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voce: nocchia


arvicolaArvicola a carciofi fugge ricino ebbio (51) quando manca il gatto i topi ballano, così se al pesce l'amo, al topo il lardo italico | foto fauna | audio | fauna_topi_arvicole-orto_usa_aglio.mp4 | fauna_arvicole_zolfo-allontana.mp4 |  |musica 1-fiera-dell-est.mp3
contadiniranocchiare di Sezze e nomadi pontini (308) quando cantano le Rane giorno equinozio certo appare italico | foto eurafrica | audio |  |  | film_albero-zoccoli1978.mp4 |musica 91_icaros_medicina_femina.mp4
noccioloNocciola cura al dì, cervello e polmoni (117) chi ha buon orto ha buon porco  | foto frutteto | audio | frutteto_nocciolo_cura-polmoni.mp4 | nocciolo_caduceo-rabdomante.mp4 |  |musica arpaviggiano_tarantella_valdagri.mp3
rospoRane e Bufo cantan presso polle (84) Bosua-raganella, se Aprile tuona e piove porta sempre buone nuove, Aprile e Maggio le chiavi dell'anno mix | foto rettili | audio | fauna_rane_rospi_raganelle.mp4 | fauna_rospo_tesla.mp4 |  |musica 231015ngonde_suffragio-anime.m4a
wirarikaHilario e Yoame a Viricota, festa zucche (288) la forza più possente è un cuore innocente mescahuatl | foto wiramerica | audio | filosofi_don-tonio_wirarika.mp4 | popoli_danza-peyotl.mp4 | storia watakame_e_nakawe.mp4 |musica 991_Peyo_06.mp3

(): 5 quid censiti


51:quando manca il gatto i topi ballano, così se al pesce l'amo, al topo il lardo: ARVICOLE agresti, muso breve arrotondato, orecchi tondi ed occhi, piccoli e scuri, coda breve 8 mammelle, mantel pelo corto, grigio-giallastro, giovane bruno sotto, la femmina matura, 12 giorni dalla nascita, i maschi a 28, si accoppian tutto anno, gestazio 20 giorni, 4-8 piccoli a nido, denti molari cuspidi, crescita continua. Arvicola devasta, un orto senza posa, 1 foro senza sterro, rivela tal bestiola, una barriera di aglio, cordone sanitario, arvicol roditore, tiene un pò lontano, fugge amare piante, come Ricino e Sambuco, oppure Ebbbio spruzzi. Sepp Holzer ci ricorda, inutile combatter, topin territoriali, una volta eliminati, veleno gas o trap, altri giungeranno, a colonizzar paese, natura sai bilancia, la poca densità, le aiuta a far più figli, allora tu rifletti, sui cicli di Natura, fai lavorar per te, ciò che causa danno, areare e smuover terra, ad avere più biotipi, usa piante distrattrici, Scorzonera e Topinambur, purpurea Digitale, lor cibo sufficente, così sarà risorsa, domanda-offerta vedi, trascorso qualche tempo, bilanciano organismi, senza altri fastidi: scava e drena gallerie, eccesso delle piogge, aerano il terreno, con + aperture esterne, ha dieta vegetale, divora cuor carciofi, rosicchia radici, di frutto alberi arbusti, perde pezzi in gallerie, che crollano con pioggia, poi nasce scorzonera, carote e topinambur. Lemming lor cugini, pelosi a coda corta, così gli Ondatra, a stile vita acquatico, arvicola differisce, da Topo e Toporagno, granivoro e il topo, insettivor toporagno. da Topo differisce, per dieta e nel corpo, topo ha orecchi grandi, coda e muso lungo, Topolino è inoffensivo, sebbene roditore, granivoro occhi neri, è cibo del Saettone. |TOPO 鼠shu mangia semi, è preda di molti, visitan fra loro, in cunicol sotterranei, apparir di piogge, preparano giaciglio, Topolin con zampe, rivoltan loro nido: a volte li catturo, formaggi a sottovaso, li afferro x il collo, posti nel terrario, li nutro a frutta e semi, accumulano i cibi, puliscon peli e piedi. Animali notturni, comuni in campagna, amano colture, radici di carciofi, e granaglie di galline, prolifici assati, e molto voraci, orina pungente, segna lor presenza, specie senza gatti, ballano ogni sera. Narra storiella, di 1 topo di campagna, e 1 topo di città, che dopo aver scambiato, loro ospitalità, il primo ritornato, scappato da gattone, in campagna scriverà, bella sua canzone: mai vivrò in città, amo pace e tranquillità, io coltivo cipolle, granoturco e cavolfiori, mentre hanno in città, puzza fumo e rumori.| TOPORAGNO Sorex samniticus, mangia di peso, divor lumache e vermi, insetti giorno-notte, cuccioli impauriti, si legano fra loro, lunga carovana, che madre guida intanto.| RATTUS norvegicus, Surmolotto ama umido, colonizza cantine, fognature fossi scolo, legnai pollai e stalle, trova avanzi cibo, mangia + scarti, senza fuga è aggressivo; caccia di notte, di rado in pieno giorno, ma fuori colonia, sopravvive come posso, pastori montagna, arrivano in pianura, vi restano + mesi, portan Gatti affamati, con galline e tacchini, maiali + CANI, a bonificar terreno, da vari animali, cani fan guardia, a domestici animali, preservano da furti, pur beni materiali, a volte con i gatti, offrono a padroni, topi fuori porta, ad avere premi onori. fauna_topi_arvicole-orto_usa_aglio.mp4fauna_arvicole_zolfo-allontana.mp4audio
||Zolfo ventilato idrosolubile, spargi a cunicoli di Arvicole, repelle pelle e roditori, usa guanti occhiali e senza vento, zolfo regge una stagione. Giunti in sesta bolgia, slittando lungo l'argine, come se fossero su neve, i due poeti fuggon malebranche, diavol inseguon due poeti, a vendicarsi della beffa, subita da Navarra, Virgilio slitta in discesa, stringendo a sè il povero Dante, fuggon dai scagnozzi, al servizio di Malacoda, Scarmiglione e Alichino, Calcabrina e Cagnazzo, Barbariccia e Libicocco, Draghignazzo e Graffiacane, Farfarello e Rubicante. Gran Commedia degli inganni, Calcabrina infuriato, contro Alichino che ha permesso, la salvezza del dannato, vola a lui per azzuffarsi, ma quel compagno e è sotto pece, rivolge artigli contro il demone, che si difende e artiglia ad esso, entrambi cadon pece bollente, dove calore induce a separarsi, ma pece imbratta loro ali, e impedisce levarsi in volo, Barbariccia infuriato, manda suoi quattro in volo, su altro argine e dispone, in precisi punti con gli uncini, permette Alichino e Calcabrina, di levarsi dalla pece, in tal momento Dante e Virgilio approfittan per scappare, fuggon di volata: lo duca mio allor mi prese, come la madre al bimbo è desta, e vede presso sé fiamme accese, prende il figlio e fugge non s'arresta, avendo più lui che di sé cura, anche se ha sol camicia vesta, e giù dal collo ripa dura, supin si diede a pendente roccia, che un dei lati altra bolgia tura, corse veloce com'acqua doccia, che volge ruota di molin terragno, quando alle pale si approccia, così mio maestro fece in quel vivagno, portando me sovra il suo petto, come suo figlio non come compagno; i Poeti sono in salvo, nessun esce da sua bolgia, senza grazia più divina, lo mio pensier per tale rissa, mi par la favola di Esopo, ovvero Isopo detto Issopo, dove lui parlò di Rana e Topo, due episodi similari, si pareggia e ben s'accoppia, principio e fine a mente fissa: un Topo di terra per disgrazia, fece amicizia con Ranocchia, questa malintenzionata, legò piè topo a quello suo, e così andarono insieme, in primo tempo a mangiar grano campi, poi si avvicinano a uno stagno, e ranocchia porta il topo al fondo, mentre essa sguazza beata in acqua, il pover topo si affogò, ma galleggiava gonfio di acqua, legato al piede della rana, lo vide un Nibbio e lo artigliò, Rana legata tenne dietro, e servì anch'essa per sua cena. Giustizia divina tutto vede, tutto misur su sua bilancia, dà a ognuno quel che spetta, anche i morti san vendicarsi. Esopo favola del topo morto, avvisa il Lettore arguto, cioè con mente fissa, di accoppiar principio e fine, tracciar diametro 23-73, perché i due canti accoppiati, ben si pareggiano insieme, con risultati esilaranti, ben nascosti agli studiosi!

308:quando cantano le Rane giorno equinozio certo appare: Paludi del Tirreno, in capanne lestraioli, vivevano i pontini, e butteri Maremma, capanne di paglia, due varietà primarie, conica e allungata, identica africana, in agro pontino, palude loro amica, canne mais e strame, giacigli x famiglie, vimini e fieno, paglia per cuscino. Lestra del Montanaro, spiazzo disboscato, debbiato e cintato, per uomini e bestiame, in paludi Pontine, in piccoli gruppi, in estate vanno su, in autunno tornan tutti: 9 mesi in palude, 2-3 mesi in montagna, bonifica Pontina, cancella transumanza, 944 riallagati, da tedeschi in ritirata, ritorna malaria, e palafitta rialzata, malarici assuefatti, diffidan medicine, riposano a tre metri, lontan da umidità, e malar zanzare, prima di dormire, cospargon volto e mani, poltiglia aglio-tabacco. Piccoli ripari, su palafitte a 4 pali, 3-5 metri suolo, tetto con frasche, scala a pioli accesso, aria malsana sotto. Littoria nasce 38, nel comun di Sezze, che spende soldi frasche, a nascondere capanne, su ferrovia Roma-Napoli, fino anni 80, capanne abitate. Sindaco contadino, scrive sua storia, da bimbo mio papà, in lestra mi porta, a sorvegliar frutteto, 2 mesi in palafitta, fò bagno al canneto, e apprendo storia vera: si cerca un area piana, asciutta e riparata, terra poi sfalciata, si traccia diametro, due metri circolare, pali fissi al suolo, x yurta da steccare, pareti impermeabi, con mazzetti STRAMMA, duran 4 anni, delicata è parte alta, confluenza dei pali, a 3 quarti sta buco, x fumi focolare, sotto è iattarola gatto; io dormo posto a sud, in capanna palafitta, confortevole a calura, conservo acqua in orcio, fresca a lato nord,. Sezzesi e Bassianesi, ciociar terracinesi, secon costume natio, capanne di ogni clan, da nomadi macchiaroli, ai paesi altopian: pastori Ciociari, fan capanne a cono, pareti spioventi, evitan forte vento, con tralci vitalba, pavimento è pula-terra, bagnato e pestato; rettangolo capanna, di bovari a cono basso, pianura senza neve, rivela soluzione, per bestie da fieno. Scafurno scintì o baracca, famiglie fortunate, cassapanca pane-panni, botte legno 5 litra, in pietra pesta-sale, concone e soregli, brocca con beccuccio, imbuti mestoli zucca, e palo appendi tutto. Focolar centrale, 2 aste fan paiuolo, tirando la catena, allontano dal fuoco. Proteggi o rovo spino, Grasce case scorte! coltello e lama ferro, toglie fango scarpe, fumo esce da tetto, vince tarme e zanzare, capanne abitate, riparate ogni tanto, resiston centanne. In zone vulcane, la base è muro a secco, elevato 1 metro, a cui si appoggia tetto; capanna da trasporto, è 2 metri a cono, lo spostan due persone, 50 chili peso, su asino legato, usata in alta quota, riparo di scorta. Recinto addossato, a lato capanna, 1 conico pollaio, di legno e stramma, galline di giorno, stazionano in aia, aiuto di acquacotta.| Centinaia di fosselle, aiutano pesca, dei RANOCCHI lepini, apprezzati in cucina, da poveri e ricchi, in piazza ranocchiare, donne di mestiere, vendon rane pescate: granunchiar di Sezze, al sorger del sole, pesca nei canali, con rete e asta lunga, costeggia il canale, batte piedi a terra, mentre vara immersa, rana salta e centra; gli anfibi uno a uno, messi in una nassa, pescato il giusto kilo, torna in sua casa, assieme sua famiglia, decapita i ranocchi, dopo aver spellato, al mercato li porta. Pesca con lenza, asta lunga con esca, di lumaca sgusciata, attira la rana, che ingoia lumaca, lei tira la lenza, prende sua rana, le stomaco comprime, preservar lumaca, se continua a pescare. Ranocchi in eccedenza, son conservati vivi, per giorno successivo, mestiere di famiglie, portati in piazza, in acqua conservati, se acqua rossiccia, son freschi pescati; sdraiata su sgabello, guarda recipiente, vende ranocchi, con camicia sbottonata, ha bilancia nella mano, e petto illuminato, ranocchiara bella, ne spaccia senza fiato; donna vende scorta, tra vicoli sospiri, ranocchi in brodo x, malati anziani e bimbi, leccornia se impastati, e cotti nel forno, ranocchi di cristiani, moltiplicano i pani. audio
||Albero Zoccoli film, di Ermanno Olmi 1978, segue la vita quattro famiglie, che vivono a mezzadria, i contadini e artigiani, nel rapporto con la terra, esplora fatica rurale, e l'isolamento sociale, tradizioni e senso comunità, la dignità del dialetto, Lombardo Veneto Ottocento. Ecco sforzi dei contadini, li narra pure Verga, in Mastro Don Gesualdo, umile contadino siciliano, che riesce salir socialmente, grazie a lavoro e perseveranza, agricoltura del riscatto, riflesse pur nei Malavoglia, in contesti rurali e marittimi, tra ingiustizie sociali, dove figure femminile, sono forti e resilienti, tengono unite le famiglie, nel lavoro dei campi, e nel riscatto dignità, tra imposta modernità, che minaccia gran legame, tra famiglie e territorio, e dipendenza da risorse, naturali mare e terra, garanzia sopravvivenza.

117:chi ha buon orto ha buon porco: NOCCIOLO arbusto forte, forcelle rabdomanti, baston del caduceo, bacchetta curativa, Cenerentola piantò, presso tomba madre, ogni giorno poi annaffiò, ad avere pianta bella, che attira uccello bianco, che aiuta suo risveglio; pollona pure bene, adatta a vari suoli, e diversi ambienti, trovi in ombra boschi, pure pieno sole, resiste caldo freddo, riproduce pollone, più comuni nocciole: la tonda di Roma, lunga sanGiovanni, Giffoni e Nocchione, o Langhe piemontese. Fiori maschi autunno, di oro ricadenti, gennaio femminili, stimmi rossi a primavera, gemme a primavera metti in alcol-acqua, macera più giorni, hai gemmoderivato, che usi 30 gocce, di mattino e sera, contro mali polmonari, e fibrosi dei polmoni. Nocciola alimento, nutriente astringente, essuda febbrifugo, tiamina B6, aiuta il nervoso, mielina e serotonina, e melatonina. Anacardi Pistacchi, Nocciole e pesce, fosforo a mattino, aiutan bimbi studi, foglie con tannini, tafani allontana, cogli nocchie grandi, piccole lascia. Topo fori tondi, Picchio scalpella, nocchia immatura, se ha cicatrice, rivela presenza, Balanino scarabeo, settembre fora guscio, larva in interno. Nocciole tosta, olio giallo insalate, per azion gentile, costante efficace, su infezione vermi, neonati e bambini, corteccia giovan rami, cura le nefriti; foglia amenti e frutti, curano impotenza, calcoli e coliche, sangue epistassi, varici e obesità, capelli occhi e pelle. Assieme a Mandorle, ha vitamina E, 86 per cento, tiene in cento grammi, protegge la pelle, da raggi ultravioletti, previene tumori, specie alla vescica; ha grassi insaturi, buoni per cuore, buon Magnesio tiene, a regolare calcio, con articolazioni. frutteto_nocciolo_cura-polmoni.mp4nocciolo_caduceo-rabdomante.mp4audio
||Raccolta Nocciole, 2020 4 volte, da 9ago 12kg; 2019 2kg, 2018 4kg, nocciole fresche per la nonna, prima metà di agosto, mentre anno 2023, primaverà tardò 1 mese, così tutto si è spostato di un mezzomese cinese.

84:Bosua-raganella, se Aprile tuona e piove porta sempre buone nuove, Aprile e Maggio le chiavi dell'anno: RANE belle in acqua, osservo nella vasca, nel piccolo laghetto, loro amano far guazza, abbronzano tra piante, saltano alla caccia, invischiano insetti, a mezzo salivaccia. Rana senza coda, gracile e leggera, pelle lucida liscia, ama umidità, mentre Rospo ha, pelle verrucosa, con protuberanze, pelle spesso secca, resiste a siccità. Bufo gira prati, viene detta Toad, Rana è detta Frog, e ama saltare, tiene zampe lunghe, rospo ha gambe corte, e ama strisciare, girini rana han macchia, di rospo sono neri. Rana arboricola cugina, sapo di amazzonia, detta pure kambo, dai popoli Matses, li aiuta nella caccia, con polvere niu niu; canti diversi, rana e raganella, e rospi di orchestra, una Rana verde rara, nascosta fra cespugli, mimetica più brava, gracchia un lieve bis-moarc, mentre Rana di prato, sebbene vive in acqua, fà ep-epp canto amore. | ROSPO Bufo bufus, comune od Alvarius, se predato a bocca, può secerner veleno, che irrita bruciore, costringe mollar presa, velen butotossine, produce pelle dorso, e agisce sul cuore, e nervoso predatore. Rospo nei stagni, nuzial campane suona, sorpreso su rive, gira pelle sottosopra, ventanni pure vive, a terra presso riva, in acqua si accoppia; a Pasqua stagione, fa esodi rischiosi, per gran raduni amori, qualsiasi cosa move, è femmina in calore, milioni rospi in orge, molte perdon vita, schiacciate dai focosi, attirando predatori, cibo per Cornacchie, che sorvolano acquitrini, amore e morte assieme, uova con girini, 2 mesi fanno adulti, tornano nei boschi, anfibi come rettili, fan letargo fine, Rane a fondo stagni, fuori ghiacci sfide, Rospi indisturbati, con bisce lor nemiche. Bufo delle canne, preso in Amazzonia, vince concorrenti, con bufotossina droga, usata in California, in deserto di Sonora, Bufus alvarius, è Aruspex sacerdote, che insegna segreto, ricchezza o visione.| Ji Gong 济公 monaco matto, ama digiuno, viaggia nel paese, si ferma in monastero, mangia carne-vino, incarna il Drago vero, suo comportamento, rompe codice condotta, disorienta confratelli, cacciano da gompa, Jigong allora vaga, x strade aiuta gente, usa i suoi poteri, si esilia nelle selve, amato suo ricordo, in Asia e Indonesia, ogni medium daoista, nei riti lo ricorda, come Gama Sennin, incorpora suo spiro, detto pur Liu Hai, risponde a domande, di aiuto ai fedeli, in casi straordinari, dona numeri vincenti. Liu Hai fu ministro, insegna feng-shui, bonifica paludi, lotto contro 1 rospo, gli lascia 3 zampe, e a Liu divien devoto, compie atti gentili, a espiare prepotenze: rospo-a-3-zampe, detto jin chan, GAMA SENNIN Giappone, Rospo che chiama, oro argento denaro, trasporta Liu ovunque, abita nel pozzo, sale da 1 corda, porta sue monete, che vomita in bocca, a chi suo maestro, beneficienza dona. fauna_rane_rospi_raganelle.mp4fauna_rospo_tesla.mp4audio
||bosua raganella è come barra musicale, scandisce il viaggio come la pioggia

288:la forza più possente è un cuore innocente: Popolo Wirarika, gente pellegrina, parton da montagne, Jalisco e Nayarit, giunti a Real Catorce, a Luis de Potosì, in deserto Nirikuta, cacciano Hikurì. Fan collane cacti, sbucciati pur a fette, pelle radici corna, Daino appar divino, muta in imprevisto, tutti ampliati sensi, mondi fuori tempi, sama va in abissi, uniti cuori e intenti, sopporta ogni prova, insegna gestir rischio, pazzia divien sapieza, in immenso rito. Tamaz grazia alcuni, con canzoni parlanti, narra storie e fatti, origine di rose, terza notte ebbrezza, canti del coyote, ubriaco muta sesso, seduce inter creato, dentro me gran gioia, dovete tollerarmi, grida lanci e dico, suonar violino forte. I fedeli veterani, senton cantar Tamaz, bei fiori a Viricota, diventano muvieri, muvier di Tatevarì, canzoni dei sentieri, maracame propizia, i fior del Caliuey, giunti sani e forti, vantaggio x compagni, che rimasti a casa, potran vedere i fiori. Momento di tornare, invertiamo direzioni, si gira Nonno Fuoco, assieme teste tronchi, verso di ponente, Nonno sia con noi, ci guida ci protegge, ultima notte a Viricota, con violini ed arpe, mangiate quan potete, a mattino caricate, canestri con bisacce, ringraziamo daini, rinnoviam promesse, nuovanno ritornar, se possiamo far. Al falò del venerdi, bruciano cappello, di guida maracame, van obblighi togliendo, brucia loro ruoli, fuoco assegna e toglie, cancella personaggi, assegnati da peyote. Tamaz parla a mezzo, del suo maracamè, guarda le scintille, sprizzan dai muvieri, son fiori Tatevari, narran storie sacre, serbatele nel cuore, a fin di ricordarle: quel che avete udito, visto a Viricota, mi vedi oh marakame? gli chiede Tatevarì, Ti vedo e ti capisco, in ogni tua parola, il segreto qui sentito, accade a Viricota. Kallumari avvisa, abbiam parlato tutti, se manchi di rispetto, Dei sapran punirvi, torno alla dimora, congedo in 5 fischi, Tamaz quinto fischio, ecco luce alba, sveglia pellegrini, immersi a luce santa, aspettano concreto, aiuto ai lor bisogni, salute amor lavoro, raccolto e buoni sogni: chi resta metà strada, percorso marakame, difetta nell'audacia, fiducia poco appare, esperienza con nierika, vien da desiderio, sentire la creazione, mutar in fiore vero. Fiori di ghirlande, cingono il Leunar, diventan daini azzurri, nubi da scrosciar, Martin coi fedeli, a chiudere suo viaggio, fa festa Mais tostato, verso metà maggio, zucca e pannocchia, avviano loro anno. In milpas e chacras, festa di pannocchie, zucche in abbondanza, Martin alla festa, narra fiabe ai bimbi, condotti da cantori, al cortile del ririki, davanti altar pannocchie: zucche e candele, fiori e collane, carne daino e Rose, donne in prima fila, con figli in attesa, tamburo ornato a fiori, suona il marakame, e canta il ballo-viaggio, al Cerro di Leunar; su sedia spalliera, gallette a simular, bastoni muvieri, offre doni a Dei, prende volo e canta, davanti ai bambini, li porta a salutar, madre Tatei Matinieri: proteggili da mali, crescan forti e fieri, in futur visiteranno, tua casa fiorita, Tatei li saluta, li abbraccia uno a uno, poi riprende viaggio, candele a Viricota. Ai colloqui rituali, prima di partenza, maracame chiede, volete fare il viaggio? fino a Viricota, a mezzo nonno Fuoco, ricevere più vita, conoscere di nuovo; chiede se son pronto, sistemo mio coamil, dovete fare bagno, vi assegno nome-ruolo, dite a vostre donne, sciogliere ogni nodo, ogni sera avanti, curare nonno fuoco. Anziano capo-corda, annoda mio percorso, pellegrinaggio 1 mese, la rosa x consorti, ciascuno ne porti, a ritorno al paese; allegria veterani, e piangenti novizi, maracame invita tutti, suonar gioiose arie, su strade a Viricota, andiamo nel suo campo, dove daino nasce, sera attorno a Fuoco, Tewari saggio avo, tutto conosce aiuta, niente noi sappiam, lui manda segni vari, grazie maracame, di averci trasportato, ho conosciuto Tamaz, coltivo sua memoria, fino al ritorno, confesso colpe e vado. Real de Catorce, concession minerarie, don Tonio Carillo, sindaco e marakame, chiede aiuto a tutti, per scempio fermare, ha bastoni comando, scettri piume uccelli, che aprono incanto: qui abita Tamatz Kallaumari, bisnonno Coda Daino, deserto Potosì, dove cresce jiculì, qui Dei-antenati, fan gesta creazione, al tempo del sogno, rito svela lezione; invita pellegrini, sul colle bruciato, per riti curativi, e adempiute promesse, Madre bada ai bimbi, donaci pioggia, poi ci salutiamo, torniamo 1 altra volta. Preti maracame, interpretan Pa Sole, lo vedon seduto, su astuccio dei muvieri, 1 dialogo cantato, fa viva cerimonia, cacti daino e mais, triade rinnova: coglitor cacciatori, Masha daini forze, Tamatz Kallaumari, vide bella storia, e pellegrini invita, cacciare cervo-azzurro, con sue canzoni-mappa, Huichol vuol copione, in ordine sequenza, va ribattezzare: daino chiama cacti, mais fanciulla riso, fuoco muta in nube, pioggia cade fina, campi fecondati, da etere correnti: Resisti e cammina, pensa a mangiar vita, chi viaggia x vedere, chi diventa saman, Tewari insegna tutto, digiuno e fatica, mantieni occhi su lui, accanto tiene vita; fratelli con bisacce, seguite passi miei, presto arriveremo, allegri a Viricota, Tatei a sponda stagno, madre regina mia, soffrendo fame sete, ti visitiam x prima; porto miei fratelli, saluti con candele, acqua sulle teste, ai neofiti matewame, guardate a Viricota, ora abbiam la vista, suonate corni e arpe, dite addio a Tatè, andiamo a Leunar; sotto abero pittura, disegni daini e soli, su volto dipingete, x Viricota incontro, arco e frecce avete. |Daino cinese lù 鹿, deer Tamatz o Tabazi, Kallaumari primo, vive a Viricota, con nonno Fuoco e Vento, rinasce come mais, Signore di animali, Pan Siva Pasupati, Mazatl daino azteco, giunto dai toltechi, Serpente piumato, fuoco e siccità, Izpapalot Farfalla, cactus va mangiar: tutto si compie, da sera a mattina, caccia rituale, rende tutti sazi, dea della terra, nutre cuore daini, viaggio del peyote, ridesta nel coamil, di ogni fedele, Daino fuoco e sole, stella che viene. Marakame e nonno Fuoco, Uomo delle Frecce, guida fila pellegini, segna passo e tiene, tabacco e cerini, assegna ruoli temporani, a persone e cose, con rito soprannomi. Matewame neofiti, seguon strada, al mitico Mautiwaki, apprendista marakame, malconcio uomo-lupo, punito a calci corna, da Kallumari, e confessioni sprona: offensor e offeso, via oltraggi ricevuti, nel magico spazio, saman cura tutti, a mezzo di muvieri, coyote Samuravi canta: daino che vieni, su cima di Leunar, montagna bruciata, teatro cosmo fatto, il vento freddo in cima, agita i muvieri, cura stanchezza, peccati mali e lutto, le offerte nel cratere, attiran luci sfere, Viricota luce, pronta a cerimonia, sciamano su stuoia, pone oggetti culto, piume daino e frecce, ciotole acqua flusso; notti nel deserto, clima di gelata, peyoteros son mutati, in rose ghirlande, mentre nonno Fuoco, inizia narrare: dove ansima Tamaz, vai braccar a destra, tu da sinistra, riprendon marcia fissa, maracame scaglia frecce, imitan novizi, guardate bene il posto, Tamaz ho trafitti; maracam disegna a terra, forma del daino, segui zampe direzione, troverai fiori, assieme pannocchie, cogli e offri doni. Trafitto daino a terra, accendi candele, canta maracame: Wawatzari siam venuti, a conoscere tuo campo, bene ti vogliamo, abbiam portato offerte, scambio facciamo. Martin taglia cacti, fette pone in bocca, dice ai pellegrini, allunga vita corta, tutti mangian corpo, Signor perdona colpe, mangiamo la tua carne, vediam comune sorte. Daino vi perdona, tutti alzan felici, su cima di Leunar, lui lascia indizi, a seguire pista, da alto poi li burla; piange maracame, risponde tu hai virtù! rinasci e torni in vita, sempre torni su, Martin compie e disfa, con aiuto Tamaz, mezzanotte brezza, tutti accanto fuoco, Tamaz ci ha trovato, venuto come vento, dice il maracame, lasciate lui offerta; quan compare sole, girate nel deserto, cala poi la sera, cogliendo a Viricota, tornano al fuoco, carichi e ubriachi, Martin li rivista, gli assenti fa cercar, assorti tra le rocce, li trova contemplar. Fedeli a occhi chiusi, masticano piano, si ungono la pancia, saliva impregnata, del cacti sugo, cerimonia chiude alba, disperdono in cerca, di stelle vegetali, fatica ceste a spalla, vagano in deserto, con occhi cacciatore, o coglitori funghi, cercan Kallumari, fra rocce e cespugli, difficile trovarlo, li aiuta cuor tabacco. Cacti in siccità, contrae radice spasmo, vive suo letargo, fin piogge turgore, a notte canterà, ogni Daino Azzurro, le canzon di cura, in estasi insegnando, i monti parleranno, i fiori fioriranno, inizian ronde magi, attorno cime colli, riempion pellegrini, ceste spine e graffi, a sera sono cervi, e pensano alla prova, che attende loro notte, fuoco loro sprona: cercan + salute, di bimbi e raccolti, rivelazion future, e scelte nomi nuovi, per cariche mestieri, cantori o guaritori, leader o ingegneri. Huichole uomo pensa, alimentare il sole, spirito di festa, è scandalo amore, homo ludens gioca, a recuperar tempo sogno, slancio entusiasmo, scherzi e confessione, alludono creato, gioco divien culto, confine sfumato, a fine 8 mesi, del ciclo del peyote. Viricota viaggio, musa suona incanta, la favola di Orfeo, rapiti in eloquenza, sublime vera scienza; recitare i miti, a ricreare riti, drammatica forza, tempo origine porta, metamorfosi accade, che umano rifonda, Dei appaiono animali, umani e urani siti, attori sacerdoti, pianti strappacuori. Dei percorser terra, e nominaron cose, dai Pini nascon note, e nonno Kallumari, fu primo marakame, da stuoia detta itari, dal mare venner Dei, vestiti come fiori, arrivano a placenta, presso culla Madre, placenta reca nube, da nube vien itari, da itari nasce daino, che si muta in mais, mais muta in nube, piove su ogni milpa, dal mare venne Daino, Azzurro come Mari, suo fratel minore, e molti piccin daini, vider freccia e testa, daino sopra itari. Dei capiron messaggio, freccia muta nube, testa muta in pioggia, e andarono al Coamil, lasciarono offerta, nel seno Ma Urianaka, Dei nascosti in bosco, vider nascer canna: le giovani pannocchie, e le rotonde zucche, il fiore giallo tuki, strofinan nelle mani, con polvere di tuki, 3 strisce sulla faccia, dissero gli Dei: Daino muore a caccia. Cala la sera, esce Tatevar Muvieri, abbraccia e ci racconta, Tamaz Kallumari, parole da bocca, escon tricolori, e ci capiamo tutti, fratelli che ritrovi. Tamaz nostro capo, puoi fare e disfare, jikurì tuo corpo, tuoi ordini obbedisce, io sono loro cibo, entro cuor pensiero, corro in loro vene, arrivo cuore impero; quando mi mangiano, ha torpore tutto corpo, si accorgono così, che sono jikurì, concentro su coloro, che mi amano +, offro vita e dico, quel che devono veder: insegno loro cose, da punte dei muvieri, a Viricota incontro, mangiano spicchi, ogni spicchio in sè, pensieri del mio cuore, ebbrezza da veder, canti dai miei fiori, son mie rivelazioni, mostrano + mondi, che portano mie storie, parla Tatevari, anch'io son metamorfe, muto in più figure, di Tamaz vittorie: son vampa selvaggia, brucio ed incendio, alzo miei muvieris, che escono da fiamme, da corna di Tamaz, sboccian fiori gialli, fumo convogliato, verso partecipanti: vidi + focacce, mangiandole fui perso, ora siamo assieme, a notte dal falò, vediam uscire i fiori, rossi azzurri e bianchi, color di Tatevari.| Hilario al pomeriggio, offre medicina, ognun beve tazza, mezzora cresce nausea, malessere e bronchite, veglie con digiuni, cervello tien paura, teme oscuri fiumi. Io denuda e calma, al primo canto dato, su alberi e su rocce, sale-scende abissi, tutto acquista senso, nel rumor di vento, voci e risate udite, a distanza tempo; abbraccio cosmo cura, terrore scompare, son esser luminoso, divinizzato in Pan, con spasmi e sudore, scombino certezze, il sacro è mistero, lezione mi arrende; cane pure abbaia, da origine del mondo, fin alla sua fine, ogni storia ha ritorno, mondo è illusione, metamorfosi continua, ecco altra lezione, entrare in altra rima; mi trovo a contemplare, attore spettatore, foglie secche arazzi, bellezze del creato, tra ebbri del tempio, e musica di piante, sanAndrè e Catarina, due wirarika lande, assieme sanSebastian, fan pellegrinaggi, diversi x ognuno, narrano i viaggi, attorno a ogni fuoco, ospiti invitati, mangiano il daino, e piangon Tatewari. 1 anziano scorsa notte, morso da scorpione, rimesso ci confida, i segreti maracame, quando canta bene, una bella nube esce, se canta male invece, pioggia si disperde. Martin ebbe febbre, deliri presso fuoco, quan frenesia di danza, prese pellegrini, i caduti ed ubriachi, son presi da custodi, posti sotto quercia, protetti nei riposi; nei viaggi e feste, offerte frecce posi, esprimon desideri, profon pensieri posti, di bimbi o di stregoni, o di ricamatrici, che chiedono bambini. Se freccia stegone, è fatta x offesa, Paritzika insegna, caccia e difesa, compito saman, sognar dove nascosta, distruggere fattura, malattia risolta: se uno è moribondo, offre lui 1 freccia, ciotola e candela, fa diagnosi col canto, sacrifica galletto, irrora altare fatto, se torna la salute, dio appar calmato.| Martin ebbe un sogno, presso Viricota, teatro nel deserto, Tamaz Kallumari, mi offre il jikurì, daino Wawatzari, è con Tatevarì; mangian medicina, pellegrini al fuoco, Daino canta loro, canzone con violino, anche se ho peccati, vengo io a cercarti, strada delle rose, a Viricota passa: uscii dal mare azzurro, Daino Marrayueve, dritto su Itari, a quattro punti cardinali, apparver Daini Azzurri, soffian via tensioni, da gruppi e da figli, a curare i bimbi, faremo offerte caccia, ciotola e candela, e freccia per un daino, per vita dei bambini, 1 daino va morire, Tatevari nonno, ci dice questo in rime: Dei non san mangiare, mangio io per loro, ecco i kakullari, che iniziano a parlare, tutto aperto e visto, in mare e nel coamil, seduto presso fuoco, tutto può apparir: oh Viricota! perchè piangono le rose e volano i fiori al Cerro bruciato? quando nasce Daino, Dei fanno scuola, perchè i monti parlano li a Viricota? nessuno sa capirli, solo freccia a terra, freccia serpe azzurra, conosce loro lingua, sopra itari stuoia, scatena nube pioggia, parlan Dei fra loro, ai 4 cardinali, nel luogo dove nacque, Tamaz Kallumari. Daino Azzurro esce, da fuoco appare in aria, incarna Dio del Vento, canta una sol volta, marakame apprende, a memoria sua canzone, la trasmette a noi, attendo la sua voce: oh Pan divin dei monti, di Africa e Oceania, America Ti vive, da Europa fino ad Asia, sui monti e nelle valli, deserti le foreste, Sei fuoco saturnale, sei acqua di tempeste; Son Cervo di oriente, sono Hikuri verde, accanto la montagna, sole già risplende, sotto albero fiorito, mio cuore si comprende, son Cervo oriente, sono Hikuri verde; a tutti dò mio canto, chi lo canta primo? ora mi alzo in alba, per salutare il Sole, pure mi inginocchio, respiro suo calore, tra ghirlande Fiori, e turbini di Vento, Tu non puoi vedermi, dove vado eterno, la dove nascono le Rose, dove Rosa sboccia, son Cervo oriente, fior di Virikota: quando nebbia sale, Azzurro Cervo sale, quando pioggia scende, Kallaumari scende, respirano le Rose, rugiada soffia pura, ai piedi di Lehunar, è wiri Virikuta! Germoglia il Mais, e la Rosa sboccia, così canta la Rosa: Io sono il Cervo, così canta il Cervo: Io sono la Rosa, solo a Wirikota, tale canto è strofa.| Wirarika Huicholes, tra gole e aridi piani, coltivano la terra, hanno 2 stagioni, una secca e una piovosa, adoran gli elementi, riuniti in una Rosa; derivan loro storia, dai nomadi di caccia, Cervo loro emblema, con Mais assieme Rosa, nel canto del mito, ricordano il passaggio, da nomade lor vita, a stanziale villaggio. Produsse loro clan, un antenato errante, Watakame cacciatore, che vive su montagne, incontra fanciulla, chiamata Mais-Azzurro, dopo un avventura, in luogo sconosciuto: Lei si presenta, con Zucca ricolma, di ottima bevanda, fatta con il mais, bevilo sii sazio, io vivo alla Collina, assiem ai genitori, ti aspetto domattina; indomani Watakami, veste e prende arco, con faretra su spalla, cerca quel passo, ai lati del sentiero, che sale a zig-zag, coltivazion di Mais, distese da osservar. Azzurre rosse e bianche, e altre varietà, in cima una casetta, alfine può avvistar, accolto da due anziani, signori del Mais, gli offrono scodella, di succhi fermentati: vorrei comprare un po, di vostro buono cibo, tengo per pagarvi, le micce del mio fuoco, di Pino resinoso, che uso come torcia, in notti molto buie, mi scaldo alla bisogna. Il vecchio gli rispose, disseta alla sorgente, poi agita lo scettro, di penne di un uccello, da casa esce ragazza, e venne lor incontro, Yowime mais-azzurro, Yumi in mandarino, suo nome rende conto: figlia vuoi seguire, il giovan cacciatore, oh Padre se tu vuoi, allor io vorrò, dunque Watakame, inizia nuova vita, diviene campesino, in Yumi compagnia. Lei insegna preparar, Atole bevanda, tortiglie granoturco, gestire magazzino, si sente Watakame, liber da incertezza, la nomade sua vita, diviene una casetta: taglia piante bosco, incendia ramaglie, usa cenere concime, in buche seminate, Yowime fora il suolo, tramite 1 bastone, e 1 Spirito chiama, quan semi vi depone. Watakame invoca piogge, Sole e vento piano, e durante raccolto, usa cesto Mecapal, fatto con le canne, legato alla bandana, dentro case-tempio, pannocchie accatastava. Passano decenni, e Watakame anziano, perse sua compagna, Mais-azzurro muore, resta lui in campagna, lavora ancora duro, a gesti e con parole, intero ciclo Mais, Yumi amor commuove. Rivivono Huicholes, epopea di Watakame, in campicelli sparsi, sassosi calcare, a Giugno prime piogge, semina van fare, assiem fagioli e zucche, Milpa da rituale: un piccolo cratere, al centro campicello, accoglie falò, e offerte sangue agnello, indio Huatakame, insegna a coltivare, e far pellegrinaggi, su terre di antenate; un giorno dea Nakawe, parla a Watakame, fatti una piroga, gran pioggia piano sale, salva tuoi semi, tra un mese tocca terra, fai milpa e focacce, con indigena nera; mais-cenere acqua, Tashiwa lui la chiama, ti piace impastare, e farmi da mangiare, dammi 2 gemelli, nei campi seminati, possiamo innamorare. Uomini nei campi, e donne a macinar, sopra lastra pietra, dolor da sopportar, tecniche complesse, apprende lo sciamano, che aiuta popol suo, ma vive solitario, senza uno stipendio, vive sacerdozio, sua ragione vita, cantore che raggruppa, Daini nel Tepari. Festa di Pannocchie, Zucche di novembre, ritrovan loro casa, stanze a muri fango, dove vita scorre, quotidian paesaggio, un rito quarantena, serve reintegrazio, e mogli al focolare, piangono commosse, recuperan mariti, mutati da quel viaggio, fan meditazioni, di fronte a Nonno fuoco, i muvieri toccan tutti, rito di ritrovo, ci ha permesso tornare, alle nostre case, tutti qui con te, tornati-andati assieme, donne van cantare, siate tutti benvenuti, la medicin portata, nutra nostri frutti, vien fatto un turbante, di penne di corvo, per la moglie del capo, ora Madre del Mais, nella piazza coi canti, passione religiosa, inizia Festa hikurì, e nonno Fuoco riposa, mille occhi luminosi, osservano la vita, il disordine riporta, a quotidiana sfida, tra effetti medicina, milpa gialle stoppie, dipinte guance scosse, attesa delle piogge, ballan tre ragazze, tenendosi a cintura, invocano la pioggia, acqua in buca Terra, la nutrono per prima, sul monte disboscato, coltivano rapporto, da muvier sacralizzato. | Sikoakame e dea Nakame, tra valli e vulcani, economia sussistenza, da sierra Tarahumara, a Chiapas e Oaxaca, fino al Guatemala: Sikokame nel mito, è figlio di Nakawe, un giorno si ammala, la madre lo abbandona, peripezie via da casa, va presso la zia, che si chiama Yurienaka, vive gira attorno, incontri suoi ci narra; colomba gli porta, semi mais in zucca, poi incontra 2 nonni, gli donan zucca zuppa, lui conosce loro figlie, Mais azzurro e nero, Yohime bianca gialla, e sorelle arcobaleno; vede femmine fagiolo, zucca e altri semi, Sikoame vuol comprare, + semi dai vecchi, li porta a Yurienaka, loro invitano figlie, chi vuol accompagnarlo, mais-nero si decide: ma ci sono 2 norme, dea Yoame non lavori, in sua ciotola viva, sopra altare ririki, fino al tempo semina, Sikoakame solo zappa, tutti semi fan visita, a Yoame nuova casa. Traboccano silos, di mais fagioli zucche, Yurianaka prende mais, lo pesta su macina, x fare focacce, e con Sikoakame ne mangia, mentre Yoame, beve il brodo da sua zucca, Sikoame strappa erbacce, e brucia nel falò, fumo sale a nube, e dio del tuono dice, tu bruci nel coamil, mia pioggia benedice. Cener bagna Yoame, è tempo seminar, abbandona ririki, tutti assieme al coamil, al centro di milpa, Yoame 1 dito a terra, in luogo del falò, zia accende candela. Crebbe la Milpa, nord sud est ed ovest, coamil verdeggiava, grazie a Yoame cuore, tornati al ririki, Yoame accresce capelli, e Sikoakame taglia, i pannocchi + belli; a sud taglia bianca, a est gialla rossa, ponente mix colori, di pannocchie sorelle, nord coglie azzurra, a centro sta la nera, + fagioli con zucca, coglie da terra: semi lui buttava, in sottana di Yoame, di ritorno al ririki, Yoame vuole riposo, Sikoakame col muvieri, offre tazza di cacao, rimani su altare, offerte ti portiamo. Mais dentro ai silos, milpa divien secca, Yurianaka esagerava, da Yoame aiuto cerca, lei aiuta a macinare, sanguinan sue mani, pasta rossa come carne, fugge lei domani. Sikoakame accusa zia, viaggia fin Yoame, chiusa in stanza lei, rifuita di tornare, gli vende 5 chicchi, per la semina futura, baston x seminare, la zia si pente e cura. Festa di Pannocchie, zucche di novembre, ritrovan loro casa, stanze a muri fango, dove vita scorre, ma rito quarantena, serve reintegrazio; mogli al focolare, piangono commosse, recuperan mariti, mutati da quel viaggio, fan meditazioni, di fronte a Nonno fuoco, i muvieri toccan tutti, rito di ritrovo: ci ha permesso tornare, alle nostre case, tutti qui con te, tornati-andati assieme, donne van cantare, tutti benvenuti, la medicin portata, nutra nostri frutti; fatto un turbante, di penne di corvo, per moglie del capo, ora Madre al Mais, nella piazza canti, passione religiosa, inizia Festa hikurì, nonno Fuoco riposa, Carrillo porge focacce, pannocchie fumi odori, si nutron mangiatori, poi dormono nei sacchi, ascoltano le storie: mille occhi luminosi, osservano vita, il disordine riporta, a quotidiana sfida, tra effetti medicina, milpa gialle stoppie, dipinte guance scosse, attesa delle piogge: ballan tre ragazze, tenendosi a cintura, invocano la pioggia, acqua in buca Terra. Milpa crea comunità, nucleo indiana società, piccoli campi ritagliati, nella selva un pò, amaranto e chenopodi, fave zucche e pomodori, fagiolini mais e zucca, Milpa è valor. Mais manca amminoacidi, lisina e triptofano, che corpo richiede, a far proteine e niacina, i fagioli ne hanno, e zucche recan vitamina, avocado reca grassi, milpa unisce la famiglia, infuso barbe mais, diuretico sfiammante. filosofi_don-tonio_wirarika.mp4 popoli_danza-peyotl.mp4audio
||Milpa crea comunità, nucleo indiana società, piccoli campi ritagliati, al margine di selva, amaranto e chenopodi, fave zucche e pomodori, fagiolini mais e zucca: mais manca amminoacidi, lisina e triptofano, che corpo richiede, a far proteine e niacina, i fagioli ne hanno, e zucca reca vitamine, Avocado reca grassi, milpa unisce la famiglia, infuso barbe mais, diuretico sfiammante. Dal mare venner Dei, vestiti come fiori, arrivano a placenta, presso culla Madre, placenta reca nube, da nube vien itari, da itari nasce daino, che si muta in mais, mais muta in nube, piove su ogni milpa, dal mare venne Daino, Azzurro come Mari, suo fratel minore, e molti piccin daini, vider freccia e testa, daino sopra itari. Dei capiron messaggio, freccia muta nube, testa muta in pioggia, e andarono al Coamil, lasciarono offerta, nel seno Ma Urianaka, Dei nascosti in bosco, vider nascer canna: le giovani pannocchie, e le rotonde zucche, il fiore giallo tuki, strofinan nelle mani, con polvere di tuki, 3 strisce sulla faccia, dissero gli Dei: Daino muore a caccia. |canzoni-mappa de daino azzurro, che chiama cacti mais, fanciulla riso e fuoco, che muta nella nube, pioggia cade fina, campi fecondati, da etere correnti: Resisti e cammina, pensa a mangiar vita, chi viaggia x vedere, chi diventa marakamè, Tewari insegna tutto, digiuno e fatica, mantieni occhi su lui, accanto tiene vita; fratelli con bisacce, seguite passi miei, presto arriveremo, allegri a Viricota, Tatei a sponda stagno, madre regina mia, soffrendo fame sete, ti visitiam x prima; porto miei fratelli, saluti con candele, acqua sulle teste, ai neofiti matewame, guardate a Viricota, ora abbiam la vista, suonate corni e arpe, dite addio a Tatè, andiamo a Leunar; sotto abero pittura, disegni daini e soli, su volto dipingete, x Viricota incontro, arco e frecce avete.


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