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voce: impero


ainunenetnomadi e renne da Yamal ad Hokkaido (334) le voci del cuore non fanno rumore  | foto hmongcina | audio | popoli_saman-quest.mp4 | popoli_saman_nenci_eng.mp4 | film_muschio-bianco_nenet.mp4 |musica 210817ngonde_indios.m4a
alanirussiTago a Marta e Bacugno con Nevio e Mida (343) notte d'inverno, cielo stellato, giorno seguente rannuvolato  | foto umanstoria | audio | storia_andronico-e-amazzoni.mp4 | storia_petrarca_crea_rinascimento.mp4 | film_spazio1998_odissea.mp4 |musica canto_madonna_lourdes_bernadette.m4a
confucioSeneca Dostoiesky, Sivoham chidananda (314) vita quieta, mente lieta, moderata dieta  | foto filosofi | audio | filosofi_sadhu_spontaneo.mp4 | storia_cina_disgregazione-impero.mp4 | film_confuncio2010.mp4 |musica musica_candela_focus.mp4
dantedisegnoDante disegno in commedia liturgia (352) la memoria si perde e la scrittura resta alchemico | foto filosofi | audio | film_shaolin16.mp4 | film_shaolin17.mp4 | film_shaolin18.mp4 |musica santodaime_cruzeiro-irineu31-60.mp4
danteinfernoinferi e cieli, Dante scala oggi e ieri (356) se preghiera cura, vecchio piton non fà paura alchemico | foto umanstoria | audio | filosofi_dante-purga-ultimaprova.mp4 | musical_promessi-sposi.mp4 | storia_isaccoangelo-lucifero.mp4 |musica santodaime_cruzeiro-irineu117-128.mp4
dantevitanovaDante scruta cielo e rinasce con Beatrice (353) chi più intende più perdona, perdonando si acquista trionfo alchemico | foto filosofi | audio | brian_austin_lambert01.mp4 | brian_austin_lambert03.mp4 | brian_austin_lambert18.mp4 |musica canto_sardi-nostalgia-giganti.mp3
etiopiaRastafari africani cantan tempi Salomone (338) le persone prudenti misurano i commenti, al più potente cede il più prudente  | foto umanstoria | audio | storia_invasione_di_etiopia.mp4 | storia_guerra_di_etiopia.mp4 | film_bibla_salomone_reginasaba1952.mp4 |musica 8-epifaniaSacer.mp3
farfalleBaco Seta farfalle su Enotera Caprifoglio (76) 1 novembre tutti i santi, inverno è già sui rami, prima e dopo i morti la burrasca è alle porte  | foto insetti | audio | fauna_bacoseta_bombice-gelso.mp4 | fauna_farfalla_vanessa_muta.mp4 | bacoseta_spagna.mp4 |musica 60_OsEspiritos_estanChegando.mp3
guerracivileimpero scuoiante narrato da Dante (351) a mangiare e spettegolare tutto sta nel cominciare, tra i cannoni non vale la ragione, ma la fine dell'ira è principio del pentimento alchemico | foto umanstoria | audio | storia_cronologia-fomenko_magyar.mp4 | doc_gesuiti_zizzania_in_grano.mp4 | film_bibla_geremia-profeta.mp4 |musica 34_cento_livre.mp3
laozuLaozi e gli esagrammi della mutazione (313) la miglior medicina è la vita ordinata, non metter bocca dove non ti tocca, con l'errore degli altri si conosce il proprio, con pazienza si acquista la scienza  | foto filosofi | audio | qigong_agopunti_chiave_cinese.mp4 | qigong_xing-shen-zhuang_cinese.mp4 | film_laozi-in_hangu-pass.mp4 |musica yo-bxa-tomodaime.mp3
sanpedroSeba a Iquitos ode achuma quechua (50) una buona coscienza è un buon guanciale quechuamami | foto wiramerica | audio | flora_huachuma_howard.mp4 | flora_wachuma-cusco.mp4 | doc_peyote_road.mp4 |musica 990_album_peyo_songs.mp4

(): 11 quid censiti


334:le voci del cuore non fanno rumore: Popoli nomadi Tartaria, son detti minoranze, come Ainu del Giappone, Tasmaniani e Moriori, Fuegini ed Eschimesi, Nenet della Siberia, han ricca spiritualità, socializzata in gruppi, trascritta nei corpi, che viaggiano in trance, i nativi di Sri Lanka, Wanniya della selva, detti bimbi di natura, che han scelto ritirarsi, nel fondo di foreste, per viver concentrare, patrimonio spirituale. Famiglie clan lignaggi, minimizzano esteriore, ad aver tempo riti, come dervisci danze, tollerate in Gran Tartaria, per spiriti invitare, a insegnare a umani vivi, dopo i cataclismi, che distrussero Città, emergono i miti, che liberan dal tempo, conciliano eros-thanatos, e offrono riunione. |AINU sta per uomo, vive in Isole Kurili, nel sud di Sakhalin, e nel nord Giappone, su isola Hokkaido, preserva religione, economia di caccia, pescator raccoglitore. Ainu di Kurili, maggiore isolamento, continuan ossa uso, e argilla vasellame, laddove cugini, di Hokkaido e Sakhalin, usano metallo, da commercio coi vicini. Ainu nord Kurili, ebber buon contatti, con Aleuti e Kamchadali, poi terminati, caccia alle balene, subiron dai coloni, malattie concorrenza, declin popolazioni. Ainu accampamenti, come Inuit e Fuegini, estate lungo coste, inverno in entroterra, piccoli villaggi, fino cinque famiglie, caccian orso e daino, cervo renne e pinne: con veleno di aconito, pure di stingray, x Trote e Salmone, cibo base tradizione, loro fonte conoscenza, nei versi cantati, in prosa narrati, in terza persona dati: epiche lunghe, con diecimla versi, narrano eroi, che lottano demoni, a salvare loro clan, Ainu da invasori, e villaggi rifondare. Anziani di villaggio, prendon decisioni, famiglia è unità, donne pur sciamane, vita è religione, come ogni economia, volpi gufi e foche, ognuno sua importanza, riportan loro vita, come uccelli aria. Ainu gruppi adattati, a ecosistem locali, fiume Amur e Kurili, Sakhalìn e Hokkaido, fiume Heilong-jiang cinese, scambi con Oroqen, influenza Manciù, raggiunse nord Sakhalin, a seguito dei tartari, che lasciano Yuan, colonizzano isola, e forzano Ainu, a pagare tributi, per mantenere pace: sistema dei tributi, assieme a commerci, coi popoli di costa, li fuse ai giapponesi, così arte acciaio, raggiunse mancesi, mentre arriva a Osaka, con broccati cinesi; indeboliti i mancesi, Sakhalin fuoriesce, dal sistema dei tributi, ecco altre spese, russi e giapponesi, contesero controllo, sfruttarono risorse, e Ainu muta corso: ebber pezzi terra, per farli agricoltori, spostati e sistemati, su terre + adatte, oggi minoranza, sopravvivon 18 mila, identità culturale, spesso minacciata, da Yamato clan, che crea identità, di Giappone imperial. |NENEZI a nord Urali, in penisola Yamal, terra pien di russo gas, che spinge a fare scelta, tra nomade e stanziale. Nenezi son due gruppi, secondo economia, Nenezi della Tundra, che allevano le renne, mentre i Chandejar, o Nenezi di foresta, vivon di caccia e pesca; un terzo gruppo misto, emerge a risultato, dei matrimoni misti, tra essi ed etnia Komi. Assoggettati dai russi, nel tempo dell'impero, alcuni gruppi migrarono, nel lontano siberiano, lontano dal contatto, con tale civiltà, alla Penisola di Kanin, fra fiumi Enisej ed Ob, in piccole comunità, di coltivatori caccia e pesca, e allevamento renne, da cui ricavano tutto, pelliccia tende e cibo, e trazione per le slitte, con il cane samoiedo, che vuol dire autosufficiente, cane pastore capace. A metà del 900, avvistati dai moderni, persero isolamento, e ricevettero alcool, il cui uso smodato, causò degrado a stile vita, indebitati coi mercanti, resero indigen schiavi. Dopo rivoluzione russa, governo sovietico li forza, a stanziarsi e assimilarsi, senza proprietà di renne, poi scolastica istruzione, porta i giovani lontano, fino alla maturità, popolazione samoieda, subì erosione identità. Giunge industria in loro zona, alcuni emigrano lontano, molti cambiano attività, operai in petrolchimiche, 41% popolazione, professioni in vari campi, ma chi non regge sradicamento, alto tasso di suicidi, vita ridotta a 45 anni. Nenzi vivono nei Cum, con religione di sciamani, mista a ortodossia cristiana, Num è loro Dio supremo, che dimora entro natura, e nei fenomeni del clima, privo di forma nella tundra, è adorato due volte anno, in feste primavera autunno, con dono grandi renne bianche. Tra i Nenezi convertiti, Dio dei padri è San Nicola, da lor chiamato Mikkulai, oggetto di venerazione, a governare il mondo morti, è Nga figlio di Num, cioè la vecchia della terra, con gli spiriti elementi, che pervadono i viventi; venerati sono quelli, con funzione preda o predatore, nella vita quotidiana, specie spirito del pesce, a causa del suo peso, nella dieta giornaliera, mentre i Nenzi della Tundra, adoran spirito di orso, cui testa è un loro totem, e il lupo predator di renne. Lo sciamano è Tadibja, fà statuette animalmorfe, che catturano lo spirito, di ciò che vien raffigurato, propiziando caccia e pesca. Anche spiriti focolare, in statuette antropomorfe, in legno oppure pietra, han precisa posizione, in tende e case samoiede, trasmettere poi da padre in figlio, a proteggere il trapasso, anima-respiro dopo morte, scompare al nulla o sale al cielo. popoli_saman-quest.mp4popoli_saman_nenci_eng.mp4audio

343:notte d'inverno, cielo stellato, giorno seguente rannuvolato: Alani 阿蘭聊 Alan-liao, clan nomade irani, bellicosi sarmati, situati su Palude, fin delta Danubio, amazzoni e scizi, gigan corpo canuto. Citano cinesi, vasta steppe Yen-ts'ai, detta Alan-liao, dove abbondan pini, aconito e rapa, muchamor bisaccia, e villaggi Hmong, originan Cosacchia. 200 mil arcieri, cavalcano a regione, importano cammelli, mercanzie mongole, ogni clan stanzia, nomina sua terra, Gallia e Pannonia, Etruria e Venetia, Spagna e Lusitania, Numidia e Zungaria, fino isole esterne, come la Britannia. Impero bizantino, li vuole mercenari, re di Svezia porta, titol Re di Alani, Alania cristiana, 1 regno della orda, battaglia a Kulikovo, con bulgari Volga, conquistano mondo, a ondate in Italia, guelfi e ghibellini, saccheggiano Apulia, fondan Tavenna, Napoli e Ruma, Firenze ed Etruria. Haldia kolyadovtsi, significa cristiani, astronomi Caldei, sapienti alan di Egitto, casta sacerdoti, Haldia loro regno, kemi alessandrini, casta di bramini, Alani in più domini.| Maria dei mongoli, madre di re slavi, matraguna Romania, Alania theotokis, madre al re-cristo, in occasion di riti, indossa pelli cervi, nei cortei guidati, di maschere uccelli, su aste sormontati. Cavallo baldacchino, araldo sovrano, dietro passan carri, di real defunti, con ventre ripuliti, di aromi ricuciti, rituali seppelliti, con servi e concubine, dentro fossa pietra, kurgan tombe prime. Cadaveri comuni, portati dai parenti, ogni amico offriva, banchetto in cimiteri, rito cibo dura, quaranta giorni lutto, fino sepoltura, espiano ungendo tutto. Vimini e giunchi, corteccia betulla, affreschi nelle tombe, della rus etruria, camere ulteriori, corpi di servitù, tumuli 20 metri, in grotte muro pur. Corpi imbalsamati, nudi ingioiellati, cinture bracciali, amuleti scorte pasti, genti etrusche ovunque, turani tibetani, ondate successive, guidate da atamani.| Ashina clan reale, gokturks goti-turchi, Mustafa Kemal cita, con simboli Asena, lupa emblema teatro, mito romolo remo, di Tartaria stato. Un paese cinoturco, distrutto dai soldati, sopravvivono bimbi, li trova Asena lupa, tra i ragazzi-lupo, Ashin è capa clan, da lor discendon slavi, genti turanian. Rasna di Tarquinia, discendono da lupa, simbolo che passa, a Roma papale, lupo animale, folklore popolare, di nativi americani, turchi mongoli alani, cacciator di steppe, figli ai lupi slavi. Lupi di Alaska, fratelli dei Pawnee, Ainu del Giappone, discendon loro unione, lupo nell'India, protegge e distrugge, lupi poliziotti, dragon d'imperatore. Amazzoni a corte, di re moscoviti, fino al 700, han volto caolino, Giovanni Danimarca, sposa figlia khan, Xenia Borisovna, che a cavallo va. Amazzonia sarmazia, tra Azov e Volga, indossa copricapo, bianco a seta gialla, bottoni d'oro e nappe, cadon sulle spalle, tutte vanno a coppie, ciascun cavallo bianco, lunghe vesti seta, e stivali gialli, 24 donne, fan cerimoniale, usanze di Moscovia, da principe Mosokh, principe Ross, principe Sarmat, cosacche donne ordiane, in lotta contro Greci, guerriere donne alane, scizie ed iraniane. Mauro Orbini scrive, che canti di Natale, serbano memoria, di pope bizantino, da Odoacre spaventato, re dei Perugi, sue donne in notti luna, veston pelle lupo, si ungono di piante, maschere animali, ipnosi li trasforma, in lupi mannari. culto Dea Turanna, brilla Aradia luna, amazzoni dianae, errano alla selva, corron chiara luce, ululano accoppi, nelle grotte nude, salgono sui rami, cercano visione, sotto ombrelli aperti, respingon radiazione, raggio luna che, reca possessione.| TAGO Aruspice signore, veste umil pastore, berretto appuntito, e ricurvo bastone, osserva gli uccelli, e meteore cadenti, dal volo e da lampi, scruta gli eventi. In tempi di guerra, offre gli auspici, ai capi guerrieri, con polli ed offici, se viscere indaga, di corte animale, interpreta enuncia, l'azione da fare. Aruspice indaga, nei fulmini e tuono, se serve li attira, evocandone il tono, indaga la fonte, il colore e il fragore, lor tipo e durata, e se emana acre odore: lampo ha sfiorato incendiato a distanza, che cosa è colpito, in qual circostanza, se fulmini son secchi, umidi o chiari, se son segni di fato, o eventi pur vani. Aruspici detti, custodi sorgenti, raccolgon parole, oracoli viventi, masticano foglie, di Edera ed Alloro, sistemano in versi, i canti del coro: con passo viandante, flauti e mantelle, e 1 liuto bastone, assieme campanelle, apron la nebbia, chiariscon tormenta, cosi da invitare, lo spirito a Terra. Girovaghi artisti, di terre e mari, templi han fondato, con semplici mani, da India alla Cina, Africa e oltre, raggiungono Italia, seguendo le orme: questi son Templi, dei primi tempi, Boschi e sorgenti, anfratti clementi, chiamano l'acqua, e il fuoco danzando, col canto di Tago, che librano in alto, se fabbricano ponti, collegano i mondi, viaggiano in tondo, tra lingue del mondo, da soli son sabbia, in gruppi son malta, parlan ferventi, aborigeni a danza, ritiran con garbo, se vanno in letargo, custodi del sogno, di umano passaggio.| Aruspice Nevio, sfugge nebbie-tempeste, usa pietre quarzo, assieme a coralli, sa che ogni lampo, ha cuore di pietra, la trova sul posto, cui cadde la sera: Tinia scaglia, 11 manubie diurne, Saturno summano, lancia le notturne, se utile o dannoso, lampo perentorio, dimostrativo di ira, lampo ostentatorio, lampo devasta, poi cambia e trasforma, lampo presagum, dissuade o ti informa. Nevio era un bimbo, e pascolava scrofe, un di si addormenta, al campo del padre, poi sveglia e piange, ha perso i maiali, entra al sacello, consulta i suoi avi: chiede trovar scrofe, promette Uva bona, esaudito desiderio, cerca in vigna sua, dunque suddivide, la vigna due a due, dal volo di uccelli, trae auspici sue; traccia suo templum, volge viso a sud, dai punti cardinali, solchi mette giù, posto nel centro, ora osserva il cielo, dai voli di uccelli, segue un sentiero. Nevio procede, fa rito exploremus, interpretazione, è interpretemus, se fa purificazio, lui esegue exoremus, infine controlla, sogno oraleus. | Nasce Tarquinia, presso fiume Marta, toscani creano mito, Dardano greco-lidio, Dioniso poi Bacco, danza il ditirambo, Firenze grande Mir, volgare lingua muta, quan corte Bisanzio, fugge sul Tirreno, riscrive novo imperio, tratta coi toscani, lingua corso-franca, chiamalo latino, italiano segue usanza. Pope militari, appoggian nuova classe, fanno propaganda, edificano Vaticano, su immagine antica, tesor di Costantino, nasce Roma antica. Oroscopi papali, datano gli eventi, sui palazzi Borgia, e dipinti conventi, oppure nei canti, carnascialeschi, rime di nostalgia, sfoghi irriverenti: ogni Rasna paese, risuona sottofondo, armonie musicali, diffuse nel mondo, soffi nel flauto, echeggiano in-canto, di giorno di notte, senza rimpianto; poi satira arriva, fà satur-azione, miscela esplosiva, cioè improvvisazione, di attori istrioni. Contadini avvinazzati, riscattan se stessi, giorni di festa, fescenni Fallisci, scurrile colore, recitano a feste, o in gare onore. Raseno dà stile, con ottave rime, adagia poesie, su popolar melodie, sua metrica struttura, suona così, otto endecasillabi, BA BA BA Ci Ci, 3 distici fà, con rima alternata, ultima conclude, la rende baciata; son frasi ritmate, vocali musicali, scandite cantate, ugual salmodiali, saper salmodiare, 1 ritmico andare, terapia musicale, costanza del fare. Ritmare si accorda, ai balli di gruppo, lenire fatiche, resistere a lungo, nenie e salmodie, richiamano pioggia, proteggono umani, bimbi e bestiame, da varie mal-arie, e morsi di fame. Rasna medicina, è assai preventiva, usa terme e spezie, fogne e acquedotti igiene dentista, musica e danza, radici minestra, polenta e focaccia, di Farro farina, medicina di pancia. Carne saltuaria, per pochi sicura, Sol vin e olio, ricchezza di Etruria, contro mal-aria, zanzare paludi, esternano sfogo, ai faunus ludi, ballo di gruppo, invoca guarigione, malati in delirio, scende febbrone. Mundus di Ruma, al centro del foro, famiglie di clan, gli portan decoro, Fan ritmi di qua, e ritmi di là, il loro aldilà, è nostro aldiqua, culto familia, di grande antenato, sopra la tomba, banchetto e mercato, 2 volte anno, aprivano il mundus, a festeggiar, coi vivi il fecundus, è corrispondenza, tra mondi vicini, potere dei sogni, e dei vaticini. Guardiano blu, presidia accesso, di porto aldilà, del mondo stesso, Divino Charunt, poi detto Caronte, scorta ciascuno, oltre quel fronte, custode di Tago, e verso sibillino, quan tornerà, a tempo stabilito. Dopo fuga da Bisanzio, con aquila e lupa, nasce pontificia, Roma franca copia, Lupa di Alania, mito ancor diffonde, crea nuova nazione, storia si confonde: i rasna yudei slavi, sedotti da migranti, uniti ed enzimati, da nuove lingue usanze, latini e romani, bulgari e ottomani, mistero di Et-ruschi, papato và creare.| FUOCO arancio centro, cuore dei villaggi, attorno a se raccoglie, stolti con saggi, trasporta i piccini, alla fiaba popolar, in veglia con adulti, attorno a focolar, presso Monte Amiata, antico rito attende, la Selva illuminata, da giovani fiammelle: solstizio d'Estate, baldi giovanetti, fasce canne in spalle, seguono vie cave, dentro grotte tufo, fan luce col fuoco, x interior visione, inizi adulto ruolo. Percorrono viaggio, da tenebre a luce, scoprendo misteri, e affrontando paure, vicino mezzanotte, canne sono accese, rullano tamburi, scandiscono imprese, saltano coi piedi, 2 brevi e 1 lungo, arrivan fondovalle, spogliano di tutto, fanno 1 catasta, per fare gran falò, Raseno riparte, e narra etrusca stor: la notte di Diana, Tago fuori solco, danza del sudore, Luna a ferragosto, cerchi di Funghi, Diana attira danze, a mezzo di Puffi, Funghetti di fate. Tago figlio a Thera, nato nel terreno, in campo seminato, da bulgar orzo nero, festa annuale solco, Volterra e Bacugno, propizia in Toscana, Pan-Fauno in pugno. Tago pan afflato, spirito incantato, sceso nei raccolti, in corpo celebrato, dona magnetismo, e vita ha riportato. Tage da i segreti, ai musici poeti, Aplu divinatore, Dioniso iniziatore, Vener Afrodite, infonde folle amore: da bocca del folle, esce sapienza, parla x enigmi, esprime un evidenza, Dioniso freme, in assurdo linguaggio, offre sue gemme, a fare ghirlanda: Tag nuovo anno, in festa di locanda, Tin dio del Sole, Tanit dea di Luna, lettura circolare, o tartara scrittura. Tin nuovo giorno, 12 coppie orarie, per viver festeggiare, ciclo della luna, ciclo di stagioni, natura umana doppia, fiumi inondazioni, misteri senza nomi. storia_andronico-e-amazzoni.mp4storia_petrarca_crea_rinascimento.mp4audio

314:vita quieta, mente lieta, moderata dieta: CONFUCIO 孔夫子Kong fuz, pedagogo cinese, promuove insegnamento, etico e integrale, impatta su cultura, storia e stile vita, da Cina alla Corea, Giappone ed Indocina: lui elabora consigli, condurre esistenza, seguen natura umana, e armonia di vita, insegna ai letterati, e storiografi cinesi, suoi Dialoghi lunyu, aforismi frammenti; fra macro-micro cosmo, uomo là si pone, identica essenza, tra Cielo-Terra muove, ricerca armonia, di suo vitale spazio, lo aiutan sovrumani, spiri comunicazio. Acqua e fuoco sono, var manifestazio, simboli del Drago, e Fenice loro spazio, Uomo fluisce in vita, esce nella morte, vita 1 astrazione, come il mondo sorte: figur di Mutazione, studiano gli avi, ritrovo I-Jiing, archè a noi vicini, apprendere vita, chiede rilassarsi, in oracolo 64, simboli esagrammi, combinano tra loro, in 8 trigrammi; studi successivi, arrivano in Europa, mercanti e gesuiti, impiantano missioni, traducono primi, nuovi annali storia, da veri mandarini, fabbrican la storia.| SENECA insegna, resister difficoltà, maestro imperiale, insegna investigar, domanda cui prodest? 4 le risposte, io tu noi e loro, o tutte 4 assieme. Seneca stoico, vede natur gestita, da leggi provvidenza, Logos primordiale, così dopo morte, anima sopravvive, nel mito di Er, tutto rivive. Lisa ci racconta, 1 bimbo di 3 anni, trauma abbandonato, 3 mesi sperimenta, 1 relazion amore, uman condivisione, come i samurai, in orda di adozione: esperienza lascia, dento lui impronta, tutta la sua vita, ideale serba pronta, usata a comparar, qualcosa buon intorno, amorevole modello, a motivator ritorno; se bimbo criticato, impara a condannare, messo in clima ostile, impara ad aggredire, se vive in ironia, timido si apprende, in clima di vergogna, spesso si arrende; 1 bimbo tollerato, impara ser paziente, spesso incoraggiato, fiducia protende, in clima di lealtà, impara la giustizia, approvato si accetta, impara 1 amicizia: i bambini sono presi, muoversi saltare, cantare gridare, rider muscoli delirare, ebbri della vita, li inonda a ogni parte, senza pregiudizi, didattica + grande.| STEINER pedagogia, sviluppa tre talenti, con aiuto discipline, musica e teatro, Scuola consiste, immaginar situazioni, aiutare persone, in talenti emersione: imparare è scoprire, quel che già so, niente è problema, senza essermi dono, evita ingozzare, piuttosto tira fuori, num da tuo gebesi, aprirsi come fiori; se educo ego, io estingue divisione, che mente proietta, prima e dopo azione, se nube non sa, perchè lei si muove, il Cielo elevato, sa tutto e non muore. Terabuti zen, samadhi di ogni giorno, mente chiar presente, nulla far attorno, resto nei silenzi, nessun concetto sorge, vedo la corrente, e tutto dentro scorre: non sono vesti e pelli, nè i nodi karmi, Sivoham Io Sono, sono un terabanzi, ne guru ne discenti, amici o parenti, noi siamo Chidananda, libere correnti: cosi sentiamo qi, dirigerlo nel corpo, imparo aver coscienza, di mente riposo, aree del mio corpo, che chiedono cura, distendo a pensiero, num fa li puntura; qi soffio di gas, non vedo ma lo sento, entra nel mio corpo, forma mio intento, in Cina qi possiede, molteplici varianti, trasformano frequenza, in cicli mutanti: 1 pensiero formulato, alleno custodisco, respiro va gentile, in addome fluisco, fluidifica sangue, assieme calda cute, sequenza di figure, traccia scene mute: poiesi creazione, di mondo personale, sà scaldare cuore, frutto del poetare, artista è creatore, di oggetto finale, vasaio o sciamano, natura a lavorare. filosofi_sadhu_spontaneo.mp4storia_cina_disgregazione-impero.mp4audio
||Zhuang-zi dice che, pace interiore ottieni, sedendo in dimenticanza, tutti esseri son uno, poi Mengzi filosofo, erede di Confucio, descrive Ming 命 fato destino, eventi fuori controllo umano, Mandato della vita, Fatum vien da fari, dire è stato detto, parole oracolo profezia, comando imposto con parola, un mandato del TianMing, concetto base in politia. Cielo causa poter sovrano, suo fine ultimo e scopo, khan conforma a tal mandato, compreso e accettato, fuori controllo umano, e fuori causa-effetto, fuor giudizio morale, di uomo sociale. Uomo che segue il Ciel mandato, conosce e coltiva sua natura, così padroneggia suo destino, Colui che adempie suo cuore/animo, conosce sua natura xing, conosce il Cielo e lo serve, allor diviene indifferente, morire da giovane o vecchio, tal disciplina consente, attender morte serenamente, poichè nulla è fuori destino, tutto vive in ming. Chi muore a termine sua vita, segue linea dritta del destino; ma morire carcerato, per un crimine commesso, è fuori linea dritta, Chi conosce propria natura, conosce anche il destino, distingue cosa può e non può, comprende cosa è ming o meno.

352:la memoria si perde e la scrittura resta: Commedia liturgia, da cantare in una notte, nella ngozè agrobuta, ecco il cerchio della vita, riflesso in chiave stellata, cieli nascosti del drago, son sigilli da passare, per vivere in salita, col daimon di Platone, tra dioscuri e centauri, il Grifone ultima prova, che irradia profezia, per Aquila trovare, nel Mezzogiorno pieno, in opera geometria, Grifone è Cacciaguida, che Aquila annuncia, nei quattro sigilli, croce greca iniziatica, la via del nutrimento, diritta e in libertà, conduce a elevazione, sui sigilli Polari, di Anima al Sud, e Corpo al Nord, fin sigilli Equatoriali, di Est Intelligenza, e Ovest lo Spirito, sentinelle di Sophia, nel complotto amore, che svela il gran disegno: NERO cantica Inferno, VERDE cantica Purgatorio, ROSSO cantica Paradiso. 4 sigilli e passaggi, letterale e allegorico, etico e anagogico, Dante ama tetrade, quattro passaggi del Poema, proiezione a ipercubo, in quarta dimensione, è croce a otto punte, irradia vibrazioni, nella legge dell'Ottava, e la croce templare, delle Otto beatitudini, sul discorso di Cristo, è sigillo Salomone, unisce umano e divino, poi è Stella Polare, Rosa dei Venti di Tartaria, in ogni edificio medievale, decor mosaici e pavimenti, se la forza del simbolo, beneficia gli individui, con ciondoli e gingilli, anel bracciali e amuleti, o la pianta ottagonale, di Federico II a Castel Monte, nasconde il Fiore della Vita, in 8 punti cardinali, nel manto che Ruggero, nonno materno a Federico, indossò a incoronazione, nel tempo dei Comneno. Dante reca in Croce Templare, le quattro vie sapienziali, e le quattro dimensioni, in cui si muove umanità, ogni individuo per se stesso, Luce e Tenebre nord sud, Amore e Morte come est ovest, cioè nutrirci di alimenti, non perdere la strada, esser sempre liberi, e sollevarci su miserie, a raggiunger felicità; ogni Sigillo è chiave volta, in cui agisce ciascun dàimon, il punto massimo missione: a Nord Spirito al Corpo, a Est Corpo a Intelligenza, a Sud Intelligenza ad Anima, a Ovest Anima allo Spirito, due sigilli equatoriali, intelligenza e spirito est-ovest, 2 sigilli son polari, Corpo e Anima nord-sud, due coppie di sigilli, vibran fra di loro, la reciproca polarità, principio sulfureo maschile, e mercuriale femminile, zolfo maschile esteriore, e mercurio è interiore. Congiungendo i canti esterni, che chiudono i sigilli, si ottien croce templare, iniziatica geometria, 4 coppie di canti, distanti 50 canti, 6-56 e 18-68, via del nutrimento e diritta via, 31-81 e 43-93, via di Libertà e di Elevazione. Quattro coppie di canti, segnan 4 vie sapienza, summa nostra esperienza, iniziatica terrena, oppure via di sofferenza, se si affronta in incoscienza, entrambe vie trasformazione. Il processo iniziazione, letto in concatenazione, come le rime dantesche, il corpo-fuoco di Aquila, custodito dai Centauri, intelligenza-terra dei centauri, tutelata dai Dioscuri, anima-aria dei Dioscuri, è tutelata dal Grifone, spirito-acqua del grifone, è tutelato dall'Aquila: il bimbo nasce Centauro, in sé trattiene il ricordo, di esser Aquila reminiscenza, da giovan si alza a conoscenza, diventando un Dioscuro, dentro di sé tira calci, adulto innamorato nasce Grifone, e si espande in ardue misure, che posson smarrirlo e turbarlo, convincendolo a trattenere, molta ragione dentro sé, uomo maturo diventa aquila, ma spesso si convince, che aderendo ancor anima turbamenti, così conserva giovinezza, ma un vecchio si distrugge, rincorrendo giovinezza, la Ruota delle vite, prevede morti e rinascite, tutta cultura mediterranea, ragiona in numero 8. |Poema è quattro poemi, letterale e allegorico, etico e anagogico, tutti e quattro comunicano, segreto Spirito che si fa Materia, cioè immobile quieta, di assenza di materia, senza inizio e senza fine, che genera materia: avvenne ch'io mi senta ben tetragono, ai colpi della sorte, saprò risponder con me stesso, col corpo e intelligenza, con anima e con Spirito, eternità che mi appartiene, fino all'ipercubo, rosone gotico del 4, esploso in quattro dimensioni: 4 passaggi di staffetta, fra un daimon e l'altro, son momenti viaggio più cruciali, da territorio della lupa, la salita al Purgatorio, Eden e ingresso ciel Saturno, dorato e rivoluzionario; 4 Sigilli chiavi di volta, degli archi dei canti, dominati da ogni daimon, punto più alto di crescita, dove elevano i Centauri, il corpo a intelligenza, invece i Dioscuri elevano, intelligenza ad anima intellettiva, Grifone eleva anima a spirito, Aquila eleva spirito al corpo, in perfetta geometria, sta il messaggio Dante, nel momento in cui si nasce, si è immessi in educazione, per poter fare elevazione, dove pietre flora e fauna, procedono tutti, da Spirito che materializza. Nei canti dei Passaggi, poco prima e poco dopo, accadon simil cose, daimon donan profezie, confermano iniziazione, e informano la successiva, salutando Dante si mutano, a ratificar metamorfosi. Centauri diventan Catone e Manfredi, Dioscuri diventan Rachele e Lia, il Grifone è Cacciaguida, radice totem appartenenza, e Aquila ci appare, nel nobile Farinata, il magnanimo infelice, che non credette nello Spirito, ma che soffrì della sconfitta, dell'aquila ghibellina, salva Firenze da distruzione, e profetizza esilio a Dante. |Quadratura del cerchio, altro metodo di Jung, un mandala di base, un simbolo del Sé, struttura concentrica, Dao metodo di opposti, da unire e presentare, in stato centrale, o centro di personalità, Mercurio-Ermete è lapis, quadrato e rotondo, vaso in cui è prodotto, sfera punto di partenza, nigredo separa la materia, nei suoi quattro elementi, da unità indistinta caos, realizzando il quadrato; Rosarium philosophorum, fà di un uomo e di una donna, un cerchio tondo a estrarre, il quadrangolo poi triangolo, lapis filosofale, che muta quadrato in triangolo, corpo spirito e anima, corpo terra color nero, spirito bianco lunar acqua, anima aria giallo sole, fà triangolo perfetto, a sua volta posto in cerchio, inalterabile rosso, Jung persona quaternaria, vede mandala orientali, quasi sempre tetragoni, come anche il Poema, cerchio quadrato in 4 archi, ciascun 25 canti. Triade Creante 1 2 3, Triade Creata 4 5 6, Triade di Uomo 7 8 9, che deve usar stesso strumento, di creazione del Creante, ovvero settade 7, a produr armonica creazione, cioè numero 8, e compier sua missione, cioè numero 9, daimon Custode nos progetto, che ci venga in aiuto, di missione e destino, come 9 Beatrice, che parla con voce Dio, e lo fa irrompere tra umani, a recare la SAPIENZA, dal punto vista Terra, ma poi il cammino di Dante, che percorre Universo, è il Sé che siamo noi, e ci stimola il contrario , Uman che irrompa nel Divino, a mezzo tanto AMORE, così Daimon 9 reca ponte, mostrando nostro centro, in ogni cosa accada, senza incolpare gli altri, perché noi siamo Universo, dal punto vista di Empireo, universo capovolto, attorno al perno amore, attorno a cui tutto ruota, la Terra compresa, ma che noi conteniamo, pur essendone contenuti. Universo intimo e segreto, che Poeta cripta nel Poema, Verità che Dante coglie, in uno stato di immortalità, dentro infinita Luce, dalle tenebre al 50, giungiamo a luce del 100. Centauri donan salita e pace, Dioscuri Anima intelletta, conoscenza doppia e libertà, Grifone dona amor Spirito, Sapienza e leggerezza, Aquila dona il corpo, reintegrazione e verità, detta illuminazione, da tenebras ad lucem, Gu-ru sanscrito, donati ad aiutarci, a superar dolore degli opposti, con digiuno escluso sapienza, che la libertà ci reca, da consapevolezza mutilazione, che elevazione è cecità, e diritta via è un gioco di specchi, simmetrico ed opposto. Il dolore oppositorum, costringe terza dimensione, vuol coraggio andare oltre, a raggiunger Verità, a colmare desiderio, aspirazione a trasformarci, da triangolo in sfera, diventando INFINITO, e immortale a poter guardare, ETERNO PRESENTE che noi siamo; se non ti fai simile a Dio, non potrai capire Dio, perché simile comprende simile, innalzati oltre ogni misura, con un balzo dal tuo corpo, sopra di ogni tempo, fatti eterno e comprendi Dio, nulla ti è impossibile, ora pensati immortale, in grado di comprender tutto, sali in alto e scendi in basso, in tua abissal profondità, richiama in te sensazioni, di ciò che è creato, Spirito ci reintegra, al mistero di Beatrice, dove Eterno Divenire, coesiste a Eterno Essere, nella mente di Dio, Umanità è salva da sempre. Adamo ed Eva con Maria, o Anima col Corpo, attratta da sua sete, di multiple esperienze, in artigli dell'Aquila, ritorna alla sua quiete, e quella luce si diventa, puro Spirito e puro Amore, dentro il Presente Eterno, nelle tre ere della Storia. Gioacchino da Fiore, profetizza età dello Spirito, dopo Legge età del Padre, e Grazia amore età del Figlio, da un giorno all'altro, ci investirà Spirito Santo, che reca pieno intelletto, illuminando le coscienze, nel mezzogiorno calabrese, Dante sale Arco di Spirito, presso Naiadi dell'acqua, Età di Acquario ci disseta, dal vaso che il serpente ruppe, nel rovo APOCATASTASI, vocabolo scuola Stoica, che rivel divino disegno, di Essere e Divenire, coincideranno tutti opposti, e riuniti nell'UNO, reintegrazio riconciliazio, ritorna idea che umanità, è sempre stata salva, nella mente di Dio, visione sogno sapienziale, escatologia del Cosmo, apocatastasi di Eraclito, universo torna originario, nel suo eterno ritorno, quando gli astri assumeranno, la stessa posizione, dell'inizio di universo, avverrà conflagrazione, e comincia un nuovo ciclo, identico al precedente, per altri è stagionale. Origene se ne appropria, e la rende teologia, fine mondo è Dio in tutti, e l'inferno sparirà, Origene riflette, anche cosmo e stelle dentro noi, mentre poi Agostino, ritiene inferno eterno, come eterna Giustizia Divina, poi arriva Giustiniano, Empirator a Czargrad, dichiara eretico Origene, sol riguardo castigo, di demoni e umani empi, non sono temporanei, a loro niente apocatastasi, nessun ristabilimento, parol d'imperatore, ma lo SPIRITO dimentica! sol se Uomo non ne ha, può eterno essere dannato, perché Spirito è divino, quindi torna a tale quiete. film_shaolin16.mp4film_shaolin17.mp4audio
||Giustiniano inizia lotta, ad abolir Spirito in Uomo, e spacca roman chiesa: chi accetta tesi apocatastasi, rifiuta eterna dannazione, è soggetto alla scomunica, emanata da quel khan, al sinodo Costantinopoli, durante presa di Maometto, quattro concili successivi, ribadiscon suo concetto. Or tu chi sè che vuoi sedere a scranna, per giudicar lungimiranza, con la veduta corta d'una spanna? Apocatastasi càtara, Dante vive in eresia, ristabilisce nos tetragono, là nel canto 100, dove si presenta immortale, alla visione di Dio, per intercessione di Maria, compattato in quaternità; sebbene cita Giustiniano, Marco Lombardo cataro, Agostino e Gioacchin Fiore, profeta dello Spirito, tutti in Paradiso. Dante ha visto Uomo in Dio, e Dio in Uomo all'equatore, superando gli opposti, ma ciò non sa spiegare, perchè Parola si è persa, moltiplicandosi a infinito, in ciascun individuo, per se stesso preso, e nel cammino in salita, ognuno trova sua parola, che per tutti gli altri sempre, sarà muta e perduta.

356:se preghiera cura, vecchio piton non fà paura: INFERNO, grande voragine a forma cono, col vertice a centro terra, formatosi quan Dio, fece precipitar Lucifero, capo degli angeli ribelli. Ingresso inferno è segnato, dal fiume Acheronte, sulle cui rive anime vanno, di tutti i trapassati, in base a gravità peccato, si decide pena che da subire, nei vasti cerchi separati, lungo pareti del cono, trovan posto i dannati. Il male detto peccato, secondo chiesa cristiana, nasce da tre atteggiamenti: incontinenza agli istinti, senza uso di ragione; violenza contro Dio e il creato, contro se stesso e contro il prossimo; frode invece usa l'inganno, a compiere il male. Inferno diviso in 3 aree, a loro volta in nove cerchi. Lucifero in fondo baratro, con sue tre bocche maciulla eterno, Giuda traditore di Gesù, Bruto e Cassio traditor del khan, traitor di chiesa e impero. Cacciaguida annuncia a Dante, che sarà costretto a esilio, lasciar Firenze e casa, a causa intrighi Bonifacio, corte papale fà commercio, di Cristo e cose sacre, Cacciaguida antenato, gli preannuncia accoglienza, presso Bartolomeo della Scala, khan signore di Verona, con stemma di aquila imperiale, generoso in suo favore, senza volere nulla in cambio, prima che Clemente V, inganni Arrigo Enrico, sua giustizia ed umiltà, saranno note a tutti, future imprese del signore, incredibili ai mortali. Dante abbandona tutto, ospitato in varie corti, prova spiacevole sapore, del pane fatto altrove, faticoso salir scale, dei palazzi altrui; altri esuli fiorentini, di comune sventura, vanno contro lui, ma finiscono in battaglia, sanguinosa della Lastra, disfatta senza senso. Cacciaguida esorta Dante, non odiar concittadini, giacché la tua vita, dura oltre la punizione, che il destino ha in serbo a loro. Dopo incontro Cacciaguida, viaggio Dante promuove, rinnovamento morale, di umanità ferita, da cupidigia capitalista, e rifondare Chiesa e Impero, in funzioni originarie, Dante ricerca divinità, da riconsegnare a umani. La luce indica grazia, Virgilio lumen naturale, cioè luce d'intelletto, Beatrice è lumen gratiae, illuminazione della fede, cui Dio rivela all'uomo; Bernardo lumen gloriae, guida che assiste ultimi sforzi, a condurre Dante viaggio, a vision suprema divinità. Dante in canti Cacciaguida, alleggerisce sua zavorra, a raggiunger Arco Fuoco, introietta dentro sé, materiale e immateriale, con occhi pellegrin mortale, e poi dopo la visione, con occhi san Bernardo: costui da infima lacuna, ha visto anime tutte, supplico a te per tua grazia, conceder lui virtù a sollevarsi, cioè immortalità, per guardar ultima salvezza, serve assimilarsi a Dio, dove è suprema intelligenza, che si contempla in un cristallo, una foresta e ciel stellato, materia e uomo sono uniti, nel riscatto di MATERIA. Spirito eleva e rifà il Corpus, se alchimista partecipa, col suo calore dentro il fuoco, tra gli alambicchi e la fornace, del suo corpo a trasformare, propria natura in nerezza, da questa in nuovo giorno albedo, nigredo è già un gran conquista, nel progetto elevazione, del camminare in salita, per un traguardo e una discesa, fin Paradiso e poi Materia: se vuoi DIVENIRE un tuo progetto, già deve ESSERE dentro di te. |Cacciaguida a Dante, espone sua missione, lo invita a scriver tutto, in suo diario viaggio, molti offenderanno, ma i posteri ameranno, il tuo grido come il vento, mirando la dottrina, sotto ai versi strani, per gli intelletti sani. Dante cita Aristotele, chi possiede ragione, sempre sceglie il bene, per essere felice, tutte altre scelte, portano infelicità, odierna falsa élite, sfoggia falso umanesimo, oscura luce Cristo, vela luce di speranza: la ricchezza dice Dante, avvelen genealogia, classista e finanziaria, la chiama eresia, radice error morali, nobiltà sia perfezione, della propria natura, frutto e dono assieme, di un personal lavoro. Mezzo al cammin di nostra vita, mi ritrovai per selva oscura, la diritta via smarrita, appare cosa dura, malato in depressione, rinnova ogni paura, non so come vi entrai, tanto ero nel sonno, smarrito nel dolore, che coglie impreparati, Fiorenza mi respinse, Dante pur sconfitto, a morte condannato, esule pellegrino, abbandona sua città, Beatrice gli rivela, che tradita è la speranza, in terrestre Paradiso, se devia buon cammino, di cristiano cittadino, lei amica degli umani, si volge ai fiorentini, e mostra iniquità, ingiustizia del suo tempo, poi accenna la sua cura, a mezzo de-sideris, che reca Vita nuova, Amore mette in lui, ritrova il sogni primo. Uomo natura è desiderio, di crescita costante, alla novità di sé, mentre malata civiltà, frena e reprime desiderio, di superar se stesso, per giunger fino al cielo. Dante poema sacro, aiuta Intelligenza, invita tutti noi, a convito spirituale, incluse donne e bimbi, slavo-bulgaro viaggio, Commedia apre visuale, su cose nude in sè, svela il vero volto, di ladro od invidioso, suicida o traditore, segreti in loro cuori. Dante si proclama, fedele alla Speranza, rinuncia a sue speranze, nate da illusione, si oppone a ogni menzogna, il male va guardato, è realtà senza speranza, poi auspica un monarca, che incarna in sé virtù, giustizia e pace in terra, assicur felicità, aspirazione alla sapienza, e una Chiesa che guidi, a beatitudine celeste, realizzando umanità, con ragione e fede assieme, che crea felicità, nessuno usurpa l'altro, giustizia è primo amore, legge di Giustiniano, cioè Andronico Xcristos, politico cristiano, geocentri lex naturae, guida genere umano, ispira dal Cielo, a educare nobiltà, insita in ciascuno, Spes trasforma inferno, in Dostoiesky bellezza, e Pasternak dottor Zivago. Poema appare pneuma, Cattedrale di parole, sostiene il tuo respiro, a mezzo di tre pietre, collocate in giusto luogo, pietra una e trina, che in STELLE chiude canti: salimmo a riveder STELLE, canto 57 dello Inferno; Puro e disposto a salir a STELLE, cinquantesimo canto Purgatorio, punto nevralgico che eleva, pietra al centro che sostiene, le due mura del poema, in Terza Cornice Iracondi, fumi densi e neri ira, soffocan Pellegrino, che mal distingue ciò che è attorno; ultimo canto Paradiso, Amor che move il sole e STELLE, Dante vivo in Paradiso, SPERA e sogna di tornare, come poeta in sua città, con altra voce e volontà. Tutti i viaggi dei sapienti, son guidati dalle stelle, se tu segui la tua stella, arrivi a glorioso porto, dice a Dante ser Brunetto, Mercurio-Hermes è tua stella, domina tuo segno dei Gemelli, dove addensano gli indizi. Brunetto Latini, maestro di Dante, notaio di Firenze, inviato ambasciatore, sente vicende tristi, esilio resta in Francia, e vaga in una selva, dove Natur lo invita, a scriver del Creato, bellezze in settenario, ritmo didattico cantato; torna in sua Fiorenza, vicario degli Angiò, quando i ghibellini, sconfitti da Manfredi, in Toscana scrive summa, che chiama Tesoretto, un libro sussidiario, che Dante bimbo studia, a memoria brani in rima, zoologia e astronomia, botanica e storia, geografia e teologia. Tesoretto in versi, in rima baciata, Dante influenza, in 7 Arti Liberali, del Trivio e del Quadrivio: gramma retorica e dialetti, aritmeti e geometria, musica e astronomia, avviate da Gesù,in Yoros grandi scuole. Brunetto parla a Dante, in Girone sodomiti, Dante è reverente, e si duole che è dannato, esposto a pioggia fuoco, retore omaggiato, da tutti in sua Firenze, capitale sodomita, la descrive san Bernardino, predicator di Siena. Dante ama scoprire, valori e vizi umani, lui inizia nel Convivio, da stupor e meraviglia: considerate vos semenza, che fatti non foste, a viver come bruti, ma a seguir virtute e conoscenza. Vedere udire eventi, fanno reverente, stupore è punto inizio, di indagine realtà, a ogni campo di natura, dice Beatrice in Cielo Luna: sol da sensato apprende, ciò che intelletto degna, e rinuncia sillogismi, su vegetali e piante, cui solo la esperienza, può fornir certezza. Dante a Padova è con Giotto, in cappella dei Scrovegni, cinque canti qui dipinti, luce radiosa di Beatrice, con maestà della Madonna, Cristo e arcangeli nei lati, Pietro Giacomo e Giovanni, tre apostoli prescelti, saliti al monte dei Misteri, a veder la Verità, poi rimasti folgorati, a contemplar divinità, come Dante epopte cieco, pose mano a poema sacro, per molti anni consumato, a riunire cielo e terra, e vincer crudeltà che serra, lupi a ovile portan guerra, con altra voce ed altro vello, poeta indossa cappello, barba e bian capelli; zodiaco rotor stelle fisse, trasfigura sua spavento, dopo anni di fatica, innamorato ed estasiato, al calare del sipario, Alighieri esce sul palco, a ritagliarsi eco applauso, poi offre consigli, nel Leggere il poema, indagando la morale, dentro allegorie dottrine, come quelle del Vangelo, Cristo al monte trasfigura, davanti sol tre apostoli, poichè secrete cose, chiedon poca compagnia, a varcare orizzonte, dove Creator guarda il Creato. |Giasone viaggia con marinai, di nave Argot argonauti, mentre Orfeo suona l'arpa, si avvicina a secrete cose, galleggia in mente di Dio, come mare di Nettuno, torna a Firenze sol da vecchio, arricchito in conoscenze, nuovo vello oro Sapienza. Dante e Orfeo stesso mito, se hai occhi corpo spalancati, fallisci impresa ultraterrena, Euridice è congelata, Dante appresa la lezione, tiene occhi fissi a terra, fino a ordine imperioso, di Beatrice la sua guida. Jung in specchio acqua, vede propria imago, riflette faccia tua nascosta, dietro attore personaggio, prima prova di coraggio, nel percorso interiore, scopre propria ombra, e spaventa le persone, che si proiettava su ambiente; scavar dentro è rintracciare, propria nigredo pesantezza, e lasciarci dietro complicità, di nostro agire sotto sonno, che produce pasti ai lupi, detto alchemico Vitrolum. Virgilio e Dante si abbracciano, camminando in nero buio, aere amaro e sozzo, fumi densi avvolgon tutto, parole oggetti e significati, tutti immersi in cecità, poi si alza una voce, che si rivolge a Dante, chi sei tu che il fummo fendi, a penetrar nostro passato? Marco Lombardo è tale spiro, vescovo cataro a Concorezzo, grande astrologo che dice: del mondo seppi e amai valore, a cui ciascun depone le armi, son stato facile all'ira, come Apollo infuriato, che dall'alto scaglia frecce, contro chi lo offese. Dante subito intuisce, argomento conversazione, è vero quel che dici, oggi il mondo è abbandonato, da ogne virtù come tu dici, sol di malizia è ingravidato, allor tu rivelami la causa, sì ch'io la veggia e mostri altrui, laggiù su terra ove qualcuno, dice è colpa delle stelle. Marco Lombardo cataro, che intrattenne salotti, di saturnina astrologia, risponde a questo modo, Frate lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui, ciò che accade sulla terra, Voi credete vien dal cielo, se così fosse voi è distrutto, libero arbitrio e facoltà, di sceglier bene e male, con impossibile giustizia, se si procede secondo bene, a ottener premio letizia, e per male avere lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia, non dico proprio tutte, come insegna astrologia, lume vi è dato a bene e malizia, assieme a libero voler, e in primi anni vostra vita, costretti a faticar col cielo, a temperare inclinazioni, ma ne uscite vincitore, se avete buon nutrimento, di maggior forza e natura, più grande di voi, liberi soggiacete, e quella forza cria in voi, intelligenza che le stelle, in sua cur non può creare, così se il mondo oggi disvia, in voi è la cagione, e io te ne sarò spia. Ordine e perfezione hai, se libertà vien ben nutrita, si sale a Dio persona, che Bene e Grazia crea, fa dono Intelligenza, a seguir progetto opera, che solo a Dio appartiene, e manca nelle stelle. Pellegrin celesti sfere, arriva a Stelle Fisse, seguendo loro guida, che dal purgatorio vedi, in matematico linguaggio, guardo senza paura, dinamo orizzonte, oltre limite insuperabile, sta il sublime della Grazia; Dante ha paura un poco, non ha penne a volar alto, ma come i bimbi prova gioia, nel sentirsi trasportato, sopra il vento di aquiloni, con la profezia del Veltro, nel Proemio del Poema, Virgilio ferma i suoi passi, assieme a quelli dei Lettori, enunciando che infine, il veltro divino verrà, farà morir lupa con doglia, la caccerà di villa in villa, finchè è rimessa nello nferno, da dove la prima invidia, ribellione di Lucifero, l'aveva liberata. Cristo Trionfo è tale veltro, tra le schiere dei beati, che vede interno della terra, correggendo la via diritta, troverai pietra nascosta, che è la vera medicina, enteriora lapidem terrae, dove salvezza è affidata, a un intervento divino, quando ciascuno trova, il Veltro entro se stesso, e strappa via da proprie carni, zanne feroci della lupa, e la respinge nel suo inferno. |Dante parla in tante lingue, pitagorici e alchimisti, ebrei arabi e cristiani, templari e massoni, per raggiunger molti cuori, in un mondo di sordi, tanti gradi iniziazione, molti suoni di un gran mare, per solo scopo di instillare, Fede a principe imperiale, e ogni fratello templare, esser Principe di Grazia, simile a Beatrice, che con Virgilio e San Bernardo, sono guide in Chiaravalle, Dante scelse San Bernardo, ordinatore dei templari, dopo strage di quell'orda, per mano monarchia francese, Bernardo onora con preghiera, incrocia sguardo di Maria, come fece Jacques Molay, che muore e guarda Notre Dame, immensa nave da crociera, ferma alla banchina, con sue navate e campanili, in attesa del gran viaggio, dagli inferi al cielo, scritta in lingua degli Argoti, lingua cifrata di veggenti, nomadi ancora disprezzati, ribelli avidi di libertà, curan dialetto ancor bandito, dalla buona società, di benpensanti in ermellino, immersi nella fatuità: argot di minoranza, fuori leggi codificate, convenzioni usi e protocolli, di anonimi architetti, maestri ermetici alchimisti, pitagorici o templari, trascritti in cattedrali, santuari della scienza, e dei credi popolari, dei grifoni e dei Beati, cerchi angelici antenati, nel portone e nel rosone, vetro e marmo in sette cieli, pietra di angolo staccata, dal trono Dio precipitata, reca fondamento al mondo, e tiene unito ogni edificio, aiuta ogni uomo a farsi tempio, principio e fine di ogni tempo. Dante erudito, sa tutto di allora, e sotto ispirazione, usa penna o arpa, e naviga la Bibbia, dottrina della Chiesa, e tutto mischia in rima, dal moto degli storni, alla grazia delle gru, i fiori con la brina, che sciolgono a mattina, poi usa simbolismo, assieme allegoria, messaggi cifrati, e parla ai suoi lettori: O voi che siete sani, mirate la dottrina, che si asconde sotto, il velam di versi strani! Chi vede e riconosce, è genio osservatore, descrive lui Gerione, si avvita e nuota in aria, scende lungo un elica, di forma cilindrica, e Giganti delle Torri, fan mura incandescenti, San Francesco meso a sacco, da astuzia del demonio, con logica truccata, in Guido Montefeltro. Angelo in Purgatorio, ispira Dante luce, riflette astronomia, che crea cronologia, precisa ora del giorno, e la pelle bianca nera, enigmi insegnamenti, più alti e degni fede, se son più incompresibi. Dante pensier discende, in sua anima da Dio, che è primo motore, come canta Branduardi, da unità s'irraggian tutti, altri numeri beati, che contemplano Dio, come in uno specchio, ogni pensier umano, riflette avanti esser pensato. Dante conosce numeri grandi, fino alle migliaia, così cita Trinità: uno due e tre sempre vive, regna sempre in tre due e uno, non circunscritto, ma tutto circunscrive. Dio è sostanza divina, due nature unite in una, nella persona di Cristo, e tre Persone in trinità: Padre Figlio e Spir Santo, tal figura è detta chiasmo, da lettera X greca, melodia di questi versi, fanno eco ordine inverso, crescente e decrescente, pienezza in sè ritorna, in ciascuno pari e dispari, tutte cose esser numero. Aritmetica è nume, studiata da Ishango, un babbuino del Congo, numera tacche su colonne, divise in dispari e pari, poi arriva Brahmagupta, che assieme Aryabhata, reca zero concetto, filosofia indiana, al vescovo Siria, di Arabi Tartaria, che diffusero l'uso, in tutto il Mediterraneo, poi Leonardo Fibonacci, da Pisa scrive Abaci, Matematica islamica, mentre Giuseppe Peano, formulò cinque assiomi, per numi naturali, e tutta aritmetica, prescindendo da intuizione, legata a necessità, come conteggio dei giorni, o capi di bestiame, ecco la sequenza, del numero uno, a cui segue un successivo, mentre Numeri diversi, hanno succession diversi, se primo numero è due, segui logica binaria, quinto assioma di Peano, è principio di Induzione. |Galileo Galilei, legge i versi di Dante, a cercare la misura, altezza dei giganti, e di Lucifero lor capo, disegna uomo vitruviano, dove un braccio appare un terzo, di altezza di persona, Dante è 1 metro e 75, statura perfetta, è uomo alto otto teste, mentre atleta ha nove teste. I giganti han corpo macho, muscoli e forza bruta, alti 44 braccia, 25 metri e mezzo, così il vermo reo, che mondo fora e ribella, è alto 1200 metri, con sei ali protese, su tutto il Cocito, ghiacciandolo col proprio, incessante moto, ha tre teste a scimmiottare, la Trinità Divina), ciascuna bocca stritola, uno dei tre traditori, di intera umanità, tutti e tre giganti, Giunio Bruto e Cassio Longino, congiurati contro Cesare, fondatore dello Impero, e Giuda Iscariota, traditore del Xristos, maciullato da Lucifero, e con schiena scorticata, Re di Tenebre in eterno, rode i peggiori peccatori. Galileo Galilei, in Accademia Fiorentina, tenne conferenze, su Inferno dantesco, vide Ghibellin fuggiasco, disseminare suo libro, di matemati e geometria, su imbuto infernale, e il lago ghiacciato, nel punto più in basso: vidi mille visi cagnazzi, fatti per freddo, in gelati guazzi, teste dei traditori, immersi in Cocito ghiaccio, diversi tali sguardi, ai desideri ardenti, che costringono miei occhi, a fissar occhi lucenti, di Beatrice sul grifone, tra le anime beate, del Cielo di Mercurio, mille splendori udia, a crescer nostri amori, nel purgatorio luci, del sole che solleva, ai Beati della Rosa, specchiarsi in mille soglie, agli angeli festosi, che circondano Maria, ciascun distinto pure, di fulgore e di arte. Dopo tal visione, mi volsi e vidi avanti, e sotto piedi un lago gelo, che sembrava vetro, diviso in quattro zone: Caina e Antenora, tolomea e Giudecca, da Giuda Iscariota, eretico del verbo; in Caina son puniti, i traditori dei parenti, seppelliti nel ghiaccio, fino al loro collo; in Antenora son puniti, i traditori della patria, sepolti fino a cintola, con parte alta esposta, a gelidi venti infernali, come Antenore gigante, che ebbe tradito Troia; in Tolomea son puniti, i traditori degli ospiti, distesi supini, con la schiena nel ghiaccio, poichè Tolomeo, fece uccidere Pompeo, per ruffianar Cesare; in Giudecca son puniti, tutti i traditori, di benefattori umanità, immersi tutti in ghiaccio, nel mezzo ultima zona, fa orribile mostra, il Lucifero signore: in Giudecca ghiacciata, con lui gigante mi convegno, mperador dolore regno, da mezzo petto uscia fuor ghiaccia, incapace a far di braccia, in sua ghiaccia residenza, dove son confitti i peccatori, del giron della Giudecca. Lucifero il gigante, fin ghiaccio suo ombelico, coincide a centro Terra, baricentro dei pesi, di sfera senza gravità, dove lo duca con fatica, volge testa e zanne, ci aggrappiamo al suo pelo, per salire al cunicolo, altra faccia di Giudecca. Dante vide ovunque, tanti altri giganti, da Giove minacciati, con tuono-folgore dal cielo, primo gigante incontra, è Nembrot architetto, della Torre di Babele, alto 25 metri, tredici volte più di un uomo, ha faccia lunga e grossa, come Pigna di bronzo, del cortile Vaticano, si proporzione ad altre ossa, in 3 metri e duecento; il massone gigante, ha tempi di reazione, più lenti di un umano, che può sfuggir suoi assalti, ragion per cui suoi arti, impiegan molto tempo, a compiere un lavoro, senza velocità, seppur grande potenza, a sollevare un colle, come gru e betoniera: le creature più ridotte, usan riflessi a spostarsi, rapidi a ogni mossa,come il topo che corre, aggiusta il tiro a ogni passo, mentre un gigante o elefante, sposta zampa avanti, e si affida a predizione, speranza a non trovare, un intoppo sul cammino, compensa sua lentezza, dovuta a dimensioni, Anteo gigante in Africa, ammazza più leoni, grazie alla sua forza. Galileo sà che distanza, tra ombelico e metà petto, è un quarto altezza uomo, trova il raggio di Giudecca, in oltre 290 metri, mentre la Tolomea, ha raggio mille braccia, ovvero 580 metri, Antenora 1500, ovvero 875m, e la Caina di 2000, ha raggio 1166 metri; stessi calcoli conduce, per le Malebolge, ottavo cerchio dell'Inferno, residenza ai frodatori, disposti in dieci bolge, bolgia è confusione, dieci fosse concentriche, cerchiate da mura, come fortificazioni, di un castello medievale, cinto da più fossi, aventi ponticelli, fatti con la roccia: le malebolge di pietra, hanno color del ferro, ovunque macigni e anfratti, oscurità della frode, di mente tortuosa che inganna, nel mezzo del campo, un pozzo largo e profondo, dieci valli profonde, concentriche al pozzo, collegate da ponti, che ne scavalcano estensione, dalla riva esteriore, fino al pozzo centrale. Dante passa in prima bolgia, dello ottavo cerchio, vede folla di dannati, di ruffiani e seduttori, tormentati da diavoli, crudeli e beffardi, la folla in due schiere, che camminan senso opposto, come vedi camminare, in due file di folla, a Ponte Castel Santangelo, i pellegrini chiamati, dal Giubileo romano. Più narra il caos degrado, più geometria fà regolare, come fisica del Caos, in penultima bolgia, i seminatori di discordia, e scismi religiosi, 3 kilometri diametro, mentre decima bolgia, quella dei falsari, 6 kilometri diametro. Canto VII Inferno, demone Pluto invoca, papè Satàn aleppe! a terrorizzare Dante, invocando Lucifero, Virgilio lo sgrida, Lucifero è al cupo, dove Michele fé vendetta, del superbo stupro! peccato di superbia. Gioacchino Belli cita, Michele nei sonetti, anno 833, angel ribelli caduti, Michele al galoppo, con Stendardo biancogiallo, al suon tamburo e piffero, lesse sto editto: Iddio condanna ar callo, l'angeli neri, con Capitan Luscifero! Michele qui è vestito, capitan guardia pontificia, che inalbera stendardo, dopo aver suonato, per richiamar la folla, come un banditore legge editto di condanna, dove Lucifero è trattato, come un capitano di ventura, ribelle condannato ar callo. |Passando al Basso Inferno, Dante conosce uomo-bestia, nel viaggio tra assassini, tra violenza e infamia, fin sede di Lucifero, entriamo in luogo Belve, in preciso domicilio, tre giron settimo cerchio, sta Lupa del dolore, che ci procuriamo in guerre, getta ombra sui violenti, contro le cose e gli altri. Lince, appar dolore, fatto su noi stessi, getta la sua ombra, su chi picchia sè e sue cose, Leone appar disprezzo, del Mondo e del Mistero, getta sua ombra sui violenti, contro Dio e le sue cose. Quattro incontri coi Guardiani, di Inferi e città di Dite, più di mille sulle porte, da ciel piovuti quattro volte, tentan fermare il viaggio Dante, Caronte usa l'ira, vecchio bianco antico pelo. Minosse insinua il sospetto, a non fidarsi di Virgilio. Pluto il ricco rabbioso lupo, invece gli dice di tacere, ma è piegato da Virgilio; poi tracotanza demoni in Dite, piegata dal Messo Celeste. Minotauro quan ci vide, guardian settimo cerchio, mezzo uomo e mezzo bestia, guardiano-bestia solo infuria, non sa usare le parole, sua furia orribil ringhia, resta impotente da sua furia, si morse preso ad ira, mio maestro lo sgridò: pensi che questo sia Teseo, il duca di Atene, che nel mondo ti diede morte, tu vergogna di Creta, concepita in finta vacca, Pasife unita al Toro bianco, vattene via bestia, Dante non viene qui seguendo, istruzion di Arianna tua sorella, ma vien vedere vostre pene, poi Virgilio grida a Dante, corri al passaggio e scendi, mentre il mostro è in preda a furia, così vidi il Minotauro, come toro che barcolla, dopo il colpo mortale. Canto 12 è ingresso, nel basso Inferno, Virgilio accorda con Chirone, per la salvezza di Dante, quando Aquila cede, staffetta ai Centauri, poi canto 62, Virgilio dice addio, e dà due corone a Dante, i Dioscuri cedono, staffetta al Grifone, si entra nell'Eden, e termina nigredo, conta 50 canti, e arrivi sul Burrato, che spacca Inferno in due, e dal quale sale un puzzo, i Poeti si difendono, fermandosi a parlare, dietro tomba papa Anastasio, ultimi cerchi infernali, dove son puniti i violenti, fraudolenti e traditori, colpe che più offendono, la bontà divina: qui Dante cita il libro Genesi, in cui vedi leggi naturali, e fa spiegar Virgilio, che grande errore d'Uomo, è tradire il lavoro, ispirato dal divino, che sempre fa creazione, in cui umano può specchiarsi, per sostentarsi e progredire, ma usuraio altra viene tiene, poichè disprezza la natura, disprezza sua operosità, e ripone spes in tempo falso, e fraudolento dell'usura. |CENTAURI mezzi uomini e cavalli, guardiani in primo girone, dei violenti contro gli altri, il girone della Lupa, tra la ripa e ampia fossa, il fiume sangue Flegetonte, sono immersi gli assassini, e corrono in fila i centauri, armati di arco e frecce, come andassero a caccia, nelle selve del Rio Congo, nel vederci arrivare, tre divisero dal branco, venendo a noi con archi e frecce, pronte ad essere scoccate, uno grida da lontano, a qual martiro venite, quale condanna destinati, voi che scendete il burrone? O lo dite o tiro l'arco, nel frattempo a migliaia, pigmei centauri attorno fossa, scoccan migliaia di saette, a far morire gli assassini, perenne eternamente; mio maestro allora disse: la risposta noi daremo, solo al paziente Chirone, poi rimprovera Nesso, il centauro che rapì, Deianira ed Ercole, il quale lo fermò, uccidendolo con freccia, e Nesso prima di morire, invitò donna a serbar suo sangue, a miscelarlo con profumo, per intrider la camicia, che da Ercole indossata, impedisce innamorar di altra donna, ma di questa camicia, Ercole morì avvelenato. Folo il terzo centauro, ospitò Ercole a cena, costretto aprire giara buon vino, che Dioniso lasciò in grotta, altri centauri inebriati, da intenso profumo vino, presi da furia attaccaron, grotta di Folo e di Chirone, per impadronirsi del vino, si accese lotta selvaggia, a colpi di frecce, vinse Ercole tra tutti, ma Chirone fu ferito, da una freccia rimbalzata, mentre Folo morì, per aver toccato freccia, da Ercole avvelenata; dopo carneficina, Ercole fu disperato, per aver ucciso incosciente, i suoi due alleati, ora al leader Chirone, lui e Virgilio vuol parlare. Chirone prese una freccia, con punta pettina sua barba, fino dietro alle mascelle, così scoprì gran bocca, e disse ai suoi compagni, vi siete accorti che quello che sta dietro, muove ciò che tocca? i piedi dei morti non fanno così, e Virgilio duca sen timore, vicino al petto di Chirone, dove si sposan due nature, alza frasi imperiose, lui è davvero vivo, io devo mostrargli lo inferno, non è un viaggio di piacere, ma è necessità che ci conduce, venne un anima dal paradiso, dove cantano alleluia, a chiedermi obbedire, Dante non è un ladro, io non son anima dannata, per quella Volontà che mi permette, di muovere i miei passi, in questa strada selvaggia, presta un dei tuoi centauri, per guadare la fossa, e farci superar la prova, costui porti Dante sulla groppa, perché non è spirito che vola. Chiron ferito a freccia, è sapiente in medicina, non può guarir se stesso, e quel dolore lo accompagna, fino a supplica agli dei, di morire al posto Prometeo, brilla in Ruota degli Dei, costellazion del Sagittario, le stelle di Chirone, sono incontro tra maestri, in ogni punto vedi un dio, o le orme sua presenza, tutto santo alla natura, Chirone parla a Giasone, ed Esculapio suo maestro, istruito da Medea, maestro pur di Achille, come Virgilio guida Dante, sà curar anima e corpo, quest'uomo va salvato! silenzioso patto stringe, tra i maestri più famosi, senza parola espressa, Chirón si volse a destra poppa, disse a Nesso di tornare, fai spostar quelli che ostacolano, prendi in groppa i due poeti, passa il guado e indica a Dante, alcuni nomi dei dannati. Nesso è ora tuo Maestro, ed io sarò il secondo, Virgilio lascia il posto al daimon, entità mito-stellare, che ha compito condanna, di trafiggere assassini, così da lor ferite sgorga, sangue in cui sò immersi. Centauri hanno peso, di anima su terra, ai bambini donan quattro gambe, per gattonare e scalpitare, urlo per chiamar possesso, impossibile condivisione, la dolorosa convivenza, di due nature da integrare, nella conquista del terrestre, la folla dei centauri, è un branco di entità, urlanti e scoordinate, pronte a schiamazzo e capriccio, incapaci a regger vino, assai golosi e ubriachi, scatenan guerre improvvise, isteriche e violente, in cui si uccidon fuoco amico, o cede a istinto predazione; quan si ferisce un bambino, dolore è inflitto a un Centauro, una presenza divina, che a domar serve Chirone, che sotto il suo comando, assassini di assassini: sono lì in schiere ordinate, a colpir chi resta belva, i tiranni affogano nel sangue, che essi resero profondo. Centauri son maestri, traditi in pedagogia, che Chirone come tata, aiuta a risalire, trasformando in genitori: se centaurismo infantile, prolunga adolescenza e oltre, prende forme delle sbronze, notti bianche nel frastuono, delle morti sulla strada, predazione e mercimonio, aggressione e gelosia, stupri branco ed omicidi tra conflitti e alterazioni, nella crescita o educazione: mutar Centauro in Dioscuro, nella profezia del Veltro, colui che caccerà la lupa, di villa in villa fino a inferno, da dove invidia dipartita; se Centauro trafigge il lupo, tra sue zampe ha il crocefisso, Croce Sud che Dante vede, come segno Elevazione, contro avidità dolore, allor Centauro si eleva, dal Corpo a Intelligenza, su due gambe esploratore. Dante in basso Inferno, scende lungo il Burrato, entra in tre Cerchi di Violenza, fiume del sangue in cui bolle, cieca cupidigia e ira folle, e tra Ladri e Fraudolenti, ode il canto di Ulisse, portato dal vento, di Castore e Polluce, i Gemelli del suo segno, tra giorno 12 e 13, sotto tutela dei Centauri, che elevan Corpo a Intelligenza, comandati da Chirone, Dante passa il Flegetonte, a caval centauro Nesso. Carlo Martello dice a Dante, nel Cielo Venere Afrodite, il Sole viaggia da Est a Ovest, ci conduce al braccio equatoriale, nella vertigine stupita, Fuoco Sacro si offre ad Anima, luce sapienza e amore, amor di conoscenze vive, percependo nostra anima, che cammina in questa eternità, fino al canto di Sapienza, dello Spirito dell'arpa, uomo esplora e si offre, alla Libertà mai sazia, ma ecco anime ingannate, da genti empie in cose vane, sentite vostre tempie, rivolte a vanitatum? Beatrice ferma occhi su me, di caro assenso al mio disio, al mio voler beato compenso, dissi dimostra che miei pensieri, son riflessi alla tua mente, ch'io possa in te refletter penso, onde la luce a me ancor nova, del suo canto che cantava, iniziò a parlar così: in quella parte malvagia terra, compresa fra Rialto Venezia, e le sorgenti Brenta e Piave, sorge un colle poco alto, là onde scese una facella, che fece a contrada un grande assalto, Ezzelino da Romano, tiranno massacratore, ora si danna in Flegetonte, dove più profondo è fiume sangue, così lo indica Nesso, mentre traghetta Dante in groppa, su fossa sangue di assassini, per arrivar foresta dei suicidi, che nessun sentiero segna. Cunizza sorella di Ezzelino, di sè fece mercimonio, per aiutar fratello, nei suoi loschi inganni, non si pente esser meretrice, perché ciò le ha conquistato, intelligere spiritum, e questo il volgo non capisce, la SALVEZZA è in nostre mani, e per diventar Beati, serve conoscere terra Inferno. Folchetto di Marsiglia, di lui rimase fama, trovatore e religioso, provenzale in Tarragona, poi presso Alfonso di Castiglia, dopo vita sua mondana, si fece frate poi abate, vescovo a Tolosa, massacratore di Catari, contro gli Albigesi, ora in Ciel di Venere, con prostitute e assassini, che si sono salvati, andando verso il Sole, fu famoso in crudeltà, ora vive seconda vita, da Spirito salvato, nelle parole di Cunizza: peccatore che si pente, per rimorso e disagio d'anima, per orrore del suo male, rinnega ciò che ha fatto, riceve Grazia del perdono, errore strumento di salvezza, come afferma Cunizza, ninfa d'acqua e del Battesimo, che con Folchetto vien salvata, dopo transito in inferno, da Intelligenza dello Spirito. Dante in canto 13 e 37, tra Inferno e Purgatorio, accordati e risonanti, Centauro Caco paga condanna, per essere stato ladro, inizia salita al Purgatorio, sotto costellazione Sagittario, stelle Chirone Guaritore, che illumina il divino, con le corde pizzicate. Pier delle Vigne consigliere, a Federico II e Manfredi, figlio di Federico, biondo bello di gentil aspetto, nipote a Costanza imperatrice, ha figlia Cecilia Taragona, erede a corona di Sicilia, Lui centauro guerriero, muore colpito in battaglia, ultimo eco della lupa, che in ultimi istanti si affida, a misericordia divina, nonostante peccati orrendi, bontà infinita lo abbraccia, accoglie chiunque a lei rivolge, mentre Pier delle Vigne, sopraffatto da suo orgoglio, preferisce il suicidio, muore da centauro, mentre lo portano in carcere, gettandosi dal cavallo, fratturandosi la testa, nella selva dei suicidi, in albero trasformato; la Compassione del Poeta, assimila i personaggi, vissuti in stesso ambiente, entrambi traditi e disonorati, pur simmetrici tra loro, fan due scelte diverse, Pier dannato a non parlare, e Manfredi inaugura i Dioscuri. Centauro si trasforma, in Castore dioscuro, che muore in battaglia, trafitto nel petto, e mostrommi una piaga, metamorfosi del Daimon, i Gemelli son |DIOSCURI, pizzicati in corda d'arpa, per salire verso i cieli. Castore gemello mortale, tiene in mano il frustino, per domare i cavalli, centauro doma sua bestia, mentre Polluce è immortale, pugile agile e leggero, forte nelle braccia, insieme naviga su nave, di Argonauti di Giasone, discepolo di Chirone, coraggiosi esploratori, sulla Nave Conoscenza, ascoltando i canti Orfeo, che narra loro imprese, lui marinaio in stessa nave. Dante viaggia stessa nave, costellazione al Polo Sud, Nettuno ammira ombra di Argo, navigar su mente Dio, la nave temeraria esplora, sul mare DOPPIA CONOSCENZA, ogni uomo è diviso in due, figlio a tenebre e luce, Dioscuri Gemelli, è costellazione mercuriale, sotto quale Dante nacque, mentre Orfeo và in Oltretomba, a cercar la donna amata, nei Misteri Eleusi e Buiti, che Dante conosceva, e ritrova donna amata, nel mondo beati spiriti, uscendo vincitore. Seconda navigazione, conduce Platone a iniziazione, livello anagogico ritrovi, Castore è curioso, mentre Polluce è in silenzio, mis/misteri in greco è taci! in palazzi e fonti dei Farnese, due Gemelli in due opposti, uno legge e l'altro ascolta, uno guarda e l'altro dorme; un miracolo accade, nel cuore degli umani, quando si alzan su due gambe, e si spoglian doppia natura, catturano intelligenza, sepolta nella terra, e la conducono alle stelle, mutando in anima intellettiva, alzano occhi al sole, e ammiran carro luce, mi colpiva da sinistra, tra noi e nord Aquilone, ovvero tramontana, Virgilio mi disse: se costellazione dei Gemelli, fosse congiunta a quello specchio, che fa salir scendere la luce, nel solstizio estivo tu vedresti, lo Zodiaco rosseggiante, ruotare più vicino al nord, a men che non esce suo cammino; a capir vai immaginare, Gerusalemme e Purgatorio, equidistanti da Equatore, paralleli simmetrici e opposti, così che abbian solo orizzonte, ma diversi emisferi, per cui vedrai cammin del sole, procede a Yoros da una parte, e dall'altra per chi è qui. Certo maestro mio, prima faticavo a comprendere, che il cerchio meridiano Primo Mobile, chiamato Equatore celeste, resta sempre a metà, tra il sole e l'inverno, per la ragion che dista da noi, tanto quanto agli Ebrei dal sud. Castore e Polluce in compagnia, di quello specchio che sù e giù, del suo lume conduce, a veder Zodiaco ed Orse, nel loro stretto roteare, fà uscir vecchio cammino, accolto nel pensare, monte Siòn su terra stare, entrambe un orizzonte, pur diversi gli emisferi, che Feton non seppe carreggiare, andando all'uno e all'altro, che intelletto chiaro bada, l'Equator che sempre rima, tra il sole e il verno. Caro Dante se tu fossi, nel solstizio di giugno, quando sole sorge in Gemelli, nel dì più lungo d'anno, a Nord lo vedresti brillare, ora sforzarti a comprender, che sei giunto agli antipodi, di Czargrad Gerusalemme, sei in emisfero sud, stessa distanza da equatore, in cui sta Yoros la nel nord, qui ti sei capovolto, sinistra vedi come destra, nord vedi come sud. |Umanità mutilata dello Spirito, oscilla da poggia a orza, resa monca della scintilla, di eternità che la abita, ferita causata da isteria, del poter che vuol soggiogare, ma solo Spirito incarnato, può riparar mutilazione, e rigenerar conciliazione, nuova Alleanza sen parole, in risonanza di terzine, vibrate in arco e arpa infine: ficca l'occhio entro l'abisso, de l'eterno consiglio quan puoi, al mio parlar giustizia fisso, non potea mai uomo solo, espiar peccato originale, con umiltate obediendo, quanto superbo nel peccato, ciò cagion uomo precluso, poter sodisfar per sé dischiuso, a Dio convenne le vie sue, riparar l'omo a sua intera vita, perdonando o punendo o entrambi, ma poiché l'ovra tanto è più gradita, da l'operante quanto più appresenta, de la bontà del core onde è uscita, divina bontà che il mondo impregna, volle usar tutte due le vie, a riscattarvi e fu contenta, nè in tutta storia umana, tra ultima notte e il primo die, sì è mai visto tal magnifico processo, per l'uno o l'altro modo fie, ché più largo Dio fù a dar sé stesso, per far l'uom a rilevarsi, che s'elli avesse sol perdonato, e tutti li altri modi erano scarsi, al Figliuol umiliato a incarnarsi. Aurora bianca e vermiglia, illuminava in cima al monte, suo incontro con Beatrice, amore per rime musicate, e cantate da Casella, umani spiriti si ferman, ascoltan estasi fin quando, li rimprovera Catone, inviandoli a salire: canto unisce a gentil donna, bella e onesta figlia tutta, a Imperadore di Universo, chiamata Filosofia, Beatrice rappresenta, divina luce assai mi mostra, colla mia anima un sol cosa, continua nasce in me pensieri, che indagavano ammiravano, il valore a questa donna, nel luogo della mente. Dante chiede a Belacqua, perché non sali a porte Purgatorio? lui risponde che è inutile, pigri i suoi muscoli, senza anima intellettiva, di cui Belacqua è monco, poichè muoversi è potenza, congiunta col sentire. Dante rimprovera pigrizia, chi manca impulso alla salita, se traguardo del tuo viaggio, accumular conoscenze, infinite informazioni, finchè peso tuoi bagagli, impedisce il tuo cammino, sarai costretto a gettar tutto, in un fiume come i Hmong, per ritornar leggero, e imparar volare, fin quando tuo intelletto, diventa sottile purificato, dal tuo cumulo affrancato, vedrai galleggiar questi relitti, sulle acque del Lete, raccolte a foce del Tevere, da angeli Dioscuri, in città Roma due corone, che risucchia nel gorgo, messaggio doppio dei Dioscuri, nei 25 canti dei Gemelli. Castore muor ferito al petto, Polluce non si dà pace, nel dolor senza fratello, a Zeus chiede grazia di morire, sua libertà di scelta, se Castore è Manfredi, Catone sarà Polluce, iniziati ed iniziandi, in Marocco arriva notte, sopra l'Equatore. |Diritta via 18-68, Inferno e Paradiso, corrispondenza risonante, simmetria li tiene insieme, due ingressi in due luoghi, in un Poema in cui ogni canto, è una soglia a oltrepassare, ma tutte soglie diseguali. Ottavo cerchio in dieci bolge, dove vengono dannati, i ruffiani e i seduttori, adulatori e simoniaci, indovini e barattieri, ladri e mal consiglieri, i seminatori di discordie, ipocriti e falsificatori. Dante e Virgilio vi giungono, in groppa al Gerione alato, che li fa scendere in volo, dalla ripa discoscesa, e viene usata cintur di Dante, come redini a trattenersi, al collo del mostro, a indirizzarlo sanza terrore, davanti a Caronte, Minosse Cerbero e Furie, Medusa e Minotauro, il volo, da ripa scoscesa, conferma conquista iniziato, un potere che userà, ci Giganti e con Lucifero. Conoscere mostri che ci tormentano, dare loro un nome, il grande volo si conquista, quan possiamo cavalcarli, vincendo gran paura. Fetonte ebbe paura, quando lasciò redini Sol carro, allora il cielo si incendiò, Icaro si sentì spennare, dalla cera surriscaldata, mentre il padre suo gridava, stai sbagliando strada! Tornato a terra Dante vede questo pozzo ad imbuto, chiuso in dieci cerchi, concentriche malebolge, tutto di pietra color ferrigno, dove nel mezzo si apre un vuoto, molto largo e profondo, ha bordo fatto a terrazze, suddivise in dieci valli-bolge, una spirale di dolore, sprofonda nell'abisso. Alla prima bolgia vanno, ruffiani e seduttori, camminan senso contrario, frustati dai diavoli, in seconda adulatori, immersi nello sterco, che tosto ritorna a terra. Dante avverte volando su Gerione, lo scroscio del Flegetonte, assorda la mente fin lacrime, basta un secondo a cambiar polo, sotto i piedi di Dante, si apre un pozzo stretto, che divide ottavo e nono cerchio, e in basso il Cocito ghiacciato, non c'è ombra altro Gerione, ma solo cinta muraria, con torri a perimetro del pozzo, vidi Giganti di otto metri, dalla cinta in basso dentro al pozzo, esso stesso fatto in pietra, sono i Titani fratelli a Cronos, che a Zeus son ribellati, sconfitti diventano i Guardiani, del cerchio dei traditori, ultimo luogo infernale, incatenati in varie forme, a immobilizzar corpo superiore, dal bacino in giù son dentro roccia, come la spada di re Artù, solo Anteo ha le braccia libere, e coglierà Virgilio e Dante, si comporta con gentilezza, per adagiarli a fondo pozzo, che divora Lucifero e Giuda, dopo chinato si raddrizza, come albero di una nave; mentre in 14 Paradiso, siamo nel Cielo del Sole, in mezzo a Spiriti Sapienti,e re Salomone parla a Dante, dell'ultimo giorno, quan sarete uniti al vostro corpo, brillerete ancor di più, di intensità diversa, a seconda propria intensità, di Amor che occhi corpo regge, carne gloriosa e santa, cresce in ardor che a Dio s'accende, cresce lo raggio che da esso vene, come carbon che fiamma rende, vision Dio sarà più intensa, sì che sua parvenza si difende, poiché li organi corpo saran forti, a tutto ciò che darà diletto; appare san Giovanni luminoso, e Dante rimane abbagliato, luce proporzionata a intensità, di ardore di carità, Beatrice formula sua domanda, i Beati rispondono con gioia, felici a scioglier dubbi a Dante, come quelli che danzano in cerchio, spinti da maggior gioia, alzan la voce e più lieti i gesti, così le sante corone, mostran nuova felicità, alla preghiera devota di Beatrice, i Beati dispongono in cerchia, tonda come quella dei Giganti, ma i santi pien di luce e gioia, Salomon risponde a nome tutti, rivelando la spes intensa, di riconquista integrità, poiche a lor pur manca un pezzo, come ai Giganti manca il basso, pietrificata nella roccia, ai beati manca loro carne, che li renderà perfetti a sguardo Dio. ULISSE Ladri e Fraudolenti, seconda triade 24-25-26, i peggiori criminali, più di assassini e traditori, usan lucido intelletto, per scopi criminali, ma Dante in canto 26, fà sigillo a intelligenza, vede Ulisse fraudolento, gli dice essenza umana: Considerate vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza; senza fiamma della carne, non si accede al pian Divino, Grifone è dàimon collettivo, da qui verbo ingrifare, incarnato da Mercurio, che ispira tutti amare, la Venere in desìo, la bella principessa, figlia al re Universo, unirsi con Sophia, al banchetto di Sapienza, sconfina nel Mistero, delle fiabe tutti tempi, dove Anima è Biancaneve, lo Spirito Principe azzurro, e Ombra è orco e strega, dopo varie peripezie, Spiri sposa Anima, nel Corpo e Intelligenza. Ulisse ritorna, da viaggio errante, sedante o eccitante, trascendere umano, è suo scopo primo, in estasi o samadhi, con ego ridotto, saggio + felice, ora sa capir cuori senza velo, grazie ghostdance tolteco mito, dentro piante egli vede, sorgente di unità, e Adamo albero di vita, estende sue radici, fonte di ogni ego: se ego esce scoperto, calpesta la terra a far battaglie, esamina e divide ogni materia, classifica ogni pezzo di Natura, e diviene Vita inanimata, sol da soldi misurata, Tera ridotta e abusata, Civiltà si scopre condannata, catastrofe di sangue e morale, a cui Avi cercaron soluzione, riunir soggetto ed oggetto, a integrare la visione, apollinea razionale con inconscia, sanar frattura nel samadhi, Shaolin cosciente unione, Anima e psiche puro amore. INRI anche vuol dire, Igne Natura Renovatur Integra, ogni cosa è rinnovata, col fuoco di Vulcano, Afrodite e Marte, imprigionati in rete d'oro, si aman due divinità, in corpo ed in spirito, etere e materia, ri-uniti a eternità. Dante ammira tal prodigio, e in Ulisse narra evento, chi resta confinato, solo al piano carne, fà esser proci a vita, necessita liberarli, ovvero liberarsi, e procedere ascensione. Eros aquila Grifone, è Spirito amante, che in ardua salita, fà essere arguti, la coppia appare un Tre, Sacra Tetrade 4, un quartetto coi due daimon, custodi del destino, pronti a ribellarsi, a chi ostacola fiaba sorte. Ulisse in canto 26, controfigura Adamo, e Albero di Conoscenza, tra Salvezza e Ribellione, i due Poli Equatoriali, spiro del tempo e del profondo, rivel mistero del Xcristos: da eroe uomo non è redento, ma diviene un Cristo egli stesso, il Salvatore e uman ribelle, son 74-76 e 24-26. Vanni Fucci adiacente e opposto, a Ulisse che brucia in sua furbizia, muore e risorge da insipiente, perché ha corrotto sua Intelligenza, Ulisse in sé invece l'ha accolta, come architetto ingannatore, di tranelli ed esploratore, di vizi umani e lor valore, svela a Dante re-integrazione, d'Intelligenza ricollegata: Oh frati che per cento milia, tra perigli giunti all'occidente, non negate a questa piccin veglia, che riman vostri ultim anni, l'esperien del mondo senza gente, dietro al sol verso occidente, considerate vostra semenza, non siete bruti ma gloriosi. Ulisse uomo del Mare, conosce due passioni, sincroniche e discordanti, di nostalgia del ritorno, e nostalgia del viaggio, appartiene a tutte sponde, fino ai ghiacci dell'Antartide, dove affaccian continenti, e copre stesse rotte, che seguono crociate, parla del seme di Adamo, che ha scelto strada conoscenza. Ulisse cuce nostro mare, con viaggi guerre e commerci, ma Alighieri aggiunge al Mito, sua esplorazion mortale, narra il viaggio in aldilà, ridando intelligenza a Ulisse, gloriosa resurrezione; da vecchi siamo esploratori, con un mare di risposte, vecchio-sapiente ancora cerca, con mani piene di domande, le guarda con serenità, e diventa esploratore, nel piacere dell'ignoto, durante il punto morte. Ulisse insegna la fatica, di abbatter divieti Ercole, varca i limiti in coraggio, mette la morte in conto, Dante può parlare ai Morti, perché viaggia in stato Grazia, in quanto seme Adamo, ma in esercizio di virtute, con coscienza illuminata, usa il sapere suo acquisito, poichè vendicarsi è conoscenza, che ritorce a chi la usa. Un marinaio mai scappa, perché il mare è dentro lui, carnefice e amico: noi rallegrammo e poi venne il pianto, ché da nova terra un turbo nacque, tempesta che colpì la nave a prua, percosse del legno il primo canto, Tre volte il fé girar con tutte l'acque, a la quarta leva poppa in alto, e fece inabissar la prua, come narra pure Emerson, finché il mar sovra noi richiuso. Il naufragio di Ulisse, è sua morte e resurrezione, serve lo spirito suo tempo, e crede fuggir spiro profondo, ma il profondo lo conduce, dentro il mister di Cristo, e fà parte del mistero, che uomo diventi Cristo, Jung rivela sincronia, nel Poema dantesco, Ulisse opposto alla Croce, è lo specchio del Cristo, nel sacrificio compiuto, ad accumular sapienza, per ottener salvezza. |nel canto 51, triforme amor deviato, riporta al canto 1, deviata via davan tre belve, canto 50 astro Lombardo, fa conquistare a Dante, mappa Cielo stelle fisse, nella leggenda Vera Croce, amata e nota in Medio Evo, alla Basilica di Arezzo, con Pier della Francesca, racconta che il legno croce, del Cristo, è legno Albero di Conoscenza, attorno cui è avvolto serpente, come al collo del blu Siva: nel vangelo di Nicodemo, un giorno Adamo era malato, il figlio Seth va in Paradiso, a chieder olio legno misericordia, con cui unger corpo padre, e restituirgli la salute. Gli apparve arcangelo Michele, sullo sfondo insieme a Seth, gli disse non piangere per l'olio, del legno Iboga misericordia, in nessun modo potrai averlo, fino al tempo del Cristo, così Michele dette a Seth, un ramoscello da piantare, dell'albero che Adam fece peccare, poi disse a Seth tuo padre guarirà, quan questo ramo frutterà, Seth a casa trovò il padre morto, piantò ramoscello su sua tomba, il ramo divenne un albero, che giunse ai tempi Salomone, epoca di ladri e di serpenti, a preservare qualche ladro, dalle atroci metamorfosi, come Puccio Sciancato, del canto 25; ladri muoiono e risorgono, ai piedi di una croce, su cui Cristo è morto e risorto, come lor maestro tradito. Angelica intelligenza, che parla con voce Dio, custode nostro destino, anche se non lo viviamo, tutore nostre attitudini, e della nostra missione, diretta emanazione di Spirito, che abita entro noi: chi torce natura dei giovani, torce natura degli uomini, distrugge persone e procura, offesa allo Spirito, Educatori dell'Anima, incuranti del potere, che vuole tutti uguali, san re-integrare Spirito, accoglier voce del daimon, che è nostra diversità, ciascun se stesso preso, è contro anestesie, di società omologanti, contempla risonanza 25-75, canto di alchimia, e canto dei talenti, nel silenzioso lavoro, del fuoco di officina, eche lavora la Materia, che si muove e trasforma, secondo leggi sconosciute, di un ordine sacro, a raggiungere profondo, Spirito in Materia. Carlo Martello risponde, che anche Uomo è un alambicco, configurato dal mistero, di tutti i suoi talenti, che dovrebbero esplodere, se non fossero negati, repressi mortificati, e annullati dal Potere, che devia spirito profondo, che alimenta la materia, nostre persone da bambini, in mente di Dio tutto è scritto. Carlo Martello narra futuro, e se mio frate Roberto, antivedesse tutto questo, eviterebbe l'avarizia, dei Catalani in Catalogna, serve qualcuno che al suo posto, provveda a che il suo regno, non subisca ulterior danni, dei suoi antenati liberali, avrebbe bisogno di soldati, non soltanto mercenari, come son franchi catalani, Roberto è diverso da me, anche se figli a stesso padre, lui è avaro illiberale, meschino farà mal suo regno, come Cunizza ed Ezzelino. Dante curioso chiede a Carlo, fatto m'hai lieto fammi chiaro, parlando dubitar m'hai mosso, come dolce seme può essere amaro? se posso mostrarti verità, rispetto al dubbio che sollevi, lo ben che ruota il Paradiso, volge e contenta ogni virtute, Provvidenza alla sua mente, che è perfetta di per sé, non sol determina varie nature, ma insieme ad esse anche il lor fine, ovver non sol influssi celesti, come una freccia sul bersaglio, se ciò non fosse il ciel che tu cammine, producerebbe li suoi effetti, che sarebber sol ruine, e ciò non può succeder, se li ntelletti che muovon stelle, son perfetti come il primo, poichè natura mai fallisce, quel che è necessario, ora dimmi cosa è peggio, per l'omo che vive in terra, se non si fosse cittadino, e svolge ciascuno una funzione, vostro Aristotele scrive il vero, è necessario che sian diverse, le radici dei vostri effetti, uno nasce legislatore, e un altro condottiero, un sacerdote Melchisedèch, e un altro ingegnere, come Dedalo che volando, perse il figlio per l'aere, intelligenza angelica imprime, la circular natura ai mortali, ma non distingue l'un dal'altro, ovver non fà le preferenze, Esaù è diverso da Giacobbe, Natura generata ha suo cammino, che i generati seguon sempre, così interviene Provvidenza, che è più forte di quegli astri, e chi ti era dietro ora è davanti, ora ti dono un corollario, sempre Natura se fortuna trova, discorde a sé fà tal semente, fuor sua region fa mala prova, e se mondo terreno badasse ai ritmi, cioè inclinazioni di natura, seguendo lui avria buona gente, ma voi torcete alla religione, tal che fia nato a portar spada, e fate re chi è nato prete, onde vos traccia è fuor di strada. |Artigli aquila ci appare, dentro canti Stella Polare, irradiazioni di Giustizia, che ci porta a guardar alto, dal punto vista Padre Eterno. Classica esegesi ripete: carro è Chiesa corrotta, il Grifone è Cristo nella Storia, che punisce preti corrotti, assatanati in molte colpe, ma chi diviene immortale, racconta Storia dal di fuori. Dante vede poi una volpe, che si avventa a fondo carro, digiuna pare da ogni pasto, ma è accusata di gran colpe, ma Beatrice la mia donna, mise quella volpe in fuga, volpi che guastano le vigne, quando sono belle in fiore. Canto dei Cantici rivela, tre volte volpe è nel poema, come simbolo di FRODE, allegoria delle eresie, che tormentano la storia, inganno astuto del raggiro, nella Cornice d'Invidiosi, menzogna usa Guido del Duca, divin Giustizia raggirar, lui duca in Montefeltro, accecato dalla invidia, come un Vate cieco vede, quel che non si può vedere, io rispondo a sua domanda, sul luogo da cui vengo, nella valle fiume Arno, in cui spazia mezza Toscana. Rinier da Calboli gli chiese, perché non nomini quel fiume, Guido rispose che quel nome, vorrei scompaia dalla valle, poichè sorgente di quel fiume, di Appennino e del Peloro, tutti fuggono la virtù, come biscia fugge un luogo, che la induce a fare questo, per sventura o per mal uso, abitator misera valle, hanno mutato lor natura, Circe li ha mutati in bestie, come scrive san Bernardino, tra brutti porci degni a galle, cioè ghiande Casentinesi, che di cibo fatto da umani, Arno scorre verso il basso, e trova botoli a ringhiare, più di quanto quanto torcon muso, e devia corso disdegnosa, di toccar tali Aretini, tale valle sciagurata, scende più in basso più si allarga, tan più trova Fiorentini, cani divenuti lupi, acqua poi discesa a fossa, cioè bacini più profondi, trova volpi pien di froda, che non temono altra astuzia, che possa catturar Pisani; ecco valle senza nome, se lo avesse reca danno, se lo togli esce da storia, valle di lacrime governata, da natura avversa e contraria, che trasmuta uomini indeboliti, in folti branchi di belve, affamate e arrabbiate; questi versi affondan lama, nel dolor di umanità, esiliata e sprofondata, in valle lacrime di astuti, Volpe animal notturno, diffidente affonda il morso, nelle tenebre del Corpo, nella fame delle notti, aggredendo il carro umano, mutilato nel suo spirito, e che ancor non hanno visto, la Giustizia di Maria. Beatrice caccia la volpe, dal carro uman tragedie, poi vidi Aguglia tornare, da indi era venuta, la vidi scender giù nell'arca, e lasciarvi alcun sue penne, compatendo il male umano, come cuor che si rammarca, tal voce uscì dal cielo e disse: o navicella come sei mal carca! da quando foste fuori Eden, vi ho contattato direttamente, con la salvezza incarna in Cristo, allora appare il Cristo in penne, abbandonate sul quel carro, in supremo Atto di suo Amore, dove nessuno ha mai veduto, oltre donazio Costantino! ipocrisia di uomini umani, rifiutan veder sol verità, che nel duomo di Barga, dura secoli un anno un giorno. Parve a me la terra aprisse, tra ambo ruote del carro, e vidi uscirne un drago, che conficcò la coda al carro, come vespa che ritragge ago, a sé traendo coda maligna, trasse del fondo e gissen vago, portò via una parte del carico, e se ne andò serpeggiando, quel che rimase come gramigna, sulla vivace terra, di piuma offerta fu coperta, con intenzion sana e benigna, come si è aperta la terra, a ultimo respiro del Cristo, così da tal voragine, sorse il secondo tradimento, di umani contro quelle penne, corrotti dai lor calcoli, di possibili guadagni, e i Giusti soffocati, dagli ingiusti senza cuore, chiedon soccorso a quelle penne, a dar Salvezza e Dannazione; dopo che il fuoco ebbe ruggito, l'acuta punta mosse qua e là, e poi diede cotal fiato: se io credesse che mia risposta, fosse a persona che torni a Terra, questa fiamma staria in silenzio, ma poichè da fondo Inferno, nessuno esce vivo, se sento dire il vero, ti rispondo senza timore, di essere infamato. Guido da Montefeltro, chiuso in fiamma come Ulisse, consigliere fraudolento, ingannatore anche a se stesso, crede confidar sue verità, a un dannato dello inferno, fui uomo d'arme e poi francescano, credendo di fare ammenda, dei miei peccati col cordone, ma poi il papa Bonifacio, mi indusse ancor peccare, il gran prete mi rimise nelle colpe, ipocrita anche in nome! fintanto che fui carne e ossa, col corpo datomi da madre, lavoravo con astuzia, come volpe e non leone, conobbi trucchi e vie nascoste, accorgimenti e coperte vie, io seppi menar lor arte, a fama in tutto il mondo, quando mi vidi alla vecchiaia, dove ognuno ammaina vele, e pentirsi dei peccati, ciò che prima mi piaceva, mi dispiacque e feci frate, dopo pentito e confessato, ma ciò non mi ha giovato, poichè novo principe di Farisei, ovvero papa Bonifacio, combatteva guerra in Laterano, contro i Colonna cristiani, evitando Saraceni o Giudei, ogni suo nemico era cristiano; se Costantino chiamò a sé, papa Silvestro dal Soratte, a guerir della lebbra, Bonifacio chiamò me per la sua febbre, mi chiese un consiglio, io tacqui a tale pazzo, mi disse di parlare, io ti assolvo fin da ora, purché mi mostri arte di spia, io posso aprire e chiuder cielo, assolvere e condannare, due sono le chiavi, che Celestin mai ebbe care, mi convinsero argomenti, poichè tacere ha conseguenze, Padre poichè mi assolvi, da quel peccato in cui ricado, prometter molto e mantener poco, ti fò trionfare nel tuo trono; secondo tradimento a Dio, mischiar grano con gramigna, non riconoscer differenza, fra giusti ed ingiusti, Celestino mai voleva, aprir chiuder cielo al Male, giace tra gli Ignavi, per causa gran rifiuto. Francesco venne quando fui morto, a prendere mia anima, ma un diavolo gli disse, lascia non farmi torto! deve venire ai miei dannati, diede consiglio fraudolento, così gli fui alle costole, chi non si pente non è assolto, poichè è contraddizione, io dolente mi scossi, quando mi prese e mi disse, forse tu non pensavi, che io fossi filosofo! Trasformato il carro santo, mise fuori delle teste, tre sul timone e quattro in angoli, le prime cornute come il bue, le quattro un solo corno, avevano per fronte, allegoria di Apocalisse, mostri di anima uomini, tre belve con due corna, lince leone e lupa; le quattro belve con un corno, son cambiate di segno, quattro ninfe Cardinali, che si vedono nell'Eden, trasfigurano tenebre, tutte e sette assieme, zavorra che ci schiaccia, impedendoci a volare, sorgenti del dolore, Castronuovo estrae: LINCE è narcisismo, opportunismo ed egoismo, indifferenza e alienazione, ha pelle maculata, ossessione per l'istinto, nevrosi ipocondria, da immaginarie malattie, prensilità felina, cioè shopping compulsivo, inquieta delusione, azzerata ogni empatia, pulsione al movimento, sfrenato colmo in nulla, ansia e invidia al mondo. LEONE materialista, ma per uso di ragione, aggressivo dominante, di un mondo fatto a lui, dissolve entro il potere, nel tempo suo ruggito, superbia fame mondo, ossessionato dal controllo, del mondo al suo servizio, manie persecuzione, se viene ostacolata, la vanità in suo regno, nel centro di sè stesso, lui è sua verità, ma teme dolore e morte. LUPA è fuorilegge, questa è la sua legge, schiava e padron di eccessi, sua furia è negazione, violenza ed omicidio, dissolve in nichilismo, regista di tragedie, insaziabile sua mente, ha un Io disgregato, che lei ricuce allora, disgregando gli altri, suo alimento è odio, in forma paranoia, possiede per brama, e rabbia del mondo, non per bisogno. Le altre quattro carte, son forza per il corpo, sapienza per la mente, giustizia per l'anima, temperanza per spirito. |Aquila irradia in tre cantiche, lo Spirito di Dio, manifesta divin giustizia, e nel sesto canto Paradiso, Giustiniano narra la storia, di Aquila Imperiale, dalla guerra di Troia, fino al tempo di Dante; le sue ali convergono, sul canto 66 Purgatorio, dove Dio torna parlare, agli uomini del Carro, due sue opere Giustizia, cioè cacciata da Eden, e incarnazion del Cristo, mentre in 28 Inferno, emerge losco Guido Montefeltro, che volea ingannar Giustizia, indossando il saio francescano, Guido maledice Bonifacio, ingannatore di Dio, e restituisce a Celestino, la santità che gli è dovuta. Nei canti 86 e 87, Aquila parla a Dante, mentre canto 1 proemio, è chiave volta Arco di Fuoco, arco di Aquila che unisce, le due selve visitate, di smarrimento e ingresso Eden, sempre la stessa selva, trasformata in nuovo Dante: dinanzi a me con ali aperte, eran le anime liete, in dolce visione di Dio, parea ciascuna rubino acceso, che nei miei occhi Lui rifrange, io vidi e udii parlar lo rostro, il becco di aquila parlava, diceva io e mio, ma intendeva noi e nostro, per esser stato giusto e pio, son qui esaltato a quella gloria, che non si lascia vincer a disio, e in terra lasciai mia memoria, che persin genti malvage, lo lodano ma non seguono, così un sol calor da molte brage, si fa sentir con molti amori, usciva un suon da quella image. Aquila parla al singolare, dando voce ai Beati, che sua forma compongono, doppia natura di un dàimon, il più vicino a Dio, rispecchia eterno fluire, dell'Essere Spirito, parla in prima persona, è la Giustizia Divina, Aquila è un tetragono: UMANI diventati BEATI, formano simbolo di un ANGELO, che parla con voce DIO, questa immagine dice, che non esiste separazione, dentro emanazion divina, poichè i molti Spiriti, parlan unico suono, a cui partecipiamo in vita. Ben io so che cielo altro reame, divina giustizia fa suo specchio, in angelica gerarchia, io sempre pronto ad ascoltare, come un falcon disia volare, io vidi aquila entro lodi, dei Beati della grazia, che san legger mio digiuno, che nessuna cosa sfama. Dante usa stessa image, per Testamento Paradiso, Mosè davan roveto ardente, verde fuoco che non brucia, mentra ascolta voce di Dio, che gli sta dettando Legge: oh fior di eterna beatitudine, col profumo di vostra voce, interrompete il digiuno, che mi fè patir la fame, non trovando a saziarlo, nessun cibo sulla Terra. Sapienza è il motore, che ispira divin Giustizia, enigma di Beatrice, sul vaso rotto dal serpente, Umanità da sempre è salva, nella mente di Dio, Dante agisce come l'Aquila, nella sua voce vibran tutte, le domande dei mortali, senza esplicita richiesta, DIO perchè permetti accada? le guerre e i massacri, carestie e pestilenze, ingiustizie del mondo, le ferite nella vita, Aquila risponde, iniziando Dante al Ciel Saturno, dove incrocian quattro corde, che risuonano in accordo, in sincronia del corpo, con anima e intelligenza, per lo spirito attirare, e risposta respirare. |GRU nello Inferno, associate ai lussuriosi, trascinati da bufera, e destinati a girare, vanamente sempre in tal aria, recuperano in Purgatorio, capacità di migrazione, movimento verso una meta. Poi citate nel Paradiso, appaion giunte a tale meta, dove si cibano liete, e poi si alzano in volo, a formare lettere di selva, oscura selvaggia e forte, dove preval forza natura, vergine e intatta, che impedisce penetrarla, ma dentro ha vita variegata, con un robusto cerro e abete, che in alto si digrada, frassini tigli e platani, ai loro piedi un sottobosco, fitto intricato di cespugli, di rovi piante e semi, gru disegnano volando, lettere alfabeto, poi forman aquila imago, simile al falcone, cicogna ed allodola. Beatrice beata paragonata, a un aquila e a un uccello che attende alba a nutrir piccoli. ALTA FANTASIA vuol dire, che viene dall'alto, da intelligenza cieli, ecco Libro di Ester, che rivel suo sposo re Assuero, di essere ebrea, quando il ministro Aman decreta, sterminio ebrei di Babilonia. Aman condannato a morte, da crocifisso ancora espande, suo disprezzo e sua ferocia. Dante con occhi aperti, piovve in altra fantasia, vide Aman crocifisso, con aspetto amar disdegno, che moriva in questo modo, intorno a lui presenti, re Assuero e sua moglie Ester, e il giusto Mardocheo, integro in parole e azioni, quan questa imagine svanì, come bolla che vien meno, perché sotto manca l'acqua, sorse in mia visione, una seconda Fantasia, da Eneide ispirata: io vidi una fanciulla, che piange forte e grida, a sua Amata madre regina, Lavinia in sposa a Enea, a pacificar troiani e latini, ma sua madre detta Amata, moglie al re Latino, si impicca a fermar nozze, che evitan la guerra, fra Troiani e Latini, Lavinia parole grida, madre io ora piango, più per te che pei Latini! perché per ira hai voluto, esser suicidata a me, ora mi hai perduta, e io son qui che mi addoloro, per tua inutile rovina. Ester salva gli Ebrei, Lavinia vuol salvar Latin da guerra, ma Giunone mette in cuor di Amata, la biscia di Furia velenosa, che l'anima le scippa, dolore di anima derubata, spesso distrugge il corpo, per salvar se stessa, Anima doppia geminata, dai Dioscuri a salvare, ma può anche distruggere, se non la scegliamo, se non la nutriamo filosofi_dante-purga-ultimaprova.mp4musical_promessi-sposi.mp4audio
||Commedia di Alighieri, un poema in 100 canti, divisi in 3 cantiche, Inferno Purgatorio e Paradiso, suo metro è la terzina, con rime incrociate, numero tre di perfezione, in suoi multipli ritrovi, come 33 canti a ogni cantica, e un canto di proemio. Maria Castronuovo a Raseno, narra mappe in Poema, tra stelle segrete e quiete, gioco ognuno concluda, Dante inizia 8 aprile, viaggio in regni ultraterreni, peccato espiazion salvezza, la notte venerdì santo, il viaggio del Pellegrino, dura una settimana, comprende teologia, morale e filosofia, riflessione e politica, e religione a realizzare, umana interna natura, materiale e spirituale: dannati e santi obbediscono, a precisa volontà divina, che risponde a ordine universale, inscritto nella storia, come magistrae vitae, rivelazione del divino, su Terra immobile al centro, circondata da nove sfere, e queste da Empireo, riflette orma di Dio, geometria di sua creazione. Dante ispira suo poema, nove cerchi per Inferno, due balze e sette cornici in Purgatorio, nove sfere al Paradiso, quando vi giunge vedrà il mondo, da un altra prospettiva, con Empireo centro Universo, e Terra ultimo suo cerchio. Commedia ha inizio tragico, e conclusione positiva, il pellegrino si smarrisce, in selva oscura presso Yoros, da smarrimento nel peccato, lo salva anima di Virgilio, che accompagna Dante dentro.

353:chi più intende più perdona, perdonando si acquista trionfo: Dante narra Purgatorio, 25 canti dei Dioscuri, orizzonte Sudest sudovest, mentre il monte resta fermo, quando esce si ribalta, Virgilio e Dante avvinghia, al pelo torace di Lucifero, tenendo testa in alto, ma presso cosce gira testa, in giù a poter uscire inferno, con la testa alta ora, lungo gambe di Lucifero, per uscire con la testa, iniziazione dei neonati, niente parti ipodalici, giunto a spiaggia del Monte, poeta si scopre capovolto, sul piano detto australe, e alla fine Purgatorio, ribalta ancora il fuso orario, e Saturno in Paradiso, ribalta orbita al poeta, da senso orario ad antiorario. Dante muove nei Tre mondi, senza smettere ruotare, attorno a centro stella Barga, pizzicando questa corda, dove narra in circolare, Dante muove anche nel Cosmo, lascia dietro molte tracce, elicoidi cilindri e coni, nel geocentrico Uno, dove colloca il compasso, a costruire Stella Barga, come un cavatappi, entra a spiral dei cieli, qualsiasi punto scegli, quello è sempre il centro, ognuno per se stesso, è centro d'infinito, giri a destra o sinistra, a spirale attorno al centro: appena fummo in cima a scala, Virgilio intenso mi guardò, dicendo figlio hai visto molto, pene eterne e temporanee, sei giunto ora in un punto, dove io non posso andare, con le mie sole forze, ti ho condotto qui a ragione, con ingegno e con arte, tuo piacere prendi per duce, tuo piacere sia tua guida, fuor de l'erte vie tu sei, fuori ripide vie strette, vedi il sol ti brilla in fronte, vedi erba fiori e arbusti, che qui la terra da sé produce, finché vegnano a te, lieti e belli occhi Beatrice, che lagrimando a te, mi spinsero aiutarti, tu puoi andar tra elli, non avrai altre parole e gesti da me, liber giusto e sano è tuo arbitrio, la libertà che cercavi, ora l'hai trovata, il tuo potere di scegliere, è diventato incorruttibile, e sarebbe errore non usarlo, io ti corono e ti mitrio, Virgilio dà il su addio, la doppia regalità, di Parola e Silenzio, dono dei Dioscuri, è la madre dei Gemelli, nella Buiti tradizione, quando parla il Povi, o quando osserva e tace. Dante ben capisce, che ultime parole, proferite dal maestro, che gli diede Primavera, la viridis dei Dioscuri, gli regala erba e turioli, teneri arbusti e fiori, che a suo piacere usa, in eterna prima Eden, dove tutto sempre nasce, e dove Dante nuovo muove. Celebrare nozze sacre, lui terrà con Beatrice, unione due poteri, è di ogni anima libera, Dante tenne ambo le chiavi, del cor di Federigo, dice Pier Vigne del suo khan, eco risuon da basso Inferno, quan Dante insinua il sospetto, che ogni uomo ha diritto, di posseder due chiavi, che aprano il cuore, se ha spirito libero, canti 13-37-62, parla di un khan, che libero deve esser, se possiede i due poteri; nel canto 36 troviamo, Casella parla di Roma, sul Bosforo e ogni fiume, dove angelo raccoglie anime purganti, e qui abita un Papa, che avoca a sé i due poteri, spirituale e temporale, mentre al canto 61, Dante vien libero incoronato, con queste due corone, iniziato al quarto grado, dei Misteri orfeo-pitago, progetto politico dantesco, mostra il punto più alto, che raggiunger può individuo, diventare imperatore, e papa di se stesso, cerca il centro d'Infinito, ma sa legger populismi, demagogie e consensi masse. Dante era cataro, pitagorico e alchimista, templar mistico e sufi, massone gnostico e fedel Amore, ascoltiamolo parlare, rincorriamo sue visioni, come il rito di Virgilio, indaghiamo le ragioni, a esser liberi per Eden. Duomo di Barga è dedicato, a san Cristoforo protettore, di viaggiatori e pellegrini, di più viaggi spirituali, qui dipinte due corone, sul portale laterale, miracol d'oro san Nicola, e due templari protettori, quello a destra fu ferito, dalle bombe di alleati, alla leggenda di Crociate, dove fanciullo Adeodato, rapito da Emiro Saraceno, costretto a servir da giannizzero, usando uno vaso d'oro, il ragazzo prega San Nicola, di liberarlo da quel sorte, il giorno dopo arriva il Santo, che lo prende pei capelli, e lo riporta alla sua madre, che piange felicità, Adeodato dopo serve, al banchetto re cristiano, usando stesso vaso d'oro, due banchetti allegorici, due poteri a confronto. Adeodato templare, vuol dir dedicato a Dio, dopo esperienza mondana, inizio del cammino, verrà tirata pei capelli, ricondotto a servir Spirito, necessarie il mondano, a produrre la scelta, Adeodato sceglie di pregare, intervento del Santo; nel linguaggio sapienziale, libertà appar servizio, scrive Dante in Purgatorio, a maggior forza e miglior natura, liberi soggiacete, quella cria la mente in voi, che ciel non ha in sua cura, Marco Lombardo dice, lui vescovo cataro,da uomini liberi sottomessi, a forza maggiore di voi, e a natura migliore, questa forza crea dentro, intelletto simposio, da cui influssi astrali, non preoccupan più. Liberi sottomessi, alla libertà dono Amore, tutto da conquistare, Dante cerca libertà, la trova quan Virgilio, lo sottomette a due corone, cioè alle leggi libertà, di equilibrio e armonia, serenità bellezza pace, giustizia e sapienza, prudenza elevazione, amore e rispetto, decoro e dignità, leggi a cui Kan e Papi, dovrebber esser sottomessi, scegliendo la libertà, sottometti alle sue leggi, che al servizio mondo poni. Catari e Templari, lasciaron chiese segni, tre corde a pizzicare, un accordo alto e vivo, che risuona in Libertà, ingresso dentro Eden: la divina foresta, folta e rigogliosa, che occhi temperava, il novo giorno ero pronto, senza aspettar lasciai la riva, prendendo la campagna, lento sui pendii, brezza dolce e regolare, profumata sulla fronte, soave vento tremol fronde, tutte quante piegan pronte, a prima ombra il santo monte, mentre sulle loro cime, gli uccellini cantano arte, con pien letizia accolgon alba, intra foglie accompagnati, da fruscio alle loro rime e le foglie in accompagno, come accade quando Eolo, scioglie il vento di scirocco. Alba eterna primavera, scioglie sensi in libertà, liber tocco vento e fiori, con il canto degli uccelli, nel tepore di scirocco, sulle labbra sente casa, Dante prima era smarrito, mentre al canto 62, torna al luogo primo Adamo, nella veste dei lettori, assonnato in selva oscura, sorge ai sensi attivi, presso un fiume adamantino, che gli vede innazi, tutte l'acque sono monde, dopo dolorosi morti, che ci ebbero trafitto, il mondo è sempre uguale, sol simmetrico diventa, opposto ai nostri occhi, esplode in sua bellezza, canto 1 e 62, simmetrici ed opposti, Pasqua di Resurrezione, Dante sorge sotto Vergine, nel luogo virginale, all'alba del mondo: coi piè e occhi ristretti, passai di là dal fiumicello, per mirar rami fioriti, e mi apparve all'improvviso, meraviglia che distrae, una donna soletta, cantando fior da fiore: orsù bella donna, che sei scaldata da amore, fatti un poco avanti, così capisco cosa canti, Tu mi rimembri Proserpina, quando perdette la madre, nei misteri di Demetra, e la madre a sua volta, perse la primavera. Dante sale lento, attraversa anche le soglie, senza capir tutto, del dono del Grifone, ascesa al mondo Spirito. Io mi rivolsi ad amoroso suono, colei che mi conforta con sua voce, ma mia memor poco ricordare, se non sorretta da Dio, poichè rimirando Beatrice, lo mio affetto fu, libero da ogn'altro disire, fin che piacere eterno diretto, raggiava in suo bel viso, poi rifletteva in me, il mio cuore liberato, da tutti i desideri, immerso in suo sorriso, spirituale trasparenza, donata dal Grifone, in terra mentre vivo. Liberiamoci anche noi, per qualche istante dai desii, fino quan Beatrice ci risvegli, con un dolce rimprovero: volgiti e ascolta, ché non sol miei occhi è paradiso, raffina il tuo udito, e i confini del cuore, a sentir eco lontano, che dissolve nel cosmo, vibrazione in armonia, fin trentunesimo Purgatorio, quan Dante apprese dal Grifone, il Mistero di Amore, rispecchiato in Beatrice, congiungendo anima sua, terrestre e divina, di aquila e leone, con anima di Donna, guida spirituale, con sguardo di smeraldi, dentro estasi totale, carnale e sublimata, spalancando loro porte, per Anima uscir entrare, così occhi di Beatrice, divenner Paradiso, in ogni canto incrocio sguardi, che lo rinvigorisce, schioccante sferzata, di orgasmo in Paradiso, cui Dante mai si manca, perché senza Eros, sua Anima mai canta, leggi il Paradiso, per esser Paradiso. Ora è giunto il tempo, per Aquila guardare, Beatrice si dissolve, insieme ad ogni storia, Dante avrà imparare, a far meno anche di lei, senza provarne sofferenza, accecato ed abbagliato, da luce Aquila-san Giovanni, fà incontro con Spirito, in suo profondo cuor, traversa Arco di Fuoco, cammino in Solitudine, dove Aquila evolve, lo Spirito in Materia, mistero sen parola, che è libero a trovarlo, chi scardina se stesso, da tutti i condizionamenti, e con Spirito fa festa, e vede tutti i cieli. |Grifone somma leone e aquila, rappresenta Gran Tartaria, impero nato dal Xristos, poi diffusa in tutti i mari, potenze simili a Dioscuri, doppia natura del Daimon, fà da ponte uman-divino, fra Dante e il Paradiso, con terrene zampe feline, balza il volo nello Spirito, Grifone muta il suo passato, e diviene allegoria del Cristo, in forza doppia sua natura, Dante sfrutta a intelligenza, a deviare i più saccenti. Orfeo riscatta stor d'amore, con Beatrice eterna ngombi, amante eterna del Poeta, sul Grifone dai colori, oro rosso e bianco, auredo rubedo albedo, fasi alchemiche compiute, in alto dei cieli, in compagnia di sue ali, che fino al ciel arrivan. Daimon personale e collettivo, padron destino a tutti, al suo collo aggioga il Carro, con Beatrice e umanità, nemmen trionfali Fasti a Roma, conobber carro così bello, più del carro del Sole, africano vero Augusto, la nostra doppia natura, terrestre e divina, come due ruote portan peso, del viaggio nostra vita. Carro tiene due corone, Beatrice fra i Beati, ci appartiene e ci riguarda, nostro esistere nobilita. Quando settentrion del primo cielo, con stelle a forma candelabri, senza alba nè tramonto, mai stata offuscata dalla nebbia, a ciascun indica il dovere, come fà l'Orsa Maggiore, che indica strada al Timoniere, per giungere in porto, si fermò allor la gente, si voltò verso il carro, come fonte di pace, un dei vecchi grida e canta, per tre volte tale stofa: Vieni sposa dal Libano, e in coro tutti gli altri, beati al nuovo bando, cantano alleluia! con la voce loro corpo: Benedetto tu che vieni!, gettan fiori tutt'intorno, rinati in coro alleluiando, si alza Cantico dei Cantici, ministri e angel messaggeri, spargon gigli a piene mani, nel Giudizio Universale, quan due ruote son riunite, in Beatrice meritata, a continuar la stor d'amore: |Dimmi o amore anima mia, dove vai a pascolar gregge, dove lo fai riposar meriggio, così che trovi il posto, il coro allor risponde: Se non lo sai bella tra donne, seguiò'orme del gregge, mena a pascolar tue caprette, presso dimore dei pastori |Dov'è andato il tuo diletto, o bella fra le donne, noi lo possiam cercare con te? La sposa allor risponde: il mio diletto è in suo giardino, fra le aiuole del balsamo, pascola gregge e coglie gigli, Io son per lui e lui è per me, pascola il gregge tra i gigli, mio diletto bianco e vermiglio, lo riconosci fra mille e mille, ha capo di oro puro, il suo Libano è Paradiso, da cui arriva Beatrice. Dante dopo il viaggio, da Capretta appar Pastore, con Beatrice pascola gregge, noi caprette infinite, diventate carro fiori, gettati da angeli alla luce, dei colori del Grifone, oro bianco e vermiglio, i colori del diletto, nell'incanto delle Nozze, tra due anime del Rebis, come nozze Siva e Sakti. Salmo duplice che canta: |Benedetto tu che vieni, nel nome del Signore! sei diletto della Sposa, hai i colori Grifone, ecco il rito dell'Unione: dentro nuvola di fiori, che da mani angeli sale, e ricade dentro il carro, una donna allor mi apparve, indossava un velo bianco, incoronata con ulivo, sotto un verde mantello, vestita rosso fiammante, e il mio spirito tremante, ha stupore in sua presenza, sentì sua gran potenza, di antico amore vivo, tremavo in ogni cella, sua vista mi trafisse, già nella puerizia, quan vidi Maria statua, che calpestava il serpe, con ansia di un bambino, cercavo io il maestro, Virgilio era scemato, mio dolce padre e guida, mie guance accolser pianto, con rosea serenità, e nell'alba pioggia fiori, apparve donna in tre colori, verde pace e bianca liber, e rossa come amore. Il mio spirito divino, rivisse la ferita, di amor terreno boccio, nei brividi di Orfeo, attratto in corpo e cuore, che irrompe anche lo spirito, Eros mortale e immortale, condiviso con qualcuno. Vidi fianco sinistro al carro, ruota detta spiritual, odo suono del mio nome, mi voltai verso la donna, drizza li occhi verso me, pur suo vel scendea di testa, cerchiato a fronde di Minerva, ovvero rami ulivo-pace, non permette veder viso, regale atto ancor proterva, come chi parla e si riserva, argomenti forti per la fine. Smetti pianger per Virgilio, ti conven per altra spada, Beatrice appar Jurema, ammiraglio a poppa e prora, che sorveglia i marinai, e li sprona a fare bene, donna amazzone guerriera, mi fa viver scontro amore, in prosa musica e teatro, mi rimprovera così: guarda ben sono Beatrice! come degnasti accedere monte? a questa sede uomo felice? Dante e voi care caprette, perchè in vostra vita, avete scelto infelicità? sceglier solo il dolore, come mare a naufragare, è una colpa non prevista, dai comportamen terreni, che ci aiutano a credere, che infelicità sceglie noi, mentre è viceversa, tal è peccato originale, a Dante rimproverato, nell'Eden Paradiso. Li occhi mi caddero alla fonte, in fiume vedo il mio riflesso, poi li volsi verso l'erba, la vergogna gravò mia fronte, tanto da sfuggir lo specchio, come madre al figlio par superba, così lei sembrava a me, amor rimprovero sapor amaro, la donna infine tacque, e coro angeli a cantare, offre parole a Dante, in te Domine ho speranza, salvami da errore, piega tue orecchie verso me, a liberarmi da confusione, tu sei mio Dio protettore, in casa e fuori a farmi salvo, mia fortezza e rifugio sei, mia guida e sostentamento, mi trai fuor da quel laccio, che mi han teso occultamente, perchè tu sei mio protettore, e mi hai redento in verità, liberandomi da vanità, esulto tua misericordia, tu getti sguardo a mia abbiezione, e salvasti anima mia, dalle angustie del nemico, e apristi campo pei miei piedi! ecco salmo 30 Bibbia, dalla Vulgata al latino, da san Girolamo per Dante, in canto 30 Purgatorio, quan nemici di noi stessi, carichiamo infelicità, non certo per sadismo, ma per rafforzar orgoglio, nostre volute durezze, ci procurano alibi, per viver rinunciare, e di vanitas morire, dunque lotta a liberarti, per percorrere la terra, fin le stelle di Universo, dove Dante ha messo i piedi, a scardinare ogni fobia. Io sen lacrime e sospiro, prima di angeli a cantar, armonie ruote celesti, mi compativano com se, vibrazion di compassione, avesser detto Donna! perché lo fai a pezzi? allora gelo intorno al cor, come neve su Appennino, da venti freddi di Schiavonia, si scioglie poco a poco, quando Afro manda i venti caldi, si trasforma in acqua e fiato, e uscì fuori bocca e occhi, quel rimprovero sudato, ecco pianto coi singhiozzi, ella ferma in su la coscia, in carro stando volse e disse: angel creature così poscia, voi vigilate eterna luce, giorno e notte sapete tutto, ogni passo che Terra compie, così la mia risposta, ha scopo a farsi sentire, da colui che piange oltre il fiume, dolor commisurato a colpa; intenda colui che piagne, al di là di questo fiume, colpa e duolo una sol misura, non solo influenza Cieli, indirizza ciascun essere, al suo fin virtù di stella, che a sua nascita presiede, ma pur generosa grazia divina, che piove da nubi alte, cui nostra vista neanche scorge, come terren fertil dotato, si fà maligno e silvestro, cioè sterile e selvaggio, co mal semente e non coltivato, sostenni Dante col mio volto, conducendo a retta strada, ma quan morii tradì memoria, e si diede ad altre donne, da carne a spirito mutai, gli fui men cara e men gradita, rivolse passi a via fallace, seguendo false immago di bene, che non mantengono promessa, allor lo richiamai nel sogno, narrato in Vita Nova, e anche in altro modo, ma a lui importò ben poco! e cadde tanto in basso, che divenne inefficace, ogni mezzo per salvarlo, salvo mostrargli genti perdute, così visitai uscio dei morti, in Limbo soglia dello inferno, piangendo volsi preghier Virgilio, che l'ha condotto fin quassù, fato di Dio sarebbe infranto, se Dante superasse il Lete, e gustasse acqua del fiume, senza provare un pentimento, gustae vivanda senza scotto, pentirsi è lacrime versare; a Dante è chiesta confessione, accurata di sue colpe, e un pentimento lacrimante, suo peccato è la superbia, orgoglio a scegliersi infelice, lo scialare dei talenti, tradir suo angelo custode, Daimon scelto dalle stelle, e da Grazia Divina, Beatrice questo gli ricorda, aver tradito la sua Donna, che lo ha iniziato Amore, al gran disìo di elevazione, donna del corpo e intelligenza, donna di anima e intelletto, donna di Spirito e Sapienza, Daimon che parla a voce Dio; Dante la vide a nove anni, lei lo ri-sveglia a diciott'anni, quan presentano i Dioscuri, alimentando il gran disìo, Dante ha dolore per sua morte, e manca promessa scriver opera, per Beatrice donna sua anima, sorgente di Dante, Eros Amore e Carità, Filosofia Fisica e Teologia, la ritrova in se stesso, ricomponendo Orfeo sofferto, come spiga chicchi grano, specchia tanti in uno solo, come fosse una sol corda, che da ngombi appar mogongo. Rapporto Amore in utopia, si rispecchia nel rimpianto, di anima innamorata, che ha desiderio di specchiarsi, di ricambiarsi nell'altro, per conoscere se stessi, chimera di viver sempre, l'un nell'altro in ogni evento, quan la perde lu si perde, confondendo le altre strade, in cui specchiarsi e tanto cadde. Grifone è detto pur Chimera, che accompagna anime morti, realizza incontro fuori mondo, con la forza del rimpianto, lo costringe a entrar nel fuoco, al solo nome di Beatrice. Confessione aiuta Dante, a ri-conquistare libertà, tradì sua anima missione, come il Cristo di Dafoe, volsi miei passi a false cose, e il vostro viso si nascose, quando sciali tuoi talenti, scegli di essere infelice, due amanti invitti narran storia, nella forma di Commedia: mai ti appresentò natura o arte, piacer quanto mie belle membra, in cui terrena io fui rinchiusa, e che or son sparse sottoterra, e se tal sommo piacere, ti venne meno con mia morte, qual cosa mortale trasse il disio? Ben dovevi dopo delusione, di ben fugaci terren fallaci, levarti in alto dietro a me, non più terrena e passeggera, non ti dovea gravar in basso, ad aspettar più colpo sorte, una giovan donna o un altro bene, che vano effimero ha uso breve, nostra natura tiene due ruote, carne e divinità, corpo mortale si decompone, Spirito eterno soffia quan vuole, come il vento di alto amore, perché non mi hai seguita, elevandoti su vanità finita? esser materia e non-materia, è un elaborare il lutto, come morte di se stessi, e ri-connetter propria anima, quando il corpo si dissolve, lo Spirito si coagula, e quando questo si dissolve, nuovo Corpo si coagula; tal Commedia fu studiata, dalla Scuola di san Marco, come fonte di sapienza, Dante-Adamo torna ain Eden, e noi tutti insieme a lui, nel fulgor del Sesto Giorno, tra Sette stelle-candelabri, che camminano da soli, a destra Giove Marte e Sole, i pianeti maschili, Mercurio al centro è controllore, Luna Venere e Saturno, i pianeti femminili, alla sinistra del carro. Sette stelle dantesche, a settentrion del primo cielo, gente verace tra il grifone, al carro volse la sua pace, le sette luci arrivan tosto, dal Cristallo motor primo, recan Spirito e Materia, macrocosmo e microcosmo: SATURNO è astronomia, discrezione di sapienza, SOLE fede è aritmetica, LUNA grammatica e giustizia, MARTE musica e lavoro, MERCURIO dialettica e purezza, VENERE filosofia e dolcezza, GIOVE è impegno e geometria, passa il Carro fino al Lete, che riflette stel Polare. |quattro virtù di Eros, trasformate in Cardinali, ancelle di Anima Beatrice, Psiche trova suo Eros, Grifone-Cristo anima eleva, a livello dello Spirito, fà che Dante con Beatrice, uniscan loro anime, mentre nel Carro umanità, San Paolo vegliardo, mostra con spada in mano, in territorio virginale, Mercurio e Venere incontro, in forme uman Dante e Beatrice, nuovo Adamo è riscattato, accolto amato dal gran cielo, al Sesto Giorno di Creazione, nel Mistero di Materia, Eros muove le sue corde, vibra corpo e anima tutta, e riunisce umanità, reintegrata alla purezza, della prima sua esistenza. Dante dice che la Bibbia, non contiene Umanità, mentre è questa umanità, che contiene ogni Bibbia, con tutti i suoi linguaggi, insieme a tutti i pellegrini, nel terrestre labirinto, nel mister doppia natura, del Cristo e del Poema, quando si scardina il sigillo, dello Spirito nei canti. Grifone media il contatto, diretto tra Dio e Dante, ovvero tra Dio e noi, in primavera union sacrée. Ortica del pentimento mi punse, dopo la breve confessione, Dante viene invitato, alzar occhi su di lei, la vede bella pur col velo, sviene vinto da visione, ecco evento quinta morte, e quinta resurrezione, diventa Sacerdos et Dux, Pastore e Guida, immerse in Lete, a cancellare ogni dolore, poi si immerge in Eunoè, acque di memorie buone: quan rinvenni vidi Matelda, disse aggrappati a me!, mi aveva immerso nel fiume, sino alla gola, e tirandosi dietro me, scivolava come gondola, fui vicino a sponda opposta, sentii gli angeli cantare: mi aspergerai con tal dolcezza,, la bella donna aprì le braccia, mi abbracciò la testa, e mi immerse a bere acqua, poi mi affida a quattro donne, ciascuna copre col suo braccio, noi siam ninfe e in cielo stelle, create ancelle di Beatrice, ancor prima che Lei nacque. Ti condurremo ai suoi occhi, altre tre donne aguzzan tua vista, perché tu possa osservar lume, che c'è al loro interno, esse hanno vista più profonda, dopo iniziarono a cantare, poi mi portano con sé, sul petto del Grifone, dove Beatrice guarda noi. Guarda i suoi occhi sen risparmio, sei davanti agli smeraldi, suoi occhi verdi da cui Amore, ti lanciò i suoi amori dardi. Or velo Beatrice copre a metà, svela profondi occhi smeraldo, Si celebra Sacra Unione, grazie a cui Dante avrà guida, vivida presenza di Beatrice, estasiarsi del suo sguardo, solo sfiorando il fulgore, di sua doppia bellezza, fisica e spirituale, si fondon due anime, nel Matrimonio Virginale, mentre i Sette Cieli continuano a brillare, sulle teste degli amanti, a irradiare le armonie, di sette arcobaleni, ancora fermi in riva al Lete, mentre le sette ninfe, guidano il rito con cura, e i segreti di Creazione, son luminosi testimoni. Beatrice è Venere, illuminata dalla Luna, mentre tutti i figli Adamo, passati presenti e futuri, schermati nel Carro, per sempre sono spettatori, di bellezza cerimonia. Triade la Tetrade, Dio precipita in Materia, e il suo dolore è il Cristo, che pronuncia le parole, dalle labbra di Beatrice, che infuocata spegne il pianto, come in Jesi nganga ha fatto, ancora un poco e non mi vedrete, ma poi mi rivedrete, se il dolor di Dio è Cristo, solo Cristo può placarlo, può durar pochi secondi, contemplazione di tragedia, per capir la verità, sangue che ingrossa il fiume Storia, indifferente alle macerie, ai cadaveri e ai rapaci, e alle bestie selvagge. Beatrice spiega a Dante, il messaggio del Grifone, il destino del carro-vaso, che il serpente-drago ruppe, fu e non è ora, ma chi n'ha colpa creda, che vendetta di Dio sarà, poichè in mente di Dio, umanità è salva da sempre: se piange il Paradiso, piangono i sette pianeti, e i motori che li muovono, Empireo guarda la Storia, rimanendone fuori, imitando il Cielo allora, siam contenuti e paralleli, Dante usa poema, a uscire di continuo, entrar presente eterno, a cui siamo impreparati; recita Giovanni, che un Dux messo di Dio, sarà inviato a Terra, a salvare la sua Chiesa, e la bestia che hai veduta, era e non è più, sale dall'abisso, e chi abita la terra, si meraviglia che, veden che bestia era, e non è e verrà di nuovo, con sette teste monti, indaghi tal mistero, la mente che ha sapienza. Il VASO siamo noi, e noi fummo dannati, ma poi non lo siam più, da sempre pria del Cristo, perché la storia mondo, corre parallel sapienza, di Dio presente eterno. Grifone ha assolto bene, sue due missiond'Amore, unire Dante a Beatrice, e Umanità a Dio, dentro un tempo non segnato, da lancette di orologi, né dal suono di campane, nell'Eden ricreato, in atto cerimoniale. Umanità sempre salva, nella mente di Dio, non può essere compreso, nemmeno da Dante, perché sovra mia veduta, vostra parola vola tanto, sopra mio intelletto, che più cerca e men comprende. Beatrice disse lui, perché tu riconosca quella scuola, e capisca sua dottrina, tu seguita mie parole, perché tu veggi, vostra via da la divina, distan cotanto quanto, da terra discorda il ciel, che si muove più in alto, nel Primo Mobile cristallo. |Barga segna meditazione, all'ingresso Paradiso, deve entrar uomo iniziato, pronto a comprenderlo, e noi assieme a lui, come ha fatto Virgilio, quand'iniziò Dante al Purgatorio, frastornando il Poeta, con geografia di stelle, e lasciandol senza fiato, con la dura salita, stessa cosa fà Beatrice, gli offre enigma forte, di teologia rivelazione, la salvezza umanità. Beatrice dice a Dante, che umanità è salva, da sempre avanti Cristo, il Poema è la riforma! mentre Martin Lutero si è giocato, tutte carte di riforma, predestinando la salvezza, per grazia gratuita, che Dio concede all'uomo, per i meriti di Cristo, bacchettata a chi si sente, di posseder mistero Dio, e se ne fà pur vanto, con tutte quelle scuole, che san renderci spesso, meschini e arroganti. L'enigma ha soluzione, nel Numero reale, che porta a geometria, qual forma perfezione, in tre cantiche sue ali, l'Aquila ci irradia, col suo poter regale, Custode dello Spirito, dell'Essere Eterno: numero 9 è Beatrice, 3 è trina Perfezione, il Numero conduce, al cuor dei medievali, dentro le loro chiese, tu vedi Geometria, che riordina potenza, del mondo di parole, nei simboli archetipi, che generano altre immagini, e insieme si muovono, su un piano oscillante, in sferica armonia, ad alta intensità, di vibrazioni e sincronie, in Quarta dimensione, per questo è necessario, Guardar Opera vibrare, e oltrepassar lo scoglio, necessario ma obsoleto, di cercar culture affini; sfida all'Uomo di oggi, che pensa ha visto tutto, mentre dal passato, ci giunge un ipercubo, in perfetta quadratura, del cerchio in quattro parti, 25 canti ciascuna, governata ognun da un Daimon, e la sua pianta maestro. |Divina Commedia, Opera Trina e Tetragona, 4 Passaggi e Sigilli, che svelano cose, mai viste né dette, il Passaggio Centaurico, immerge in terra Lupa, della violenza umana, Intelligenza esploratrice, premiata a elevazione. Passaggio dei Dioscuri, iniziazione a Conoscenza, e premiato col dono, di Anima Intellettiva, colei che è catturata, da cosmica intelligenza. Passaggio Eden al Grifone, porta Dante fuori Storia, congiunge al Punto Zero, nella linea 1-63, irradiazion della Giustizia, che disegna il confine, fra Smarrimento e Salvezza. Grifon domina 25 canti, dal 63 a 87, col compito elevare, l'Anima allo Spirito, siglati dal suo sigillo, che insegna che noi stessi, siamo custodi dello Spirito, di questa eterna fissità, che possiamo ascoltare, e anche interrogare, a superar spavento, di smarriti pellegrini, precari del pianeta; titanica impresa, sceglier prima strada, i dàimon si fan complici, e mutano senso, da cospiratori astuti, uniscono le forze, e agiscono nei canti, in duetto melodramma. Grifone testa d'Aquila, abbandona scena in 66, perché l'Aquila possa, piombar Eden con artigli, e nei canti 85 86 88, lavora a conquistar Spirito, e da 88 a 100, dal Saturno a Infinito, Aquila farà volare Dante, in alto altissimo, là dove noi temiamo entrare, dove il Tempo non è tale. Beatrice conduce iniziazione, pur solo una terzina, in lungo discorso oscuro, che sfida ogni esegeta, c'è bisogno d'intuizione, di una logica del cuore, di un essere leggero, per avvicinar mistero, emozioni del guardare, che attivano aisthesis, nel modo del trattare, poetico e discrittivo, digressivo e transuntivo, difinitivo e divisivo, probativo ed esemplare, frastornare e ammaliare, velare il Lettore, a poterlo distoglier, da ver sostanza argomento, ammaliarlo a risucchiarlo, in incantesimo che faccia, da muro a ver sostanza, perché sol sotto il velame, de li versi strani si nasconde, vera sostanza di argomento, la fatica dell'enigma, è parte del percorso. Dante rivela in versi, come lui inizia umani, Virgilio gli prospetta, altro viaggio che farà, vedrai i dannati e i purganti, poi vedrai i Beati, Beatrice invece parla enigmi, nel territorio dello Spirito, nel Presente continuo, si avvicina e dice a Dante: Fratel perché non mi domandi, mentre cammini con me? come a color troppo reverenti, dinanzi a un maggior grado, che emettono incerta voce, capitò a me che mormorai: Beatrice mia voi conoscete, miei desideri e necessità, lei rispose io vorrei, che tu liber da tema e vergogna, da non parlare più confuso, sì che non parli più come om che sogna, Io posso insegnare e iniziare, solo a chi ha domande da fare, sappi che il vaso che serpente ruppe, fu e non è più, ma chi ne ha colpa sappia, che vendetta Dio non teme suppe, quel carro ingoiato in selva, chi chiama Chiesa oppure Impero, riguarda invero umanità, da sempre è salva in mente a Dio. L'aquila che lasciò penne in carro, che divenne un mostro preda al gigante, non sarà sempre senza eredi, ma è vicina una costellazione, al riparo da ogni sbarramento, forse quella di Acquario, Ninfe di acqua incontaminata, darà al mondo un'epoca speciale, che ucciderà meretrice e quel gigante, che traffica con lei. Forse mia narrazion buia, come sfinge men ti persuade, perché affatica tuo intelletto, come fan responsi sibillini, ma presto le Naiadi coi fatti, solveranno questo enigma, senza danno a pecore o biade. Tu prendi nota e riferisci, le mie parole a quelli vivi, e che credon che la Vita, sia solo corsa verso morte; intrigante profezia, aquila non resta senza eredi, imperiali dinastie, Cielo Giove parla ad Adamo, l'erede di aquila Comneno, non è normal rampollo, ma è un messo celeste, a cui Dio offre un nome: 500 un 10 un 5, anagramma di DVX, una guida o condottiero, caccerà lupa di villa in villa. Acqua Spirito risveglia, nei canti del Grifone, con due bagni in fiumi Eden, salvezza eterna rivela, Beatrice dà il consiglio, prendi nota e racconta ai vivi, le mie stesse parole, anche se non le comprendi, a umanità che vive nel dolore; e tieni a mente quando scrivi, di non celar pianta che hai visto, qui spogliata due volte. Chiunque depredi o la danneggi, offende Dio nei suoi scopi, Adamo la morse ed ebbe pena, desiderò Cristo molti anni, a riscattare la sua morte, tuo ingegno comprenda, che la pianta è così alta, con la chioma capovolta, per ragione eccezionale, cioè giustizia di Dio, ma poichè vedo tuo intelletto, le mie parol ti abbaglia, conserva immagine sommaria, di ciò che ti ho detto, conserva una frasca di palma. Fai domande parol ben chiare, quando entri in zona Spirito, affronterai quesito Divin Giustizia, come albero di conoscenza, cioè il motore di ogni cosa, nel cielo dello Spirito, dove Adamo è salvo beato, liberato dal Cristo, assieme anime dei Giusti, in sua discesa agli Inferi, Umanità è salva da sempre, nella mente di Dio. Dante-Adamo torna all'Eden, accolto nuovamente, da tutti i misteri di Creazione, si purifica col pentimento, la confessione e il bagno in Lete, poi viene unito con Beatrice, suo angelico daimon, condotto all'Albero Conoscenza, rivive storia Umanità, la prima cacciata d Eden, e indebolimento sua natura, imbarbarimento e crudeltà, corruzione e oblio di Dio, diventa umanità dolente, calata al Tempo della Storia. Beatrice e Ninfe con il pianto, stempera dolore annulla, confermando il mistero, di una eterna salvezza, e cita Adamo nuova Sapienza, che Dante deve apprender: Adamo cadde sul pianeta, quando nacque contadino, a fine Età dell'Oro, età edenica in Demetra, che donava tutti i frutti, senza far fatica, ora uomo li guadagna, col sudore della fronte. Adamo cade sul pianeta, tremil anni avanti Abramo, divenne padre di un pastore, e di un agricoltore, Adamo è semine e raccolti, iniziator del Purgatorio, da Beatrice ancora cinto, con nuovo cordone ombelicale, all'ingresso del Paradiso, con bastone pellegrino, di memoria delle immagini, a ricordare la fatica, per estrarre e trascrivere, l'iniziatico messaggio, libro a futuro cammino: come cera timbro da suggello, figura impressa in mia memoria, aquila incarna allegoria, dell'alta divinità, fuoco celeste del Sole, di anima e nobiltà, appartenente tutta a Dio. Dante diviene nel Poema, vapore del mercurio, che con Aquila compagna, attraversa Arco di Fuoco, tra i due estremi confini, simmetrici ed opposti, Rosa Beati e Selva Oscura, sigillando in canto 100, sublimazione di immortale, per la visione di Dio. Dante vola in cielo Saturno, nel segno dei Gemelli, a nord-ovest porta Inferno, e nel buio puoi vederlo, coro di stelle che brilla, nell'estate boreale, col daimon suo alato, sale al Cielo Stelle Fisse, orbitando volgendosi, insieme a stelle dei Gemelli, e dall'alto guarda la terra, il giardino che ci fa feroci, e le sette orbite planete; nell'alto cieli Arco di Fuoco, si muove l’Uomo trasformato, rinato da se stesso, nelle mani del Grifone, che sua Anima ha elevato, allo stato dello Spirito, spiriti che Aquila ha ripreso, dominando il Corpo vivo. Dante rivela che lo Spirito, crea Materia no il contrario, e la perfezion della materia, è totale assenza di materia, che genera materia. |SOLE lanterna del mondo, sorge da diversi punti orizzonte: ma da punto in cui quattro cerchi intersecano, essa nasce con tre croci, con stagione più mite, e Ariete stella propizia, a equinozio primaverile, sole sorge in Ariete, era alba allo Inferno, ora su Eden è mezzogiorno, e Dante inizia il suo volo, son passate sei ore, là nel Paradiso, 4 cieli congiungendosi, formano 3 croci, il mondo cambia sotto nostri occhi, l'Uomo è cambiato, anche il punto di vista, a veder 4 cieli tutti insieme, bisogna volare come Dante, su note Ngombi e fra le stelle, scompare terra sotto i piedi, sopra nuvole sol sempre splende, e oltrepassando Sfera di Fuoco, Dante raggiunge la Luna, nel territorio di armonia, dove Creante e Creato, ovvero Triade e Tetrade, si fondono insieme, a dare Settade stelle: prendete cerchio massimo volta stellata, circonferenza di eclittica, poi Equatore Celeste, cioè eclittica solare, nei due punti intersezione, di questi due cieli hai due equinozi, nel punto gamma il 21 marzo, in cui sorge Ariete Sole. Cielo equatore e cielo sole, producono una croce, in sfera armillare tolemaica, 4 cerchi massimi cieli estesi, uno orbita Celeste, due Equatore Celeste, tre circonferenza Orizzonte, quattro orbita Solare, che passa 12 costellazioni, viaggio del Sole zodiacale; il cerchio esterno è orbe Celeste, cioè volta stellata, che incide perpendicolarmente, su Equator Celeste a 360, Orizzonte cambia nel punto di vista, dello Osservatore, permette aver sole movimenti, anche durante la notte, Purgatorio trova a sud-est. Tre croci vedi al sorger Sole, quattro cieli fan tre croci, poichè nel punto gamma, congiungon tutti e quattro i cieli, e nel punto dove sorge il sole, tre croci manifestano il cosmo, la cosmesi del mondo, in tutta sua bellezza, sogno architetti a geometria, di cattedrali di energia, proiezion piana a quattro cieli, da sguardo estatico poetico, Dante-Pitagora che vola, dentro armonica di sfere, inclinando i ciel di qualche grado, e farli in musicale simmetria, di un gotico rosone: quella che quattro cerchi giugne, con tre croci esce congiunte, sul punto gamma sorge il sole, qui si trova il Cuore Sacro, sul cinquantesimo canto, il punto alto della Croce, dove giace lo Infinito, il Dannato e il Salvo stanno ai fianchi, pur coincidenti con l'Eterno, sotto guida di san Giacomo, mappa di Spes e Libertà. Cuore Cristo irradia Croce, e le tre croci del Calvario, 25 canti dei Dioscuri, fatica salir tenebre e luce, sacrificio per conquista, di anima e salvezza, croce Buon Ladrone canto 63, dove appare il Grifone, Beatrice sfiora la Salvezza, vaso che il serpente ruppe, sarà svelato in canto 87, da Aquila daino. Uomo avvicina a infinito 4, con perfezione Geometria, con quadrato sfera e triangolo, strumenti Gran Geometra, dove sublime perfezione, per difetto coincide, con grandezza del Mistero, come in cattedrali. Poema geometrico in 100 canti, dal punto vista sapienziale, cioè anagogico non-letterale, a un qualsiasi medievale, quattro cieli forma ottagono, inscritto in circonferenza, dalla Stella di Barga, a Castel Monte e Duomo Pisa. Dante ama sfera aristotelica, e le stelle del cielo, dentro fatica ventennale, di ottagono a 4 passaggi, abbondano il san Giovanni, nei pavimenti in Duomo a Pisa, informato a rinascimento, tanti ottagoni scolpiti, sopra e sotto le sue mura, architetti e scalpellini, tutto scritto nel silenzio, in suggestioni che troviamo, quando svegliamo a mezzogiorno. Dante vola a mezzogiorno, col segno Cancro a sudest, noi tutti ancor dormiamo, emisfero boreale a notte, è pieno giorno in Purgatorio, e notte sulla Terra, un emisfero tutto bianco, e l'altro invece nero, vidi Beatrice voltata a sinistra, e intenta a fissare il sole. Dante vola via da storia, per ascender Paradiso, vola al primo plenilunio, che cade dopo 21 marzo, fissa la data Crocefissione, e Pasqua Resurrezione. |Poema partitura, fa uso astrologia, da canto 18 Paradiso, parte il volo Aquila, al 32 del Purgatorio, piomba su albero e carro, che Voltaire non comprendeva; canto 2 esorta Lettori, tornate ai vostri lidi, se vostro Spirito è assente, non continuate a seguirmi, da canto 1 e 2, si vola da Eden alla Luna, dal 14 al 15, vola dal Sole fino a Marte, cioè da Spiriti Sapienti, a Spiriti Combattenti, nel canto 14 Salomone, spiega a Dante ultimo giorno, resurrezione dei Corpi, a integrar Spiriti eterni; a fine dialogo con Salomone, Dante è risucchiato al Cielo Marte: lumi bianchi tra poli mondo, Galassia luci deboli e forti, nel profondo cielo Marte, fan giunture di quadranti, 8 raggi o 4 diametri, disegnan Croce Greca: croce greca ha uguali braccia, croce latina diseguali, e attorno alla croce, disegna il moto sole, da Ariete alla Bilancia, nel moto giornaliero, sul braccio orizzontale, secondo occhi visuale, e da Cancro al Capricorno, sul braccio verticale. Calcola in un anno, in dodici posizioni, solstizi ed equinozi, dei 4 cardinali, la Croce ha com due poli, magneti nord e sud, come sopra e sotto, di una medaglia in magnetite, il sole che da Ariete, gira in senso orario, toccando Cancro scende, verso la Bilancia, nell'ora del tramonto, poi cambia polarità, poichè torna indietro, nel buio dei miei occhi, ripassa per il centro, che ora è Capricorno, Yin o polo sud, da mezzanotte alle due; mentre Cancro è centro, Yang o polo nord, da mezzogiorno a due. Stesso ragionamento fò, sul braccio verticale, due vertici dei tropici, che passano equatore, il centro della croce, dodici posizioni, nell'arco di un anno, le stesse posizioni, nel ritmo giornaliero, due ore per ciascuna. Lungo asse croce greca, orizzontale e verticale, si muovevano dei lumi, cioè spiri combattenti, che scintillano intensi, quan si incontrano e oltrepassano: di corno in corno tra cima e basso, vidi corpuscoli muoversi, in diverse direzioni, veloci lenti lunghi e corti, cambiano aspetto in raggio luce, che talvolta illumin ombra, che la gente si procura, con ombrelli ingegno e arte, per difendersi dal sole; danzan Spiriti Combattenti, di corno in corno, cioè i vertici di croce, dei guerrieri crociati, Gurkha e Samurai, come lo era Cacciaguida, morto in battaglia cavaliere, illuminandosi a ogni incontro, come fosse via Lattea, nel cielo Marte rosso fiamma, come polver filtra una finestra, recando un gran piacere; in cieli tersi all'improvviso, passa una stella cadente, sembra che si sposti, in un punto poi si accende, non sparisce nessun astro, e il fenomeno si eclissa; dal corno destro di tal croce, si mosse una luce, percorse raggio della croce, è Cacciaguida stella rossa, dal corno destro inferiore, scorre lungo tutto il raggio, poi esce dalla croce, per incontrare Dante, nel punto Zero centro cerchio, dentro la croce dei Beati, che si muovon scintillando. SFERA di Marte in Tolomeo, è una minore contenuta, in quella maggiore a cipolla, con due raggi che da centro sfera, forman due bracci della croce, che illuminano il Cristo, ma chi prende la sua croce, e segue Cristo vede bene, luce rossa in quel biancore, la figur del Salvatore, Cristo in luce bianca; il raggio è generato, dal luogo del Calvario, dove strazio è consumato, di Maria e di san Giovanni, assieme alle pie donne, luogo deposizione, di un corpo martoriato, nel cielo martiri combattenti, dove croci sono varie, separate fra di loro, a modello del Calvario, Croce bianca del Cristo, che si inscrive in circonferenza, infinita di raggi, che partono dai piedi, di quella stessa croce, Cacciaguida parla a Dante, osserva i bracci croce, nominò Giosuè spirito, che viene come lampo, scorre rapido tra due punti, mentre il nobile Maccabeo, ha luce e voce a stesso tempo, luce gira su se stessa, sua gioia muove trottola, poi al nome Carlo Magno, seguo il volo falcone, poi Goffredo di Buglione, e Roberto Guiscardo, riuniti alle altre luci, Cacciaguida infin riprese, il canto cielo tra i cantori, Cielo di Marte mi saluta, pianeta della Musica, nel suo rosso fulgore, con pioggia di astri lampi, o come stelle cadenti, anticipa esplosione, che si vedrà nel Cielo Giove, in cui Dante è risucchiato, la sesta stella avea colore, più candido di Marte, Giove anime ospitate, come uccelli volan fiume, rallegrandosi a vicenda, del pasto consumato, si raggruppano in cerchio, cantavan volteggiando, dentro ai lumi le creature, muovon ritmo loro canto, poi mutandosi in lettere, D Le e altre, tacevano un poco, Spiriti Giusti nella luce, tutta orbita di Giove, danzano formando, un grafema luce dorata, che si staglia su argentato, sfondo di cielo Giove, che ha sostituito, il vermiglio di Marte. Grifone in suoi colori, in trionfo siderale, saluta il suo Protetto, colori mio diletto, annuncian conclusione, di Opera suo viaggio, per 35 volte, danzano gli Spiriti, forman lettera una a volta, che risplende in tutta l'orbita: 35 lettere che Dante, annota mentalmente, tra vocali e consonanti, Diligite Iustitiam, Qui Iudicatis Terram, in seguito i Beati, si fermarono alla M, della quinta parola, in modo tale che Giove, argento splende in oro, vibrando corda d'arpa, del 18-32 canto, del dialogo che unisce, Grifone con Aquila, a distanze siderali, tra Eden e Giove, conserva il seme d'ogne giusto, disse il Grifone in Purgatorio, mentre ri-legava carro umano, ad Albero Conoscenza, riconciliandola ancora, con la Divina Giustizia; ora rispondon Spiri Giusti, che a Dio si son riuniti: Amate la giustizia, voi che giudicate a Terra, riconciliatevi a Dio, se volete amministrare, la Giustizia sulla Terra, come scuola elementare, dove impari ogni grafema, la classe in coro la pronuncia, a conquistar parola, per cominciare a capire, bisogna tornare bambini, diventare iniziati, all'inizio del segreto, 7 x 5 è 35, 5 è la Bilancia, in mano alla Giustizia, è Legge e Civiltà, partorita in buone Leggi, 7 è strumento di creazione, come il CREATOR l'ha usato, è numero increato, che ha creato se stesso, allor per fare un 5 Legge, per giudicare in Terra, sette volte occorre conciliarsi, allo Spirito Divinità, tornare sette volte, dove Grifone lega il Carro, cioè dove si conserva, il seme di ogni Giusto, divinità che pulsa dentro, riconcilia Essere a Divenire; casate vanno in decadenza, come anche le città, cose terrene son mortali, proprio come umani, che non posson veder fine, a cose che durano di più. Qui la Storia appar dissolta, accettate tal realtà, è ucciso leone verde, rotolate in Infinito, dentro Eterno serve calma, compitando lettera per lettera, il messaggio dei Beati. Vidi scendere altre luci, dov'era il colmo emme, e lì quetarsi cantando, il ben che a sé le move, e vidi ciascuna fermarsi, nel punto assegnato, tutte le luci dei beati, dopo aver formato giglio M, con piccoli movimenti, forman testa e collo Aguglia, su sfondo argento Giove, Dio dipinge sen modelli, quella virtù che forma i nidi, geometria di ogni poema. La M di Bilancia, ingigliata in luci d'oro, dove altre forman Aquila, sua testa vedi al Polo Nord, e artigli al polo Sud, nell'orbita di Giove, che con danza delle stelle, sarà occupata lentamente, da Spiri Giusti un tempo umani, attingon stessa intelligenza, M è monarchia modello, Giglio araldico russo, Aquila è imperator khagan, che mette cose a posto, secondo Numero e Geometria, Musica e Astronomia, linguaggi che usa Dante, per render chiaro imperatori, solo uomini da cuor puro, incamminati verso lo Spirito, pensano al Cielo con bontà, e con cuore semplice cercatelo, perché si fa trovare, nel pane e vino Eucarestia, che Dio nega a nessuno, san Pietro e san Paolo, moriron per sua vigna, eppure ancora vivi, mentre Chiesa è Umanità, sviata da malo esemplo, di chi la governa sen volare, dove ogni Aquila vola, ma marcisce e disconosce, eternità del nos destino, e insegue solo vanità: Giustizia Divina di Giove, operò contro Fetonte, perché non distruggesse Terra, poichè salute è salvezza, come Beatrice ha predetto, nel 67 Purgatorio, guardando Dante in aisthesis, uscendo in estasi da Storia, là nel Sesto Cielo Giove, 6 cosmetica e kòsmos, bellezza ordine universo, salute di uomo e api, che pretende equilibrio, di tutte e quattro le sue forze, corpo intelligenza anima e spirito. Geometria interna ai canti, contien Poema e Terra, e le sfere dei Cieli, al centro giace Infinito, fitta rete cui tutto vibra, anche a cosmiche distanze, nel poema data-base, su cui Dante ha lavorato, per vent'anni di sua vita. Triangolo e Quadrato, generan Dozzina, dodici versi per le mappe, di Uovo Cosmico infinito, guardato da un Drago, sigil che serra enigma forte, il percorso di Salvezza, da consumare in terra, e sollevarci da miserie, a raggiunger felicità. brian_austin_lambert01.mp4brian_austin_lambert03.mp4audio
||Dante traccia viaggio, seguendo mappa cielo, firmamento che circonda, il Pianeta ed il Poema, emisfero australe a sinistra, e boreale alla destra, congiungete i cardinali, a creare una medaglia, proiezion volta stellata, a Danzica stampato, su tavole in rame, e atlanti epoca d'oro, con dipinte le stelle, Tolomeo costellazioni, prese da Almagesto, cresciuto regolare, Dante studia e cita, ulteriori conoscenze: Andromeda e Acquario, Aquila ed Altare, Nave Poppa e Vela, Bussola ed Ariete, Auriga Boote e Cancro, Cane Maggiore e Minore, Capricorno e Cassiopea, Centauro con la lancia, tra zampe ha il Crocefisso, che Dante riconosce, ai piedi Purgatorio, velando i Pesci in scorta, mi volsi a man destra, e vidi quattro stelle, Cefeo Balena e due Corone, Australe e Boreale, Corvo e Cratere, Cigno e Delfino, Dragone e Cavallino, Eridano e Gemelli, Ercole e Idra, Leone con Lepre, Bilancia Lupo e Lira, Ofiuco Orione e Pegaso, Perseo e Pesci australe, Freccia e Sagittario, cioè Chiron con arco, Scorpione e Serpente, Toro e Triangol Boreale, Orsa Maggiore e Minore, la Vergine finale. Sole sorge in Ariete, a inizio del poema, traccia diametro zodiacale, dal primo canto Ariete, Centauri al dode canto, sono in segno Pesci, Dante è qui a sud-ovest, su spiaggia Purgatorio, nel segno Sagittario, Centauro in alto a destra. Alba poco prima, Venere è nei Pesci, su orizzonte zodiacale, vede coda al pesce australe, altri due pesci in boreale, poi Dante guarda a Est, dove sorge il Sole, si sposta sulla destra, vede Croce Sud brillare, tra le zampe del Centauro, che trafigge il Lupo, lui osserva tale cielo, dal punto di Empireo, dunque è rovesciato, poichè è visto dall'alto, come in cataclisma. Tolomeo geografia, in Bologna i.477, disegna griglia della mappa, del secondo Passaggio, imponente monumento, abbandonato la spiaggia, dove incontra Manfredi, in faticosa salita, prega Virgilio rallentare, siede e guarda di levante, contemplando dur salita, che avevano percorso. Quando anima si desta, a causa gioia o di un dolore, attira a sé nostra virtù, e si concentra su di essa, abbiamo una sol anima, che possiede tre dimensioni, vegetale sede vita, sensitiva sede percezioni, intellettiva intelligenza, quando si ode o si vede, contempla se stessa, come fece Bab Aziz, assorbe tutta attenzione, il tempo corre non si accorge, Manfredi pieno di stupore, il sole salito in cielo, pur di cinquanta gradi, io non mi ero accorto, quando giungemmo al luogo, che avevamo chiesto, il sentiero nella roccia, estremità da ogni lato, aiutarsi a mani e piedi, raggiungemmo orlo parete, dove pendio è più spazioso. Maestro mio che strada ora?, Nessun tuo passo vada in basso, prosegui in alto dietro me, finché ci appare informatore: lo sommo era alto, che vincea la vista, da mezzo quadrante a centro lista, cioè più di 45 gradi, ero stanco quando dissi, o dolce padre volgiti, e rimira com'io rimango, da solo se non ti fermi, lui rispose Figlio mio, cerca arrivar fin qui, indicandomi un ripiano, che circonda tutto il monte, sue parole fanno sprono, a tal punto mi sforzai, camminando pur carponi, finché giunsi sul ripiano; alza Intelligenza a stelle, è la motivazione, radice erotica di Amore, cioè gran Desiderio, arriviamo alle stelle, al mezzo cerchio del moto, che si chiama Equatore, sempre tra il sole ed il verno, mentre Equator Celeste, che inscrive la Terra, è Cupola cristallo, nono cielo primo mobile, che fa girar la Commedia, prima ancor essere scritta, anche al centro Terra stessa. Stella Polare al centro Terra, circondata dal Primo Mobile, dove orbita il Poema, il Tempo vola quando assorti, anima vita e percezione, intelligenza sede di amore, sede di affanni e del mistero, quale desìo lei si rivolge? Il suo traguardo è Libertà, dice Virgilio a Catone, Guardian del Purgatorio, marito di libertà, traguardo Inferno è la Pace, del Purgatorio è Libertà, che carica Sapienza, illuminando con Verità, indizi cogli nel Poema, per giungere a Empireo. Dante cita il viaggio sole, quando è a scuola da Saturno, narra bene i fusi orari, un orologio elementare, è impossibile sbagliare: a NORD OVEST Yorosolima, a NORD EST vedi l'India, a SUD EST monte Purgatorio, a SUD OVEST Eden terrestre, incorniciate sotto cupola, Primo Mobile zodiacale, che descrive viaggio Sole, in andata e ritorno, ai due tropici solstizi, 21 giugno e dicembre, sanGiovanni e Cristo, passando per due volte, sopra lo equatore. Sole già sull'orizzonte, meridiano su Czargrad, la notte ruota in posa opposta, spunta fuori al fiume Gange, in congiunzione con Bilancia, finché notte è men del giorno, guance bianche e rosse Aurora, passa il tempo e fanno arancio, quando appena passa l'alba: se in India è notte fonda, a Yoros c'è tramonto, mentre io sono all'alba, ci dice il Duomo a Barga, Sole ruota in senso orario, visto dal tropico del Cancro, reca orologio di giornata, a ogni segno 30 gradi, il Sole sosta ogni due ore, come organi meridiano, per total 24 ore, calcolando in senso orario, |Ariete inizia a sei mattino, presso Eden a sudovest, Toro arriva alle otto, i Gemelli alle dieci, il Cancro a mezzogiorno, segna tempo equinoziale, Leone regna alle quattordici, la Vergine alle sedici, Bilancia alle diciotto, ora del tramonto, Scorpione a ore venti, Sagittario a ventidue, fino a mezzanotte, nel segno Capricorno, sulla spiaggia Purgatorio, situata qui a SUD EST, poi arriva Acquario, alle due del mattino, seguon Pesci ore quattro, poi ricomincia Ariete.

338:le persone prudenti misurano i commenti, al più potente cede il più prudente: Storia civiltà, genesi di impero, origina da Egitto, tre fasi con 1 tempio, Tempio prima pace, Atlantide o Troia, prima del diluvio, terre di giganti, da Sardinia ad Etiopia. Ras di Etiopia, discendono da Xristos, detto Salomone, nel regno di Abissinia, dove Etiopia nome, è terra di origini, dal regno di Axum, a battaglia di Adua, regina di Saba, nel libro sacro ai Re, sceglie chiesa copta, apostolica cristiana, rinuncia èlite pagana. Acrocoro è altipiani, divisi da Rift valley, nella parte orientale, circondata da bassopiani, steppe con deserti, sud selve tropicali, gran varietà di climi, animali e genti umane: elefanti scimmie uccelli, leoni con leopardi, rinoceronti e falchi, tra forre e monti Ambe, alti 2mila metri, privati delle cime, han sommità spianate, oppure monti Semien, pinnacoli più alti tra gole frastagliate. In Lalibela city, la chiesa di San Giorgio, scavata nel mudflood, ricorda di Tartaria, ambascerie fraterne, da Indie e mar di Ross, tra regni monarchie, Ashanti e Brasikongo, Morocco e gran Zimbabwe, e popoli eterarchi, Tuareg e Zutwasi, Pigmei e tanti altri.| Egitto fonda Troia, dissemina impero, con più divinità, 12-13 secolo, poi con sue province, divide autorità. Secondo Tempio inizia, dopo gran diluvio, e distruzione Troia, Horus resuscita, da sconfitta Seth, diffonde civiltà, giganti monumenti, colonie e compagnie, culto piramidale, poi quattro cavalieri, seconda Apocalisse, dopo combattimento, resta un Dio sovrano. Imposta nuova legge, su culto precedente, annuncian 7 angeli, Horus ritornato, tribù lascian Egitto, creano nuovi regni, Casa Salomone, impianta lignaggio, in Nubia e Bisanzio, con Arca di alleanza, nel Tempio rinato, abroga sacrificio, del figlio di Abramo, mentre in Avignone, onore alla Regina, Maria Maddalena, nera czarina, nuova branca avvia. Mamelucchi slavi, eredi a Gengis Khan, occupan Egitto, con Rom soldati indiani, presa Terra Santa, in 486, collegan fiume Volga, a Mediterraneo e Nilo delta. Tempio si evolve, resiste fino a che, la pace finisce, nel cuore di impero, per via competizione, Pietro vuol messia, guida collettiva, Italia nuovo Egitto, Giovanni lascia scritto, un nuovo Testamento, che avvia 3 Tempio: tale Tempio fallisce, ma getta colonizzi, assorbe calendari, ad opera gesuiti, sotto i can papali, muta tradizione, dispersi Rom ebrei, fallisce missione. Napoleone invade tutto, e vuol ricostruire, Tempio Salomone, ma sotto falsa storia, Genova templare, fatta smantellar, Cattolico clero, rinuncia a proprietà, e Svizzera massona, inizia funzionare, con basi sotto lago, potere a diramar. Casa di Etiopia, 874 riprese, quan capitola papato, sotto casa Savoia, e sigillo Salomone, è preso dal sionismo. Poteri ricomposti, emerge comunismo, rivoluzion sociali, Prima Guerra avverte, i poteri imperiali, del secondo Tempio, tutti indeboliti, da genocidio armeno. Germania condannata, da società nazioni, così nova Israele, va sotto impero Inglese, Papi adulterati, insieme con Giappone, fan contro-potere: Seconda Guerra vede, restauro imperiale, a spese di nazioni, Giappone va in Manciuria, Italia in Etiopia, a depredar cultura; pure Grecia e Spagna, fascismo và potere, nazismo in Germania, assoggetta rom ebrei, scoppia la guerra, impero si disgrega. Israele nova appare, strategica nazione, che vuol ricostruire, Tempio Salomone, con Nazioni Unite, inizia Guerra Fredda, Papa fà concilio, coi nuovi vincitori, mentre in verità, Pietro con Giovanni, ancora fan litigio, per arca e annessi fatti.| Chebra Nagast, testo etiope e RASTAFARI, narra gloria ai Re, a Copti e Falascià, in lingua gee-za madre, di amarico e tigrino, Copti sacerdoti, in Giamaica portan mito, integrano Corano, di califfo ibn Affan, storia Regina Saba, trasporto di suo trono, leggende etiopi-egizie, apocrifi e copte, libro Adamo ed Eva, Egnepe in bwiti note. Arca Alleanza zion, narra libro Negus, che Salomone dona, al figlio Bayna-Lehkem, avuto da Makeda, e chiamato Menelik, primo sovrano re, fino Hailè Ras Tafarì. Zion ricostruita, secondo una visione, Mosè su monte Sinai, lo cantan Rastafari, la Regina del Sud, Sheba cerca Salomone, ama sua saggezza, affronta viaggio amore, a Bisanzio lo conosce, smette adorar sole, diventa una devota, a chiesa di Xcristos, passano la notte, lui le da un anello, per futuro figlio, la cetra canta avvento. Menelik adulto, va cercare il padre, Salomon gli affida, Arca di alleanza, il Menelik anello, Zion saprà guidare, 1 copia legno lascia, al posto originale, torna fino al Nilo, trenta giorni in uno, grazie a Barca sacra, Salomon sa tutto, in Africa al sicuro, resta arca forza, intrighi di corte, la avrebbero scomposta.| Rastafari culto, anni trenta 900, erede dei cristiani, e Siva di Giamaica, imperator Etiopia, è negus neghesti, Leone di Giuda, Selassiè Luce dei re: torna sulla terra, secondo Gesù Cristo, gloria e potenza, della tribù di Giuda, Andronico Salomone, assieme con Makeda, scrive Kebra Nagast, copta etiope chiesa. Ezio-topos Rastafari, lo predica profeta, Garvey nero scrittore, narra amarica profezia, 1 Re Leone africano, riscatta colonie, diaspora riassorbe, con musica di note; recupera cultura, in Africa con arpa, Garvey battista cura, espande le note, del messia Ras-tafari, Africa America, Inghilterra e Giappone, veicola il reggae, con canapa e amore: un regno terreno, del Cristo redentor, alla fine del mondo, Maria cura dolor, canta Bob Marley, che ha padre inglese, madre giamaicana, a Kingston coltiva, 17 anni divien rasta, la musica nel cuor, moglie sua lo ispira, Giamaica suo leon. Le donne rastafari, son Madre di Creazione, cantano il sovrano, esempio leone Xristo, in Africa rimasto. storia_invasione_di_etiopia.mp4storia_guerra_di_etiopia.mp4audio

76:1 novembre tutti i santi, inverno è già sui rami, prima e dopo i morti la burrasca è alle porte: Via della Seta, lunga e tortuosa, attraversa la storia, talvolta riposa, Eurasia percorre, quan parte da Cina, continua su navi, e in America arriva: lungo la strada, che avvolge la Terra, mercante fiorente, la insegue la afferra, ricama in velluto, pavon melograni, a vestir case rosse, e famil baronali; la strada leggera, elegan resistente, secreta da un baco, farfalla silente, quel baco nutrito, con foglie di gelso, allevato accudito, al calore di un petto: li curan bambini, e magie protettive, lontano dai topi, formiche e galline, tra igiene e fatica, scongiur malattie, Crisalide bozzo, in filier va morire. Baco Seta silkworms, 糸mi BOMBICE mori, vive 30 giorni, mangiando foglie nuove, colte fin Aprile, mil kili 1 oncia bachi, 55 mila uova, bachi-seme contati. Filanda stagione, di bachi garante, nutriti ogni 2 ore, a foglia regolare, il giorno digiuno, gialli trasparenti, salgono rametti, a filare bozzoletti. Prima bucar bozzo, pulivano scope, facevano festa, tempo del raccolto, mettono in canestro, portano a filanda, baco dorme e muta, 4 volte vita calda | 5 muta mangia molto, prima di purgar, accampa sui rametti, per ultima muta, da crisalide muta, a farfalla matura, x accoppiarsi a seme, Bombice cultura: fu addomesticato, da Theophilia mandarin, comun falena di Asia, da Seri della Cin, allevarono baco, scopi economia, Bu nongshu fà libro, scritto con rima. Maestro Shen 600, con Zhang Lixiang, riso a sussistenza, per ogni famiglia, suo reddito veniva, da bachicoltura, e poco suol piantato, a gelsi da frutta. Gelsi foglie bachi, escrementi a riso, uomini hanno gelsi, donne hanno bachi, col reddito da filo, famil Cina rurale, seta di Huzhou, sostenne industriale; tesse locale, Suzhou Hangzhou Nanchino, sericoltura parte, giunge fin Bisanzio, poi in Sicilia orda, risale tutta Italia, fin Veneto e sul Pò, giunge Francia e Olanda;, tra canti lavoro, tessitrici Filanda, forme di protesta, lavoro che stanca, giovani donne, seguivano sogno, 1 vita migliore, privata del sonno, finivan malate, tristi depresse, tra canti tarante, resiste meridione, conquista sabauda, dolore le morde, una musica aiuta, cercar cura santa, pizzica il ragno, che cura con danza.| Pamela poi ricorda, i fiori di Enotera, che attirano farfalle, in 3 minuti a sera, in calde sere estive, aprono al tramonto, apron luminosi, petali giallo zolfo. Fior del Caprifoglio, profumano di sera, attirano FARFALLE, a chilometri di lega, specie + diverse, banchettano quei fiori, in calde sere estate, ricordan fate amori. durante Natale, davanti le lanterne, Cheimatobie farfalle, danzano a notte, sebbene gelo e neve, fan volo nuziale, su gemme da frutti, van uova lasciare, poi a primavera, usciranno bruchi verdi, eredi di Fate, e piccin popolo Elfi, su funghi germogli, e scope di streghe. Bruco in farfalla, muta a fine Maggio, Vanessa si trova, su ortica passaggio, il Bombice sul gelso, Carpocapsa in mela, sceglie fiore cardo, la Nomade vera. A inizi inverno, Vanessa va in letargo, ripiega sue antenne, chiuse in uno spazio, mentre la gialla, passa il gelo esterno, ridesta vita a Marzo, ali provate al tempo.| LICENIDI farfalle, celesti e rosso rame, verdi bruchi lor, formiche han allevate, nettar dolce danno, ghiotto alle formiche, mutano in farfalle, alla luce rispedite. Bruco inizi Luglio, crisalide si imbozza, velo del mistero, nella estate spezza, da sacco a pelo esce, striscia su rametto, pompa nelle ali, a indurirne tegumento.| FALENE notturne, mimetizzano di giorno, maschere disegni, colori oggetti attorno, Inachis rilassata, al pericol apre ali, esibisce immagin gufo, o predatori vari; falena Atropa sfinge, ruba miel di notte, a volte non sa uscire, riman reclusa forte, manna di Betulla, che attira le farfalle, linfa fermentazio, ubriache ne fa tante: se frutti marcescenti, ubriacano farfalle, posso io toccarle, senza danneggiarle, ma evito toccare, lor ali a lato interno, li sta polverina, segreto a volo esterno. fauna_bacoseta_bombice-gelso.mp4fauna_farfalla_vanessa_muta.mp4audio
||Nulla accade senza Eros, radice a poesia trobadorica, che in donna angelica proietta, Cristo che si fà carne, e nel Poeta proietta, la figura di Maddalena, che con eros invera, congiunzione allo Spirito, senza venerare Thanatos, e tutte paure dei moderni, che ci fanno esser domati, puniti in fossa di serpenti, a morir sorger sen sapere, ma la nostra fragilità, è forma Amore più preziosa, Dante l'ha creata a sé, amante invitto del suo Spirito, che prende forma del suo dàimon, Colui che parla a voce Dio, Alighieri dice in Paradiso, all'ingresso Cielo Venere, cielo di eros dove Dante, reintegra Spirito in sé, mediatore di tal prodigio, è Carlo Martello di Angiò, che Dante incontra a Firenze, un anno prima di sua morte, e Virgilio scrive in Eneide: Enea in Ade incontra Marcello, anima ancor non nata, vidi sua luce diventar più grande, quando parlai con allegria, si aggiunse a gioia che provava, mi disse il mondo mi ebbe poco, e se fossi vissuto più a lungo, molto del male che avverrà, di certo non accadrebbe, la mia gioia intorno risplende, e mi nasconde ai tuoi occhi, come crisalide Baco Seta, fasciato da sua seta. Mi amasti molto e con ragione, poichè se io fossi ancor vissuto, ti avrei mostrato caro affetto, sarei stato re Ungheria, avrei salvato Italia e Impero, ma dipartii a 24 anni, con bambini Candida Rosa, tutti figli al Cervo Azzurro.

351:a mangiare e spettegolare tutto sta nel cominciare, tra i cannoni non vale la ragione, ma la fine dell'ira è principio del pentimento: Roma governata, da un duca di Ravenna, reggente di Bisanzio, dentro palazzo papi, Machiavelli sente mito, distruzione della city, dipinge suo nemico. Papa Bonifacio, riprende legge Ammiragliato, ciò che trovo in mare, appartiene a me che trovo, prassi combattuta, da Andronico Comneno, sotto il suo regno, vieta sciacallaggio, di navi naufragate, pena la cecità, di avidi governatori, che permettono tal crimine; dopo poco tempo, marinai e mercanzie, rimasero intatte, e assistite dai locali. Quella legge predatoria, vien da tempi antichi, con usura e schiavitù, e umani sacrifici, voluta da ig-nobili, mercanti e banchieri, riuniti nel partito, dei Prasinoi parisienne, di Angelo Isaxon, avversari al partito, dei Venetoi slavi vendi. Quando i papi fuggiaschi, approdaron paludi, lungo mare Tirreno, Albione e Germania, poi su coste Provenza, in city Avignone, complotti sen successo, a riprendere Roma, ai sultani ottomani, poi decisero creare, Roma antica sul Tevere, e inserire il loro papa. Avignone ospita già, colonie franchi farisei, che discendon dai signori, giunti al tempo di conquista, il regno franchi nacque primo, dopo scelte di Avignone, manda a Roma antagonista, guerre papi ed antipapi, lotta guelfi e ghibellini, sino a scisma delle chiese, cattolica e ortodossa. Vaticano fu occupato, da papi due fazioni, Borgia borgo e borghesia, cerca strappo ricucire, ma dopo la sua morte, i suoi stemmi son scalfiti, fu dannata sua memoria, sigillate le sue stanze, nel palazzo in Vaticano, che Fomenko visitò, per studiar zodiaco date, grazie a papa Benedetto, che permise ai turisti, visitare stanze Borgia, Fomenko fotografa, zodiaco Astronomia, in sala sibille Borgia, 7 pianeti e 1 tempo, primo è LVNA donna, vestita di bianco, in mano mezzaluna, in cielo con sirena, costellazion marine, pesci balena drago, su ruote posteriori, costellazione CANCRO. Secondo è MERCVRI, che tiene caduceo, viaggia su bira, lo traina coppia cervi, su ruote 2 figure, costellazion GEMELLI, 1 Vergine con spighe. Terzo MARTE vedi, manto rosso ed elmo, una freccia in mano, e cavalli da traino, bianco e rosso, simboli Ariete, e Scorpione avamposto. IOVI in carro è quarto, trainato da corvo, VENERA è quinto, su carro coppia tori, sesto APOLLO cavalli, 2 bianchi 2 neri, costellazion Leone, 1 papa sul trono, tiara nastri d'oro, Iovi ha stella d'oro. Settimo SATVRNO, trainato da un drago, in mano 1 falce, capricorno avanti acquario, sotto sta prigione, giudice è Saturno, pittore che affresca, Pinturicchio nome. Rodrigo ama virgo, studia con Ficino, gnosi astronomia, a dipinger zodiaco, almagesto Tolomeo, cataloga stelle, primo curator, Tolomeo d'Alessandria, imperator che Isaia, rimprovera le spese, a egizi caldei, che a Rodi osserva cieli. Astronomi Cairo, esenti da tasse, zodiaco di Olimpo, Giove barbuto, ha martello e frecce, 1 aquila abbraccia, + tuono e saette. Saturno con falce, tenaglie di ferro, vulcan sottoterra, Apollo sole leo, Mercurio caduceo, siede fra stelle, Diana ha mezzaluna, posta fra capelle, Venere ha pavone, Marte fascio frecce. Sant'Angelo rifugio, di papi-fuggiaschi, ricchezze trasferite, in teatro cittadino, mutato in castello, e palazzo-fortezza, banca rinforzata, torrioni mura spessa. Al castello papale, si fece pulizia, a sviar lanzichenecchi, dalla refurtiva, statua di Michele, ora domina in cima, papa emana bolla, Roma chiama bizantina. Bizantin su carta, scaligero dogma, disprezzo di ottomani, detti romei rom, cova ribellione, oprichina situazione, khazari del 600, segreta opposizione. |Borgia Baruc Borhia, piange la caduta, Ierosolima gloria, esorta perdono cura, scarica la colpa, su politici corrotti, ma papi riformisti, sviano suoi sforzi. Baruc-Borgia libro, rivela fine mondo, Esodo descrive, profezie-lamenti, i vinti narran fati, di deportazioni, arrendersi convien, a Nabucodonosor sultano, muta la storia, Ezechiele LeoneX, la cronaca descrive, Guelfi e Ghibellini, espulsi da Firenze, guerra senza fine, Dante ostile al Papa, esule si arrende, scrive elogio a Enrico, muore poi a Ravenna, mentre Vaticano, riscrive la sua storia. Nabucodonosor non sente, diventa più orgoglioso, il castigo allora giunge, dodici mesi dopo, passeggiando su terrazza, in reggia di Babilonia, decanta sua grandezza, con forza mia potenza, ho gloria mia maestà, profuse tal parole, una voce vien dal cielo: o re Nabucodonosor, il regno ti è tolto, sarai cacciato dal consorzio, dimori con le bestie, passeranno sette tempi, finché tu riconosca l'Alto, dominus dei regni, che dà a chi lui vuole. La sentenza del sogno, inflitta al superbo re, adempie la parola, sopra Nabucodonosor, cacciato dal consorzio, mangia erba con rugiada, crebbe il pelo come un lupo, e unghie come uccelli. Re licantropo capisce, suo orgoglioso strapotere, ridotto ad animale, predatore dei boschi, isterico uomo-lupo, nelle notti luna piena, William Blake lo dipinge, re impazzito in una tana, perde ogni umanità, per il tempo a lui fissato, poi ritrova il senno, finito quel tempo, io Nabucodonosor, alzo occhi al cielo, lodai Colui che è, il Cui regno è senza tempo, dispone in cielo e terra, mi torna mia maestà, mio regno e ministri, mi da poter più grande, esalto il Re del Cielo, umilia ogni superbia, sue vie sono giustizia. Nabucodonosor conclude, solenne professione, di fede al Re del Cielo, celebrando la giustizia, umiliando i più superbi, Ariosto a lui si ispira, nella pazzia di Orlando, Astolfo sulla Luna, va a prelevare il senno, come Nabucco fù, redento in Dante rima. Michelangelo chiede, a Leone Medici papa, riportare a Firenze, Dante ceneri Ravenna, sarcofago è vuoto, fino al regno Italia, poi frati Francescani, trovano le ossa, in un loro monastero, classica risposta. El Dante Commedia, anticipa giudizio, giusti in Paradiso, colpevoli in Inferno, indecisi in Purgatorio: battagliano schiere, per lista condannati, in tardo cinquecento, sotto nome Dante, cronista più influente, tien memoria evento, di Reset accaduto. Boccaccio aggiunge rime, e Scaligeri Cangrande, crean cronologia, con figli dissidenti, attuano scismi, fino 773, assieme ai gesuiti, 700 manoscritti, tradotti pure in slavo, Virgilio nota il paio: Laggiù trovammo gente dipinta, che giva intorno a lenti passi, piangendo stanca e vinta, avevan cappe a cappucci bassi, dinanzi a occhi e di simil taglia, dei cluniacensi monaci fassi, di fuor dorate sì ch'elli abbaglia, ma dentro in piombo e gravi tanto, che a Federigo le sembran di paglia, oh in etterno faticoso manto! Noi ci volgemmo con loro a manca, intenti al lor tristo pianto, per lo gran peso fà gente stanca. Gente dipinta con doppia faccia, Ipocriti che assomigliano, ai barattieri in pece bollente, oggi chiamati concussori, potenti che indulgono tosto, a corruzione di sé e di altri, dipingendo onesto falso lor volto. Dante conversa con due dannati: Oh frati vedo i vostri mali, ma più non dissi mio occhio corse, a un crucifisso in terra a tre pali, è il sommo Caifa qui dannato, quan mi vide tutto contorse, soffia in sua barba i suoi sospiri, e frate Catalan che a ciò s'accorse, mi disse Quel che tu miri, consigliò i Farisei di porre, un uom per popolo martìrizzar, Caifa sta nudo nella via, chè là chi passa il peso lui senta, e a stesso modo suo suocer stenta, in stessa fossa chi ebbe consiglio, che fu ai Giudei mala sementa, Anna e gli altri sacerdoti, del Sinedrio che han deciso, gravi sciagure al popol Giuda, tutti crocifissi a terra, in posizione orizzontale, poichè non hanno verticale, e calpestati dagli ipocriti, in lor pesante veste piombo. Questo canto sentinella, a Croce infinita del Cristo, da morte di eros in fossa serpenti, lega a diametro canto 73, cioè seconda sentinella, che ci parla del Cristo, nel sesto del Paradiso, conclude triade dei sesti, tre canti politici in poema: Ciacco al sesto dell'Inferno, parla Firenze pien d'invidia, trabocca il sacco con Sordello, nel sesto canto in Purgatorio, parla d'Italia serva in deriva, sanza nocchier nave in tempesta, infine il sesto in Paradiso, è Imperatore Giustiniano, parla del mondo e del suo Impero, fino ad allora conosciuto, Europa Africa ed Oriente, tutti bagnati soglia e confine, dal mar Mediterraneo, strumento di Ordine e Pace, ironia criptata di buon Governo. Giustiniano narra il volo, dell'Aquila Imperiale, da sbarco dei Troiani, su coste laziali e dardanelli, fino ai Guelfi e Ghibellini, del tempo di Dante, loda grandi e buone imprese, che unificaron Gran Tartaria, pace e progresso e ironia criptata, quan mala legge falsa la storia, Aquila imperiale impalla e inganna, e Aquila divina distorce gloria, a Costantin donazio Sutri, commedia inganni e travestimenti, Alighieri reca al figlio Pietro, in fitta rete risonanze, dei vizi umani e di occhi ingenui, un imperator corona d'oro, nel Paradiso ai sudditi parla, giullar rileggi il doppio senso, di ipocrisia dei più potenti; canto più ipocrita mai scritto, ogni terzina gronda il sangue, dolore e lutto dei massacrati, mentre virtù dipinte a insegna, crean falso mito dei romani, come ci dice Cacciaguida, che han dovuto esser riveriti, per forza dai popol conquistati. Aquila segno di riverenza, iniziò dal giorno in cui Pallante, morì alla guerra Latin-Troiani, sotto le mura Yoros crociata, guerra molto sanguinosa, Pallante alleato dei Troiani, italico figlio a re Evandro, fà grande strage guerrier italici, per primo uccide Lago trafitto, sorprende Isbone amico al caduto, immerge spada in suo polmone, poi uccide gemelli Laride e Timbro, figli di Dauco re di Anatolia, recide a Laride mano destra, e decapita Timbro come Giovanni, poi uccide Reteo che difende Ilo, ma infin Pallante viene affrontato, ucciso da Turno al proprio turno, quello si appropria del suo balteo, il giustacuore dei latini, fatto di cuoio e decoro bronzo, Enea cattura allor otto itali, e li sacrifica su pira, del suo giovane amico, e a evitare vittime ancora, ecco la sfida fra Enea e Turno. Enea vince e vendica Pallante, sposa Lavinia e fonda Lavinium, Eneide narrata dal duca Virgilio, dove i Troiani vittoriosi, vivon la prima guerra civile, e recano il mito Romolo e Remo, ovvero Gengis e Batu khan. Romani incontro a Brenno e Pirro, a li altri principi e collegi, onde Torquato Quinzio noma Deci Fabi, che ebber fama come li Aràbi, che retro Annibale passaron rocce, fiume Po Scipione e sotto al colle, sotto cui nacque ciò che ciel volle, redur lo mondo a suo modo sereno, Cesare khan và infino a Reno, tra Isara ed Era vide poi Senna, e ogne valle chiamò Rodano, e sua discendenza uscì a Ravenna, sul Rubicone fà poi suo volo, che non seguì ne lingua o penna, poi verso Spagna rivolse stuolo, verso Durazzo e Farsal percosse, e al Nilo caldo sentì del duolo, e per Tolomeo poscia si scosse, da indi scese a Iuba occidente, tra Bruto con Cassio che inferno latra, e a Perugia e Modena fu dolente, e di trista Cleopatra fu piangene, a causa morte veleno cobra, infino corse fino al rubro, e puose il mondo in tanta pace, che fu serrato a Giano delubro, e regno mortal a lui soggiace, diventa in apparenza un poco scuro, se in mano al terzo Cesare si mira, con occhio chiaro devia e spira, Isacco Angelo usurpatore, poi Tito a far vendetta corse, vendetta del peccato antico, e quan dente longobardo morse, Carlo Magno aquila soccorse, scacco al pontefice falso, che pretendeva territori, di Romagna occidentale, Carlo Sacro Impero in mano, fino ai Guelfi oppositori, che scelser gigli casa Franca, ma i Ghibellini li han rubati, a confondere i partiti, separando la giustizia, quel divina e quella umana, cattiv'uso venne fuori, e non creda Carlo Angiò, di abbatter coi suoi guelfi, quell'impero con artigli, che scuoiarono i leoni, più feroci anche di lui. Impero spaccato a metà, tra Francia e Germania, semina lotte intestine, e massacri civili a Europa e mondo, non è modello Buon Governo, poichè dentro insegna artigli, c'è già scritta la sua storia, che d'Imper Scuoiante narra. Dante mette Giustiniano, nel Cielo di Mercurio, fra gli spiriti attivi, riformò codex romano, sia civile che penale, dopo gran contraddizioni, ma presunse essere anche, il controllor leggi divine, anche queste da snellire, a vantaggio suo Potere, indisse il Secondo Concilio, in 553 Costantinopoli, per abolir Spirito presenza, per la massa dei sudditi, la divin scintilla eterna, doveva esser mutilata, manipolata dal terrore, della dannazione eterna, per accettar costrizione, riformò legge divina, ma Beatrice lo riprende, nel canto 74, ribalta scacchi e carte, confermando che noi umani, siamo angelica natura, spirito destinato a spirito, tanto amato che farà, risorger corpo sua materia, vostra vita senz'esso spira, somma beninanza la innamora, di sé e poi sempre la disira, poichè Umanità si fa Spirito, quando Spirito si fa Carne, nel mistero Riconciliazione, apocatastasi giustiniana, sotto il velame versi strani, si ordisce beffa a coron d'oro, come a Ipocriti pesanti, noi dobbiamo diventare, Papi e Imperator noi stessi, ciascun se stesso preso, nel risveglio individuale, argine a isteria Potere, sempre uguale in ogni veste. Siamo tetragoni sebbene, Giustinian censura Spirito, apocatastasi compresa, come Guido Montefeltro, che volea ingannar giustizia, come suo capo Bonifacio, controllar divine leggi, indulgenze per chiunque, spodestando papa Celestino. Bonifacio fu nemico, soprattutto dei cristiani, come col suo compare Giustiniano, che gli siede di fronte, tutti e due a far sentinelle, alla Croce del Cristo, del quale tutti e due, si son fatti scudo e fendente, per avere dominio terra, e il potere su ogni gente; ipocrita Imperatore, e gran fetente il Papa, corrotti dai banchieri, vendon corona e mitra, IMPERO SCUOIANTE che, ci toglie pelle mentre in vita, e Caifa in canto 23, inchiodato a terra steso in croce, sua vile eterna dannazione. Sinedrio è nell'inferno, esecutori in Paradiso, insieme a Giustiniano, a sventolar Aquila segno, senza il manto dell'inganno, denudati a verità, dal giullare turuscano. Giustiniano è messo lì, da sentinella Croce al Cristo, al mistero Eros Divino, avvolto in suo manto dorato, sentinella a ipocrisia: veder voleva come convenne, imago al cerchio vi s'indova, mistero imago non svelato, con le parole mutilate, Dante ha visto Verità, nel Poema circolare, sta il segreto questa imago, canti sincroni in risonanza, Stella Davide o di Barga; in Cielo Giove Aquila divina, svela a Dante che lui è, un pellegrin con occhi miopi, che su battigia vede sul mare, ma non può scrutare abissi, di mar giustizia divina, poichè in mente di Dio, Commedia narra degli umani, sol profilo della storia, che nulla può sapere, del mister suo genitore. Sigillo Nord in canto, Aquila parla di profilo, con un occhio solo, e nella Candida Rosa, il mondo Beati è informato, da apocatastasi zenith, della potenza dello Spirito, che svela tutto sia divino, e al divino và tornare. Sigillo Est in canto, divinità d'Uomo è riposta, nella sua Intelligenza, che necessariamente è, separata a Dio a poterla usare, lavor da essere compiuto, nel verbo Tetelèstai, così il peccato originale, e necessaria lacerazione, fra il Divino e l'Umano, perché si compia il progetto. Sigillo Sud in canto, Anima intellettiva ci rende, responsabili del cosmo, perché noi Siamo l'Universo, e usiam libero arbitrio, sol se diventiamo liberi. Sigillo Ovest in canto, celebra apocatastasi, riconciliazione al Cristo-serpente, che ha condiviso orfanità, separazion con tutti umani, accumulando ogni dolore, e restituendoci lo Spirito, nel momento in cui fà Carne, così tutto è compiuto, e nel canto 74 della Croce, Beatrice insegna natura umana, Adamo è angelico divino, che deve tornare al divino, e Dio in sua solitudine, non poteva salvarci, come umani loro solitudine, non potevano salvarsi, così Spirito si è fatto Carne, in gesto supremo amore, Dio sacrifica se stesso, per riscattar più del perdono, e tutte le altre strade, insufficienti a tal giustizia: Figlio di Dio s'è umiliato, incarnandosi alla terra, natura angelica dell'Uomo, trafigge Giustiniano, e il suo ipocrita giochetto, di far parlar Cristo sulla Croce, con la sua divinità, e non con sua umanità. Giustiniano ipocrita cantore, della Storia Impero Scuoiante, e Bonifacio svende Chiesa, dove il Cristo pure merca, sebben gente dispetta, cui oltracotanza in voi s'alletta, tutti e due appaion salvi, in libera scelta volontaria, per volontà di umani e Dante: poichè vostra sofferenza, vi opprime perché vi opponete, a quel progetto di Amore, che per certo è realizzato, è solo vostra volontà, di resistere all'Amore, che vi condanna al dolore, voi calciate la salvezza, siete dannati sol per scelta, come per scelta pur si sale, al Paradiso angeli umani, accomunati a stessa condizione. Croce del Cristo rinascita, sorvegliata da 2 IMPER SCUOIANTI, temporale e spirituale, Giustiniano e Bonifacio, dolor di Spirito e Intelligenza, che scuoian pelle e scippan Spirito, ogni giorno umiliano e mortificano, nos Intelligenza volgono al male, togliendole divin bellezze, e costringendola a credere, che nostra vita non è sacra, ma merce da svender massacrare, come banchieri fiorentini, che inventarono il debito, mezzo di scuoiamento. Filosofia è Beatrice Sophia, cervello animato raggio angelico, alimentato dallo Spirito, dono di spirito sapienza, che svela geometria poema, nel canto 77 dieci Paradiso, entra nel Cielo del Sole, Cielo dei Beati Sapienti, cielo di Aritmetica, al servizio di Universo. Dante và in lucida coscienza, oltrepassato il numer 9, progetto compiuto in canti Eden, fatica a visitar Dolore, poi incontra Beatrice, e vola verso la Luna, separa il 9 dal 10, contempla il suo lavoro, per cominciarne un altro, come in orto e giardino, e in quel volo giunge vetta di Amore, come dice Beatrice, spinto da volontà di esser fuoco, per tornar luogo di partenza, prime parole di Virgilio: Inferno e Purgatorio visiterai, Paradiso vedrai se vorrai salire, conquista dello Spirito, a Empireo canto 100, stan Maria ed Eva due madri, che rigeneran Corpo. |Dante in Paradiso, vide inverse stelle, Icaro và in volo, in aere mostra arte, la strada non seppe, carreggiar Fetonte, si infiamma e frantuma, cieco fu Caronte; leggenda di Fetonte, riflette meteorite, cade sul Volga, acciaio e khan terribe, Maometto conquista, carro di fuoco Elia, a Yaroslav su Volga, anno 421. Maometto steso a terra, disse di partire, carro Elia si alza, come fa un Vimana, poi solo fiamma, Dante descrive, nuvola che sale, un tuono ode e intende, così genti degne, si ferman con insegne. |Rodrigo Borgia, Alessandro VI nero, pontefice eminente, come Colonn Farnese, odiato e diffamato, da molti classisti, infine avvelenato, e offeso nei libri. Vaticano residenza, dopo di Avignone, Sisto 471, autorizza la Sistina, Innocenzo realizza, galleria Bramante, GiulioII cortile, Raffaello decorante, PaoloIII Farnese, cappella Paolina, museo clementino, etrusco egizio sia. Borgia zodiaco, anno 498, sesto papa da Callisto, prima di Niccola, avanti la caduta, siede in Vaticano, fuori lista sua. Pio dopo Callisto, Paolo II farnese, Sisto IV quinto, Innocenzo 492, Borgia sesto pontefice, nipote di Callisto, seggio ereditato. Nicola V, Tommaso Parentucelli, riforme e crociate, in Lega di Lodi, vuol Lorenzo Valla, scriver lingua, latina elegantia, al posto rusca slava, critica ascetismo, atamano di cosacchi, commenta e traduce, Erodoto e Tucidide, ma dono Constantino, sfugge censure. dopo Nicola, Martino ed Urbano, 626 apre sanPietro, palazzo Vaticano, residenza sanGiovanni, pure in Laterano, papi adeguan luoghi, a malaria pantano, con forza danaro, assoggettano Rasna, stampano inganno. Giardino privato, su luogo risanato, è cortile sanDamaso, primo Vaticano, Enea-Ioan Battista, chiesa in Laterano, capo tutte chiese, Vatican abbandonato. Incendi e terremoti, sciacalli ladrocini, a santAngelo forte, le mura passetto, leonino borgo sorge, mura e torre Borgia, giugno 670, Portogallo e Spagna sorga. Piazza del popolo, 2 chiese-gemelle, anno 823, di banchieri Chigi, finto Raffaello, primo libro schizzi, Raffaello bozzetti, in 844, incise da tedesco, William Gruner, che a Roma lavora, a Londra stampa, affresca vittoria, vaticana su tutti, poi dirige Dresda, museo di bozzetti, affresca-stucca chiese, lucra palazzi, disegna inesistenti, vecchi dizionari. Giulio tortura, servi di Borgia, licenzia cardinal, cambia biblioteca, vuole latino, crea mondo antico, brucia avi editti, vuol banchieri edili. Dopo epoca Donskoj, escon khan autonomi, frattura Rus-Bisanzio, Roma minacciata, controlla Europa sud, dalla pianur russa, ottomani vanno giù, assediano Bisanzio, rovescio dinastia, nobili fuggiaschi, ataman insegue scia, scappano nel west, alcuni in Provenza, altri Civitavecchia, portan oro e libri, su Tevere sponda, presso urbe et-rusca, su sinistra sponda. Ruma ha malaria, paludi Tirreno, Vaticano e Trastevere, ospita romeno, ora novi papi, avviano scissione, creano doppio clero, Roma e Avignone, competono chiese, scomunica ciascun, cattedra di Pisa, Costanza e Basilea, papi e antipapi, faide con crociate, guerre di riforme, chiese nazional. Borgia avvelenato, faide sanguinose, Colonna con Orsini, contendono zone, Vaticano vince, inventa latino, e brucia libri slavi. Dante ci narra, papa di Guascogna, che con Filippo bello, siede in Avignone, nemici sovversivi, di Arrigo Lussemburgo, khan di impero unito, che vede lor rifiuto. Enrico Acquisgrana, scese in Italia, su invito Bonifacio, a pacificar contese, fra guelfi e ghibellini, ma eccolo tradito, muore presso Siena, impero ormai diviso, città perdono torri, esempio fu Bologna, o Tuscania vescovile, che perde sua sede, a causa del conflitto, tra guelfi e ghibellini, i Barberini a forza, converton cittadini, ma visto lor rifiuto, distruggono un quartiere, la Civita di etrussi, discesi dagli slavi, giunti tempo prima, città resta in terzieri, abbattute le alte torri, in subordine a Viterbo, ora sede vescovile, fedele al nuovo papa. Su torri tibetane, i funeral celesti, di corpi nobiliari, banchieri e clericali, smembrati e lasciati, in pasto agli uccelli, mentre i popolani, sepolti sottoterra. Oggi funerale celeste, è praticato dai Parsi, zoroastriani emigrati, da Persia fino in India. Ferlini ci ricorda, che pure egizi e Jaina, serbano in piramidi, corpi mummificati, deviando raggi cosmici, su alte torri a metallo, li serbano dai furti. |Dante danna il guasco, pone nello inferno, assieme a Bonifacio, in bolgia traditori, Arrigo invece siede, un seggio nella rosa, dove sta Beatrice, che illumina ogni cosa.| Dempster scrive, etruschi discesi, da truppe in Italia, che da Rus Vladimir, regna su Eufrasia, nel 500 a Gubbio, lasciano tavole, necropoli a tumulo. Ciampi usa slavo, sui testi pelagi, 825 a Firenze, professor da Varsavia, condivise scoperta, contratto Roma-Gubbio, in pelagio volgare, ma tedeschi fan muro; fabbrican latino, umanisti riformati, combattono volgare, lingua originale, Egidi da Viterbo, ci descrive Etruria, nei secoli passati, custode di cultura. Etruria imperiale, ha leggi e militari, geometri muratori, agromi e sacerdoti, medici e pittori, inventori di armi, attori e scultori; poi Romanov-asburgo, prendono Toscana, tra Roma e Firenze, cultura falsata, i cardinal toscani, combattono mito, di stato pontificio, che muta lor memoria, Avignone perde, precedente papa, Bertrand de Got, Clemente egizio nome, Roma vince lotta, Dempster censurato, scaliger nuovo stato. Cortona e mir toscane, infine son piegate, toscani irretiti, scrivono in versi, la rasna verità, dopo crollo impero, e storici francesi, sostengono i rasna, da oriente venuti, turchismi di lingua, in turanica lupa: è lingua etrusca, come lingua slava, tracce in Italia, Firenze e Vaticano, storici tedeschi, falsarono storia, creano miti ariani, stirpi senza gloria. Libri di Volansky, bruciati nel rogo, Sebastiano Ciampi, in Polonia trova scopo, scopre che etrusco, da slavo derivato, decifra iscrizioni, in Egitto e balcani. Lo storico Chertkov, vive guerre Crimea, in Svizzera e Italia, vide molte mir, Rasna paesini, di cristiani slavi. Migrano tribù, stanziate in Anatolia, a nord del Danubio, creano slava storia. Resiston rituali, acqua con fuoco, rito iniziazione, cunicoli con grotte, passaggi mentali, portano al luogo, dove il divino, rivela suo gioco. Libro della Suda, sacro a genti rasna, sudny slavo-russo, è giudizio legge, rasna cristiano, consulta libri sacri, Volansky traduce, Greccio canti funerari: altissimo signore, di tutti fiumi Rus, affida miei figli, al khan di Thule, rasna nella Bibbia, son figli a Javan, giunti da tartaria, con Ivan Kalita, per abitare Italia. Specchi e manufatti, protesi dentali, arrivano a ondate, geti e samogeti, dopo fine impero, emerge la Riforma, 700 vieta lingua, slava archeologia. In tutta Eufrasia, volutamen celata, poichè contraddice, scaligera vulgata, Florinsky di Tomsk, indaga falsa Troia, utensili e ornamenti, stoviglie siberiane, tra rasna e veneti, maschere di drago, trasmettono al cavallo, potere di fiato. Ruderi di Troia, da Schliemann ritrovati, appartengono a uno, dei centri abitati, in Anatolia 400, dopo la conquista, abitato dagli slavi, uniti coi locali. Troia è Tsargrad, fortezza di Yoros, su asiatica costa, tra mar nero e bosforo. |Italia capitale, etrusca Firenze, ma Vaticano a Roma, piano piano ascende, il principe califfo, ovvero Ivan Kalita, Batu khan dio Crono, partito da Assiria, guida la conquista, e campi base attiva, alloggiamento zar, sul Tevere fortifica, governo sta a Firenze, in Vaticano sua milizia. Saturno chiamato, Ivan califfo crono, detto il gigante, feroce combattente, fratello a Yuri capo, Daniele loro padre, Danilovic Kalita, lascia Elena in Rus, viaggia in occidente, non torna mai più, nel Latium si accampa, muore in Italia, suo figlio Simeone, da Yaroslav arriva, e rende Vati_khan, cento religione; detto Carlo magno, dopo la sua morte, Firenze appar città, commerci corti e artisti. Cornelius Bruin, scrive libro 711, stampa in Olanda, narra case lussuose, piatti oro argento, splendidi vestiti, viaggio in Persia e India, attraverso Moscovia: romani e ottomani, hanno harem femminili, in Orda chiamati, terem separati, connessi a costruzione, passaggi speciali, guardati da eunuchi, ospitan famiglia, nessuno vi accede, hanno sala trono, e sala per amici. Musica maestosa, Bruin la sente ovunque, orchestre strumenti, in strade e nelle case, matrimoni con organo, pneumatica mantice, metallici tubi, che comprimono aria, come cornamusa, od organo da strada. Vivaldi veneziano, cerca impiego a Mosca, suo allievo Verocagli, realizza tale sogno, di abate veneziano, che ama i cori gipsy, in sue 4 stagioni, uomo ormai anziano. Fisarmoniche ad aria, mantici e canne, usata nelle feste, imitan cattedrali, musica dei corni, forte senza vento, nel raggio 7 verst, orchestre sale ballo. Pietro vieta tutto, resta solo vocale, assenti gli organisti, ranghi musicisti, vivono a Mosca, mancano a Pietroburgo, Pietro che poi, Cremlino distrugge, incendio 701. Due secoli prima, banchieri elitari, della tribù askenazi, fanno secessione, infiltrano impero, Moscovia e Bisanzio, riscrivono storia, con gesuita monopolio, Scaligero e Petavius, crean cronologia, al concilio di Trento, fann calendario sfida, per conto nuova Roma, nera aristocrazia: mappamondo falso, poi eliocentrismo, al posto di fontane, dove terre e acque, sono paralleli piani, con un centrale asse, presso il polo nord, albero tagliato, che causa epidemie, e inondazione fango. Ricordano evento, cupole a spirale, Clementskirche tedesca, come san Basilio, stessa architettura, simili ai turbanti, ottomani di Tartaria, di epoca conquista, che fondano empori, creano loro flotta, ebber gran vigore, arte della guerra, culti di stupore, e scrittura slavo antico, studian teologia, padroni della scienza, ed astronomia. storia_cronologia-fomenko_magyar.mp4doc_gesuiti_zizzania_in_grano.mp4audio
||Pio VII 807, anfiteatro Flavio, Colosseo rifatto, simbolo richiamo, Pio IX 852, targa Colosseo, marmo all'ingresso, celebra lavori, 7 anno pontificato, larga pubblicità, banchieri finanzia, scavi sotterran. Istanbul Colosseo, prototipo primo, arena e cisterna, stanze e labirinto, accanto san Sofia, un obelisco egizio, obelisco Donskoy, colosso nome primo, anfiteatro rovinato, mezzo interrato, pavimento rialzato, edificio ginnasio. Re Napoli mappa, il Colosseo intero, Roma-Bisanzio, sotto ataman assedio, si erge su fonte, spettacoli navali, ricorda prima Roma, valli fluviali. da Nilo al Nero, Kemit agraria, egizia edilizia, e culti funerari, culto dei morti, in sabbie deserto, piramidi sfingi, obelischi d'impero, viaggiano salme, con nave Caronte, ben imbalsamate, preservano rotte, viaggio descritto, libro dei morti, estuario del Nilo, una donna diventa, cimitero imperiale. Vaticano soppianta, autorità di Avignone, storia vien riscritta, da ordine gesuiti, assieme a inquisitori, incapaci a riunir tempio, la pace scompare, emerge nuova legge, nuovo clero banca, che adora nuovo Cane. Babilonia eclissa, ottomani emarginati, nuovo esodo ebrei, dopo perdita funzione, rifugiano altrove.

313:la miglior medicina è la vita ordinata, non metter bocca dove non ti tocca, con l'errore degli altri si conosce il proprio, con pazienza si acquista la scienza: C'era nel paese di Zheng, un indovino chiamato Ji Xian, prevedeva la morte e la vita, apparizione e sparizione, disgrazia e felicità, morte prematura e longevità. Prediceva la data di avvenimenti con la stessa esattezza di uno spirito. Così la gente di Zheng scappava appena lo vedeva arrivare. Lie-zi andò a trovarlo e fu abbagliato dalla sua presenza, al suo ritorno disse al maestro Hu-zi: Consideravo perfetto il vostro insegnamento, ma ecco che ho trovato di meglio. Il maestro rispose: del Dao ti ho insegnato solo la lettera e non la sostanza, come puoi aver ottenuto il vero Dao? hai solo lasciato che l'indovino vedesse attraverso di te, prova a farlo venire, voglio vedere se riesce a vedere anche a traverso di me. Il giorno dopo Lie-zi venne insieme conJi Xian e lo presentò a Hu-zi; a termine incontro, l'indovino disse a Lie-zi: prima che siano passati dieci giorni il tuo maestro morirà, ho visto in lui le ceneri bagnate. Lie-zi rientrò in lascrime e raccontò a Hu-zi le parole, e Hu-zi disse: JiXian ha visto ciò perché mi sono manifestato a lui con immagine della terra, né movimento né riposo, lui ha visto in questo il segno di assenza di vita, portalo da me un altra volta. Lie-zi tornò il giorno dopo insieme con indovino che al termine gli disse: il tuo maestro oggi sta meglio, vivrà poichè ciò che lo minacciava è sparito. Lie-zi riferì queste parole a Hu-zi che gli disse: oggi mi sono manifestato a lui sotto forma del cielo, ha visto che fama e ricchezza non mi interessavano e che il segno di vita saliva dai miei talloni, portalo da me una terza volta. Lie-zi portò di nuovo Ji Xian, andando via questi gli disse: Il tuo maestro non ha digiunato e non ho potuto esaminarlo, pregalo di digiunare e lo rivedrò. Lie-zi riferì a Hu-zi che gli disse: mi sono manifestato con immagine del vuoto supremo privo di segno, ha potuto constatare in me solo equilibrio tra energia e movimento, portalo da me un'altra volta. Lie-zi portò di nuovo l'indovino, ma questi appena arrivato scappò, sentendosi perduto. Hu-zi disse a Lie-zi: rincorrilo, ma Lie-zi non riuscì a raggiungerlo. Al suo ritorno disse a Hu-zi: è sparito senza lasciar tracce, ed Hu-zi rispose: gli ho rivelato la mia identità col principio, accolto con umiltà mi sono conformato a lui che non sapeva più che cosa ero, ho imitato le erbe che si incurvano sotto il vento e le onde che irrompono, così è fuggito. Lie-zi capì di non aver ancora imparato molto, tornò a casa sua e meditò per tre anni: cucinava per sua moglie, badava ai maiali e si disinteressava degli affari del mondo, cercava la semplicità nella conquista della indipendenza, coltivava la sua unità originaria sino alla fine della sua esistenza, vivendo pienamente e con serenità ogni emozioni che prima lo travolgeva, meditava spesso il primo verso di Laozi: ricco è colui che basta a se stesso, parti da dove sei e da li progredisci! Zhuang-zi agginge: sapere ciò contro cui non si può nulla e accettarlo come Destino, è la suprema virtù, mentre al suo opposto sta la capacità di superare ogni limite umano, sino ad accedere allo stato in cui si può tutto; questa apparente contraddizione è il lavoro interno. Il Santo non dirige gli uomini da esterno, corregge dapprima se stesso, così la sua influenza si estende, solo dalle sue capacità discende la sua forza e autorevolezza. Pratica il distacco, concentra nel silenzio, così conforma la natura degli esseri, senza egoismo allora trova la pace. |ZHUANGZI 莊子 nacque, nella citta di Mong, in Sung feudale stato, di tartaria Cina, la dinastia dei Chou, qui aveva confinato, la dinastia di Shang, Raseno ha ricordato: lui vive in campagna, semplice sposato, 1 suo abito vestito, di tela rappezzato, sceglie lui armonia, di vivere col dao, vive sullo sfondo, del mutamen di stato. Mestre leggendario, Soshi di Japan, Jangia di Corea, Trang-tu in Vietnàm, origina in Henan, ebbe carica statale, lascia la carriera, e vive sue strade; compose suo poema, capitoli 33, semplica messaggio, aneddoti storielle, multicultura lingua, spirito natura, sotto albero siede, fa tamburo invito, tace sua mente, nel ritmo del respiro: oblio aiuta bene, memoria collettiva, improvviso musicista, attinge da bagaglio, formatosi da inizio, della sua carriera, Chuangzu divien cosciente, silenzio solitudine, attesa rivela, viaggi oltre frontiere, discriminanti vede, felice intuizione, accorge aver sognato, di essere farfalla, deviare corso fato, dipende da suo stato. Chuangzu panteista, visse lutto moglie, dopo lungo pianto, suonava suo tamburo, 1 amico confuciano, chiede spiegazioni, il rito ha sabotato, acme disperazioni: da un angoscia emerge, calma contrario, ovvero accettazione, serena meditazio, la moglie era con lui, in forma vento qi, come avanti nascita, unita con Zhuanzi: un giorno ebbi sognato, di essere farfalla, leggera e felice, che si domandava, io sogno farfalla, e farfalla sogna me, io sono sveglio in lei, Lei sveglia in me. Un giorno pescava, in riva al fiume Pou, gli manda re di Chou, 2 alti funzionari, a fargli le offerte, lavoro mandarino, senza volger testa, respinge onore fino: so che vostro re, conserva un carapace, di Tartaruga morta, che in amadio giace, ditemi se quello, avrebbe preferito, vivere nel fango, piuttosto che secchito; povero vi sembro, ma ho gran felicità, fui ricco letterato, grande infelicità, fare funzionario, è contro mio pensiero, ostacola mia scuola, di apprendere intero. Panda bianco nero, Chuang-tsu insegue, nel folto di foreste, sciamano diviene, ogni movimento, ambiguità racchiude, vita di ogni giorno, a saggezza conduce. |LAOZI 老子 detto pur Lao Dan, insegna Dao De Jing, cosmo dentro e fuori corpo, morale e Spirito Santo, natura impero e paradiso, wuwei e autostima, contentezza e e flusso qi, invita persone e seguir principio, di agire senza forza, secondo fremito spontaneo, evitando inutile resistenza, ricercando un equilibrio, tra forze opposte in gioco, nel modello di Wuxiang. Essere umano comprende, che Dao è già sé stesso, connaturato a sua esistenza, esperienza quotidiana. Virtù procede dalla Via, qualcosa di vago e inafferrabile, che al suo interno ospita germi, che manifestano realtà: se abbandono distinzioni, e riconosco i segni in tutto, individuo possibilità, per agire in conformità, col corso natio delle cose, Agisci prima che esso sia, crea ordine avan disordine, giorno per giorno sul tuo campo, semi pianti col qigong, ciò che è calmo ben mantiene, quel che non è ben si previene, ciò che è fragile ben fonde, un albero grande vien da un filo; una torre a nove piani nasce, da un mucchio di terra, mentre un viaggio mille leghe, inizia da sotto i piedi; se nel trattare affari, quan sul punto di riuscire, spesso li roviniamo, per assenza lungimiranza, veglia dunque sulla fine, e su inizio di visione, nessun affar rovina. Dao è via e ordine Impero, riflesso in individuo, energia primordiale, permea tutto universo, toroide naturale, radice di Zhìnéng Qìgōng 智能气功, per evolvere individuo, e una armonica società; disse Lao Dan: il re illuminato ideal sovrano, di Tartaria e del Chitai, estende ovunque opera benefica, velando esserne autore, migliora tutti sen che questi, sentano sua azione, il mondo ignora il suo nome, ciascuno è contento di sé, i suoi atti imprevedibili, egli identifica col Dao, Etere primo e Hunyunqi. Daodejing Virtù che nutre, innalza prospera e guida, protegge e produce, agisce senza appropriarsi, quando opera è compiuta, la contempla e passa oltre, come il Santo taoista, che come re estende influenza, su altri esseri che hanno, raggiunto vera lor natura, a conoscerla e nutrirla, arrivando a possedere, stesse virtù del Dao, mentre i diecimila esseri, si dibattono attivamente, lui contempla sorgente intera, da noi chiamata teologia. Dao è stato originario, da cui ogni cosa prende forma, a cui ogni cosa fa ritorno, dopo esser fiorito al mondo, ognuno torna a sua radice, che è ananda serenità, chi conosce questa legge, vuol saggezza praticar. Laozi persegue attivo, uno stato di quiete, in cui diminuisce ogni giorno, sino a giungere a wu wei, per avvicinarsi al Dao, uniforma propria esistenza, al ciclo crescita e ritorno, alla radice di ogni essere. Aristotele fa eco, umano appar felice, se compie suo lavoro, bene da se stesso, felice il suonatore, quando suona bene, accorda sua ragione, a virtù che tiene; le forme di governo, adattano a natura, in var Costituzioni, di umani e geografia, Monarca è uno solo, Aristo è minoranza, nessun Eterarchia, Polita è maggioranza: lor degenerazio, hai quan governanti, mirano a interessi, lor propri fatti, corrisponde ai primi, regime tirannia, segue sinarchia, anarchia e democrazia. Laozu è Aristotele, nei versi Dao de jing, Popolo sano inizialmente, ignora i suoi sovrani, ma venner successivi sovrani, amati ed esaltati, poi i successivi son temuti, e presto disprezzati, sovran sleali sputati; il primo era riservato, persino nel parlare, il Bene realizzava, il Dao far funzionare, i diecimila vivono spontanei, seguendo propria natura: se la Base è confusione, nulla è governato, se pur riescono a farlo, per poco rimarranno, mostratemi un violento, finito in bella fine, lo prenderò a maestro, come bravo più sublime; segue al conformismo, disordine e violenza, poichè senza consenso, è sol tiranna scienza, perduto il Dao spontaneo, viene la giustizia, poi persa la scaltrezza, nasce la sofistica; se si cede a cupidigia, il limite scompare, e cresce avidità, insoddisfazione sale, alle leggi e proibizioni, e il popolo intristisce, si arma e fa diniego, regno pian marcisce; nel semplice governo, popolo ne abbonda, se ti astieni dal fare, da sé prospererà, togli pian programmi, avrai spontaneità, seguendo sua natura, si ri-organizzerà; se controlli mutazione, ovvero metamorfo, porta a compimento, lascia a punto giusto, serbare possedere, a un tempo non si può, poteri assieme orgoglio, mutan direzione: scaltro non diretto, agisci nello impero, x evitar riflesso, agir contrario effetto, complesso e delicato, è organismo impero, a regole e decreti, non si confor davvero! se tenti fissarlo, va via disordinando, mutevole il suo moto, come quel del dao, or avanza e cede, ardore poi apatia, impetuosa agitazione, e calma debol via. Dao Via di natura, Wu Wei senza sforzo, agisce sen pensiero, Fontana mappa Rei, meditando su essa, agisci con wu-wei: il fatto che tu sei, è primo dei misteri, nè chiesto o guadagnato, accade che ci sei, cosmo è già perfetto, Leibniz ci ricorda, non vuole migliorarsi, astri continuano a danzare, gli uccelli a cantare, i fiori a sbocciare, pure tu puoi farlo, sei parte del sublime, coscienza di esistenza, dice in te Io sono, lascia fare eventi, Fiore d'oro segue scopo, forse sorte e malasorte, a volte parte di quel moto, in nessun luogo serve andare, tu riesci essere gioioso, fluido per remare, come chicco pien di riso, era detto antichità, mentre i gusci vuoti, sono detti modernità, e tutte divisioni al mondo, sono solo falsità, poichè mondo e coscienza, sono unica realtà; il basso è come l'alto, niente esterno od interiore, anima e corpo è nord e sud, fuor creazione nulla esiste, sono danza e danzatore, come esser divenire, stesso evento da due lati. Mondo al mio occhio, entra dalla porta, penetra nell'io, lo altera e trasporta, con interiori sensi, soffoca e allontana, morale fa corazza, alla natur spontanea; così è abbandonata, la vita emotiva, poter sottile donna, è apparenza passiva, che maschio a calamita, attira lega a sè, come Valle bassa, attrae acqua da sè. Se uomo teme morte, invece della vita, quella trova presa, vita afferra vita, brama attaccamento, è arma + possente, che morte tiene in pugno, la usa ricorrente. Se vivifico intenzioni, le concentro fino a una, col qi questa confonde, l'intera partitura, se io distruggo allora, cattivo non sarò, successo vien piccino, piano ingrandirò; 1 forza dirompente, esaurisce e si posa, occhio col tramonto, son la stessa cosa, senza usare alfine, gli organi dei sensi, immobile mi siedo, osservo sen consensi: unito a contemplazio, scuoto come tuono, Ciel si adatta ai moti, Dao è fondo del suono, permanente sua realtà, è detta il cambiamento, quando si interrompe, sta il decadimento. Osserva Panta-rei, ciò che ti circonda, Eraclito e Lao Tsu, sono stessa cosa, Tutto appar diviene, cicli fasi opposte, come dentro al fuoco, mondo inter si svolge; muove poi diverge, eppure sempre uguale, istante fotogramma, illude eppur rimane, mondo è nella psiche, e nei sogni vivi, ciò che tu alimenti, porti nei confini. Conoscere gli altri, è saggezza in fiore, Conoscere se stessi, è illuminazione, Dominare gli altri, è forza pura orsù, ma Dominar se stessi, è superior Sun Tzu. Ecco luna piena, calar vedo comincia, azione + efficace, è quella preventiva, immobile fui Saggio, in moto apparvi Re, umani andran da chi, sia solo recipien. Salvaguardar passato, inutile illusione, molto sa insegnar, se serve 1 creazione, ma se divien padrone, tu rischi non cambiar, indietro regredisci, astieni a migliorar.| Colui che basta a se, è ricco già da sè, debole che cede, vince il duro e forte, sapere + sottile, il rozzo non sconvolge, eruditi e letterati, sanno cose morte. Ciò che non si ode, insegna sen parole, compie senza fare, cedevole interiore, è Pienezza umana, una piena vacuità, la massima drittura, sia l'obliquità. Raseno ha pieno qi, ai bimbi assomiglia, insetti velenosi, non teme oppur artiglia, col fallo eretto serba, suo qi circolante, intero giorno può, gridar voce squillante; moto vince freddo, riposo vince caldo, chiudere la bocca, è chiudere 1 porta, chiarire il confuso, velare abbagliante, addolcire l'amaro, smussare il tagliente: se esser peccatore, è via di santità, ogni moto mutamento, gioca a compensar, se facile prometti, difficile mantieni, ponder ciò che puoi, ostacoli non tieni. Ciò che è ancor calmo, dirigi facilmente, scorgi fatto prima, da segno + evidente, torre a 9 piani, inizia da pugno terra, 1 albero gigante, da seme sottoterra. Viaggio 1000 miglia, inizia con 1 passo, astieni dal fare, fallire mandi a spasso, lascia avrai afferrato, e riguadagni senso, tabula fai rasa, a idee comun consenso: torna dove altri, sono oltre passati, ma nel seguir eccesso, scopo tu lo perdi, obbligo istruzione, x masse illuminar, sconfina propaganda, ier oggi e doman; abbassati se vuoi, dirigere innalzar, se a vertice vai star, il tuo Io vai a velar, senza popol tuo, costringere o umiliar, obbedienza ottieni, nessuno ama litigar. Impero grande è, una Valle profonda, attira e converge, acqua dei + fiumi, Ap-prendere acqua, è Femmina totale, passiva vince Maschio, come Via declino appare, ambizione in cerca fasto. Debole flessibile, sono i modi della vita, Rigido e robusto, il modo della morte, l'armata vittoriosa, mai ha combattuto, Albero + forte, viene poi abbattuto. Masse esasperate, non temono morte, non serve allor frenar, lor con spade corte, Acqua vince duro, senza mai apparir, agisce sen legarsi, previene soffrir. Illuminato grande, semplice ti appare, a ciel si conforma, ha morte naturale. Etica e morale, surrogan vera spinta, a Dao segue virtù, a morale la giustizia. Essere sen volere, né preoccupazione, non aggredisce alcuno, il buono parlatore, non lascia sue orme, buon camminatore, chiude senza sbarre, il buon carceratorem contar non ha bisogno, il buon calcolatore. Agire e ritirarsi, via del Ciel richiama, Raseno un di ritira, ad apice di fama, evita trovarsi, ridotto ad impotenza, velando luce sua, si dedica ad essenza: avverti distaccato, essenza misteriosa, limita tuo sguardo, se il desider ti offusca, quello le apparenze, mostra del principio, vedi il qi del Vuoto, al fondo di artificio; volendo trattenere, estendere fai prima, volendo indebolire, fai rafforzare prima, chi mantiene posto, che Dao dà durerà, Esiste dopo morte, è già immortalità: ad apice poi segue, sempre la discesa, abbatti le zavorre, se vuoi fare ascesa, Tazza piena svuota, a riempirla nuovamente, ripassa ogni esagramma, nel giro 360. qigong_agopunti_chiave_cinese.mp4qigong_xing-shen-zhuang_cinese.mp4audio
||LAOZI 老子 film in Hangu-pass, diretto da Chengyun Ma, narra vita di LaoTzu, presso il Passo di Hangu, un presidio di confine, dello Stato di Qin. Laozi filosofo cinese, fondatore del Daoismo 道家, pedagogia e filosofia, religione di saggezza, e armonia con universo. Sua vita avvolta nel mistero, tra leggende informazioni, pare nato nello Henan, dopo anni gravidanza, esce da vergine ascella, la sua mamma detta Li, lo porta in biblioteca, archivista presso corte, imperiale degli Zhou, dopo anni di lavoro, gli sta stretta corruzione, e la mancanza di saggezza, abbandona posizione, si ritira nel rurale, con un bufalo e un trovatello, lui seguendo una cometa, viaggia ovest della Cina, nello stato di Shaanxi, giunto in Hangu pass, Laozi fermato al corpo guardia, da Yixi del corpo guardia, invitato dal suo capo, che diviene suo devoto, detta versi in Hangu pass, e brava donna scrive libro, Dao-de-jing testa首 e piedi止, in 5 mila ideogrammi, su tavole in bambù, poi riparte nelle steppe, porta copia ai Nestoriani, assieme con Yijing, libro Classico dei Mutamenti, detto I Ching cinese, ha come nucleo un insieme di figure esagrammi composte da sei linee, a ciascun esagramma è associata una immagine, sentenza e interpretazione di linee in mutamento. La divinazione dello Yijing usa un sistema di numeri, dedotti dal lancio di monete o steli di achillea a cui sono assegnati valori fissi, a loro volta scritti come linee intere/forti yang, o spezzate/deboli yin. Tre linee sovrapposte formano un trigramma, due trigrammi associati formano un esagramma che può mutarsi in altro esagramma, sempre seguendo i numeri. Yijing prevede tre tipi di mutamento: il non-mutamento, il mutamento ciclico e il mutamento che non torna al punto di partenza, cioè la trasformazione, che avanza in successione spiraliforme come vibrazione. La divinazione Yijing è una diagnosi del presente attraverso segni/immagini germi del Dao, specchio degli eventi visti da chi evoca i segni stessi. Questa diagnosi ha potenziale di orientamento di una situazione, spesso porta a una diagnosi del futuro, dove, seguendo la regola sinusoide, a uno sviluppo segue una decrescita, al lavoro il riposo, al caldo il freddo e così via; i mutamenti previsti dallo Yijing sono quelli del Dao, infatti tale oracolo ha scopo di aiutare gli umani ad allinearsi al Dao, suggerendo come armonizzare l'operato a quello del cosmo, così da diventare simili a cielo e terra, in armonia con la loro saggezza che abbraccia tutte le cose e reca Senso e ordine al mondo intero. Dao opera ovunque ma non si lascia trascinare in nessun luogo, gode del cielo e conosce il destino, è libero da preoccupazioni, contento della sua situazione e genuino nella sua bontà, capace di esercitare amore. A conoscere il futuro esamina il presente, già racchiude in sé i semi del domani, dunque il destino si cambia costruendo un presente migliore, in cui nutrire la viriditas coltivando abitudini salutari per il corpo e la mente. Concentrare il soffio vitale e spirituale a contenere le diecimila cose, se si è in grado di concentrarsi e fondersi in unità, è possibile conoscere buona e cattiva sortes senza ricorrere a divinazione, allora la pratica muta il destino in tanti modi diversi, per natura e intensità, secondo lo stato di partenza della persona, la quantità e qualità della pratica, gli obiettivi e la motivazione a perseguirli. Per evitare di disperdere il discorso nel mare delle mille possibilità, il discorso può rutorare a 360 gradi, seguendo i tre momenti base di tutti i qigong: regolazione del corpo, del respiro, della mente/cuore, e composizione del campo di qi per accedere allo stato Qigong. Regolazione non è una regola, bensì ordine interno di un sistema mobile in continuo cambiamento, coerenza interna che continuamente si bilancia al variare delle condizioni interne ed esterne, è controllo e armonia che nel corpo si manifesta come equilibrio, coordinazione e rilassamento, mentre nel respiro è consapevolezza del soffio stesso e capacità di organizzarne ritmo e sede; nella mente-cuore è capacità di attenzione rilassata su intero universo fatto da hunyuan qi originario, è filosofia daoista e teoria Hunyuan che informano la pratica.

50:una buona coscienza è un buon guanciale: Adriano Melendres, curandero peruviano, di San Juan de Cachaco, narra mito San Cipriano, che scopre SANPEDRO, cactus di due generi, Echinopsis e Trichocereus, pachanoi e peruvianus, per vedere cause mali, dei suoi pazienti vari, mentre Giorgio intitolato, prende appunti e scrive: al villaggio di Ayabaca, Cipriano innamorato, di una vergine cristiana, non riesce a conquistarla, con sua magia pusanga, la suora porta in petto, una croce protettiva, più forte a ogni magia. Cipriano sconfitto, rinuncia esser stregone, vagabonda nel Peru, gettando sua vecchia mesa, e inizia a cercar Cristo, che ben lo aveva vinto, durante il suo cammino, incontrò pianta huachuma, alle otto di sera, lo taglia e lo cucina, lo mangia per la fame, in sogno incontra Cristo, là nel Giardino Eden, alle otto di mattina. Gesù sorpreso chiese: come hai fatto ad incontrarmi, Cipriano glielo spiega, e gli mostra quella pianta, Gesù la benedisse, e la lascia ai curandero, da oggi avrà tre nomi, Huachuma e Virtù, e San Pedro con le chiavi. Cipriano veste un saio, e scrive poi il suo libro, che arriva anche in Europa, a diffonder medicina, ai bianchi intitolati, ma sappi che coloro, che trovano suoi oggetti, diventan curandero, e chi li usa a far mal daño, divien brujo maleros. Gesù trova un rimedio, a ridurre pianta forte, che prima di San Cipriano, alcuni essa travolge, dimezza coste cacti, da 14 a sette, va bene anche otto o nove, coste dette vientos: i più usati a sette coste, quelli a quattro sono rari, legati ai quattro venti, e cosmografia andina. Romulo teneva, una casa in Hariquina, paese 2 or da Lima, 2 metri cacti in fila, talee lui fa asciugare, a evitare marciume, prima di trapiantare: più acqua meno forza, dicon peruviani, in decotto usa i sofferti, vitali e resistenti. Cactus quan tagliato, vive fuori terra, minimo un anno, e radici buone serba, dentro veranda, porta lui esemplari, da diversi luoghi, e suoli abbandonati, cacti + stressati, lottano per acqua, li aiuta la mescali. Cactus soffre e adatta, a crescere continua, pure cade a terra, Las Alda nelle ande, viene dal deserto, oppure da montagne, colonna alta sei metri, nei vasi dei Chavin, ramifica da base, da tagli trasversali, fiorisce la notte, fior bianchi profumati, che apre al tramonto, e chiude con alba, aroma fragrante, cactus 4 venti, tawantinsuyu Inca. Maria nella sua mesa, invoca inizio cura, dopo cena leggera, sen grassi sugar sale, florecimento e offerte, a encantos del tabacco, mangia il suo huachuma, spegne luci e attende, diagnosi o intervento, sua mesa tien tovaglia, a disegni ricorrenti, ricami di visioni, candele incenso e statue. Lei taglia pianta a fette, la cuoce in acqua-lime, 3 ore alla padella, separ da schiuma e feccia, dopo due decozioni, lo beve poi a digiuno. Ideale a 7 coste, polpa bianca interna a volte, taglia via da cacti, a fette lo cucina, 3 ore in acqua lime, liquido dimezza, da schiuma separato, sen zucchero e sale, diviene denso-amaro, a digiuno dà al malato, lo purga e riscalda, lei fumiga tabacchi, contro vomito-nausea, effetti dopo mezzora, durano 10 ore, empatia contemplazione, ha uno spirito solare. |AAPUS antenati, guidan greggi e clan, in luoghi inospitali, su Ande fan città, Apu è la montagna, Pachamama la terra, Quero il paese, ombelico forza eterna: energia di montagne, Apu collettiva, effonde dalle punte, la forza Pacha mama, anche mama coca, attinge al sotterraneo, forza immateriale, nutre figlio umano: rifondano aapus, imper Tawantinsuyu, lingua qechua e aymara, parlano su ande, sciamani e sacerdoti, urbana gerarchia, Warschi è primo grado, nutre monarchia. Watu secondo grado, veggente di foglie, Hampeq terzo grado, è mana curandero, lavora lui profondo, con spiriti piante, riceve insegnamenti, a vivere su Ande: suo lavor profondo, include spiri piante, da cui fa suggerire, ogni metodo curante, con spirito pianeta, è capace lavorare, mangia inquinamenti, e brujo sa stroncare; sacerdoti aapus, fan arte aruspicina, diagnosi dei ventri, di fauna da cucina, usan divinare, collan portar fortuna, semi rosso-neri, Guairuro pianta runa. Fumiga apus, grasso Cuy e foglia coca, divide sua mesa, come il cielo Rasna, tabacco nero fuma, e sacrifica un Lama, zucca pien di semi, sarà sua maraca: con semi Brugmansia, beve col malato, inibisce facoltà, offrendo sonno grato, Apus poi trasporta, paziente in ipnosi, osserva mani e occhi, e inizia orazioni: invoca gli antenati, lingua ispano-qechua, continua in silenzio, fumar nero tabacco, mastica la foglia, vede e indaga prima, oracola destino, e adatta pur al clima; coca aiuta sostenere, fame e fatica, aiuta a fare fronte, a estrema povertà, malesser altezza, freddo e difficoltà, dolore e tristezza, aiuta dissipar: arbusto delle valli, caldo umido richiede, prospera in declivi, suol senza calcare, seminati o piantati, a fondo valle vive, dan vita al Cocal, gli alberelli in fila: ogni tre mesi, scerbano erbacce, andini contadini, e ispani amici piante, dopo 3 anni buoni, si fa la raccolta, e usanza resiste, ai morenti coca in bocca. Umina Inca dea salute, porta le piogge, cerimonia preventiva, a Cuzco imperiale, re inca Pachacutec, rende medico chiunque, si adatta a clima; aruspici indovini, di foglie e di miti, mastican foglie, o fumano tabacchi, sacrificano Cuy, Cavia porcellus, strofinando sul corpo, a paziente malato, agonia del cuy, rivela morbo localizzato. Camayoc erboristi, Pachacuc leggono climi, Ayatapuc parlan defunti, profetan Hechecoc, dopo ingestione piante, o bevute alcool. Guacaues asceti, vivon luoghi isolati, Callahuya dotti erranti, Kamasqa i reali, curano imperiali, i capi tartari incan, tutti seguono dieta. Altomisayo a Cuzco, o qullasiri a Puno, pongo di Ayacucho, ayahuasquero Iquitos, huachumero di Piura, come paqo a Cajamarca, distinzioni curandero, e maleros rimarca; bi-cultura di Ande, india e latina, dottori di city, e curandero campesini, se uno è insufficiente, riceve sanzioni, fino pena di morte, se fa atti criminosi. Amautas sono detti, curandero e curandere, specie donne aymara, di paese Cochabamba, guidano la marcia, contro privazioni, soffrono massacri, ma seguono missione, così Evo Morales, di Aymara tribù, liber suo paese, Bolivia dalla sete. Ostetriche achumere, indossan cappuccio, turbante lungo velo, ricoprono capelli, spirito sanPedro, presenta sua voce, parla ad orecchio, narra molte cose, da terza a sesta ora, conversa coi pazienti, invita sobria dieta, rende conto fatti, ignoti nella psiche, fiori su ogni cosa, poi beve zuccher lime, pone fin a effetto, di achuma medicine. Maria curandera, consuma col paziente, enteogeno che ha, ayahuasca di selva, o sanpedro di ande, venduti ai mercati, a ridestar maestro, kon tiki Viracocha; riesce controllare, stati emozionali, anche collettivi, che vede nel rastreo, a mezzo riti erbe, con icaros agisce, su specifici nodi; se mesada stabilisce, pensiero positivo, equilibrio mentale, su consumo o disistima, le fasi di rastreo, accompagnano mistero: mal di mare vertigi, Sogni e ricordi, coscienti subcoscienti, rielabora blocchi, incontrare spiri, catarsi estasi andine, un altrove intuire, con vigilanza vive, flusso di immagini, Visioni dove 1 sombra, penetra nel mito, ,a resta piedi a terra, e in mesada viaggia, presso retroterra, che lega luogo a totem, pianta con persona, contagiano a vicenda, trasferiscon forze, oggetti della mesa, a stringere patti: mesa rito spazio, chiama mondo andino, detto pure pacha, connette sogno vivo, fa conoscere visioni, luoghi fas-e-infas, ogni apprendista impara, con anima viaggiar. Con acqua lei pulisce, tutti vecchi oggetti, benessere risiede, armonia psiche-mito, che manifesta in scambi, doni di continuo. Se vede squilibrio, di opposte qualità, amautas va curare, sindromi culturali, infrazione di norme, sociali o rituali; azioni di entità, di aria di vette, azioni di malero, purghe erbe in bocca, susto spavento, malocchio invidia inconsci, amuleti sulla mesa, aiutan sguardi nuovi; pudore vergogna, da improvvisi imbarazzi, accade dopo eventi, di clima e colpi venti, resta la sombra, conflitto è temporane, malattie caldo-freddo, simil effetti vale: primari riti cura, offerta o pagamento, di cibo o qi danaro, accompagnate da versi, litanie agli encantos, al fuoco e Viracocha, inalando tabacco, rinforza la sombra, e aiuta spiro pianta, sanpedro o ayahuasca, limpia libera contagi, a mezzo di frizioni, trasferisce contagio, da corpo ad oggetto, o espelle via Cuy, despacho desenriedo, suzione scioglimento, chiamata della sombra, con erbe a convegno: se origine ignora, di susto economia, bagni in acque laghi, dotate di encanto, abitati da spiri, a mutar poli contrari, florecimento è recitar, parol beneagurali. Puerperio è infermità, x ossa disgiunte, causate da parto, e vento freddo entra, madre alimentata, massaggiata e fasciata, tiene unite ossa, levatrice addome spalma: 8 giorni da parto, unguento di gallina, con cenere ed erbe, articolazio massaggia, impiastro pomodoro, x cura di angina, infuso di patate, a fegato-reni malattia; foglie coca flatulenze, coliche mal-denti, Simaba cedron febbre gialla, Simarruba malaria, Schinus molle x ferite, blocca emorragie, paralisi locale, birra chica anestesie; semi di chimico, stramonio macerati, in chica coca o vari, Camelina cura i denti, tartato o gengive, HEVEA sui gonfiori, e coliche vesciche. flora_huachuma_howard.mp4flora_wachuma-cusco.mp4audio
||dopo regno Incas canato, nasque San Cipriano, curandero sincretista, che converte più maleros, ai valori cristiani, di Andronico decreto, e con aiuto levatrici, curandere di huachuma, vede chiavi di Sanpedro, e Gesù meravigliato, che gli dona le preghiere, per guidar Aymara e Quechua, in pachamama diete e igiene.


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