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voce: deserto


etiopiaRastafari africani cantan tempi Salomone (338) le persone prudenti misurano i commenti, al più potente cede il più prudente  | foto umanstoria | audio | storia_invasione_di_etiopia.mp4 | storia_guerra_di_etiopia.mp4 | film_bibla_salomone_reginasaba1952.mp4 |musica 8-epifaniaSacer.mp3
ficodatteroFichi e caprifico, Palmadattero e Chamae (114) anno ficaio scarso granaio, il fico è buono quando viene e l'uva quando passa italico | foto frutteto | audio | fico-foglia_antidiabete.mp4 | frutti_datteri_del_deserto.mp4 | ficofoglia-spezia-riso.mp4 |musica 230610ngonde_dante.m4a
gigaroArum Taro e bulbi Scilla, e Kwashi fior (254) il troppo e il poco guasta il gioco  | foto erbefiori | audio | flora_tapioca.mp4 | flora_gigaro_arum.mp4 |  |musica ayami200311incontro.m4a
jaiselmerzuniDharamsala e Amritsar fin deserto di Thar (325) pesche e meloni delizia dei ghiottoni arabindi | foto indionesia | audio | paesi_india_thar-desert.mp4 | paesi_india_vita-campagna.mp4 | africaverde_buche-pioggia.mp4 |musica 01_ShirdiSai_02.mp3
libromisteriCristo e Maria nei misteri Iside e Osiride (345) Disumba ande mokoko, adengano mapoma na manze na esuba ea ngambo popè | foto umanstoria | audio | storia_nuova-cronologia_it_fomenko.mp4 | storiaNC_rusroma-stirpe-giga-jesu-kulilovo.mov | film_marcellino-pane-e-vino1955.mp4 |musica hallelujah_canto_pasqua.mp4
meloneMeloni e Cocomero, rinfrescano estate (133) acqua al melone e vino al maccherone, vino nel sasso e melone in suolo grasso  | foto ortomilpa | audio | frutti_melone_cimatura.mp4 | frutti_melone-anguria-cimatura.mp4 |  |musica canto_madonnanera_f.m4a
opunziaEpifillo e fichindia a Napoli Tenochtitlan (96) quando piove e tira vento, serra l'uscio e statti dentro italico | foto frutteto | audio | fichi_opuntia.mp4 | ficopunzia_pala-antisiccita.mp4 |  |musica 990_NAC_Song02.mp3
payaguaRousseau ama feste e rimedi dei nativi (291) cuore contento grande talento, nella felicità ragione, nella infelicità pazienza  | foto wiramerica | audio | montesano_hobbes-dittatura2.mp4 | film_queimada.mp4 | film_o_cangaceiro.mp4 |musica 53_voz_deserto_floresta.mp3
querciaMartin assume Pan vigore da caldo focolar (230) pioggia a sanGiacomo porta molte ghiande, a santa Lucia e Natale, il contadino ammazza il maiale  | foto arboreto | audio | flora_quercia-roverella.mp4 | quercia-cinghiale-forza-unio.mp4 | quercia_sughero_spagna.mp4 |musica 220730ngonde_geocentro.m4a
scarabeostercoraro ditisco e maggiolino (81) esperienza e prudenza sono indovine  | foto insetti | audio | fauna_scarabei_famiglia.mp4 |  |  |musica 210725ngonde_lea.m4a
wirarikaHilario e Yoame a Viricota, festa zucche (288) la forza più possente è un cuore innocente mescahuatl | foto wiramerica | audio | filosofi_don-tonio_wirarika.mp4 | popoli_danza-peyotl.mp4 | storia watakame_e_nakawe.mp4 |musica 991_Peyo_06.mp3
zutwasiKino bolle suda in Kalahari prega e danza (294) affare divulgato è mezzo rovinato juhoansi | foto eurafrica | audio | doc_healing-dance-botswana.mp4 | popoli_namibia-zutwasi_mollison.mp4 | anime_kwe-hazdabo.mp4 |musica 8-numTchaiTrance.mp3

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338:le persone prudenti misurano i commenti, al più potente cede il più prudente: Storia civiltà, genesi di impero, origina da Egitto, tre fasi con 1 tempio, Tempio prima pace, Atlantide o Troia, prima del diluvio, terre di giganti, da Sardinia ad Etiopia. Ras di Etiopia, discendono da Xristos, detto Salomone, nel regno di Abissinia, dove Etiopia nome, è terra di origini, dal regno di Axum, a battaglia di Adua, regina di Saba, nel libro sacro ai Re, sceglie chiesa copta, apostolica cristiana, rinuncia èlite pagana. Acrocoro è altipiani, divisi da Rift valley, nella parte orientale, circondata da bassopiani, steppe con deserti, sud selve tropicali, gran varietà di climi, animali e genti umane: elefanti scimmie uccelli, leoni con leopardi, rinoceronti e falchi, tra forre e monti Ambe, alti 2mila metri, privati delle cime, han sommità spianate, oppure monti Semien, pinnacoli più alti tra gole frastagliate. In Lalibela city, la chiesa di San Giorgio, scavata nel mudflood, ricorda di Tartaria, ambascerie fraterne, da Indie e mar di Ross, tra regni monarchie, Ashanti e Brasikongo, Morocco e gran Zimbabwe, e popoli eterarchi, Tuareg e Zutwasi, Pigmei e tanti altri.| Egitto fonda Troia, dissemina impero, con più divinità, 12-13 secolo, poi con sue province, divide autorità. Secondo Tempio inizia, dopo gran diluvio, e distruzione Troia, Horus resuscita, da sconfitta Seth, diffonde civiltà, giganti monumenti, colonie e compagnie, culto piramidale, poi quattro cavalieri, seconda Apocalisse, dopo combattimento, resta un Dio sovrano. Imposta nuova legge, su culto precedente, annuncian 7 angeli, Horus ritornato, tribù lascian Egitto, creano nuovi regni, Casa Salomone, impianta lignaggio, in Nubia e Bisanzio, con Arca di alleanza, nel Tempio rinato, abroga sacrificio, del figlio di Abramo, mentre in Avignone, onore alla Regina, Maria Maddalena, nera czarina, nuova branca avvia. Mamelucchi slavi, eredi a Gengis Khan, occupan Egitto, con Rom soldati indiani, presa Terra Santa, in 486, collegan fiume Volga, a Mediterraneo e Nilo delta. Tempio si evolve, resiste fino a che, la pace finisce, nel cuore di impero, per via competizione, Pietro vuol messia, guida collettiva, Italia nuovo Egitto, Giovanni lascia scritto, un nuovo Testamento, che avvia 3 Tempio: tale Tempio fallisce, ma getta colonizzi, assorbe calendari, ad opera gesuiti, sotto i can papali, muta tradizione, dispersi Rom ebrei, fallisce missione. Napoleone invade tutto, e vuol ricostruire, Tempio Salomone, ma sotto falsa storia, Genova templare, fatta smantellar, Cattolico clero, rinuncia a proprietà, e Svizzera massona, inizia funzionare, con basi sotto lago, potere a diramar. Casa di Etiopia, 874 riprese, quan capitola papato, sotto casa Savoia, e sigillo Salomone, è preso dal sionismo. Poteri ricomposti, emerge comunismo, rivoluzion sociali, Prima Guerra avverte, i poteri imperiali, del secondo Tempio, tutti indeboliti, da genocidio armeno. Germania condannata, da società nazioni, così nova Israele, va sotto impero Inglese, Papi adulterati, insieme con Giappone, fan contro-potere: Seconda Guerra vede, restauro imperiale, a spese di nazioni, Giappone va in Manciuria, Italia in Etiopia, a depredar cultura; pure Grecia e Spagna, fascismo và potere, nazismo in Germania, assoggetta rom ebrei, scoppia la guerra, impero si disgrega. Israele nova appare, strategica nazione, che vuol ricostruire, Tempio Salomone, con Nazioni Unite, inizia Guerra Fredda, Papa fà concilio, coi nuovi vincitori, mentre in verità, Pietro con Giovanni, ancora fan litigio, per arca e annessi fatti.| Chebra Nagast, testo etiope e RASTAFARI, narra gloria ai Re, a Copti e Falascià, in lingua gee-za madre, di amarico e tigrino, Copti sacerdoti, in Giamaica portan mito, integrano Corano, di califfo ibn Affan, storia Regina Saba, trasporto di suo trono, leggende etiopi-egizie, apocrifi e copte, libro Adamo ed Eva, Egnepe in bwiti note. Arca Alleanza zion, narra libro Negus, che Salomone dona, al figlio Bayna-Lehkem, avuto da Makeda, e chiamato Menelik, primo sovrano re, fino Hailè Ras Tafarì. Zion ricostruita, secondo una visione, Mosè su monte Sinai, lo cantan Rastafari, la Regina del Sud, Sheba cerca Salomone, ama sua saggezza, affronta viaggio amore, a Bisanzio lo conosce, smette adorar sole, diventa una devota, a chiesa di Xcristos, passano la notte, lui le da un anello, per futuro figlio, la cetra canta avvento. Menelik adulto, va cercare il padre, Salomon gli affida, Arca di alleanza, il Menelik anello, Zion saprà guidare, 1 copia legno lascia, al posto originale, torna fino al Nilo, trenta giorni in uno, grazie a Barca sacra, Salomon sa tutto, in Africa al sicuro, resta arca forza, intrighi di corte, la avrebbero scomposta.| Rastafari culto, anni trenta 900, erede dei cristiani, e Siva di Giamaica, imperator Etiopia, è negus neghesti, Leone di Giuda, Selassiè Luce dei re: torna sulla terra, secondo Gesù Cristo, gloria e potenza, della tribù di Giuda, Andronico Salomone, assieme con Makeda, scrive Kebra Nagast, copta etiope chiesa. Ezio-topos Rastafari, lo predica profeta, Garvey nero scrittore, narra amarica profezia, 1 Re Leone africano, riscatta colonie, diaspora riassorbe, con musica di note; recupera cultura, in Africa con arpa, Garvey battista cura, espande le note, del messia Ras-tafari, Africa America, Inghilterra e Giappone, veicola il reggae, con canapa e amore: un regno terreno, del Cristo redentor, alla fine del mondo, Maria cura dolor, canta Bob Marley, che ha padre inglese, madre giamaicana, a Kingston coltiva, 17 anni divien rasta, la musica nel cuor, moglie sua lo ispira, Giamaica suo leon. Le donne rastafari, son Madre di Creazione, cantano il sovrano, esempio leone Xristo, in Africa rimasto. storia_invasione_di_etiopia.mp4storia_guerra_di_etiopia.mp4audio

114:anno ficaio scarso granaio, il fico è buono quando viene e l'uva quando passa: Palma Dattero albero, ha 1 solo midollo, erge alto in deserto, 20 metri molta luce, produce grappolini, + nutrienti del fico, 100 datteri gram, hanno bistecca profilo, li usa Bab Aziz, qual cibo del deserto, nutriente senza tempo. |FICUS carica, moracea come Gelso, frutti nutrienti, a centenari e animali, albero che ama, crescere largo, da semi di uccelli, nasce spontaneo; gradisce caldo sole, reca annate ricche, cresce sotto chiome, di noci e querce, albero fecondità, Siconio della fica, selvatico Caprifico, capro ermafrodita: fecondato da imenottero, blastophaga psene, ha forma arbustiva, inedule frutto, Fico domestico, fà sol fiori femme, da cui il nome fica. Presso bizantini, sicofante ladro, ruba frutti primi, maturi in tre periodi, Fioroni a primavera, Mammoni estate, Mamme in autunno. |Verdone romano, a fiasco e collo lungo, ruvide foglie pentalobe, cadon avan frutto, riducon glicemia, puliscono pentole, Forniti da settembre. |Brogiotto fiorentin, produce ner fornito, albero vigore, a portamento espanso, foglie trilo-pentalobi, fico sette-otto, schiacciato panciuto, a forma trottolone, buccia nera spessa, sfuma viola in ombra, bluastra esposta a sole, polpa soda dolce. |Fico melanzana, vigoroso e irregolare, molto resistente, centro itali appare, oggi sopravvive, con isolate piante, da luglio a settembre, dà fioron forniti, collo lungo rosa, ovoide polpa rosa, tiene dolce aroma. Caprificazione, arte a impollinare, frutti domestico, con polline selvati, a ottenere frutti, grossi rossi buoni, appendo fiorescenze, di caprifico ai nuovi: femme blastopha, sciama metà giugno, di polline imbrattate, deposita le uova, in caprifico e fiche. Fico 900 specie, zone tropi e temperate, propaga da pollone, innesto o talea, dai rami legnosi, recido sotto nodo, pianto in piena terra, polloni stacco autunno, da un Sicomoro, incido fusti e rami, dà caucciu lattoso; perenne legnoso, corteccia cener liscia, stami e pisti separati, siconi frutticini, ha forti radici, e forma irregolare: se Fico sul calcare, bene si sostiene, quando è adattato, suolo trattiene, usa sue foglie, a pulir pentola sporca, suo latte irritante, su verruche apporta; a inizi Primavera, metto alberi dimora, se son radici buone, fanno bella chioma, pota in trapianto, germoglia sinergia, radici a tardo Autunno, vanno in letargìa. Ficara frutteto, fichi senza 1 caprifico, usa portar campo, collan fichi maturi, contenenti blastofaghe, pronte a sciamare. Proverbio popolar, Albero fica fior, verdi gialli o neri, fico secco ai nonni, scorta cibo inverno, ricchi in vitamine, con semi lassativi, potassio calcio ferro, fibra a intestino: se stitico cura, cogli col peduncolo, e sbianca sbollendo, o esponi a sole canne, buco verso alto, fanno coagulare, il succo interno latte, rivoltali ogni giorno, essiccan coerente, poi immergi frutti, in acqua sal bollente, 2 minuti scola, cosi a disinfestarli, concentra minerali, senzacqua fin 6 volte, con prugne uva secche, eccelle forma feci. Emilia fa decotto, di fichi secchi a pezzi, sfiamma vie respiro, urinarie e digestive, a ridurre coliti, o fare gargarismi, nei casi mal di gola, o irritate gengivi, ber + volte al giorno, e in seral ritiri. Fichi su foruncoli, porri e scottature, lattice immaturo, caglia latte formaggi, adatti ai glicemi, 2 fichi giorno dato, glicemia sal 35, contro 100 pan bianco; decotto inverno, rimedio a pertosse, cipolle miele fichi, bolli imbottiglia, 6 cucchiai a giorno, quarto Vin bollito, bevi alla sera, tosse e influenza rito. fico-foglia_antidiabete.mp4frutti_datteri_del_deserto.mp4audio
||Sciroppo contro tosse, in mezzo litro acqua, bolle 2 fichi secchi, 1 manciata salvia, pezzi mela e camomilla, fior anice e lino, 15 minuti e filtra. Tisana FOGLIE FICO, il cuore protegge, abbassa la pressione, cura asma e stipsi, aiuta ciclo donne, e sciacqua gengiviti, ha calcio e potassio, ferro e B6. Bevuto infuso foglie, al mattino a digiuno, calma emorroidi, rimedio dei nonni, su asma e bronchiti, urinari e polmoni, mal denti e gastriti, mentre sue foglie, eduli e insapori, su ascessi e gonfiori: tisana foglie fico, rimedio al DIABETE, mangia glicemia, grazie al potassio, specie dopo pasti, scende zuccher sangue, e lesioni pelle. |Fico foglia e foglie Gelso, + petali di Rosa, calma le allergie, e calma il raffreddore. Fico foglia e Salvia, infuso digestivo, antispasmo e coliche, calma dolori mestruali. Fico foglia e foglie Alloro, digestivo calma peti, mentre con foglie Olivo, abbassa la pressione. Fico foglia assieme cime, di Melissa e Menta, fan digerire il fritto. Fico foglia e cima Artemisia, contro cattiva digestione, dolor colici e mestruali, fuor di gravidanza. Fico foglia e cima Ortica, infuso mineralizza, in caso di anemia, poi sfiamma e depura. Fico foglia e cime Malva, sfiamma e decongestiona, assieme ad Achillea, aiuta in menopausa, ed ipertensione. Fico foglia, con cima Basilico, infuso drena e depura.

254:il troppo e il poco guasta il gioco: GIGARO Arum maculatum, arace famiglia, Plinio scrive bulbo, greco-egizio Aron, calore in fioritura, quando messa in bocca, radice fresca brucia, lingua e gola fuoco, vesciche a soffocare. Gighero o gigaro, da macula macchia, composto velenoso, è acido ossalico, scompare con cottura, buono da mangiare, in tempo carestia, rizomi bolliti, si mangiano alle mense. Bulbo ha sapor pepe, medicina popolare, tuberi in polvere, contro vermi ed artrosi, buono anti-tosse, contrasta emorroidi, polipi del naso, e dolor reumatismi, strofina bacca mali, cotto e messo in vino. Bianco amido radici, inamida i tessuti, radici foglie fresche, sgrassano bollite, candeggia biancheria, ossalato calcio caustico. Gichero attira mosche, dentro suo fiore, intrappolate al fondo, polline sui peli, costringe a fecondar, le lascia un giorno dopo, disinquina il suolo, assorbe zinco attorno. Profano, pro fanum, vuol dire avanti al tempio, pane oppure uva, spesso intercalate, pan delle bisce, e uva dei serpenti, è Tothoroju gigaro, Arum italicum, orecchio di prete, con lobo appuntito, dopo confessione, a tener lontane serpi. Dioscoride narra, radice estratta estate, tagliata ombra essiccata, a pezzi con un filo, riscalda sciolta in vino, tostata oppure lessata, giova con il miele, al difficile respiro, catarro e convulsioni, fratture e reumatismi: bevuta in vino spento, espettora purgante, stimola sessuale, cura depressione, secondo Ilde Bingen, ricetta dei tedeschi; unguento con il miele, aiuta estrarre feti, mangia polipi e tumori, suo succo cura gli occhi, macchie e offuscamenti, mentre odor radice, aiutano abortire, come 30 semi in acqua-aceto. Succo seme in olio, calma dolori orecchi, foglie sue astringenti, su ferite recenti, radice porta seco, tien vipere lontane, foglie leggenda narra, sfregare tra le mani, se da vipera si è morsi. Frutti arancio-rosso, gradevole sapore, attraggono bambini, ma fermano la dose, x bruciori in bocca, durante masticazio, odore di carogna, renale intossicazio; le bisce mangian bacche, senza subir veleno, il colore delle foglie, ricorda loro pelle, in piena fioritura, emettono calore, frutti a nascita son gialli, maturi viran rossi. Solo aspide ne mangia, velena contro veleno, si annullano gli opposti, oppure sua foglia, quando bruciata odore, fa aspidi fuggire, o li inebria a intorpidire, essi evitan pur chi, è unto ad Aro e olio alloro, utile berlo in vino, contro i loro morsi. Uva di scorsoni, cioè Colubro Esculapio, elaphe lunghissima, innocua biscia nera, erba di Proserpina, in greco draconzio, in gallico è gigarus, gigarum per i rasa, Aron per egizi, iaron gigaron, alla crusca di Firenze. Tartarogiu in sardo, Folle lingua cani, endemica in Sardegna, Corsica e Baleari, isola Montecristo, apprezzata dai maiali, sapor acro e irritante, ma molto nutriente, cinghiali son golosi, Sirvone totorogiargiu: acru che totoroju, aspro come gigaro, è detto vin scadente. Dragonzio bulbo rossiccio, a mò serpente avvolto, donde il suo nome, la femmina nei cibi, il maschio è più duro, cuoce più a lungo, secco in bevanda, o applicato ad impiastro, per diuresi e mestruo, con olio su emorroidi, scalda massaggi, con miele su lentiggini, antidoto ai veleni, applicato ai malati, di pleurite o polmonite, impiastro con miele, applicato attorno a vulva, aiuta parto di animali; suo decotto con miele, efficace contro tosse, succo sana cancerosi, e polipi nel naso, in caso pestilenze, fa bene come cibo, dissolve pure alcoolici. Estate estrae radice, lavata tagliata a pezzi, legata a essiccar ombra, frutto colto reca succo, pur lasciato in ombra. Radice scaldante, se messa nel vino, essiccata o tostata, o aggiunta col miele, aiuta il respiro, e scioglie catarro, su ulcere applicata, riduce polipi e tumori, foglie cotte in vino sui geloni, formaggio ben conserva, entro le foglie aro. La pianta del sapone, Egitto estrae a primavera, pure Cipro e Grecia, seme ha odore pungente, cura malattie petto, se sciolto in bevanda, e lo stomaco aiuta, bevuto in miele aceto; pur con pecora latte, aiuta intestino irritato, olio estratto da radici, applicato sugli occhi, calma lacrimazio, dolore alle orecchie, contusion di tonsille. Pan di bisce lingua serpe, calla erba Saetta, erba da piaghe, emerge a primavera, magica seccata, sacchetti anti-malocchio, fiore nella culla, protegge marmocchi, mentre foglie fresche, poste sulla fronte, allevia emicranie, o foglie pestate, sui brufoli applicate, brevi veschichette, pare come ortica, tubero suo fresco, diarrea tachicardia, se consumi tanto, vomito e gastrite, convulsioni e coma, somiglia pochino, a Taro e Aristolochia. |TARO fior gichero, Colocasia esculenta, pianta grandi foglie, orecchi di Elefante, in Italia venduta, negozi etno alimentar, è radice tapioca, come tubero patata, cibo base Polinesia, coltiva x canoa, scorta cibo semente, con kumara e cocco: la polpa bollita, gustosa a fin cottura, nutre con ferro, radice lessa sbuccia, a mollo o vapore, con cavoli frittura. Polinesia storia, Taro ebbe figlio, deforme che morì, ma sul luogo sepoltura, 1 pianta fiorì, assaggiata dalla Dea, gradevole sapore, Dea rimase incinta, nasce Taro amore. Taro di Nigeria, Ghana Cina Cambogia, Costa Avorio e Papua, vasi appartamento, su rive di laghetti, alza fino un metro, foglia cuoriforme, protegge frutto a gelo; polpa rossa chiara, reca amido farina, bio-plastica e lenitivo, se usa medicina, va bollita prima, cruda appare tossica, causa toccar occhi, irritazione topica. |ARISTOLOCHIA fiore, simile al Gichero, ha giallo cartoccio, mosche in ovario, suoi fiori in bosco, bianchi color rosa, visibili a insetti, che vanno fare posa. genere Aristolochia 马兜铃 ma dou ling ornamentali, include Aris-clematis, che a utero somiglia, usa durante parto, decotto aiuta donne, placenta espelle fatto. Bencao Gangmu cita, 23 specie aristolochia, arum serpentaria, repelle rettili in foga, radici frutti arum debilis, usa in Liaoning, influenze freddori, adattoge preventiva, sua decozione, aumenta celle bianche, disinfetta ferite, mutazioni anticancro, abusata nei Balcani, causa nefropatia, acido tossico tiene, a carico dei reni, ma piccole dosi, ripara geni filamenti. |SCILLA marittima, o Urginea Liliacea, detta bes al Faraoun, cipolla Faraone, cipolla marina, vive bulbo sulle coste, si interra entro sabbia, o fra le rocce: macchia coste emette, pennacchi bianchi, nel vento a fine agosto, fin 2 metri alti, Scilla coltivo vaso, x fiori portamento, addomestica Algeria, da berberi deserto. Scilla alba femmina, rubra sia maschio, fresca appar veleno, per topi irritante, maneggia con guanti, tiene scilliroside, potente topicida, ed emetica alta dose: i topi attirati, da suo aromatico odore, affondano i denti, e giungono a morte, Scilla aiuta diuresi, è de-clorurante, cardiotoni digitale, polmon fluidificante; cura asma cardiaca, aritmia anarchia, bronchite e polmonite, e tachicardia, dispnea edema enfisema, nefrite cronica, fa sinergia col Colchico, e la caffeina: agisce antagonista, di oppiacei aromi, in infuso o vino, 50 gr bulbi macerati, 8 giorni in un litro, 3 cucchiai giorno, inadatta ai reni, o gastroentero sfogo. |KWASHI bulbo perenne, è Pancratium trianto, Kino strofina, su incisioni loro teste, nel Dobe e Botswana, visioni colorate, taglia poggia bulbo, su ferite provocate. flora_tapioca.mp4flora_gigaro_arum.mp4audio

325:pesche e meloni delizia dei ghiottoni: Tra digiuni e freddi, scioperi e gimcane, arrivo in Himachal, Dharamsala city, cammino pure a piedi, tra valli himalayane, Dharamsala appare, luogo in cui svernare; la cittadina in alto, detta McLeo Ganji, conifere di cedro, esperienze riposanti, yogurt con miele, e templi tra colline, aiutano entro me, viaggi della psiche: tutta uman realtà, vulnerabile appare, in cima a montagna, che domina la valle, umani come 1 fiore, che radica nel suolo, il ciel sovrasta tutto, eterno silenzioso; dopo 1 mese buono, lascio questo luogo, giungo ad Amritsar, dei Sikh è capoluogo, Punjab valle Indo, terre cinque fiumi, granaio agrario indiano, fabbrica di fumi; city par stracolma, insegne di negozi, ma tempio di oro Sikh, lavora aiuta molti, offre pasti a tutti, letto ed acqua calda, ad ospiti che vanno, li a trovar la calma. In treno e autobus, proseguo in Rajastan, dopo giorni e notti, fino al deserto Thar, più donne di Jaipur, son belle coi monili, oscillano a ogni passo, magnifici orecchini: anello della Sunna, incontro in un bazar, Islam tradizionale, apre a ogni cultura, sua tolleranza pura, riscalda mi emoziona, mi sento come a casa, vijnana in me risuona.| mia anima corre, alla moschea di Ajmer, casa e mausoleo, di 1 sufi amico vero, il vento di Jodhpur, mi porta dai Rathore, clan di guerrieri, deserto Thar mi vuole: se medito sul treno, diretto a Jaiselmèr, miraggio senza tempo, la city nel deserto, su via carovaniera, mi accoglie e rinfresca, tra mura di arenaria, antica sua fortezza; deserto in Rajastan, fuoco vento steppe, in groppa a Dromedario, sento le brezze, vita goccia di acqua, miracolo che aspiro, appare come sogno, 1 miraggio che respiro: mio spirito si unisce, ai miti del deserto, vede ed intuisce, sua natur del vento, le brezze di Novembre, portano il pensiero, a meditar su orme, sentieri del mistero; mi assale nostalgia, del + divino piano, imito il mio soma, al suo profondo fiato, mio guru DROMEDARIO, sa calmar mia mente, efficiente mi porta, su desolate steppe: sua lenta camminata, come uman campione, suo passo è 3 dei miei, nave del deserto, paziente silenzioso, adatto ai gran spazi, con calma cerca cibo, senza disperarsi; fame sete e nervi, su steppe desolate, faccio io col vento, meditazion mirate, cerco andar letargo, come il Dromedario, cammina sul pietrisco, aggira l'ostacolo; rinasce Sole a est, come aria bollicina, o bicchiere acqua, graduale si alza, descrive arco in cielo, testa sovrastante, svanisce a occidente, emisfero distante: presso mezzanotte, inizia alzarsi vento, viene da sotto, poi a mezzogiorno, migra vien sin qui, calore e sole sono, rapporti sequenziali, come lampo e tuono. Deserto puro istinto, selvaggia insistenza, Lui tira fuor da me, una via sopravvivenza, crolla ogni utopia, di civiltà cristallo, fuori propaganda, dissolve come nube; emerge gran bisogno, di viver quotidiano, trovare acqua e cibo, crudo e cucinato, zuppa con Chapati, su fuoco di sterpaglia, un posto x la notte, tra insetti e sabbia. Melone del deserto, mio fornisce acqua, Tè limone e sale, diventa più importante, osservo le mie mani, e cerco le risposte, respiro vento caldo, e freddi della notte. Nei villaggi del deserto, tra clima arido-steppa, appare un orto waffle, come fanno ZUNI-HOPI, con meloni del deserto, per nutrire e dissetare, e questo viaggio meditare. I giardini waffle Zuni, estesi in Nuovo Mexico, Statu Uniti i.873, usati fino al 904, quan diga sul fiume Zuni, oblia l'usanza amica, nel deserto semi-arido, alta quota Zuni Pueblo, mentre anno 2000, diga resta senz'acqua, a fronteggiare siccità, clima caldo secco ventoso, e ritorna eredita. Zuni sviluppano design, di giardino circondato, da un muro di argilla o canne, mentre ordito della cialda, poteva avere anche pacciame, di ghiaia o fieno, a trattenere l'acqua, nel terreno più a lungo, e ritardare evaporazio. Sebbene vivon presso fiume, Zuni lottavano col clima, caldo e secco del deserto, con loro pratica Latdekwi, trattiene quanta più acqua, in letti rettangolari, in quadrati 1x1 piedi, due o tre celle di larghezza, a consentire accesso piedi, celle interne scavate, leggermente meno profonde, del terreno circostante, e racchiuse a dossi argilla, con cui fanno vasellame, olle e anfore per acqua. Zuni usan terrazzamenti, a portare terren fertile, e deflusso di acqua, da altipiani del deserto, fin nei loro giardini. Zuni usano ladteki, a coltivare loro milpas, mais fagioli zucca e girasoli, come altre popolazioni, che riscoprono coltivazione, a terrazze simil waffle, in Egitto Canarie e Italia, Hopi e Navajo usan terrazze, come i Tarahumara Messico, mais fagioli e zucche, o patate maca e varie, sulle Ande Sud America, terrazze alimenti base, adatta aride montagne, a conservare acqua. paesi_india_thar-desert.mp4paesi_india_vita-campagna.mp4audio
||Zuni osservan pedoclima, a coltivare orto giardini, chiamati Latdekwi, Paradisi arabpersiani, dividon suolo a griglia, aiuole a nido d'ape, circondati da terrapieni, che permettono deviare, rara pioggia sulle piante, o catturare umidità, e proteggere le piante, dal vento e animali, tesaurizzando acqua deserto, nelle buche del waffle, per un orto di famiglia, dietro la capanna. All'interno del ladteki, dividono orto in quadrati, di 1 piede ciascun lato, bordi alti 2-3 pollici, a tutti i quadrati definiti, aggiungon sottile strato ghiaia, o terriccio fieno paglia, nelle celle quadrate, prima di piantagione, aiuta idrica ritenzione, in queste piccole pits, dirige acqua alle radici, durante irrigazione, concentra innaffio sull'interno, per non appiattire i berms, e ripararli al necessario, attendi che tutt'acqua, immerga nelle cialde, prima nuovo annaffio. Zuni usano terrazzamenti, a filtrare acqua fino ai campi, come risaie alluvionali, o altopiani di orzo Tibet, in cialde coltivano colture, mais e squash e girasoli, peperoncini e tabacco, e riscoprono la lingua, necessaria alla gestione, di cialde dentro terrapieni. Waffle vuol dire cialda, con piante in ogni cavità, dove raccoglie acqua-sciroppo, che sapere frutto dà, Jim Enote ancor coltiva, a preservare tal sapienza, a proteggere la terra, tradizioni e acqua indige, ogni cella interna cialda, copre un piede terren quadro, appena sotto il livello suolo, pareti terra son rialzate, come letti infossati, coltiva cibo in poca acqua, in regioni aride del mondo, equivalenti culturali: ogni famiglia del villaggio: abbia un giardino sul retro, che rechi cinque secchi mais, a sopravvier le famiglie, nei tempi vacche magre, quando è in crisi civiltà. Curtis Quam educatore, è un Zuni coraggioso, che nel 2017, ripianta suo giardino waffle, con muri suolo argilloso, pianta cipolle e pomodori, piante assetate in depressioni, cetrioli carote e zucchine, zucca gialla e basilico, con tutta sua famiglia, ciò lo aiuta a preservare, lingua Zuni lingua madre, imparata dai suoi nonni, per condurre mais e zucca, amaranto e var piselli, abbeverare acqua piovana, catturata da cisterne, lingua indigena trasmette, la conoscenza dei suoi avi, nel proteggere risorse, entro cinte luoghi sacri, pure piccoli ruscelli, son protetti qual riserva, se falliscono acquedotti, o disseccano le dighe, una sorgente o una cisterna, basta a sostenere un waffle.

345:Disumba ande mokoko, adengano mapoma na manze na esuba ea ngambo: Davide è Re Cristo, e combatte corruzione, scrive inni del SALTERIO, che narrano sua vita, diario libro Salmi, in poetica fattura. Salmo 88 dice: Samuele unge i re, ma i servi del Signore, insultarono il re, Davide è diffamato, da sudditi tradito, lotta col nemico, stanco e scoraggiato, ringrazia suo Dio, aiuto alla lotta, e fede in vittoria. Salmo 17, è governo secolare, in versi e quartine, inni bulgari amati, mentre Salmo 99, incorona re David, grida gioia al mondo, ai figli dell'uomo, ma è salmo più buio, dolore e reclusione, prima di esecuzione, la fame e la morte, separazione pena, di abiti e corte. Salmo 101, Ascolta mia preghiera! a Te viene mio grido, volgi a nuova era, mie ossa e mio cuore, Isacco mi flagella, mi prende vesti e trono, è dura la battaglia, lascio arco di rame, nel cuore mi ritiro. Dice salmo 17, ti amo Signor, forza e rifugio, ci salvi dai nemici, nostro corno suona, annunzia cherubino, ruggito del cielo, colpisci o proteggi, giustizia ora vedo, ho la tua ricompensa, purezza mani cuore, vedo tua clemenza. Narrano i vangeli, miracol pani e pesci, Andronico astiene, da eccessi alimentari, sobrio alle feste, mal stomaco previene, la sera mangia poco, duran convalescenze, digiuna o tazza vino, diluito al tramonto. Quando va al tempio, siede e ascolta genti, è giudice regnante, corte di giustizia, punisce corruzione, mafie e indulgenze, in tempio-tribunale. Detta nuove regole, ai venditor colombe, cambiavalute detti, combatte i complotti, ma ottiene nemici, che lo chiamano gigante, ciclope occhio accecato, avan crocifissione. Andronico arresta, oppressione di tasse, punisce ministri, che uccidon commerci, contrasta illegal dazi, Libro Salmi testimonia, il Giudizio finale, rinascita commerci, incarichi assegna, con buoni stipendi, a governator locali, ma lotta corruzione, salmo 13 Davide, quan visita provincie, molti ministri sono, insonni e spaventati, se accettano mazzette, acceca disobbedienti, pur nobili coinvolti, parenti suoi di sangue, senza compassione, fà legge anticorrotti, processa pur lo zio, Isakio usurpatore, Macroduca e Dukas, capi suo partito, subiscon legge dura, ma crescono i nemici. Giustizia possente, su affetti personali, soffre loro morte, esempi lui pretende, navi-merci naufragate, fermino saccheggi, governatori ladri, impicca sul molo, aiutare marinai, diviene legge prima, benessere di Stato. Salterio produce, inni musicali, con arpa muta note, arco eco nostalgie, 150 salmi, parlan di vulcani, di tempestoso mare, e battaglie navali, sul Bosforo porto, incrocio di rotte. Salterio su pareti, in papiri geroglifi, libro morti egizi, narra migrazioni, annuale ad Iperborei. Inario ripetuto, al ritmo passi danza, con devozione cuore, due volte canto s'alza, fin secolo 600, slavo greco e pope, Signore mio rapsode. Salterio poi mutato, da riforme di potere, culto indebolito, da Nikon patriarca, parole son distorte, riflesse in mito Orfeo, che perde la sua donna, nel morso di taranta, purga suo dolore, in veglia di visione. Fomenko cerca rima, tra biografie di Cristo, elenca doppioni, Mida scizio egizio, custode grifon d'oro, imperatore giallo, Leon di Yuda egizio, Kolyada Xristo Klau. Alessio Comneno, astrologi aiuta, con templi sapienza, soldi e onor dispensa, nasce Almagesto, catalogo stellare, poi in libro Alessiade, Anna Comnena scrive: nel regno di mio padre, Alessio Comneno, avvenne invenzione, osservazion del cielo, oroscopi precisi, di alessandrini medi, riportan posizioni, di stelle in vari eventi, nasce il calendario, ovvero il Kalavdai. Sui muri del Cremlino, resiste leggenda, di Kolyada Cristo, i cui canti son vietati, in tutte le città, di ex Tartaria regno, da decreti del 600, di Romanov clan. Libri Kolyadniki, almanacchi e bibbie, scritti da Esdra, a predire raccolti. Kolyada scese a terra, da vergine nacque, presso un torrente, già insegna alla gente, ma dentro Bisanzio, evita entrare, vi regna nero Toro, che vuole suo trono, sua Madre lo ripara, nel tartaro luogo, qui Horus fa riposo. Santa Cruz Klaus, tradotto in Nikolai, porta doni ai bimbi, Kolyada Xristo Klau, uno dei suoi nomi, Nika Nicea leone, Nikola kolia, rievoca suo nome, in Natale canzone, di bulgari e pomaci, che coltivano mele, e canti di Kolyada. Re magi sui cavalli, cercano il re, aiutati da stella, fin grotta Madre, aprono il petto, fan regali al bimbo, vanno a palazzo, del re basilisco, annunciano nascita, del giovane erede, Re nero si arrabbia, e ordina strage. Manuel Comneno, re nero pelle scura, ha capelli biondi, e i venezian beffardi, lo prendon in giro, negro imperatore, recitan nel circo, Manuele doppiato, a Erode e Nerone, erotico riflesso, in Tiberio Enrico III. Andronico Cristo, esilio pellegrino, erede al trono, porfirogenito nato, da Erode braccato, fugge via da Crono, che vuole ingoiarlo, strage innocenti, sua madre lo nasconde, in grotta con 2 ninfe, capaci a far Kefir, con latte di Capra, Amaltea chiamata, ora capra di Natale, Capricorno in cielo, ricorda allattamento, del bimbo regale. Guardato da Koureti, Crono scopre trucco, inizia persecuzio, si maschera Iesù, rifugia in paese orsi, in versione dei Vangeli: Cristo nato in grotta, nutrito da animali, rifugia nella Rus, di Vladimir e Sudzal, con suo piccolo esercito, fedeli koureti. Re vecchio malato, infine si pente, richiama Maria, torna con tuo figlio, incorona dinastia, giovan re ritorna, accolto dalla folla, nei canti di Kolyada. Cristo è incoronato, su rive del mar Nero, detto acqua Giordano, da Yuda-samovily, da angeli esecutivi, di patriarca slavi. Andronico adulto, concilia con Manuele, poi ascende al trono, legittimo erede, invitato a Czar-grad, capo Angelo mandato, ingaggia battaglia, in fortezza di Charax. Angelo sconfitto, ritorna a Czar-grad, banchieri rivoglion, soldi a lui prestati, x spese militari, ma Angelo su nave, passa con Andronico, e comando riceve: prepara mia strada, mio ingresso in citta, Matteo li descrive, come angeli fedeli, che aiutan suo conto, mentre angeli neri, al soldo Isacco Anglo, dopo usurpazione, lo fan morire a Pasqua. |Clemente alessandro, narra canto morte, Cristo Orfeo pastore, capelli lunghe trecce, Leone di Nicea, Bacco dio di Nisa, Adamo primo uomo, Buddha Krisna e Siva. Ucciso dai nemici, in guerra coi Titani, corpo fatto a pezzi, Isis lo raccoglie, ricompone bara, lo piangono le donne, in vela verso il Nilo: Osiride fu ucciso, da Tifone e Isacco, angel cospiratori, Iside ora vaga, cercando suo marito, sul mare lo trova, presso un Tamerice, rami avvolgon ossa, con bende di lino, pregne di olio mirra, la sindone ora voga, fiume in bara legno, verso terra egizia. Moglie piange corpo, del defunto re, giunge sulle rive, di egizio cimiter, Adone dio morente, risorge con sua voce, dall'albero pilastro, Lui le siede accanto. Maddalena prega, Cristo versa sangue, su albero di Acacia, detto croce slava, avvolto nel panno, imbevuto di spezie, mistura di mirra, e olio di oliva. Vibra ora arpa, salterio di Orfeo, eterno verbo che, mondo va salvare, lamenti funerali, veglia della notte, sarcofago egizio, piombato da Seth, nemico di Cristo. Radice amara narra, Eva amor di Adamo, esce da inferno, al suono guarigione, in russe epopee, umani fuori Eden, violarono divieto, di guardare indietro. NIKA vincitore, è Xristos risorto, è Dioniso che viaggia, dal regno dei morti, scende e riscatta, nuovo cristiano mondo, Cristo rima Osiris, scettro pigna e foglie, siede a destra trono, con calice di vino, pane liuto e uovo. |La madre di Andronico, pure detta Olga, nacque a Galich, in Vladimir-suzdal, poi in Crimea si sposa, con sovrano Comneno, qui nasce suo figlio, vergine sen parto, poichè avrà cesareo, Efesto dottore, sutura suo taglio. Vergine parthenos, detta Atena Pallas, Theotoko partoriente, sta x taglia-e-cuci, colei che taglia e cuce, talmudica Pantera, è Portnoi la sarta, Yeshu fil Panthera. Maria libera Novgorod, da truppe di Suzdal, la Rus' celebra impresa, dipinta in cattedrale. Maria dentro Yoros, sul Bosforo imperiale, alloggia presso Fener, monastero di Maria, or Moschea di Miriam, da li divise il regno, in più provincie Rus', educa i suoi figli, a riscuotere tributi, a mantenere orda, per ordine e cultura, elite di cavalieri, con etica struttura, anche nella corte, ministri soprannomi, Perun governa lampo, Volos gli armenti, Stribog tempeste clima, con etere energia. Andrea adolescente, fù esule ospitato, con Mari in terra alana, presso Vladi-mir, da un capo variago, re magio viaggiatore, che invia ambasciatori, per Maria devozione, coltiva nel solo cuore, etica religione. Andronico ora re, nella città di Yoros, riunisce le tribù, che viaggiano lontano, confedera province, che portan suo ricordo, Pan mitico sovrano, Cristo figlio umano. Pan dolce signore, con chiome abbondanti, hai dorso coperto, con manto di Lince, governi col lampo, da vette dei monti, sugli aspri sentieri, sassosi errabondi. Tu vaghi qua e là, boscaglie intricate, ora sei attratto, da acque immacolate, e corri attraverso, terre cui aleggi, siedi e contempli, da cima tue greggi: col tuo riso sonoro, risvegli tuo bosco, fai strage di fiere, se inizi una caccia, alla sera ritorni, suonando siringa, Musica serena, melodia che avvinghia. Tu reciti sul palco, da Thera preparato, lombrico e firmamento, sono la tua mano, danzi circolare, sei un re che viaggia, vesti mascherato, incanti chi ti parla; continui a recitare, negli anni e decenni, cuore fuoco arde, consuma estate inverni, sei satiro maschile, e ninfa femminile, apri 7 centri, e deponi tue poesie, con etere energie. Panthera di foreste, senza malvagità, susseguon pace e guerra, ma resta identità, con grazia o pavore, entri alla realtà, governi nostro mondo, in pace a prosperar. Niceta Choniate, scrive Andronico regno, Festa del Sole, età di oro bizantina, veste di blu, presso i contadini, riflesso in Saturno, taglia le messi. Studia le scienze, teologia di famiglia, economia educazione, poi circonda trono, di onesti giuristi, li onora con doni, e incarichi primi. Crea ruoli a Corte, come nonno Alessio, Troni e Cherubini, Serafini in schiere, rango degli Angeli, guidati da Arcangeli, serafin guardie corpo, fiamma loro nome, portano ascia fascio, eseguono comandi, potere del lampo, armi e cannoni. Cherubini a guardia, con cani di Alani, vincono i leoni, son grandi lottatori, Dante li chiama, cerberi can pazzi, come leoni a trono, ruggiscono quando, qualcuno si avvicina. Leone primo emblema, di Vladimir città, capitale impero, dopo Yorosolima, nel Libro di Maria, amoreggiano i leoni, ai piedi di Gesù, si prostrano a umiltà, leoni di Giuda, ricordo di crociati, scrive De Clari: bocca del leone, maccanico artefatto, nei pressi del palazzo, giocattolo per gare, per dame e cavalieri. Riflesso in vangeli, è Cristo rovesciato, da corrotte guardie, di angel traditore, venne crocifisso, a equinozio autunno, oroscopi a ricordo, trovi in ogni rus, in oasi di Siwa, nel libico deserto, tra sali di ammonio, itifallico Min, dio auto-generato, a fianco di Maat, giudica ogni operato: una volta gli umani, cospiraron contro Ra, che occhio inviò, e leonessa Sekhmet, ma poi cambia idea, vuol salvarne un pò, fà ubriacar Leone, con rossa birra orzo: bella dea di ebbrezza, Iside onnisciente, magistra con parole, addormenta dio Ra, tra umani nasce guerra, Ra giudice morti, con sole e con luna, crea giorni e notti: dio Thot delegato, governa la notte, Ra nel mattino, respinge assalto forte, in alba riemerge, a oriente su barca, assieme a equipaggio, dio Apopis decapita.| ATUM è Khan-Ra, fenice psicopompa, rinasce come serpe, su acque primordiali, autocreata da sè, genera creazione, parte da se stesso, e crea situazione. Atum solo in acqua, in stato di inerzia, prese a masturbarsi, in acqua creativa, Tefnet fu creata, fù dea umidità, Shu nacque suo fiato, fu aria divinità. Atum stanco giacere, chiede 1 capanna, dove riposare, Num-acqua gli dice, bacia tua Tefnet, vivrà così tuo cuore, ella sia con te, e Shu tuo figlio amore; dopo bacio nacque, Iunu la collina, emersa da acque, mare primordiale, Shu ha piuma in testa, nome geroglifo, venerato leone, Tefnet leonessa glifo. Airone detto Bennu, è aspetto di Atum, porta luce e vita, al mondo quaggiù, roccia su cui posa, diven pietra benben, piramide feticcio, obelisco luce inter; grido di Bennu, dà inizio al tempo, prestabilito in cicli, in greco è fenice, Fenice con la mirra, fa e depone uovo, Cicogna che vola, e divien ragno in volo; nata Shu-Tefnet, Geb-terra e Nut-cielo, fanno 5 figli, in 5 giorni aggiunti, a calendario antico, giorni di fin anno, persi da dio Thot, dopo partita a dadi: nei giorni fuori anno, nacquero Osiris, Isis e Harori, Seth e Nefti occhio, Nefti fugge in Nubia, lontano da Atum-Ra, amazzone divenne, leonessa guardian. Ra sente mancanza, và Thot a chiamarla, la portano a inganno, ora in sua casa, occhio-Ra Onuris, significa colui, che ha ricondotto fiera, da lontana Nubia. Onuris ha consorte, Maat-mehit matema, dea-occhio di horo, strappato 1 dì da Set, guarito poi da Hathor, dea vacca dei fiumi, che morti conduce, a nuovi nascituri. Grifone Gips fulvis; avvoltoio di Tebe, protegge suoi piccoli, sotto sue ali, adorna le regine, Khepri tira il sole, amuleto talismano, scarabeo stercoraro, cuore dei defunti, fornisce istruzioni, su come comportarsi, a giudizio dei morti.| SETH è cinghiale, Orice deserto, un tempo Dio scorpione, di oasi protettore, 1 giorno suoi fedeli, entrarono a conflitto, con gli agricoltori, fedeli a Osiris vino. Orice in deserto, antilope aggraziata, associata a Seth, Asherat compagna, cede a culto Horo, a forma di un falcone, Dio rosso dei deserti, Horo subentra al trono, Leon ferito ad occhio, divenne sfinge Giza, e protegge orizzonte, a mezzo di enigma; falchi belle piume, in aria sospesi, si avventano su preda, Horo è pellegrino, con testa adorna a piume, è fanciullo falcone, Ra dei pastori, e Re di agricoltori, possiede gli artigli, e ha vista acuta, khenty-khem accolto, in altri luoghi giunge, miete raccolto; pupilla luminosa, di falco pellegrino, è Nandi toro nero, e dio-coccodrillo, dissipa malocchio, volto di Ra-horo, oracolo specchio, lungi-mirante luogo.| ISIDE madre grano, dea del Delta Nilo, stella cane Sirio, Dea dai molti nomi, Ape e vacca sacra, demetra astarte sakti, adorata a Bisanzio, e presso Yaroslavi; preserva culto marito, andronico-cristo, serbando seme-essenza, a concepire Horo, il figlio erede trono, alla città dei re, cura il suo baule, che contiene veste, di suo marito Osiri, depostovi da Seth, Isacco il concorrente, nei suoi lamenti lutto, narra mito grano, Re del sotterraneo, Osiris primo Adamo. Iside madre fugge, da Manuel Comneno, affronta + vicende, a proteggere Horo, e suo leone trono, Horo adulto poi, portato a tribunale, rivendica diritto, di eredità regale. Seth viene scalzato, piange si lamenta, Iside dispiacque, x suo fratello Seth, usa sua magia, a salvarlo dai verdetti, Horo furibondo, la mette nei conventi.| OSIRIS khentiamentu, anubis e busiris, Apis-dio dei bugni, tien abito attillato, pelle nera suolo, testa mummificata, Pan lo chiaman greci, Fauno i rusitali, Delfino è sua consorte, Busiris fallo eretto, contien spirito grano, per Iside regina; nel geroglifo segno, ha una pastorale, assieme a correggio, e corona di piume, insegne agricoltori, e nomadi pastori, incarna primo avo, dei khan faraoni; insegna agricoltura, e civitas urbana, Osiride viaggia, dal Nilo al mar Nero, assieme alla moglie, e sorella reggente, fondando città, di primo umano impero, in statuine argilla, sparge semi ai campi, per messi da sfalciare, poi primo cereale, avrà lamentazioni, di sacerdoti Adone, o Adonai signore, bambino di Afrodite, amante di Core, toro Apis di Menfi, sacro al dio Ptah, divenne Osiris-Re, nel mondo sotterran; braccia incrociate, corpo avvolto a bende, lui apre le vie, a morti e iniziandi, al mondo sotterraneo, sciacallo Anubis-lupo, animale del deserto: durante alluvioni, avviene processione, guida 1 sacerdote, con maschera sciacallo, colui che apre le strade, con magico suono, 3 giorni e 3 notti, lamentazioni in coro; compiangono Dio, prefiche donne, alla statua-feticcio, di Osiride defunto, Iside e Nefti, che han sepolto Cristo, dopo processo Seth, al tribunale olimpo; dopo finta battaglia, rituale tra fedeli, Osiris riappare, trionfale su barca, compie erezione, del suo pilastro-fallo, per la resurrezione, nel tempio di Alessandria. storia_nuova-cronologia_it_fomenko.mp4storiaNC_rusroma-stirpe-giga-jesu-kulilovo.movaudio
||popè: Disumba ande mokoko, adengano mapoma na manze na esuba ea ngambo, ivo aango akesoaka vigevige mokubae, ga ndongo etumbu tsanda, va-mabongoku moma, nyone vamabweka ango va ebongo; ye a-ke-bweka va masenso vamatoako, gekondo tsia na digaba, anaka iya ngombi! na gesomba geguwa matembe, gonde kaane, ngombi kungaka! akunge go ndibo, bakene ende yea Bosua; soke sanga sa bopunda au nzimbe na makaka, na mitoo, mya nzambe a pongo, m'ngongo motimbo mweka mokode Mbangwe, Bosenge amabotuku yedi m'ngongo, go ndibo go epongo go makungaka ngombi, mosuma mwana ye ake, mobogwe tseny'edi te mandome, mosuma ya dzuwaka eboge. IT femmina delle origini, inizio e fine di tutte le cose, Dinzona in fang, Banzioku madre apinzi, Isoga per i Galwa, tra i Fang è sincretismo, con arpa sua radice. |popè: disumba di-ma-toaka mokoko oboga a-ma-ke-dengu, mapoma na manze na esuba ea ngambo yieee. IT disumba iniziò col tronco nella buca di formiche, femmina primordiale, che riceve gocce pioggia.

133:acqua al melone e vino al maccherone, vino nel sasso e melone in suolo grasso: MELONE liscio giallo, ovato bitorzoluto, melone verde chiaro, cettulo o cedriuolo, in milpa cucurbita, vuole terra sciolta, semina semini, con punta in basso posta. Melone freddoloso, metto esposto a sud, cimo in 3 riprese, prima volta 4 foglie, lascio sol 2 frutti, crescere estate, i piccini diradati, sottaceto fa stare; allevo su cartone, riduco irrigazione, colgo con fusto, miglior conservazione, acqua x piantina, sole al frutto scorta, con piogge irregolar, esso pure scoppia; rincalza + terra, a maggio espande rami, Cocozza lunga ama, tubo acqua costante, vitamine A e C, cura dolori articolari, stitichezza emorroidi, e calcoli renali. Seba spacca meloni, nel deserto di Thar, con nocchia dito medio, apre e beve sal, se la sete continua, allora morde bordo, pianta semi in milpa, con fagiol granturco. |COCOMERO polpa rossa, è melone acqua, Cucurbita citrullus, Cocomero semi teneri, Melone di pane, Cucumis melo o Cucurbite, fiori maschi ancor chiusi, mangi saporite. frutti_melone_cimatura.mp4frutti_melone-anguria-cimatura.mp4audio
||se Melone ha buon profumo, riconosci che è maturo.

96:quando piove e tira vento, serra l'uscio e statti dentro: OPUNTIA ficus-indica, mano immortali, shien-yin-nza cinese, da Messico viene, Tenochtitlan è roccia fico, scintille del deserto, regno di opunzie, spine fichindia, colonizzano rovine, Nopal creature verdi, pungenti battaglie, sparse dapertutto, tra messican vulcani, simbolo nazione, stemma Tenochtitlan, portate in Europa, aiuta contadino, seminato in crepe, crea terra ricca, mangia frutti-pale, Nopal Vesuvio sfida, su navi per Linosa, recan cibo primo. Napoli e Catorce, tra Sparto e Ginestre, tra prosperi vigneti, opunzie e vini vedi, forza di pioniere, flora del deserto, ricorda Quetzalcoatl, eroe del silenzio; flessibili o duri, cacti grandi aiutan piccini, specie in siccità, fin piogge ristoro, radici han stritolato, i sassi di Catorce, tappeto di cactacee, ghiaioso suolo sorge. |EPIFILLO lingua suocera, Epiphyllum ackermannii, Cactacea senza spine, richiede un certo spazio, per la lunghezza fusti, legati in inverno, a impedire loro danni, e protetti da intemperie. Da selve tropicali, di America centrale, ha fusti succulenti, appiattiti e allungati, lunghi 80 cm, colore verde intenso, incapaci a sostenersi, diventan ricadenti. Fiorisce aprile e agosto, su margini e fusti vecchi, fiori a forma imbuto, rossi bianchi e gialli, rosa viola o incroci, sbocciano di notte e appassiscono all'alba, alcuni qualche giorno, specie ibridi epis, fanno edule frutto, simile al pitaya, del genere Hylocereus, emanano un odore, che attira impollinanti; a volte si rifiuta, di fiorir per anni, finché le sue radici, han preso tutto il vaso, tu evita vasi grandi, altrimenti non fiorisce, rinvasa ogni 4 anni, una misura in più; stagione primavera, terriccio sia leggero, fertile da bosco, mesciato a poca sabbia, e lapillo di vulcano, drenaggio sia perfetto, a evitar marcie radici, usa biglie argilla, o ghiaia in fondo vaso. Acqua da aprile, a settembre sia abbondante, regolar substrato asciutto, sospendi in altri mesi. Epifita in natura, cresce su corteccia, di alber tropicali, da cui pende suoi steli, divisi in pezzi fusto, che cadendo fan radici, dal nodo vegetale, fateli asciugare, anche una settimana, ponete in vaso a sabbia, senza ancor bagnare, finché crescita accenna, ha formato le radici; suo fusto striscerà, se posto in piena terra, lungo il tirreno, in mite Sud Italia, in luogo riparato, dai venti freddi e caldi, mezz'ombra primavera, fino a fine estate. In vaso in altre zone, in esterno aprile-ottobre, in ombra sotto quercia, non ama sol diretto, ama alba e tramonto, sofrre sotto 5 gradi, sopporta fin 50, in inverno in luogo fresco, fra 8 e 12 gradi. Epifillo non si pota, sol stacca parti secche, oppure danneggiate, moltiplica a talea, fiorisce dopo 3 anni, fiori fan zuppa gustosa, con brodo e petto pollo, piatto e zuppa densi, appiccicosi come okra, ma recan forte aroma: cogli fiori a mezzanotte, quando sono aperti, conserva in frigorife, pure qualche giorno, non aspettar mattino, a coglier fior passiti, aroma va svanito. fichi_opuntia.mp4ficopunzia_pala-antisiccita.mp4audio
||Opuntia in due tipi, il viola più spinoso insidioso, e l'arancione più dolce e grande. Opuntia teme ogni gelo, ma cura dolor arti, emolliente davvero, pale-foglie cogli a guanti, strofina su panno, a togliere peli, glochidi fan danno: pulite dalle spine, pale giovani cucina, tagliate a metà, antiscorbuto è, scalda a bruschetta, o cubetti taglia, padel 5 minuti, scola sulla pasta. |se interri pale Opunzia, cioè Fichindia foglie, aiuta a trattenere l'acqua, riduce effetti siccità, sulle colture orto Sicilia, foglie ricche di mucillagini, trattengono umidità, ma se son troppo fibrose, fan difficile decomposizione.

291:cuore contento grande talento, nella felicità ragione, nella infelicità pazienza: Orologio poco batte, per uomo felice, disse Raseno, nel suo carpe diem, nella età del sogno, attività creativa, avanti comparsa, di tempo civiltà, Natura era segnale, di stagionalità. Era dio Calendae, primo dì del mese, visione tempo storia, divenne religione, scandivano campane, il Tempo società, spazio artificiale, di nuova civiltà: emerse allora elite, corporazione e caste, invenzion metallurgia, e divisione ruoli, spartizioni terre, latifondi suolo, e uomo della gleba, che perdersi rischiava, nelle caten di schiavo: ordine fu imposto, a mezzo di orologio, rivolte contadini, contro falsa storia, e burocrati servili, inizia 1 ricerca, in deserti e selve, interiori pien di belve, regno di fantasmi, baratti con foresta, divisione certa, selvatici tornare, è diventar stringenti, sofferti ma contenti, riuscir meravigliarsi. Rousseau getta orologio, simbolico rifiuto, vuole solo vita, Emilio ed Eloisa, se perdita di tempo, chiamata fu peccato, nemica al capitale, che tempo fa denaro, ogni ozio nato in cuor, cambia stile vita, richiama lo Zamani, antica via negrita. Ansia e tempo sono, strette collegate, orgasmo le sorpassa, in estasi svariate, inconsci desideri, son estranei al tempo, odia lo gitano, nega imposto tempo. Ambiente militare, impone un celibato, incide su processi, ciò che vien pensato, la mente vien riempita, con addestramento, produrre obbedienza, o condizionamento: se vita militare, è prova di passaggio, monotonia apparente, gerarchico disagio, dopo avvio ribrezzo, emerge spazio gioco, se lasci la natura, esprimere suo fuoco. Idea che tempo scorra, in data direzione, senza che ritorna, è solo un illusione, se civiltà del tempo, obbliga e ipoteca, presente x futuro, e vita mia rinnega, crea mito progresso, falsa narrativa, che ingabbia anima viva. Cultura sopravvive, con mistificazio, fa esser conformati, a sua legittimazio, modello basilare, di ognì dominazio, che ambisce dominare, a mezzo di artefatto, quel tempo lentamente, vien dato x scontato, da conscia produzione, quindi eliminato, Tempo è frutto mente, feticcio artificiale, pur divinizzato, a mezzo di orologi, e digitali marchi, conquista la natura, a via suddivisione, produce calendario, che fissa civiltà, cresce alienazione, imprigiona umanità. Democrazia diretta, vuol stati piccolini, come nei villaggi, autosufficien nativi, giornate del bambino, sfuggon ad adulti, un sogno immaginario, abitato dal reale, linguaggio è la moneta, cibo e medicina, svela ogni destino, e le pene confina. Tempo nomadismo, tempo di ascoltare, uomo denudare, da spinte monetarie, tornare a fonte oro, dal sogno ripartire, la mente va leggera, e Thera sa nutrire: se Tempo scompare, un solo Sè rimane, lasciar cader mente, è meditazione arte, vuota ogni cosa, introdotta da pensieri, la mente sen passato, ignoto sa pescare; entrare ignoto, chiede coraggio, e da disperazione, nasce passaggio, che sul piano mito, dona narrazione, viaggio di eroe, diffuso in ogni dove, ogni luogo vivo, è centro del mondo, emotivo e cosciente, Jung ci ripete, che sul pianeta vivo, serve un tempo ciclo, tutto non riesce, crescere a contempo, stagione è soluzione, muta spazio in tempo. |IGIENE è misura, di dose e quantità, Igea alimen nervosi, va noia allontanar, il vino caro amico, insegna cose vere, scopre ver pensieri, apre cuor e vene. Esculapio muta pelle, se torna salute, ogni paese tiene, suo cibo prediletto, che svela passioni, e abitudini di letto, ognuno a modo suo, uccide e inebria i nervi, assetati di pensiero, azioni e sentimenti. Festa come igiene, è cuore del sociale, 1 mezzo per mangiare, vivere e curare, ebbrezza medicina, rimedi alla sfortuna, civile con selvaggi, molte ne consuma: Feste selvagge, come feste civili, Formano paesaggi, lascivi e virili, Storia dell'uomo, convito di amici, amore fra due, o Radenje felici. Il selvaggio Payagua, pesca e si ubriaca, orchestra maracas, sul suolo di sabbia, coglie suoi fiori, li somma a far festa, raggruppa gli amici, per far sola testa. Sopore o convulso, 2 forme inebriante, su muscoli e sensi, pensier esilarante, il moto esagerato, dei muscoli nel ballo, sen musica armonia, riesce a dare sballo. Desidera selvaggio, ciò che sol conosce, appaga facilmente, sue minime richieste, conosce solo ciò, che facile può avere, tale informazione, Mantegazza ripete: meticci Suriname, presi a convulsione, oracolan danzando, grondano sudore, mentre dervisci, fan danze evoluzione, in rettangolo sala, canti a profusione. Alcolica influenza, brillante spiritosa, 1 birra da sopore, nel vino è tumultuosa, feroce in acquaviti, tremenda nell'abuso, letargo o leggiadria, tutti scelgon uso. Lontani sono pure, gli estremi di narcosi, assopimen tabacco, letargo coca ed oppio, delirio di baccante, Coquero grida esalta, oppiofago denuda, psiche oscura e santa. Ogni alimen nervoso, produce guai d'abusi, che portan disgustare, vecchi cibi usi, Vino eccita tempeste, estremo è doloroso, delizia poi divien, tormento più morboso. Si inviano nazioni, idee come droghe, bottini viaggiatori, smerci ludi e glorie, sostengono i caffè, industrie civiltà, stimoli sostegni, a bisogni attività. |Emilia suggerisce, suzione e sfregamento, Salvia aiuta denti, e fragola li sbianca, mentre Parietaria, calma mal di denti, e granelli Sale grosso, depone fra i denti. Isola veleno, con erbe riti e diete, espulsione sporcizie, interne od esterne, con Salvia Rosmarino, su Mal gola gengivite, bollire in infuso, + volte sciacqui giorno. Camomilla infuso, aiuta digestione, con Anice semi, tre petali di Rose, calma la Rauwolfia, emotiva inondazione, ed Enula campana, aiuta il polmone. Polmonaria decotti, contrastan polmonite, avo mangia piombo, in casi appendicite, fomenti Eucalipto, in caso mal di gola, Cipolle in vino caldo, piscio di cammello, o decotto di Limone, detto canarino, a gola e intestino, segua un Asana, cosciente digestivo. Mirto vino bianco, con aglio stimolare, o Rucola insalata, con mela a rinfrescare, Lino semi allevian, asma con tosse, a sera 1 tazzina, mattina muco e feci; Zenzero bollito, lenisce mal di mare, allevia costipazio, gonfiore addominale. Cavolo acqua foglie, panacea nei pediluvi, Mare e limon succo, su ferite infette, orina disinfetta. Vischio e Fico latte, pesta su verruche, Fichi eccellon bene, contro impotenza, con miele e limone, libera polmoni, mal gola e indigestione, caldo a vpaore. mangia Orzo tostato, e satureja ardore, Funghi e Patate, buon cibo dei Gitani, invece di lavarli, strofinali con sale, e patate grattugiate, pulisce loro pelle, da malattie cutanee. |LIQUORI alchimia, nocino e limoncello, rucolin finocchietto, rosolio e Liquor Menta, fresco e dissetante, adatto a fine pasto, digestivo estate: foglioline sminuzza, macera in buio, almen 2 settimane, filtra il contenuto. |TISANA usa effetto, di acqua solvente, calda o fredda estrae, sostan curative, infusione decozione, macerazio 3 basi, scelta dipende, dalle fonti vegetali. |DECOTTO con coperchio, fa ebollizione, da 5-30 minuti, radici rami e cortecce, Infuso acqua bollente, versa su piante, fiori foglie bacche, in 6 minuti estrae. |MACERATO usa quando, enzima termolabi, esegui lasciando, riposar droga in acqua, temperatur ambiente, giorno o settimane, feccia eliminata, spremendo o filtrare; senza alambicco, puoi macerare, flora in un olio, a ottenere oleolito, concentrati meno forti, rispetto a commercio, eppure sempre buoni, in casi di bisogno. |DISTILLATO idrolito, se hai alambicco, puoi distillare, Olio essenziale, in corrente vapore, assieme idrolato, acqua distillata, di succo vegetale, erbe come salvia, timo, santoreggia, origano, maggiorana, melissa e menta, lavanda e rosmarino: corrente di vapore, estrae e separa oli, aromatici volatili, tramite alambicco, che in rame migliora, capacità filtranti, è fatto da caldaia, a generar vapore, che passa le erbe, cattura quintessenza, in precamera raffredda, vapore si condensa, in una serpentina, attorno a cui sia, ghiaccio o acqua fredda; ciò che risulta, è acqua vegetale, sopra cui galleggia, olio essenziale. montesano_hobbes-dittatura2.mp4film_queimada.mp4audio
||O Cangaceiro film 53, classico cinema brasiliano, diretto da Lima Barreto, nel Nordest del Brasile, anni 20 un gruppo di banditi, del Cangaso e del Sertao, regione arida e remota, guidati da Teodoro, e giovane donna Maria Clodó, rapita dal quel gruppo, si innamora di un di loro, che la protegge dagli altri. Altro film Cangaceiro, regia Giovanni Fago 1970, Tomas Milian cattolizzato, è il bandito Cabeleira, ambientato nel Cangaso, guida banditi del Sertao, contro potere coloniale. |Queimada film del 69, di Pontecorvo e Marlon Brando, narra contese terre turche, tra Tarragona e la Castiglia, dopo Ottomano indebolito, inizia guerra concorrenza, ad accaparrar le terre turche, tra inglesi e altri pirati. Queimada isola del fuoco, nel mare dei Caraibi, è una colonia portoghese, dove un agente britannico, Sir William Walker, è inviato in segreto, a istigare una rivolta, contro il governo portoghese, e avviar colonialismo, del britannico potere. Queimada detto Burn, parla di schiavitù, e di oppressione coloniale, del secolo 800, la trama mix finzione, Walker porta schiavi a ribellione, e creazion nuova nazione, alla fine Walker nota, le conseguenze peggiorate, di suo intervento esterno, emerge nuovo colonialismo, e lui ritira in isolamento.

230:pioggia a sanGiacomo porta molte ghiande, a santa Lucia e Natale, il contadino ammazza il maiale: Martin narra storia, mese di Febbraio, al centro sua capanna, arde un focolare, dal vento riparato, con 1 muretto pietra, mente sopra tetto, si apre un apertura, per fuoriuscita fumo, di fuoco di cottura. Capanna circolare, ha base in pietra dura, tetto cono a tronchi, di rami e frascatura, chiuso lo protegge, dalle piogge forti, dormire gli consente. Porta tiene a sud, a nord le sempreverdi, riflettono la luce, laghetto pur presente, vicino sta recinto, per piccoli animali, costruito alla bisogna. un delimitato spazio. Cataste legna quercia, un albero proteso, che tutta sua forza, da intemperie ha preso, pianta salda a terra, bella da guardare, guardo attentamente, comunica qualcosa, occhi miei socchiusi, sensazione posa, graduale mi avvicino, mette sicurezza, profonda nella mente, mano lo accarezza: mi guida sua voce, a interiore mondo, ricorda albero Pino, custode di mia casa, sibila fischiando, al vento del polo, rivive sua vita, ogni stagion rinnovo. Albero vigore, succhia dalla Terra, libra su tutto, assorbe luce al sole, viscere di mondo, nell'anima racchiude, fremito legnoso, a vita pian si schiude. Dona vita agli altri, ora ci incontriamo, penetra mia vita, assieme ci influenziamo, parla sua lingua, in amore cerca me, rivendica esistenza, assomiglia a me; viene da interno, ogni sua resistenza, magnifico contrasto, tronco nerboruto, freme di energia, emana tutto tondo, sento che mi cambia, vita nel profondo, selvatico irraggia, forza lui mi da, espande profumo, che di erotismo sa. Trementina esalo, pare gli assomigli, oh albero concedi, un poco tuo potere! aiutami alla vita, ti do un pò di me, brandelli di mia veste, strappa rovo spine. |QUERCIA centenaria, presso terabuti, fornisce microclima, fà crescere il Ribeto, accanto la fungaia, e protegge limonaia, col Cristo là vicino, Quercusa reca ombra, il migliore fresco luogo, di tutto il Terabuti. 2007 roverella, spontanizza semi, produce molte ghiande, che chiedono lo sfalcio, e trapianto in altra zona, riparo alle galline, e rettili in inverno, impregna di tannino, antibatteri puri, resiste a marcescenza, + scuro legno par, lui marcisca lento, se lampo va scagliar. Fuoco accensione, immutata da sempre, da alto verso basso, in camino oppure stufa, impila i pezzi legno, i più grossi alla base, in modo ortogonale, son ciocchi sovrapposti, con spazio fra loro, come una cornice, che circola aria; in cima di catasta, blocco accendifuoco, un rotolo di lana, di cera impregnato, evitando come innesco, carta cartone o altro, un fiammifero basta, ad accendere fiamma, che scende verso basso, brucia fumi che salgono. Lo spacco della legna, richiede precisione, destrezza e conoscenza, di fibre dei var legni, il ceppo su cui spacchi, è altare spaccalegna, quercia faggio o castagno, alto fino al bacino, spaccar legna su esso, è fatica che scalda, scarica tensioni, e pensieri negativi, reca soddisfazione, piega gambe e sfrutta peso, di scure o accetta mentre cade, per colpi netti e precisi. Legno adatto al fuoco, una volta essiccato, legno dolce accende, legno duro conserva, primo tipo sono; Pioppo Salice e Betulla, che ravvivano fiamma, mentre Quercia Carpino e Castagni, dan potere calorife, aggiunti a braci ardenti. Querce dette oak, slavo-russo dubravy, cerro cerqua farnia, segnano i confini, vive mille anni, antenati di Lucania, Pargianja nei veda, Perom in slovacco, Hercynia Quirinus, Piorun in polacco. Presso Slavi son prime madri, esseri di Arcadia, cosi a popoli arabi, da cespi vegetali, fioriron teste umane, Pan è Dio Silvane. Europa inizio era, piena boschi querce, Sugheri con Cerri, e ghiande mangerecce, Pianta ermafrodita, su rami foglie gemme, galle cicatrici, sminuzza fai polvere, calma bruciature, sfiammano vescica, assieme vie urinarie. Albero di vita, ha sette livelli, amica dei Tartufi, ripara Vischio uccelli, accumula calcio, e respinge lumaconi, foglie con tannini, calmano le tossi; querce suber bosco, umidi rifugi, con altre piante, crea lettiera funghi. |ROVERE quercia, petraea caducifoglie, simile a Farnia, cui ibrida spesso, ha chioma + aperta, e rami + dritti, Rovere boschi, castagni sostituiti; legno pregiato, botti mobili e navi, bare x defunti, combustibile carbone, Roverella pubescens, ovunque si adatta, resiste aridità, diffusa in Italia. Inverno lascia foglie, secche sui rami, ceppaia resiste, ai tagli degli umani, ROVERELLA par tozza, chioma irregolar, fusto ramificato, branche contorte ha; foglie con peli, gemme ovali pelose, travi per navi, e traverse ferrovie, forma boschi misti, ama sud al sole, legna buon calore, lenta combustione; corteccia rami nuovi, astringe epistassi, emorroidi e diarrea, febbre e alcolismo, decotto corteccia, strofina sulla mucca, su zoccoli e bocca, geloni e ulcere cura; foglie secche quercia, vaso terracotta, x fumo insetticida, in serra brucia bene, tu asciutto conserva, cener prende umido, riscalda le membra. Ghiande per maiali, durante carestie, recano farina, a focacce e piadine, animale ne mangia, cresce sano e forte, carne + tenace, sapor robusto forre; riduci tannini, con acqua in ammollo, come i lupini, o fai lungo decotto, tostate a purgare, indio ghiande frantuma, x porridge misti, scorte emergenza, nei rigidi inverni, rese commestibi, con cenere e argilla, varietà + amare, tostate e ridotte, in polver macinate, stoccate in caverne, o 200 gradi forno. Segreto rapporto, col pino detto Pan, aprire o chiuder porte, a ricettività, se dico son sciocchezze, quelle che sento, scambio di energia, fermo in un momento. Albero Tu grande, Ti ergi a gran forza, assorbi da viscer, la linfa della terra, or guardati da me, o vecchio antico Pan, ti tolgo la vita, per ceppi-travi far. Là sulle montagne, chi ebbe fuoco campò, la notte attorno fuoco, resto in piedi scaldo, cosce glutei e spalle, bevo calor fuoco, prendo falò vita, ad alimentar la mia. Lassù vedo la Luna, ancor affiora in Cielo, mi turba nella sera, mentre la contemplo, le donerò qualcosa, a mezzo di 1 donna, voglio ringraziarla, don delle sue corna. Albero son caldo, son forte son felice, in questa notte fredda, il terabuti ride, torna fuoco nume, fissato dentro un Pino, nel sole risiedeva, poi albero lo prese, ora a mezzo Fuoco, torna in sue distese. Profumo del Pino, brucia e pare miele, Martin suggerisce, sta fermo non parlare, altrimenti la parola, da la morte a Pan, dio che va soffiar, nel flauto a 7 can. Aprire la porta, punto di svolta, accresce sensazione, che tutto possiede, ostinata esistenza, speciale rapporto, di vita in simbiosi. Riscopro lo scopo, di viver mia vita, con chi mi circonda, profondo rapporto, tra uomo e universo, ciò che esprime vita, mi nutre mi da senso. Quando vien mattino, fuoco pare morto, le cener della notte, restano sul posto, su esse soffierò, a ridestar contatto, tra essere partito, ed essere rimasto. Memoria di avi, calore di contatto, bevuto il suo calore, Pan rimane intatto, mentre Sol tramonta, prendo sua potenza, identità del Cervo, mi ha donato essenza: vedo grande roccia, si erge sulla pista, aiutami alla caccia, dammi la fermezza, io ti fo in omaggio, un albero trapianto. Pan ancora vive, ma piano sta morendo, pure tra i nativi, se perdono natura, se Universo è vinto, Pan rimane morto, nulla rimane, a transumana vita, noia in agguato, senza viva sfida. Magia è rapporto, inventiva quotidiana, le cose conquistate, l'uomo invero perde, un mondo reso schiavo, serve poco o niente, riduce quel mistero, che anime connette, incontro viene meno, vita resta inerte. Fuggi conquista, se vuoi che Pan ritorni, puoi vivere per viver, non per conquistare, soffrir potrai la fame, oppure le fatiche, ma a te Cosmo vivente, parla e pure ride. flora_quercia-roverella.mp4quercia-cinghiale-forza-unio.mp4audio
||Nella seconda egloga, il Pellegrino ci descrive, una selva di Frassini, frammista a Tigli e Platani, mentre caprette sull'erba, e il pastore sotto un folto Acero, appoggiato a bastone di Perastro. Dante paragon sé stesso al Cerro, nel resistere a Beatrice, che vorrebbe la guardasse, negli occhi e accetti suo rimprovero, Quercia cerro e Leccio, le ghiande cibo d'uomo, nella età dell'oro. Virgilio chiede a Stazio, come sua fede ha conquistato, lui risponde in tuo poema! dove un bambino salva il mondo, non a tutti piaccion tamerici, cantiamo i boschi in grande Orda, la Vergine ritorna, con i regni di Saturno, già nuova stirpe scende dai cieli, Tu Lucina pura sii propizia, al nascitur che chiuderà, il periodo ferro e alza l'oro, già tuo Apollo è sul trono. Tal versi spinser Stazio, a cercare i cristiani, conoscerli e ammirarli, come oggi il Santodaime, diventare uno di loro, ma sen coraggio manifesto, continuò vivere esibendo, pagan costumi pur soffrendo; ciò rispecchia il destino Dante, che da Virgilio prese stile, che gli fè onore e guida, sulla strada di salvezza, i canti Dioscuri son doppi, per logica e necessità, Sapienza scorre sotto il fiume, se la memoria si alimenta, e i custodi del segreto, di memoria sapienziale, trasforman ferro in oro, la Materia nello Spirito, e si confondono ai pagani, ai cui il segreto vien taciuto, per discrezio saturnina, scegliendo il tempo di parlare, ma la Sapienza è a chi la vede. Anagogico cristiano, è uomo trasformato, nel percorso in salita, verso lo spirto di Amore, verso il fuoco di carità, che brucia eternamente, qui ed ora ogni individuo, per se stesso se lo vuole, col sostegno di memoria, catena umana di antenati, che nutre i posteri su terra, pace abbracci e iniziazioni, a sollevarli da miseria, e ritornar felici, nella eterno in breve vita. Dante invita a conoscenza, amar radice di sapienza, chi la conosce ben capisce, insiste Stazio nel suo quid, Dante uscito dal terreno, ritrova sè nel suo poema, camminando senza fine, via sapienza è lavorare, incontrare Ozamboga, dopo di ogni iniziazione, qualcosa sempre capovolge, un alber trovammo in mezza strada, con pomi odor soavi e buoni, fermò il nostro cammino, capovolto a rami bassi, sfrondati e chioma ampia, come Abete alto digrada, a impedir scalarlo tutto, ma ciò che capovolge, è acqua sgorga dalla roccia, non scende verso terra, ma sale e spande in foglie, pioggia vitale ai fiori e frutti, come Quercia in Paradiso, Acqua elemento dello Spirito, alimenta ciò che è in alto, accade quan scopriamo, che il cibo spirituale, ci capovolge a elevazione. Tre poeti son distratti, chiacchierando di poesia, nutron anima lor arbro. Li poeti ad albero appressaron, e una voce entro le fronde, di questo cibo avrete caro. Maria bada a nozze buone, e meno alla sua bocca, che intercede ora per voi, e antiche donne romane, si accontentan bere acqua, e Daniel disprezza il cibo, a guadagnar sapienza, così la fame età dell'oro, fé appetibili le ghiande, come i fiori per le api, Miele e locuste furon vivande, a nutrir Batista nel diserto, così egli è glorioso e grande, quanto è svelato nel Vangelo. Poesia e bellezza cibo di Anima, ne sentite la mancanza, dovete salir ad imparare, a riconoscer cibo di Sapienza: Acqua ruscello come il corpo, trasparente come pensiero, limpida come anima, e pura come lo Spirito; ghianda umile frutto quercia, salda come il corpo, frondosa come pensieri, coraggiosa come l'anima, potente come lo spirito. Miele lavor fatica corpo, fluido spesso dei pensieri, dolcezza dell'anima, essenza dello spirito. Locusta segreto del deserto, la solitudine del corpo, macerazione dei pensieri, contemplazione dell'anima, rumor silenzio dello Spirito.

81:esperienza e prudenza sono indovine: SCARABEO lucente, incontro a primavera, larve van sui fiori, aspettan calabrone, afferrano a viaggiare, ospiti suo nido, divoran uova miele, aspettan muta alfino: larva Maggiolino, trovo nella terra, adulta trova strada, gonfia e volo sferra, ronza annusa foglie, ha naso sulle antenne, gira sulle piante, incontra maschi e femme. Maggiolino verdeoro, è Carabo dorato, incapace a volare, nasconde sotto sasso, nero Scarafaggio, caccia bruchi a notte. DITISCO giallo-nero, diurno coleotter, lungo 4 centime, osservo nel laghetto, divora pesciolini, girini insetti a terra, larva con mascelle, tenaglia sugge sferra.| Scarabeo stercoraro, origina da Tebe, protegge suoi piccoli, sotto sue ali, adorna regin consorti, Khepri tira il sole, amuleto talismano, sigilla buon vino. Kefren piramide, veglia dalla sabbia, a cuore dei defunti, fornisce istruzioni, su come comportarsi, a giudizio dei morti, uscirne trionfanti, testimon delle sorti. fauna_scarabei_famiglia.mp4audio

288:la forza più possente è un cuore innocente: Popolo Wirarika, gente pellegrina, parton da montagne, Jalisco e Nayarit, giunti a Real Catorce, a Luis de Potosì, in deserto Nirikuta, cacciano Hikurì. Fan collane cacti, sbucciati pur a fette, pelle radici corna, Daino appar divino, muta in imprevisto, tutti ampliati sensi, mondi fuori tempi, sama va in abissi, uniti cuori e intenti, sopporta ogni prova, insegna gestir rischio, pazzia divien sapieza, in immenso rito. Tamaz grazia alcuni, con canzoni parlanti, narra storie e fatti, origine di rose, terza notte ebbrezza, canti del coyote, ubriaco muta sesso, seduce inter creato, dentro me gran gioia, dovete tollerarmi, grida lanci e dico, suonar violino forte. I fedeli veterani, senton cantar Tamaz, bei fiori a Viricota, diventano muvieri, muvier di Tatevarì, canzoni dei sentieri, maracame propizia, i fior del Caliuey, giunti sani e forti, vantaggio x compagni, che rimasti a casa, potran vedere i fiori. Momento di tornare, invertiamo direzioni, si gira Nonno Fuoco, assieme teste tronchi, verso di ponente, Nonno sia con noi, ci guida ci protegge, ultima notte a Viricota, con violini ed arpe, mangiate quan potete, a mattino caricate, canestri con bisacce, ringraziamo daini, rinnoviam promesse, nuovanno ritornar, se possiamo far. Al falò del venerdi, bruciano cappello, di guida maracame, van obblighi togliendo, brucia loro ruoli, fuoco assegna e toglie, cancella personaggi, assegnati da peyote. Tamaz parla a mezzo, del suo maracamè, guarda le scintille, sprizzan dai muvieri, son fiori Tatevari, narran storie sacre, serbatele nel cuore, a fin di ricordarle: quel che avete udito, visto a Viricota, mi vedi oh marakame? gli chiede Tatevarì, Ti vedo e ti capisco, in ogni tua parola, il segreto qui sentito, accade a Viricota. Kallumari avvisa, abbiam parlato tutti, se manchi di rispetto, Dei sapran punirvi, torno alla dimora, congedo in 5 fischi, Tamaz quinto fischio, ecco luce alba, sveglia pellegrini, immersi a luce santa, aspettano concreto, aiuto ai lor bisogni, salute amor lavoro, raccolto e buoni sogni: chi resta metà strada, percorso marakame, difetta nell'audacia, fiducia poco appare, esperienza con nierika, vien da desiderio, sentire la creazione, mutar in fiore vero. Fiori di ghirlande, cingono il Leunar, diventan daini azzurri, nubi da scrosciar, Martin coi fedeli, a chiudere suo viaggio, fa festa Mais tostato, verso metà maggio, zucca e pannocchia, avviano loro anno. In milpas e chacras, festa di pannocchie, zucche in abbondanza, Martin alla festa, narra fiabe ai bimbi, condotti da cantori, al cortile del ririki, davanti altar pannocchie: zucche e candele, fiori e collane, carne daino e Rose, donne in prima fila, con figli in attesa, tamburo ornato a fiori, suona il marakame, e canta il ballo-viaggio, al Cerro di Leunar; su sedia spalliera, gallette a simular, bastoni muvieri, offre doni a Dei, prende volo e canta, davanti ai bambini, li porta a salutar, madre Tatei Matinieri: proteggili da mali, crescan forti e fieri, in futur visiteranno, tua casa fiorita, Tatei li saluta, li abbraccia uno a uno, poi riprende viaggio, candele a Viricota. Ai colloqui rituali, prima di partenza, maracame chiede, volete fare il viaggio? fino a Viricota, a mezzo nonno Fuoco, ricevere più vita, conoscere di nuovo; chiede se son pronto, sistemo mio coamil, dovete fare bagno, vi assegno nome-ruolo, dite a vostre donne, sciogliere ogni nodo, ogni sera avanti, curare nonno fuoco. Anziano capo-corda, annoda mio percorso, pellegrinaggio 1 mese, la rosa x consorti, ciascuno ne porti, a ritorno al paese; allegria veterani, e piangenti novizi, maracame invita tutti, suonar gioiose arie, su strade a Viricota, andiamo nel suo campo, dove daino nasce, sera attorno a Fuoco, Tewari saggio avo, tutto conosce aiuta, niente noi sappiam, lui manda segni vari, grazie maracame, di averci trasportato, ho conosciuto Tamaz, coltivo sua memoria, fino al ritorno, confesso colpe e vado. Real de Catorce, concession minerarie, don Tonio Carillo, sindaco e marakame, chiede aiuto a tutti, per scempio fermare, ha bastoni comando, scettri piume uccelli, che aprono incanto: qui abita Tamatz Kallaumari, bisnonno Coda Daino, deserto Potosì, dove cresce jiculì, qui Dei-antenati, fan gesta creazione, al tempo del sogno, rito svela lezione; invita pellegrini, sul colle bruciato, per riti curativi, e adempiute promesse, Madre bada ai bimbi, donaci pioggia, poi ci salutiamo, torniamo 1 altra volta. Preti maracame, interpretan Pa Sole, lo vedon seduto, su astuccio dei muvieri, 1 dialogo cantato, fa viva cerimonia, cacti daino e mais, triade rinnova: coglitor cacciatori, Masha daini forze, Tamatz Kallaumari, vide bella storia, e pellegrini invita, cacciare cervo-azzurro, con sue canzoni-mappa, Huichol vuol copione, in ordine sequenza, va ribattezzare: daino chiama cacti, mais fanciulla riso, fuoco muta in nube, pioggia cade fina, campi fecondati, da etere correnti: Resisti e cammina, pensa a mangiar vita, chi viaggia x vedere, chi diventa saman, Tewari insegna tutto, digiuno e fatica, mantieni occhi su lui, accanto tiene vita; fratelli con bisacce, seguite passi miei, presto arriveremo, allegri a Viricota, Tatei a sponda stagno, madre regina mia, soffrendo fame sete, ti visitiam x prima; porto miei fratelli, saluti con candele, acqua sulle teste, ai neofiti matewame, guardate a Viricota, ora abbiam la vista, suonate corni e arpe, dite addio a Tatè, andiamo a Leunar; sotto abero pittura, disegni daini e soli, su volto dipingete, x Viricota incontro, arco e frecce avete. |Daino cinese lù 鹿, deer Tamatz o Tabazi, Kallaumari primo, vive a Viricota, con nonno Fuoco e Vento, rinasce come mais, Signore di animali, Pan Siva Pasupati, Mazatl daino azteco, giunto dai toltechi, Serpente piumato, fuoco e siccità, Izpapalot Farfalla, cactus va mangiar: tutto si compie, da sera a mattina, caccia rituale, rende tutti sazi, dea della terra, nutre cuore daini, viaggio del peyote, ridesta nel coamil, di ogni fedele, Daino fuoco e sole, stella che viene. Marakame e nonno Fuoco, Uomo delle Frecce, guida fila pellegini, segna passo e tiene, tabacco e cerini, assegna ruoli temporani, a persone e cose, con rito soprannomi. Matewame neofiti, seguon strada, al mitico Mautiwaki, apprendista marakame, malconcio uomo-lupo, punito a calci corna, da Kallumari, e confessioni sprona: offensor e offeso, via oltraggi ricevuti, nel magico spazio, saman cura tutti, a mezzo di muvieri, coyote Samuravi canta: daino che vieni, su cima di Leunar, montagna bruciata, teatro cosmo fatto, il vento freddo in cima, agita i muvieri, cura stanchezza, peccati mali e lutto, le offerte nel cratere, attiran luci sfere, Viricota luce, pronta a cerimonia, sciamano su stuoia, pone oggetti culto, piume daino e frecce, ciotole acqua flusso; notti nel deserto, clima di gelata, peyoteros son mutati, in rose ghirlande, mentre nonno Fuoco, inizia narrare: dove ansima Tamaz, vai braccar a destra, tu da sinistra, riprendon marcia fissa, maracame scaglia frecce, imitan novizi, guardate bene il posto, Tamaz ho trafitti; maracam disegna a terra, forma del daino, segui zampe direzione, troverai fiori, assieme pannocchie, cogli e offri doni. Trafitto daino a terra, accendi candele, canta maracame: Wawatzari siam venuti, a conoscere tuo campo, bene ti vogliamo, abbiam portato offerte, scambio facciamo. Martin taglia cacti, fette pone in bocca, dice ai pellegrini, allunga vita corta, tutti mangian corpo, Signor perdona colpe, mangiamo la tua carne, vediam comune sorte. Daino vi perdona, tutti alzan felici, su cima di Leunar, lui lascia indizi, a seguire pista, da alto poi li burla; piange maracame, risponde tu hai virtù! rinasci e torni in vita, sempre torni su, Martin compie e disfa, con aiuto Tamaz, mezzanotte brezza, tutti accanto fuoco, Tamaz ci ha trovato, venuto come vento, dice il maracame, lasciate lui offerta; quan compare sole, girate nel deserto, cala poi la sera, cogliendo a Viricota, tornano al fuoco, carichi e ubriachi, Martin li rivista, gli assenti fa cercar, assorti tra le rocce, li trova contemplar. Fedeli a occhi chiusi, masticano piano, si ungono la pancia, saliva impregnata, del cacti sugo, cerimonia chiude alba, disperdono in cerca, di stelle vegetali, fatica ceste a spalla, vagano in deserto, con occhi cacciatore, o coglitori funghi, cercan Kallumari, fra rocce e cespugli, difficile trovarlo, li aiuta cuor tabacco. Cacti in siccità, contrae radice spasmo, vive suo letargo, fin piogge turgore, a notte canterà, ogni Daino Azzurro, le canzon di cura, in estasi insegnando, i monti parleranno, i fiori fioriranno, inizian ronde magi, attorno cime colli, riempion pellegrini, ceste spine e graffi, a sera sono cervi, e pensano alla prova, che attende loro notte, fuoco loro sprona: cercan + salute, di bimbi e raccolti, rivelazion future, e scelte nomi nuovi, per cariche mestieri, cantori o guaritori, leader o ingegneri. Huichole uomo pensa, alimentare il sole, spirito di festa, è scandalo amore, homo ludens gioca, a recuperar tempo sogno, slancio entusiasmo, scherzi e confessione, alludono creato, gioco divien culto, confine sfumato, a fine 8 mesi, del ciclo del peyote. Viricota viaggio, musa suona incanta, la favola di Orfeo, rapiti in eloquenza, sublime vera scienza; recitare i miti, a ricreare riti, drammatica forza, tempo origine porta, metamorfosi accade, che umano rifonda, Dei appaiono animali, umani e urani siti, attori sacerdoti, pianti strappacuori. Dei percorser terra, e nominaron cose, dai Pini nascon note, e nonno Kallumari, fu primo marakame, da stuoia detta itari, dal mare venner Dei, vestiti come fiori, arrivano a placenta, presso culla Madre, placenta reca nube, da nube vien itari, da itari nasce daino, che si muta in mais, mais muta in nube, piove su ogni milpa, dal mare venne Daino, Azzurro come Mari, suo fratel minore, e molti piccin daini, vider freccia e testa, daino sopra itari. Dei capiron messaggio, freccia muta nube, testa muta in pioggia, e andarono al Coamil, lasciarono offerta, nel seno Ma Urianaka, Dei nascosti in bosco, vider nascer canna: le giovani pannocchie, e le rotonde zucche, il fiore giallo tuki, strofinan nelle mani, con polvere di tuki, 3 strisce sulla faccia, dissero gli Dei: Daino muore a caccia. Cala la sera, esce Tatevar Muvieri, abbraccia e ci racconta, Tamaz Kallumari, parole da bocca, escon tricolori, e ci capiamo tutti, fratelli che ritrovi. Tamaz nostro capo, puoi fare e disfare, jikurì tuo corpo, tuoi ordini obbedisce, io sono loro cibo, entro cuor pensiero, corro in loro vene, arrivo cuore impero; quando mi mangiano, ha torpore tutto corpo, si accorgono così, che sono jikurì, concentro su coloro, che mi amano +, offro vita e dico, quel che devono veder: insegno loro cose, da punte dei muvieri, a Viricota incontro, mangiano spicchi, ogni spicchio in sè, pensieri del mio cuore, ebbrezza da veder, canti dai miei fiori, son mie rivelazioni, mostrano + mondi, che portano mie storie, parla Tatevari, anch'io son metamorfe, muto in più figure, di Tamaz vittorie: son vampa selvaggia, brucio ed incendio, alzo miei muvieris, che escono da fiamme, da corna di Tamaz, sboccian fiori gialli, fumo convogliato, verso partecipanti: vidi + focacce, mangiandole fui perso, ora siamo assieme, a notte dal falò, vediam uscire i fiori, rossi azzurri e bianchi, color di Tatevari.| Hilario al pomeriggio, offre medicina, ognun beve tazza, mezzora cresce nausea, malessere e bronchite, veglie con digiuni, cervello tien paura, teme oscuri fiumi. Io denuda e calma, al primo canto dato, su alberi e su rocce, sale-scende abissi, tutto acquista senso, nel rumor di vento, voci e risate udite, a distanza tempo; abbraccio cosmo cura, terrore scompare, son esser luminoso, divinizzato in Pan, con spasmi e sudore, scombino certezze, il sacro è mistero, lezione mi arrende; cane pure abbaia, da origine del mondo, fin alla sua fine, ogni storia ha ritorno, mondo è illusione, metamorfosi continua, ecco altra lezione, entrare in altra rima; mi trovo a contemplare, attore spettatore, foglie secche arazzi, bellezze del creato, tra ebbri del tempio, e musica di piante, sanAndrè e Catarina, due wirarika lande, assieme sanSebastian, fan pellegrinaggi, diversi x ognuno, narrano i viaggi, attorno a ogni fuoco, ospiti invitati, mangiano il daino, e piangon Tatewari. 1 anziano scorsa notte, morso da scorpione, rimesso ci confida, i segreti maracame, quando canta bene, una bella nube esce, se canta male invece, pioggia si disperde. Martin ebbe febbre, deliri presso fuoco, quan frenesia di danza, prese pellegrini, i caduti ed ubriachi, son presi da custodi, posti sotto quercia, protetti nei riposi; nei viaggi e feste, offerte frecce posi, esprimon desideri, profon pensieri posti, di bimbi o di stregoni, o di ricamatrici, che chiedono bambini. Se freccia stegone, è fatta x offesa, Paritzika insegna, caccia e difesa, compito saman, sognar dove nascosta, distruggere fattura, malattia risolta: se uno è moribondo, offre lui 1 freccia, ciotola e candela, fa diagnosi col canto, sacrifica galletto, irrora altare fatto, se torna la salute, dio appar calmato.| Martin ebbe un sogno, presso Viricota, teatro nel deserto, Tamaz Kallumari, mi offre il jikurì, daino Wawatzari, è con Tatevarì; mangian medicina, pellegrini al fuoco, Daino canta loro, canzone con violino, anche se ho peccati, vengo io a cercarti, strada delle rose, a Viricota passa: uscii dal mare azzurro, Daino Marrayueve, dritto su Itari, a quattro punti cardinali, apparver Daini Azzurri, soffian via tensioni, da gruppi e da figli, a curare i bimbi, faremo offerte caccia, ciotola e candela, e freccia per un daino, per vita dei bambini, 1 daino va morire, Tatevari nonno, ci dice questo in rime: Dei non san mangiare, mangio io per loro, ecco i kakullari, che iniziano a parlare, tutto aperto e visto, in mare e nel coamil, seduto presso fuoco, tutto può apparir: oh Viricota! perchè piangono le rose e volano i fiori al Cerro bruciato? quando nasce Daino, Dei fanno scuola, perchè i monti parlano li a Viricota? nessuno sa capirli, solo freccia a terra, freccia serpe azzurra, conosce loro lingua, sopra itari stuoia, scatena nube pioggia, parlan Dei fra loro, ai 4 cardinali, nel luogo dove nacque, Tamaz Kallumari. Daino Azzurro esce, da fuoco appare in aria, incarna Dio del Vento, canta una sol volta, marakame apprende, a memoria sua canzone, la trasmette a noi, attendo la sua voce: oh Pan divin dei monti, di Africa e Oceania, America Ti vive, da Europa fino ad Asia, sui monti e nelle valli, deserti le foreste, Sei fuoco saturnale, sei acqua di tempeste; Son Cervo di oriente, sono Hikuri verde, accanto la montagna, sole già risplende, sotto albero fiorito, mio cuore si comprende, son Cervo oriente, sono Hikuri verde; a tutti dò mio canto, chi lo canta primo? ora mi alzo in alba, per salutare il Sole, pure mi inginocchio, respiro suo calore, tra ghirlande Fiori, e turbini di Vento, Tu non puoi vedermi, dove vado eterno, la dove nascono le Rose, dove Rosa sboccia, son Cervo oriente, fior di Virikota: quando nebbia sale, Azzurro Cervo sale, quando pioggia scende, Kallaumari scende, respirano le Rose, rugiada soffia pura, ai piedi di Lehunar, è wiri Virikuta! Germoglia il Mais, e la Rosa sboccia, così canta la Rosa: Io sono il Cervo, così canta il Cervo: Io sono la Rosa, solo a Wirikota, tale canto è strofa.| Wirarika Huicholes, tra gole e aridi piani, coltivano la terra, hanno 2 stagioni, una secca e una piovosa, adoran gli elementi, riuniti in una Rosa; derivan loro storia, dai nomadi di caccia, Cervo loro emblema, con Mais assieme Rosa, nel canto del mito, ricordano il passaggio, da nomade lor vita, a stanziale villaggio. Produsse loro clan, un antenato errante, Watakame cacciatore, che vive su montagne, incontra fanciulla, chiamata Mais-Azzurro, dopo un avventura, in luogo sconosciuto: Lei si presenta, con Zucca ricolma, di ottima bevanda, fatta con il mais, bevilo sii sazio, io vivo alla Collina, assiem ai genitori, ti aspetto domattina; indomani Watakami, veste e prende arco, con faretra su spalla, cerca quel passo, ai lati del sentiero, che sale a zig-zag, coltivazion di Mais, distese da osservar. Azzurre rosse e bianche, e altre varietà, in cima una casetta, alfine può avvistar, accolto da due anziani, signori del Mais, gli offrono scodella, di succhi fermentati: vorrei comprare un po, di vostro buono cibo, tengo per pagarvi, le micce del mio fuoco, di Pino resinoso, che uso come torcia, in notti molto buie, mi scaldo alla bisogna. Il vecchio gli rispose, disseta alla sorgente, poi agita lo scettro, di penne di un uccello, da casa esce ragazza, e venne lor incontro, Yowime mais-azzurro, Yumi in mandarino, suo nome rende conto: figlia vuoi seguire, il giovan cacciatore, oh Padre se tu vuoi, allor io vorrò, dunque Watakame, inizia nuova vita, diviene campesino, in Yumi compagnia. Lei insegna preparar, Atole bevanda, tortiglie granoturco, gestire magazzino, si sente Watakame, liber da incertezza, la nomade sua vita, diviene una casetta: taglia piante bosco, incendia ramaglie, usa cenere concime, in buche seminate, Yowime fora il suolo, tramite 1 bastone, e 1 Spirito chiama, quan semi vi depone. Watakame invoca piogge, Sole e vento piano, e durante raccolto, usa cesto Mecapal, fatto con le canne, legato alla bandana, dentro case-tempio, pannocchie accatastava. Passano decenni, e Watakame anziano, perse sua compagna, Mais-azzurro muore, resta lui in campagna, lavora ancora duro, a gesti e con parole, intero ciclo Mais, Yumi amor commuove. Rivivono Huicholes, epopea di Watakame, in campicelli sparsi, sassosi calcare, a Giugno prime piogge, semina van fare, assiem fagioli e zucche, Milpa da rituale: un piccolo cratere, al centro campicello, accoglie falò, e offerte sangue agnello, indio Huatakame, insegna a coltivare, e far pellegrinaggi, su terre di antenate; un giorno dea Nakawe, parla a Watakame, fatti una piroga, gran pioggia piano sale, salva tuoi semi, tra un mese tocca terra, fai milpa e focacce, con indigena nera; mais-cenere acqua, Tashiwa lui la chiama, ti piace impastare, e farmi da mangiare, dammi 2 gemelli, nei campi seminati, possiamo innamorare. Uomini nei campi, e donne a macinar, sopra lastra pietra, dolor da sopportar, tecniche complesse, apprende lo sciamano, che aiuta popol suo, ma vive solitario, senza uno stipendio, vive sacerdozio, sua ragione vita, cantore che raggruppa, Daini nel Tepari. Festa di Pannocchie, Zucche di novembre, ritrovan loro casa, stanze a muri fango, dove vita scorre, quotidian paesaggio, un rito quarantena, serve reintegrazio, e mogli al focolare, piangono commosse, recuperan mariti, mutati da quel viaggio, fan meditazioni, di fronte a Nonno fuoco, i muvieri toccan tutti, rito di ritrovo, ci ha permesso tornare, alle nostre case, tutti qui con te, tornati-andati assieme, donne van cantare, siate tutti benvenuti, la medicin portata, nutra nostri frutti, vien fatto un turbante, di penne di corvo, per la moglie del capo, ora Madre del Mais, nella piazza coi canti, passione religiosa, inizia Festa hikurì, e nonno Fuoco riposa, mille occhi luminosi, osservano la vita, il disordine riporta, a quotidiana sfida, tra effetti medicina, milpa gialle stoppie, dipinte guance scosse, attesa delle piogge, ballan tre ragazze, tenendosi a cintura, invocano la pioggia, acqua in buca Terra, la nutrono per prima, sul monte disboscato, coltivano rapporto, da muvier sacralizzato. | Sikoakame e dea Nakame, tra valli e vulcani, economia sussistenza, da sierra Tarahumara, a Chiapas e Oaxaca, fino al Guatemala: Sikokame nel mito, è figlio di Nakawe, un giorno si ammala, la madre lo abbandona, peripezie via da casa, va presso la zia, che si chiama Yurienaka, vive gira attorno, incontri suoi ci narra; colomba gli porta, semi mais in zucca, poi incontra 2 nonni, gli donan zucca zuppa, lui conosce loro figlie, Mais azzurro e nero, Yohime bianca gialla, e sorelle arcobaleno; vede femmine fagiolo, zucca e altri semi, Sikoame vuol comprare, + semi dai vecchi, li porta a Yurienaka, loro invitano figlie, chi vuol accompagnarlo, mais-nero si decide: ma ci sono 2 norme, dea Yoame non lavori, in sua ciotola viva, sopra altare ririki, fino al tempo semina, Sikoakame solo zappa, tutti semi fan visita, a Yoame nuova casa. Traboccano silos, di mais fagioli zucche, Yurianaka prende mais, lo pesta su macina, x fare focacce, e con Sikoakame ne mangia, mentre Yoame, beve il brodo da sua zucca, Sikoame strappa erbacce, e brucia nel falò, fumo sale a nube, e dio del tuono dice, tu bruci nel coamil, mia pioggia benedice. Cener bagna Yoame, è tempo seminar, abbandona ririki, tutti assieme al coamil, al centro di milpa, Yoame 1 dito a terra, in luogo del falò, zia accende candela. Crebbe la Milpa, nord sud est ed ovest, coamil verdeggiava, grazie a Yoame cuore, tornati al ririki, Yoame accresce capelli, e Sikoakame taglia, i pannocchi + belli; a sud taglia bianca, a est gialla rossa, ponente mix colori, di pannocchie sorelle, nord coglie azzurra, a centro sta la nera, + fagioli con zucca, coglie da terra: semi lui buttava, in sottana di Yoame, di ritorno al ririki, Yoame vuole riposo, Sikoakame col muvieri, offre tazza di cacao, rimani su altare, offerte ti portiamo. Mais dentro ai silos, milpa divien secca, Yurianaka esagerava, da Yoame aiuto cerca, lei aiuta a macinare, sanguinan sue mani, pasta rossa come carne, fugge lei domani. Sikoakame accusa zia, viaggia fin Yoame, chiusa in stanza lei, rifuita di tornare, gli vende 5 chicchi, per la semina futura, baston x seminare, la zia si pente e cura. Festa di Pannocchie, zucche di novembre, ritrovan loro casa, stanze a muri fango, dove vita scorre, ma rito quarantena, serve reintegrazio; mogli al focolare, piangono commosse, recuperan mariti, mutati da quel viaggio, fan meditazioni, di fronte a Nonno fuoco, i muvieri toccan tutti, rito di ritrovo: ci ha permesso tornare, alle nostre case, tutti qui con te, tornati-andati assieme, donne van cantare, tutti benvenuti, la medicin portata, nutra nostri frutti; fatto un turbante, di penne di corvo, per moglie del capo, ora Madre al Mais, nella piazza canti, passione religiosa, inizia Festa hikurì, nonno Fuoco riposa, Carrillo porge focacce, pannocchie fumi odori, si nutron mangiatori, poi dormono nei sacchi, ascoltano le storie: mille occhi luminosi, osservano vita, il disordine riporta, a quotidiana sfida, tra effetti medicina, milpa gialle stoppie, dipinte guance scosse, attesa delle piogge: ballan tre ragazze, tenendosi a cintura, invocano la pioggia, acqua in buca Terra. Milpa crea comunità, nucleo indiana società, piccoli campi ritagliati, nella selva un pò, amaranto e chenopodi, fave zucche e pomodori, fagiolini mais e zucca, Milpa è valor. Mais manca amminoacidi, lisina e triptofano, che corpo richiede, a far proteine e niacina, i fagioli ne hanno, e zucche recan vitamina, avocado reca grassi, milpa unisce la famiglia, infuso barbe mais, diuretico sfiammante. filosofi_don-tonio_wirarika.mp4 popoli_danza-peyotl.mp4audio
||Milpa crea comunità, nucleo indiana società, piccoli campi ritagliati, al margine di selva, amaranto e chenopodi, fave zucche e pomodori, fagiolini mais e zucca: mais manca amminoacidi, lisina e triptofano, che corpo richiede, a far proteine e niacina, i fagioli ne hanno, e zucca reca vitamine, Avocado reca grassi, milpa unisce la famiglia, infuso barbe mais, diuretico sfiammante. Dal mare venner Dei, vestiti come fiori, arrivano a placenta, presso culla Madre, placenta reca nube, da nube vien itari, da itari nasce daino, che si muta in mais, mais muta in nube, piove su ogni milpa, dal mare venne Daino, Azzurro come Mari, suo fratel minore, e molti piccin daini, vider freccia e testa, daino sopra itari. Dei capiron messaggio, freccia muta nube, testa muta in pioggia, e andarono al Coamil, lasciarono offerta, nel seno Ma Urianaka, Dei nascosti in bosco, vider nascer canna: le giovani pannocchie, e le rotonde zucche, il fiore giallo tuki, strofinan nelle mani, con polvere di tuki, 3 strisce sulla faccia, dissero gli Dei: Daino muore a caccia. |canzoni-mappa de daino azzurro, che chiama cacti mais, fanciulla riso e fuoco, che muta nella nube, pioggia cade fina, campi fecondati, da etere correnti: Resisti e cammina, pensa a mangiar vita, chi viaggia x vedere, chi diventa marakamè, Tewari insegna tutto, digiuno e fatica, mantieni occhi su lui, accanto tiene vita; fratelli con bisacce, seguite passi miei, presto arriveremo, allegri a Viricota, Tatei a sponda stagno, madre regina mia, soffrendo fame sete, ti visitiam x prima; porto miei fratelli, saluti con candele, acqua sulle teste, ai neofiti matewame, guardate a Viricota, ora abbiam la vista, suonate corni e arpe, dite addio a Tatè, andiamo a Leunar; sotto abero pittura, disegni daini e soli, su volto dipingete, x Viricota incontro, arco e frecce avete.

294:affare divulgato è mezzo rovinato: Botswana e Namibia, etnie di confine, disagio sociale, le ha molto colpite, padroni latifondi, cacciano Herero, Himba Tswana e altri, dal loro sentiero. ZUTWASI in Kalahari, popol senza terra, oppressi dalla fame, alcol e dilemma, reagiscon tutto ciò, con danze di cura, potenza di libido, che aiuta cultura: danze estenuanti, in sudori torsioni, riflettono dolori, di varie transizioni, che popolo vive, a snodi del tempo, quando è su orlo, di annientamento. Guarire è affermare, svelare se stessi, incanalare 1 flusso, di viaggi e misteri, dentro una cultura, di spiriti antenati, così che alleanza, rafforzi noi rinati. Kinaciau narra, Dio venne su terra, là in Kalahari, tra noi e gli animali, dormire con la moglie, non sapeva fare, la gente gli insegnò: gravida la donna, gli frutta 2 gemelli, figli Kana e Xoma, antenati molto belli, loro danno nome, a tutto ciò che nasce, inizian loro clan, che cresce + grande; hanno mogli e figli, con sembianze umane, sebbene hanno potere, e forze sovrumane, beffati e impoveriti, son da umana fame, a causa della noia, e passion smodate. Kinaciau parla, che per salvare vita, Dio ci ha dato il num, tramite antenati, uomo cerca num, sapendo che è penoso, per curar la vita, in quotidiano luogo: se narrar fallisce, storia vien distorta, scende in sottosuolo, x var generazioni, poi ripulito il dire, torna a superficie, accessibile a tutti, parla e tutto dice. Blek Dorothea dice, che nativo ama e odia, intensamen leale, assai vendicativo, un bimbo rimane, poco incline a lavoro, amante del gioco, canta danza e disegna, ascolta le storie. Zhutwasi narran miti, e pregano Gao Na, silenti o alta voce, se vi è necessità, ci hai fatto cacciatori, aiutaci a cacciare, dacci la tua pioggia, insegnaci a curare. Dio dà la giraffa, ed 1 fuoco al centro, se nonno fuoco muore, canterai nel buio, Frecce di Gao Na, ci colpiranno in pena, Fuoco ha stesso num, come la tua vena. Gao Na creava i canti, dotandoli di num, li ha dati alle persone, in sogni e visioni, tramite intuizione, o a mezzo imitazione, viaggiano tra i gruppi, num circolazione. Oggi i canti num, son cantati ovunque, più di altra cosa, pure da chiunque, nelle passeggiate, al lavoro o relax, per deliziare i bimbi, e altre cose far: rilascian loro num, solo nelle danze, con i danzatori, scambiano istanze, quando poi una donna, canta và nel kia, rende uomo allegro, suo num lo ravviva; canti num son storie, vicende della vita, a caccia od in miniera, umano si confida, le migrazioni o crisi, nutrirono le danze, interazion tra sessi, è medicin + grande. Cantare batter mani, aiutano a scaldare, il num dei danzatori, sudore del danzare, e i guaritori che, han vinto ogni paura, viaggian alla morte, rinascono x cura: a volte sei nel Kia, pure se non vuoi, num ora ti lancia, presto ti riafferra, adesso se hai paura, o scomodo tu sia, Esci dalla danza, il num poi vola via; se prima volta tu, inizi la maestranza, tu puoi controllarlo, gestisci distanza, riprendi tua danza, e lasciati danzare, Num felice al cuore, giunge a dimorare. |Lisa ricorda, che forze esistenza, o sopravvivenza, slittano coscienza, se credi avere num, cuore dei Zutwasi, stato kia ti accade, riaprendoti i canali: flessibile luogo, spazi e coscienza, rinasce nel gruppo, di cura e di festa, per render sicuro, legami in villaggi, mai garantiti, da morte e passaggi. Acqua con Fuoco, con miti e con riti, ripristinan luogo, reinventan radici, è rinnovo rituale, di ruoli e potere, a permetter così, un ri-appartenere. Sorge informale, 1 villaggio di gente, ruoli e potere, presso acqua sorgente, dentro ogni capanna, sta un focolare, gestito da donne, lui aiuta scambiare; ciascuna capanna, giacigli di paglia, e uova di struzzo, con acqua da bere, giocattoli e pelli, cosmetici e frecce, Monili e tabacco, con pentole e selce; uomini e donne, in armonico scambio, decide fra tutti, il leader + saggio, più forti persone, dirimon diatribe, specie le donne, nutrici + amiche: siedono insieme, ai bambini parlando, con essi giocando, pur sgranocchiando, nessuna minaccia, paterna ai bambini, gli insegnano tutto, giocando teatrini; se mal si comporta, 1 bimbo oppur due, interviene un parente, sposta creature, rispetto tra i sessi, è nella danza, restaura armonia, sopra ogni lagnanza; fuoco nella notte, cerchio di conforto, già permette al num, di bollir in porto, gli spiriti di avi, detti son Gauwasi, Dei della natura, e cuore di Zhutwasi. Kinaciau ricorda, num è cuore vivo, fa esser realizzato, estingue il soffrire, le frecce del passato, vive e lancinanti, nude appariranno, qual dardi vorticanti, come archè o idee, che portano scia, di traumi visitati; tormento risentito, potere distruttivo, è spesso un sabotare, nel bambin ferito, Bimbo è incosciente, agisce per istinto, falsa educazione, lo rende triste vinto; cosa ci permette, resistere gli attacchi, sia fisici e mentali, alfin restare sani, se ascolti sen giudizio, nulla soffocando, tutto accoglierai, pur lacrime di pianto: sguardo di 1 affetto, bacio di un amante, la cura ti dice, al mondo Sei importante, 1 rito dà perdono, al bimbo nella cura, libera suo cuore, da ogni legatura; non aver paura, se avrai + fallimenti, poichè vita e morte, son natural processi, nessuno nasce esperto, bensi ricercatore, Thera prima esiste, dentro tua canzone, come un flusso Num, senti sensazione. Posizione in piedi, coppa ombelico, 2 dita sotto appare, Gebesi e Manipura, calore piano sale, se evito forzare, mio corpo sa cullare, sciolgo polsi e mani, esercizi continuare, sento num fermenti, continuo ondeggiare, rilasso fianchi giunti, Num va circolare, faccio movimenti, mani braccia assieme, gusto lentamente, lievita la schiena, unisce corpo e mente, leggero apro e chiudo, vuoto e riempio, mentre arpa vibra, il qi del momento. Kinachau continua, Giraffa danza fasi, in origine bevemmo, ai corpi passammo, il sudore col num, ai giovani donammo: viene detto hxaro, rito dello scambio, si dona cibo oppure, utensili lavoro, toglie disaccordi, tale condivisione, di beni del deserto. Danza di Giraffa, è 1 modo a dialogare, con crisi transizioni, dubbi cui parlare, confronta incertezze, contraddizioni, così che gruppo sani, ostili relazioni. Num Tchai è arte, 1 metodo di cura, dove un cacciatore, diviene guaritore, raccoglitrici donne, sempre di supporto, cantano battendo, le mani e loro corpo: si cura mente e corpo, là nel solco danza, si lotta col dolore, con forza di costanza, spendere una notte, intimo del gruppo, fa ritrovar piacere, alla gente dopotutto; la danza può aver luogo, per 1 malattia, parlare ad antenati, ritorno di 1 parente, caccia ben riuscita, visita importante, affronta depressioni, ravviva esaltante. Fuochi sono sparsi, intorno qua di là, si scherza si conversa, atmosfera intensa, alle ore 23, i passi di Giraffa, son imitati olè: essere alla danza, rende i nostri cuori, Felici ed eccitati, empatici e presenti, fuoco della danza, viene acceso al centro, si siedono le donne, intimo convegno, battono le mani, al ritmo girotondo, innestano le voci, su melodia di gruppo, lunghezza di ogni canto, dipende da umore, tre o 5 minuti, con entusiasmo fiore; senza Kia per aria, danza non decolla, tutto pare smorto, pur se vi è la folla, se num bolle in alto, gridano al cielo, oh padre mio lassu! squarcia questo velo. Num mi sta prendendo, or scaraventando, danza va decisa, tra pianti sfoghi salto, quando kia ci viene, scintille nelle voci, danza prende forza, senza sforzi atroci, brevi movimenti, postura poi inclinata, sopra le ginocchia, Giraffa va imitata, sono piedi alzati, stampati nella sabbia, quattro son i passi, o battiti di danza; tonfi dei var piedi, vivaci decisi, accentuano sonagli, tra gemiti rapiti, canti passi danza, sudando di più, preparano la strada, a ebollir del num. 1 canto Kowhedili, stimola tuo kia, scintille ed emozioni, spazzano la via, stimoli e contagio, scoccano nei corpi, vibrano le carni, dei danzator contorti, che cadono a terra, giacciono sudati, tremano violenti, oppure senza vita, qualcuno li massaggia, con sudore dita: la danza fa bollire, loro n um gebesi, tra cintola e diaframma, area Gebesi trovi, reni fegato milza, sconsiglia in gravidanza, una dieta senza carne, proteica sostanza: se fuoco dentro corpo, scalda bollendo, risale da addome, a ritmo sonaglio, scambia potenza, loro num accumulato, offre ancora senso, a uomo ritornato. Danza di Giraffa, è qi-gong respiro, kundalini coltiva, interior dispositivo, riscalda forza qi, da indirizzare, in zone bisognose, di 1 corpo da curare. Dopo una notte, di canto e danza, num è al Gebesi, in fuoco divampa, circola in giro, risveglia a contagio, rapisce di impatto, o piano adagio. Kia è intenso stato, misto emozionale, attivato dal num, che al Gebesi sale, la mente ha paura, quando ne mangia, sale in dolore, su spina e su pancia: num che ribolle, ascende alla spina, inonda tuo corpo, che vibra e sconfina, esprime in più forme, sempre cangianti, produce empatia, e pensieri oscillanti. Kinaciau suda, tra smorfie di dolore, vibra e barcolla, dice sono in kia! ferma il suo danzare, indossa sonagliere, salta nel cerchio, guida da nocchiere: se ogni canto scalda, energia del num, arriva il potenziale, x passare il kia, danzi ancora danzi, inizi a sudar molto, svesti via impaccio, tremi col mondo. Io desidero guarire, ed essere guarito, Essere più amato, amare in convito, ho bisogno num, il cuore lo cerca, libido fuoco, che brucia e sonnecchia; dentro al mio kia, sta esperienza, se affronto diretto, senza esitare, timor della morte, artificio mentale, che gira la psiche, morire volontario, vince la paura, così irrompi al kia, pronto alla cura: istinto dà sfogo, a un liberare, ti aiutano anziani, a transitare, se cuore si ferma, ora sei morto, pensiero svanito, respiro disciolto, il flusso di vita, con cui tu convivi, a grandi distanze, li vedi li vivi.| Kinaciau è !Kung, nato in Kalahari, amato curandero, da età ventanni, apprese transire, e curare persone, narra sua visione: ogni tecnologia, data dagli avi, porta loro num, bilancia i nuovi nati: se bolle tuo num, dolore è reale! vedi più cose, nei corpi dimorare, vedi ogni cosa, che puoi tirar via, questa è la cura, mentre sei in kia. Molti guaritori, attendon battagliare, demistificare, la mente di compagni, apprendi a curare, tirando strappando, ogni malattia, sudando e ansimando: oh Avo, io amo tal persona, perchè ci fai soffrire? non farmi innervosire, fin essere ostile, canto per reagire, a vostra volontà, di cedervi il malato, proprio non mi và. Esperti guaritori, a volte van da Dio, morte come trance, tramite di un filo, mantengono controllo, pur alla trascesi, per barattare scelte, tra misure e pesi: la guarigione Kia, non è onnipotente, alcune battaglie, vengono pure perse, muoiono persone, tra mani di cura, se gli antenati, pongono mura; anziano Kinaciau, entrato già in kia, vibra trema danza, spasmodico suo corpo, siede e fa 3 giri, al fuoco parla e canta, inizia poi curare, strappando ogni lagnanza: a cadaun presente, mani pone e stende, lo vedi poi curare, di mezzo fra le donne, che cantano canzoni, sparate con fragore, intorno a mezzanotte, vibra convulsione; chi tizzoni ardenti, strofina sotto ascelle, volano scintille, qualcuno ride o scappa, altri in kia bocconi, vengon massaggiati, con sudori unguenti, così van riposati, or + guaritori, in apparenti angosce, uno ad uno in kia, cadono tra loro, parlano animati, con Dei ed antenati, per salvare vite, umane loro mani. Kinaciau intanto, gira per curare, scuote le sue mani, a scaricare il mal, qualcuno sofferente, smette di danzare, num vuol raffreddare, Kia sa rimandare.| Io son Kinaciau, ti insegnerò a danzare, mie mani su di te, poso ad indicare, a spiriti antenati, tu sei mio gemello, abiti il mio cuore, ti chiamino fratello: se metto num in te, danzi e danzerai, vibrando come foglie, amico mio sarai, allora io dirò, che tu hai bevuto num, morte che ci uccide, non temerai mai più. Addome sarà pieno, di frecce di calore, noi poi sfregheremo, sudori sul tuo corpo, le frecce rientreranno, respiri torneranno, emetterai vagito, e gli altri attesteranno: or noi siamo 1 clan, usiamo stesso fuoco, accade che esso scalda, il dolor cosciente, spine sulla nuca, e intorno la tua pancia, su fegato e gebesi, inizian tua danza. Num risiede sappi, a base della spina, nella pancia bassa, piano vien scaldato, ascende fino al capo, spirale zigo-zago, trema nel Gebesi, ronza e uccide in Kia: a volte tua danza, divien selvaggio kia, a causa delle pene, num che bolle in vene, battono tuoi piedi, + forti sul terreno, zoccolano i passi, respiro e cuore fiero. Num ti scuote a volte, forte oltremisura, un altro guaritore, ti aiuta raffreddarlo, quando si raffredda, pronto puoi tirare, dopo aver danzato, inizi poi a curare, Num indifferente, positiva o negativa, esiste in molte cose, vive e inanimate, libido inconscia, isterico arrembaggio, energia del sole, o di morte passaggio; se paura del num, si vede da smorfie, dolor sulla pancia, o lancio di tizzoni, bianca tua faccia, occhi di terrore, Hxobo è raffreddare, calmare tuo calore. Anziani vanno in kia, con + canti fiati, si attivano in presenza, di cronici malati, lor danza si riduce, a passi là sul posto, vi è chi pure suona, seduto solo al suolo: donne coi bambini, dormono abbracciati, ancor qualcun in kia, altri vanno via, chi cammina e cura, chi parla fuma canta, tal varietà di scene, dura fino alba; tutto ora concluso, presa è decisione, colti oggetti panni, di ritorno ai campi, giorno è rallentato, tutto scorre piano, riposano fraterni, in nuovo senso umano.| La scuola dei Kung, inizia da bambini, che giocano far kia, imitazion sottili, a bere il loro num, imparano ben presto, vanno nelle danze, e num avran scoperto; passano i maestri, num agli studenti, scoccano num-tchisi, frecce con il num, schioccano le dita, con dose e quantità, dosandole al novello, alle sue capacità: interno nel gebesi, arrivano le frecce, espandono crescendo, come delle trecce, sfrega insegnante, sudor sullo studente, e rapidi respiri, num fanno ascendente; cresce sete acqua, spine dentro il corpo, sudi al primo giorno, cominci poi vibrare, pizzica osso sacro, num scalda e sale, è maturo il tempo, in kia riesci entrare: se tosto avrai paura, indurirai il gebesi, fermati un pochino, disciogli tutti pesi, quando inizia il kia, potresti cader giù, sdraiato sulla pancia, lasciato sarai tu, calor è regolato, coi canti coi tizzoni, mentre più massaggi, abbassano calori, Num per le donne, è come il sangue ciclo, divieto han di mangiare, un eccitante cibo; a volte sono sono, specie dalle donne, Piante che hanno num, in polvere ridotte, miste con il grasso, dentro le conchiglie, tizzoni a fumigare, num è senza briglie. Gaise noru noru, radice delle cure, stimola il tuo kia, e sa mitigar paure, giunge sulla schiena, sensazione affondo, senti la tua spina, pulsare come il mondo; poi ti fa sentire, qualcosa che si muove, da stomaco lei sale, petto fino al cuore, inizi tu a tremare, sudare con calore, mosso da una scossa, arrivi a ulteriore. Tu devi lavorare, tuo corpo riadattare, le pene nel gebesi, annunciano arrivare, in un parziale kia, anima è nel corpo, quando divien pieno, viaggi fuori porto. Pentecoste scende, sopra della danza, suo vento poderoso, avvolge ogni sostanza, improvvisa la Colomba, accende 1 visione, con Spiriti Uccelli, inondan di calore, scendon su ciascuno, donano il coraggio, pur in molte lingue, ispiran verbo saggio, è acqua che disgela, penetra ogni dove, Kino ancora gira, calma il num che bolle. Num vien travasato, gestito e regolato, a renderlo adatto, a cura del malato, se una difficoltà, in kia nasce frattanto, lavorano i vicini, sfregandolo ogni tanto; ciascuno sul gebesi, sfrega a raffreddare, dal centro verso lati, respiro a ritornare, ciò fatto bene, riprendi a respirare, urla e piangi bimbo, anima a rientrare. Malattia è sforzo, fatto dai Gauwasi, che vogliono i malati, presso loro gruppo, lì nella danza, tentano di più, Spiriti assai forti, ma vincerli puoi Tu: + intensa è malattia, + lotta si farà, lotta tra due gruppi, parenti vivi e morti, si vede num salire, negli altri guaritori, si scopre teatrino, di var disturbatori: strappar la malattia, viene detto !Twe, si impongono le mani, offrir sudore che, sale qual vapore, da stomaco bollente, veicolo del num, spalmato sul paziente; resta sulla testa, schiene petti ascelle, sfregato sopra e dentro, corpo ribollente, il num viene scambiato, con la malattia, corpi lì a contatto, scambiano energia. Tramite num-tchai, e canti delle piante, kundalini risveglia, e mostra importante, num di Kinaciau, scalda nel Gebesi, Circolazion di luce, la chiamano i cinesi. Hxabe vuol dire, felice cibo al cuore, corpo libero sentire, grazie num e canto, se num sveglia veloce, tosto vaporizza, ambizion aspirazioni, scegli con dovizia: rivedo le mie scelte, fatte nella vita, sento emozioni, oscillar tra decisioni, malesseri miei vedo, irreali e immaginari, demoni e pensieri, in scenari artificiali; rabbia e frustrazioni, dan frammentazioni, psiche nel presente, realizza guarigioni, corpo sento scosso, num-frecce guaritore, tutto interconnette, simmetria interiore, protocol di cura, viaggi di argonauti, cure iniziazioni, spontanei flussi dati, fuori mio controllo, ego par smembrato, inizia cambiamento, con 1 guru innato. Kino ci ricorda, da Kia dobbiam tornare, fuori molto tempo, non possiam restare, esperienza kia, è temporanea scuola, ricevere messaggi, per vita coltivare. doc_healing-dance-botswana.mp4popoli_namibia-zutwasi_mollison.mp4audio
||Kinaciau ricorda, Dio ci ha dato il num, tramite antenati, uomo cerca num, sapendo che è penoso, per curar la vita, in quotidiano luogo: num è cuore vivo, fa esser realizzato, estingue il soffrire, le frecce del passato, che portano scia, di traumi visitati; tormento risentito, potere distruttivo, è spesso un sabotare, nel bambin ferito, che agisce per istinto, falsa educazione, lo rende triste vinto. Kinaciau suda, tra smorfie di dolore, vibra e barcolla, dice sono in kia! ferma il suo danzare, indossa sonagliere, salta nel cerchio, guida da nocchiere: se ogni canto scalda, energia del num, arriva il potenziale, x passare il kia, danzi ancora danzi, inizi a sudar molto, svesti via impaccio, tremi col mondo. Se desideri guarire, ti insegnerò a danzare, mie mani su di te, poso ad indicare, a spiriti antenati, tu sei mio gemello, abiti il mio cuore, ti chiamino fratello: se metto num in te, danzi e danzerai, vibrando come foglie, amico mio sarai, allora io dirò, che tu hai bevuto num, morte che ci uccide, non temerai mai più. Addome sarà pieno, di frecce di calore, noi poi sfregheremo, sudori sul tuo corpo, le frecce rientreranno, respiri torneranno, emetterai kowedili, e gli altri attesteranno: or noi siamo 1 clan, usiamo stesso fuoco, accade che esso scalda, spine sulla nuca, e intorno la tua pancia, su fegato e gebesi, Num risiede sappi, a base della spina, piano vien scaldato, ascende fino al capo, spirale zigo-zago, trema nel Gebesi, ronza e uccide in Kia, Circolazion di luce, la chiamano i cinesi: a volte tua danza, divien selvaggio kia, a causa delle pene, num che bolle in vene, battono tuoi piedi, + forti sul terreno, zoccolano i passi, respiro e cuore fiero. Num ti scuote a volte, forte oltremisura, un altro guaritore, ti aiuta raffreddarlo, quando si raffredda, pronto puoi tirare, dopo aver danzato, inizi poi a curare.


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