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voce: nori


andreacristoAndronico Cristo risorge a Pasqua X-185 (347) chi fa quell che sà, più non gli è richiesto alchemico | foto umanstoria | audio |  | storiaNC_andronico-zar-decreto.mov | storia_cronologia_X-185.mp4 |musica musica_cruzeirinho-mestre-irineu.mp4
dantedisegnoDante disegno in commedia liturgia (352) la memoria si perde e la scrittura resta alchemico | foto filosofi | audio | film_shaolin16.mp4 | film_shaolin17.mp4 | film_shaolin18.mp4 |musica santodaime_cruzeiro-irineu31-60.mp4
danteinfernoinferi e cieli, Dante scala oggi e ieri (356) se preghiera cura, vecchio piton non fà paura alchemico | foto umanstoria | audio | filosofi_dante-purga-ultimaprova.mp4 | musical_promessi-sposi.mp4 | storia_isaccoangelo-lucifero.mp4 |musica santodaime_cruzeiro-irineu117-128.mp4
dantepurgatorioCommedia di Vita, labirinto intelligenza (357) quando Dio non vuole, i santi non possono alchemico | foto agrobuti | audio | iboflorida_yolene-congo-doc.mp4 | ../../video2/cheyssial/3.htm |  |musica fang04-mbiri-arp.mp3
guerracivileimpero scuoiante narrato da Dante (351) a mangiare e spettegolare tutto sta nel cominciare, tra i cannoni non vale la ragione, ma la fine dell'ira è principio del pentimento alchemico | foto umanstoria | audio | storia_cronologia-fomenko_magyar.mp4 | doc_gesuiti_zizzania_in_grano.mp4 | film_bibla_geremia-profeta.mp4 |musica 34_cento_livre.mp3
piccioneRondini Colombe Cince Tordo e Ghiandaia (65) 25 marzo Maria Annunciata, torna la Rondine, ma 16 agosto san Rocco, rondine fa fagotto, in Agosto colombo arrosto; 6 dicembre san Nicola di Bari, la rondine passa i mari  | foto uccelli | audio | uccelli_cinceallegra-famiglia_doc.mp4 | uccelli_rondine-africa.mp4 | fauna_cicinnurus.mp4 |musica uccelli_campane acqp.m4a
quetzalMariasabina con desheto e skapastora (286) chi insegna ai fanciulli, impara più da loro mescahuatl | foto wiramerica | audio | film_dune_en.mp4 | quetzalcoaltl_story.mp4 | film_mariasabina1979.mp4 |musica canto_mariasabina_sosonana.mp4
spirulinaQuinton mare iodio, mangia zuppa alghe (210) il vino nel sasso e il melone in terren grasso  | foto acquaetere | audio | flora_spirulina-thai.mp4 | alga_klamath_minerali.mp4 |  |musica 93_yage_Rio_Momon03.mp3

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347:chi fa quell che sà, più non gli è richiesto: Stefano Hagiocristofo, capo delle guardie, arresta Isacco Angelo, nobile traditore, giunto al suo palazzo, Isacco pronto scappa, galoppa e sferra spada, Stefano si accascia, cosi terrorizzando, sempre a colpi spada, taglia orecchi e mani, a militari guardia, Isacco va in Sofia, vuol colpo di stato, costringe patriarca, a nominarlo re, molti uniti a lui, nella grande chiesa, nobili risentiti, accrescon sua schiera, e inizia ribellione. 11 settembre 185, scoppia la rivolta, Isacco resta in trono, fino al 195, poi in 203, cadrà nella crociata, narrata nelle bibbie. Alba 12 settembre, Xristos arriva con triremi, entra suo palazzo, ma Isacco è imperatore, Andronico realizza, invia dei messaggeri, lascio la corona, a mio figlio Manuel, che Isacco non contento, alfine pure acceca. Aizzata la folla, dagli usurpatori, insulta lui e figlio, ferocia di untori, Andrea fugge la folla, e perde croce Tau, amuleto del suo clan, sale sul triremi, regale ancor vestito, una Tiara ancor indossa, colbacco russo a cono, fugge con due donne, sua moglie e Maraptica, la prostituta colta. Ribelli contro Lui, lo vogliono deposto, versione dei fatti, dipende dal cronista, nel libro di Enoch, emerge complotto, mentre De Clari narra, il suo ultimo giorno. Re coi fedeli, prova a fuggire, ma tempesta in mare, lo costringe a tornare, Apostoli fedeli, a taverna l'han portato, nascosero a sedere, dietro due botti vino, lui fa suo discorso, dell'ultima cena, tramanda Pane e Vino, per memore convito, visi stanchi e tesi, dopo quella cena, da sonno sono vinti, Cristo solo prega, che i suoi fedeli siano, fuor da punizione. Oste con la moglie, spian dietro barile, vedon regali vesti, consulta suo marito, denunciano sovrano, per gruzzolo danaro. Dopo arresto Re, palazzo dei Comneno, venne saccheggiato, oro argento e rame, Andronico portato, a palazzo di Pilato, giudice a Zar-grad, locale magistrato, Pilato disse a Cristo: a me ti consegnaron, capi tuo casato, all'alba ti consegno, a sovrano Isacco Angelo; sebbene interrogato, Andrea non risponde, ma nobili a convegno, votano sua morte, pesan catene ferro, usate pei leoni, cingon collo e piedi. Andronico subisce, davanti Angelo Isaxo, insulti sputi biffe, schiaffi e le torture, in prigione poi subisce, accecamento a un occhio, cavato da trofeo, Ciclope canzonato, anche un taglio mano, compare nei dipinti, e su Sindone lenzuola, dove compare pure, sua barba biforcuta, capelli lunghi a trecce, e un fisico temprato, dal digiuno sano. Lungo via del colle, ludibrio delle folle, presso l'ippodromo, appeso e maltratto, tra due statue in bronzo, di Lupa e di un Iena, la sua popolazione, istigata dal partito, della opposizione, cioè i verdi Prasinoi, Farisei e Sadducei, contro i blu Venetoi. Cristo li chiama, ipocriti farisei, infidi sepolcri, alle Deme di Zargrad, giocano i partiti, leukoi e rousioi. I latini alzano spade, sopra sue natiche, stando attorno lui, a turno colpendo, giudicano il taglio, uno affonda spada, negli intestini, da sopra la faringe, dopo sofferenza, Cristo si spense, ultimo sospiro, un gesto protende, porta mano destra, da poco amputata, estesa in agonia, su bocca assetata, evento ricordato, nel canto di Hallelujah. Dopo + giorni, suo corpo fu preso, dalla sua famiglia, di giudei comneni, Angelo e Duka, tutte imparentate, presso monastero, corpo poi scompare. Eclisse di Cristo, terremoto e pioggia, annuncia diluvio, in Yom-Ha-Shoah, Giorno del Ricordo, in Casa Salomone, Giovanni Presbitero, è San Iosafat indiano, e doge veneziano, in biografie doppiate, Giovanni corpo Cristo, porta fuori Yoros, lo imbarca fin Venezia, da Luigi Mocenigo, in basilica di Andrea, ma poi dona reliquie, a cognato Sebastiano, duca di Monferrato. Isacco riconferma, dopo morte Cristo, Theodor Kastamonita, qual primo ministro, Giacomo tradotto, buon amministratore, a gestir burocrazie, onesto nelle tasse, soffre croni artrite, ma è segretar di Stato, portato a baldacchino, muor di epilessia, nel giorno suo trapasso. Giovanni Battista, acquario in zodiaco, pelle di leone, gran bevitore di acqua, dopo regicidio, lui guida ribellione, contro Isacco Re, entra in cattedrale, riunisce + gente, per Angelo cacciare, lo fanno basileo, marcia gran Palazzo, con Alessio Duca, e Alessio Paleologo, futur eredi al trono, e amici di variaghi, di Sviatoslav clan. Gruppo fu tradito, uccisi o incarcerati, Isacco moglie Eufrosa, detta Erodiade, abusa di potere, ordina omicidi, temendo le folle, fa uccider Giovanni, durante la notte, testa decapitata, porta su piatto, in piazza mostrata. Dopo fallimento, del colpo di Stato, Davide e Alessio, lascian capitale, la Guardia variaga, li scorta a Nicea, da Yaroslav Galisky, amico di Cristo, detto Krishna in India, e Sakyamuni Buddha. |Esdra e Nemia libri, citano Moscovia, Israele pure detta, in affreschi di Cremlino, capo Kzar di olimpo, che Marco Polo ha visto, cita le visioni, di Padre Serafino, e dei padri della Ekklesia. Due secoli dopo, esce libro Apocalisse, in anno 486, poi nemici di Cristo, lo van manipolare, diventa un anticristo, confondono le acque, poichè mondo finisce, anno 492, diluvio universale, Daniele sogna a notte, visioni da narrare. Romanov 876, ristampa in malafede, kniga antikriste, patriarca zitto cede, dichiara fine mondo, in anno 666, sociale nervosimo, confonde le orde schiere, Moscovia si corrompe, fiacca resistenza, di cristica coscienza. Libro della Fede, detto Kniga-o-Vere, costuma pei cristiani, indossare croci Andrea, Romanov contesta, il segno della croce, lo muta in nume bestia: simbolo iniziati, viene capovolto, il buono col cattivo, cambiano di posto, Andronico arciere, cioè segno sagittario, divien Cassio/Isacco, centaurus molti re, Vol vuol dire toro, diavolo è Manuele; pure in bwiti fang, Satan sottomette, ad arcangelo Michele, che punisce fratricidio, 7 angeli poi, uniscon le famiglie, di Angeli e Comneni. |APOCALISSE narra cose, del tempo 486, messaggio a Sette Chiese, da lui evangelizzate, sette è simbolismo, a Chiesa di ogni luogo e tempo; seconda parte libro, tratta le visioni, avvenire della Chiesa, datando astri del cielo, ammonisce che la Chiesa, dovrà continuamente, regger persecuzioni, diffondere il Vangelo, e vegliar Gesù ritorno, curar lacerazioni, tra estreme posizioni. Giovanni comunica, con sette lettere a Chiese, quattro serie di visioni, Sette sigilli che sono: guerra e conquista, fame morte e martiri, fine di un mondo, intermezzo del trionfo, turibolo di oro. Sette Angeli con trombe: son grandine e fuoco, mare di sangue, astro Assenzio ed eclissi, locuste e cavalleria, (intermezzo inno celeste. Sette Segni invece sono; Dragone e Bestia Mare, Bestia della Terra, Agnello e le vergini, il Figlio dell'Uomo, la fine col giudizio. Sette Calici sono: versati sulla terra, sul mare e nei fiumi, nel sole e nell'aria, sul trono della Bestia, intermezzo dei tre demoni, ultimo combattimento, vision Yoros celeste, in epilogo finale, cioè desiderio ardente, di venuta Gesù gloria. Pitture apocalisse, frequenti bizantine, e pitture mozarabiche, dei cristiani di Spagna, sotto dominio ottomano, Donna vestita a Sole, la Vergine col Bimbo, e i dipinti di Durer, a Venezia 492, sentimento del paesaggio, dopo i cataclismi, innescati a fine mondo: Giovanni descrive, apocalisse 492, dopo Messa da Requiem, per strage di genti, lancia sereno messaggio, di speranza e consolazione, ai cristiani perseguitati, di ogni tempo storia, vittime persecuzione, di Vietnam Cambogia, e con pietra del Diaspro, fonda nuovo tempio, con giochi luci e specchi, eterni insegnamenti, contro tentazione, di abbandonar divin Amore, e cedere a scientismi, di false ideologie; nel Libro dei Proverbi, saggezza entri alla mente, delizia del tuo cuore, protegge dai malvagi, come fa Beatrice, in rima col poeta, nel libro della Vita, nova dello amore, quando fue in esilio, fece canzon morali, di amore eccellente, ninferno e purgatorio, e grazioso paradiso, a stimolar valori, con virtude e scienza, di cittadin memoria, Divina Commedia, è vertice poesia, da cantar con cura, come Bibbia racconta, stesse vicende in più forme, rielabora in più modi, come libro di Daniele, ha forma concentrica, accosta due concetti, a chiasmo incrociato, in versi od in prosa, con uno schema ABBA, come libro della Suda, di Rasna Yudei, così fà Manzoni, o Alexandre Dumas, Uno per tutti, e tutti per uno, chiasmi pubblicitari, frasi ad effetto, esiti paradossali. Gioele con Daniele, assieme ad Ezechiele, influenzano il testo, rivelato a san Giovanni: suonate tromba in Sion, date allarme sul mio monte, tremino abitanti, viene il giorno del Signore, giorno di nube e oscurità, tenebra e caligine, mentre aurora spande, sui monti un popol grande. Apocalisse di Giovanni, linguaggio anti-censura, è coscienza che protesta, e rivendica visione, di più giusta società, appello fatto da Daniele, a resister la tormenta, per le Chiese in crisi interna, con fermezza nella fede, che sconfitto sarà il Drago, dalle teste multiformi, lascia posto a Yoros pace, della luce e vita eterna. Sette Sigilli spezzati, Sette Trombe risonanti, Sette Angeli con Sette Coppe, del Giudizio universale, Sette Chiese a cui arriva, questa Rivelazione, svelamento apocalissi, nei periodi della crisi, quando profeti sono scarsi, ed i cieli appaion chiusi, uomo sente necessità, di rileggere sua Storia, come luce azion di Dio, che spacca terra e la squarcia, e ne sconvolge superficie, poi disperde gli abitanti, dividendo empi e giusti, come in Sodoma e Gomorra, per aver cuore salvato; barcolla terra di ubriaco, come tenda Lei vacilla, pesa su essa iniquità, cade e mai si rialzerà. In quel giorno Dio punisce, suo esercito di sopra, e i re della terra, radunati e imprigionati, in un carcere di attesa. Signore fiata tromba e marcia, fra i turbini di mezzogiorno, Libro Enoc etiopico, e il Libro Giubilei, sono bibbie Chiesa Copta, di rivelazioni orali, ricevute dagli autori, in forma di visioni, pien di immagini e figure, numeri e allegoria, di lunga interpretazione. Daniele sua visione, ne chiede spiegazione, ecco appar davanti, Gabriele aspetto uomo, io ebbi paura, e caddi faccia a terra, Egli allora disse, caro Figlio d'uomo, comprendi la visione, e narrala ai vicini: al tempo della fine, sorgerà Michele, gran principe che vigila, sui figli tuo popolo, sarà tempo di angoscia, come al sorger di nazioni, sarà salvo chi si trova, scritto dentro al libro, molti dormienti sveglieranno, dalla polvere di terra, alcuni a vita eterna, altri alla vergogna, o saggi splenderanno, come il firmamento, se avranno indotto molti, alla giustizia bella. Gesù disse loro, guardate che nessuno, vi inganni in nome mio, con tentazioni varie, rimedi innaturali, e idee contro la vita, quando poi sentirete, parlare di guerre, calmi rimanete, poiché serve che avvenga, ma non sarà la fine: nazion contro nazione, e regno contro regno, vi saranno terremoti, carestie epidemie, sarà principio dei dolori, fratello vende fratello, il padre vende il figlio e figli contro i genitori, si metteranno a morte. Sarete odiati da tutti, a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato, alla fin sarà salvato, san giorni tribolazione, ma il Signore abbrevierà, a evitare la estinzione. Il sole si oscurerà, la luna sarà opaca, divi iniziano a cadere, le potenze son sconvolte, tutti vedranno il Figlio d'uomo, venir su nubi con potenza, manderà gli angeli e riunirà, i suoi eletti ai quattro venti, dalla terra fino al cielo, dentro tutto il firmamento. Apocalisse di Giovanni, Gesù Cristo gli rivela, invia testo ai cristiani, per legger meditare, il tempo del Cristo, Regno già compiuto, in modo certo e definitivo. Giovanni legge il presente, scorge il disegno divino, con linguaggio apocalissi, ma non fugge nel futuro, le promesse del Cristo, sono già realizzate, in ogni uomo è Regno Dio. Gesù è centro visione, che guarda intera storia, raduna suoi eletti, da ogni angolo di Terra, combatter suoi fedeli, equivale ad affiliarsi, agli adepti di Satana, poter politico anticristo; egli esorta tutti, resister tribolazione, sicuri di salvezza, alla presenza Cristo, nel Regno di sua luce, che realizza il destino, di storia umana al mondo. San Paolo, ai Tessaloni, il Signore scenderà, alla voce dell'arcangelo, che suona la sua tromba, risorgeranno i morti in Cristo, poi noi vivi superstiti, rapiti insieme a loro, tra nuvole andremo, incontro al Signore, confortatevi a vicenda, con tal parole di speranza. Questo è il libro Chiesa, del popolo di Dio, che tiene fede in Cristo, e speranza Suo ritorno, fedele a Sua parola, regger persecuzione, fino a sua venuta, dopo la tempesta, del Giorno del Giudizio, a ogni ciclo della storia, rifiuta idolatria, e il potere che la impone. Giovanni si presenta, ai lettori qual fratello, compagno in tribolazio, figlio di Zebedeo, deportato per sua fede, all'isola di Patmos, primo vescovo di Efeso, ha grande autorità, tra Chiese di Anatolia, apostolo giudaico, morto di vecchiaia, vissuto con Maria, affidatagli dal Cristo, nel regno di Traiano. Giustino imperatore, lo chiama anche profeta, autore di un Vangelo, e libro Apocalisse, fà scuola giovannea, ai padri della Chiesa, Ireneo e Tertulliano, Origene e Agostino, Clemente di Alessandria, Gerolamo Epifanio. Libro di Daniele, presenta più visioni, avvenute in sogno, e ne scrive relazioni: ecco i quattro venti, si abbattono impetuosi, sul Mar Mediterraneo, e quattro grandi bestie, salivano dal mare, quattro belve quattro imperi, influenzan successive, fin Giovanni apocalisse, forze ostili a Dio, ma Lui le sottomise. Marduk vince Tiamat, gran drago del caos, col corpo crea cielo-terra, quattro esprime totalità, quattro angoli del mondo, quattro esseri salgono, dal mare del caos. La prima simile a leone, con ali di aquila, io stavo guardando, le furon tolte ali, sollevata da terra, fatta stare su due piedi, le fu dato un cuore d'uomo. Ecco seconda bestia, simile ad un orso, stava alzata da un lato, avea tre costole fra i denti, e le fu detto Su! divora molta carne. Mentre guardavo, ecco una come leopardo, ha quattro ali e quattro teste, e le fu dato il dominio, guardo ancor visioni notte, ecco una quarta bestia, spaventosa ha denti ferro, una forza eccezionale, divora e stritola il restante, lo calpesta sotto i piedi, diversa dalle altre, aveva dieci corna. Animali ibridi, prototipo è Chimera, corpo leone e testa capra, coda serpente sulla schiena: Leone alato si trasforma, in essere umano cammina Orso avido di preda, ha costole in bocca, Leopardo alato a quattro teste, è snellezza agilità, quarta ha forza spaventosa, denti di ferro e dieci corna, come il Cinghiale Calidonio. Daniele avea pregato, in digiuno veste sacca, di cenere cosparso, come un sadhu indiano, nel Giorno di Espiazione, detto Yom Kippur, astensione dai profumi, scarpe e cibi eccelsi, rapporti con la moglie, dopo tre settimane, Gioele raccomanda: proclamate un digiuno, convocate assemblea, adunate gli anziani, nella casa del Signore, a scongiurar calamità, siccità e carestia, pestilenza e flagelli, rievocate tragedie, distruzione del Tempio, coltivate memoria, nel digiuno di Idegarda. Daniele ha visione, a marzo-aprile Pasqua, sulla sponda grande fiume, alza occhi e guarda, Uomo vestito di Lino, con ai fianchi cintura d'oro, suo corpo come topazio, sua faccia come folgore, suoi occhi fiamme fuoco, braccia e gambe lucente bronzo, sue parole come clamore, di una moltitudine, stesso simbolo torna, nel Libro Apocalisse, Lino è fibra pregiata, morbida e resistente, usata a fasciar mummie, Sacra Sindone è in lino. Topazio sanscrito tapas, calore di una pietra, tra le dodici incastonate, nel pettorale del Sommo, Giobbe paragona Sapienza, a gialla pietra di Topazio, che proviene da Etiopia, crea le ruote del carro, nella visione di Ezechiele, metallo incandescente, assieme al Diaspro è fondamenta, delle mura di città, il secondo è di Zaffìro, il terzo è Calcedònio, il quarto di Smeraldo, il quinto Sardònice, il sesto Cornalina, il settimo Crisòlito, l'ottavo è Berillo, il nono è Topazio, il decimo Crisopazio, undecimo è Giacinto, dodicesimo è Ametista, apocalisse ricorda. Daniele solamente, vide la visione, mentre uomini con lui, ebbero terrore, fuggirono a nascondersi, lui rimase solo, contemplare gran visione, e si sentiva senza forze, anche a Saulo Tarso, apparirà il Signore, sulla via di Damasco, ebbe visione solo lui, sebbene i suoi compagni, udiranno stessa voce, e fermati ammutoliti, non vedono nessuno. Daniele è sconvolto, da questa visione, timore della morte, gli calano le forze, udito il suono di parole, cadde stordito a terra, una mano mi toccò, e tremante mi rialzai, appoggiando palma mani, ecco poi la voce: Daniele prediletto, intendi le parole, alzati e sappi, io son Primo e Ultimo, stesso angelo rincuora, Giovanni apparizione, indebolito da visione. San Giovanni riprende, visione Figlio d'Uomo, faccia come folgore, occhi fiamma e arti argento, i piedi come bronzo, purificato al crogiolo, suo volto come il sole, in tutta la sua forza, vede Iddio faccia a faccia, metafora che esalta, trascendenza divina, occhi sede dei fulmini, san vedere ogni cosa, bronzo indica perfezione, su finitezza umana, come il viso di Mosè, che divenne fosforescente, dopo aver parlato, nella tenda dove è l'arca, Mosè scese dal Sinai, con due tavole Testimonianza, tutti videro sua pelle, divenuta raggiante, dopo avere conversato, nell'Esodo in Italia. Filone di Alessandria, vede 5 bestie, come quattro imperi, al pari della statua, poter politico bestiale, che cerca a più riprese, di sterminar Giudei, e spegner loro fede, come un mostro assetato. Leone è Babilonia, potenza dominante. Orso è castigo, che spazza via graduale, lo strapoter dei primi, che godevano il bottino, Leopardo alato è, impero di San Giorgio, che rapido riunisce, 127 province, morendo in battaglia, domina su tutto, da India a Etiopia, nel Libro di Ester, contemporaneo a Daniele; Leopardo ha quattro teste, e guarda quattro punti, Giovanni sintetizza, poi unico drago, che ha Denti di ferro, cannoni in molte guerre, espugna fortezze, coglie molte spoglie, suo cuore si esaltò, di orgoglio si gonfiò, raduna forze ingenti, e conquista tributari, mentre osservo il corno, spunta uno più piccolo, mentre son divelte, tre di prime corna, quel corno aveva occhi, e parla in alterigia. Apocalisse di Isaia, e quella di Zaccaria, nel libro di Gioele, e quello di Ezechiele, il Signore spacca terra, ne sconvolge superficie, ne disperde gli abitanti, soppesando iniquità, dei re della terra, radunati e imprigionati, in una fossa rinchiusi, arrossirà la luna, impallidisce il sole, perché il Signore degli eserciti, regna sul monte Sion, e davanti ai suoi anziani, sarà glorificato, il Signore comparirà, come fulmine sue frecce, darà fiato alla tromba, e marcerà nel mezzogiorno, il Signore degli eserciti, proteggerà gli animi giusti, calpestando gli iniqui, suonate la tromba, date allarme sul mio monte! viene il giorno del Signore, di tenebra e caligine, di nube e oscurità, come aurora si spande, sui monti un popol grande, un orda d'oro forte, divora e brucia fiamma, come il giardino Eden, è davanti a lui, mentre dietro a lui, è un deserto desolato, ai quattro punti cardinali, scaglia ira del giudizio, delle tue opere nefande, non avrò compassione, saprete sono io il Signore, sventura al malfattore, ripete Ezechiele. |Dopo 4 costellazioni, in visioni di Daniele, arriva un vegliardo, che su trono si assise, veste candida e i capelli, candidi come lana, suo trono ha ruote ardenti, e un fiume fuoco scende, lo servono a migliaia, suoi libri a corte aperti. Dio con veste neve, è antico di Giorni, simboleggia antichità, controlla universo, fiume delle stelle, ha suprema maestà, avvia giudizio universal, aprendo i libri storia, processa in qabbalah, uccide brucia bestie, a cui poter concesse, solo per un tempo, poi rinnova il mondo; nelle vision notturne, appar su nubi cielo, ecco figlio di uomo, giunse su al vegliardo, che gli diede potere, gloria e regno sui popoli, su nazioni e lingue, suo potere non tramonta, mai verrà distrutto, Dio consegna al Figlio, Regno suo Vegliardo. Figlio di uomo sarà, significato collettivo, che passa a individuo, ma pure viceversa, è ol Popolo dei Santi, figli umani non piegati, alle persecuzioni, ricevono da Dio, in premio lor vittoria, un regno universale; figlio d'uomo prefigura, persona dei Messia, che riceve da Dio, un mandato a regnare, per sempre le nazioni, bar enash aramaico, ben adam di Ezechiele, Gesù lo dice a se stesso, processato al Sinedrio, notte Giovedì e Venerdì Santo, vedrete il Figliolo, venire sulle nubi, come Stefano protomartire, pien di Spirito Santo, al termine processo, si conclude sua condanna, per lapidazione, ma gli accade visione, cieli si aprono e vede, Figlio d'Uomo a destra Dio. Xristos Kyrios Signore, Figlio di Dio, in linguaggio apostolico, duplice insegna, umanità e ragione, contro feroci quattro bestie, 4 imperi colossali, in orgoglio ed empietà, dominati da violenza, spariti e succeduti. Papa Benedetto vede, che a bestie dal mare, venute dagli abissi, si contrappone l'uomo, venuto dall'alto, bestie sono i regni, nei secoli esistiti, il figlio di uomo giunge, sulle nubi cielo, annuncia un regno umanità, che giunge da Dio stesso, storia desiderata, vera universalità. Il figlio dall'alto, contrario alle bestie, non è un individuo, ma il Regno a cui il mondo, raggiunge meta finale. Enoc cita un figlio, che è luce di nazioni, fontana di giustizia, giudice e salvatore, Esdra vede un figlio, Messia sale dal mare, e vol su nubi cielo, con soffio di sua bocca, sconfigge suoi nemici, poi raccoglie intorno, tutte tribù disperse, come sognò Daniele: in quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole oscurerà, e la luna fermerà, gli astri van cadere, il cielo appar sconvolto, allor vedranno tutti, il figlio dell'uomo, il servo disprezzato, reietto dagli umani, che offrì la propria vita, a salvezza dei fratelli, venire sulle nubi, con potenza e gloria. Gesù Figlio dell'Uomo, Gibran Khalil canta, poeta libanese, Pietro venne avanti, Maestro stiamo assieme, se non ci lasci, su questo sentiero, le ombre della notte, andranno via al mattino.. Gesù rispose loro: le volpi questa notte, avranno loro tane, gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell'Uomo, non ha da posar capo, desidero star solo, e se mi cercherete, sarò presso il lago, dove vi ho trovato; lo vedemmo andare a occidente, in maestosa solitudine. Giovanni si rivolge, a uno dei vegliardi, ad avere spiegazione, della sua visione, così fa pur Daniele: mi sento venir meno, tante visioni a mente, mi avevano turbato; mi accosto ad uno appresso, domando il significato, di tutte queste cose, ed egli mi spiegò: Le quattro grandi bestie, sono quattro re, sorgono da terra, ma gli angeli di Dio, saranno dei custodi, del regno Portogallo, appaion tre anni prima, ai veggenti pastorelli, di Fatima Maria. Arcangelo Gabriele, annuncia a Maria, concepirai un figlio, e lo chiamerai Gesù,Dio gli darà il trono, di Davide suo padre, e regnerà per sempre, su casa di Giacobbe. Gesù regalità, si estende a intera storia, abbraccia tutti i popoli, concede Vita Eterna, a chi la riconosce. Il corno della bestia, è individuo assai potente, muove guerra ai Santi, per poco li sconfigge, la Bibbia cita il corno, in forza militare, strumento offesa toro, successo nelle imprese, come il cornucopia, è conseguir vittorie, perderlo vuol dire, andare verso sconfitta. Il corno diventa, un attributo regale, dei conquistatori, ecco la visione: la quarta bestia è, un quarto regno forte, che stritola la terra, e la calpesterà, sue dieci corna sono, re nati da quel regno, dopo di loro segue, un altro più orgoglioso, che abbatte i precedenti, e insulta l'Alto e i Santi, mutando legge e tempi, cambiando il calendario, per tre anni e mezzo, metà di sette anni, cioè tempo di pienezza, nel biblico linguaggio: più tempi e la metà di un tempo, si terrà poi il giudizio, e gli sarà tolto il potere, verrà poi sterminato, distrutto completamente; allora il potere, e grandezza dei regni, saran dati ai Santi, che serviranno il Cielo. Antioco Epifane, bestia nera dei Maccabei, costrinse gli Ebrei, adottar usi degli elleni, uccide chi rifiuta e succede a 10 re, da Alessandro Magno, a Seleuco amor del padre, dopo i Tolomei; nonostante la superbia, e violenza del corno, sarà sconfitto e punito, e suo regno e potere, saranno trasferiti, ai Santi dell'Altissimo, Giudei perseguitati; la Storia non è fatta, da potenze terrene, mostri che dal mare, sono caos e inferno, ma è fatta dal Signore, che compirà il giudizio, annientando i var tiranni. Antioco Epifane, muore mentre marcia, contro Re di d'Armenia, in primo Libro Maccabei, il persecutore dei Giudei, muore di crepacuore, quando ebbe saputo, che la sua persecuzione, finì col fallimento, assieme alla sconfitta, lui prima di morire, conosce malefatte, e la giusta vendetta, del Dio d'Israele, proprio come fanno, Nabucco e Dario il Medo. Duelli tra animali, aventi varie corna, in bestiari medievali, duelli tra più regni, il montone perde corna, suo regno è sostituito, da quello di unicorno, che infine pur si spezza, e ne sorgono altri quattro, nei punti cardinali; da uno di essi sboccia, un altro piccolo corno, che cresce a dismisura, contro pur milizia celeste, trascina giù dal cielo, un terzo delle stelle, precipita su terra; immagini e colori, rivisitan la storia, di politici mutamenti, cui Tartaria ha fatto spese, il montone è Gran Tartaria, con due corna unite, uno va più alto, conquista il predominio. Il capro incarna invece, mondo anglosionista, un solo grande corno, spezza le due corna, ma al culmine potenza, si rompe tale corno, subentran quattro corna, ovvero i generali, che dividono impero, poi da uno di essi, spunta un persecutore, che perseguita Ebrei, e la milizia celeste, getta a terra una parte, come stelle giù dal cielo, volto contro san Michele, che è capo di milizia, cioè il sommo Sacerdote, gli toglie la funzione, nel Tempio e nel santuario. |Geremia lamentazioni, avverte Giuda regno, imminente invasione, da un conquistatore, un leone appostato, pronto a ghermire preda, alzate un segno a Sion, fuggite senza indugio, da settentrione arriva, sventura gran rovina. Il leone da boscaglia, è distruttor nazioni, fuor di sua dimora, reca desolazione, città saran distrutte, non restano abitanti, sui monti ci ha inseguiti, in deserto ha teso agguati. Leon con ali aquila, è impero UK e Usa, muta da felino a uomo, perde parte strapotere, preparando sua sconfitta, da parte successori: quattro venti del cielo, si abbattono impetuosi, da stelle del Leone; poi da Orsa Maggiore, a est era la Lince, e termina in Dragone, quattro immagini celesti, leone orso leopardo e drago. Apocalisse rivelazione, è gener letterario, diffuso anche ai Cristiani, Apocalisse dei vangeli, Marco Matteo Luca e Paolo, Gesù inizia a dire loro: guardate nessuno v'inganni, molti verranno in mio nome, e inganneranno molti; e quando sentirete, parlare di guerre, non allarmatevi, ciò deve avvenire, ma non sarà la fine, si leverà nazion nazione, regno contro regno, terremoti sulla terra, pandemie e carestie, principio dei dolori, fratello contro fratello, padre contro figlio, figli contro genitori, sarete odiati da tutti, a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato, sino a fine sarà salvato, in quei giorni tribolazione, dall'inizio di creazione, fatta da Dio sino a oggi, il Signore abbrevia i giorni, a motivo degli eletti, allo scopo di salvare, le sue anime fedeli. il sole si oscurerà, la luna sarà opaca, gli astri van cadere, i cieli fanno cataclisma, allor vedranno il Figlio d'uomo, venir su nubi con potenza, manderà angeli a riunire, i suoi eletti ai quattro venti, dalla terra fino al cielo, al suono della tromba, discenderà dal cielo, risorgeranno i morti in Cristo, e i superstiti rapiti, tra le nuvole ad andare, incontro al Signore, confortatevi a vicenda, con queste parole. |POEMA in quattro dimensioni, Giustiniano accompagna Dante, nel cielo mercuriale, per entrar ciel di Venere, sigillato dallo Spirito, quarta parte dell'uomo, con Corpo Anima e Intelletto, uomo è tetrade redento. Jung scrive in Libro Rosso: lo spirito del profondo, mi ha tolto fede nella scienza, e dedizione agli ideali, mi ha costretto a calarmi, in cose ultime e semplici, mi ha tolto tutte mie conoscenze, per servire il paradosso, mi ha tolto linguaggio e scrittura, per ciò che usciva dal servizio, di fonder senso e controsenso, a produrre un senso superiore, Uroboro tonda verità, serpente alato Quetzalcoatl, con artigli e corona, mentre Spirito senz'ali, senza artigli è la Materia, maschil femmina yin-yang, nessuno vive senza l'altro, e custodiscono al lor centro, lo scibile conosciuto, terra anello Salomone, cioè cintura equatoriale, costellazione del Serpente, trattenuto da Asclepio, figlio di Apollo medico, che sà resuscitare i morti. Serpente simbolo infinito, immortalità e metamorfosi, protettor delle stagioni, di salute e fortuna, lasciato libero a muoversi, segno regale sulle teste, ogni corona è un uroboro, Diritta Via tra due abissi, dell'alto e del basso, indica il peso nostre scelte, via Regia via Aurea, caput e cauda dell'Opus, compiuta in tre fasi. Ovidio narra della fine, di un feroce serpente azzurro, ucciso da Cadmo in tre fasi, prima lo schiaccia con macigno, ma quello rimane indenne, poi lo trafigge con la freccia, ma il serpe furioso lo morde, così trafigge con lancia, inchioda serpe alla quercia, Cadmo dopo sua morte, è trasformato in serpente, nella entrata aperta, al palazzo chiuso del Re, sta scritto quanto segue: apprendete su qual quercia, Cadmo infisse il serpente; se macigno è nigredo, freccia è volatile albedo, lancia punta è rubedo, e sconfitto il serpente, conquista la sapienza, Cadmo con Sophia, equivale Adamo ed Eva, che vivon separazione, dal mondo degli dei, a sue nozze con Armonia, figlia di Marte e Venere, gli fanno dono di Alfabeto, strumento di conoscenza, separandosi eremita, dal mondo degli umani. Dio Sole luce intelligenza, pietrifica il serpente, trasformandolo in strumento, di ricerca conoscenza, Sole che viaggia circolare, da EST fino a OVEST, e incide raggi a Terra, avvolge come serpente, intero ciclo d'anno, e ci invita a seguire in noi, il riflesso suo tracciato, e nella fossa dei Serpenti, Daniele affronta il Mistero, crocefissione asse polare, in movimento elevazione, verticale e orizzontale, due braccia in croce quadra, che Intelligenza coglie e ama. Dio nutre lo spirito, scrive Jung in Liber novus, disegna mandala jukurpa, che insegna Uomo nasce in croce, prigioniero oppure libero, in sue 4 dimensione: Dio mi chiama a entrambi i lati, sebbene vuole via di mezzo, dove inizia lungo cammino, Jung rivela in Libro Rosso, il suo sogno notturno, il suo incontro con lo Spirito, ci conferma che all'immagine, si risponde con immagine: Vidi nero serpente salire, strisciando lungo il legno croce, penetrò nel Crocifisso, per uscire trasformato, dalla bocca stessa a Cristo, ora di colore bianco, si attorciglia qual diadema, attorno a testa del morto, una luce irradia il capo, mentre a est si leva il sole, restai a guardare confuso, ma il bianco uccello su mia spalla, mi disse Lascia che piova, che soffi il vento e il fuoco bruci, che ogni cosa abbia sua crescita, lascia tempoal divenire, quando la via entra alla morte, tra putrefazio ripugnanti, la via risale dall'oscuro, ed esce da bocca che redime, e porta in alto il sole nuovo, redenzione forza umana, in lotta contro oscurità; nostra libertà sta in noi, pur se vincolati a esterno, libertà interior si crea, mediante il simbolo parola, che esce da bocca e non si calcola, ma si posa sulla lingua, come parola forte e urgente, che sale dal profondo Sé, parol appar stupefacente, irragionevole talvolta, ma la riconosci come simbolo, in quanto estranea a mente conscia. Al mattino leva il sole, e da mia bocca esce parola, pure uccisa freddamente, perché ignor sua redenzione, se invece accolgo la neonata, essa cresce e fà da auriga, parola è guida via di mezzo, che oscilla come la bilancia, parola è Dio che ogni mattina, sorge ai popoli e li guida, si rinnova in molte forme, pur compare acque notturne, in cui assopita se ne resta, e all'aurora si ridesta. FUOCO sapienza è gran Mistero, ben praticato dai contadini, che brucian campi perché, da cener nasca la nuova vita, questo sapere manca ai ladri, morir risorgere del REBIS, re-integrazione anima e corpo, maschile e femminile, Uomo e Divin cosmo, Rebis frutto nozze celesti, il DUE si fonde dentro l'UNO, nel ladro invece và in nessuno. Uno inizia dopo nato, intuir dualità di tutte cose, maschio e femmina giorno e notte, cielo e terra vita e morte, poi da unione di Uno e Due, nacque triade del 3, Padre Madre e Figlio, Corpo Anima e Spirito, dentro ai 4 elementi, Terra nutre e protegge, Aria consente il respiro, Acqua disseta e reca vita, Fuoco riscalda e apre la mente, al concetto della Luce; da unione Triade e Tetrade, nacque il 7 pitagorico, dentro la sfera alata, rosso verde e giallo, a indicar volatilità, di etere risultato, union del tre spirituale, con il quattro materiale, manifesta il sette sacro, union Divino con Umano. Transustanzia la materia, SOSTANZA muta sua NATURA, il piombo muta in oro, come il Dannato nel suo Dàimon, e il Dàimon nel Dannato, dentro la dimension del fumo, mentre Dante in artigli Aquila, eleva suo Spirito a Materia, e Ovidio poco comprende, con sua gnosi del serpente; quan parola ha forza Simbolo, oltre il segno letterale, agisce immaginale, sui sigilli Equatoriali, nella Candida Rosa, a Ovest Dante vide Mosè, il liberatore degli Ebrei, che alzò il Serpente bronzo, nel deserto della fede; a Est vide Giovanni, il Rivelatore dello Spirito, apocalisse rivelazione, ebbe immagini da cieco, del Trionfo dello Spirito, innalzò il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui, abbia la vita eterna, scrive in suo vangelo, noi ambasciatori al Cristo, Dio esorta a mezzo nostro, di riconciliarci a Lui, con lo Spirito vero, segreto di salvezza, scrive Paolo ai Corinzi, Xristos si è fatto peccato, colui che non avea peccato, affinché noi fossimo in lui, Beatrice canta tal parole, in Maria rigenera il Corpo, in Battista rigenera l'Anima, in Mosè rigenera lo Spirito, dopo dialogo sul Sinai, in Giovanni rigenera Intelligenza. |100 canti a dozzine, fan memoria del mondo, ogni triade punta senso, su un racconto parallelo, Aristotele è Agostino, tra imperatore e papa, tra guelfi e ghibellini, ogni canto contiene, universi paralleli, dobbiamo entrare ed uscirne, per annodar filo discorso, esempio è canto V Inferno, di Paolo e Francesca, lussuriosi che Virgilio, rimanda a Cleopatra e Marcantonio, Didone Enea e Semiramide, giardini pensili a Babilonia, Elena e Paride e Menelao, tre mele in guerra di Troia, son Tristano ed Isotta, Ginevra e Lancilotto, alla Tavola Rotonda, 18 versi in ipertesto, il cubo piccolo esce, mangia il grande e cresce, contenitore e contenuto, spesso cambiano di posto, come un ologramma affine, il Dante letterale, diventa alchemico e pitagorico, sufi mistico ermetico, Fedel di Amore e cataro, padrone dei linguaggi, pedagogici iniziandi, per urlar due profezie, di Beatrice e Cacciaguida, appuntamento coi lettori, che godranno dal poema, nutrimento come il Buiti. Beatrice è Isoga e dice: durante età di Acquario, Poema sorge a nuova luce, estetica ed estatica, dentro la stella di Barga, dentro la croce di Maria, astro polare in santo Daime, mira e guarda il testo, triade canti 99-100-1, Amor che move il sole e stelle, nel mezzo cammin di nostra vita, mi ritrovai per selva oscura, ho visto Dio ma ancor mi persi, folle coazione al ripetere, umanità ricade nella selva, tanto sale e tanto cade, nel primo canto uomo sol smarrito, vede la morte in faccia, e trema entro sua carne, nelle vene e nei polsi, grida Pietà a un fantasma, poi canto 99, siamo in Candida Rosa, una miriade di beati, una folla di destini, Pietro e il suo martirio, Adamo col suo errore, Anna col suo amore, ama Maria splendente, e milioni di bambini, che parlano e cantano, con voce infantile, a Mosè e Giovan Battista, folla di uomini e donne, vecchi e bambini, che da Beati incarnano la loro, parabola umana, nel canto 100 un uomo solo, per grazia sale agli immortali, solo col mister di Dio; uomo dentro il corpo umano, cerca bellezza e perfezione, dentro al carcere di carne, destinato a putrefazione, dentro questa fragilità, tra paur dolore e malattie, Primo Sigillo è corpo. Inferno si apre con il cerchio, di Lussuriosi sotto Eros, Purgatorio invece chiude, con Lussuriosi nelle fiamme, della erotica passione, poi si alza un alto muro fuoco, attorno ai tre Poeti, che devono passarlo, per raggiungere Eden. Fuor di fiamma stava riva, canta beati mundo corde! in voce molto viva, più non si va se pria non morde, anime sante entrate in foco, al cantar di là non siate sorde, io divenni quando intesi, colui che nella fossa è messo, in su le mani mi protesi, guardo il foco e imaginando, corpi umani visti accesi. Virgilio volge e dice figlio! qui è tormento ma non morte, se in fiamma stessi mille anni, non avrai un capello calvo, e se credi io t'inganni, avvicina al fuoco e prova, con un lembo di tua veste, Coraggio via il timore, abbi fede ancora in me, volta da questa parte, entra sicuro in fuoco, fatti fede in lei che odi. Dante sordo a ogni richiamo, fermo pur contra coscienza, quan mi vide fermo e duro, turbato un poco disse, rifletti figlio mio, tra Beatrice e te è tal muro. Angelo fuor fiamma, canta Beati i puri cuore! e appena fummo avvicinati, disse frasi della purga, anime sante andate in alto, sol se fuoco qui vi brucia, entrate in esso e ascoltate, avvinghiati a questo canto, che udrete da altra parte, allor quando lo sentii, divenni Daniele nella fossa, raggelando di terrore, protesi mani giunte avanti, pensando al fuoco con terrore, e a corpi umani già bruciati. Virgilio tocca tasto amore, che anima ben smuove, oltre il muro sta Beatrice, come bimbo vinto da promessa, di ricevere buono frutto, o Priamo taglialegna a Ostia, al nome Tisbe aprì ancor gli occhi, in punto morte la guardò, ora il GELSO apparve rosso, da allora i frutti gelso, son psicoattivi del suo pianto, dentro al fuoco pensa al fatto, prega Stazio a venir retro, tanto il caldo dello incendio, mi sarei buttato in vetro, incandescente a rinfrescarmi, mio dolce padre mi conforta, sempre parla di Beatrice, dice già vede suoi occhi, e una voce ci guidava, e cantava d'altra parte, noi attenti sempre a lei, venimmo fuori dalle fiamme, Luce angelo li chiama, benedetti al Padre mio, affrettate il vostro passo, finché occidente annera, và sole e viene sera. Facemmo in tempo a salire, pochi gradini del monte, dove ruminan le capre, guardate dal pastor, poggiato sul bastone, e il mandriano che pernotta, accanto al suo bestiame, la notte oscura tutto, ognuno fece suo giaciglio, io simile alla capra, loro simili ai pastori, io in forma di animale, loro spiri in forma umana, come pellegrini infreddoliti, addormentati sui gradini, in attesa nuova alba, dopo cammino diurno, si fan vincere dal sonno, mentre riflette e osserva stelle, nel segno dei Dioscuri, anima trema trepidante, attende sogno realizzare, dopo tormento Fuoco Amore, si acquieta alla speranza, che move il sole e stelle, e Virgilio oltre ragione. Sonno apporta profezie, in cui Venere mattina, apparve a oriente del Leunar, giovane e bella in sogno pare, sembra splender primo raggio, di foco amor sempre ardente, coglie fiori e canta nome, sono Lia e movo intorno, a farmi una ghirlanda, per piacermi allo specchio, mia sor Rachele mai si stanca, di specchiarsi tutto il giorno, ama vedere suoi begli occhi, quanto io amo agghindarmi, lei appagata dal guardare, io lo son dall'operare; sul monte Purgatorio, Dante usa due conoscenze, Castore domina l'azione, curiosa in scienze e saperi, mentre Polluce domina, sua conoscenza passiva, un inconscio contemplare, onirica visione, staccata da ragione. Dante rumina nel sogno, le visioni in Purgatorio, da cui assorbe conoscenza, sotto Vener luce amore, dolce muscia Lia canta, profumati fiori coglie, i Dioscuri in Addio, han concluso la missione, lo salutano con garbo, trasformando in belle donne, Lia-Castore e Rachele-Polluce, attiva una contempla l'altra, ripetendo in altra forma, l'addio dei Centauri, trasformati in salita, in Catone e Manfredi. Re unito alla Regina, reca vita al Rebis, uomo intero completato, nel sogno celebra le nozze, della luce ed ombra opposti, e sotto i piedi schiaccia il Drago, Mercurio e terra ancora impure, ancorate agli elementi, mette le ali di colomba, sacra a Venere nel volo, per salire allo Spirito, presagio a incontro di Beatrice, la donna del REBIS: Luna è ragion riflessa, Sole è ragione riflettente, nel Rebis sono unite, alla luce di Mercurio, regista Filosofale. Pizzicate corda 36-61, la mente appare visionaria, attinge cosmo intelligenza, ascoltate vibrazione, sonora intensità di Amore. |Fedel d'Amore giura fedeltà, allo Spirito totale, essere immobile e quieto, che lascia tempo al divenire, seguono amor di Maddalena, che amò lo Spirito Incarnato, gustò Cristo nella carne, nella prima eucarestia, lutto di Cadmo e Armonia, di Iside per Osiride, di Maria per Gesù, hanno un legame molto stretto, umano irrompe nel divino, solo se il divino irrompe, nell'umano a dar estasi, suprema in canto cento: quan Spirito si fà Carne, Maddalena si fà Spirito, ecco il Grande Segreto, dei Fedeli d'Amore, il mistero dei due amanti, riempie il vuoto di ciascuno, elevata forma Amore, che da sua labbia par si mova, un Spir soave pien d'amore, è lo Spirito che si fà Carne, tra rabbini sufi e sadhu, e sciamani Golde e andini, il divino irrompe umano, e umano irrompe nel divino. Questo segreto incarna Maddalena, donna-serpente fuoco sacro, nei suoi lunghi capelli, riconosce Cristo come il Re, coi suoi balsami profumati, preconizzando il sacrificio, prevede cura al suo cadavere, che per tre giorni veglierà, nel suo sepolcro a lei Risorto, noli me tangere per ora, anima al Cristo dice Jung, Gesù animus a Maddalena, lei è l'umano che irrompe, nel divino e viceversa, prende il peso dello Spirito, per uman conciliazione. Maddalena è intera umanità, e ogni poeta è Maddalena, follemente innamorato, di un puro Spirito Ayami, che s'incarna temporaneo, e da sue labbra move soave, pien d'amore dice all'anima, sospira Cristo in Giglio e Rosa, io tuo Gesù e tu Maddalena, umanità che si fa Spirito, in stesso istante si fà Carne. |Essere e Divenire, sono stessa cosa, orizzontale Eros Thanatos, Amore e Morte sulla Terra, dalla Fossa dei Serpenti, si innalza Croce Eros divino, Divino Amore di Maria, Maria e Battista in verticale, progetto di Dio sugli umani, Mosè e Giovanni orizzontale, progetto umano sugli umani. Dante sposo spettatore, assiste al suo matrimonio, Sposo fradicio bagnato, frastornato e muto corpo, nelle mani delle ninfe, che lo muovono a piacere, registe di un evento, parte angelica di Dante, può congiungersi a Beatrice, il Poeta guarda i suoi occhi, ma la Donna non lo guarda, da occhi anima entra ed esce, sguardi cercati e bramati, offerti e sofferti, incrociati e donati, negati e deviati, traditi e sognati, fitti nodi del dio Amore, in Cielo celebrati in occhi. Beatrice guarda occhi al Grifone, custode divino del destino, il Grifone affonda occhi in Beatrice, nel riverbero smeraldi, nel reciproco rispecchiamento, si consuma un Amore, ancor mai consumato, come in specchio sol, la doppia fiera vi raggiava, e nell'idolo suo si trasmutava; due nature riflesse, la umana e la divina, lettore pensa mia meraviglia, quan vidi Grifone trasmutarsi, nella immagine riflessa! mentre mia anima in stupore, lieta gustava quel cibo, che saziandola la rende, sempre più assetata, altre tre donne fatte avanti, ballan loro danza angelica, come sole che si irradia, dentro gli occhi di Beatrice, che muta sue nature, da aquila a leone, e da leone ad aquila, da uomo del cielo, a uomo della terra, doppia natura e passione, Grifon d'Amore ama sua amata. Dante guarda la visione, con anima stupita, Unione Sacra e Trina, da Ovidio pur narrata, Vulcano scopre sua sposa, Venere ama Marte, li imprigiona in rete d'oro, poi chiama tutto Olimpo, e tutti i Pianeti testimoni. Tutti con anima stupita e lieta, compreso Vulcano stesso, sono estatici ammaliati, Mercurio immagina esser Marte, che armato guarda spalla, del vecchio Saturno, suo doppio che stima. Beatrice volgi occhi! a ognuno tuoi fedeli, che han mosso tanti passi, per viver tua presenza, per grazia tua concedi, svelare tuo sorriso, splendor di viva luce, sott'ombra del Parnaso, che ha l'acqua di poesia, rivesglia kundalini, con anima passione, incontro Siva e Sakti, espresso in Dante e Tantra, Beatrice amò suo Dante, di smisurato amore, al di là mondo terreno, ama il suo destino, dàimon del suo amato. Le Grazie ora invocate, fan conclusione rito, Beatrice adesso basta! guarda il pellegrino, che ha fatto tanto strada, mostragli tuoi occhi, assieme al tuo sorriso, iride in sette cieli, con bocca sorridente, splendor di luce eterna, canta Omar Khayam, nel Vino rubiyat. Abbagliato da Beatrice, come un sole in faccia, intervenne la dea Grazia, a distogliere mio sguardo, verso la sinistra, e la facoltà visiva, mi fè restar sen vista, attesi che occhi miei, ritornino a vedere, corteo che và a ponente, e i 24 vegliardi, sfilando avanti a Dante, alla destro di quel carro, con Stazio e con Matelda, giunsero al tramonto, presso Albero Conoscenza, da cui furon cacciati, i primi Adamo ed Eva. Sentii tutti mormorare, il nome di Adamo, accerchiati ad una pianta, senza fronde e ramo, tanto era sua altezza, ammirata dagli indiani, Beato sei grifone, che non laceri col becco, esto legno dolce al gusto, che al ventre dà dolore, radice Iboga sembra, sotto albero robusto, e gridan gli altri intorno, poi parla il grifon doppio: così si conserva, il seme di ogne giusto, fondamento di giustizia, ora lego il carro che ho trainato, ai piè di un alber secco, lo lega a esso con frasca, e quello rifiorisce, come noi facciam con rose, a inizio primavera, nel segno dei pesci, si fan turgide e novelle, rinnovano i colori, pria che sol va in altra stella. Si alza un altro canto, su quell'albero fruttato, Dante poi capisce, è del tempo primo Adamo, quan parlava dritto a Dio, il Poeta si addormenta, davanti simile prodigio, segnale di una tappa, iniziatica a venire, mimesi di morte, che recupera energie, per incontro con Dio, davanti a ai nostri occhi. Al risveglio Dante trova, Beatrice là seduta, su radice accanto al carro, come fosse sua guardiana, il corteo è tornato in cielo, insieme col Grifone, resta Matelda e sette ninfe, che hanno in mano sette fiamme, i sette cieli dei pianeti. Beatrice invita guardar Dante, in pro del mondo che mal vive, al carro tieni gli occhi, e quel che vedi tieni scritto, riporterai quan torni là. Io devoto ai suoi comandi, volsi mente e occhi al carro, a vantaggio del Mondo, che vive nel dolore. Un lampo scese rapidamente, più veloce di una pioggia, da quel confine più remoto, vidi calar uccel di Giove, Aquila giù da sfera fuoco, porta seco Arco di Fuoco, ruppe scorza di alber sotto, e fiori-foglie appena nate, colpì il carro con gran forza, che oscillò come una nave, vinta da onda or poggia or orza, nella tempesta quà e di là, messaggio di Aquila in picchiata, Dante scrive nel Poema, per le caprette in dolo o meno, tutte intendano bene, è la Giustizia Divina, che arriva nei canti, 85-86-87 Paradiso, Ciel di Giove e Spiri Giusti, arco di fuoco è arco reale, supremo punto iniziazione, in tanti modi declinato, fusion di Spir divino-umano, si avventa su albero rifiorito, corteccia foglie e fiori, poi colpisce forte il carro, ondeggia a oriente e ponente, come a origine del Tutto, divin giustizia al primo Adamo, a ricordar disobbedienza, fece albero essiccare, poi si avventa sul carro, ricordando inizio esilio, che portò dolore al corpo, detto pur ponente, e allo spirito od oriente. Dante anticipa Giustizia, già nel canto 63, quan vede carro e corteo, più bel del carro Sole, con Fetonte suo nocchiero, allor da Giove fu combusto, per orazion Terra devota, Giove ascolta sempre il giusto. |Beatrice dilegua dubbi a Dante, nel suo complotto tra due selve, Inferno-nordovest e Eden sudovest, nel lungo volo o camminata, motiva il viaggio Grifon d'oro: perché venirvi o chi il concede? Io nè Enea nè Paulo sono, me degno così, se a te io m'abbandono, spero mio viaggio non sia follia, Virgilio caro or non ragiono, e per novi pensier cangia proposta, ho cambiato idea a nuovi pensieri, sicché recedo e tutto tolle, tal mi fec'io in oscura costa, perché pensando consumai impresa, che fu a inizio tanto tosta. Virgilio narra allor di Beatrice, scesa nel Limbo a chieder soccorso, Io ero tra quelli presso Ailanto, e mi chiamò donna beata e bella, tal che a comandarmi io la richiesi, lucevan suoi occhi più che la stella, e cominciommi a dir soave e piana: oh anima cortese mantoana, cui la fama ancor nel mondo dura, l'amico mio e non della ventura, è poeta intenso che mi ha tanto amata, sul pendio diserto appare impedito, nel suo cammin s'è voltato per paura, e temo che non sia già smarrito, ch'io sia tardi al soccorso mossa, a quel che di lui nel cielo ho udito, or movi e con la tua parola ornata, e con ciò che serve al suo campare, aiuta Dante ch'io sia consolata, Io son Beatrice e ti faccio andare, vegno del loco ove tornar disio, amor mi mosse e mi fa parlare, quando sarò dal Signor mio, loderò il tuo nome davanti a Dio. Maria gentil nel ciel compiange, a questo impedimento ove ti mando, sì che tal giudicio lassù si frange, Maria chiese a Lucia suo dimando, or ha bisogno di te il tuo fedele, e io a te lo raccomando, e Lucia nimica a ogni crudele, si mosse e venne dov'io era, dove sedea con antica Rachele, disse Beatrice loda di Dio vera, perchè non soccorri quei che t'amò tanto, ch'uscì per te dalla volgare schiera? non odi tu angoscia del suo pianto? non vedi tu la morte che il combatte, su fiume ove neanche il mar ha vanto? Maria complotto di amorevol mamma, che si accorge di un figlio, in pericolo di vita, chiama Lucia intellettiva, e Custode del Purgatorio, raccomandandole il suo Fedele, come Ailanto che s'innalza, da terra fino al cielo. Lucia scende al terzo grado dell'Ailanto, al Cielo dei Giusti dov'è Beatrice, custode di nos destino e Spirito, che scenda al Limbo a cercare aiuto, di un Poeta filosofo e pitagorico, quinto grado ai Misteri Eleusini, sacerdos et dux pastorale, che dovrà curar Dante mentale. Dante diventa figlio a Beatrice, come ogni banzi figlio a Banzioku, Anima amante del suo Spirito, e discepolo a Sofia ragione, in quattro forme d'Amore, dove Beatrice non và mai persa, Dante ringrazia senza dolore: oh donna in cui la mia speranza vige, e che soffristi per la mia salute, in inferno lasciasti tue vestige, se tante cose quant'io ho vedute, dal tuo podere e da tua bontate, riconosco grazia e la virtute, Tu m'hai da servo tratto a libertate, nella penombra di un fuoco, torcia a tenebre del mondo, per tutte quelle vie e tutti modi, che di far ciò avei la potestate, la tua magnificenza in me custodi, sì che l'anima mia che resi sana salva, piacente a te dal corpo si disnodi, si separi dal corpo in tuo stato di grazia; soffristi per mia salute, è fù salvezza del Corpo, conquistai la Sophia, tue cose io ho vedute, mi Anima affrancasti, dalla schiavitù mondana, tua magnificenza in me custodi. Un angelico sciame d'api, succhia il nettare in amor di Dio, per farlo miele tra i Beati, eterna produzion di amrita, il canto Empireo è del Diamante, in cui Alighieri sempre ci invita, a contemplar la trasparenza, di chiara Luce Amor essenza, mentre tutti i dolori, nascondere da amor deviato, per eccesso o per difetto, o bersaglio non giusto. Dante è soddisfatto, e vuol saperne di più, ché se amor è fuor noi offerto, e l'anima vi è sempre diretto, se và dritta o torta, o se agisce giusto oppur sbagliato, non è sua colpa o merito: i bambini aman d'istinto, come le api fanno il miele, da adulti cambian regole gioco, perché si acquista la libertà, dono dei Dioscuri liber arbitrio, permette la scelta salir discesa. Terra ed Empireo, paralleli in ipercosmo, Candida Rosa che si espande, sboccia al centro di Empireo, col fiore verso l'alto, e petali che allargano, verso angeliche gerarchie, che la uniscono e separano, contemporaneamente a Dio, e come API van nutrirsi, di miele in sogno a Dio, per darne poi ai Beati: in forma candida rosa, mi si mostra milizia santa, che Cristo a suo sangue fece sposa, santa schiera dei beati, mentre schiera di angeli, volando vede e canta a Dio, gloria a colui che la nnamora, e la bontà fece splendente, come schier d'API che s'infiora, poi fiata e torna in alveare, là dove labor suo s'insapora, dal nettare fin miele, scende alla rosa dei beati, che s'adorna in tante foglie, per risalire fino a Dio, dove suo amor sempre soggiorna; facce tutte avean di fiamma viva, e ali d'oro e vesti bianche, che nulla neve può eguagliare. Quando scendean nella rosa, porgevan miele banco in banco, spezia di pace ed ardore, in tutti i seggi dei beati, e carità acquistan volando, sbattendo le ali e loro veste, ventilando il loro fianco, tra sopra il fiore e l'empireo, moltitudine di angeli, non impediva la visione, ché luce divina è penetrante, secon ch'è degno nulla ostante, a capacità di recepirla. La trasparenza della luce, tra Empireo Angeli e Beati, encantos de luz in movimento, e beati luce nella quiete, bagliori addensano e diluiscono, manifestano Candida Rosa, sol per farsi veder meglio, dagli occhi di un mortale, nel Paradiso punto più alto, della Rubedo fin Diamante, ch'è trasparenza della Luce. Beati scesi a orbite Cieli, per far comprendere a Dante, le Gerarchie di ananda, ma loro sede è il Diamante, in Empireo tornati tutti, espandendo calice divino, e formando petali rosa, eter che move ogni cosa. Empireo genera calice fiore, e nel cielo Stelle Fisse, si espande in otto petali, otto punte stella interna, in questo cuore della rosa, si trovano Maria, Pietro a sua sinistra, e Adamo alla sua destra, le due radici della pianta, che coincide con il fiore; da Dio proviene Umanità, del Cristo Adamo e Cristo Pietro, il primo venturo e l'altro venuto, punto centrale e circonferenza, alfa e omega radice e fiore, punto vicino e più distante; nella mente dei pittori, Maria è sui petali più esterni, che giungon fino a Cielo Luna, il più lontano da Empireo, gerarchie angeliche speculari, e simmetriche alla rosa, Cuor di Rosa ottagono, otto petali principali, del Cielo Stelle Fisse, con Pietro Giovanni e Lucia, di fronte a Maria, convengono i beati, tribuna d'elezione, circonda il cielo serafino, primo Mobile cristallo, dentro un cielo adamantino, da cui diparton sette cinture, di petali più ampie, che nutron sette cieli; ai piedi Maria siede Eva, nel cielo Saturno età dell'Oro, anche Cielo dei Contemplanti, Rachele moglie di Giacobbe, richiama Giove e i Giusti, Sara moglie di Abramo, richiama Marte e i Militanti, Rebecca moglie di Isacco, richiama Sole e i Sapienti, Giuditta uccide per amore di suo popolo, richiama Venere e gli Amanti, Ruth vita al servizio d'Altri, chiama Mercurio e gli Attivi, e sotto il soglio di Anna madre, siedon sei donne ebree, grandi madri e custodi soglia, che separa i petali e il Tempo, in prima e dopo Xristos. Beatrice è una presso Rachele, nel terzo grado Spiriti Giusti. storiaNC_andronico-zar-decreto.movaudio
||Gesù infine disse, Tutto è compiuto, tetelestai, non lasciò nulla in sospeso, è già successo TUTTO, resta solo stabilire, se umani voglion decidere, restar orfani di Spirito, abbracciando thanatos, o ser riconciliati, abbracciando eros; se usare conoscenza, informata a eros virtù, oppur thanato orgoglio, se percorrer Via di Amore, oppure via dell'Odio, se seguir la Libertà, liberandosi da mutilazioni, o restare mutilati, qualsiasi strada prendano, il finale è stato scritto, superando oppositorum, Cristo e Serpente sono uno. Gesù è resuscitato, come modello a viver vita, di valori e intelligenza, oltre chiesa o teologia, Lui incarna un nuovo modo, nuov'etica più sottile, senza fraintendimento, oggi a conoscer sua visione, serve una chiave al mondo, che Lui ha rivelato, per umani ancor fiorire. Cristo irradiazione, dal centro della sfera, carica sua Grazia, in tetelèstai progetto, il SACRO è recinto chiuso, difeso bene a ingresso, ai profani interdetto, da geometria imponente, a difendere il più sacro, umano apprendimento, questi kambo san Michele, in 4 coppie di canti, distanti 50 fra di loro, preservan suo poema, una Commedia giullarata, che mantenne suo segreto, ingannando esegeti e censori, celando alto sberleffo, nel canto 23 ci parla, di Ipocriti e ipocrisia, anime dannate in sesta bolgia, che lentamen camminano, sotto cappe monacali d'oro, fuse nel piombo che grava loro, da cui nasce la parola, upò/ipogeo vuol dire sotto, crisos vuol dire oro, sotto ipocriso si nasconde, il peso del malvagio. Se molti perdono talenti, compagni di esistenza, atleta il Centauro, guerriero il Dioscuro, il saggio adulto Grifone, e Spirito anziano di Aquila, sapienza sotto il fiume, che osserva i bimbi sacri, una magia del Cristallo, presenza dello Spirito, eresia è libera scelta, rispetto a dogma imposto, che nel canto 75, si irradia a 87 e 99, nella Candida Rosa, in cui Traiano e Rifeo, sono salvi pur pagani, perché il lor destin giustizia, li accolse tra i beati, mentre in canto 99, i bambini sono collocati, ai diversi gradi della Rosa, secondo il destino lor previsto, dal daimon lor custode: te ne puoi accorger per li volti, e per le voci puerili, se tu li guardi bene e ascolti, pur dubitando stai in silenzio, io scioglierò i tuoi pensieri, dentro l'ampiezza di questo reame, casual cosa non ha sito, nè tristizia sete o fame, poichè eterna legge ha stabilito, ogni cosa anello al dito, corrisponde al volere divino, così queste anime bambini, che sono morti prematuri, siedon diverse altezze, diverso grado beatitudine; diversità che trionfa, nel Regno di perfezione, per angeli custodi, di vite non vissute, ma poi il tempo grazia venne, nuovi scribi teologia, sanza battesmo in Cristo, tal innocenza in limbo ritenne. Limbo invenzione umana, Dio possiede anche le cose, nella storia mai accadute, destino umano potenziale, aristotelico linguaggio, ciò che vien da Dio diretto, causa prima è perfetto, ciò che viene da Umani, causa seconda è imperfetto. |Storia Cristo infinita, in triangolo 44-74-12, ingresso al basso Inferno, poeti affrontan frana roccia, creata da terremoto, causato da ingresso Cristo, in Inferi tre giorni, prima di risorgere: così prendemmo giù dirupo scarco, di quelle pietre moviensi, sotto i miei piedi a novo carco, Io pensando a tal ruina, guardata dall'ira di Minotauro, che Virgilio ammansii e spense, e così a Dante fiata, io già discesi qua in basso inferno, questa roccia ancor non cascata, poco prima che venisse Cristo, che gran preda levò a Dite, levò spiriti dei patriarchi, e da tutte parti valle fetida, tremò ogni parte così pensai, che universo sente amor, per Empedocle Amore irrompe, e tutto entra nel Caos, in istante roccia crollò, il divino irrompe umano, e umano irrompe in divino.

352:la memoria si perde e la scrittura resta: Commedia liturgia, da cantare in una notte, nella ngozè agrobuta, ecco il cerchio della vita, riflesso in chiave stellata, cieli nascosti del drago, son sigilli da passare, per vivere in salita, col daimon di Platone, tra dioscuri e centauri, il Grifone ultima prova, che irradia profezia, per Aquila trovare, nel Mezzogiorno pieno, in opera geometria, Grifone è Cacciaguida, che Aquila annuncia, nei quattro sigilli, croce greca iniziatica, la via del nutrimento, diritta e in libertà, conduce a elevazione, sui sigilli Polari, di Anima al Sud, e Corpo al Nord, fin sigilli Equatoriali, di Est Intelligenza, e Ovest lo Spirito, sentinelle di Sophia, nel complotto amore, che svela il gran disegno: NERO cantica Inferno, VERDE cantica Purgatorio, ROSSO cantica Paradiso. 4 sigilli e passaggi, letterale e allegorico, etico e anagogico, Dante ama tetrade, quattro passaggi del Poema, proiezione a ipercubo, in quarta dimensione, è croce a otto punte, irradia vibrazioni, nella legge dell'Ottava, e la croce templare, delle Otto beatitudini, sul discorso di Cristo, è sigillo Salomone, unisce umano e divino, poi è Stella Polare, Rosa dei Venti di Tartaria, in ogni edificio medievale, decor mosaici e pavimenti, se la forza del simbolo, beneficia gli individui, con ciondoli e gingilli, anel bracciali e amuleti, o la pianta ottagonale, di Federico II a Castel Monte, nasconde il Fiore della Vita, in 8 punti cardinali, nel manto che Ruggero, nonno materno a Federico, indossò a incoronazione, nel tempo dei Comneno. Dante reca in Croce Templare, le quattro vie sapienziali, e le quattro dimensioni, in cui si muove umanità, ogni individuo per se stesso, Luce e Tenebre nord sud, Amore e Morte come est ovest, cioè nutrirci di alimenti, non perdere la strada, esser sempre liberi, e sollevarci su miserie, a raggiunger felicità; ogni Sigillo è chiave volta, in cui agisce ciascun dàimon, il punto massimo missione: a Nord Spirito al Corpo, a Est Corpo a Intelligenza, a Sud Intelligenza ad Anima, a Ovest Anima allo Spirito, due sigilli equatoriali, intelligenza e spirito est-ovest, 2 sigilli son polari, Corpo e Anima nord-sud, due coppie di sigilli, vibran fra di loro, la reciproca polarità, principio sulfureo maschile, e mercuriale femminile, zolfo maschile esteriore, e mercurio è interiore. Congiungendo i canti esterni, che chiudono i sigilli, si ottien croce templare, iniziatica geometria, 4 coppie di canti, distanti 50 canti, 6-56 e 18-68, via del nutrimento e diritta via, 31-81 e 43-93, via di Libertà e di Elevazione. Quattro coppie di canti, segnan 4 vie sapienza, summa nostra esperienza, iniziatica terrena, oppure via di sofferenza, se si affronta in incoscienza, entrambe vie trasformazione. Il processo iniziazione, letto in concatenazione, come le rime dantesche, il corpo-fuoco di Aquila, custodito dai Centauri, intelligenza-terra dei centauri, tutelata dai Dioscuri, anima-aria dei Dioscuri, è tutelata dal Grifone, spirito-acqua del grifone, è tutelato dall'Aquila: il bimbo nasce Centauro, in sé trattiene il ricordo, di esser Aquila reminiscenza, da giovan si alza a conoscenza, diventando un Dioscuro, dentro di sé tira calci, adulto innamorato nasce Grifone, e si espande in ardue misure, che posson smarrirlo e turbarlo, convincendolo a trattenere, molta ragione dentro sé, uomo maturo diventa aquila, ma spesso si convince, che aderendo ancor anima turbamenti, così conserva giovinezza, ma un vecchio si distrugge, rincorrendo giovinezza, la Ruota delle vite, prevede morti e rinascite, tutta cultura mediterranea, ragiona in numero 8. |Poema è quattro poemi, letterale e allegorico, etico e anagogico, tutti e quattro comunicano, segreto Spirito che si fa Materia, cioè immobile quieta, di assenza di materia, senza inizio e senza fine, che genera materia: avvenne ch'io mi senta ben tetragono, ai colpi della sorte, saprò risponder con me stesso, col corpo e intelligenza, con anima e con Spirito, eternità che mi appartiene, fino all'ipercubo, rosone gotico del 4, esploso in quattro dimensioni: 4 passaggi di staffetta, fra un daimon e l'altro, son momenti viaggio più cruciali, da territorio della lupa, la salita al Purgatorio, Eden e ingresso ciel Saturno, dorato e rivoluzionario; 4 Sigilli chiavi di volta, degli archi dei canti, dominati da ogni daimon, punto più alto di crescita, dove elevano i Centauri, il corpo a intelligenza, invece i Dioscuri elevano, intelligenza ad anima intellettiva, Grifone eleva anima a spirito, Aquila eleva spirito al corpo, in perfetta geometria, sta il messaggio Dante, nel momento in cui si nasce, si è immessi in educazione, per poter fare elevazione, dove pietre flora e fauna, procedono tutti, da Spirito che materializza. Nei canti dei Passaggi, poco prima e poco dopo, accadon simil cose, daimon donan profezie, confermano iniziazione, e informano la successiva, salutando Dante si mutano, a ratificar metamorfosi. Centauri diventan Catone e Manfredi, Dioscuri diventan Rachele e Lia, il Grifone è Cacciaguida, radice totem appartenenza, e Aquila ci appare, nel nobile Farinata, il magnanimo infelice, che non credette nello Spirito, ma che soffrì della sconfitta, dell'aquila ghibellina, salva Firenze da distruzione, e profetizza esilio a Dante. |Quadratura del cerchio, altro metodo di Jung, un mandala di base, un simbolo del Sé, struttura concentrica, Dao metodo di opposti, da unire e presentare, in stato centrale, o centro di personalità, Mercurio-Ermete è lapis, quadrato e rotondo, vaso in cui è prodotto, sfera punto di partenza, nigredo separa la materia, nei suoi quattro elementi, da unità indistinta caos, realizzando il quadrato; Rosarium philosophorum, fà di un uomo e di una donna, un cerchio tondo a estrarre, il quadrangolo poi triangolo, lapis filosofale, che muta quadrato in triangolo, corpo spirito e anima, corpo terra color nero, spirito bianco lunar acqua, anima aria giallo sole, fà triangolo perfetto, a sua volta posto in cerchio, inalterabile rosso, Jung persona quaternaria, vede mandala orientali, quasi sempre tetragoni, come anche il Poema, cerchio quadrato in 4 archi, ciascun 25 canti. Triade Creante 1 2 3, Triade Creata 4 5 6, Triade di Uomo 7 8 9, che deve usar stesso strumento, di creazione del Creante, ovvero settade 7, a produr armonica creazione, cioè numero 8, e compier sua missione, cioè numero 9, daimon Custode nos progetto, che ci venga in aiuto, di missione e destino, come 9 Beatrice, che parla con voce Dio, e lo fa irrompere tra umani, a recare la SAPIENZA, dal punto vista Terra, ma poi il cammino di Dante, che percorre Universo, è il Sé che siamo noi, e ci stimola il contrario , Uman che irrompa nel Divino, a mezzo tanto AMORE, così Daimon 9 reca ponte, mostrando nostro centro, in ogni cosa accada, senza incolpare gli altri, perché noi siamo Universo, dal punto vista di Empireo, universo capovolto, attorno al perno amore, attorno a cui tutto ruota, la Terra compresa, ma che noi conteniamo, pur essendone contenuti. Universo intimo e segreto, che Poeta cripta nel Poema, Verità che Dante coglie, in uno stato di immortalità, dentro infinita Luce, dalle tenebre al 50, giungiamo a luce del 100. Centauri donan salita e pace, Dioscuri Anima intelletta, conoscenza doppia e libertà, Grifone dona amor Spirito, Sapienza e leggerezza, Aquila dona il corpo, reintegrazione e verità, detta illuminazione, da tenebras ad lucem, Gu-ru sanscrito, donati ad aiutarci, a superar dolore degli opposti, con digiuno escluso sapienza, che la libertà ci reca, da consapevolezza mutilazione, che elevazione è cecità, e diritta via è un gioco di specchi, simmetrico ed opposto. Il dolore oppositorum, costringe terza dimensione, vuol coraggio andare oltre, a raggiunger Verità, a colmare desiderio, aspirazione a trasformarci, da triangolo in sfera, diventando INFINITO, e immortale a poter guardare, ETERNO PRESENTE che noi siamo; se non ti fai simile a Dio, non potrai capire Dio, perché simile comprende simile, innalzati oltre ogni misura, con un balzo dal tuo corpo, sopra di ogni tempo, fatti eterno e comprendi Dio, nulla ti è impossibile, ora pensati immortale, in grado di comprender tutto, sali in alto e scendi in basso, in tua abissal profondità, richiama in te sensazioni, di ciò che è creato, Spirito ci reintegra, al mistero di Beatrice, dove Eterno Divenire, coesiste a Eterno Essere, nella mente di Dio, Umanità è salva da sempre. Adamo ed Eva con Maria, o Anima col Corpo, attratta da sua sete, di multiple esperienze, in artigli dell'Aquila, ritorna alla sua quiete, e quella luce si diventa, puro Spirito e puro Amore, dentro il Presente Eterno, nelle tre ere della Storia. Gioacchino da Fiore, profetizza età dello Spirito, dopo Legge età del Padre, e Grazia amore età del Figlio, da un giorno all'altro, ci investirà Spirito Santo, che reca pieno intelletto, illuminando le coscienze, nel mezzogiorno calabrese, Dante sale Arco di Spirito, presso Naiadi dell'acqua, Età di Acquario ci disseta, dal vaso che il serpente ruppe, nel rovo APOCATASTASI, vocabolo scuola Stoica, che rivel divino disegno, di Essere e Divenire, coincideranno tutti opposti, e riuniti nell'UNO, reintegrazio riconciliazio, ritorna idea che umanità, è sempre stata salva, nella mente di Dio, visione sogno sapienziale, escatologia del Cosmo, apocatastasi di Eraclito, universo torna originario, nel suo eterno ritorno, quando gli astri assumeranno, la stessa posizione, dell'inizio di universo, avverrà conflagrazione, e comincia un nuovo ciclo, identico al precedente, per altri è stagionale. Origene se ne appropria, e la rende teologia, fine mondo è Dio in tutti, e l'inferno sparirà, Origene riflette, anche cosmo e stelle dentro noi, mentre poi Agostino, ritiene inferno eterno, come eterna Giustizia Divina, poi arriva Giustiniano, Empirator a Czargrad, dichiara eretico Origene, sol riguardo castigo, di demoni e umani empi, non sono temporanei, a loro niente apocatastasi, nessun ristabilimento, parol d'imperatore, ma lo SPIRITO dimentica! sol se Uomo non ne ha, può eterno essere dannato, perché Spirito è divino, quindi torna a tale quiete. film_shaolin16.mp4film_shaolin17.mp4audio
||Giustiniano inizia lotta, ad abolir Spirito in Uomo, e spacca roman chiesa: chi accetta tesi apocatastasi, rifiuta eterna dannazione, è soggetto alla scomunica, emanata da quel khan, al sinodo Costantinopoli, durante presa di Maometto, quattro concili successivi, ribadiscon suo concetto. Or tu chi sè che vuoi sedere a scranna, per giudicar lungimiranza, con la veduta corta d'una spanna? Apocatastasi càtara, Dante vive in eresia, ristabilisce nos tetragono, là nel canto 100, dove si presenta immortale, alla visione di Dio, per intercessione di Maria, compattato in quaternità; sebbene cita Giustiniano, Marco Lombardo cataro, Agostino e Gioacchin Fiore, profeta dello Spirito, tutti in Paradiso. Dante ha visto Uomo in Dio, e Dio in Uomo all'equatore, superando gli opposti, ma ciò non sa spiegare, perchè Parola si è persa, moltiplicandosi a infinito, in ciascun individuo, per se stesso preso, e nel cammino in salita, ognuno trova sua parola, che per tutti gli altri sempre, sarà muta e perduta.

356:se preghiera cura, vecchio piton non fà paura: INFERNO, grande voragine a forma cono, col vertice a centro terra, formatosi quan Dio, fece precipitar Lucifero, capo degli angeli ribelli. Ingresso inferno è segnato, dal fiume Acheronte, sulle cui rive anime vanno, di tutti i trapassati, in base a gravità peccato, si decide pena che da subire, nei vasti cerchi separati, lungo pareti del cono, trovan posto i dannati. Il male detto peccato, secondo chiesa cristiana, nasce da tre atteggiamenti: incontinenza agli istinti, senza uso di ragione; violenza contro Dio e il creato, contro se stesso e contro il prossimo; frode invece usa l'inganno, a compiere il male. Inferno diviso in 3 aree, a loro volta in nove cerchi. Lucifero in fondo baratro, con sue tre bocche maciulla eterno, Giuda traditore di Gesù, Bruto e Cassio traditor del khan, traitor di chiesa e impero. Cacciaguida annuncia a Dante, che sarà costretto a esilio, lasciar Firenze e casa, a causa intrighi Bonifacio, corte papale fà commercio, di Cristo e cose sacre, Cacciaguida antenato, gli preannuncia accoglienza, presso Bartolomeo della Scala, khan signore di Verona, con stemma di aquila imperiale, generoso in suo favore, senza volere nulla in cambio, prima che Clemente V, inganni Arrigo Enrico, sua giustizia ed umiltà, saranno note a tutti, future imprese del signore, incredibili ai mortali. Dante abbandona tutto, ospitato in varie corti, prova spiacevole sapore, del pane fatto altrove, faticoso salir scale, dei palazzi altrui; altri esuli fiorentini, di comune sventura, vanno contro lui, ma finiscono in battaglia, sanguinosa della Lastra, disfatta senza senso. Cacciaguida esorta Dante, non odiar concittadini, giacché la tua vita, dura oltre la punizione, che il destino ha in serbo a loro. Dopo incontro Cacciaguida, viaggio Dante promuove, rinnovamento morale, di umanità ferita, da cupidigia capitalista, e rifondare Chiesa e Impero, in funzioni originarie, Dante ricerca divinità, da riconsegnare a umani. La luce indica grazia, Virgilio lumen naturale, cioè luce d'intelletto, Beatrice è lumen gratiae, illuminazione della fede, cui Dio rivela all'uomo; Bernardo lumen gloriae, guida che assiste ultimi sforzi, a condurre Dante viaggio, a vision suprema divinità. Dante in canti Cacciaguida, alleggerisce sua zavorra, a raggiunger Arco Fuoco, introietta dentro sé, materiale e immateriale, con occhi pellegrin mortale, e poi dopo la visione, con occhi san Bernardo: costui da infima lacuna, ha visto anime tutte, supplico a te per tua grazia, conceder lui virtù a sollevarsi, cioè immortalità, per guardar ultima salvezza, serve assimilarsi a Dio, dove è suprema intelligenza, che si contempla in un cristallo, una foresta e ciel stellato, materia e uomo sono uniti, nel riscatto di MATERIA. Spirito eleva e rifà il Corpus, se alchimista partecipa, col suo calore dentro il fuoco, tra gli alambicchi e la fornace, del suo corpo a trasformare, propria natura in nerezza, da questa in nuovo giorno albedo, nigredo è già un gran conquista, nel progetto elevazione, del camminare in salita, per un traguardo e una discesa, fin Paradiso e poi Materia: se vuoi DIVENIRE un tuo progetto, già deve ESSERE dentro di te. |Cacciaguida a Dante, espone sua missione, lo invita a scriver tutto, in suo diario viaggio, molti offenderanno, ma i posteri ameranno, il tuo grido come il vento, mirando la dottrina, sotto ai versi strani, per gli intelletti sani. Dante cita Aristotele, chi possiede ragione, sempre sceglie il bene, per essere felice, tutte altre scelte, portano infelicità, odierna falsa élite, sfoggia falso umanesimo, oscura luce Cristo, vela luce di speranza: la ricchezza dice Dante, avvelen genealogia, classista e finanziaria, la chiama eresia, radice error morali, nobiltà sia perfezione, della propria natura, frutto e dono assieme, di un personal lavoro. Mezzo al cammin di nostra vita, mi ritrovai per selva oscura, la diritta via smarrita, appare cosa dura, malato in depressione, rinnova ogni paura, non so come vi entrai, tanto ero nel sonno, smarrito nel dolore, che coglie impreparati, Fiorenza mi respinse, Dante pur sconfitto, a morte condannato, esule pellegrino, abbandona sua città, Beatrice gli rivela, che tradita è la speranza, in terrestre Paradiso, se devia buon cammino, di cristiano cittadino, lei amica degli umani, si volge ai fiorentini, e mostra iniquità, ingiustizia del suo tempo, poi accenna la sua cura, a mezzo de-sideris, che reca Vita nuova, Amore mette in lui, ritrova il sogni primo. Uomo natura è desiderio, di crescita costante, alla novità di sé, mentre malata civiltà, frena e reprime desiderio, di superar se stesso, per giunger fino al cielo. Dante poema sacro, aiuta Intelligenza, invita tutti noi, a convito spirituale, incluse donne e bimbi, slavo-bulgaro viaggio, Commedia apre visuale, su cose nude in sè, svela il vero volto, di ladro od invidioso, suicida o traditore, segreti in loro cuori. Dante si proclama, fedele alla Speranza, rinuncia a sue speranze, nate da illusione, si oppone a ogni menzogna, il male va guardato, è realtà senza speranza, poi auspica un monarca, che incarna in sé virtù, giustizia e pace in terra, assicur felicità, aspirazione alla sapienza, e una Chiesa che guidi, a beatitudine celeste, realizzando umanità, con ragione e fede assieme, che crea felicità, nessuno usurpa l'altro, giustizia è primo amore, legge di Giustiniano, cioè Andronico Xcristos, politico cristiano, geocentri lex naturae, guida genere umano, ispira dal Cielo, a educare nobiltà, insita in ciascuno, Spes trasforma inferno, in Dostoiesky bellezza, e Pasternak dottor Zivago. Poema appare pneuma, Cattedrale di parole, sostiene il tuo respiro, a mezzo di tre pietre, collocate in giusto luogo, pietra una e trina, che in STELLE chiude canti: salimmo a riveder STELLE, canto 57 dello Inferno; Puro e disposto a salir a STELLE, cinquantesimo canto Purgatorio, punto nevralgico che eleva, pietra al centro che sostiene, le due mura del poema, in Terza Cornice Iracondi, fumi densi e neri ira, soffocan Pellegrino, che mal distingue ciò che è attorno; ultimo canto Paradiso, Amor che move il sole e STELLE, Dante vivo in Paradiso, SPERA e sogna di tornare, come poeta in sua città, con altra voce e volontà. Tutti i viaggi dei sapienti, son guidati dalle stelle, se tu segui la tua stella, arrivi a glorioso porto, dice a Dante ser Brunetto, Mercurio-Hermes è tua stella, domina tuo segno dei Gemelli, dove addensano gli indizi. Brunetto Latini, maestro di Dante, notaio di Firenze, inviato ambasciatore, sente vicende tristi, esilio resta in Francia, e vaga in una selva, dove Natur lo invita, a scriver del Creato, bellezze in settenario, ritmo didattico cantato; torna in sua Fiorenza, vicario degli Angiò, quando i ghibellini, sconfitti da Manfredi, in Toscana scrive summa, che chiama Tesoretto, un libro sussidiario, che Dante bimbo studia, a memoria brani in rima, zoologia e astronomia, botanica e storia, geografia e teologia. Tesoretto in versi, in rima baciata, Dante influenza, in 7 Arti Liberali, del Trivio e del Quadrivio: gramma retorica e dialetti, aritmeti e geometria, musica e astronomia, avviate da Gesù,in Yoros grandi scuole. Brunetto parla a Dante, in Girone sodomiti, Dante è reverente, e si duole che è dannato, esposto a pioggia fuoco, retore omaggiato, da tutti in sua Firenze, capitale sodomita, la descrive san Bernardino, predicator di Siena. Dante ama scoprire, valori e vizi umani, lui inizia nel Convivio, da stupor e meraviglia: considerate vos semenza, che fatti non foste, a viver come bruti, ma a seguir virtute e conoscenza. Vedere udire eventi, fanno reverente, stupore è punto inizio, di indagine realtà, a ogni campo di natura, dice Beatrice in Cielo Luna: sol da sensato apprende, ciò che intelletto degna, e rinuncia sillogismi, su vegetali e piante, cui solo la esperienza, può fornir certezza. Dante a Padova è con Giotto, in cappella dei Scrovegni, cinque canti qui dipinti, luce radiosa di Beatrice, con maestà della Madonna, Cristo e arcangeli nei lati, Pietro Giacomo e Giovanni, tre apostoli prescelti, saliti al monte dei Misteri, a veder la Verità, poi rimasti folgorati, a contemplar divinità, come Dante epopte cieco, pose mano a poema sacro, per molti anni consumato, a riunire cielo e terra, e vincer crudeltà che serra, lupi a ovile portan guerra, con altra voce ed altro vello, poeta indossa cappello, barba e bian capelli; zodiaco rotor stelle fisse, trasfigura sua spavento, dopo anni di fatica, innamorato ed estasiato, al calare del sipario, Alighieri esce sul palco, a ritagliarsi eco applauso, poi offre consigli, nel Leggere il poema, indagando la morale, dentro allegorie dottrine, come quelle del Vangelo, Cristo al monte trasfigura, davanti sol tre apostoli, poichè secrete cose, chiedon poca compagnia, a varcare orizzonte, dove Creator guarda il Creato. |Giasone viaggia con marinai, di nave Argot argonauti, mentre Orfeo suona l'arpa, si avvicina a secrete cose, galleggia in mente di Dio, come mare di Nettuno, torna a Firenze sol da vecchio, arricchito in conoscenze, nuovo vello oro Sapienza. Dante e Orfeo stesso mito, se hai occhi corpo spalancati, fallisci impresa ultraterrena, Euridice è congelata, Dante appresa la lezione, tiene occhi fissi a terra, fino a ordine imperioso, di Beatrice la sua guida. Jung in specchio acqua, vede propria imago, riflette faccia tua nascosta, dietro attore personaggio, prima prova di coraggio, nel percorso interiore, scopre propria ombra, e spaventa le persone, che si proiettava su ambiente; scavar dentro è rintracciare, propria nigredo pesantezza, e lasciarci dietro complicità, di nostro agire sotto sonno, che produce pasti ai lupi, detto alchemico Vitrolum. Virgilio e Dante si abbracciano, camminando in nero buio, aere amaro e sozzo, fumi densi avvolgon tutto, parole oggetti e significati, tutti immersi in cecità, poi si alza una voce, che si rivolge a Dante, chi sei tu che il fummo fendi, a penetrar nostro passato? Marco Lombardo è tale spiro, vescovo cataro a Concorezzo, grande astrologo che dice: del mondo seppi e amai valore, a cui ciascun depone le armi, son stato facile all'ira, come Apollo infuriato, che dall'alto scaglia frecce, contro chi lo offese. Dante subito intuisce, argomento conversazione, è vero quel che dici, oggi il mondo è abbandonato, da ogne virtù come tu dici, sol di malizia è ingravidato, allor tu rivelami la causa, sì ch'io la veggia e mostri altrui, laggiù su terra ove qualcuno, dice è colpa delle stelle. Marco Lombardo cataro, che intrattenne salotti, di saturnina astrologia, risponde a questo modo, Frate lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui, ciò che accade sulla terra, Voi credete vien dal cielo, se così fosse voi è distrutto, libero arbitrio e facoltà, di sceglier bene e male, con impossibile giustizia, se si procede secondo bene, a ottener premio letizia, e per male avere lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia, non dico proprio tutte, come insegna astrologia, lume vi è dato a bene e malizia, assieme a libero voler, e in primi anni vostra vita, costretti a faticar col cielo, a temperare inclinazioni, ma ne uscite vincitore, se avete buon nutrimento, di maggior forza e natura, più grande di voi, liberi soggiacete, e quella forza cria in voi, intelligenza che le stelle, in sua cur non può creare, così se il mondo oggi disvia, in voi è la cagione, e io te ne sarò spia. Ordine e perfezione hai, se libertà vien ben nutrita, si sale a Dio persona, che Bene e Grazia crea, fa dono Intelligenza, a seguir progetto opera, che solo a Dio appartiene, e manca nelle stelle. Pellegrin celesti sfere, arriva a Stelle Fisse, seguendo loro guida, che dal purgatorio vedi, in matematico linguaggio, guardo senza paura, dinamo orizzonte, oltre limite insuperabile, sta il sublime della Grazia; Dante ha paura un poco, non ha penne a volar alto, ma come i bimbi prova gioia, nel sentirsi trasportato, sopra il vento di aquiloni, con la profezia del Veltro, nel Proemio del Poema, Virgilio ferma i suoi passi, assieme a quelli dei Lettori, enunciando che infine, il veltro divino verrà, farà morir lupa con doglia, la caccerà di villa in villa, finchè è rimessa nello nferno, da dove la prima invidia, ribellione di Lucifero, l'aveva liberata. Cristo Trionfo è tale veltro, tra le schiere dei beati, che vede interno della terra, correggendo la via diritta, troverai pietra nascosta, che è la vera medicina, enteriora lapidem terrae, dove salvezza è affidata, a un intervento divino, quando ciascuno trova, il Veltro entro se stesso, e strappa via da proprie carni, zanne feroci della lupa, e la respinge nel suo inferno. |Dante parla in tante lingue, pitagorici e alchimisti, ebrei arabi e cristiani, templari e massoni, per raggiunger molti cuori, in un mondo di sordi, tanti gradi iniziazione, molti suoni di un gran mare, per solo scopo di instillare, Fede a principe imperiale, e ogni fratello templare, esser Principe di Grazia, simile a Beatrice, che con Virgilio e San Bernardo, sono guide in Chiaravalle, Dante scelse San Bernardo, ordinatore dei templari, dopo strage di quell'orda, per mano monarchia francese, Bernardo onora con preghiera, incrocia sguardo di Maria, come fece Jacques Molay, che muore e guarda Notre Dame, immensa nave da crociera, ferma alla banchina, con sue navate e campanili, in attesa del gran viaggio, dagli inferi al cielo, scritta in lingua degli Argoti, lingua cifrata di veggenti, nomadi ancora disprezzati, ribelli avidi di libertà, curan dialetto ancor bandito, dalla buona società, di benpensanti in ermellino, immersi nella fatuità: argot di minoranza, fuori leggi codificate, convenzioni usi e protocolli, di anonimi architetti, maestri ermetici alchimisti, pitagorici o templari, trascritti in cattedrali, santuari della scienza, e dei credi popolari, dei grifoni e dei Beati, cerchi angelici antenati, nel portone e nel rosone, vetro e marmo in sette cieli, pietra di angolo staccata, dal trono Dio precipitata, reca fondamento al mondo, e tiene unito ogni edificio, aiuta ogni uomo a farsi tempio, principio e fine di ogni tempo. Dante erudito, sa tutto di allora, e sotto ispirazione, usa penna o arpa, e naviga la Bibbia, dottrina della Chiesa, e tutto mischia in rima, dal moto degli storni, alla grazia delle gru, i fiori con la brina, che sciolgono a mattina, poi usa simbolismo, assieme allegoria, messaggi cifrati, e parla ai suoi lettori: O voi che siete sani, mirate la dottrina, che si asconde sotto, il velam di versi strani! Chi vede e riconosce, è genio osservatore, descrive lui Gerione, si avvita e nuota in aria, scende lungo un elica, di forma cilindrica, e Giganti delle Torri, fan mura incandescenti, San Francesco meso a sacco, da astuzia del demonio, con logica truccata, in Guido Montefeltro. Angelo in Purgatorio, ispira Dante luce, riflette astronomia, che crea cronologia, precisa ora del giorno, e la pelle bianca nera, enigmi insegnamenti, più alti e degni fede, se son più incompresibi. Dante pensier discende, in sua anima da Dio, che è primo motore, come canta Branduardi, da unità s'irraggian tutti, altri numeri beati, che contemplano Dio, come in uno specchio, ogni pensier umano, riflette avanti esser pensato. Dante conosce numeri grandi, fino alle migliaia, così cita Trinità: uno due e tre sempre vive, regna sempre in tre due e uno, non circunscritto, ma tutto circunscrive. Dio è sostanza divina, due nature unite in una, nella persona di Cristo, e tre Persone in trinità: Padre Figlio e Spir Santo, tal figura è detta chiasmo, da lettera X greca, melodia di questi versi, fanno eco ordine inverso, crescente e decrescente, pienezza in sè ritorna, in ciascuno pari e dispari, tutte cose esser numero. Aritmetica è nume, studiata da Ishango, un babbuino del Congo, numera tacche su colonne, divise in dispari e pari, poi arriva Brahmagupta, che assieme Aryabhata, reca zero concetto, filosofia indiana, al vescovo Siria, di Arabi Tartaria, che diffusero l'uso, in tutto il Mediterraneo, poi Leonardo Fibonacci, da Pisa scrive Abaci, Matematica islamica, mentre Giuseppe Peano, formulò cinque assiomi, per numi naturali, e tutta aritmetica, prescindendo da intuizione, legata a necessità, come conteggio dei giorni, o capi di bestiame, ecco la sequenza, del numero uno, a cui segue un successivo, mentre Numeri diversi, hanno succession diversi, se primo numero è due, segui logica binaria, quinto assioma di Peano, è principio di Induzione. |Galileo Galilei, legge i versi di Dante, a cercare la misura, altezza dei giganti, e di Lucifero lor capo, disegna uomo vitruviano, dove un braccio appare un terzo, di altezza di persona, Dante è 1 metro e 75, statura perfetta, è uomo alto otto teste, mentre atleta ha nove teste. I giganti han corpo macho, muscoli e forza bruta, alti 44 braccia, 25 metri e mezzo, così il vermo reo, che mondo fora e ribella, è alto 1200 metri, con sei ali protese, su tutto il Cocito, ghiacciandolo col proprio, incessante moto, ha tre teste a scimmiottare, la Trinità Divina), ciascuna bocca stritola, uno dei tre traditori, di intera umanità, tutti e tre giganti, Giunio Bruto e Cassio Longino, congiurati contro Cesare, fondatore dello Impero, e Giuda Iscariota, traditore del Xristos, maciullato da Lucifero, e con schiena scorticata, Re di Tenebre in eterno, rode i peggiori peccatori. Galileo Galilei, in Accademia Fiorentina, tenne conferenze, su Inferno dantesco, vide Ghibellin fuggiasco, disseminare suo libro, di matemati e geometria, su imbuto infernale, e il lago ghiacciato, nel punto più in basso: vidi mille visi cagnazzi, fatti per freddo, in gelati guazzi, teste dei traditori, immersi in Cocito ghiaccio, diversi tali sguardi, ai desideri ardenti, che costringono miei occhi, a fissar occhi lucenti, di Beatrice sul grifone, tra le anime beate, del Cielo di Mercurio, mille splendori udia, a crescer nostri amori, nel purgatorio luci, del sole che solleva, ai Beati della Rosa, specchiarsi in mille soglie, agli angeli festosi, che circondano Maria, ciascun distinto pure, di fulgore e di arte. Dopo tal visione, mi volsi e vidi avanti, e sotto piedi un lago gelo, che sembrava vetro, diviso in quattro zone: Caina e Antenora, tolomea e Giudecca, da Giuda Iscariota, eretico del verbo; in Caina son puniti, i traditori dei parenti, seppelliti nel ghiaccio, fino al loro collo; in Antenora son puniti, i traditori della patria, sepolti fino a cintola, con parte alta esposta, a gelidi venti infernali, come Antenore gigante, che ebbe tradito Troia; in Tolomea son puniti, i traditori degli ospiti, distesi supini, con la schiena nel ghiaccio, poichè Tolomeo, fece uccidere Pompeo, per ruffianar Cesare; in Giudecca son puniti, tutti i traditori, di benefattori umanità, immersi tutti in ghiaccio, nel mezzo ultima zona, fa orribile mostra, il Lucifero signore: in Giudecca ghiacciata, con lui gigante mi convegno, mperador dolore regno, da mezzo petto uscia fuor ghiaccia, incapace a far di braccia, in sua ghiaccia residenza, dove son confitti i peccatori, del giron della Giudecca. Lucifero il gigante, fin ghiaccio suo ombelico, coincide a centro Terra, baricentro dei pesi, di sfera senza gravità, dove lo duca con fatica, volge testa e zanne, ci aggrappiamo al suo pelo, per salire al cunicolo, altra faccia di Giudecca. Dante vide ovunque, tanti altri giganti, da Giove minacciati, con tuono-folgore dal cielo, primo gigante incontra, è Nembrot architetto, della Torre di Babele, alto 25 metri, tredici volte più di un uomo, ha faccia lunga e grossa, come Pigna di bronzo, del cortile Vaticano, si proporzione ad altre ossa, in 3 metri e duecento; il massone gigante, ha tempi di reazione, più lenti di un umano, che può sfuggir suoi assalti, ragion per cui suoi arti, impiegan molto tempo, a compiere un lavoro, senza velocità, seppur grande potenza, a sollevare un colle, come gru e betoniera: le creature più ridotte, usan riflessi a spostarsi, rapidi a ogni mossa,come il topo che corre, aggiusta il tiro a ogni passo, mentre un gigante o elefante, sposta zampa avanti, e si affida a predizione, speranza a non trovare, un intoppo sul cammino, compensa sua lentezza, dovuta a dimensioni, Anteo gigante in Africa, ammazza più leoni, grazie alla sua forza. Galileo sà che distanza, tra ombelico e metà petto, è un quarto altezza uomo, trova il raggio di Giudecca, in oltre 290 metri, mentre la Tolomea, ha raggio mille braccia, ovvero 580 metri, Antenora 1500, ovvero 875m, e la Caina di 2000, ha raggio 1166 metri; stessi calcoli conduce, per le Malebolge, ottavo cerchio dell'Inferno, residenza ai frodatori, disposti in dieci bolge, bolgia è confusione, dieci fosse concentriche, cerchiate da mura, come fortificazioni, di un castello medievale, cinto da più fossi, aventi ponticelli, fatti con la roccia: le malebolge di pietra, hanno color del ferro, ovunque macigni e anfratti, oscurità della frode, di mente tortuosa che inganna, nel mezzo del campo, un pozzo largo e profondo, dieci valli profonde, concentriche al pozzo, collegate da ponti, che ne scavalcano estensione, dalla riva esteriore, fino al pozzo centrale. Dante passa in prima bolgia, dello ottavo cerchio, vede folla di dannati, di ruffiani e seduttori, tormentati da diavoli, crudeli e beffardi, la folla in due schiere, che camminan senso opposto, come vedi camminare, in due file di folla, a Ponte Castel Santangelo, i pellegrini chiamati, dal Giubileo romano. Più narra il caos degrado, più geometria fà regolare, come fisica del Caos, in penultima bolgia, i seminatori di discordia, e scismi religiosi, 3 kilometri diametro, mentre decima bolgia, quella dei falsari, 6 kilometri diametro. Canto VII Inferno, demone Pluto invoca, papè Satàn aleppe! a terrorizzare Dante, invocando Lucifero, Virgilio lo sgrida, Lucifero è al cupo, dove Michele fé vendetta, del superbo stupro! peccato di superbia. Gioacchino Belli cita, Michele nei sonetti, anno 833, angel ribelli caduti, Michele al galoppo, con Stendardo biancogiallo, al suon tamburo e piffero, lesse sto editto: Iddio condanna ar callo, l'angeli neri, con Capitan Luscifero! Michele qui è vestito, capitan guardia pontificia, che inalbera stendardo, dopo aver suonato, per richiamar la folla, come un banditore legge editto di condanna, dove Lucifero è trattato, come un capitano di ventura, ribelle condannato ar callo. |Passando al Basso Inferno, Dante conosce uomo-bestia, nel viaggio tra assassini, tra violenza e infamia, fin sede di Lucifero, entriamo in luogo Belve, in preciso domicilio, tre giron settimo cerchio, sta Lupa del dolore, che ci procuriamo in guerre, getta ombra sui violenti, contro le cose e gli altri. Lince, appar dolore, fatto su noi stessi, getta la sua ombra, su chi picchia sè e sue cose, Leone appar disprezzo, del Mondo e del Mistero, getta sua ombra sui violenti, contro Dio e le sue cose. Quattro incontri coi Guardiani, di Inferi e città di Dite, più di mille sulle porte, da ciel piovuti quattro volte, tentan fermare il viaggio Dante, Caronte usa l'ira, vecchio bianco antico pelo. Minosse insinua il sospetto, a non fidarsi di Virgilio. Pluto il ricco rabbioso lupo, invece gli dice di tacere, ma è piegato da Virgilio; poi tracotanza demoni in Dite, piegata dal Messo Celeste. Minotauro quan ci vide, guardian settimo cerchio, mezzo uomo e mezzo bestia, guardiano-bestia solo infuria, non sa usare le parole, sua furia orribil ringhia, resta impotente da sua furia, si morse preso ad ira, mio maestro lo sgridò: pensi che questo sia Teseo, il duca di Atene, che nel mondo ti diede morte, tu vergogna di Creta, concepita in finta vacca, Pasife unita al Toro bianco, vattene via bestia, Dante non viene qui seguendo, istruzion di Arianna tua sorella, ma vien vedere vostre pene, poi Virgilio grida a Dante, corri al passaggio e scendi, mentre il mostro è in preda a furia, così vidi il Minotauro, come toro che barcolla, dopo il colpo mortale. Canto 12 è ingresso, nel basso Inferno, Virgilio accorda con Chirone, per la salvezza di Dante, quando Aquila cede, staffetta ai Centauri, poi canto 62, Virgilio dice addio, e dà due corone a Dante, i Dioscuri cedono, staffetta al Grifone, si entra nell'Eden, e termina nigredo, conta 50 canti, e arrivi sul Burrato, che spacca Inferno in due, e dal quale sale un puzzo, i Poeti si difendono, fermandosi a parlare, dietro tomba papa Anastasio, ultimi cerchi infernali, dove son puniti i violenti, fraudolenti e traditori, colpe che più offendono, la bontà divina: qui Dante cita il libro Genesi, in cui vedi leggi naturali, e fa spiegar Virgilio, che grande errore d'Uomo, è tradire il lavoro, ispirato dal divino, che sempre fa creazione, in cui umano può specchiarsi, per sostentarsi e progredire, ma usuraio altra viene tiene, poichè disprezza la natura, disprezza sua operosità, e ripone spes in tempo falso, e fraudolento dell'usura. |CENTAURI mezzi uomini e cavalli, guardiani in primo girone, dei violenti contro gli altri, il girone della Lupa, tra la ripa e ampia fossa, il fiume sangue Flegetonte, sono immersi gli assassini, e corrono in fila i centauri, armati di arco e frecce, come andassero a caccia, nelle selve del Rio Congo, nel vederci arrivare, tre divisero dal branco, venendo a noi con archi e frecce, pronte ad essere scoccate, uno grida da lontano, a qual martiro venite, quale condanna destinati, voi che scendete il burrone? O lo dite o tiro l'arco, nel frattempo a migliaia, pigmei centauri attorno fossa, scoccan migliaia di saette, a far morire gli assassini, perenne eternamente; mio maestro allora disse: la risposta noi daremo, solo al paziente Chirone, poi rimprovera Nesso, il centauro che rapì, Deianira ed Ercole, il quale lo fermò, uccidendolo con freccia, e Nesso prima di morire, invitò donna a serbar suo sangue, a miscelarlo con profumo, per intrider la camicia, che da Ercole indossata, impedisce innamorar di altra donna, ma di questa camicia, Ercole morì avvelenato. Folo il terzo centauro, ospitò Ercole a cena, costretto aprire giara buon vino, che Dioniso lasciò in grotta, altri centauri inebriati, da intenso profumo vino, presi da furia attaccaron, grotta di Folo e di Chirone, per impadronirsi del vino, si accese lotta selvaggia, a colpi di frecce, vinse Ercole tra tutti, ma Chirone fu ferito, da una freccia rimbalzata, mentre Folo morì, per aver toccato freccia, da Ercole avvelenata; dopo carneficina, Ercole fu disperato, per aver ucciso incosciente, i suoi due alleati, ora al leader Chirone, lui e Virgilio vuol parlare. Chirone prese una freccia, con punta pettina sua barba, fino dietro alle mascelle, così scoprì gran bocca, e disse ai suoi compagni, vi siete accorti che quello che sta dietro, muove ciò che tocca? i piedi dei morti non fanno così, e Virgilio duca sen timore, vicino al petto di Chirone, dove si sposan due nature, alza frasi imperiose, lui è davvero vivo, io devo mostrargli lo inferno, non è un viaggio di piacere, ma è necessità che ci conduce, venne un anima dal paradiso, dove cantano alleluia, a chiedermi obbedire, Dante non è un ladro, io non son anima dannata, per quella Volontà che mi permette, di muovere i miei passi, in questa strada selvaggia, presta un dei tuoi centauri, per guadare la fossa, e farci superar la prova, costui porti Dante sulla groppa, perché non è spirito che vola. Chiron ferito a freccia, è sapiente in medicina, non può guarir se stesso, e quel dolore lo accompagna, fino a supplica agli dei, di morire al posto Prometeo, brilla in Ruota degli Dei, costellazion del Sagittario, le stelle di Chirone, sono incontro tra maestri, in ogni punto vedi un dio, o le orme sua presenza, tutto santo alla natura, Chirone parla a Giasone, ed Esculapio suo maestro, istruito da Medea, maestro pur di Achille, come Virgilio guida Dante, sà curar anima e corpo, quest'uomo va salvato! silenzioso patto stringe, tra i maestri più famosi, senza parola espressa, Chirón si volse a destra poppa, disse a Nesso di tornare, fai spostar quelli che ostacolano, prendi in groppa i due poeti, passa il guado e indica a Dante, alcuni nomi dei dannati. Nesso è ora tuo Maestro, ed io sarò il secondo, Virgilio lascia il posto al daimon, entità mito-stellare, che ha compito condanna, di trafiggere assassini, così da lor ferite sgorga, sangue in cui sò immersi. Centauri hanno peso, di anima su terra, ai bambini donan quattro gambe, per gattonare e scalpitare, urlo per chiamar possesso, impossibile condivisione, la dolorosa convivenza, di due nature da integrare, nella conquista del terrestre, la folla dei centauri, è un branco di entità, urlanti e scoordinate, pronte a schiamazzo e capriccio, incapaci a regger vino, assai golosi e ubriachi, scatenan guerre improvvise, isteriche e violente, in cui si uccidon fuoco amico, o cede a istinto predazione; quan si ferisce un bambino, dolore è inflitto a un Centauro, una presenza divina, che a domar serve Chirone, che sotto il suo comando, assassini di assassini: sono lì in schiere ordinate, a colpir chi resta belva, i tiranni affogano nel sangue, che essi resero profondo. Centauri son maestri, traditi in pedagogia, che Chirone come tata, aiuta a risalire, trasformando in genitori: se centaurismo infantile, prolunga adolescenza e oltre, prende forme delle sbronze, notti bianche nel frastuono, delle morti sulla strada, predazione e mercimonio, aggressione e gelosia, stupri branco ed omicidi tra conflitti e alterazioni, nella crescita o educazione: mutar Centauro in Dioscuro, nella profezia del Veltro, colui che caccerà la lupa, di villa in villa fino a inferno, da dove invidia dipartita; se Centauro trafigge il lupo, tra sue zampe ha il crocefisso, Croce Sud che Dante vede, come segno Elevazione, contro avidità dolore, allor Centauro si eleva, dal Corpo a Intelligenza, su due gambe esploratore. Dante in basso Inferno, scende lungo il Burrato, entra in tre Cerchi di Violenza, fiume del sangue in cui bolle, cieca cupidigia e ira folle, e tra Ladri e Fraudolenti, ode il canto di Ulisse, portato dal vento, di Castore e Polluce, i Gemelli del suo segno, tra giorno 12 e 13, sotto tutela dei Centauri, che elevan Corpo a Intelligenza, comandati da Chirone, Dante passa il Flegetonte, a caval centauro Nesso. Carlo Martello dice a Dante, nel Cielo Venere Afrodite, il Sole viaggia da Est a Ovest, ci conduce al braccio equatoriale, nella vertigine stupita, Fuoco Sacro si offre ad Anima, luce sapienza e amore, amor di conoscenze vive, percependo nostra anima, che cammina in questa eternità, fino al canto di Sapienza, dello Spirito dell'arpa, uomo esplora e si offre, alla Libertà mai sazia, ma ecco anime ingannate, da genti empie in cose vane, sentite vostre tempie, rivolte a vanitatum? Beatrice ferma occhi su me, di caro assenso al mio disio, al mio voler beato compenso, dissi dimostra che miei pensieri, son riflessi alla tua mente, ch'io possa in te refletter penso, onde la luce a me ancor nova, del suo canto che cantava, iniziò a parlar così: in quella parte malvagia terra, compresa fra Rialto Venezia, e le sorgenti Brenta e Piave, sorge un colle poco alto, là onde scese una facella, che fece a contrada un grande assalto, Ezzelino da Romano, tiranno massacratore, ora si danna in Flegetonte, dove più profondo è fiume sangue, così lo indica Nesso, mentre traghetta Dante in groppa, su fossa sangue di assassini, per arrivar foresta dei suicidi, che nessun sentiero segna. Cunizza sorella di Ezzelino, di sè fece mercimonio, per aiutar fratello, nei suoi loschi inganni, non si pente esser meretrice, perché ciò le ha conquistato, intelligere spiritum, e questo il volgo non capisce, la SALVEZZA è in nostre mani, e per diventar Beati, serve conoscere terra Inferno. Folchetto di Marsiglia, di lui rimase fama, trovatore e religioso, provenzale in Tarragona, poi presso Alfonso di Castiglia, dopo vita sua mondana, si fece frate poi abate, vescovo a Tolosa, massacratore di Catari, contro gli Albigesi, ora in Ciel di Venere, con prostitute e assassini, che si sono salvati, andando verso il Sole, fu famoso in crudeltà, ora vive seconda vita, da Spirito salvato, nelle parole di Cunizza: peccatore che si pente, per rimorso e disagio d'anima, per orrore del suo male, rinnega ciò che ha fatto, riceve Grazia del perdono, errore strumento di salvezza, come afferma Cunizza, ninfa d'acqua e del Battesimo, che con Folchetto vien salvata, dopo transito in inferno, da Intelligenza dello Spirito. Dante in canto 13 e 37, tra Inferno e Purgatorio, accordati e risonanti, Centauro Caco paga condanna, per essere stato ladro, inizia salita al Purgatorio, sotto costellazione Sagittario, stelle Chirone Guaritore, che illumina il divino, con le corde pizzicate. Pier delle Vigne consigliere, a Federico II e Manfredi, figlio di Federico, biondo bello di gentil aspetto, nipote a Costanza imperatrice, ha figlia Cecilia Taragona, erede a corona di Sicilia, Lui centauro guerriero, muore colpito in battaglia, ultimo eco della lupa, che in ultimi istanti si affida, a misericordia divina, nonostante peccati orrendi, bontà infinita lo abbraccia, accoglie chiunque a lei rivolge, mentre Pier delle Vigne, sopraffatto da suo orgoglio, preferisce il suicidio, muore da centauro, mentre lo portano in carcere, gettandosi dal cavallo, fratturandosi la testa, nella selva dei suicidi, in albero trasformato; la Compassione del Poeta, assimila i personaggi, vissuti in stesso ambiente, entrambi traditi e disonorati, pur simmetrici tra loro, fan due scelte diverse, Pier dannato a non parlare, e Manfredi inaugura i Dioscuri. Centauro si trasforma, in Castore dioscuro, che muore in battaglia, trafitto nel petto, e mostrommi una piaga, metamorfosi del Daimon, i Gemelli son |DIOSCURI, pizzicati in corda d'arpa, per salire verso i cieli. Castore gemello mortale, tiene in mano il frustino, per domare i cavalli, centauro doma sua bestia, mentre Polluce è immortale, pugile agile e leggero, forte nelle braccia, insieme naviga su nave, di Argonauti di Giasone, discepolo di Chirone, coraggiosi esploratori, sulla Nave Conoscenza, ascoltando i canti Orfeo, che narra loro imprese, lui marinaio in stessa nave. Dante viaggia stessa nave, costellazione al Polo Sud, Nettuno ammira ombra di Argo, navigar su mente Dio, la nave temeraria esplora, sul mare DOPPIA CONOSCENZA, ogni uomo è diviso in due, figlio a tenebre e luce, Dioscuri Gemelli, è costellazione mercuriale, sotto quale Dante nacque, mentre Orfeo và in Oltretomba, a cercar la donna amata, nei Misteri Eleusi e Buiti, che Dante conosceva, e ritrova donna amata, nel mondo beati spiriti, uscendo vincitore. Seconda navigazione, conduce Platone a iniziazione, livello anagogico ritrovi, Castore è curioso, mentre Polluce è in silenzio, mis/misteri in greco è taci! in palazzi e fonti dei Farnese, due Gemelli in due opposti, uno legge e l'altro ascolta, uno guarda e l'altro dorme; un miracolo accade, nel cuore degli umani, quando si alzan su due gambe, e si spoglian doppia natura, catturano intelligenza, sepolta nella terra, e la conducono alle stelle, mutando in anima intellettiva, alzano occhi al sole, e ammiran carro luce, mi colpiva da sinistra, tra noi e nord Aquilone, ovvero tramontana, Virgilio mi disse: se costellazione dei Gemelli, fosse congiunta a quello specchio, che fa salir scendere la luce, nel solstizio estivo tu vedresti, lo Zodiaco rosseggiante, ruotare più vicino al nord, a men che non esce suo cammino; a capir vai immaginare, Gerusalemme e Purgatorio, equidistanti da Equatore, paralleli simmetrici e opposti, così che abbian solo orizzonte, ma diversi emisferi, per cui vedrai cammin del sole, procede a Yoros da una parte, e dall'altra per chi è qui. Certo maestro mio, prima faticavo a comprendere, che il cerchio meridiano Primo Mobile, chiamato Equatore celeste, resta sempre a metà, tra il sole e l'inverno, per la ragion che dista da noi, tanto quanto agli Ebrei dal sud. Castore e Polluce in compagnia, di quello specchio che sù e giù, del suo lume conduce, a veder Zodiaco ed Orse, nel loro stretto roteare, fà uscir vecchio cammino, accolto nel pensare, monte Siòn su terra stare, entrambe un orizzonte, pur diversi gli emisferi, che Feton non seppe carreggiare, andando all'uno e all'altro, che intelletto chiaro bada, l'Equator che sempre rima, tra il sole e il verno. Caro Dante se tu fossi, nel solstizio di giugno, quando sole sorge in Gemelli, nel dì più lungo d'anno, a Nord lo vedresti brillare, ora sforzarti a comprender, che sei giunto agli antipodi, di Czargrad Gerusalemme, sei in emisfero sud, stessa distanza da equatore, in cui sta Yoros la nel nord, qui ti sei capovolto, sinistra vedi come destra, nord vedi come sud. |Umanità mutilata dello Spirito, oscilla da poggia a orza, resa monca della scintilla, di eternità che la abita, ferita causata da isteria, del poter che vuol soggiogare, ma solo Spirito incarnato, può riparar mutilazione, e rigenerar conciliazione, nuova Alleanza sen parole, in risonanza di terzine, vibrate in arco e arpa infine: ficca l'occhio entro l'abisso, de l'eterno consiglio quan puoi, al mio parlar giustizia fisso, non potea mai uomo solo, espiar peccato originale, con umiltate obediendo, quanto superbo nel peccato, ciò cagion uomo precluso, poter sodisfar per sé dischiuso, a Dio convenne le vie sue, riparar l'omo a sua intera vita, perdonando o punendo o entrambi, ma poiché l'ovra tanto è più gradita, da l'operante quanto più appresenta, de la bontà del core onde è uscita, divina bontà che il mondo impregna, volle usar tutte due le vie, a riscattarvi e fu contenta, nè in tutta storia umana, tra ultima notte e il primo die, sì è mai visto tal magnifico processo, per l'uno o l'altro modo fie, ché più largo Dio fù a dar sé stesso, per far l'uom a rilevarsi, che s'elli avesse sol perdonato, e tutti li altri modi erano scarsi, al Figliuol umiliato a incarnarsi. Aurora bianca e vermiglia, illuminava in cima al monte, suo incontro con Beatrice, amore per rime musicate, e cantate da Casella, umani spiriti si ferman, ascoltan estasi fin quando, li rimprovera Catone, inviandoli a salire: canto unisce a gentil donna, bella e onesta figlia tutta, a Imperadore di Universo, chiamata Filosofia, Beatrice rappresenta, divina luce assai mi mostra, colla mia anima un sol cosa, continua nasce in me pensieri, che indagavano ammiravano, il valore a questa donna, nel luogo della mente. Dante chiede a Belacqua, perché non sali a porte Purgatorio? lui risponde che è inutile, pigri i suoi muscoli, senza anima intellettiva, di cui Belacqua è monco, poichè muoversi è potenza, congiunta col sentire. Dante rimprovera pigrizia, chi manca impulso alla salita, se traguardo del tuo viaggio, accumular conoscenze, infinite informazioni, finchè peso tuoi bagagli, impedisce il tuo cammino, sarai costretto a gettar tutto, in un fiume come i Hmong, per ritornar leggero, e imparar volare, fin quando tuo intelletto, diventa sottile purificato, dal tuo cumulo affrancato, vedrai galleggiar questi relitti, sulle acque del Lete, raccolte a foce del Tevere, da angeli Dioscuri, in città Roma due corone, che risucchia nel gorgo, messaggio doppio dei Dioscuri, nei 25 canti dei Gemelli. Castore muor ferito al petto, Polluce non si dà pace, nel dolor senza fratello, a Zeus chiede grazia di morire, sua libertà di scelta, se Castore è Manfredi, Catone sarà Polluce, iniziati ed iniziandi, in Marocco arriva notte, sopra l'Equatore. |Diritta via 18-68, Inferno e Paradiso, corrispondenza risonante, simmetria li tiene insieme, due ingressi in due luoghi, in un Poema in cui ogni canto, è una soglia a oltrepassare, ma tutte soglie diseguali. Ottavo cerchio in dieci bolge, dove vengono dannati, i ruffiani e i seduttori, adulatori e simoniaci, indovini e barattieri, ladri e mal consiglieri, i seminatori di discordie, ipocriti e falsificatori. Dante e Virgilio vi giungono, in groppa al Gerione alato, che li fa scendere in volo, dalla ripa discoscesa, e viene usata cintur di Dante, come redini a trattenersi, al collo del mostro, a indirizzarlo sanza terrore, davanti a Caronte, Minosse Cerbero e Furie, Medusa e Minotauro, il volo, da ripa scoscesa, conferma conquista iniziato, un potere che userà, ci Giganti e con Lucifero. Conoscere mostri che ci tormentano, dare loro un nome, il grande volo si conquista, quan possiamo cavalcarli, vincendo gran paura. Fetonte ebbe paura, quando lasciò redini Sol carro, allora il cielo si incendiò, Icaro si sentì spennare, dalla cera surriscaldata, mentre il padre suo gridava, stai sbagliando strada! Tornato a terra Dante vede questo pozzo ad imbuto, chiuso in dieci cerchi, concentriche malebolge, tutto di pietra color ferrigno, dove nel mezzo si apre un vuoto, molto largo e profondo, ha bordo fatto a terrazze, suddivise in dieci valli-bolge, una spirale di dolore, sprofonda nell'abisso. Alla prima bolgia vanno, ruffiani e seduttori, camminan senso contrario, frustati dai diavoli, in seconda adulatori, immersi nello sterco, che tosto ritorna a terra. Dante avverte volando su Gerione, lo scroscio del Flegetonte, assorda la mente fin lacrime, basta un secondo a cambiar polo, sotto i piedi di Dante, si apre un pozzo stretto, che divide ottavo e nono cerchio, e in basso il Cocito ghiacciato, non c'è ombra altro Gerione, ma solo cinta muraria, con torri a perimetro del pozzo, vidi Giganti di otto metri, dalla cinta in basso dentro al pozzo, esso stesso fatto in pietra, sono i Titani fratelli a Cronos, che a Zeus son ribellati, sconfitti diventano i Guardiani, del cerchio dei traditori, ultimo luogo infernale, incatenati in varie forme, a immobilizzar corpo superiore, dal bacino in giù son dentro roccia, come la spada di re Artù, solo Anteo ha le braccia libere, e coglierà Virgilio e Dante, si comporta con gentilezza, per adagiarli a fondo pozzo, che divora Lucifero e Giuda, dopo chinato si raddrizza, come albero di una nave; mentre in 14 Paradiso, siamo nel Cielo del Sole, in mezzo a Spiriti Sapienti,e re Salomone parla a Dante, dell'ultimo giorno, quan sarete uniti al vostro corpo, brillerete ancor di più, di intensità diversa, a seconda propria intensità, di Amor che occhi corpo regge, carne gloriosa e santa, cresce in ardor che a Dio s'accende, cresce lo raggio che da esso vene, come carbon che fiamma rende, vision Dio sarà più intensa, sì che sua parvenza si difende, poiché li organi corpo saran forti, a tutto ciò che darà diletto; appare san Giovanni luminoso, e Dante rimane abbagliato, luce proporzionata a intensità, di ardore di carità, Beatrice formula sua domanda, i Beati rispondono con gioia, felici a scioglier dubbi a Dante, come quelli che danzano in cerchio, spinti da maggior gioia, alzan la voce e più lieti i gesti, così le sante corone, mostran nuova felicità, alla preghiera devota di Beatrice, i Beati dispongono in cerchia, tonda come quella dei Giganti, ma i santi pien di luce e gioia, Salomon risponde a nome tutti, rivelando la spes intensa, di riconquista integrità, poiche a lor pur manca un pezzo, come ai Giganti manca il basso, pietrificata nella roccia, ai beati manca loro carne, che li renderà perfetti a sguardo Dio. ULISSE Ladri e Fraudolenti, seconda triade 24-25-26, i peggiori criminali, più di assassini e traditori, usan lucido intelletto, per scopi criminali, ma Dante in canto 26, fà sigillo a intelligenza, vede Ulisse fraudolento, gli dice essenza umana: Considerate vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza; senza fiamma della carne, non si accede al pian Divino, Grifone è dàimon collettivo, da qui verbo ingrifare, incarnato da Mercurio, che ispira tutti amare, la Venere in desìo, la bella principessa, figlia al re Universo, unirsi con Sophia, al banchetto di Sapienza, sconfina nel Mistero, delle fiabe tutti tempi, dove Anima è Biancaneve, lo Spirito Principe azzurro, e Ombra è orco e strega, dopo varie peripezie, Spiri sposa Anima, nel Corpo e Intelligenza. Ulisse ritorna, da viaggio errante, sedante o eccitante, trascendere umano, è suo scopo primo, in estasi o samadhi, con ego ridotto, saggio + felice, ora sa capir cuori senza velo, grazie ghostdance tolteco mito, dentro piante egli vede, sorgente di unità, e Adamo albero di vita, estende sue radici, fonte di ogni ego: se ego esce scoperto, calpesta la terra a far battaglie, esamina e divide ogni materia, classifica ogni pezzo di Natura, e diviene Vita inanimata, sol da soldi misurata, Tera ridotta e abusata, Civiltà si scopre condannata, catastrofe di sangue e morale, a cui Avi cercaron soluzione, riunir soggetto ed oggetto, a integrare la visione, apollinea razionale con inconscia, sanar frattura nel samadhi, Shaolin cosciente unione, Anima e psiche puro amore. INRI anche vuol dire, Igne Natura Renovatur Integra, ogni cosa è rinnovata, col fuoco di Vulcano, Afrodite e Marte, imprigionati in rete d'oro, si aman due divinità, in corpo ed in spirito, etere e materia, ri-uniti a eternità. Dante ammira tal prodigio, e in Ulisse narra evento, chi resta confinato, solo al piano carne, fà esser proci a vita, necessita liberarli, ovvero liberarsi, e procedere ascensione. Eros aquila Grifone, è Spirito amante, che in ardua salita, fà essere arguti, la coppia appare un Tre, Sacra Tetrade 4, un quartetto coi due daimon, custodi del destino, pronti a ribellarsi, a chi ostacola fiaba sorte. Ulisse in canto 26, controfigura Adamo, e Albero di Conoscenza, tra Salvezza e Ribellione, i due Poli Equatoriali, spiro del tempo e del profondo, rivel mistero del Xcristos: da eroe uomo non è redento, ma diviene un Cristo egli stesso, il Salvatore e uman ribelle, son 74-76 e 24-26. Vanni Fucci adiacente e opposto, a Ulisse che brucia in sua furbizia, muore e risorge da insipiente, perché ha corrotto sua Intelligenza, Ulisse in sé invece l'ha accolta, come architetto ingannatore, di tranelli ed esploratore, di vizi umani e lor valore, svela a Dante re-integrazione, d'Intelligenza ricollegata: Oh frati che per cento milia, tra perigli giunti all'occidente, non negate a questa piccin veglia, che riman vostri ultim anni, l'esperien del mondo senza gente, dietro al sol verso occidente, considerate vostra semenza, non siete bruti ma gloriosi. Ulisse uomo del Mare, conosce due passioni, sincroniche e discordanti, di nostalgia del ritorno, e nostalgia del viaggio, appartiene a tutte sponde, fino ai ghiacci dell'Antartide, dove affaccian continenti, e copre stesse rotte, che seguono crociate, parla del seme di Adamo, che ha scelto strada conoscenza. Ulisse cuce nostro mare, con viaggi guerre e commerci, ma Alighieri aggiunge al Mito, sua esplorazion mortale, narra il viaggio in aldilà, ridando intelligenza a Ulisse, gloriosa resurrezione; da vecchi siamo esploratori, con un mare di risposte, vecchio-sapiente ancora cerca, con mani piene di domande, le guarda con serenità, e diventa esploratore, nel piacere dell'ignoto, durante il punto morte. Ulisse insegna la fatica, di abbatter divieti Ercole, varca i limiti in coraggio, mette la morte in conto, Dante può parlare ai Morti, perché viaggia in stato Grazia, in quanto seme Adamo, ma in esercizio di virtute, con coscienza illuminata, usa il sapere suo acquisito, poichè vendicarsi è conoscenza, che ritorce a chi la usa. Un marinaio mai scappa, perché il mare è dentro lui, carnefice e amico: noi rallegrammo e poi venne il pianto, ché da nova terra un turbo nacque, tempesta che colpì la nave a prua, percosse del legno il primo canto, Tre volte il fé girar con tutte l'acque, a la quarta leva poppa in alto, e fece inabissar la prua, come narra pure Emerson, finché il mar sovra noi richiuso. Il naufragio di Ulisse, è sua morte e resurrezione, serve lo spirito suo tempo, e crede fuggir spiro profondo, ma il profondo lo conduce, dentro il mister di Cristo, e fà parte del mistero, che uomo diventi Cristo, Jung rivela sincronia, nel Poema dantesco, Ulisse opposto alla Croce, è lo specchio del Cristo, nel sacrificio compiuto, ad accumular sapienza, per ottener salvezza. |nel canto 51, triforme amor deviato, riporta al canto 1, deviata via davan tre belve, canto 50 astro Lombardo, fa conquistare a Dante, mappa Cielo stelle fisse, nella leggenda Vera Croce, amata e nota in Medio Evo, alla Basilica di Arezzo, con Pier della Francesca, racconta che il legno croce, del Cristo, è legno Albero di Conoscenza, attorno cui è avvolto serpente, come al collo del blu Siva: nel vangelo di Nicodemo, un giorno Adamo era malato, il figlio Seth va in Paradiso, a chieder olio legno misericordia, con cui unger corpo padre, e restituirgli la salute. Gli apparve arcangelo Michele, sullo sfondo insieme a Seth, gli disse non piangere per l'olio, del legno Iboga misericordia, in nessun modo potrai averlo, fino al tempo del Cristo, così Michele dette a Seth, un ramoscello da piantare, dell'albero che Adam fece peccare, poi disse a Seth tuo padre guarirà, quan questo ramo frutterà, Seth a casa trovò il padre morto, piantò ramoscello su sua tomba, il ramo divenne un albero, che giunse ai tempi Salomone, epoca di ladri e di serpenti, a preservare qualche ladro, dalle atroci metamorfosi, come Puccio Sciancato, del canto 25; ladri muoiono e risorgono, ai piedi di una croce, su cui Cristo è morto e risorto, come lor maestro tradito. Angelica intelligenza, che parla con voce Dio, custode nostro destino, anche se non lo viviamo, tutore nostre attitudini, e della nostra missione, diretta emanazione di Spirito, che abita entro noi: chi torce natura dei giovani, torce natura degli uomini, distrugge persone e procura, offesa allo Spirito, Educatori dell'Anima, incuranti del potere, che vuole tutti uguali, san re-integrare Spirito, accoglier voce del daimon, che è nostra diversità, ciascun se stesso preso, è contro anestesie, di società omologanti, contempla risonanza 25-75, canto di alchimia, e canto dei talenti, nel silenzioso lavoro, del fuoco di officina, eche lavora la Materia, che si muove e trasforma, secondo leggi sconosciute, di un ordine sacro, a raggiungere profondo, Spirito in Materia. Carlo Martello risponde, che anche Uomo è un alambicco, configurato dal mistero, di tutti i suoi talenti, che dovrebbero esplodere, se non fossero negati, repressi mortificati, e annullati dal Potere, che devia spirito profondo, che alimenta la materia, nostre persone da bambini, in mente di Dio tutto è scritto. Carlo Martello narra futuro, e se mio frate Roberto, antivedesse tutto questo, eviterebbe l'avarizia, dei Catalani in Catalogna, serve qualcuno che al suo posto, provveda a che il suo regno, non subisca ulterior danni, dei suoi antenati liberali, avrebbe bisogno di soldati, non soltanto mercenari, come son franchi catalani, Roberto è diverso da me, anche se figli a stesso padre, lui è avaro illiberale, meschino farà mal suo regno, come Cunizza ed Ezzelino. Dante curioso chiede a Carlo, fatto m'hai lieto fammi chiaro, parlando dubitar m'hai mosso, come dolce seme può essere amaro? se posso mostrarti verità, rispetto al dubbio che sollevi, lo ben che ruota il Paradiso, volge e contenta ogni virtute, Provvidenza alla sua mente, che è perfetta di per sé, non sol determina varie nature, ma insieme ad esse anche il lor fine, ovver non sol influssi celesti, come una freccia sul bersaglio, se ciò non fosse il ciel che tu cammine, producerebbe li suoi effetti, che sarebber sol ruine, e ciò non può succeder, se li ntelletti che muovon stelle, son perfetti come il primo, poichè natura mai fallisce, quel che è necessario, ora dimmi cosa è peggio, per l'omo che vive in terra, se non si fosse cittadino, e svolge ciascuno una funzione, vostro Aristotele scrive il vero, è necessario che sian diverse, le radici dei vostri effetti, uno nasce legislatore, e un altro condottiero, un sacerdote Melchisedèch, e un altro ingegnere, come Dedalo che volando, perse il figlio per l'aere, intelligenza angelica imprime, la circular natura ai mortali, ma non distingue l'un dal'altro, ovver non fà le preferenze, Esaù è diverso da Giacobbe, Natura generata ha suo cammino, che i generati seguon sempre, così interviene Provvidenza, che è più forte di quegli astri, e chi ti era dietro ora è davanti, ora ti dono un corollario, sempre Natura se fortuna trova, discorde a sé fà tal semente, fuor sua region fa mala prova, e se mondo terreno badasse ai ritmi, cioè inclinazioni di natura, seguendo lui avria buona gente, ma voi torcete alla religione, tal che fia nato a portar spada, e fate re chi è nato prete, onde vos traccia è fuor di strada. |Artigli aquila ci appare, dentro canti Stella Polare, irradiazioni di Giustizia, che ci porta a guardar alto, dal punto vista Padre Eterno. Classica esegesi ripete: carro è Chiesa corrotta, il Grifone è Cristo nella Storia, che punisce preti corrotti, assatanati in molte colpe, ma chi diviene immortale, racconta Storia dal di fuori. Dante vede poi una volpe, che si avventa a fondo carro, digiuna pare da ogni pasto, ma è accusata di gran colpe, ma Beatrice la mia donna, mise quella volpe in fuga, volpi che guastano le vigne, quando sono belle in fiore. Canto dei Cantici rivela, tre volte volpe è nel poema, come simbolo di FRODE, allegoria delle eresie, che tormentano la storia, inganno astuto del raggiro, nella Cornice d'Invidiosi, menzogna usa Guido del Duca, divin Giustizia raggirar, lui duca in Montefeltro, accecato dalla invidia, come un Vate cieco vede, quel che non si può vedere, io rispondo a sua domanda, sul luogo da cui vengo, nella valle fiume Arno, in cui spazia mezza Toscana. Rinier da Calboli gli chiese, perché non nomini quel fiume, Guido rispose che quel nome, vorrei scompaia dalla valle, poichè sorgente di quel fiume, di Appennino e del Peloro, tutti fuggono la virtù, come biscia fugge un luogo, che la induce a fare questo, per sventura o per mal uso, abitator misera valle, hanno mutato lor natura, Circe li ha mutati in bestie, come scrive san Bernardino, tra brutti porci degni a galle, cioè ghiande Casentinesi, che di cibo fatto da umani, Arno scorre verso il basso, e trova botoli a ringhiare, più di quanto quanto torcon muso, e devia corso disdegnosa, di toccar tali Aretini, tale valle sciagurata, scende più in basso più si allarga, tan più trova Fiorentini, cani divenuti lupi, acqua poi discesa a fossa, cioè bacini più profondi, trova volpi pien di froda, che non temono altra astuzia, che possa catturar Pisani; ecco valle senza nome, se lo avesse reca danno, se lo togli esce da storia, valle di lacrime governata, da natura avversa e contraria, che trasmuta uomini indeboliti, in folti branchi di belve, affamate e arrabbiate; questi versi affondan lama, nel dolor di umanità, esiliata e sprofondata, in valle lacrime di astuti, Volpe animal notturno, diffidente affonda il morso, nelle tenebre del Corpo, nella fame delle notti, aggredendo il carro umano, mutilato nel suo spirito, e che ancor non hanno visto, la Giustizia di Maria. Beatrice caccia la volpe, dal carro uman tragedie, poi vidi Aguglia tornare, da indi era venuta, la vidi scender giù nell'arca, e lasciarvi alcun sue penne, compatendo il male umano, come cuor che si rammarca, tal voce uscì dal cielo e disse: o navicella come sei mal carca! da quando foste fuori Eden, vi ho contattato direttamente, con la salvezza incarna in Cristo, allora appare il Cristo in penne, abbandonate sul quel carro, in supremo Atto di suo Amore, dove nessuno ha mai veduto, oltre donazio Costantino! ipocrisia di uomini umani, rifiutan veder sol verità, che nel duomo di Barga, dura secoli un anno un giorno. Parve a me la terra aprisse, tra ambo ruote del carro, e vidi uscirne un drago, che conficcò la coda al carro, come vespa che ritragge ago, a sé traendo coda maligna, trasse del fondo e gissen vago, portò via una parte del carico, e se ne andò serpeggiando, quel che rimase come gramigna, sulla vivace terra, di piuma offerta fu coperta, con intenzion sana e benigna, come si è aperta la terra, a ultimo respiro del Cristo, così da tal voragine, sorse il secondo tradimento, di umani contro quelle penne, corrotti dai lor calcoli, di possibili guadagni, e i Giusti soffocati, dagli ingiusti senza cuore, chiedon soccorso a quelle penne, a dar Salvezza e Dannazione; dopo che il fuoco ebbe ruggito, l'acuta punta mosse qua e là, e poi diede cotal fiato: se io credesse che mia risposta, fosse a persona che torni a Terra, questa fiamma staria in silenzio, ma poichè da fondo Inferno, nessuno esce vivo, se sento dire il vero, ti rispondo senza timore, di essere infamato. Guido da Montefeltro, chiuso in fiamma come Ulisse, consigliere fraudolento, ingannatore anche a se stesso, crede confidar sue verità, a un dannato dello inferno, fui uomo d'arme e poi francescano, credendo di fare ammenda, dei miei peccati col cordone, ma poi il papa Bonifacio, mi indusse ancor peccare, il gran prete mi rimise nelle colpe, ipocrita anche in nome! fintanto che fui carne e ossa, col corpo datomi da madre, lavoravo con astuzia, come volpe e non leone, conobbi trucchi e vie nascoste, accorgimenti e coperte vie, io seppi menar lor arte, a fama in tutto il mondo, quando mi vidi alla vecchiaia, dove ognuno ammaina vele, e pentirsi dei peccati, ciò che prima mi piaceva, mi dispiacque e feci frate, dopo pentito e confessato, ma ciò non mi ha giovato, poichè novo principe di Farisei, ovvero papa Bonifacio, combatteva guerra in Laterano, contro i Colonna cristiani, evitando Saraceni o Giudei, ogni suo nemico era cristiano; se Costantino chiamò a sé, papa Silvestro dal Soratte, a guerir della lebbra, Bonifacio chiamò me per la sua febbre, mi chiese un consiglio, io tacqui a tale pazzo, mi disse di parlare, io ti assolvo fin da ora, purché mi mostri arte di spia, io posso aprire e chiuder cielo, assolvere e condannare, due sono le chiavi, che Celestin mai ebbe care, mi convinsero argomenti, poichè tacere ha conseguenze, Padre poichè mi assolvi, da quel peccato in cui ricado, prometter molto e mantener poco, ti fò trionfare nel tuo trono; secondo tradimento a Dio, mischiar grano con gramigna, non riconoscer differenza, fra giusti ed ingiusti, Celestino mai voleva, aprir chiuder cielo al Male, giace tra gli Ignavi, per causa gran rifiuto. Francesco venne quando fui morto, a prendere mia anima, ma un diavolo gli disse, lascia non farmi torto! deve venire ai miei dannati, diede consiglio fraudolento, così gli fui alle costole, chi non si pente non è assolto, poichè è contraddizione, io dolente mi scossi, quando mi prese e mi disse, forse tu non pensavi, che io fossi filosofo! Trasformato il carro santo, mise fuori delle teste, tre sul timone e quattro in angoli, le prime cornute come il bue, le quattro un solo corno, avevano per fronte, allegoria di Apocalisse, mostri di anima uomini, tre belve con due corna, lince leone e lupa; le quattro belve con un corno, son cambiate di segno, quattro ninfe Cardinali, che si vedono nell'Eden, trasfigurano tenebre, tutte e sette assieme, zavorra che ci schiaccia, impedendoci a volare, sorgenti del dolore, Castronuovo estrae: LINCE è narcisismo, opportunismo ed egoismo, indifferenza e alienazione, ha pelle maculata, ossessione per l'istinto, nevrosi ipocondria, da immaginarie malattie, prensilità felina, cioè shopping compulsivo, inquieta delusione, azzerata ogni empatia, pulsione al movimento, sfrenato colmo in nulla, ansia e invidia al mondo. LEONE materialista, ma per uso di ragione, aggressivo dominante, di un mondo fatto a lui, dissolve entro il potere, nel tempo suo ruggito, superbia fame mondo, ossessionato dal controllo, del mondo al suo servizio, manie persecuzione, se viene ostacolata, la vanità in suo regno, nel centro di sè stesso, lui è sua verità, ma teme dolore e morte. LUPA è fuorilegge, questa è la sua legge, schiava e padron di eccessi, sua furia è negazione, violenza ed omicidio, dissolve in nichilismo, regista di tragedie, insaziabile sua mente, ha un Io disgregato, che lei ricuce allora, disgregando gli altri, suo alimento è odio, in forma paranoia, possiede per brama, e rabbia del mondo, non per bisogno. Le altre quattro carte, son forza per il corpo, sapienza per la mente, giustizia per l'anima, temperanza per spirito. |Aquila irradia in tre cantiche, lo Spirito di Dio, manifesta divin giustizia, e nel sesto canto Paradiso, Giustiniano narra la storia, di Aquila Imperiale, dalla guerra di Troia, fino al tempo di Dante; le sue ali convergono, sul canto 66 Purgatorio, dove Dio torna parlare, agli uomini del Carro, due sue opere Giustizia, cioè cacciata da Eden, e incarnazion del Cristo, mentre in 28 Inferno, emerge losco Guido Montefeltro, che volea ingannar Giustizia, indossando il saio francescano, Guido maledice Bonifacio, ingannatore di Dio, e restituisce a Celestino, la santità che gli è dovuta. Nei canti 86 e 87, Aquila parla a Dante, mentre canto 1 proemio, è chiave volta Arco di Fuoco, arco di Aquila che unisce, le due selve visitate, di smarrimento e ingresso Eden, sempre la stessa selva, trasformata in nuovo Dante: dinanzi a me con ali aperte, eran le anime liete, in dolce visione di Dio, parea ciascuna rubino acceso, che nei miei occhi Lui rifrange, io vidi e udii parlar lo rostro, il becco di aquila parlava, diceva io e mio, ma intendeva noi e nostro, per esser stato giusto e pio, son qui esaltato a quella gloria, che non si lascia vincer a disio, e in terra lasciai mia memoria, che persin genti malvage, lo lodano ma non seguono, così un sol calor da molte brage, si fa sentir con molti amori, usciva un suon da quella image. Aquila parla al singolare, dando voce ai Beati, che sua forma compongono, doppia natura di un dàimon, il più vicino a Dio, rispecchia eterno fluire, dell'Essere Spirito, parla in prima persona, è la Giustizia Divina, Aquila è un tetragono: UMANI diventati BEATI, formano simbolo di un ANGELO, che parla con voce DIO, questa immagine dice, che non esiste separazione, dentro emanazion divina, poichè i molti Spiriti, parlan unico suono, a cui partecipiamo in vita. Ben io so che cielo altro reame, divina giustizia fa suo specchio, in angelica gerarchia, io sempre pronto ad ascoltare, come un falcon disia volare, io vidi aquila entro lodi, dei Beati della grazia, che san legger mio digiuno, che nessuna cosa sfama. Dante usa stessa image, per Testamento Paradiso, Mosè davan roveto ardente, verde fuoco che non brucia, mentra ascolta voce di Dio, che gli sta dettando Legge: oh fior di eterna beatitudine, col profumo di vostra voce, interrompete il digiuno, che mi fè patir la fame, non trovando a saziarlo, nessun cibo sulla Terra. Sapienza è il motore, che ispira divin Giustizia, enigma di Beatrice, sul vaso rotto dal serpente, Umanità da sempre è salva, nella mente di Dio, Dante agisce come l'Aquila, nella sua voce vibran tutte, le domande dei mortali, senza esplicita richiesta, DIO perchè permetti accada? le guerre e i massacri, carestie e pestilenze, ingiustizie del mondo, le ferite nella vita, Aquila risponde, iniziando Dante al Ciel Saturno, dove incrocian quattro corde, che risuonano in accordo, in sincronia del corpo, con anima e intelligenza, per lo spirito attirare, e risposta respirare. |GRU nello Inferno, associate ai lussuriosi, trascinati da bufera, e destinati a girare, vanamente sempre in tal aria, recuperano in Purgatorio, capacità di migrazione, movimento verso una meta. Poi citate nel Paradiso, appaion giunte a tale meta, dove si cibano liete, e poi si alzano in volo, a formare lettere di selva, oscura selvaggia e forte, dove preval forza natura, vergine e intatta, che impedisce penetrarla, ma dentro ha vita variegata, con un robusto cerro e abete, che in alto si digrada, frassini tigli e platani, ai loro piedi un sottobosco, fitto intricato di cespugli, di rovi piante e semi, gru disegnano volando, lettere alfabeto, poi forman aquila imago, simile al falcone, cicogna ed allodola. Beatrice beata paragonata, a un aquila e a un uccello che attende alba a nutrir piccoli. ALTA FANTASIA vuol dire, che viene dall'alto, da intelligenza cieli, ecco Libro di Ester, che rivel suo sposo re Assuero, di essere ebrea, quando il ministro Aman decreta, sterminio ebrei di Babilonia. Aman condannato a morte, da crocifisso ancora espande, suo disprezzo e sua ferocia. Dante con occhi aperti, piovve in altra fantasia, vide Aman crocifisso, con aspetto amar disdegno, che moriva in questo modo, intorno a lui presenti, re Assuero e sua moglie Ester, e il giusto Mardocheo, integro in parole e azioni, quan questa imagine svanì, come bolla che vien meno, perché sotto manca l'acqua, sorse in mia visione, una seconda Fantasia, da Eneide ispirata: io vidi una fanciulla, che piange forte e grida, a sua Amata madre regina, Lavinia in sposa a Enea, a pacificar troiani e latini, ma sua madre detta Amata, moglie al re Latino, si impicca a fermar nozze, che evitan la guerra, fra Troiani e Latini, Lavinia parole grida, madre io ora piango, più per te che pei Latini! perché per ira hai voluto, esser suicidata a me, ora mi hai perduta, e io son qui che mi addoloro, per tua inutile rovina. Ester salva gli Ebrei, Lavinia vuol salvar Latin da guerra, ma Giunone mette in cuor di Amata, la biscia di Furia velenosa, che l'anima le scippa, dolore di anima derubata, spesso distrugge il corpo, per salvar se stessa, Anima doppia geminata, dai Dioscuri a salvare, ma può anche distruggere, se non la scegliamo, se non la nutriamo filosofi_dante-purga-ultimaprova.mp4musical_promessi-sposi.mp4audio
||Commedia di Alighieri, un poema in 100 canti, divisi in 3 cantiche, Inferno Purgatorio e Paradiso, suo metro è la terzina, con rime incrociate, numero tre di perfezione, in suoi multipli ritrovi, come 33 canti a ogni cantica, e un canto di proemio. Maria Castronuovo a Raseno, narra mappe in Poema, tra stelle segrete e quiete, gioco ognuno concluda, Dante inizia 8 aprile, viaggio in regni ultraterreni, peccato espiazion salvezza, la notte venerdì santo, il viaggio del Pellegrino, dura una settimana, comprende teologia, morale e filosofia, riflessione e politica, e religione a realizzare, umana interna natura, materiale e spirituale: dannati e santi obbediscono, a precisa volontà divina, che risponde a ordine universale, inscritto nella storia, come magistrae vitae, rivelazione del divino, su Terra immobile al centro, circondata da nove sfere, e queste da Empireo, riflette orma di Dio, geometria di sua creazione. Dante ispira suo poema, nove cerchi per Inferno, due balze e sette cornici in Purgatorio, nove sfere al Paradiso, quando vi giunge vedrà il mondo, da un altra prospettiva, con Empireo centro Universo, e Terra ultimo suo cerchio. Commedia ha inizio tragico, e conclusione positiva, il pellegrino si smarrisce, in selva oscura presso Yoros, da smarrimento nel peccato, lo salva anima di Virgilio, che accompagna Dante dentro.

357:quando Dio non vuole, i santi non possono: Virgilio spiega il Purgatorio, relazione amore-anima, in Quarta Cornice ingresso, Dante vede gli Accidiosi, che hanno amato con il freno, Amore con mal tardato remo, motor immobile che tutto muove, è prodotto d'Amore, su cui possiamo agire, ad ogni intensità, o lievemente o forte, secondo forza nostro cuore, comunque è sempre Amore. Accidiosi hanno impedito, scientemente il movimento, hanno incatenato Eros: né Creatore o alcun creatura, fu mai senza amore, naturale o d'elezione, natura sempre è senza errore, ma l'altro puote errare, per sbagliato mal obietto, o per troppo o poco vigore; finché amore è diretto, verso il primo bene, equilibrato verso gli altri, ovvero i beni terreni, non può cagionar mal diletto, ma quando si indirizza al male, o corre al bene troppo o poco, è allora la Creatura, che opera contro suo Creatore, dunque ben comprendi, che Amore è in voi semente, causa d'ogni virtute, e d'ogni azion che merita pena. Amore e anima bipolare, Amor smarrito o deviato, amor che ha perso la via, unica colpa che contien le altre, dei dannati e dei purganti, così come dei viventi. Virgilio ci ricorda, nostra vita è sol problema Amore, che sol lui ci regala, la virtù oppur l'errore, anche eccesso Amor del Bene, poiché amore mai agisce, contro salvezza proprio soggetto, le creature son sicure, rispetto all'odio di se stesse, poiché nessuna creatura, può esser separata, dal disio di salvezza, è anche impossibile odiare, la propria redenzione. solo amore mal diretto, vuole il male del prossimo, e nasce in tre modi: vi è chi spera primeggiare, calpestando il suo vicino, desiderando ch'esso perda, ecco superbia-Leone; vi è chi teme perdere potere, favore onore e fama, se un altro lo supera, per cui si rattrista, e desidera superarlo, ecco invidia-Lince; e vi è chi sembra adombrarsi, per aver ricevuto un'offesa, allor desidera vendetta, e predispone il male altrui, ecco ira-Lupa. Dante chiama Dio, Intelligenza di Materia, Forza della Natura, uomini agiscono per disio, di salute e salvezza, e ognuno in ter si sente salvo, quando artiglia il suo piacere, nostro amore più è deviato, più salvi ci sentiamo, quando naufraghiamo, dentro piacer poesia, allontanando da sapienza, siamo fragili terreni, dove amar male del prossimo, è nostra misura di SALVEZZA: ho mentito e ho corrotto, ho ricattato per salvarmi, ho eluso e complottato, congiurato e tradito, soltanto per salvarmi!, ho aperto gli arsenali, ho massacrato i civili, ho affamato i bambini, sempre solo per salvarmi! VASO che il SERPENTE ruppe, sol nel tempo storia, lo ascolti al telegiornale che, dice quanta gente si sta salvando, annientando nazioni intere, amore deviato giace al mondo, ingravidandolo di male. Prime tre cornici Purgatorio, chi ha amato il male d'altri, superbi invidiosi e iracondi, in quarta cornice gli accidiosi, che hanno incatenato Eros, in ultime tre cornici, chi ha amato i ben terreni: avar prodighi golosi e lussuriosi. Questo triplice amore, punito in Cornici sottostanti, ciascun confuso un bene apprende, nel qual si queti l'animo e disira, ognuno cerca di raggiungerlo, sconta la giusta pena, dopo il pentimento. Uomini intendano salvezza, lor felicità su terra, ma spesso innamoriamo, di felicità sbagliata, che non radica o da frutto, in mezzo a persone infelici, che credono esser felici, ma ora che sei grande, che hai anima hai conquistato, puoi guardarti attorno, e cercare da solo Dante! presagio a due Corone, di Dux e Sacerdote. |Popè: mbomo a mon vuta, omboma wi re ererya. Dyen ererya o Koto n'ererya; Ombwiri w'adombina, w'a mane ererya IT: quel Pitone si è srotolato, pizio fa paura, esser preso da spavento; quando ombwiri diventa vecchio, non fa più paura. |Dante risponde al test, profession sete di Amore, dove si dirige la tua anima? al suo piacere immediato e futuro, Amore mi trova e legge, sempre pronto ad accoglierlo e viverlo, ad ogni grado e intensità che posso, venga Amore in qualsiasi tempo, da vivo e da morto, sempre mi troverà col viso aperto, anima pronta a tutti i suoi colpi, deboli o forti che siano, piacer dell'anima mia! Dante risorge i sensi, acuti prensili e curiosi, guarda i fiori nuovi freschi, iniziazione è femminile, le tre soglie superate, nelle mani di una donna, Francesca Lucia e Matelda, le donne dei tre ingressi, Inferno Purgatorio e Paradiso, Francesca è prima nello Inferno, mentre in soglia Purgatorio, Santa Lucia mutata in aquila, lo porta in volo sopra, mentre in soglia Eden, incontra Matelda a coglier fiori, paragonata a Proserpina, Lei lo bagna in fiume Lete, portandolo a Beatrice. Matelda è suo passato, che da Francesca torna opposto, nobil guardiana della Soglia, assolve compito doloroso, con lacrime agli occhi, soffre per Dante a morire, caddi come corpo cade, a poter proseguire il viaggio, Seconda Morte dei Misteri, alle illusioni del mondo, al nostro sguardo orgoglioso, alle ferree convinzioni, della grande finzione, scopri conquista Vero Amore. Francesca e Matelda, complici in missione, diagonale 43-93, incrocia il centro eternità, svela un'altra risonanza, aquila-Lucia porta Dante, alla soglia Purgatorio, dove umile è costretto, a chieder Angelo Guardiano, permesso poter entrare; poi in canto 93, Dante incontra aquila-Giovanni, che senza l'umiltà, offre il suo testamento, tuo poema amore scritto, per amore degli umani, quattro donne con Maria, che intercede presso Dio, per far Dante immortale, a poter regger sua visione. Torna il passato nello specchio, trasfigurato in Proserpina, che coglie fiori di un amore, non sbocciato tempo prima, storia narrata al contrario, Francesca riprende sua vita, risorge in centesimo canto, Lei che indica la strada, e la missione del poeta, ricercar amore vero, pizzicando quattro corde, a produrre sinfonia, cui Dante va abituarsi, per incontrar Beatrice, sinfonia d'amor risorto, trainato dal Grifone. Cantando come donna innamorata, Matelda continua dicendo: beati coloro i cui peccati, sono coperti dal perdono! e come ninfe in ombre boschi, la donna inizia risalir fiume, costeggiandone la riva, io la seguo e adatto il passo, il fiume svolta verso levante, luogo di iniziazione, la donna tutta a me si torse, ovver si volse e parla a me, fratello mio guarda e ascolta, un baglior percorse la foresta, e diventava più splendente, bianca luce che annuncia, la fase Albedo in cielo Luna, arriva una lunga processione, trionfale corteo di Beatrice, che si ispira a san Giovanni, nel suo libro apocalisse: un carro in su due rote triunfale, al collo d'un grifon tirato venne, sette alberi d'oro candelabri, che camminano da soli, lascian dietro scia infinita, di sette arcobaleni, i sette doni Spirito Santo, sapienza intelletto e consiglio, fortezza scienza e pietà, e il timore di Dio, 24 vegliardi bianvestiti, 24 libri Testamento, coronati a fiordalisi, 4 animali con sei ali, con migliaia occhi pavone, sono i 4 Vangeli, poi 3 ninfe danzanti, una rossa verde e bianca, Tre Virtù teologali, Fede Speranza e Carità, esse ispirano la Pizza, altre 4 ninfe danzanti, vestite rosso porpora: Forza Sapienza e Giustizia, e Temperanza con tre occhi, vede passato presen futuro, poi il Carro ekklesia trionfante, trainato dal Grifone, allegoria del Cristo, Beatrice siede in Carro, 1 vegliardo degli Apostoli, san Luca san Paolo, tiene spada in mano, è riflesso stesso Santo, 4 umili vegliardi, son le lettere di Pietro, Giovanni Giacomo e Giuda, poi 1 vegliardo Apocalisse, retro a tutti un vecchio solo, dorme e chiude il corteo, tutti onorano il Grifone, Gesù Gristo motor carro, che raffigura umanità, su cui siede la Beatrice: colui che chiude il corteo, sei tu caro Lettore, che con estasi vai uscire, dalla linea letterale, verso quarta dimensione. |La chiave d'oro dell'ANGELO, guardiano al Purgatorio, si moltiplica a miliardi, e miliardi vite vissute, tutte diverse incluso Dante, che rinasce a nova vita, rinnovato in corpo e spirito, come ri-nascita di Adamo, cioè Umanità tutta, sigillo alfa e omega, qui finisce e qui comincia, Poema giostra rotante, che coinvolge ogni Lettore, nel ritorno al Tutto, canto 99-100-1, son Tre canti in Uno, ovvero Un canto in Tre, son Trinità Creante; così termina il 99: E cominciò santa orazione, nel 100 arriva San Bernardo, con Preghiera alla Vergine, strumento di creazione, 1 Eterno Essere, contiene il 5 Intelligenza, in Eterno Divenir materia. Dante conquista anima intuitiva, cioè lo sguardo che si apre, a intuizione del divino, Zen somiglia apocatastasi, questo progetto d'Amore, a cui non puote fin mai esser mozzo! questo tempo verrà, ma durata attesa è in chi NON VUOLE, poichè il vaso che serpente ruppe, è Umanità sempre salva, nella mente di Dio, ma sol se Uomini Vogliono, concretizzano il progetto, ciascun individuo per se stesso preso, specie se soffron pene Inferno, arrendendosi all'Amore. Dante conduce alla Certezza, perché non puote fin mai esser mozzo, Croce di Loto vien da melma, nell'Inferno Malebolge, e anche qui sta la Certezza, umani schiavi son dal forse, Alighieri ne era cero: la lega e il peso della fede, è ben passata per tue mani, ma dimmi se la possiedi, Sì possiedo tal moneta, così lucida e tonda, che nulla resta incerto a me, e come stella in me scintilla; a Pietro apostolo risponde, tale Fede è il suo Poema, e a Giacomo risponde, che Speranza è il suo Poema, indica strada di salvezza, a Giovanni poi risponde, che Carità è il suo Poema, scritto con Amore per Amore; canto 43 di Lucia, traccia Via di Elevazione, che conduce ad Adamo, canto Testamento segreto, opposto a Candida Rosa; 44 ingresso al Purgatorio, oltre soglia Angel Guardiano, Dante entra in Tempio intaglio, col decreto della pace, che aperse il ciel lungo divieto, dinanzi a noi parea verace, quivi intagliato atto soave, giurato ch'el dicesse Ave! perché vi era imaginata, quella che alto amor volse la chiave, e avea in atto impressa esta favella, Ancilla Dei in cer si suggella; sculture in marmo bianco, ritrae tra Dio e uomo, Gabriele venne in Terra, col decreto della pace, sospirata in tanti anni, aprì il Cielo dopo il divieto, così reale avanti a noi, scolpito in soave silenziosa, avrei giurato dicesse Ave! raffigurata era Maria, che girò chiave per aprire, l'alto amore di Dio, dicendo Ecce ancilla Dei! come figura sulla cera, Cristo annunciato qui è descritto. |Popè: mbomo a mon vuta, omboma wi re ererya. Dyen ererya o Koto n'ererya; Ombwiri w'adombina, w'a mane ererya IT: quel Pitone si è srotolato, pizio fa paura, esser preso da spavento; quando ombwiri diventa vecchio, non fa più paura. |Dante risponde al test, profession sete di Amore, dove si dirige la tua anima? al suo piacere immediato e futuro, Amore mi trova e legge, sempre pronto ad accoglierlo e viverlo, ad ogni grado e intensità che posso, venga Amore in qualsiasi tempo, da vivo e da morto, sempre mi troverà col viso aperto, anima pronta a tutti i suoi colpi, deboli o forti che siano, piacer dell'anima mia! Dante risorge i sensi, acuti prensili e curiosi, guarda i fiori nuovi freschi, iniziazione è femminile, le tre soglie superate, nelle mani di una donna, Francesca Lucia e Matelda, le donne dei tre ingressi, Inferno Purgatorio e Paradiso, Francesca è prima nello Inferno, mentre in soglia Purgatorio, Santa Lucia mutata in aquila, lo porta in volo sopra, mentre in soglia Eden, incontra Matelda a coglier fiori, paragonata a Proserpina, Lei lo bagna in fiume Lete, portandolo a Beatrice. Matelda è suo passato, che da Francesca torna opposto, nobil guardiana della Soglia, assolve compito doloroso, con lacrime agli occhi, soffre per Dante a morire, caddi come corpo cade, a poter proseguire il viaggio, Seconda Morte dei Misteri, alle illusioni del mondo, al nostro sguardo orgoglioso, alle ferree convinzioni, della grande finzione, scopri conquista Vero Amore. Francesca e Matelda, complici in missione, diagonale 43-93, incrocia il centro eternità, svela un'altra risonanza, aquila-Lucia porta Dante, alla soglia Purgatorio, dove umile è costretto, a chieder Angelo Guardiano, permesso poter entrare; poi in canto 93, Dante incontra aquila-Giovanni, che senza l'umiltà, offre il suo testamento, tuo poema amore scritto, per amore degli umani, quattro donne con Maria, che intercede presso Dio, per far Dante immortale, a poter regger sua visione. Torna il passato nello specchio, trasfigurato in Proserpina, che coglie fiori di un amore, non sbocciato tempo prima, storia narrata al contrario, Francesca riprende sua vita, risorge in centesimo canto, Lei che indica la strada, e la missione del poeta, ricercar amore vero, pizzicando quattro corde, a produrre sinfonia, cui Dante va abituarsi, per incontrar Beatrice, sinfonia d'amor risorto, trainato dal Grifone. Cantando come donna innamorata, Matelda continua dicendo: beati coloro i cui peccati, sono coperti dal perdono! e come ninfe in ombre boschi, la donna inizia risalir fiume, costeggiandone la riva, io la seguo e adatto il passo, il fiume svolta verso levante, luogo di iniziazione, la donna tutta a me si torse, ovver si volse e parla a me, fratello mio guarda e ascolta, un baglior percorse la foresta, e diventava più splendente, bianca luce che annuncia, la fase Albedo in cielo Luna, arriva una lunga processione, trionfale corteo di Beatrice, che si ispira a san Giovanni, nel suo libro apocalisse: un carro in su due rote triunfale, al collo d'un grifon tirato venne, sette alberi d'oro candelabri, che camminano da soli, lascian dietro scia infinita, di sette arcobaleni, i sette doni Spirito Santo, sapienza intelletto e consiglio, fortezza scienza e pietà, e il timore di Dio, 24 vegliardi bianvestiti, 24 libri Testamento, coronati a fiordalisi, 4 animali con sei ali, con migliaia occhi pavone, sono i 4 Vangeli, poi 3 ninfe danzanti, una rossa verde e bianca, Tre Virtù teologali, Fede Speranza e Carità, esse ispirano la Pizza, altre 4 ninfe danzanti, vestite rosso porpora: Forza Sapienza e Giustizia, e Temperanza con tre occhi, vede passato presen futuro, poi il Carro ekklesia trionfante, trainato dal Grifone, allegoria del Cristo, Beatrice siede in Carro, 1 vegliardo degli Apostoli, san Luca san Paolo, tiene spada in mano, è riflesso stesso Santo, 4 umili vegliardi, son le lettere di Pietro, Giovanni Giacomo e Giuda, poi 1 vegliardo Apocalisse, retro a tutti un vecchio solo, dorme e chiude il corteo, tutti onorano il Grifone, Gesù Gristo motor carro, che raffigura umanità, su cui siede la Beatrice: colui che chiude il corteo, sei tu caro Lettore, che con estasi vai uscire, dalla linea letterale, verso quarta dimensione. |La chiave d'oro dell'ANGELO, guardiano al Purgatorio, si moltiplica a miliardi, e miliardi vite vissute, tutte diverse incluso Dante, che rinasce a nova vita, rinnovato in corpo e spirito, come ri-nascita di Adamo, cioè Umanità tutta, sigillo alfa e omega, qui finisce e qui comincia, Poema giostra rotante, che coinvolge ogni Lettore, nel ritorno al Tutto, canto 99-100-1, son Tre canti in Uno, ovvero Un canto in Tre, son Trinità Creante; così termina il 99: E cominciò santa orazione, nel 100 arriva San Bernardo, con Preghiera alla Vergine, strumento di creazione, 1 Eterno Essere, contiene il 5 Intelligenza, in Eterno Divenir materia. Dante conquista anima intuitiva, cioè lo sguardo che si apre, a intuizione del divino, Zen somiglia apocatastasi, questo progetto d'Amore, a cui non puote fin mai esser mozzo! questo tempo verrà, ma durata attesa è in chi NON VUOLE, poichè il vaso che serpente ruppe, è Umanità sempre salva, nella mente di Dio, ma sol se Uomini Vogliono, concretizzano il progetto, ciascun individuo per se stesso preso, specie se soffron pene Inferno, arrendendosi all'Amore. Dante conduce alla Certezza, perché non puote fin mai esser mozzo, Croce di Loto vien da melma, nell'Inferno Malebolge, e anche qui sta la Certezza, umani schiavi son dal forse, Alighieri ne era cero: la lega e il peso della fede, è ben passata per tue mani, ma dimmi se la possiedi, Sì possiedo tal moneta, così lucida e tonda, che nulla resta incerto a me, e come stella in me scintilla; a Pietro apostolo risponde, tale Fede è il suo Poema, e a Giacomo risponde, che Speranza è il suo Poema, indica strada di salvezza, a Giovanni poi risponde, che Carità è il suo Poema, scritto con Amore per Amore; canto 43 di Lucia, traccia Via di Elevazione, che conduce ad Adamo, canto Testamento segreto, opposto a Candida Rosa; 44 ingresso al Purgatorio, oltre soglia Angel Guardiano, Dante entra in Tempio intaglio, col decreto della pace, che aperse il ciel lungo divieto, dinanzi a noi parea verace, quivi intagliato atto soave, giurato ch'el dicesse Ave! perché vi era imaginata, quella che alto amor volse la chiave, e avea in atto impressa esta favella, Ancilla Dei in cer si suggella; sculture in marmo bianco, ritrae tra Dio e uomo, Gabriele venne in Terra, col decreto della pace, sospirata in tanti anni, aprì il Cielo dopo il divieto, così reale avanti a noi, scolpito in soave silenziosa, avrei giurato dicesse Ave! raffigurata era Maria, che girò chiave per aprire, l'alto amore di Dio, dicendo Ecce ancilla Dei! come figura sulla cera, Cristo annunciato qui è descritto. Virgilio dice a Dante, non guardare solo un punto, allor io mossi sguardo e vidi, a destra scolpita un'altra storia, e mi accostai per vederla, meglio coi miei occhi, era intagliata in marmo stesso, lo carro e buoi trae arca santa, dinanzi è gente tutta quanta, divisa in sette cori, e un mio orecchio nulla ode, mentre l'altro sente e canta, in concerto coi miei occhi, che fan lungimiranza; similemente al fumm incensi, rendea discordi li miei occhi, che credevan fosse vero, e il mio naso annusa nulla. Arca Santa è preceduta, da Davide autor di Salmi, che danzava a veste alzata, era un re di fronte a me, e affacciata a un gran palazzo, Micòl osserva ciò stupita, come una donna indispettita; tal distorsione sensoriale, nelle parole di Maria, nel profumo incenso e canti, generati in quiete marmo, divino irrompe nell'umano, e umano irrompe nel divino, Davide danza seminudo, innocente allegro par giullare, che vale molto più di un re, canta l'Arca della Legge, che lo ha incoronato re. Canta e danza a offrir sua gioia, al suo Signore ma Micòl, lo guarda contrariata, negli sguardi dei censor. Io mi mossi dal punto, per guardare un'altra storia, oltre Micòl bianca nel marmo, è raffigurata un alta gloria, virtù Traiano imperatore, spinse Gregorio a vittoria, una vedova accanto al suo cavallo, in lacrime addolorata, intorno molti cavalieri, e le aquile imperiali, si muovevano al vento, la pover donna sembra dire: Signore rendimi giustizia, per mio figlio ucciso soffro, e lui parea risponder: aspetta finchè sarò tornato, e la vedova addolorata, mio signor se tu non torni?, e Traino rispose chi sarà al mio posto esaudirà tua richiesta, la donna rispose, il ben fatto da un altro che gioverà a te, se dimentichi il tuo dovere? Traiano disse stai tranquilla, faccio il mio dovere avan partire, lo vuol giustizia e pietà qui. Leggenda narra che Traiano, morì prima di dar vedova giustizia, ma sua sete di giustizia, lo fà risorgere da Inferno, per assolvere suo compito, nel Poema brilla insieme a Davide, nell'occhio dell’Aquila, dentro la divin Giustizia, che annuncia incarnazione, nel discendente Cristo, nella tribù di Davide, sua stella è Anello Salomone, sentinella opposta a Giustiniano, nel canto di Sofia: l'ho amata e cercata, ho desiderato farla mia sposa, amante sua bellezza, ho pregato venisse a me, a saper cosa mi mancava, e che cosa fosse accetto a Dio, essa aveva comprensione, e mi avrebbe guidato in mio lavoro, tenuto sotto sua tutela. |Campagna viva e vivace, e bosco in cima al Purgatorio, Dante fà il botanico, parte dal seme sparso a terra, dal vento e da tempeste, inumidito dall'acqua, attecchisce e germoglia, cresce come i funghi, erba verde agli animali, a volte dannosa ad agricoltura, piante erbacee infestanti, per Dante exemplum paragone, per personaggio o situazione, come Giunco Gramigna e Loglio, inaspettato beneficio. Spelta grano e Verbena, pianta erbacea a fusto rigido, cita Pier delle Vigne, a spiegar metamorfosi in alberi, di anime dei suicidi. Anima separa dal corpo, è inviata da Minosse, nel settimo cerchio poi germoglia, somigliando a erba indistinta, poi si muta in cespuglio, infine in pianta da bosco, tre stadi vegetativi. Festuca erba da pascolo, quan si tramuta in secco stelo, offre paragone coi dannati, congelati in ghiaccio Cocito. Loglio Lolium temulentum, erba tossica paragonata, ai frati allontanati, dalla regola francescana, ma distinto da Lolium perenne, che è cibo per uccelli. Dante paragona Gramigna, a umiltà di Fabbro Lambertazzi, e Bernardin di Fosco, giunti alte cariche politiche, preservarono umanità, Gramigna pure infestante, ricopre il carro della Chiesa. Trifoglio che contadino estirpa, paragona a falsa opinione, che nobiltà di nascita equivale, a nobiltà di animo, Beatrice paragona a Ortica, che aiuta poeta coscienza, della via traversa intrapresa. Canna e cannuccia di palude, Papiro Edera e Giunco, nel primo canto Purgatorio, vede in scena Catone, iniziazione catara, cinger fianchi col giunco, accostarsi all'acqua e lavarsi il volto, Dante aspirante perfetto, dei catari preparati, a cerimonia consolamentum. Catone assume la funzione, di consolato-maestro, invita Dante a pronunziar adesione, ripetendo parole dell'anziano: vengo a Dio va dunque, a voi e alla Chiesa, e al vostro santo ordine, a ricevere perdono, e misericordia miei peccati, che li lavi il viso, e ogni sudiciume quindi estingue. |Ovidio muta Cadmo e Aretusa, il primo in serpente e l'altro in fonte, lo fà poetando io non lo nvidio, ma fronte a fronte lui mai trasmuta, serpente può diventar Ladro, e ladro diventar Serpente, che a sua volta ritrasmuta. Cadmo usa quarta arma, contro il serpente azzurro, come serpente a sei piedi, controfigura Drago alchemico, rebis del due in uno, daimon tradito abbraccia il dannato, e come Giuda gli morde guance, poi con forza del suo fuoco, si fonde a lui in ibrido mostro, Rebis doma un drago alato, sempre vinto e ma mai ucciso, San Giorgio pur ferisce il drago, battuto e vinto mai ucciso, protende fauci pronte a ghermire, IO material istinto profondo, drago sorveglia il giardin tesori, ha occhi infuocati e non dorme, senza riposo né stanchezza, difende mele d'oro in Esperidi, dove Ercole incontra il Drago, che riconosce ogni iniziato, e scaccia ogni indegno al tesoro, mostrando il volto terrificante, guardian di Soglia, impedisce ad incauto, di bruciar tappe senza inizi, a cui fornisce giuste chiavi, a chiarir passato: se sta in terra terrorizza, se sta in cielo volatilizza, è sia farmaco e veleno, guastatore oppure saggio, combatter lui è contro egoismo, Drago domato mai ucciso, così da proseguir cammino; ciò che è vile è nobilitato, come il piombo elevato a oro, mistero del quaternario, unito al ternario, nei sette cieli pianeti, quattro elementi e tre sostanze, zolfo sale mercurio, natura inferiore unita a superiore. Dante cita Azoth opera aurea, di Basilio Valentino, pellegrino arriva da lontano, caricando ogni linguaggio, con archetipi del mondo, per lambirci alla speranza, lui si è fatto Mercurio, Adamo Ulisse e Cristo, si è fatto ermetico e alchimista, pitagorico e astronomo, per parlarci di Materia: i filosofi mi chiamano Mercurio, mio sposo è l'oro antico, son Drago ovunque in terra, padre madre giovan vecchio, forte gracile morto e risorto, visibile e invisibile, duro e molle scendo in terra, poi riascendo al cielo, grandissimo e piccolissimo, leggerissimo e pesantissimo, in me ordine è Natura, color numero e misura. Dante fattosi Mercurio, purezza alla dialettica, a incontrar sua Venere-Beatrice, dolcezza Filosofia, nell'Eden virginale, sotto il segno della Vergine, noi con lui scesi a terra, e poi saliti al cielo, con sembianze Cristo-Serpente, come dicono i peyotisti, il mercuriale caduceo, che ci insegue e spinge a Stelle, nel cammino sempre intriso, di compassione pietate, Dante riesca ad ammaliarvi, voi-noi che siamo Adamo, e siamo Ulisse costretto, da maggior forza a varcar limite, afflitti e confortati, da dote intelligenza, perché il sublime in vita vive. |ETERNO DIVENIRE, in Alighieri Jung ed Hillmann, Anima eterna infinita, che soffre sua missione, incessante trasformazion, ri-creazione di sé, che da Spirito differisce, ETERNO ESSERE compagno. Anima piange e soffre, ride e ama con noi, si diverte e impara insieme, spera e dispera assieme a noi, a volte ci lascia soli, se ne va se la scartiamo, diviene un anima dannata, che ha abbandonato individuo, perché non alimentata, ma resta con noi pure dannata, perché eterna e in ogni cosa, ubiqua e ambigua esiste o meno, doppia natur come Dioscuri, curata e nutrita col suo cibo, anima si ciba di anima, cioè storie fiabe e narrazioni, di dannati purganti e beati, Dante Poema ed Agrobuti, Sapienza di Anima rispecchia, diventa Francesca o Farinata, Beatrice Ovidio oppur Virgilio, e ci trasformiamo in tale rito, lor continuano con noi, senza fine Anima eterna, va costruita ogni giorno, cucendo un pezzo di mantello, come rivela Cacciaguida, con lingua immagini o di sogno, amor per Alighieri, che di immagini ci nutre, dentro gli occhi di Beatrice, fino a farle dire, non sol miei occhi è paradiso, noi formiamo e siam formati, rispecchiati in umiltà, poichè accedere a un racconto, è viver trama salutare, Amore spinge verso il mondo, che in Umiltà rendiamo humus, canto 50 Marco Lombardo, vescovo cataro a Concorezzo, parla di anima e di amore, collegata al Polo Nord, Sigillo del Corpo, non desiderare donna d'altri: la colpa de la Invidia, trae forza e corde dallo amor, è molto dolorosa, cura con canti Amore. Cornice che punisce, il peccato di invidia, Guido conosce colpa, disio di roba di altri, Mosè decimo comandamento, ferita d'amor di anima, è ferita di orgoglio. Francesca custode dell'Inferno, donna uccisa per amor Invidia, AMOR non può aver possesso, sebbene noi lo trasformiamo, come fosse un conto in banca, a difender nostro orgoglio, poichè Eros ci spaventa; noi figli di Caino, che uccide il suo fratello, per INVIDIA D'AMORE, così Pietro prova un poco, quan Cristo è per Giovanni, sempre Invidia d'amor. Virgilio dice a Dante, comprendi parol di Guido, egli conosce il danno, del suo maggior peccato, non ti stupir se gente umana lo rimprovera, perché essa stessa possa, evitar provare quel dolore. Invidia spinge a sospirare, perché i vostri desideri, si concentrano sui beni, il cui possesso diminuisce, quanto più li si possiede, ma se l'amore di Empireo, torcesse in alto vostro disio, non vi sarebbe timor al petto, in quanto più numerosi in Cielo, son coloro che godon bene, tanto maggiore è posseduto, e più carità arde in quel luogo. Amor non sia oggetto, di scambio o di possesso, che si rischia di spartire, così bilancio resta in rosso, ma se ti specchi al Cielo, comprendi Amor valore in sé, più si alimenta e più aumenta, non spartito ma moltiplicato, come detta sua natura. Dante non comprende, come un ben distributo fà più ricchi, che se fosse goduto da pochi, Virgilio gli risponde, tu pensi ancor cose terrene, così ricavi tenebre da luce, ovver procedi a tentoni, ma tema d'anima e d'amore, lo infinito e ineffabil bene, tanto si dà quanto trova ardore, sicchè quan carità di ognun si estende, tanto più cresce in lui l'eterno bene, e quanta più gente lassù s'intende, tanto più bene vi è da amare, e tanto più si ama, l'amor riflette da uno all'altro, come la luce da uno specchio. E se la mia ragion non ti disfama, vedrai Beatrice pienamente, ti torrà questa e ogni altra brama, affrettati dunque a far spente, le altre cinque Piaghe, come hai già fatto con le prime due, che scompaion grazie al tuo pentimento. Dante è preso da visioni, vede Maria indulgente al figlio, scomparso perché si fermò, a parlar coi dottor del Tempio, ma con dolcezza lei lo accoglie, pur con rimprovero leggero, poi vede Pisistrato re, che si rifiuta uccider amico, che baciò in pubblico sua figlia, che faremo a chi ci vuol male, se condanniamo color che ci amano? poi vede Stefano che muore, lapidato da folla inferocita, vedevo lui chinarsi a terra, morente volge occhi al cielo, orando all'alto Sire, nonostante tanta guerra, che perdonasse suoi persecutori, con quell'aspetto che genera pietà. Quando mia anima tornò in sé, e percepì cose reali esterne, riconobbi aver avuto visioni, dal contenuto veritiero, il mio maestro mi vedeva, come un uomo che gradual si sveglia, che cosa hai che non ti reggi in piedi? e hai camminato mezza lega, con occhi velati e gambe impacciate, come chi è gravato dal vino o sonno? Le visioni in Purgatorio, causan estasi a Dante, da cui Virgilio lo scuote, per la prova che li attendeì, nel dominio dei Dioscuri, che inducon conoscenza, mansuetudine che oppone, al fumo d'ira vista prima. Mi vidi giunto altra Cornice, ancor rapito altra visione, vidi in un tempio molte persone, O dolce padre mio, ti dirò ciò che mi apparve, quando le gambe mi furon tolte, ma Virgilio rispose, se tu avessi cento maschere, vedrei comunque tuoi pensieri, ciò che vedesti è necessario, d'aprir lo core a l'acque di pace, che da eterna fonte son diffuse, io ti dimandai per darti forza al piede, così convien frugare i pigri, a camminar quan tornan vigili. Noi andavam per lo vespro, fissando gli occhi al sole basso, ed ecco a gradi farsi avanti, un fumo oscuro come notte, dal qual non puotesi scansarsi, ci tolse occhi e l'aere pura. Dante sosta poco tempo, nella cornice d'Invidiosi, con occhi cuciti a fil di ferro, poiché ho peccato lievemente, volgendoli ad invidia, la mia anima ora teme, la Cornice dei Superbi, il tormento carico macigno, già pesa su mie spalle; se abbiam ferite invidia, cerchiamo di saperlo, al fine alleggerirci, a salir sfera infinita, entriamo dentro tenebre, con questo peso sul cuore, e a tentoni procediamo, in aere sozzo coi Poeti. Marco Lombardo parla a Dante: chi sei tu che nostro fummo fendi, e di noi parli come se tu fossi ancor vivo? Dante si presenta, e inizia conversazione, su anima e libero arbitrio, e aumentan pesi sul cuore, lo mondo è diserto di virtude, e di malizia gravido e coverto, ma priego che m'addite la cagione, sì che la veggia e la mostri altrui, giacchè chi dice influenze astrali, altri comportamenti umani; frate lo mondo è cieco, e tu vieni ben da lui, Voi che vivete dite ogni cagione, vien dal cielo stelle, come se tutto movesse, secondo necessitate, se così fosse in voi fora distrutto, libero arbitrio e giustizia, che per ben reca letizia, e per male reca lutto. Male congiunge a umanità, ingravidandola altro Male, a molti animali si ammoglia, ciechi di anima e di occhi, lo cielo i vostri movimenti inizia, non dico tutti ma poniamo, che distinguiate il bene e male, lume v'è dato a bene e a malizia, e Liber Volere possedete, che se fatica a prime battaglie, con gli influssi ciel astrali, poi vince ogni cosa, purché venga ben nutrito. Voi liberi soggiacete, a maggior forza e miglior natura, che voi chiamate Dio, che crea vostro intelletto, che il cielo astrologia, non tiene in suo potere; però se mondo attual disvia, in voi è la cagione, io te ne darò dimostrazione. Marco astrologo afferma, la stella inclina ma non determina, marchia indole e modo d'essere, ma non genera anima intellettiva, che sol noi conquistiamo, combattendo dura lotta, contro il cielo influsso, e offrendo giusto nutrimento, a tale Forza Dio-Natura, rimarremmo sempre uguali, a ciò che siamo essenza, pur oscillanti da poggia ad orza. Libero arbitrio e libertà, sono due cose diverse, il primo ci fa scegliere, fra inabissamento o elevazione, la seconda si conquista, sol se si sceglie elevazione, si diventa fuoco naturalis, e non più si torna indietro. |Alighieri eletto priore, in campagna elettorale, gestita da imprenditori, che taglian fuori aristocrati, entra in Medici e Speziali, che ha simbolo corporativo, il caduceo mercuriale, due serpenti scendenti, dalle due ali della croce; conobbe Arte trasformazione, di erbe in rimedi alambicchi, suono secco del mestiere, la fatica delle mani, la linfa strade borgo, un maniscalco e un falegname, un rilegatore libri, un vasaio col suo tornio, donne chin sul tombolo, fan bozzetti ricami, gran Commedia della Vita, labirinto intelligenza, del villano e del pastore, che nel rigido febbraio, ha poco foraggio per sue bestie, quan brina in su la terra, sotto stelle dello Acquario, vede bianca sorella neve, si leva e guarda la campagna, a interrogare il clima, a mezzo intelligenza; dove il ponte era franato, s'improvvisa carpentiere, a trovare un buon percorso, lungo macerie del franato, nella salita Dante è spinto, anche da mani di Virgilio, e di spuntone in spuntone, arduo reggersi da soli, tra le dieci Malebolge, unico ponte franato, si cammina su macerie, dentro un nuovo Passaggio. Dante è arrivato all'Equatore, nulla è come prima, il corpo sale a intelligenza, senza fiato nei polmoni, quando fui arrivato in alto, non potevo seguir oltre, mi sedetti e lui mi disse, convien che tu proceda, se vuoi avere fama, onde una voce uscì dal fosso, a formar parol sconnesse, io volto in giù vedevo scuro, allor chiedo al maestro, di raggiungere il margine, a guardar pozzo ripugnante, in cui son dannate anime ladri, vidi un groviglio di serpenti, tutte specie diverse, memoria e sangue ancor mi scipa, Libia non vanti con sua sabbia, anche se produce chelidri, iacule cencri e anfisibene, assieme Arabia ed Etiopia, non ebbe mai tanti pestiferi, tra questa cruda e triste copia, correan genti nude e spaventate, sanza sperar pertugio od Elitropia, pietra che rende invisibili, e cura morsi dei serpenti, avean man legate dietro con serpi, che insinuavan coda e capo, e si annodavano sul ventre: un serpente si avventò, contro un dannato presso noi, e lo morse sulla nuca, dove collo a spalle annoda, quello si accese e bruciò, e diventò cenere a terra, poi cener si raccolse, e tornò alle sue sembianze, come Fenice mor rinasce, dopo cinque secoli di vita, e non mangia semi o erba, ma sol lacrima Incenso e Cardamomo, in suo ultimo nido fatto, di foglie nardo e Mirra, in cima a tremula Palma, come un che cade sen saper causa, per forza di demon che a terra tira, od ostruzione di un meridiano, e quando rialza intorno mira, tutto smarrito in grande angoscia, ch'elli ha sofferta guarda e sospira, tal peccator levato poscia, Oh potenza divina severa! assesti cotai colpi per vendetta! Ovidio arriva in commedia, e porta metamorfosi prodigio, il serpe col morso velenoso, brucia e fà cenere il dannato, che da ceneri rialza, dolorante e intontito, senza aver capito l'accaduto: qui il Drago mercuriale, o Serpente Basilisco, realizza mutazion materia, pria che sia putrefatta, infuocata e incenerita, Fenice è il traguardo, la rinascita dell'uomo, fuoco creatore in alchimia, dissolve tenebre di morte, da natura uman che opprime. Tutti tal ladri irredenti, miman Resurrezione, senza saper mai nulla, opposto al mistero Croce, vendetta perfida e sarcastica, diviene eterna condanna, un dannato morto e risorto, è Vanni Fucci pistoiese: lo duca il domandò chi ello era, ei rispuose io piovvi da Toscana, in questa fossa crudele, volli vita bestial non umana, come il bastardo che fui, son Vanni Fucci detto bestia, e Pistoia mi fu degna tana, Dante lo conobbe in vita, e gli chiese il suo peccato, mi duol più che tu m'hai colto, ne la miseria in cui mi vedi, che de altra vita fui tolto, io non nego quel che chiedi, in giù son messo perchè fui ladro, alla sagrestia arredi sacri, e diedi colpa ad altri, ma ora ascolta mio annunzio: Pistoia in pria guelfi Neri esilia, poi Fiorenza rinnova gente e modi, a liberarsi dei Bianchi, Marte attirerà da Val di Magra, oggi detta Lunigiana, un vapor igneo fulmine, cioè Moroello Malaspina, che sarà avvolto a nere nubi, e con tempesta impetuosa e agra, sovra Campo Picen fia combattuto, nel territorio pistoiese, repente spezzerà ogni guelfo bianco, te lo dico a che doler ti debbia! Ladro di cose sacre, e di libertà innocenti, che fan galera al suo posto, fà un amara confessione, con briciolo dignità, cosciente di sua colpa, si vergogna di esser visto, all'inferno da un vivo, ma rivincita si prende, rivelando fin dei guelfi bianchi, per il piacere di ferire, usando intelligenza, nei modi a fare inganno, ecco i truffator mercati, schiavi al poter danaro, tra i peggior dannati, più di omicidi e traditori, sono i pubblici ladroni, che derubano le genti, vanno in questa Bolgia, che ha rotto i ponti mondo, il più grave dei delitti, aver tradito intelligenza, come strumento CONOSCENZA, donata agli umani, con mediazione del Serpente, tenuto a bada da Maria. Siamo al canto 25, dove dolore Intelligenza, è di esser abbandonata, alla totale incoscienza, della sua potenza, i ladri muoiono e risorgono, nello stato inebetiti, Serpenti identici ai Centauri, son Maestri traditi, e dai Ladri trascinati a inferno, forman loro dannazione, lasciano intatta intelligenza, tranne capire il perché, son condannati a morire, e a risorgere al dolore; il ladro a fin discorso, le mani alzò con foglie fiche, grida a Dio canto 75, dove sta la Croce Cristo, sul diametro equatoriale, da indi a ora mi son serpi amiche, perche una gli s'avvolse al collo, come a dir non vò che dici altro! e un altra legò attorno sue braccia, bloccando ogni movimento. Dante esprime amicizia, per entità dette malvage, amicizia da indi a sempre, come rispetto che provò per Nesso, maestro Centauro che elevò, suo corpo a intelligenza. Vanni Fucci fugge via, poi vidi un centauro pien di rabbia, che dicea dov'è quell'empio? la Maremma ha meno bisce, di quel che lui avea sulla groppa, là dove inizia aspetto umano, sovra sue spalle e dietro coppa, con ali aperte giace un draco, che infiamma chiunque intoppa; Virgilio disse questi è Caco, che sotto rupe di Aventino, di sangue fece spesso lago, non va coi suoi fratel centauri, per furto che frodolente fece, del grande armento a lui vicino, onde cessaron sue opere biece, sotto la mazza di Ercule, che forse gli diede colpi cento, e lui morì avanti al diece. Alighieri presenta Caco, coperto in spire fuoco e serpi, Drago alchemico filosofico, che brucia chiunque incontri, Ercole lo uccide, perchè ha rubato mandrie, nel parco di Bomarzo, dimora di Vicino Orsini, lo squarta spalancando cosce, e i capelli sparsi a fiamme. Ercole è iniziando, in sue dodici fatiche, uomo trasmutato in Cristo, che fa eco al canto 100, Ercole è altra Fenice, ha vinto il fuoco col fuoco, alla fine sua oper vita, è bruciato dai veleni, della camicia di Nesso, innalza pira e accende fuoco, dove si auto-immola vivo, così viene assunto a Olimpo, figura mistica eleusina, risorge dal suo sepolcro, doppia Xristos Cronologia. Canto 25 è dedicato, a cercatori e pionieri, a Intelligenza di Materia, vital scintilla del Creatore, vibrata a materia inerte. Alighieri scava in essa, mentre Virgilio parlava, è Caco se nè andato, tre spiriti venner sotto noi, dei qual nessuno se ne accorse, finchè gridaron chi siete voi? allor smettemmo di parlare, io non li conoscea, mentre uno nomina un altro, Cianfa dove è rimasto? io dissi al duca ascolta attento, apri gli occhi caro lettore, ciò che dirò non ti stupisca, io stesso credo a stento quel che vidi; mentre li guardavo attentamente, un serpente con sei piè aggredì un dannato, con piè di mezzo avvinse sua pancia, e con li anterior prese le braccia, poi addentò una e l'altra guancia, li diretani a le cosce distese, e miseli la coda tra mbedue, e dietro per le ren sù la ritese, Edera Ellera mai si abbarbica così tanto, come fece la orribil fiera, avviticchiato a membra del dannato, poi s'appiccaron come calda cera, a mischiar loro colore, così che nessun dei due, parea quel che era, come una carta che brucia, di color bruno tra nero e bianco, li altri due guardavan gridando, ahimè Agnello come ti muti! vedi che non sei più né due né uno, e le due teste diventan una, e ci apparver due figure miste, in una faccia fuse insieme, e le quattro membra si fan due braccia, cosce gambe ventre e petto, divenner membra fuor mai viste, ivi ogni aspetto ora è casso, due e nessun imago perversa, e tal sen giò con lento passo. Il ladro si taglia fuori, da un percorso di Salvezza, via diritta e di libertà, Serpente daimon tradito, continua a fondere il dannato, in seconda metamorfosi, dopo cenere fenice. Anima serpe divenuta, fugge in bolgia sufflando, l'altro dietro gli parla e sputa, poi volse spalle appen formate, e disse all'altro io vò che corra, carpone a terra come io feci, perché il Serpente è Intelligenza, che arroga a sé la Conoscenza, e non tollera che quella, sia prestata per ladrocinio, inabissamento alla Materia, se non considerata sacra, viene intesa maledetta, un ponte rotto che ha separato, Uomo da Dio nel paradiso, quan scelse strada Conoscenza, ascoltando solo suo Serpente. Così vidi in settima bolgia/zavorra, ladri mutar e trasmutare, coi miei occhi assai confusi, e il mio animo smagato, quei non potea fuggir nascosti, ch'io scorgessi Puccio Sciancato, il solo a non essersi trasformato, in quanto reintegrato. Dante alla Porta |PURGATORIO, mimetizzata da un solco, una ferita della roccia, ci appressammo tre gradini sotto, bianco marmo pulito e terso, ch'io mi specchiai in esso, come un Cristallo di rocca, il secondo è tinto più peperino, riarso dal sole come diaspro, lo terzo di sopra ammassiccia, porfido fiammeggiante, come sangue fuor vena spiccia, sovra questo tenea le piante, l'angelo di Dio, sedendo in su la soglia, mi sembiava pietra diamante. Ora il rito delle due chiavi, divoto mi gittai a santi piedi, misericordia chiesi che mi aprisse, ma tre volte al petto pria mi diedi, Sette P su fronte mi descrisse, col punton de la sua spada, e Fa che lavi quan sei dentro, queste piaghe disse l'angelo, che ha vestito color Cenere, o terra seccata al sole, sotto mantella trasse due chiavi, una d'oro e l'altra argento; pria osò la bianca e poi la gialla, facendo me contento, disse Ogni qual volta una di queste, fallisce a girare in toppa, non s'apre questa porta, quella d'oro è più preziosa, ma l'altra chiede molto ingegno, e arte per aprire, perché quella scioglie il nodo, le ho ricevute da san Pietro, che dissemi ch'è meglio, errare ad aprir porta, piuttosto che tener serrata, purchè la gente ai piè si atterri, ovver sia penitente. Con umiltà ho inginocchiato, chiedendo misericordia, e colpendo il cuore ho svelato, il dolor che lo abitava, entrate per quel che siete, umili e sofferenti, se desiderate una risposta, siate coscienti vostre piaghe, se ne avete volontà, saran chiuse vostre ferite, spariranno mai esistite, il mio vestito del Poema, è color cenere o terra scavata, e comunque la giriate, è sempre uguale a se stessa, accontentatevi di narrazione, ma se scavate trovate altro. Sotto la veste son due chiavi, prima usate quel d'argento, poi quella di oro, se si muovon bene entrambe, la porta si aprirà. Chiave dorata è più preziosa, ma a quella argento serve arte, intelligenza che solleva, il velame de li versi strani, sono un dono di san Pietro, apostolo su cui sta tal poema, pietra di Pace e Conoscenza; se vi presentate in umiltà, anche a costo di sbagliare, SEMPRE aperta sarà porta, del Poema tra le righe, le mie parole col vostro argento, ciop intelletto di mercurio, rispecchierete vostra vita, col vostro oro-spirito-zolfo, e qualcosa sempre troverete, in sincronia al 93, XXVI del Paradiso, canto delle 4 Aquile, dàimon di quel territorio, conversan Dante con Giovanni, di amore e di scrittura, di occhi e santa Lucia, cui Dante fu assai devoto, per guarigione di cataratta, Poeta resta accecato, dalla luce di Giovanni, non può vedere la Beatrice, Giovanni insiste a far dialogo, rimanendo cieco come Omero, o Edipo accecato in Yorosolima, con la pena di cecità, che pur applica Andronico, guardarti dentro per cercare, risposta al quesito Carità, Testamento Spirituale, di Dante il pellegrino: dove s'appunta anima tua? al suo piacere tosto e tardo, mi legge Amore lieve o forte, Chi drizzò arco al tuo bersaglio? Cotale amor che in me fà impronta, quanto più bontade in me comprende, ciò in cui si fonda questa prova; Di tutte sustanze sempiterne, ti farò vedere ogni valore, di qua là giù sovra ogni legge, oltre ogni limite e divieto, Senti altre corde tirarti a lui? ciò che spera ogni fedele, che poi è amore e sempre amore, Lettor vedrai le cose eterne, in cielo e terra e oltre le leggi, regolamenti e catechismi, tremanti avanti allo Infinito, io Dante avrei ancor trasvolato, altre terre lingue e nazioni, usate tutte a urlare a te, che se non bevi l'Assoluto, come puoi dir che vali qualcosa? che dannazione e Inferno, smarrimento e terrore, perdersi e arrancare, cercare e sbagliare, sperare e disperare, ogni cosa è oro all'anima, diamante a sua fatica, quarzi per sue lacrime, diademi al suo piacere, che poi è amore solto amore, sempre amore in tutte corde, la corda speranza a ogni fedele, della mia stessa fede, intrecciata a corda conoscenza, che si acquisisce vivendo, cercando e creando: conoscenza viva del Poema, si fonda in Verità di Amore, unico oggetto di speranza, che capovolge ogni canto, valor semantico in Commedia. Le porte aperte al 43, dove Dante sogna, seguono al 93, dove Dante non vede, fanno scattare chiave d'oro, insegna accedere al divino, perché il divino è ciascun noi, per legge Amore e di Umiltà, spinta benefica fà uscire, fuori da noi estasi è, ci fa muover verso il Mondo, e verso Ordine del Cosmo, Umiltà viene da humus, abilità a render fertile, aisthesis anima disio, realtà nostra che sappiamo, collettiva e individuale, spinta che percepiamo, quando avvolti dalle tenebre, del sogno o da cecità, sguardo alchemico profondo, rivela Via di Elevazione, in 4 vie sapienziali; sacra Dozzina ci rincorre, con 4 Triadi di valzer, Infinito ed Emanazione, Traguardo e Ricreazione, che religione cattolica, traduce in dogma Trinità, ipoteca accesa su Dante: 1 Eterno Padre, 2 il Figlio eterno mediatore, a mezzo di lui tutte le cose, sono state create, 3 lo Spirito Santo, eterno soffio vitale, 4 quattuor ancora una volta 3, Materia che via Spirito, mai cesserà di crearsi, a infinito ritmo del 3. TUTTO ritorna a UNO, visione esacatologica, come le triadi terzinate, dei canti di Dante, infinita catena creante, delle rime in armonia, e che torna sempre a uno; scesi a patti con Eternità, e con Libero Arbitrio, di sceglier farvi parte, di là di contingenze sorte, nessun cambia destino, ma la tua sola Libertà, è condividere eternità, accettare il mito fede, Cristo mediatore eterno, che esiste da sempre, oltre il tempo Storia, accetti allor comprendere, che abitiamo in casa eterna, con occhi a contemplarla, a ogni meridiano e parallelo, in diverse lingue e storie, Sacre Triadi di creazione, di caduta eternità, credere a una Fiaba, come narrata ai bambini, fà rendere alchimisti, in un percorso rovesciato, che raggiunge il punto zero, o punto del Mistero, bellezza è il giusto fine, della fatica umana. |Secretum del Poema, rivel che noi possiamo attinger Anima, se possediamo un Corpo, e possiamo attingere allo Spirito, sol se possediamo Intelligenza, cioè esperienza di esistere, ci apre porta all'Infinito, in questo vivere mortificato, mal-trattato e dolorante, si esperisce il sublime, ecco enigma forte e folle, che solve Dante in selva oscura, smarrimento in infinite, deviazioni di nostre anime, ci insegna a fare il 51, rincorre in tenebre sua gioia, come sua unica salvezza, alla cieca inconsapevole, come sappiamo fare. Dante confessa aver distolto, gli occhi da Beatrice, dal suo dàimon personale, custode al suo destino, tradendo se stesso, la più grave deviazione, si perde in false lusinghe, della mondana felicità; se amor deviato a lui è peccato, che riguarda tutti noi, Purgatorio Inferno e Vivi, nel can-can di alienazione, che vieta andar verso se stessi, e produce omologazione, impero alienante e avvilente, che omologa anche i vegetali, e li aliena da loro stessi. Ma nel coraggio singolo individuo, diverso e diversificato, si ripon vera salvezza, ciascun per se stesso preso, come conferma Dante, m'apparecchiavo a sostener guerra, di fatica e compassione, narrata ora senza errori, da anima intellettiva, dalla mente che non erra. se sfera bolla di sapone, è il massimo energia, anche Poema si fà sferico, raggiunge il massimo potenziale, fatelo muovere a universo, come rota igualmente mossa, forse perde i punti cardinali, dalla proiezione piana, ma non perderà mai, sacra coniunctio anima-corpo, come fosser sola cosa, in doppio pinnacolo gotico, simmetrico e compatto, solitario nel molteplice, affogando nostre forze, indebolendo muscoli e ossa, corroborando la visione, di anima intelletto, e percepiamo noi stessi, dal fuoco veniamo e lui torniamo, il raggio angelico ci scova, dentro cieca oscurità, sotto Arco di Fuoco, e nella luce di Empireo, si annida tenebra di selva. IO SOL UNO in corpo immortale, ho contemplato da immortale, la eterna divinità, IO SOL UNO in corpo mortale, sono stato restituito, a terrestrità infernale, fai muover questa sfera, e troverete il moto perenne, si muove 8 rovesciato, infinita schiera di esistenze, in due mappe tolemaiche, 100 e 1 fan caduta, da empireo adamantino, fino al piombo saturnino, che ci consegna a selva oscura, dove triforme amor quaggiù si piange, nel canto 51, blocca i passi di Dante, incarnandosi in tre belve, del canto numer 1. Amor deviato arreca dolore, a noi al mondo e agli altri, Amor deviato ci distrugge, quando invidiamo il mondo, è paradosso della Lince. Amor deviato pur ci annienta, quando disprezziamo il mondo, paradosso del Leone. Amor deviato ci massacra, quando amiamo massacro di altri, è paradosso della Lupa; ragioniam sulla realtà, in anagogico esempio, alcolizzati o mercenari, che distruggono ogni cosa, branchi Centauri incatenati, ancor ai loro zoccoli, prede dei tre amor deviati, e allora capirete, esistenza è problem d'Amore, nella sera del 51, cioè fatica compiuta, nel risultato raggiunto, risuon con alba dell'1, che è inizio del viaggio, e della fatica da compiere: se canto di usignolo, stride con l'urlo disperato, di chi chiede pietà, miserere di me! e già sol tal risonanza, fà capir ELEVAZIONE, a contemplare la potenza, della TRASFORMAZIONE, senza tener strozzato, in gozzo un urlo di pietà, così mai viver cominciar! altri invece disinnescan gole, perché quell'urlo non esca, non mutando in usignolo, cacciati fuori con violenza, da un mondo antico-sapienziale, dove Dante visse, a unire il suo interiore: molti nevrotici infelici, cercan successo senza volerlo, reputazione o matrimonio, confini in stretto orizzonte, svuotan lor vita di contenuti, ma se riescono acquistare, una più ampia personalità, loro nevrosi assai scompare, cerca risposte alla tua vita, adeguate e non di altri, ascolta i miti di ogni tempo, e i sogni mondo interiore, per agganciar mondo ancestrale, e sperimentar natura vera, che ben si accorda con se stessi, uomo cominci a guardar se stesso, le sue radici soggettive, a rinnovar spirito eterno, allor seguirà la società, che è somma di uno in trino segno, unicità di ogni destino, dice Alighieri è il sol che conta, giorno che nasci oppure muori, m'apparecchio a sostener guerra, sì del cammino e della pietate, ritrarrà la mente che non erra. Corde d'arpa orchestrate, da Maria Castronuovo, e han vibrato insieme al cuore, e mi considero felice, tutto arriva da lontano, per essere scritto nuovamente, stiam volando Sole e Saturno, stiam vivendo gran risveglio, Alighieri esorta te, alzar gli occhi e guardar stelle! Terza Triade 49-50-51, appare Angelo Misericordia, perpendicolare al miserere, gridato in primo canto, primo passo alla salvezza, chieder pietà a noi e gli altri, fantasmi storici compresi, primo esempio irradiazione, unite ora i due punti, con linea perpendicolare, pizzica in arpa essa irradia, vibrazione Misericordia. Tutte linee del disegno, funzionan come corde arpa, mistero dell'amore, di come aumenti intorno a noi, rispetto amor che provi, Marco Lombardo nel 50, ci racconta che anima dovrà, lottar duo con il cielo, a scoprir meglio di sé, e Virgilio al 51, continuerà parlar di amore, insegna che spiriti Purgatorio, stan pagando lor espiazione, perché lor anima accolse, una forma deviata di amore, che pur sempre amore è, Terzo Sigillo appare anima, territorio di amore; triade 74-75-76, regna Mistero Redenzione, crocefissione del Cristo, e distruzion Gerusalemme, Beatrice cita imperfezione, di anima in 4 elementi, l'uomo invece ha dono eterno, da parte del Creatore, entra ciel Venere in 75, Dante incontra Carlo Martello, parla del Daimon che rappresenta, eternità di tale dono, poi nel canto 76, incontran due beati amanti, una prostituta e un inquisitore, massacratore di albigesi, altro nome per catari; furon salvati poichè, si affidarono a tal dono, Quarto Sigillo appare Spirito, dono immobile e quieto, dentro un eterno ESSERE, il territorio di Dio, mentre l'Anima eterna, vive un eterno DIVENIRE. iboflorida_yolene-congo-doc.mp4../../video2/cheyssial/3.htmaudio
||Mosè quarant'anni di deserto, arido giorno e fredda notte, inciampi trappole e cadute, poi rinnovate speranze, tra oasi serenità, a conquistar la Libertà, Via Sapienziale di Mosè. Giovanni ai piedi della Croce, diventa figlio di Maria, noi con lui siamo fratelli, tutti figli di Maria, a ritrovare la fiducia, nella Via dell'Amore. Francesco riformatore, nel Cielo di Saturno, è il Beato insieme ad Eva, che ribattezza cristianità, suo soglio è canto 50, col canto Giacomo e Battista, conquista anima intellettiva, mentre Agostino e Sara, spiri Marte combattenti. Adamo e Lucia son custodi, della diritta via, di sguardo elevazione, su cui Pietro fa il poema, che Alighieri squaderna, in triadi punte stella, come pietra di Fede, di Conoscenza e Pace, traguardo del cammino, scritto, è armonia adamantina. Dante pria vision canto 100, è convinto esser un Uomo, contenuto in Infinito, al primo Canto è in selva oscura, stavolta non è lui, ma ciascuno individuo, per se stesso preso, nella selva pien di sonno, incosciente di se stesso. 100 e 1 sono uniti, da due mappe tolemaiche, anabasi e catabasi, top salita è inizio discesa, 13 versi Paradiso, e i primi 12 d'Inferno, numero di Universo in Eterno Divenire, ri-creazione di se stesso, dove Uomo 5 è bilanciere, tra la tetrade creante, cioè numeri 1-2-3-4, e la tetrade creata, numi 6-7-8-9, il Divenire è nell'Essere, e l'Essere è nel Divenire, Mysterium Coniunctionis, e Adamo ri-nasce contenendo, il Divino dentro sè, nel suo nuovo corpo, divino igneo e tetragono, poi precipita da Empireo, al Saturno plumbeo che, lo riconsegna a selva oscura. Così tutta Umanità, ri-nasce splendida e divina, e se non perde memoria, non torna in selva oscura, è profezia di Gioacchino: sappi che vaso che serpente ruppe, fù in divenire ma non è, ma chi è colpevole di questo, avrà punizion di Dio, così Aquila divina, che lasciò penne nel carro, per questo divenne un mostro, meretrice preda del gigante, tornerà ad avere eredi, dopo che Naiadi dell'Acqua, scioglieranno tal enigma, sen danno a pecore o biade: il uovo Adamo dentro sé, capovolgerà suo cosmo interno, numero 11 Risveglio. Corpo davanti a infinito, esperisce panico e spavento, come Anima prova invidia amore, ma un corpo ri-generato, rinasce igneo e divino, pellegrin che sfida la morte, a raggiungere se stesso, ottiene corpo che contiene, lo Infinito canto del bambino, che Dante sente cantare, nel Diamante Candida Rosa, bambini in petali dei Beati, Giusti fra i Giusti e Sapienti, ancor non hanno assagiato, acqua del Lete incarnazione: Vergine Madre figlia del tuo figlio, termine fisso d'eterno consiglio, tu nobilitasti uman natura, così che aspira alle alte stelle. Creatore diventa sua Creatura, lei Madre e Figlia al suo Creatore, e alla sua Creatura, ecco zenith sapienziale, dove MATERia è FIGLIA di se stessa, al Punto Zero centro Mandala, dove eravam già tutti lì, nel mistero eterno Adamo, MATERIA che hà intelligenza, e coscienza di se stessa; redimer la Materia, è scopo Dante ed alchimia, a mezzo del linguaggio, a curar coscienza occidentale, e ridar Spiro tetragono, così ritorna Libertà, cioè coscienza di maledizione, che ha mutilato la Materia, producendo falso progresso, come un acqua senza Maria, diviene solo malattia, Malaria e sterilità, ma sottolinea Beatrice, ciò che è da Dio è intelligente. Ipercubo nello spazio, fa uscie da sé piccolo cubo, che divora il grande cubo, che torna ad esser piccolo, per uscire da sé nuovamente, per divorare il grande, mistero d'infinito, che ci contiene e conteniamo, come lume reflesso, da li occhi miei circunspetta, dentro da sé il suo colore, mi parve pinta nostra effige, mio viso in lei tutto era messo, il secondo cerchio del Figlio, media creazione e salvezza, sembra nascer da un riflesso, a lungo osservato dai miei occhi, mi sembrò che avesse dipinta, immagine umana: del mio sguardo, domanda finale di Dante, alla fine del Poema: come è possibile che nostra immagine, di essere uman è contenuta, dentro Infinito come se noi, fossimo punto sen dimensione, capaci a irradiare l'infinito, generarlo e contenerlo, Geometra che tutto affige, per misurar lo cerchio, e non trova ciò che manca, tal era io a quella visione, veder volea come convenne, imago umana indova al cerchio, ma le mie ali era incapaci, così mia mente fu percossa, da un fulgore che in sua voglia venne, alla mia alta fantasia, mancò la forza descrizione, ma amor divino già volgeva, il mio disio e il velle volere, si come rota igualmente mossa, amor che move il sole e stelle.

351:a mangiare e spettegolare tutto sta nel cominciare, tra i cannoni non vale la ragione, ma la fine dell'ira è principio del pentimento: Roma governata, da un duca di Ravenna, reggente di Bisanzio, dentro palazzo papi, Machiavelli sente mito, distruzione della city, dipinge suo nemico. Papa Bonifacio, riprende legge Ammiragliato, ciò che trovo in mare, appartiene a me che trovo, prassi combattuta, da Andronico Comneno, sotto il suo regno, vieta sciacallaggio, di navi naufragate, pena la cecità, di avidi governatori, che permettono tal crimine; dopo poco tempo, marinai e mercanzie, rimasero intatte, e assistite dai locali. Quella legge predatoria, vien da tempi antichi, con usura e schiavitù, e umani sacrifici, voluta da ig-nobili, mercanti e banchieri, riuniti nel partito, dei Prasinoi parisienne, di Angelo Isaxon, avversari al partito, dei Venetoi slavi vendi. Quando i papi fuggiaschi, approdaron paludi, lungo mare Tirreno, Albione e Germania, poi su coste Provenza, in city Avignone, complotti sen successo, a riprendere Roma, ai sultani ottomani, poi decisero creare, Roma antica sul Tevere, e inserire il loro papa. Avignone ospita già, colonie franchi farisei, che discendon dai signori, giunti al tempo di conquista, il regno franchi nacque primo, dopo scelte di Avignone, manda a Roma antagonista, guerre papi ed antipapi, lotta guelfi e ghibellini, sino a scisma delle chiese, cattolica e ortodossa. Vaticano fu occupato, da papi due fazioni, Borgia borgo e borghesia, cerca strappo ricucire, ma dopo la sua morte, i suoi stemmi son scalfiti, fu dannata sua memoria, sigillate le sue stanze, nel palazzo in Vaticano, che Fomenko visitò, per studiar zodiaco date, grazie a papa Benedetto, che permise ai turisti, visitare stanze Borgia, Fomenko fotografa, zodiaco Astronomia, in sala sibille Borgia, 7 pianeti e 1 tempo, primo è LVNA donna, vestita di bianco, in mano mezzaluna, in cielo con sirena, costellazion marine, pesci balena drago, su ruote posteriori, costellazione CANCRO. Secondo è MERCVRI, che tiene caduceo, viaggia su bira, lo traina coppia cervi, su ruote 2 figure, costellazion GEMELLI, 1 Vergine con spighe. Terzo MARTE vedi, manto rosso ed elmo, una freccia in mano, e cavalli da traino, bianco e rosso, simboli Ariete, e Scorpione avamposto. IOVI in carro è quarto, trainato da corvo, VENERA è quinto, su carro coppia tori, sesto APOLLO cavalli, 2 bianchi 2 neri, costellazion Leone, 1 papa sul trono, tiara nastri d'oro, Iovi ha stella d'oro. Settimo SATVRNO, trainato da un drago, in mano 1 falce, capricorno avanti acquario, sotto sta prigione, giudice è Saturno, pittore che affresca, Pinturicchio nome. Rodrigo ama virgo, studia con Ficino, gnosi astronomia, a dipinger zodiaco, almagesto Tolomeo, cataloga stelle, primo curator, Tolomeo d'Alessandria, imperator che Isaia, rimprovera le spese, a egizi caldei, che a Rodi osserva cieli. Astronomi Cairo, esenti da tasse, zodiaco di Olimpo, Giove barbuto, ha martello e frecce, 1 aquila abbraccia, + tuono e saette. Saturno con falce, tenaglie di ferro, vulcan sottoterra, Apollo sole leo, Mercurio caduceo, siede fra stelle, Diana ha mezzaluna, posta fra capelle, Venere ha pavone, Marte fascio frecce. Sant'Angelo rifugio, di papi-fuggiaschi, ricchezze trasferite, in teatro cittadino, mutato in castello, e palazzo-fortezza, banca rinforzata, torrioni mura spessa. Al castello papale, si fece pulizia, a sviar lanzichenecchi, dalla refurtiva, statua di Michele, ora domina in cima, papa emana bolla, Roma chiama bizantina. Bizantin su carta, scaligero dogma, disprezzo di ottomani, detti romei rom, cova ribellione, oprichina situazione, khazari del 600, segreta opposizione. |Borgia Baruc Borhia, piange la caduta, Ierosolima gloria, esorta perdono cura, scarica la colpa, su politici corrotti, ma papi riformisti, sviano suoi sforzi. Baruc-Borgia libro, rivela fine mondo, Esodo descrive, profezie-lamenti, i vinti narran fati, di deportazioni, arrendersi convien, a Nabucodonosor sultano, muta la storia, Ezechiele LeoneX, la cronaca descrive, Guelfi e Ghibellini, espulsi da Firenze, guerra senza fine, Dante ostile al Papa, esule si arrende, scrive elogio a Enrico, muore poi a Ravenna, mentre Vaticano, riscrive la sua storia. Nabucodonosor non sente, diventa più orgoglioso, il castigo allora giunge, dodici mesi dopo, passeggiando su terrazza, in reggia di Babilonia, decanta sua grandezza, con forza mia potenza, ho gloria mia maestà, profuse tal parole, una voce vien dal cielo: o re Nabucodonosor, il regno ti è tolto, sarai cacciato dal consorzio, dimori con le bestie, passeranno sette tempi, finché tu riconosca l'Alto, dominus dei regni, che dà a chi lui vuole. La sentenza del sogno, inflitta al superbo re, adempie la parola, sopra Nabucodonosor, cacciato dal consorzio, mangia erba con rugiada, crebbe il pelo come un lupo, e unghie come uccelli. Re licantropo capisce, suo orgoglioso strapotere, ridotto ad animale, predatore dei boschi, isterico uomo-lupo, nelle notti luna piena, William Blake lo dipinge, re impazzito in una tana, perde ogni umanità, per il tempo a lui fissato, poi ritrova il senno, finito quel tempo, io Nabucodonosor, alzo occhi al cielo, lodai Colui che è, il Cui regno è senza tempo, dispone in cielo e terra, mi torna mia maestà, mio regno e ministri, mi da poter più grande, esalto il Re del Cielo, umilia ogni superbia, sue vie sono giustizia. Nabucodonosor conclude, solenne professione, di fede al Re del Cielo, celebrando la giustizia, umiliando i più superbi, Ariosto a lui si ispira, nella pazzia di Orlando, Astolfo sulla Luna, va a prelevare il senno, come Nabucco fù, redento in Dante rima. Michelangelo chiede, a Leone Medici papa, riportare a Firenze, Dante ceneri Ravenna, sarcofago è vuoto, fino al regno Italia, poi frati Francescani, trovano le ossa, in un loro monastero, classica risposta. El Dante Commedia, anticipa giudizio, giusti in Paradiso, colpevoli in Inferno, indecisi in Purgatorio: battagliano schiere, per lista condannati, in tardo cinquecento, sotto nome Dante, cronista più influente, tien memoria evento, di Reset accaduto. Boccaccio aggiunge rime, e Scaligeri Cangrande, crean cronologia, con figli dissidenti, attuano scismi, fino 773, assieme ai gesuiti, 700 manoscritti, tradotti pure in slavo, Virgilio nota il paio: Laggiù trovammo gente dipinta, che giva intorno a lenti passi, piangendo stanca e vinta, avevan cappe a cappucci bassi, dinanzi a occhi e di simil taglia, dei cluniacensi monaci fassi, di fuor dorate sì ch'elli abbaglia, ma dentro in piombo e gravi tanto, che a Federigo le sembran di paglia, oh in etterno faticoso manto! Noi ci volgemmo con loro a manca, intenti al lor tristo pianto, per lo gran peso fà gente stanca. Gente dipinta con doppia faccia, Ipocriti che assomigliano, ai barattieri in pece bollente, oggi chiamati concussori, potenti che indulgono tosto, a corruzione di sé e di altri, dipingendo onesto falso lor volto. Dante conversa con due dannati: Oh frati vedo i vostri mali, ma più non dissi mio occhio corse, a un crucifisso in terra a tre pali, è il sommo Caifa qui dannato, quan mi vide tutto contorse, soffia in sua barba i suoi sospiri, e frate Catalan che a ciò s'accorse, mi disse Quel che tu miri, consigliò i Farisei di porre, un uom per popolo martìrizzar, Caifa sta nudo nella via, chè là chi passa il peso lui senta, e a stesso modo suo suocer stenta, in stessa fossa chi ebbe consiglio, che fu ai Giudei mala sementa, Anna e gli altri sacerdoti, del Sinedrio che han deciso, gravi sciagure al popol Giuda, tutti crocifissi a terra, in posizione orizzontale, poichè non hanno verticale, e calpestati dagli ipocriti, in lor pesante veste piombo. Questo canto sentinella, a Croce infinita del Cristo, da morte di eros in fossa serpenti, lega a diametro canto 73, cioè seconda sentinella, che ci parla del Cristo, nel sesto del Paradiso, conclude triade dei sesti, tre canti politici in poema: Ciacco al sesto dell'Inferno, parla Firenze pien d'invidia, trabocca il sacco con Sordello, nel sesto canto in Purgatorio, parla d'Italia serva in deriva, sanza nocchier nave in tempesta, infine il sesto in Paradiso, è Imperatore Giustiniano, parla del mondo e del suo Impero, fino ad allora conosciuto, Europa Africa ed Oriente, tutti bagnati soglia e confine, dal mar Mediterraneo, strumento di Ordine e Pace, ironia criptata di buon Governo. Giustiniano narra il volo, dell'Aquila Imperiale, da sbarco dei Troiani, su coste laziali e dardanelli, fino ai Guelfi e Ghibellini, del tempo di Dante, loda grandi e buone imprese, che unificaron Gran Tartaria, pace e progresso e ironia criptata, quan mala legge falsa la storia, Aquila imperiale impalla e inganna, e Aquila divina distorce gloria, a Costantin donazio Sutri, commedia inganni e travestimenti, Alighieri reca al figlio Pietro, in fitta rete risonanze, dei vizi umani e di occhi ingenui, un imperator corona d'oro, nel Paradiso ai sudditi parla, giullar rileggi il doppio senso, di ipocrisia dei più potenti; canto più ipocrita mai scritto, ogni terzina gronda il sangue, dolore e lutto dei massacrati, mentre virtù dipinte a insegna, crean falso mito dei romani, come ci dice Cacciaguida, che han dovuto esser riveriti, per forza dai popol conquistati. Aquila segno di riverenza, iniziò dal giorno in cui Pallante, morì alla guerra Latin-Troiani, sotto le mura Yoros crociata, guerra molto sanguinosa, Pallante alleato dei Troiani, italico figlio a re Evandro, fà grande strage guerrier italici, per primo uccide Lago trafitto, sorprende Isbone amico al caduto, immerge spada in suo polmone, poi uccide gemelli Laride e Timbro, figli di Dauco re di Anatolia, recide a Laride mano destra, e decapita Timbro come Giovanni, poi uccide Reteo che difende Ilo, ma infin Pallante viene affrontato, ucciso da Turno al proprio turno, quello si appropria del suo balteo, il giustacuore dei latini, fatto di cuoio e decoro bronzo, Enea cattura allor otto itali, e li sacrifica su pira, del suo giovane amico, e a evitare vittime ancora, ecco la sfida fra Enea e Turno. Enea vince e vendica Pallante, sposa Lavinia e fonda Lavinium, Eneide narrata dal duca Virgilio, dove i Troiani vittoriosi, vivon la prima guerra civile, e recano il mito Romolo e Remo, ovvero Gengis e Batu khan. Romani incontro a Brenno e Pirro, a li altri principi e collegi, onde Torquato Quinzio noma Deci Fabi, che ebber fama come li Aràbi, che retro Annibale passaron rocce, fiume Po Scipione e sotto al colle, sotto cui nacque ciò che ciel volle, redur lo mondo a suo modo sereno, Cesare khan và infino a Reno, tra Isara ed Era vide poi Senna, e ogne valle chiamò Rodano, e sua discendenza uscì a Ravenna, sul Rubicone fà poi suo volo, che non seguì ne lingua o penna, poi verso Spagna rivolse stuolo, verso Durazzo e Farsal percosse, e al Nilo caldo sentì del duolo, e per Tolomeo poscia si scosse, da indi scese a Iuba occidente, tra Bruto con Cassio che inferno latra, e a Perugia e Modena fu dolente, e di trista Cleopatra fu piangene, a causa morte veleno cobra, infino corse fino al rubro, e puose il mondo in tanta pace, che fu serrato a Giano delubro, e regno mortal a lui soggiace, diventa in apparenza un poco scuro, se in mano al terzo Cesare si mira, con occhio chiaro devia e spira, Isacco Angelo usurpatore, poi Tito a far vendetta corse, vendetta del peccato antico, e quan dente longobardo morse, Carlo Magno aquila soccorse, scacco al pontefice falso, che pretendeva territori, di Romagna occidentale, Carlo Sacro Impero in mano, fino ai Guelfi oppositori, che scelser gigli casa Franca, ma i Ghibellini li han rubati, a confondere i partiti, separando la giustizia, quel divina e quella umana, cattiv'uso venne fuori, e non creda Carlo Angiò, di abbatter coi suoi guelfi, quell'impero con artigli, che scuoiarono i leoni, più feroci anche di lui. Impero spaccato a metà, tra Francia e Germania, semina lotte intestine, e massacri civili a Europa e mondo, non è modello Buon Governo, poichè dentro insegna artigli, c'è già scritta la sua storia, che d'Imper Scuoiante narra. Dante mette Giustiniano, nel Cielo di Mercurio, fra gli spiriti attivi, riformò codex romano, sia civile che penale, dopo gran contraddizioni, ma presunse essere anche, il controllor leggi divine, anche queste da snellire, a vantaggio suo Potere, indisse il Secondo Concilio, in 553 Costantinopoli, per abolir Spirito presenza, per la massa dei sudditi, la divin scintilla eterna, doveva esser mutilata, manipolata dal terrore, della dannazione eterna, per accettar costrizione, riformò legge divina, ma Beatrice lo riprende, nel canto 74, ribalta scacchi e carte, confermando che noi umani, siamo angelica natura, spirito destinato a spirito, tanto amato che farà, risorger corpo sua materia, vostra vita senz'esso spira, somma beninanza la innamora, di sé e poi sempre la disira, poichè Umanità si fa Spirito, quando Spirito si fa Carne, nel mistero Riconciliazione, apocatastasi giustiniana, sotto il velame versi strani, si ordisce beffa a coron d'oro, come a Ipocriti pesanti, noi dobbiamo diventare, Papi e Imperator noi stessi, ciascun se stesso preso, nel risveglio individuale, argine a isteria Potere, sempre uguale in ogni veste. Siamo tetragoni sebbene, Giustinian censura Spirito, apocatastasi compresa, come Guido Montefeltro, che volea ingannar giustizia, come suo capo Bonifacio, controllar divine leggi, indulgenze per chiunque, spodestando papa Celestino. Bonifacio fu nemico, soprattutto dei cristiani, come col suo compare Giustiniano, che gli siede di fronte, tutti e due a far sentinelle, alla Croce del Cristo, del quale tutti e due, si son fatti scudo e fendente, per avere dominio terra, e il potere su ogni gente; ipocrita Imperatore, e gran fetente il Papa, corrotti dai banchieri, vendon corona e mitra, IMPERO SCUOIANTE che, ci toglie pelle mentre in vita, e Caifa in canto 23, inchiodato a terra steso in croce, sua vile eterna dannazione. Sinedrio è nell'inferno, esecutori in Paradiso, insieme a Giustiniano, a sventolar Aquila segno, senza il manto dell'inganno, denudati a verità, dal giullare turuscano. Giustiniano è messo lì, da sentinella Croce al Cristo, al mistero Eros Divino, avvolto in suo manto dorato, sentinella a ipocrisia: veder voleva come convenne, imago al cerchio vi s'indova, mistero imago non svelato, con le parole mutilate, Dante ha visto Verità, nel Poema circolare, sta il segreto questa imago, canti sincroni in risonanza, Stella Davide o di Barga; in Cielo Giove Aquila divina, svela a Dante che lui è, un pellegrin con occhi miopi, che su battigia vede sul mare, ma non può scrutare abissi, di mar giustizia divina, poichè in mente di Dio, Commedia narra degli umani, sol profilo della storia, che nulla può sapere, del mister suo genitore. Sigillo Nord in canto, Aquila parla di profilo, con un occhio solo, e nella Candida Rosa, il mondo Beati è informato, da apocatastasi zenith, della potenza dello Spirito, che svela tutto sia divino, e al divino và tornare. Sigillo Est in canto, divinità d'Uomo è riposta, nella sua Intelligenza, che necessariamente è, separata a Dio a poterla usare, lavor da essere compiuto, nel verbo Tetelèstai, così il peccato originale, e necessaria lacerazione, fra il Divino e l'Umano, perché si compia il progetto. Sigillo Sud in canto, Anima intellettiva ci rende, responsabili del cosmo, perché noi Siamo l'Universo, e usiam libero arbitrio, sol se diventiamo liberi. Sigillo Ovest in canto, celebra apocatastasi, riconciliazione al Cristo-serpente, che ha condiviso orfanità, separazion con tutti umani, accumulando ogni dolore, e restituendoci lo Spirito, nel momento in cui fà Carne, così tutto è compiuto, e nel canto 74 della Croce, Beatrice insegna natura umana, Adamo è angelico divino, che deve tornare al divino, e Dio in sua solitudine, non poteva salvarci, come umani loro solitudine, non potevano salvarsi, così Spirito si è fatto Carne, in gesto supremo amore, Dio sacrifica se stesso, per riscattar più del perdono, e tutte le altre strade, insufficienti a tal giustizia: Figlio di Dio s'è umiliato, incarnandosi alla terra, natura angelica dell'Uomo, trafigge Giustiniano, e il suo ipocrita giochetto, di far parlar Cristo sulla Croce, con la sua divinità, e non con sua umanità. Giustiniano ipocrita cantore, della Storia Impero Scuoiante, e Bonifacio svende Chiesa, dove il Cristo pure merca, sebben gente dispetta, cui oltracotanza in voi s'alletta, tutti e due appaion salvi, in libera scelta volontaria, per volontà di umani e Dante: poichè vostra sofferenza, vi opprime perché vi opponete, a quel progetto di Amore, che per certo è realizzato, è solo vostra volontà, di resistere all'Amore, che vi condanna al dolore, voi calciate la salvezza, siete dannati sol per scelta, come per scelta pur si sale, al Paradiso angeli umani, accomunati a stessa condizione. Croce del Cristo rinascita, sorvegliata da 2 IMPER SCUOIANTI, temporale e spirituale, Giustiniano e Bonifacio, dolor di Spirito e Intelligenza, che scuoian pelle e scippan Spirito, ogni giorno umiliano e mortificano, nos Intelligenza volgono al male, togliendole divin bellezze, e costringendola a credere, che nostra vita non è sacra, ma merce da svender massacrare, come banchieri fiorentini, che inventarono il debito, mezzo di scuoiamento. Filosofia è Beatrice Sophia, cervello animato raggio angelico, alimentato dallo Spirito, dono di spirito sapienza, che svela geometria poema, nel canto 77 dieci Paradiso, entra nel Cielo del Sole, Cielo dei Beati Sapienti, cielo di Aritmetica, al servizio di Universo. Dante và in lucida coscienza, oltrepassato il numer 9, progetto compiuto in canti Eden, fatica a visitar Dolore, poi incontra Beatrice, e vola verso la Luna, separa il 9 dal 10, contempla il suo lavoro, per cominciarne un altro, come in orto e giardino, e in quel volo giunge vetta di Amore, come dice Beatrice, spinto da volontà di esser fuoco, per tornar luogo di partenza, prime parole di Virgilio: Inferno e Purgatorio visiterai, Paradiso vedrai se vorrai salire, conquista dello Spirito, a Empireo canto 100, stan Maria ed Eva due madri, che rigeneran Corpo. |Dante in Paradiso, vide inverse stelle, Icaro và in volo, in aere mostra arte, la strada non seppe, carreggiar Fetonte, si infiamma e frantuma, cieco fu Caronte; leggenda di Fetonte, riflette meteorite, cade sul Volga, acciaio e khan terribe, Maometto conquista, carro di fuoco Elia, a Yaroslav su Volga, anno 421. Maometto steso a terra, disse di partire, carro Elia si alza, come fa un Vimana, poi solo fiamma, Dante descrive, nuvola che sale, un tuono ode e intende, così genti degne, si ferman con insegne. |Rodrigo Borgia, Alessandro VI nero, pontefice eminente, come Colonn Farnese, odiato e diffamato, da molti classisti, infine avvelenato, e offeso nei libri. Vaticano residenza, dopo di Avignone, Sisto 471, autorizza la Sistina, Innocenzo realizza, galleria Bramante, GiulioII cortile, Raffaello decorante, PaoloIII Farnese, cappella Paolina, museo clementino, etrusco egizio sia. Borgia zodiaco, anno 498, sesto papa da Callisto, prima di Niccola, avanti la caduta, siede in Vaticano, fuori lista sua. Pio dopo Callisto, Paolo II farnese, Sisto IV quinto, Innocenzo 492, Borgia sesto pontefice, nipote di Callisto, seggio ereditato. Nicola V, Tommaso Parentucelli, riforme e crociate, in Lega di Lodi, vuol Lorenzo Valla, scriver lingua, latina elegantia, al posto rusca slava, critica ascetismo, atamano di cosacchi, commenta e traduce, Erodoto e Tucidide, ma dono Constantino, sfugge censure. dopo Nicola, Martino ed Urbano, 626 apre sanPietro, palazzo Vaticano, residenza sanGiovanni, pure in Laterano, papi adeguan luoghi, a malaria pantano, con forza danaro, assoggettano Rasna, stampano inganno. Giardino privato, su luogo risanato, è cortile sanDamaso, primo Vaticano, Enea-Ioan Battista, chiesa in Laterano, capo tutte chiese, Vatican abbandonato. Incendi e terremoti, sciacalli ladrocini, a santAngelo forte, le mura passetto, leonino borgo sorge, mura e torre Borgia, giugno 670, Portogallo e Spagna sorga. Piazza del popolo, 2 chiese-gemelle, anno 823, di banchieri Chigi, finto Raffaello, primo libro schizzi, Raffaello bozzetti, in 844, incise da tedesco, William Gruner, che a Roma lavora, a Londra stampa, affresca vittoria, vaticana su tutti, poi dirige Dresda, museo di bozzetti, affresca-stucca chiese, lucra palazzi, disegna inesistenti, vecchi dizionari. Giulio tortura, servi di Borgia, licenzia cardinal, cambia biblioteca, vuole latino, crea mondo antico, brucia avi editti, vuol banchieri edili. Dopo epoca Donskoj, escon khan autonomi, frattura Rus-Bisanzio, Roma minacciata, controlla Europa sud, dalla pianur russa, ottomani vanno giù, assediano Bisanzio, rovescio dinastia, nobili fuggiaschi, ataman insegue scia, scappano nel west, alcuni in Provenza, altri Civitavecchia, portan oro e libri, su Tevere sponda, presso urbe et-rusca, su sinistra sponda. Ruma ha malaria, paludi Tirreno, Vaticano e Trastevere, ospita romeno, ora novi papi, avviano scissione, creano doppio clero, Roma e Avignone, competono chiese, scomunica ciascun, cattedra di Pisa, Costanza e Basilea, papi e antipapi, faide con crociate, guerre di riforme, chiese nazional. Borgia avvelenato, faide sanguinose, Colonna con Orsini, contendono zone, Vaticano vince, inventa latino, e brucia libri slavi. Dante ci narra, papa di Guascogna, che con Filippo bello, siede in Avignone, nemici sovversivi, di Arrigo Lussemburgo, khan di impero unito, che vede lor rifiuto. Enrico Acquisgrana, scese in Italia, su invito Bonifacio, a pacificar contese, fra guelfi e ghibellini, ma eccolo tradito, muore presso Siena, impero ormai diviso, città perdono torri, esempio fu Bologna, o Tuscania vescovile, che perde sua sede, a causa del conflitto, tra guelfi e ghibellini, i Barberini a forza, converton cittadini, ma visto lor rifiuto, distruggono un quartiere, la Civita di etrussi, discesi dagli slavi, giunti tempo prima, città resta in terzieri, abbattute le alte torri, in subordine a Viterbo, ora sede vescovile, fedele al nuovo papa. Su torri tibetane, i funeral celesti, di corpi nobiliari, banchieri e clericali, smembrati e lasciati, in pasto agli uccelli, mentre i popolani, sepolti sottoterra. Oggi funerale celeste, è praticato dai Parsi, zoroastriani emigrati, da Persia fino in India. Ferlini ci ricorda, che pure egizi e Jaina, serbano in piramidi, corpi mummificati, deviando raggi cosmici, su alte torri a metallo, li serbano dai furti. |Dante danna il guasco, pone nello inferno, assieme a Bonifacio, in bolgia traditori, Arrigo invece siede, un seggio nella rosa, dove sta Beatrice, che illumina ogni cosa.| Dempster scrive, etruschi discesi, da truppe in Italia, che da Rus Vladimir, regna su Eufrasia, nel 500 a Gubbio, lasciano tavole, necropoli a tumulo. Ciampi usa slavo, sui testi pelagi, 825 a Firenze, professor da Varsavia, condivise scoperta, contratto Roma-Gubbio, in pelagio volgare, ma tedeschi fan muro; fabbrican latino, umanisti riformati, combattono volgare, lingua originale, Egidi da Viterbo, ci descrive Etruria, nei secoli passati, custode di cultura. Etruria imperiale, ha leggi e militari, geometri muratori, agromi e sacerdoti, medici e pittori, inventori di armi, attori e scultori; poi Romanov-asburgo, prendono Toscana, tra Roma e Firenze, cultura falsata, i cardinal toscani, combattono mito, di stato pontificio, che muta lor memoria, Avignone perde, precedente papa, Bertrand de Got, Clemente egizio nome, Roma vince lotta, Dempster censurato, scaliger nuovo stato. Cortona e mir toscane, infine son piegate, toscani irretiti, scrivono in versi, la rasna verità, dopo crollo impero, e storici francesi, sostengono i rasna, da oriente venuti, turchismi di lingua, in turanica lupa: è lingua etrusca, come lingua slava, tracce in Italia, Firenze e Vaticano, storici tedeschi, falsarono storia, creano miti ariani, stirpi senza gloria. Libri di Volansky, bruciati nel rogo, Sebastiano Ciampi, in Polonia trova scopo, scopre che etrusco, da slavo derivato, decifra iscrizioni, in Egitto e balcani. Lo storico Chertkov, vive guerre Crimea, in Svizzera e Italia, vide molte mir, Rasna paesini, di cristiani slavi. Migrano tribù, stanziate in Anatolia, a nord del Danubio, creano slava storia. Resiston rituali, acqua con fuoco, rito iniziazione, cunicoli con grotte, passaggi mentali, portano al luogo, dove il divino, rivela suo gioco. Libro della Suda, sacro a genti rasna, sudny slavo-russo, è giudizio legge, rasna cristiano, consulta libri sacri, Volansky traduce, Greccio canti funerari: altissimo signore, di tutti fiumi Rus, affida miei figli, al khan di Thule, rasna nella Bibbia, son figli a Javan, giunti da tartaria, con Ivan Kalita, per abitare Italia. Specchi e manufatti, protesi dentali, arrivano a ondate, geti e samogeti, dopo fine impero, emerge la Riforma, 700 vieta lingua, slava archeologia. In tutta Eufrasia, volutamen celata, poichè contraddice, scaligera vulgata, Florinsky di Tomsk, indaga falsa Troia, utensili e ornamenti, stoviglie siberiane, tra rasna e veneti, maschere di drago, trasmettono al cavallo, potere di fiato. Ruderi di Troia, da Schliemann ritrovati, appartengono a uno, dei centri abitati, in Anatolia 400, dopo la conquista, abitato dagli slavi, uniti coi locali. Troia è Tsargrad, fortezza di Yoros, su asiatica costa, tra mar nero e bosforo. |Italia capitale, etrusca Firenze, ma Vaticano a Roma, piano piano ascende, il principe califfo, ovvero Ivan Kalita, Batu khan dio Crono, partito da Assiria, guida la conquista, e campi base attiva, alloggiamento zar, sul Tevere fortifica, governo sta a Firenze, in Vaticano sua milizia. Saturno chiamato, Ivan califfo crono, detto il gigante, feroce combattente, fratello a Yuri capo, Daniele loro padre, Danilovic Kalita, lascia Elena in Rus, viaggia in occidente, non torna mai più, nel Latium si accampa, muore in Italia, suo figlio Simeone, da Yaroslav arriva, e rende Vati_khan, cento religione; detto Carlo magno, dopo la sua morte, Firenze appar città, commerci corti e artisti. Cornelius Bruin, scrive libro 711, stampa in Olanda, narra case lussuose, piatti oro argento, splendidi vestiti, viaggio in Persia e India, attraverso Moscovia: romani e ottomani, hanno harem femminili, in Orda chiamati, terem separati, connessi a costruzione, passaggi speciali, guardati da eunuchi, ospitan famiglia, nessuno vi accede, hanno sala trono, e sala per amici. Musica maestosa, Bruin la sente ovunque, orchestre strumenti, in strade e nelle case, matrimoni con organo, pneumatica mantice, metallici tubi, che comprimono aria, come cornamusa, od organo da strada. Vivaldi veneziano, cerca impiego a Mosca, suo allievo Verocagli, realizza tale sogno, di abate veneziano, che ama i cori gipsy, in sue 4 stagioni, uomo ormai anziano. Fisarmoniche ad aria, mantici e canne, usata nelle feste, imitan cattedrali, musica dei corni, forte senza vento, nel raggio 7 verst, orchestre sale ballo. Pietro vieta tutto, resta solo vocale, assenti gli organisti, ranghi musicisti, vivono a Mosca, mancano a Pietroburgo, Pietro che poi, Cremlino distrugge, incendio 701. Due secoli prima, banchieri elitari, della tribù askenazi, fanno secessione, infiltrano impero, Moscovia e Bisanzio, riscrivono storia, con gesuita monopolio, Scaligero e Petavius, crean cronologia, al concilio di Trento, fann calendario sfida, per conto nuova Roma, nera aristocrazia: mappamondo falso, poi eliocentrismo, al posto di fontane, dove terre e acque, sono paralleli piani, con un centrale asse, presso il polo nord, albero tagliato, che causa epidemie, e inondazione fango. Ricordano evento, cupole a spirale, Clementskirche tedesca, come san Basilio, stessa architettura, simili ai turbanti, ottomani di Tartaria, di epoca conquista, che fondano empori, creano loro flotta, ebber gran vigore, arte della guerra, culti di stupore, e scrittura slavo antico, studian teologia, padroni della scienza, ed astronomia. storia_cronologia-fomenko_magyar.mp4doc_gesuiti_zizzania_in_grano.mp4audio
||Pio VII 807, anfiteatro Flavio, Colosseo rifatto, simbolo richiamo, Pio IX 852, targa Colosseo, marmo all'ingresso, celebra lavori, 7 anno pontificato, larga pubblicità, banchieri finanzia, scavi sotterran. Istanbul Colosseo, prototipo primo, arena e cisterna, stanze e labirinto, accanto san Sofia, un obelisco egizio, obelisco Donskoy, colosso nome primo, anfiteatro rovinato, mezzo interrato, pavimento rialzato, edificio ginnasio. Re Napoli mappa, il Colosseo intero, Roma-Bisanzio, sotto ataman assedio, si erge su fonte, spettacoli navali, ricorda prima Roma, valli fluviali. da Nilo al Nero, Kemit agraria, egizia edilizia, e culti funerari, culto dei morti, in sabbie deserto, piramidi sfingi, obelischi d'impero, viaggiano salme, con nave Caronte, ben imbalsamate, preservano rotte, viaggio descritto, libro dei morti, estuario del Nilo, una donna diventa, cimitero imperiale. Vaticano soppianta, autorità di Avignone, storia vien riscritta, da ordine gesuiti, assieme a inquisitori, incapaci a riunir tempio, la pace scompare, emerge nuova legge, nuovo clero banca, che adora nuovo Cane. Babilonia eclissa, ottomani emarginati, nuovo esodo ebrei, dopo perdita funzione, rifugiano altrove.

65:25 marzo Maria Annunciata, torna la Rondine, ma 16 agosto san Rocco, rondine fa fagotto, in Agosto colombo arrosto; 6 dicembre san Nicola di Bari, la rondine passa i mari: Primaver risveglia, e contagia la vita, le gemme si gonfiano, il prato si colora, con Fiori e Farfalle, Pesci fan capolino, aumentano Insetti, per Rane insettivor. Lucertola si scalda, Rondini nel cielo, Passeri sui tetti, 1 Picchio tambureggia, nei campi le Allodole, fischian melodie, Storno lascia gruppi, in macchia rivive. PICCIONI e COLOMBE, amano le bacche, fino ad ubriacarsi, incapaci in alcunché, camminan stuporosi, facil catturarli; assumer tali bacche, è necessità piccioni, che se tenuti in gabbia, scelgono morire, alle isole Maurizio, sen piante psicoattive. Samorini scrive, che varie specie uccelli, amano semi papagno, canapa e bacche, entran nei magazzini, i passeri golosi, li stimola a cantare, più a lungo con ardore, e corteggi con amore: allevator di Canarini, oppure Pappagalli, aggiungono alla dieta, semi canapa loquaci, per stimolarli al canto. Pamela elenca Uccelli, 鸟 niao 24 specie, che nidifican querceti, di valle Biedano, Cincia bigia e Ghiandaia, Picchio muratore, Piccho verde e rosso, mangiano sui tronchi. Uccelli equiparati, a spiriti invocati, guidano anime di re, e di moribondi, viaggi iniziandi, nei mondi aldilà, a conoscere avi.| AVERLA uccel canoro, infilza sue prede, le sbrana facilmente, su aculei di siepe, insetti e cavallette, con rane e topolini, spia dal suo cespuglio, pieno di bottini.| TORDO dopo guardo, spezza le lumache, con guscio sopra sasso, divor tale animale, formiche Tordi morti, scheletri han puliti, aci-formico antigermi, resti han digeriti.| GHIANDAIA Garrulus glandarius, imita verso di Poiana, cioè Buteo buteo, poi semina querce, durante settembre, 1 penna azzurra di ali, rivel sementi posti. Impara canti uccelli, di Merlo e Cinciarella, Cinciallegra e pettirosso, codirosso e capinera, e passera di Italia, ascolta molte volte, apprenderai passivo, a riconoscer verso. Comunican bestiole, predatori avvento, con grida differenti, allarme o spavento, stridono le Cince, gridan uii Fringuelli, raiss fa Ghiandaia, Conigli batton piedi.| PICCHIO seduttore, martella ramo secco, fa rullo di tamburo, con rapido suo becco, segnala 1 territorio, zona nutrimento, formiche picchio raspa, sopra il mio tetto. Picchio ha fucina, di pigne frantumate, incunea in fori tronco, scaglie sfilacciate, Scoiattolo le strappa, gli avanzi fa cadere, estrae semi oleosi, è ghiotto con piacere. Picchio suo rifugio, mura con argilla, x mettersi a riparo, da + nemici grandi, in mezzo la corteccia, mette noci e grano, caccia + insetti, a spirale vola plano: su cespugli vedo, Averla capirossa, Lullula arborea, e Martin pescatore, 1 Falco peregrinus, segue un Biancone, Allocco ed Assiolo, due strigiforme.| Aprile pioggia, Quercia lava e riveste, con Sughero e Fico, la folgore apprende, acque di Maggio, il fico apre la soglia, finchè s'infoglia, fesso chi si spoglia. Lepre ad Aprile, ha finito svernare, ma se coperta sta, il tempo va cambiare, uccello fici-fici, fa suono tintinnante, quando Primavera, diviene più costante. se COLOMBA tardi, vedi tornare al nido, e vedi pure Stormi, arriva nembo infido, svolazza Pipistrello, segna tempo bello, volano Gabbiani, anche in legger vento: soffia tramontana, Gabbiani uniti a riva, i becchi controvento, un rito di natura, preservano aria calda, evitan rovesciarsi, gabbiani al vento gelo, sanno adeguarsi. se RONDINE vol bassa, la pioggia trova, se RONDINELLA sfiora, acqua con le ali, avvicina temporale, poichè i moscerini, scendono a trovare, aria e moti caldi, Rondine l'insegue, scende sfiora stagni: a san Benedetto, rondine sotto il tetto, ma quando riparte, certo arriva freddo, canto di Usignolo, modula il respiro, su note variazioni, notturno sospiro. coppia CINCE-allegre, vidi al frutteto, mangia in 1 giorno, fin ottocento bruchi, con prole da sfamare, diventano voraci, 1 Cuculo pur mangia, molti insetti vari: 1 coppia di Cinceallegre, nidia in campagna, sarà garanzia, contro afidi/carpocapsa, pernottano uccelli, su alberi arbusti, con prensili dita, tra i forti venti, batuffoli d'ovatta, nutrili con semi. Pavone e vari uccelli, a stagione amori, aprono le code, e influenzano i compagni, espongono + punte, al fine di accoppiarsi, Cince in vecchi nidi, e Gazze arbusti salti; frenesia degli ormoni, Fagiano fa parate, Lepre si esibisce, in duelli boxe rituale, ovunque nelle forre, ogni anno si alterna, ritmo nascita-morte. Le varie creature, fan simbiosi tra loro, nello schema micorriza, o preda-predatore, ogni vivente qui, è parte essenziale, di grande biosfera, per mana scambiare: ogni creatura svolge, ruolo sua natura, foglie alte più fini, servono il num, come punte di animali, peli ed aculei, disperdono e attirano, bio-elettrici impulsi: corna dei bovini, rinoceronte e cervo, creste e bargigli, galli oppure gufi, cavallo criniere coda, testa di cammello, giraffa lupo volpe, cani orecchie osservo. Vegetali ed animali, variano punte, metamorfosi e letargo, cambiano le mute, elettri crepitio, se accarezzi un gatto, fuori del giardino, bio-elettrico salto. uccelli_cinceallegra-famiglia_doc.mp4uccelli_rondine-africa.mp4audio
||une hirondelle ne fe pas le printamp, una rondine non fà primavera, se le rondini volano male, è in arrivo il temporale.

286:chi insegna ai fanciulli, impara più da loro: Le culture dei canati centro e sud America, Inca Maya e Mexica, presentano molte analogie, con la cultura cinese medievale, tutte società gerarchiche e feudali, con funzionari governativi, detti mandarini in Cina Ming, nobiltà e caste americane. Tecnologia a tutte era basata, su tecniche avanzate agricoltura, in Cina manifattura della seta, artigianato ceramico e porcellana, medicina di erbe e agopuntura, mentre nei canati americani, ecco i pulsero curandero, avanzata astronomia e calendari, scrittura e architettura. Tutte venerano gli antenati, culto centrale nei canati, di Cina e americani, con rituali e cerimonie elaborate, a onorare spiriti e antenati, con sacrifici di animali a volte umani, avanti riforma del Xristos. Entrambe continenti culture, han sviluppato sistemi di scrittura, complessi ideogrammi e geroglifi, basati su simboli e yantra disegni, e agricoltura base a riso e mais: Cina irriga i suoi terreni, e inondazione di risaie, mentre i canati americani, han sistemi di terrazzamento, su terreni montuosi, su cui coltivare patate, granturco ed eritrossilo, alberi cacao ed altre erbe. Desheto in Nahuatl, significa prosperità, in agricoltura e società, e Quetzalcoatl è due parole, quetzal uccello piumaggio lungo, verde e prezioso, e coatl è serpente, divinità di ogni Nahuatl. Quetzalcoatl antropomorfo, ha piume quetzal sulla testa, e un corpo di serpente, dio del vento e di saggezza, dell'aurora e Venere mattino. |QUETZALCOATL divino, patrono ai sacerdoti, simbolo rinascita, morte e resurrezione, spesso figurato, Serpente Piumato, dove striscia e vola, nel mondo che ha creato. Culto presso Olmechi, Mixtechi e Toltechi, Aztechi con Maya che chiaman Kukulcan, in maya yucateco, kuk è la piuma, ul è aggettivo, Can è serpente. Kukulkan a Chichén Itza, ebbe culto vivo, nel mito che narra, Dio in forma umana, gravidò sorella, per creare umani, bandito dal cielo, a Chichen Itza insegna, a 7 giovani umani, tutte arti civiltà, divennero guerrieri, sacerdoti e Re, detti tlatoani, simile a troiani. Quetzalcoatl gesta, in molte leggende, varia dettagli, e periodo civiltà, innocente puro e buono, nessun compito scansa, a tutto si adatta, spazza pur sentieri, finché Dèi mandino pioggia, sopra suo creato. Tezcatlipoca suo fratello, dio streghe e inganni, di lampo e guerrieri, e cielo notturno, con lui tiene gioco, coopera creazione, suo piede diventa, albero di vita, cuor della Natura; divenne infuriato, x Quetzal troppa bontà, verso umani progrediti, che saccheggiano Mà, così decise scherzi, fare al fratello, lo muta in furfante, in cerca di piaceri, tramite suo specchio, che genera illusioni. Quetzalcoatl si vede, in specchio fumoso, con volto e corpo umano, e vizi materiali, che affliggono umani, grida inorridito, smette essere re, mio popolo ho tradito! come Kukulcan, chiama a sè Xolotl, coyote amico cane, fedele a sua ombra, Coyotl gli fa un manto, piume verdi rosse e bianche, prese da quetzal, uccello della selva; fa maschera turchesi, copricapo e barba lunga, di piume blu e rosse, dipinse sue labbra, di rosso caolino, la fronte di giallo, e i denti serpentino. Tezcatlipoca ora, fà secondo scherzo, gli dà da bere vino, spacciato per bevanda, che porta saggezza. Quetzal signore, dei venti della pioggia, su granturco base, di civiltà tolteca, che venera sua imago, serpente piumato, re prendono suo nome. Topiltzin re tolteco, promosse le arti, vieta sacrifici umani, ma suo rival stregone, somministra droga, Re ama dea di luna, bella Tlatzoteotl, mangiatrice di sporcizia; Topiltzin torna in sè, rinuncia la corona, fugge a est su costa, su zattera si imbarca, si perse dove il mare, al cielo si unisce, venendo ricordato, come stella del mattino; quan decise morire, ordinò suoi servi, fare cassa pietra, auto-sepolto 4 giorni, infine si rialzò, e fa riempir la cassa, con tutti suoi tesori, infine sigillarla; sul mare si reca, percorre la riva, indossa manto quetzal, e maschera turchesi, come Andronico, scomparve sulle onde, a riva sacro fuoco, rimasero sue ceneri, spore sulla spiaggia, da esse sorgeranno, uccelli di quetzal, che guidano saman. Sole fece lutto, pure 4 giorni, mentre il dio era sceso, in terra morti Mictlan, con fedele cane, per vedere il padre, Mictlan-tecuhtli. Kulcan disse al padre: vengo a prender ossa, di razze precedenti, che rospo custodisce, per popolar la Terra, di esseri umani; il signore dei morti, acconsente dopo prove, 9 peripezie, a riscoprir ghostdance, Quetzal con coyote, prese ossa preziose, torna in terra vivi, spruzzò suo sangue e seme, a ossa dona vita; i morti riconoscenti, divennero Toltechi, primo popolo a cui Dio, insegna molte cose, gli fece trovar mais, custodito da formiche rosse, insegnò a coltivarlo, far tessuti e mosaici, lucidare giada, capire e legger stelle, misurare tempo e clima, e calendario di stagioni: in Maya calendario, Ciclo dei Mondi, siamo in Quinto Mondo, chiude 22 dicembre, dopo i quattro precedenti, terminati e distrutti. Serpente Piumato, porta civiltà, come Prometeo, Gesù Tago o Demetra, primo maestro che, supera il peccato, trascende la materia, bruciando maya Ego. Re alto di statura, pelle chiara lun capelli, con barba fluente, simile a Hernan khan, re Montezuma, lo accolse con onori, splendidi doni, ricca acconciatura, di piume di quetzal. KukulKan ridona tempo, che permette cosmo ciclo, il sole torna in moto; dopo morte ed espiazione, penitenza e carità, strumento redenzione, della umanità. Quetzal muta in Venere, ascende al firmamento, da cui un tempo scese, in forma umana, Cristo re dei re. Serpente Piumato, lascia gli umani, a cavarsela da soli, diviene Kallumari, per alcuni andò a est, seguito da sua gente, si ferma a Cholula, dove erige un tempio, poi sbarca a Veracruz, congeda da suo popolo, promette il ritorno, via mare da Est, a riconquistar potere, usurpato dai nemici, imbarca su Vimana, partì per Tlapollan, terra Rosso e Nero. |Bernardino de Sahagun, scrive che ad Aztechi, uomo e cosmo sono frutto, di caduta dal perfetto, scopo esistenza, è ricongiungersi al cielo, Quetzal abbandona, ma un giorno tornerà, a riordinar suo mondo, Canato in Yucatàn, su territorio Maya, culto Kukulcan, gran centri religiosi, come Chichén Itzà, Mexica a ereditar, sopravvive Quetzal. |MAZATECHI indiani, 26mila persone, nei villaggi di montagna, sparsi in sierra valli, discesi dai Chichimeca, da Tula capitale, città sacra ai Toltechi, giunti sui monti; loro lingua somiglia, dialetto chapanecan, estinto in Nicaragua. Mazatecas vuol dire, popolo dei cervi, dato dai Nahuatl, per i totem Kallamari, loro vero nome, è Shuta Enima, lavorator di montagne, persone umili costume, giunti alla Sierra, divisero terra, in due Regni basso e alto, rovesciati dai Mexica, ovvero gli Aztechi, che regnarono centanni, fino gesuita impresa. Enima poi dispersi, in minuscoli villaggi, su cime Appennini, di sierra mazateca, a causa malattie, introdotte da invasori, persero cultura, con divieti e punizioni. Popolo dei cervi, resiste a disumani, oggi passan funghi, sopra fumo di Copale, in angolo di stanza, scende Spiro-santo, nel corso di seduta, di Maria Sabina. Teonanacatl Messico, cibo degli Dei, in lingua Nahuatl, e nativi dialetti, vulcano Popocatepetl, funghetti dei pendii, a Tenango son detti, signorine che, tra Mixe di Oaxaca, i figli del tuono, giudice e governatore, tra gli Zapotechi, che aiutano a caccia, individuano luoghi, figli della sierra, cugini ad hikurì, nel rito della cura, lascian gambi a terra, coppie di cappelli, scorta della sera. |Michael Ani narra, rito Ghost Dance, nasce in Sierra Mazateca, col nascere di un fungo, chiamato Desheto, lodato dai locali, come frutto conoscenza, x Americhe salvare. Spore diffuse, tenne impronta base, ghost dance cambia forma, da foreste nuvolose, propaga ai Yanomami, in Venezuela selva, e ai Lakota a nord. Narra piante saggezza, ad essi trasferita, da spirito avo, a connetter progenia, toltechi afroindiani, a nord di Oaxaca, 6 ore auto Mexico city. Mazateca alta, e Mazateca bassa, detta Teutitlan, coperte di nubi, umido costante, fin 23 gradi, e ripidi pendii, profondi burroni, dove cresce ska pastora, tra antichi manufatti, insediamen giganti, di epoca Tartaria. |MARIA SABINA cura, sfrega braccia e piedi, petto oppure nuca, durante cerimonia, con tabacco e Salvia, a prevenire mali, usa bimbi parlanti, durante velada, a trovare risposta, fino a madrugada, appena avanti alba, effetto sopraggiunge, son spente candele, cerimonia segue al buio, raramente ai prati, curandero narra, fatti a mezzo canti: incanala proposte, vede dentro al buio, se arriva un malato, fuori di stagione, offre Foglia Pastore; se tiene in conto, richieste di paziente, scende in profondo, se accordo consente, poi racconta storie, di anime che incontra, gira gira intorno, la storia va profonda. Sabina veglia notte, con fiori e candele, incenso di Copal, nel buio fan vedere, il piccolo-che-spunta, ispira sua visione, a mezzo di sue mani, curava le persone: folletto fa ballare, e + muri crollare, Maria ci cade sopra, inizia a ricordare, con vomito e sudore, guarisce i malati, vomita x loro, se credono ai suoi fiati. Sabia x guarire, usa lingue infante, purezza del suo corpo, aumenta lor potere, Tago quando arriva, tutto il mondo trema, tutto ciò che vedo, libro caro a Thera: durante le veglie, fischio e batto mani, divento cuor di Dio, cerchio immortali, se inizio cerimonie, avanti immagini sacre, vedo oltre oscurità, mi lascio trasportare; potere dei piccini, mistico linguaggio, acceso e incanalato, dal guaritore saggio, tramite un rituale, lungo e complicato, parla il bimbo blu, pilzintecutli nato. Mura della casa, sembrano dissolte, lo spirito pilzintli, sospeso vola in alto, vedi archi spirali, base di realtà, ora sono il fungo, che sta sperimentar: profeti e guaritori, credon loro fiato, la loro bocca parla, 1 verbo insalivato, il seme del divino, trasmette di per se, Forza-vita e grazia, per popol sostener. Sabina pregava, ai ninos cantava: Io sono donna elfo, rinata dalla Luna, Io sono donna-luna, giorno che affiora, la donna rugiada, nuota sottacqua, lingua dei miti, Io sono Aconcagua: curandera ascolta, parole dei funghi, poi lei trasmette, alta voce per tutti, parola poiesi, orienta il malato, Martin spiega fasi, di rito cominciato: mangiando prima volta, bimbo si presenta, cosi mi chiamo io, poi accadono commedie, senza spaventare, si corre verso il mare, oppur ascende a cielo, o a inferno tale; si trovan malfattori, seconda volta uguale, la terza volta cambia, è piena di vigore, voci può ascoltare, danzano antenati, a mezzo della pioggia, cadono attorno, con versi su ogni foglia; quarta volta vede, Vergine e Gesù, che spiegan cose vere, unite a poema intero: ecco elfo azzurro, entra mio addome, recita 1 sentiero: son Donna-tamburo, di origine antica, succhio nei misteri, ogni malattia, a mezzo di loro, col canto che arriva. Io sposa al maestro, di tutte montagne, donna di acqua, che scorre cantando, donna-bimba sono, di nulla ho paura, piango come loro, fischio partitura: odo figlio al tuono, su rupi cantare, incisioni rupestri, coppelle a ospitare, il corpo del fungo, secca sua pelle, ne mangia Milarepa, assieme ortica verde, emette + infrasuoni, odore urina svenne; Maria Sabina disse: apprendimento lungo, divenni curandera, per scelta sovrimposta, da spiriti bambini, parlan x mia bocca, maschili e femminili, scherzano sen sosta, son spiriti felici, tenuti nel rispetto, compaiono con piogge, famiglia a cospetto, leniscon fame e freddo, parlano diretto, con sentimenti retti, mi aiutano di petto, lavoran nel mio corpo. Maria poi si lamenta, legger non sapeva, poi comprese tutto, dai bimbi di Tlalocan, ricevette Libro, oracolo consulto, durante ogni convito, sincretiche visioni, che ispiran Dune attori; Sabia de los hongo, nasce dalla Thera, stesso libro vedi, in Messico e Siberia. |Ehehotl discese, dio del vento Anemos, fiato primordiale, che vuol creare umani, battaglia col fratello, dio crono Tezcalipoca, sul modo di gestire quinta creazione storia. La madre degli dèi, invia una lor sorella, a portare grazia e pace, e i semi del desheto, competono i fratelli, ad aver amrita seme, Eolo Eothl ingoia, in sè tal spore stelle: durante la battaglia, dal cielo cade a terra, Tezcalipoca un piede, affonda in bestia inerme, così nasce radice, di albero di vita, Motombi che alimenta, la rete dei viventi. Intanto Dio del vento, x generare umani, necessita morire, viaggiar nel mondo morti, spogliato da ogni carne, da un vento di coltelli, in compagnia di Argo, và in fiore sottoterra. Argo can coyotl, fedele segue Anemos, che giunge dai sovrani, del mondo detto Ade, Eolo ben seduce, regina di quel regno, a scopo di ottenere, accesso a ossa prime, morti riconoscenti, o giganti antichi, così da fecondarle, e dar la vita a umani. Ma il Re va in gelosia, così propone prove, difficili di certo, ma Eolo accetta sfide, dodici fatiche, che originan compagni, inizia da conchiglia, soffiando via letargo, di apis con farfalle, che attivano un ronzio, sciamando per i mondi, avviano migrazioni, con chirotte e colibrì, fan fior fecondazioni; seguono altre prove, fin trappola finale, dentro un precipizio, assieme suo coyotl, sebbene disperato, gratta sul fondale, con lama di ossidiana, accende una scintilla: Nonno fuoco appare, saggio primo avo, consiglia di osservare, candela cresta luce, che inaugura Velada, e ispira far rituale; lui inizia 1 ghostdance, rilascia seme spore, schiena a schiena avverte, presenza re dei morti, commosso dal suo gesto, questo offre via di fuga, arrivano le api, che colano la cera, così può risalire, al lume di candela. Uscito dalla buca, arriva nella stanza, dove ossa dei morti, da un rospo son guardate, Eolo velocità, aiutato da coyotl, sfugge lingua rospo, e prende sacre ossa, però durante fuga, cade col bagaglio, si spezzano le ossa, che quando lui feconda, daràn diverse razze, ovvero varietà; infine vien promosso, con piume di Quetzal, sarà Serpen Piumato, nei miti a ricordar, ora può morire, a mezzo madre terra, per nascere tra i vivi, terra mediterran. Quanto accade sotto, riflette in superficie, arriva uno straniero, in spiaggia Veracruz, curato da una schiava, diventa americano, lui porta dentro sè, le spore di Quetzal, arriva ai templi Tula, poi fugge con la schiava, in terra mazateca, la vuole emancipare, così a formica rossa, lui prende un grano mais, lo pianta nel Coamìl, ottiene prim raccolto, lo porta ai sacerdoti, qual moneta scambio, affranca la sua sposa, chiamata Xochipilli, prezioso Fiore piri; e nacque civiltà, grazie a milpa mais, infine lui ritira, con moglie nella grotta, fino anziana età, fa ultima sua danza, dove rilascia seme, durante la velada, suo spirito consegna, a Serpen Piumato; sua moglie nella grotta, osserva nuovi funghi, nati dalle spore, del seme del marito, accese una candela, e Nonno fuoco parla, mangia funghi a coppie, nel fumo del copàl, lor spirito Desheto, ti porta nel portale, che tra le stelle sale, via lattea la chiamate, bocca di quetzal, a incontrare tuo marito, assieme ancor danzar. Così da quella notte, nacque la ghostdance, candela con copal, purifica desheto, per scopo ricordare, che nicchia di natura, può umani preservare; mentre Fior prezioso, avvia donne curandere, una sorellanza che, a Maria sabina tende, se in epoca di Atzechi, la civiltà degrada, minaccia albero vita, Tezcalipoca arrabbia, a mezzo fumo specchio, espande illusione, nel mito del progresso, nasconde autodistruzione: durante cataclisma, Serpen piumato torna, a salvare almeno un pò, umana sua creazione, e scopre che Dio Pioggia, amico di desheto, è ostaggio falsa scienza, lui cerca liberare, stappa il vaso venti, semi e spor Pandòra, arrivano alle forme, tramite curandere, superstiti sorelle, per attivar velade, ghostdance sopravvivenza, da epica estinzione, Desheto oh mio desheto! bevi la tua Pioggia, mostraci il sentiero, della sopravvivenza. film_dune_en.mp4quetzalcoaltl_story.mp4audio
||Maria Sabina in documentario, è una guaritrice tradizionale, e una sacerdotessa mazateca, nata 22 luglio 894, nel paese Huautla de Jiménez, stato di Oaxaca in Messico. La sua pratica sciamana, con uso di funghi teonanacatl, della zona in cui viveva, cura malati e pellegrini, connette visione col divino. Gordon Wasson anni 50, scoprì sua pratica e scrisse articoli, suscitando interesse, da studiosi e turisti, che piombarono al villaggio, stravolgendo la sua vita, in positivo e negativo. Maria Sabina protesse, sacralità dei suoi rituali, ma subì quel turismo, senza rispetto culturale, feroci critiche e persecuzioni, culturali e legali, morì 22 novembre 85, grande figura mazateca, rimase Maria Sabina, nella storia sciamanismo, e tradizione indigen popolare, stimolò dialogo interculturale, con desheto e cristianesimo, in umiltà senza pari.

210:il vino nel sasso e il melone in terren grasso: ALGHE nutron pesci, mare nutre alghe, René Quinton dice, siamo acquario marino, osmosi e sinergia, tra oligoelementi, di plasma sangue e mare, con terapia marina, nostro mare interno, come acqua di mare, ha formula minerale, identica percentuale. Ippocrate e Avicenna, con Plinio testimonia, la medicina antica, cura in acqua mare, uso interno esterno, fin Francia 500, bagni in mare cura, traumi ed infezioni. Charles Russel scrive libro, 753-78, su mare e derivati, cura ghiandole e gozzo, apre centro marino, su Dieppe spiaggia, Bonnardière 865, conia talassoterapia, con algoterapia. Talete poi Quinton, la vita vien dal mare, ambiente curativo, che Socrate riprende, guarisce tutti i mali, di anima e di corpo, Vishnu e AFRODITE, emergon da schiuma mare, variazion di sale, è termostato del clima, termoalina circolazio, corrente permanente, fra superficie e abissi, agisce sopra clima, 1 pizzico di sale, regola masse acqua: se in region polari, ghiaccio espelle sale, acqua salata cola, si accumula ai fondali, fra 1 e 3 km, in lento movimento, centimetri al secondo, tapis roulant pianeta. Acque d abissi, da vortici raffreddate, carican plancton, di sali e nutrienti, magnesio più del calcio, i giapponesi aman tanto, acqua profonda di vita, come liquido amniotico, la vendono a mercato, acqua estratta fredda, a 340m profondità. Acqua cuor del plasma, trasporta sali e nutri, a cellule del corpo, con meccanismo EZ, sali in plasma sangue, dosati come in mare: cloro sodio potassio, calcio magnesio e vari. Calcio di ostriche, Calcarea ostrearum, forma assimilabile, dei sali di calcio, in medicina cinese, Meridiano Cistifellea, passa per anca, ginocchio e cavigliera; collegato a silice, marina di ostriche, tonifica anca, suoi punti meridiano, via acido urico, a chi soffre reumatismi, fortifica ossa, aiuta linfa e cappillari, tonifica bimbi, linfati e handicappati, alghe e fanghi terme, vegetali minerali, 5 azioni cura, ma è controindicato: a chi ha ipertiroide, no bagni alghe, a infetti malati acuti, dermatiti essudate, tubercolosi polmonari, scompenso cardiaco, affezion cardio-renale. Cammina su battigia, a curare malanni, ascolta vento odore, di alghe in aria, |PLUMARIA elegans, vive coste mediterranee, bassa profondità, fino a riva pur arriva. POSIDONIA vive, praterie sui fondali, fronteggia erosione, costiera a + piani, alga con radici, colonizza i sabbiosi, fin 50 metri, 1 metro foglie nastriformi, letto foglie morte, strappano le onde, posate su spiagge, come palle a sfera, fior frutti rari, produce da stoloni, radici lunghi rami, ospita batter simbionti, cibo a polpi e seppie, gamberi e pesci, ossigena acque mari, attenua moto ondoso, pesca fitta e ancoraggi, recano dannoso. Cladophora vagabonda, alga a filamenti, in zone a -sale, colora mar di giallo, Dunaliella salina, ama più salinità, rosa e malva estivo, conferisce colore. Alga buon cibo, con verdure e cereali, aiuta compostaggi, in polvere o strati, parlo di alga |KELP, alga fuco irlandese, base delle dieta, longeva giapponese: riduce la fatica, dolor affanno petto, cosi pur alpinisti, gli portano rispetto, chiamata erba di cielo, in terre tibetane, aiuta sopportare, le lunghe camminate. Gelidium armansili, detta alga KANTEN, da essa estrai AGAR, 1 addensante che, anti infiammatorio, protegge intestino, presa a dosi alte, fa purga lassativo. Grandi alghe marine, tutte commestibi, aiutano difese, ecco le + usate: Laminaria e Chondrus, Porphyra Sargassum, Ulva Ficus Nori, Lattuga rossa |IZIKI, fili d'erba neri, nei mari caldi, forma cespugli, piccoli alberelli, colti con battelli, a mezzo di coltelli, fissi alle canne, scaricate su spiaggia, al sole a seccare. |KOMBU laminaria, japonica alga grande, raccolta dagli Ainu, medicina macrobioti, ringiovanisce e cura, sclerosi e artriti, squilibri ghiandolari, tensioni sospiri. WAKAME alaria esculenta, simile Iziki, colta a stesso modo, aiuta pelle fegato, NORI porphira tenera, erba fluttuante, coltiva su tavole, di baie acque calme: dopo la raccolta, lavate e tritate, stese sul bambù, al sole seccate, in fogli compresse, ricche aminoacidi, usate dai bimbi, in zuppe sgrananti. Lattuga mare rossa, PORPHIRA lacinata, pur umbilicalis, cresce pur Tirreno, fronda foglia piatta, color rosso-brune, consuma in insalata, zuppa o com legume. Lattuga verde mare, detta ULVA lactuca, tallo annuale forma, fronde verde chiaro, scurisce con età, alte 10-60 centimetri, con bordi arrotondati, ovali e lanceolati, spezzati strappati, bucati o pieghettati: alga di risacca, colonizza rocce melme, + vitamine zuppe, legumi e insalata, colta qual foraggio, in tutta Scandinavia. |CINTURA di Nettuno, Geomone rosso tallo, Laminaria saccharina, mare di Lapponia, tallo brun-verdastro, fin 4 metri lungo, 1 lamina nuova, ogni inverno riproduco: colta a settembre, bassa marea rastrello, a estrarne alginati, potassa soda e iodio, o concimar terreni, consuma dopo lavaggi, seccata e compressa, a strisce x assaggi; bollita in acqua latte, the oppure salse, crude in insalate, o bevande riso funghi, alga condimento, conserva tempi lunghi, pestate al mortaio, serbate in aceto, acqua sal finocchi, come cetriolo, in olio oliva zuppe; acqua cottura usa, lava naso e gargarismi, cura bruciatura, mescia con argilla, impiastri reumati, aggiunte in unguenti, creme spugne alghe, a frizionare corpo, Selenio in elemento, equilibra tiroide, iodio elemento. |CLOROFILLA verde, essenza di piante, sotto luce sole, dà zucchero e carbonio, Metabolismo somma, 2 tipi di reazione, catabolica degrada, anabolica compone. Fotosinte clorofilla, prende luce astrale, la serba in glucosio, mangiato da creature, respiro cellulare, simmetrica reazione, brucia il glucosio, a ricavarne il sole: glucosio cede elettro, si ossida cioè, ossidando rifiuti, rifiuti acquistan fame, alghe trattano acqua, ossidando fogne, Clorella in cambio reca, ossigeno +forte. Clorofilla pigmento, formata da 3 parti, alfa beta e nero-azzurro, emato-proteica, tonica muscolare, deodora e cicatrizza, solve + anemie, ipotensiva antiastenia; enzima Clorofilla, tiene color verde, interno a cloroplasti, di celle vegetali, come i mitocondri, origina simbiosi, tra fotosin batteri, e celle di eucarioti, se in aria viziata, senza delle piante, si spengon candele, soffoca animale, la pianta invece reca, ossigen da luce, purga aria in 6 giorni, e IDROGENO produce. Alga in mare ricicla, sali minerali, Zolfo aiuta e depura, ossa tendini e denti, Rame aiuta sangue, e Ferro lo rinnova, metalli e metalloidi, oligoelementi vari, Iodio aiuta tiroide, e presiede a scambi. Astieni dalle alghe, di mari inquinati, da scarichi vari, micosi e febbri tifoidi, se usi tal alghe, Mercurio versato a mare, via crostacei e pesci, all'uomo va tornare. |SPIRULINA alga fili, arrotolati a spirale, microalghe azzurre, molto simili a batteri, adatte in acque dolci, e bicarbonato sodio, maxima e platensis, e la fusiforme globo. Microrganismi cibi, Alghe nutrienti, schiacciate essiccate, a origine dei tempi, amerindi del Texcoco, preparano focacce, con alga spirulina, raccolta con bisacce. India Mexico e Ciad, Ceylon Congo Etiopia, coltivata in Togo, Francia Spagna e Peru, Tailandia Stati Uniti, dove cresce Klamath, alga d'acqua dolce, lago Oregon spontanea. Spirulina cresce laghi, salati e alcalini, edule nutriente, uccide patogeni microbi, Aztechi buongustai, la chiama Tecuitlatl, proteine assimilate, con 20 aminoacidi, raccolte acque salate, di lago Texcoco, o indigeni Kanembus, a nord di lago Ciad, filtrano a maglie, pongono su sabbia, formano essiccate, focacce verde manna. Bottiglie trasparenti, cresce spiruline, nutrite a cibo strato, sali e bicarbonato, alga riproduce, in perpetuo integra diete, accompagna cibo base, detta pane verde. Coltura impianti, basa su binomio, digestor + alghe, 7gr sale marino, ogni litro acqua, ferro-fosfor cibo. Spirulina essiccata, mescolata a zuppe, condisce piatto base, x proteo carenze, con sali e vitamine, anemie previene pure, cura dissenterie, nei climi di palude. Israele la usa, nutrir galline e oche, x uova e carne oro, ha gusto neutro, toller clorur sodio, riduce allergie, depur acque reflue, e nervosismo cronico. Spirulina pane verde, razione giornaliera, 1 gram kilo corpo, coltiva in medicina, concim mangimi vari. In laghi artificiali, sorgenti CO2, aci carbonico cibo, gas industrie scarti, moltiplica alghe, in climi aridi rende, Clorella e Spirulina, per uomini e bestie. Alga della vita, pioniere senza eguali, nutre in minerali, che trova entro laghi, sopravvive in tutti, ambienti di Piacca, zuppa dei soldati, che battono la fiacca, aiuta corpi e suoli, infusa come un thè, rafforza cheratina, metalli radio espel. |IODIO essenziale, 150 mcg al giorno, immagazzinati in tiroide, a produrre suoi ormoni, in gravidanza e allattamento, aumenta presa giornaliera, e assicurare al bambino, carenze della crescita: una donna incinta ne ha bisogno, 250 mcg iodio al giorno, per buon sviluppo fetale, tiroide feto è dipendente, da ormoni della madre, che chiede un plus di iodio, a dare tiroxina, e triodotironina, dette T4 e T3. Iodio trovi nelle alghe, nei pesci di mare, crostacei e molluschi, cozze vongole e gamberi, una-due volte a settimana, anche uova tuorlo, ne ha 35 microgrammi, anche pasta ha un poco iodio, di meno il frumento: cuoci in acqua salata, con sale grosso iodato, pasta integrale con ortaggi, con vitamine e minerali. Iodio presente nel latte, Kefir yogurt naturale, offre 80 microgrammi, di iodio per vasetto. flora_spirulina-thai.mp4alga_klamath_minerali.mp4audio
||KLAMATH Afanizomenon flos-aquae, microalga verde-blu, ha clorofilla e ficocianina, cresce in lago Upper Klamath, in Oregon possiede, vitamine A B C E K, calcio ferro magnesio, aminoacidi essenziali. Antiossidante antidepressiva, in sinergia rigenerante, con vino resveratrolo, taurina e tè verde, coenzima Q10, fibra solubile acacia, D3 colecalciferolo; mantiene stato di salute, in forte stress immunitario, influenza e raffreddori, riduce cronica stanchezza, recupera da sfinimento, ictus o infarto, intervento o ulcera gambe, piaghe decubito e fibrosi. Quattro capsule al giorno, duranti i pasti e zuppe calde, stimola immunitario, energia nel mitocondrio, così agisce sul morale, grazie a feniletilamina, precursore serotonina, e dopamina di piacere.


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