate autun precoci, su tralci ancor erbacei. Pacciame aghi pino, aiuta piante a est, che subiscono gelo, e disgelo ricorren, alto calore, lungo sopra 45, acini dissecca, azzera acidità. Pioggia nutre Vite, specie a primavera, pur leggere estive, e matura rugiada, traspirano acini: se nebbia è letale, fà polline marcire, e zuccheri scemare, lunga siccità, crescita ferma, zuccheri impedisce, come forte vento, Scirocco idro stress, o aerosol mare, bora maestrale, reca giovan tralci traumi. |SETTEMBRE uva fatta, mentre il fico pende, Orione e Sirio stelle, vedi sopra cielo, inizia Raseno, raccolta fin Settembre, Uva lui dapprima, espone bene al sole, ad aumentar fervore, zucchero tenore, Uva lui raccoglie, assieme amici e bimbi, mette entro tinozza, stacca alcuni raspi, balla a piedi nudi, danza in allegria, coi piedi spreme uva, succo si raccoglie, dentro tina blu, mosto ricavato, verso imbrunire, metto in damigiane, di vetro rivestite. Mosto fermenta, in botte fin gennaio, ma in settimana, clima ha rinfrescato, rallenta fermento, di lievito in bianco, mentre Vino rosso, ancora bolle allegro, travasa vino fiaschi, filtrato della feccia. Uva amar tannini, sono dentro a seme, mentre nella buccia, miglior tannino tiene, man mano inattivati, duran maturazione, quindi rilasciati, nella macerazione. Vinificare rosso, macerazion + lunga, estratti + tannini, rispetto alla bianca, tannini carbonio, si attraggono a forza, + vino con tannini, + ruvido in bocca; tannini astringenti, legano ai composti, proteici e alcaloidi, consuman ossigeno, sfecciano e preservano, ma tu evita eccesso. Un anno siccitoso, arsura fece danni, Luglio vide uva, da grandine distrutta, maccata quasi tutta, poi imprevisto clima, giunse inaspettato, uva asciuga prima, rimargina e matura, Raseno è fiducioso, vendemmia è dimezzata, ma vino vien di annata.| Raseno narra BACCO, che vive nei Nuraghe, alte torri in pietra, cantina piano terra, con grani magazzino, in campi e frutteti, di fianco le capanne, ripari stagionali, con pelli di animali, arredate per sdraiarsi, mangiare e bere vino, e di aria rinfrescarsi. Raseno post vendemmia, in TINOZZA spreme uva, allegro spreme succo, e vede scolatura, finire in grande orcio, pithoi raccoglimento; riempie bene orci, fermenteranno in vino, pressa ancor residui, sacco torchio fino, pigia calcatorium, torchia in turcularium, il satiro è Raseno, che narra vinu bonum. 1 settimana dopo, di grande ebollizione, mosto è travasato, in altro contenitore, filtrato da residui, con un setaccio grano, fermentazione lenta, farà in seconda mano: già dopo tumultuosa, bollitura mosto, ossigeno controllo, sugher tappo posto, fornire aria extra, or che vino è fatto, i batteri di Aceto, stimola al misfatto. Lascio un poco aria, fin sotto orlatura, lascio aperto fiasco, se vedo bollitura, Vino trasferisco, a più stadi fermento, metto in bottiglioni, per magazzinamento: se arriva Tramontana, è tempo svinatura, spesso avanti Inverno, termina bollitura, fiaschi e damigiane, con acqua mare lavo, oppure barilotti, di legno rabbonato. Vino si raffredda, nel corso di stagioni, risveglia in cicli-fasi, delle lunazioni, modi son migliaia, a farlo in mille modi, Vino tien segreto, in succhi interni moti: segreto di sua vita, è lievito fermento, muta in succo vino, calore e nutrimento, Seba suggerisce, col mosto già nei tini, da 22 a 30 gradi, ottiene rossi vini; da 17 a 20 gradi, ottien bianchi vini, mentre aceto arriva, senza troppi avvisi; puoi fare 2 travasi, con Luna calante, una a Novembre, altra a Marzo fante, zucchero fermento, da microbi prodotto, in cerca di energia, a mantenere vita, in primordiale brodo, mangiano glucosio, espellono etanolo.| Saccaromiceto cerevisie, vive sopra succhi, di uve lacerate, viaggia con insetti, in poca quantità, avvia trasformazione, ossigeno gli serve, x moltiplicazione: lente spremiture, fermentan + veloci, zucchero e calore, aumentano i coloni, fermentazione vino, dura fino a quando, lievito muore, in alcol suo frattanto; dopo 1 anno o 2, asprezza ingentilisce, tartaro in cristalli, sul fondo finisce, tannino di bucce, colora e dà sapore, feccia antiossidante, abbonda + calore; mezza fermentazio, reca vin + dolce, aggiunta miele apis, fà alcol + forte, maltorzo e quercia, o resine cedro, antiossidanti, rallentan Vino aceto: bere vin corretto, a resina quercia, umani e vin malati, cura e preserva, Vini amar tonici, x stomaco e nervi, dolci digestivi, aromati a cervelli. Alcol rallenta, combustion di corpo, bevo mezzo litro, urin diventa fuoco, scende fame sale urina, stimola emuntor, vin secco medicina, anziani aiuta ancor, i vini da dessert, forti e tumultuosi, irritan la donna, e persone nervose.| Raseno offre vino, a dileguar tristezze, scova butta fuori, con verbo ebriulare, vien brillo da vino, espansione cuore, e risate con brio: ebbrezza di salute, medicina Hildegarda, per arte e lavoro, e festa di Cana: ciascuno ritrova, ebbrezza che cerca, uso od abuso, bruttura o poesia, dipende dai gusti, Vin sosta a cervello, in fegato reagisce, seconda le dosi, perverte o abolisce. |ALCOOL ambivalente, aiuta o distrugge, riempie galere, orfanotrofi e ospedali, molla del progresso, balsamo e veleno, di medici e affari, uso abuso esteso: se alcolismo acuto, dà vomiti muco, sa dare emorragie, delirio + confuso, coliche e diarrea, malessere secchezza, gran dimagramento, ostinata stitichezza.| VINO a basse dosi, tratta eccesso febbri, se vien somministrato, come flebi cibi, non causa calore, ripara forze interne, di muscoli e nervi, e ghiandole ferme: adulti vino in bocca, scaldano e spruzzan, lavano neonati, prima con acqua, poi vino a rinforzare. Vino calma calcoli, renali e biliari, allevia anemia, fatica arti inferiori, fragilità capillare, emorroidi e venoso, Vino cura molti mali, sprona ogni età, gioie senza inganno, fà ghiotti animali, e Moscerino frutta, buon vino fà buon sangue, buon umore e pensieri, stimola endorfine, aiuta relazioni, allenta ogni pudore; se conservato, allieta vecchiaia, mio passato è rosa, dice Mantegazza, la vita appar felice, anche in ora tarda, sorseggi lentamente, moderazion riscalda. frutteto_vite-alberello_pantelleria.mp4frutteto_vite-alberello_potatura.mp4audio
||Vino è sangue Cristo, nelle nozze dei Cana, bevanda tonica usata, in chiese e monasteri, uva tavola e vino, la coltiva pur Noè, dopo del Diluvio, ebbro fu per primo, dice Columella a Virgilio, diffuse tecniche coltivo, potatura e portamento, alberello o pergolato, medicinal succo di Plinio, in vino Veritas poichè, canti e ridi e dici il vero. Foglie curano la pelle, allevian vene varicose, emorroidi e geloni, rafforzando i capillari. Turioni consumati, olio e limone oppur lessati, in uova strapazzate, saltate con spaghetti, risotti e zuppe varie, tenute per inverno, sottolio o sottaceto. Uva depura e cura, gotta e uricemia, arresta anche artrosi, aiuta i polmoni, a pazien tubercolosi, persone poi guarite, tornano graduali, consumo alimenti, sen dolci-carboidrati. Gandhi nei digiuni, beve succo uva, cura che agisce, da sola indipendente, specie in autunno, rimedia stitichezza, resveratrolo buccia nera, su ossidi-tumor, a donne menopausa, allevia vampate, contrasta sbalzi umore. Acini resveratrolo, vitamine e minerali potassio sodio fer magnesio, calcio A C B PP, radici e acini buccia, potente antiossidante, sfiamma e depura, fluidifica il sangue, scema colesterolo, protegge cardiovasco; bollita concentrata, è molto zuccherina, per anemici ed anziani, bimbi gracili o ammalati, buon convalescente, rassoda pelle liscia, taglia acini a metà, strofina collo e viso, su herpex io strofino, aiuta guarigione, grazie acido tannino, fenolo antivirale. Fette pane e vino, posa su ferite, infuso di foglie, aiuta i capillari, mastica acini con semi, rinforzano gengive.


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