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voce: borea


aloeAloe babosa di Zago e Agave messicano (201) chi ha in bocca fiele non può sputare miele italico | foto cibospezie | audio | flora_aloe_padre-zago.mp4 | flora_agave-depurativa.mp4 |  |musica 73_OxumRainhaDasAguas.mp3
benaresgoaVaranasi Gange, Surat Goa e jaina (324) Settembre, o porta via i ponti o secca le fonti arabindi | foto indionesia | audio | nityananda897-961.mp4 | paesi_india_benares-varanasi.mp4 |  |musica 98_Om-tat-sat.mp3
climapioggiaclima di Febbraio e acqua di Novembre (3) Cielo che luce acqua produce, nuvole verdi e scurette son tempeste e saette, se lampeggia e poco tuona acqua a secchi il ciel ti dona, la Luna con l'anello non porta il tempo bello, gioia e sciagura sempre non dura, piccola pioggia fa cessar gran vento ma gran bonaccia, tempesta minaccia, nebbia di gennaio porta primaver piovosa  | foto acquaetere | audio | acqua-argilla-su-collo-ventre.mp4 | tesla-ighina2.mp4 | device_wuqinxi.mp4 |musica yoweno-wihahna-yoweino.mp4
giaguaroSiona e Matses usan raganella sapo (90) solo gli animi forti riconoscono tutti i torti quechuamami | foto wiramerica | audio | musica_shipibo-icaro.mp4 | siona_putumayo_colombia1941.mp4 |  |musica 94_icaros_hinario.mp4
iperboreaEmerson e Byrd nel viaggio ad Iperborea (311) se piove tre aprilante, quaranta è durante  | foto umanstoria | audio | mappa_urbanomonte_gleason.mp4 | film_lucidelnord_bussoladoro2007.mp4 | film_spazio1999_ritorno_arcadia.mp4 |musica 20_Gulliver.mp3
olivoOlio crisma e pentecoste di Maria (91) l'oliva tanto più pende tanto più rende; a san Silvestro ogni oliva nel canestro latingreco | foto frutteto | audio | olivocoltura_familiare_spagna.mp4 | flora_frantoio-marocco2.mp4 | olivocoltura-secolare_spagna.mp4 |musica 996_PizzicoSottoOlivo.mp3

(): 6 quid censiti


201:chi ha in bocca fiele non può sputare miele: pianta ALOE Vera, e Aloe Barbadensis, Savila o Babosa, tra curandero Ande, israeliani anacoreti, mangiano insalata, senza limiti ogni di, depura loro vita, benesser generale, difese immunitarie, Yolanda usa Aloe, su ustioni tagli, sopra contusioni, in brasiliane danze, calma infiammazioni, ulcere e coliti, su palpebre strofina, x congiuntiviti. Aloe liliacea, resiste a siccità, tonico aperitivo, sblocca tossine, da Fegato e sangue, sistemi immunitari, aiuta equilibrare, para i raggi sole, lenisce e sa idratare: succo foglie fresche, condensato o secco, aiuto digestivo, escretivo purgante, irriga femminile, nelle vampate calde; più dose ingerita, agisce lassativa, animali e umani purga, dopo 6 ore, poi in 12-24 ore, due evacuazioni attiva, su colon agisce, da sera a mattina; succo + acqua-lime, ingerito a digiuno, combatte vermi solitari. Foglie colte fin estate, capovolte 2 ore, estratto succo foglie, pestate in H2O, linfa nauseante, concentra nel sole, o fuoco ebollizione, ha zafferan odore, sapor amaro forte, suo gel crema barba, su tagli di pelle, o punture zanzara, insetti escoriazioni, eruzioni e bruciori, misto olio di lino, spalma su animali, x parassiti pelo, e antitarme del legno. Africani cacciatori, cospargono corpo, a raggiungere prede, e svezzare bambini, cucchiaio gel foglia, prima dei pasti, cura ulcere pepti, cronici costipati, lenta digestione, poca mestruazione, antireuma depressione. Romano Zago padre, cura con BABOSA, in Italia e Israele, usa Aloe arborea, in famosa ricetta, apprese a stimolar, celle immunitarie, nutraceutica appar: giocando da bimbo, in Brasile si feriva, la madre lo leniva, con Babosa curativa, lui formula ricava, da mito popolare, favelas esperienze, indio-francescane: 2 volte al giorno, ciclo depurazio, due barattol 120gr, x due volte anno, dosi alte effetto sale, Zago succo mesce, frulla le foglie, con grappa e miele; 1 barattolo grande, consuma a settimana, mezzo kilo miele acacia, 6 cucchiai grappa, 350 gram foglie, circa 3-10 foglie, su pianta matura, coltello spine toglie; spolvera con spugna, o stracci asciutti, cogli fuori pioggia, da vasi di 4 anni, tagli foglie a cubi, buccia gratto via, ricca di aloina, irritante su intestina; su coste italiane, foglia + piccina, gel teme luce, lavora in semi-buio, metti in frullatore, miele e distillato, frulla e consuma, serba in vetro scuro, chiuso nel frigo, apri ancora buio, barattoli piccini, tieni a proporzioni, 120gr 2 foglie, e 120 grammi miele, grappa + conserva, bevo 1 cucchiaio, dopo aloe mangiato. Zago consiglia, cucchiaio da mensa, mezzora avan pasti, grappa chi regga, se io agito bene, preparato precipita, aloe amara iboga, 6 mesi cancro sfida: primi giorni cura, eruzion cutanee, vomito e diarrea, + sintomi normale, + aloe si assume, meglio guarigione, scopri dosaggio, osserva corpo reazione; se curi animali, 1 cucchiaio giorno, ogni 10 kili peso, mesciato a mangime, inizia poco e poi, aumenta ogni giorno, fino a tolleranza, suo intestino gioco. |AGAVE americana, quan fiorisce alta, bella come albero, Maguey delle ferite, su pustole e tosse, cateratte oftalmie, su piaghe infiammate, lavate poni succo, se vipera veleno, dai morsi io succhio, metto garze maguey, e polvere tabacco, Agave antidoto, disinfetta emostatico. flora_aloe_padre-zago.mp4flora_agave-depurativa.mp4audio
||Ricetta padre Zago, usa Aloe arborea, per 2 volte al giorno, ciclo depurazione, due barattoli anno: Zago frulla 5 foglie, circa 350 grammi, aggiunge miele acacia, 6 cucchiai grappa, foglie pianta matura, coltello spine toglie, spolvera con spugna, evita bagnarle, poi le taglia a cubi, buccia gratto via, ricca di aloina, irritante su intestina; 1 cucchiaio gel foglia, prima dei pasti, cura ulcere pepti, e cronici costipati, lenta digestione, poca mestruazione, antireuma depressione. Aloe calma coliti, usa foglia fresca, a cospargere ferite, lenire dolori, cicatrizza e disinfetta, spalma sopracciglie, riduce congiuntive, bruciature eczemi, dermatosi e cancro. Suo succo concentrato, su eruzioni e bruciori, insetti escoriazioni, misto olio di lino, spalma su animali, x parassiti pelo, e antitarme legno.

324:Settembre, o porta via i ponti o secca le fonti: Seba poi da Nepal, viaggia fino India, gira valle Gange, in treno senza fretta, al cuore Varanasi, lo porta suo destino: squallide le strade, accolgon pellegrino, a mattina presto, alla stazione treno, su stuoie immondizia, grande dormitorio, i canti del muezzin, risuonano intorno, città Varanasi, ombelico indiano mondo; persone fanno doccia, in fila alle fontane, igiene è gran dovere, oltre che piacere, son scoli marciapiede, pieni dei colori, per vesti gambe braccia, diventan lavatoi. Varanasi-Benares, culla degli Indù, in valle del Gange, clima caldo afoso pur, zuppa di verdure, ogni giorno Seba mangia, assieme Sale e Alghe, aiuta sua pancia. Gange eman da fiumi, rivoli e fontane, prendere sue acque, purifica ogni male, i pellegrin malati, sue rive van cercare, al fin di ben morire, a Benares riposare. Benares da sempre, accoglie pellegrini, tra templi e confusione, mercati con bazar, mi ritrovai seduto, in un negozio seta, con mercante astuto, amico della sunna. se Maya crea cosmo, con giochi prestigio, Vishnu emana Brahma, in sogno artificio, illusione del mondo, venduta li a Benares, abbatte preconcetti, per uomo denudare: mercato e marionette, animan presente, ovunque da vedere, una fiera permanente, poter di Maya dea, accoglie pellegrini, adagia sul serpente, eventi e burattini; ecco una bambina, coglie Mucca sterco, su strade attorno, non ancor calpesto, lo impasta come pizza, a farne blocco cubo, lo porta via con se, ritorna segue fiuto; maneggia quel prodotto, serena disinvolta, seguendo tradizioni, biogas x la cucina, cibo per il fuoco, impasto per capanne, cibo x la terra, e cibo ai funghi-carne. se squallide città, contrastan coi villaggi, city son termitai, cloaca a carne umana, convogliano le genti, discese dai villaggi, in cerca di fortuna, si ammassano miraggi: psiche delle genti, costrette a convivenza, in clima si rispecchia, local sopravvivenza, improvvisati scrosci, pioggia dei monsoni, riflettono i governi, e furbi imprenditori. Legge di entropia, riflette la paura, artificial mercato, lontano da natura, se principali banche, emettono moneta, son organi privati, che creano dipendenza, ai singoli e agli stati, siamo noi venduti, a pezzi oppur interi, come risorse o scarti, prive di sussistenza, deviano esistenza, tal grado violazione, assieme a disistima, traduce in malattia, il livel disarmonia. Nimrod artificio, agogna controllo, vuole dominare, sopra ogni rifiuto, ma uomo a Varanasi, di mosche fu coperto, mostra incrinatura, del Nimrod perfetto, morte si rivela, senza alcun tabù, come i sadhu Aghori, vedono sui fium: se soldi e fama, sono artificiali, sfrenati insoddisfatti, tu prova disseccare, i bisogni naturali, dipendon da stagione, fanno innamorare, buon demone accettare, serena eudemonia, in vita quotidiana, per viver + felice, bisogni a tua portata; cercar felicità, amicizia solidale, non serve barattare, amicizia con affari, eremita và contento, vive lui appartato, frugale ed essenziale, informazion vitale, in versi poi tramanda, le stelle visitate. |In treno sino a Pune, vedo più paesaggi, tra alberi una donna, culla suo bambino, con dondolo di stoffa, corde appese ai rami, ecco altalena, tra ritmi orditi e trami: la mamma dà 2 spinte, leggere alla culla, oscilla x inerzia, bimbo ora non piange, contento si abbandona, sicuro alla mamma, calor materno cuore, nutre ninna nanna. Ahmedabad express, va treno x Mumbai, tra fabbriche petrolio, giù fino a Surat, dal finestrin treno, squallida è la via, molti pozzi e fiamme, immensa periferia; consunti copertoni, fogne a cielo aperto, quartieri di baracche, fin sopra i binari, di notte più abitanti, vi perdono la vita, mentre fan bisogni, i bimbi in prima fila; paludi Rann of Kutch, appaion dopo Surat, bonifica di stagni, a mezzo di Eucalipto, strappare alla malaria, endemico habitàt, con alberi assetati, e foreste da piantar. Paludi prosciugate, fan nuove foreste, salutano mio treno, alla volta di Mumbai, sette isol pescatori, devoti a Mumbadevi, accrebbero città, con scambi commerciali. |ancora in treno fino a GOA, ex colonia portoghese, rispolvero una storia, Francesco ai gesuiti, sento lor presenza, in Caterina chiesetta, Shirdi con Francesco, vento a loro presta: capanne e antichi borghi, su colline Goa, e dentro una locanda, incontro Nimal Sesto, lavora a far capanne, a 1 gruppo rifugiati, i profughi del mare, da Africa arrivati; con lui sta Kinaciau, amabile Zutwasi, che in futuro arriva, in Italia al terabuti, noi amici divenimmo, alle feste dei locali, indù con musulmani, animisti e cristiani; autobus da vecchia Goa, giunge Karnataka, tra strade solitarie, su terra + assolata, silenzio India del sud, antica sensazione, trovo in villaggio, Dravida carnagione. Sravanabelagola, villaggio di jainisti, Gomatesvara statua, gigante su collina, bacini per le piogge, cisterne e terme, vado su quemado colle, dove Chandragupta parla, sussurra sua storia, di khan e poi eremita, sul colle del tempio, vento antico soffia, misteri degli avi, cascata di intuizioni, tra templi solitari, di Jaina religioni. nityananda897-961.mp4paesi_india_benares-varanasi.mp4audio
||Giganti son presenti, ogni cultura al mondo, scheletri esumati, sebbene ancor nascosti, rimane la memoria, in popolari eventi, come Sravanabelagola, il tirtankara gigante, presente anche su isole, di Samoa e formosa, Eolo mediterraneo, nell'isola titani, o italica Calabria, spettacolo si tiene, ogni anni in più comuni, Rosarno e Maropati, Polistena e Grifone, Reggio e Cittanova, il 7 di settembre, alla Festa di San Rocco, e di San Calogero, cinque coppie di Giganti, che fanno processione, al suono di tamburi, durante il gran falò, in piazza della chiesa, memoria custodita, del tempo di Iperborea.

3:Cielo che luce acqua produce, nuvole verdi e scurette son tempeste e saette, se lampeggia e poco tuona acqua a secchi il ciel ti dona, la Luna con l'anello non porta il tempo bello, gioia e sciagura sempre non dura, piccola pioggia fa cessar gran vento ma gran bonaccia, tempesta minaccia, nebbia di gennaio porta primaver piovosa: Seba osserva cielo, sereno poi con nubi, CIRRI aghi di ghiaccio, fili di cotone, evapora sen pioggia, dopo qualche ora, lattiginoso cielo, strato grigio porta. Cirrostrato vede, a 8 mila metri, nube che ispessisce, abbassa di quota, muta in goccioline, grigio scura sole, altostrato infine: pioggia graduale, nubi ad abbassarsi, scure ispessirsi, 1 nembostrato appare, denso cupo carica, pioggia oppure neve, 400 metri alto, cinque chilometri spesso: reca acquazzoni, fa buchi e schiarisce. Dopo mezza giornata, cielo ancor evolve, ecco cirrocumuli, un cielo a pecorelle, annuncia forte pioggia, temperatura scende, poi nubi maestose, verdi CUMULONEMBI, sono temporale, nubi giganti violenti, con elettrica massa, ioni negativi in basso, positivi in alto, bombardano Terra, 2 poli equilibrando, con raffiche vento, grandine volendo. Passata tempesta, due ore sta sereno, nubi frammenta, compaion primi cirri, con spalle al vento, vedi cirri spostarsi, a sinistra poichè, temporale va cessarsi. Nei giorni soleggiati, e ore + calde, vedo nubi bianche, raccolte umidità, indican sereno, bimbi ad ammirar, cielo cumul-nembi, ioni a caricar: dopo temporale, vai ti senti meglio, aria ionizzata, la terra ripulita, giorni di tempesta, tanta elettricità, ma stagna corrente, durante siccità. Pioggia bagna suolo, fa circolazioni, neve ancora meglio, conduce lungo gioco, Pianta poi compie, bioelettrico ruolo, elettrolisi ossigeno, che nutre sottosuolo. |ROSA dei VENTI, di Eolo re del tempo, 12 clan pelagi, di naviganti giganti, sposati a titanesse, vivono felici, su isole mediterraneo. Tinia chiuse 12 venti, in giara posta in grotta, nel mare Tirreno, Eolo li sorveglia, nei nuraghe sardi, di Lipari, e oltre. Ammaestra i venti mare, con suoi 12 figli, aiuta umani intenti, naufraghi e dispersi, guida a loro casa, un dì la giara rompe, escon 12 soffi, a turno o a litigar. Aquilone o Tramontana, chiamato Borea, soffia dal nord, freddo vento septem_trione, Tramontana nasce e pasce, circa 3 giorni, o a multipli di 3. Borea suscita tempeste, pure terremoti, fischia le conchiglie, rapisce fanciulle, Bora ci riporta, sereno quan lampeggia, mentre porta pioggia, quan tuona e saetta. Grecale la segue, vento di nord/est, che porta freddo secco, burano siberiano, purifica ogni cosa, e in ciel sa rivelare, presenza del presepe, mito da spiegare: se brillano 2 stelle, Austro e Borea, 2 Asini veglian, presepe mangiatoia, Noto detto austro, se sfavil nasconde Bora, ma se Borea spira, è Noto che riposa, assieme con Borea, lui nomina quadranti. Vento e tempesta, e perigli ai naviganti, Austro e Borea, due stelle rilucenti, vedi chi ora brilla, pronostica eventi. Grecale da nord-est, Cecia porta grandolone, Neve e burrasche, umido nembo freddante, Greco e Levante, acqua dietro e davante; vento di Levante, Apeliote chiamato, porta pioggia dolce, che mena sereno, marito a Dea fiori, ebbe frutto figlia, assieme miele spighe. Emilia bisbiglia: se non piove Levante, è gran brigante, Levante levantina, un di o una quindicina, Levante leva e move, tre o sei o nove, se non si rimette, è diciotto o ventinove. se Apeliote spir da est, porta pioggia a messi, seguito da Scirone, Scirocco dal deserto, Sahara di sudest, piogge calde e sabbia, segue Noto caldo. Scirocco nasce secco, poi umido raccoglie, il mare traversando, le nubi dietro porta, Austro ancora Noto, ovvero Vento Sud, del caldo mezzogiorno, porta nubi e più; ora segue Lips, Libico Libeccio, soffia da sud-west, segue Zefiro Marocco, apre fior a primavera, talvolta è tempestoso, scoperchia ogni cosa. Lampi a improvviso, a tempesta son avviso, lampeggia e poco tuona? secchi il cielo dona, lampeggia a ponente, lampeggia per niente, lampeggia da levante, Libeccio arrivante. Cielo si oscurò, un vento cominciò, terra trema sotto, e acqua ingrossò, si abbatte uragano, ingoia molte forme, dentro sta la calma, Eolo conforme. Libeccio Garbino, portacqua violentino, scopre i pagliai, quindi poi ci piscia, dopo grande vento, vien sua pioggia fissa. Ponente atlante vento, or spir da ovest, se vento Ponentino, da mare va spirando, è Zefiro Favino, il caldo via spazzando, Zefiro che torna, bel tempo rimena, ridono i prati, e cielo rasserena.| Cielo rosso al mare, va contadin arare, nubi rosse a sole, prepara legna pastore, Cielo di lana, piove oggi o in settimana, a cielo improvviso, non fare buon viso. Cielo a pecorelle, acqua a catinelle, Cielo rosso di sera, bel tempo spera, se respiro pesante, gross'acqua farà, se aria è rossa, o piscia o soffierà. Se Aria a fette, son lampi e saette, se gran bonaccia, tempesta minaccia, la Bora scura dura, poco dopo muore, di tre, 5 o nove, dura quando se move. Bel tempo sarà, se Sole alza chiaro, e se nubi in Aurora, vanno nell'ovest, Pioggia nell'aria, è caso aspettare, mordon Moscerini, e Zanzare con Tafane. Se tuona su albero, senza le foglie, allor pochi frutti, stagione raccoglie, canta Usignolo, alle notti di Aprile, segna bel tempo, stabile a offrire. Gallo fuori-orario, clima va cambiando, a pioggia vicina, Galline fanno il bagno, se tardano al pollaio, indice di pioggia, se gracida la Rana, indica che scroscia. Insetti e serpenti, pur sentono acqua, Topi stridi squittii, portano bel tempo, salti ballerini, se corrono sia pioggia, topini entrano case, freddo dietro porta. Se vedi greggi sparsi, pur prossimi a ovile, e avidi gustan, elettrica pastura, Pecore irrequiete, per pioggia futura; pure Vaccherella, vicino al Therabuti, aspetta la pioggia, per ionici tributi, narici allarga in alto, così le giova, gode a respirar, aria elettro nuova. Vacche di Estate, brucano i prati, non toccano ciuffi, di verdi rinomati, anche se affamate, evitan quell'erbe cresciute su letame, d'anno precedente. Tinia si rallegra, di mirar sua figlia, cosi ogni animale, d'amare si consiglia, se segue Maestrale, assieme al Ponentino, 1 gelido d'inverno, asciutto sereno vivo: a mattina è Tramontana, a sera è Maestrale, se Maestrale fresco, Bora arriva presto, esso gonfia-sgonfia, annuovola rasserena, ma con Tramontana, non dura una settimana; se Vento di sera, buon tempo si spera, 1 Vento di mattina, pioggia s'avvicina, mai s'ebbe vento, senza un acqua dopo, non cade pioggia, se vento io invoco. Maestrale o maestro, spir da Nord-west, freddo secco vento, cielo rasserena, chiamato Scirone, distrugge l'Estate, specie nel Tirreno, saette ha scoccate. Iniziano giganti, mutamenti stagione, intorno gli equinozi, venti accelerati, se vai verso Marzo, vento va soffiare, se vai verso Aprile, il vento va finire; se prima sta vento, e poi segue brina, Acqua giù in terra, starà domattina, Cielo grigio a mattino, segna bel tempo, quan canta il Merlo, sei fuori Inverno. |FEBBRAIO mese FEBBRI, se alletta le famiglie, influenza vien e và, aglio e zuppe calde, a casa a riposar, umani flora e fauna, contrastano i catarri, con erbe mucolite, battaglia ricorrente, di purga collettiva, prepara nuovo ciclo: polmone a volte perde, fiato come piante, tisi o polmoniti, gelo sulle piante, sciogliere catarri, su dormienti gemme, invita nuova vita. Febbraio tabarro, Raseno in barba bianca, qualora non piove, la neve non manca, se è sole solicello, è solo mezzo Inverno, sempre si equilibra, tempo brutto e bello. Febbraio mese febbri, aglio e zuppe calde, battaglia ricorrente, prepara nuovo ciclo, gelo sulle piante, sfida vincer morte, sciogliere catarri, dante in purgatorio, la vitanova invita. Neve presagisci, se sibila la legna, o se 1 lucente alone, tiene la Lucerna, Funghi su lucerne, pioggia si avvicina, fiamma che volteggia, vento da cantina: se è verde Natale, sarà bianca Pasqua, Natale al balcone, Pasqua al tizzone, Natale con pioggia, fa Pasqua asciutta, fa debito il Cielo, se manca la frutta. Mare molto scuro, sicuro pioggia mette, Nubi verdi e scure, è tempesta e saette, LUNA mangia nubi, per divenire piena, quan tutto ha mangiato, Cielo rasserena. Luna rossa dopo Pasqua, porta carestia, Luna con anello, non porta tempo bello, luna pallida fa pioggia, rossa fa vento, corni suoi smussati, indican la pioggia, eretti e minacciosi, vento dietro porta; sua stella lucerna, se manca son piogge, presto pioverà, acqua al suolo porge, a Luna settembrina, 7 se ne inchina, a equinozio Autunno, è fata blu turchina: da lei inzia certo, declino insolazione, annata del raccolto, rivela a precisione, levar calar di Luna, cambio di fortuna, assieme con i quarti, muta la cultura. Orione nimbosus, pluviosus acquosus, sorge in Autunno, e porta sue piogge, tramonta ad Aprile, pure con pioggie, di buona stagione, anticipa fogge. Quando nubi vedi, andare al mare, prendi pure zappa, e vai a zappare, quando nubi vedi, andare al monte, prendi gli arnesi, raggiungi la corte. |Aria immobile silente, annuncia TERREMOTO, surreale paesaggio, sensazione sogno, lampi da terra, e insolita nebbia, mal di testa a settimane, svanisce quan terremoto appare. Panda ed Elefanti, corrono in collina, mal di testa nasce, dai cambi di clima, cane mastica corteccia, Salice aspirina, prima del terremoto, fa cura istintiva. Terra continua scambia, elettro energia, con aiuto di punte, di montagne o foglie, campo erba + punti, soddisfa gli scambi, compensa strati alti, assieme strati bassi: bio orgone naturale, immenso e potente, ognuno su Terra, è sotto sua influenza, tutto ecosistema, necessita suo contatto, aver piena salute, connessione al campo; se fulmine cade, reca molta elettricità, non trova passaggio, antenne a punte là, Risonanza Schumann, da lampi alimentata, parafulmini poni, a convogliar tal mana: 50 lampi ogni secondo, infuriano pianeta, colpiscono la Terra, e creano risonanza, specie in estate, pomeriggio fin 18, temperatura + calda, dice professor Otto, caldo-umida muove, in alto e forma nubi, scuri cumulnembi, con base appiattita, da carica negativa, e alto apice rigonfio, con carica positiva, potenziale confronto. Base respinge negative, attira positive, se nube passa sopra, accumula + positive, dentro e superficie, a oggetti conduttori, sotto nube stessa, specie tra i ripetitori; se allontani da Terra, cresce potenziale, 200 volt ogni metro, ogni cosa a livellare, + in alto viviamo, elettrosensibil polmoni, sconnessi da terra, carenza elettroni: fisici scelsero Terra, a riferimento zero, partir da superficie, misura ogni voltaggio, la messa-a-terra serve, scarica e incanala, ogni accumulo carica, elettro indesiderata; se nave o camion, han massa metallica, sostituisce massa terra, preziose le punte, nello scambio correnti, tra cielo e terra, tien equilibrio, tuoi piedi nudi in erba. | Matteo Tavera studia etere, 80 km atmosfera, frequenza bassa a 8 hertz, Schumann risonanza, passa a meli e uccelli, connette Madre Terra, elettron natura vita, a mezzo lavor antenne, punte conducibili, trasmettono correnti, tengono equilibri, palle fuoco vedi, su cima alberi o navi, durante tempeste, attira orgone grandi. Linfa sorge interna, a piante con punte, foglie peli e spine, legno fiori e frutti, ascende elettricità, sale rami antigravità; suolo + asciutto, reca punte + taglienti, piante striscianti, e cactus dei deserti, foglia tocca correnti, che attiva funzioni, clorofilla e linfa, sale fino ai fiori. Alberi han missione, conduttori cosmo e terra, potenziale su e giù, albero alto in tempo secco, oppure in tempesta, conduce elettrone, da terra atmosfera, lui vide differenza: nel corto circuito, magnete di rame, ruba qi a cima pianta, linfa si rallenta, la foglia si spegne, linfa fà vischiosa, muore albero si arrende. se Faraday gabbia, elettrico non passa, zero elettrosmosi, linfa non si alza, accade morte lenta, pure in città, piene di edifici, dai tetti coibentà, ammalano i bambini, pur + facilmente, croni malattie, di polmoni e diabete, sangue fà vischioso, e genera trombi, soffocan polmoni. Tavera viaggia in treno, linea ferrovia, fili 1500 volt, di corrente continua, tutta vegetazione, sottostante vigoria, piante son migliori, di quelle fuori via: piante chiedon gocce, da elettrica linea, arriva cumulo-nembo, agisce a batteria, filo alto positivo, rotaia è negativa, la flora confusa, scambia energia continua. Emilia nei giardini, boschi e praterie, vede ascesa linfa, nel sereno o tempesta, correnti conduzione, cadono dal cielo, invisibile pioggia, punte colgono appieno: clima crea la selva, e la selva muta clima, frequenti temporali, fan flora arricchita, vita genera vita, ma se pianta vien uccisa, terra muore assieme; chemio-fertilizzi, a base 3 elementi, azoto fosfo potassio, contamina elementi, pianta assorbe poco, ma cresce smisurata, + debole e soggetta, attacchi parassitata. Mantenere mosaico, di campi e foreste, permette conversare, con alberi e steppe, pur alberi in città, sono alberi speciali, costretti altra vita, rispetto ai forestali; foglie mai tornano, presso loro terra, pioggia fugge in fogne, aria non penetra, tale albero isolato, sopravvive salute, sotto asfalto prende, Co2 da sua radice: da sotto marciapiede, emana stesso odore, di quello di campagna, ma muta situazione, in campagna perde rami, e ha poche radici, in città viceversa, pochi rami + radici; albero in citta, trasmette elettricità, a suolo sottostante, elettrolsi farà, decompone acqua, che ossigeno rilascia, x attivar batteri, che 1 selva ricambia: se pianto 1 Vite, orizzontale terreno, un poco crescerà, veloce e con vigore, foglie rami e tronco, radici ricche mana, contagian altre piante, reciproca fiumana. Vite gradual modella, organizza la terra, porta elettricità, partendo da sue foglie, con pazienza crea humus, ossigen coperture, assieme fili erba, attira qi con punte. Comprendere e Copiare, lavoro è volontà, porta felicità, se fatto in modo giusto, scansa la miseria, comandi alla Natura, se tu obbedisci a lei. Chi distrugge foreste, indebolisce sangue humus, arriva il farmacista, sparge suoi sali, e dopo pochi anni, il terreno divien scoria, lavor contro natura, campo deteriora, con aratro profondo, distrugge i capillari, grano indebolisce, la zolla terra muore. In piante e animali, i tubi capillari, aiutan flusso linfa, dentro e fuori corpo, ma tubi fer-cemento, furon causa cancro. Alberi e arbusti, incoraggiano AP, a scorrere di nuovo, se siamo sopra falde, resuscita acqua viva, matura in sua salita, felicità e salute, esistono infinite, in etere acqua e terra, volontà e resistenza, risiedono vibranti, in forma di cristalli, se AP è vorticata, da grondaia sinuosa, trasmette questo moto, rilascia la frequenza, vortice di moto, materia e forza sono; rottura simmetria, la vita scema via, in auto-somiglianza, serba stesso aspetto, Mandelbrot frattale, così crescono le piante, in cerca di luce, dispongono foglie, secondo schema a spiro, angoli a 2/5 giro, è loro fillotassi, fusto è spirale, che accoglie ritmo AP, e linfa fa vibrare. Strutture distanti, sanno sentirsi, vanno in risonanza, a unirsi a spirali, singole e doppie, crescono spontanee, come fulmini e rami, polmoni e delta fiumi, facilitan flusso, di gocce fuse insieme, in rivoli e bacini, si muovono spontanee. Albero affinato, da sabbia venti e sale, bussola ancestrale, bizzarro totem pare, vidi Albero segato, narrare sua storia, suoi anelli età, anni sole e pioggia, secondo spessore, cresciuti a Primavara, legno scuro e duro, che muta x inverno, su albero isolato, punti cardinali, anelli larghi a sud, maggior calori dati. | Legge Ritmo magnetico, tubo di alluminio, con polvere argento, elica carica, positiva respinge, le nuvole su essa, cielo azzurro tinge, mezzora di tempo, se carica elettroni, attira le nubi, con moti inversi poli, 2 spiral contrarie, di moto rovesciate, 2 energie vicine, si incontrano bloccate, condensano a dare, materia vivente, madre natura esce, due direzion corrente; materia si crea, da unione 2 energie, solare e terreste, calda Gialla alta, fredda Blu profonda, dalla loro unione, colore verde affiora. ANTENNA a spirale, capta sole giallo, in basso altro tubo, attira terra blu, incontrano in mezzo, nasce vita verde, purifica aria, neutralizza inquinamenti; intercettano i rami, qi solare yang, mentre le radici, terrestre blu yin, unione pulsante, reca viriditas, doppio moto a spirale, ascende e discende: se spirale Ighina, preleva elettonube, Ago bussola a sud, orienta coda antenna, prende magnetismo, convoglia nel filo, infine effetto Pila, due metal diversi, anellati tra loro, porta Etere essenza, nel fil zincato a terra, sotto bancale, orientato sud-nord, promuove ogni vita, su pianeta terra: ogni movimento, orbitale o rotazione, illude poichè, vien da moto spirale, qi trasporta luce, calore e radiazioni, dal Sole conduce, magnetica attrazione, etere ionizza, propaga via stazione, 50 Hz trasmissione. Einstein ebbe incarico, di spostare il perno, da Etere a Luce, cambia riferimento, grandezza invariata, nella sua teoria, se luce assolutizza, spazio-tempo relativizza. Etere si muove, per info portare, si muove a onde lunghe, arriva modulato, nei cavi coassiali, rosoni Cattedrali, onda corta duplicando, in globi immagazzinando. Num sale da terra, con moto a spirale, senso ascendente, assorbito dal sole, nel punto contatto, crea macchia solare, produce magnetismo, fotoni rotanti, scendono a spirale, la luna ne rallenta, entran come vite, nel piano sottoterra. Campo terrestre pulsa, free energy sia, antenna sintonizzi, ricevi radiazioni, etere onde lunghe, Marconi comprese, dispose 2 antenne, in aria e sottoterra, inventa una radio, ritmo di energia: ogni onda vagante, viaggia a spirale, si avvita senza danni, a regger pressione, magnetica di luce, al centro pianeta, riscalda e produce: si scontrano formando, 1 piccolo sole, interno detto Aurora, che fotoni attrae, rallentati da materia, restano opachi, riflessi rilanciati, verso sole in alto, inversione energia, rotazione sinistra, sole attrae e rallenta, colora il cielo blu. Gea beve il sole, attira gialla forza, nel centro divien blu, Aurora cui riparte, in senso antiorario, etere blu fredda. Giallo e blu incontro, pianta fonde in verde. Acqua se agitata, si impregna di sostanze, e reca fermentazioni, in essa disciolte, usando magnetismo, immagazzina dati, o sostanze nutritive. Giardini cimatici, con suono acqua viva, prana onde sonore, accresce produzione, innalza frequenze, di acqua nel fiore. acqua-argilla-su-collo-ventre.mp4tesla-ighina2.mp4audio
||ANFORE ed OLLE, conservano meglio, qualità di acqua, in essa contenuta, Acqua influenza tutto, agisci e conserva, fossati e cisterne, trattengono flusso, lasciando filtrare, acqua in sottofondi. Olle di Vandea, da 1 a 4 litri, risparmia di tre volte, irriga sottoterra, argille più porose, sepolte presso piante, per dolce fuoriuscita, mantiene umidità: se umido è suolo, olla smette rilascio, secondo quantità, che pianta consuma, su orti e fioriere, fragole e mais, asparagi e lattughe, versa nuova acqua, ogni settimana. Anfore collo stretto, sepolte nel suolo, riempite e poi chiuse, da sughero tappo, contro evaporazio, sfrutta pori argilla, avvolgi con paglia, radice avvolge olla, assorbendo umidità. Vaso è argilla-acqua, cotta lentamente, senza lo smalto, sepolto nella terra, rilascia lentamente, satura acqua attorno, mentre se piove, vaso riempie inverso. Anfore e botti, contagiano la birra, donando minerali, maturano il vino, fermenta vari mesi, interrata fino al collo, temperatur costante, osmosi interno esterno, recano ossigeno, che passa al terreno, in Pakistan India, Messico e Cina. Inverno acqua gela, rimuovi Olla da terra, altrimenti rompe, argilla ritenzione. |Zephenia Phiri MASEKO, Rainwater harvesting, Raseno con Lancaster, vide buca costruire, a prendere pioggia, tenerla in suoi campi, riserva nel suolo, filtrata a rifornire, falde in sottosuolo, nella stagione secca. Fattoria Maseko, regge per due anni, in tempi siccità, 6 acri recan frutto, alimenta famiglia, 15 persone in tutto: terrazze muri a secco, limitan la fuga, di acqua rivolante, che penetra coltura, pacciame e sarchiatura, aiutan pure acqua, siepi frangivento, dighe sabbia-legna, frenano acqua suolo, che entra nei canali, fatti di bambù. Maseko annusa pioggia, prima del suolo, allinea piante ai pit, waffle-Zuni orto, acqua rallentata, fà lento assorbimento, cattura la sabbia, su cui cresce milpa, banani alberi frutto, separator tra campi, e orti per il cibo. |Cisterne in anno 22, agosto 1tremila, 3innaffiatoi-18olle-1tinozza, poi 21set19, 2mille-2duemila-1millecin, poi 21set10, tina300 100 800.

90:solo gli animi forti riconoscono tutti i torti: Romulo narra, sua storia Amazzonia, vissuta in Perù, confini con Colombia, terra di caimani, malaria febbre gialla, vivono i Matses, giaguari e arborea rana, tra Siona e Yanomami. MATSES e Ashaninka, cacciator-raccoglitori, fanno palafitte, la pioggia spesso inonda, durante la stagione, ai tropici di norma, umido ambiente, caldo appiccicoso, coltivano yucca, zuccheri e banane; alfine di cacciare, devon comunicare, con spiriti di piante, e totem animale. Romulo ha un amico, Sandro Matsigenga, ha figli e due mogli, del clan Ashaninka, dorme con le piante, sogna il loro uso, se a genio gli vai, ti insegnano infuso: lor usano 1 secreto, di un arborea rana, qual mezzo caccia-pesca, medicina umana, phillomedusa versicolor, detta Sapo Kambo, è un antico pagè, che in loro va cantando; muco pelle raganella, sfregan su ferita, sul corpo cacciatore, farà circolazione, ad avere sogni, premonitori su animale, preciso luogo caccia, li aiuta una solanace: pianta fiuto Nu-Nu, durante il rito sapo, serve acuire sensi, a caccia nella selva, verde polvere tabacco, a cener mescolata, unita a kambo-saliva, sfregata o inalata: pelle va spellata, da ramoscel rovente, il sapo liquefatto, si applica su piaga, a zona ustionata, ugual capocchia spillo, corpo scalda e arde, suda fa scompiglio, brucia da interno, cuor martella corre, ogni vena arteria, senti aprir nel corpo, a permettere la corsa, sangue burrascoso, vulcano ridestato, corpo erutta acquoso; van fuori controllo, funzioni corporali, sbavare e lacrimare, orinare e defecare, sommerge ogni rumore, corsa martellante, sangue accelerato, dolor divienta grande, respiro affannoso, desider lui morire, lo stomaco tien crampi, inizia a vomitare, tutto affievolisce, esausto cade al suolo, perde conoscenza, risveglia nel Dio tuono: la forza muscolare, erculea in ogni posto, visione approfondita, al buio senza sforzo, sopporta senza cibo, rincorre gli animali, e vari giorni vede, con sogni magistrali. |SIONA di Colombia, del rio Putumayo, trecento rimasti, dal tempo coloniale, lor religione rispose, a repressione esterna, rifugian selva madre, ricevono bevanda, forza dei cacique, identità che torna, a curare ecosistema. Siona mito narra, sciamani primordiali, Sole Luna e tuono, a Pleiadi fratelli, hanno una sorella, vivon tutti a terra, come giganti umani, e bevevano yagé; insegnano ai Siona, a bere bevanda, sente pleiade più giovane, ebbrezza avan visione, cade da sua amaca, vomita e sparge feci, mentre Luna maschio, beve sen visioni; appreso a ber yagé, ascesero ai cieli, mentre la sorella, mutasi nel vento, alberi e formica, e fissa ciò nel mito. Siona universo, fatto a cinque piani, gran dischi in relazione, piatti di fontana, sotto terra e primo cielo, secondo e terzo cielo, sopra tutti sta, Empireo cielo metallo; fine mondo è dove, si incontrano i fiumi, nel grande lago dove, è colonna che connette, i primi tre piani, abitati da entità. La terra tien due lati, ikako e yeki kako, ikako quan si sogna, o si beve iko, gli esseri ai due lati, passano il confine, subendo mutazioni, umani come uccelli, mentre gli animali, giaguaro ed anaconda, raganella e pecari, giungono di quà, prendendo forma umani, guidano sciamani, mentre i pesci là, appaion piante mais, quando vengon quà. Interazion tra i lati, è base della vita, come dicon Tzutujil, che attività di là, influenzano di quà, pioggia cade qua, quando la gente là, beve chicha birra mais, che sparge pure al suolo. Siona fino anni 60, cerimonie ayahuasca, calma crisi e pianti, causati da banchieri, Arsenio Yaiguaje, ultimo pajè, non lascia successore, tra i giovani urbanizzati, ora alcolizzati. Siona due volte anno, ora bevono iko, quan passa il pajè, del popolo vicino, riunioni conviviali, di gruppi familiari, si narrano esperienze, vissute in altro piano, con minuzia dettagli, dei luoghi visitati, esseri incontrati, costumi e riti dati: alcuni esseri sono wati, abitan ovunque, foresta fiumi e cieli, come mbwiri africani, son diversi per tipo, come i wati dei morti, o i wati inviati, o encantos e altri; wati arrabbiati, san dare malattia, in casi debolezza, come nei neonati, mentre i Bain sono, gente come i Siona, vivono altri piani, amano yagè, li visita sciamano, in forma di giaguaro, quan beve suo yagé. Ingrediente base caapi, masticato a lungo, sfibrato ed ingerito, o macerato in ore, beve acqua filtrata. Sama conosce molte liana, per cottura o manducazio, le coltiva e le prepara, per diversi riti bevanda, varie liane importate, da zone gruppi diversi, alcune tolta la corteccia, scende amar sapore, o aggiunge additivo, foglie Diplopterys cabrerana, o specie Brunfelsia, che i piedi intorpidisce, come tabernaemontana, apprendistato accelerato, con yoco e tabacco, o Psychotria in tempi magra, oppure datura, usata raramente, permettono mutare, in serpente o giaguaro. Yagè preparato, in capanna collettiva, usan precauzioni, a evitare che guasti, o rendere visioni, fuori controllo, se donna beve troppo, rischia un aborto, incinte o mestruate, restano in disparte: donna dopo il parto, si lava tutti i giorni, 40 giorni dieta, prima di far cuoca, al Siona sciamano. Rito collettivo, invita tutti quanti, ai giovani maschi, è scuola di Arsenio, che canta a guidar visioni, come vie sonore, prima i canti di chiamata, di spiriti yuxin, seguon canti stabilizzanti, poi icaro a vedere, poi i canti di congedo; nel corso rituale, visioni collettive, invocate e controllate, dal pajè maestro, dopo il tramonto, alla casa yagè, presso la foresta, ognuno amaca da sè, appende e prende posto, nella capanna che: sciamano prova il thè, poi arregla ogni tazza, con canti e foglie secche, a dar vision volute, beve sin tre tazze, verifica qualità, se produce buon visioni, altrimenti va gettar, rito interrompe, per ricominciar. Se visioni son buone, inizia a cantare, lo aiutano assistenti, a vestirsi rituale, corona e baston di piume, di uccello guacamayo, cioè spirito del sole, il primo sciamano, che viaggia nel cielo, uccello su spalla. Bevon partecipanti, a turno dopo Arsenio, che regola lor yagé, tornano a sdraiarsi, sua amaca ciascuno, nel corso della notte, fin cinque tazze a bere, tra pause di 2 ore, chi mastica canna zucchero, va bilanciare amaro. Saman mentre canta, da flauti accompagnato, durante le visioni, fedeli entrano là, vedon gente yagé, bella decorata, comunican con loro, e copiano i disegni, su proprie facce Siona, e su amache vedranno, samano tal giaguaro, anaconda od ocelot, che esce da capanna, a far visita a quei clan. A termine del rito, 1 bevanda temperata, chiude cerimonia, riunione viene sciolta, pajè spiega visioni, esperite da gruppo, se scopo era cura, spiega causa malattia, il wani del malanno, e i rimedi per guarire; se scopo era caccia, Cacique narrerà, il patto concordato, con wani di animali, nel corso del suo viaggio, luoghi e tempi indicherà, a trovar prede animali, donate da lor wani. Visione collettiva, stimolata da pajè, a inizio cerimonia, anticipa nei canti, ciò che incontreranno, tutti alle visioni, dettagli di colori, e geometrie ulteriori. Siona vedono tre tipi, individuo sposato, che ha provato bevanda, il secondo è cantante, ha bevuto più a lungo, ha esperito stacco corpo, con visioni altro lato; terzo è indovino, che vede giaguaro, Curaca in lingua quechua, sa visitare i piani, secondo sviluppo, Dau potere accumulato, con bevuta regolare: dau è come num, sostanza fisica che cresce, nel corpo del maestro, nel lungo apprendimento, dove lo studente, sperimenta visioni, naturali e culturali, alternando isolamento, dieta emetici selva, banane verdi pesci e uccelli, le mature son proibite, almeno per un mese. Dau conferisce, potere a medicine, maestro canta sopra, attiva loro forza, induce pur visioni, con bevande più leggere, come yoco e alloro. Studente pronto beve, tre notti lo yagè, vive mito Pleiadi, ebbrezza vomito e diarrea, perdita equilibrio, seconda notte vede fuochi, bruciato e morso da serpenti, da macchine e anaconda, se resta sen paura, continua iniziazione, vede gente altrove; nella terza notte, vede Madre Giaguaro, o Madre Anaconda, che intona canti lutto, lo chiamano figlio, e lamentano sua morte: studente si vede, mutato in bambino, avvolto e allattato, da Madre Giaguaro, che poi lo allontana, studente è rinato, tra gente yagè, dau in lui fluisce, e riceve un nuovo nome. Studente e maestro, poi bevono insieme, eseguono viaggi, attraverso le pintas, piani di universo, ogni pinta è abitata, da disegni colori, e specifici canti, appresi a ogni ciclo, di tre notti yagè, passata ogni pinta, rafforza il suo dau; alla casa di tigri, invitati a riposarsi, mentre mestre spiega, al novizio ciò che vede, carriera del novizio, passa dai disegni, tatuaggi sonori, degli esseri che vede; se và da altri maestri, viaggia con loro, raggiunge altre pinta, acquista altri canti, cumula visioni, mantiene memoria, del lato in cui si trova, cosciente di apparenze, resta essere umano, ritorna su sua terra; vedon tutti i piani, solo abili sciamani, raggiungono la Luna, o cielo di empireo, fatto di metallo, che Dante pur descrive, con cori musicali, e rosa dei beati; alcuni da lontano, intravedon qualche piano, che poi li specializza, nel rito caccia o cura, contatto di animali, astri tuono e vari. |AWA gruppo indios, vive selva mentale, frutti e miel migliore, san dove trovare, caccian selvaggina, nomadismo stile vita, cerimonia Karawara, luna piena invita: viaggiano uomini, allo iwa della selva, entrano in capanno, portale tra 2 mondi, donne decorano mariti, piume avvoltoio, 1 resina per colla; giovani osservano, al chiaro di luna, arriva stato trance, 1 canto sufficente, canto si fa forte, i bimbi sono a nanna, nel capanno-tempio, a turno ognuno canta, incontrano lor avi, e spiriti foresta, in dimensione aliena, caccia è fortunata, Iwa è la dimora, di essenza di animali, ne allevano qualcuno, compagni degli umani; orsetti procione, cinghiali avvoltoi, se 1 cucciolo di scimmia, entra in famiglia, vien nutrito al seno, mai sarà mangiato, se torna in foresta, è hanima preservato. musica_shipibo-icaro.mp4siona_putumayo_colombia1941.mp4audio
||SIONA di Colombia, del rio Putumayo, trecento rimasti, dal tempo coloniale, rifugian selva madre. Siona mito narra, Sole Luna e tuono, a Pleiadi fratelli, hanno una sorella, vivon tutti a terra, come giganti umani, e bevevano yagé: sorella ebbra avan visione, cade da sua amaca, vomita e sparge feci, mentre Luna maschio, beve senza visioni; questi spiriti avi, giunsero alla selva, ad aiutare i Siona, a curare ecosistema, con forza dei cacique, identità che torna: insegnano ai Siona, a fare la bevanda, poi ascesero ai cieli, mentre sorella Pleiade, mutasi nel vento, alberi e formica, e fissa ciò nel mito. Siona universo, fatto a cinque piani, gran dischi in relazione, piatti di fontana, sotto terra il primo cielo, secondo e terzo cielo, sopra tutti sta, Empireo cielo metallo; dove incontrano i fiumi, esiste la colonna, che connette i primi tre, abitati da entità. La terra tien due lati, ikako e yeki kako, ikako quan si sogna, o si beve iko, gli esseri ai due lati, passano il confine, subendo mutazioni, umani come uccelli, mentre gli animali, giaguaro ed anaconda, raganella e pecari, giungono di quà, prendendo forma umani, guidano sciamani, mentre i pesci là, appaion piante mais, quando vengon quà; interazion tra i lati, è base della vita, pioggia cade qua, se attività è di là, ovver si beve chicha. |Kambo secrezione, di anfibio raganella, Phyllomedusa Bycolor, nel libro professore, che Giovanni Lattanzi, usa a sviluppare, suo metodo di cura, che attiva i meridiani, con il secreto Kambo, usando in sinergia, Kambo e radice Boca, a trattare dipendenza, e sogno attivo essenza.

311:se piove tre aprilante, quaranta è durante: Scritture indù e cinesi, narrano migrazione, di popoli iperborei, da Interno verso Esterno, direttrice nord a sud, Hmong memori del nord, come tartari americani, Desheto e Patrizika, rupestri viaggi antichi. Popolo interno volle uscire, al Sole esterno detto helios, oltre il Dio fumoso, colonna etere nubi, abitare nuove terre, traversando cinta ghiacci, sparpaglian continenti, in quattro direzioni, scende la statura, fin pigmei di Equatore, eccezione in Patagonia, Fuegini usciti fuori, di apertura Polo Sud, rientrati in terra cava, dopo gran diluvio, narrano antenati, aborigeni di Australia. Giardino Eden interiore, Arca Noè ci è familiare, imbarca bestie e vegetali, da terre di Iperborea, coste Alaska e Siberia, trovi molte zanne avorio, portate da correnti, su banchisa accumulate, rocce e fossili smerciati, ne rimangon ancor tanti, distese ossa di mammut, creano isole del nord, gran quantità di avorio, scavate ogni anno, alla foce fiume Lena, ventimila zanne sono, conquista russa di Siberia, mentre su isole Franz Josef, stormi di oche verso Nord, ogni anno puoi vedere, pur nei libri bordo nave, apertura a Nord appare, tremil chilometri grande, dopo barriera di ghiaccio, un mondo a clima temperato. Olaf Jansen norvegese, nato in Uleaborg, villaggio russo pescatori, 27 ott 811, padre alto normanno, aspro e resistente, ma gentile come donna, temprato da avversità, tenne volontà suprema. Olaf narra la sua storia, a su zio che è miscredente, possidente molto ricco, cerca sprono a nuovo viaggio, delusione appar cocente, è denunciato ed arrestato, relegato in manicomio, 28 anni sofferenze, riguadagna libertà, alla morte di suo zio, 862 compra brigantino, pescator trentanni ancora, poi vende peschereccio, per andare in Illinois, con i libri di Stoccolma, poi al sole in California, 4 marzo 901, sotto presiden McKinley, umile casa con le viti, piante fichi arpa e libri, fà disegni e mappe terre, visitate nel dettaglio. Olaf 95 anni, visse bungalow con orto, poca distanza da Los Angeles, sette anni in California, occhi grigi e mite viso, coltiva viti e fiori, lui pescatore norvegese, che da isole Lofoden, viaggia in terre di Franz Josef; in punto morte chiama Emerson, nel suo bungalow a salvare, sue memorie di quel viaggio, quella notte al capezzale, poi riunisce con suo padre, gran sonno artico polare: già mio padre e mio nonno, tramandano racconti, di eventi del Nord, antenati nostra razza, come i Hmong Cina-Tartaria, Emerson ha forte emozione, sensazione dejavù, uomo morente tocca cuore, molte volte quella notte, il racconto di quel vecchio, accese fede in Yperborea, mi diede carte disegni e mappe, perchè io le dessi al mondo, gente sappia verità, per morire io felice. A San Jacinto sorge il sole, suo spirito si invola, pago rito funerario, di Olaf Jansen navigatore, coraggioso esploratore, fedele a Odino e Thor, nato in isole Lofoden, fà vecchiaia in California, per scaldare vecchie ossa, inizia Viaggio in terra Agarthi, due anni ci vive con il padre, Iperborea è illuminata, da un etere fumoso, di un Sole centrale, che illumina quel piano, fitta rete di colonie, abitata da umani, alti fino a 4 metri, oltre Aurora Boreale. Dio creò cieli e Terre, dapprima i piani interni, il piano esterno è la veranda, come i licheni nati a nord, diari di artici viaggi, narrano ago bussola, oltre il Nord conosciuto, dove muta gravità, correnti elettriche in avanti, sali e scendi a nord e sud, mondo interno ha quattro fiumi, più lunghi e larghi di Amazzonia, e una palla a fuoco rosso, immenso vuoto regge il fulcro, di toroide elettricità, gigante sole a luce dolce, lattescenza luminosa, distribuisce suo calore, uniforme a spazio interno, nube elettrica chiamata, Dio fumoso residenza, di Iberia o Siberia, Ibernia o Iperborea. Olaf lascia Stoccolma, 3 aprile 829, con il padre a veleggiare, isole Gothland e Oeland, tra Danimarca e Scandinavia, alla città di Christiansen, riposano due giorni, poi costeggia Scandinavia, verso Isole Lofoden, da cui pescano le zanne, da vendere a Stoccolma, con merluzzi aringhe e sgombri, e i salmoni affumicati. Giunti a isole Spitzbergen, mare aperto e venti buoni, incontran molto ghiaccio, un labirinto di iceberg, come montagne sentinelle, o palazzi di cristallo, e massicce cattedrali. 23 giugno buona pesca, un forte vento da sud-ovest, raggiunge Terra di Franz Josef, zanne avorio e tanti uccelli, naviga 24 ore, entra in piccola baia, in un posto verdeggiante, aria calda e mite, ringrazia Odino e Thor, Dei venuti dal Nord, da una terra molto bella, che ogni mortal deve vedere, in quanto culla di antenati. Sole basso all'orizzonte, usuale a inizio estate, quattro mesi luce al giorno, prima ritorno di gelate, della notte polare. Vedemmo lunga linea costa, Terra Franz Josef allontanare, in una forte corrente, che ci spinge a Nord-Nordest, al terzo giorno arrivammo, a isola cumuli di legna, portata da correnti, tronchi 12 metri, e larghi fin 60, dopo un giorno salpammo, verso nord a mare aperto, con pensieri ed emozioni, sopra fame e sonno: il freddo intenso lascia posto, a un piacevole caldo, maggior della Norvegia, di sei settimane prima, dopo un piccolo sonno, ecco tormenta di neve, vento a poppa forte, nostra barca sconvolta, vela vò abbassare, orizzonte di foschia, bianca nuvola vapore, mescolata a fiocchi neve. Barca oscilla presa, da feroce risacca, di vortice gorgo, sfuggimmo distruzione, la bussola è fissata, con viti sulla barca, nostre provviste slegate, di cibo e di acqua, spazzate da burrasca, molte finite in mare aperto, sulle onde tumultuose; sentii voce di mio padre, Coraggio, figlio mio, Odino è Dio di acque, compagno ai coraggiosi, egli è con noi, lascia andare la paura, mentre cadevan poppa e prua, onde giganti a cascata. Torna calma dopo prova, di angoscia e di paura, dopo tre ore improvviso, il vento perde furia, sciolgo fune dalla cintola, senza dire una parola, iniziamo a lavorar su pompa, per scaricare il mare, imbarcato da tempesta. Con calma isso la vela, a vento favorevole, lasciamo asciugar nostri vestiti, confidiamo in Dio Odino, senza perdere speranza, lavo mani e viso, quel mare sulle labbra, scopro esser acqua dolce, miracolo di correnti, immediato riempio botti, ad albero legate, una brezza riempie vela, la bussola è ubriaca, da vari giorni ormai, da dopo la tempesta, ho voglia di dormire, mi stendo nella stiva, guardo stella fissa, su cupola del cielo, annoto primo agosto, e scruto l'orizzonte, ciel rosso e foschia nubi, un Sole rosso noto, riflesso par miraggio, offuscato molte ore, a stabilire il tempo, uso altro sistema. Avanziamo gradualmente, al di là del vento nord, sembra arrampicarsi, sole alto su orizzonte, quan libero da nuvole, o foschia del mare, appariva bronzo nebbia, ciel porpora pallido, che cambia in bianco lattescente, come riflettesse, qualche luce al di là, oltre il nostro sole. Nei giorni seguenti, assonnato mi addormento, poi mio padre mi sveglia, mi scuote per le spalle, vedi terra in vista! con spiagge sabbiose, dove rompono onde, ritirandosi in schiuma, poi formarsi di nuovo, cantando lor fragore, la terra era coperta, da alberi e flora, tiriamo fuor preghiere, ringraziare Odino e Thor, gettammo rete e pescammo, pesci per provviste, la bussola or normale, ago punta il nord. Navigammo tre giorni, lungo la costa, arrivammo a bocca immensa, di un fiume o di un fiordo, per dieci giorni risalimmo, fiume detto Hiddekel, acque dolci per riserve, risaliamo a vento buono, foreste a riva in estensione, con alberi giganti, fermammo presso spiaggia, e trovammo molte noci, assieme a funghi mukamor. Giorno primo di settembre, cinque mesi da Stoccolma, sentiamo in lontananza, il canto da una nave, che scivola sul fiume, diretta verso noi, un coro poderoso, con musiche da corda, echeggia cento voci, frementi melodie, con accompagno di arpe, riempie intera zona; la nave molto grande, si ferma e cala barca, sei uomini giganti, diressero da noi, parlano una lingua, tra sanscrito e slavo, incontro coi giganti, amichevoli e cordiali, ci invitano coi gesti, a bordo loro nave. Dopo un ora e mezza, nos barca è issata a bordo, la nave è detta Naz, cioè Gita di Piacere, i cento passeggeri, ci osservano curiosi, tutti alti sui tre metri, barba corta e viso bello, rossastra carnagione, capelli neri o sabbia, il più alto è il capitano, di questo gran vascello, le donne raffinate, han fattezze regolari, con tinta delicata, e una luce salutare; sia uomini che donne, fan gara cortesia, in sguardo e nei modi, nonostante la statura, nessuno imbarazzato, nei nostri confronti, tutti risero gioiosi, riccamente vestiti, uomini con tuniche, allacciate alla vita, di seta e raso ricamate, calzoni corti fin ginocchio, calze e sandali abbelliti, con bracciali e fibbie oro. Viaggio in nave per due giorni, fino a Jehu città di mare, case grandi in bello aspetto, come i bungalow Tartaria, qui ci ospita una coppia, Jules Galdea e sua moglie, fanno festa in nostro onore, ci presentano agli astanti, tutti ansiosi di istruire, noi ansiosi di imparare. Autunno 829, il sole rosso ci scaldava, emanando luce bianca, come fossero due lune, piene e chiare lattescenti, tale nube poi tramonta, ogni dodici ore, poi di notte è fuoco opaco, alba e tramonto è fiammeggiante, imparammo che la gente, chiama essa il Dio Fumoso, sospeso al centro del gran cielo, dentro terra gravità, da una forza magnetismo, di attrazione e repulsione, uguale in tutte direzioni, nube elettrica in sé buia, emana luce lattescente, da fenditure in parte bassa, da cui splende luce fuori, attraverso le aperture, come ghianda pineale, emana stelle a luccicare, come Rosa dei beati, è la sedia Dei amati, sorge a est tramonta ovest, come in terra superficie. Dio Fumoso stazionario, alimenta qui ogni nave, con le luci più soffuse, sovraccarica pur l'aria, dando mana num o prana, mi sentivo in gran salute, nei due anni che io vissi, con mio padre in tale luogo, parte interna della Terra. Oro ovunque in manufatti, specie in cupole edifici, templi musica collettivi, e sullo sfondo le campagne, flora e frutti esuberanti, con sapore delicato, vedo gente a lavorare, pendii colline a viti, valli adatte ai cereali, grappoli uva più di un metro, ogni acino è come arancio, mele grandi come teste, e le sequoie pure immense, in estese gran foreste, vaste mandrie di bestiame, sui pendii delle montagne, mi ricordano l'Arcadia, di leggende di Tartaria. A Jehu rimasi per un anno, nella casa dei padrini, imparai la loro lingua, mi parlarono di Eden, città culla a razza umana, un giorno venne a noi un invito, governator di tal città, manda un mezzo di trasporto, elettro mosso con mercurio, su un binario sen rumore, sfreccia a gran velocità, tra colline valli e monti, il treno segue suo paesaggio, senza tunnel perforati, ogni carrozza tiene ruote, e ingranaggi che a girare, annullando gravità, fanno il treno levitare, proteggendo da influenze, di pressione e clima eventi. Eden city è situata, in bella valle su altopiano, su montagna la più alta, arbusti e fiori in abbondanza, un parco tiene gran fontana, che è sorgente a quattro fiumi, vanno in quattro direzioni, questo posto è qui chiamato, ombelico della Terra, è concessa a noi un udienza, di due ore con il capo, interessato a nostra storia, lui ci offre sua licenza, a visitare tutti i posti, Galdea e moglie nos padrini, guidan viaggio con coscienza; il dignitario in cortesia, ci permette di partire, nel momento che vorremo, tentar viaggio di ritorno, da foce fiume Hiddekel. Apprendemmo loro usanze, maschi sposi a settantanni, maschi e donne vivono tutti, in media sei-ottocentanni, così sviluppano virtù, come i bibli-patriarchi, migliorando loro scienze, geometria e astronomia, geografia e le arti belle, statue belle e colonnati, palazzi musica in città, dove 20 mila voci, di giganti forti cori, fan sublimi sinfonie. Bimbi a scuola dai 20 anni, studian dopo per 30 anni, entrambi i sessi vanno a scuola, a lavorare e musicare, i mestieri più comuni, architettura e agricoltura, orticultura e allevar mandrie, far motori di energia, per i mezzi di trasporto, per viaggiar su terre e acque, e poter comunicare, fra di loro a gran distanze, altri studian fauna e flora, specie uccelli di gran copia, pure quelle estinte fuori, sulla superficie esterna, hanno qui un asilo certo, pure il mais di Wakatame, riso e grano primordiale, gran riserva da incubare. Etere assai forte, aiuta tartarughe immense, distese di erba esuberante, foreste e alberi giganti, una gran mandria di elefanti, camminavano pesanti, facendo tremar suolo, strappan rami da più alberi, azzerando vaste zone, prontamente rinverdite, dalla pioggia che cadeva, a distanza 24 ore; questa grande umidità, ha corroborante elettricità, e il calore della flora, aiuta la longevità, grandi valli in ogni dove, e luce chiara Dio Fumoso, dona ebbrezza sulle guance, mentre il vento mormorando, canta bella ninnananna, suo respiro di fragranza, aiuta aprir germogli e fiori. Dopo due anni nostro arrivo, chiedemmo di tornare, in terra superficie, i nostri amici riluttanti, offron mappe terra interna, fiumi mari e sue città, golfi e baie attracco, e borse pepite oro, come uova d'oca, ci accompagnano a Jehu, e lì restammo un mese, per riparar la barca, poi Naz imbarca il tutto, e ci riporta alla foce, del fiume Hiddekel; nostri fratelli giganti, metton barca in acqua, pur molto dispiaciuti, per nostra decisione, di andare via da loro, usarono premura, per nostra sicurezza, nel viaggio di ritorno. Il vento soffia a Sud, dall'apertura a Nord, la bussola indicava, un direzione opposta, a quella dell'arrivo, seguendo il flusso campo, iperbole ascensional, trovammo altra stagione, cui Sole splende al Sud, poiché la notte artica, regna a Spitzbergen. Dopo 40 giorni, arrivammo a Delfi city, alla foce del Gihon, già vista coi compagni, cioè i coniugi Galdea, sostammo per due giorni, ospitati dalla gente, di visita precedente, facciamo le provviste, e salpammo ancora a Nord, verso il mare aperto, nel mese di novembre, coi venti dall'interno, dormimmo lautamente, e svegliammo una mattina, vedendo più pinguini, e stelle a luce doppia, oltre il Dio Fumoso, e suo calore generoso, incontrammo il Sole esterno, dall'apertura a sud, il clima vira al freddo, e vedemmo i primi iceberg, tra i canali aperti, della zona gelata, che circonda tutti i poli, la bussola ubriaca, ripete stessa storia, ago mosso da correnti, che avvolgono la terra, come un rivestimento, un circuito senza fine, toroide iperboloide, che scorre in alto e basso, uscendo e rituffando, da superficie interna, offrendo Aurora luce, su cima di montagne, presso Spitzbergen; toroide ruota e reca, vasto campo elettromagno, enorme macchina dinamo, imitata dagli umani, e da sir James Ross, che disse aver scoperto, polo magnetico a circa, 74 gradi latitudine, mentre invece risiede, a metà crosta terrestre, 300 chilometri sottosuolo, gravità diventa neutra, poi diventa inversa. Tra due enormi iceberg, finisce nostra barca, ghiacci come case, si staccavano con forza, attrito tra colossi, scontro fra giganti, pression solleva e spacca, i ghiacci in mille pezzi, cadendo infine in mare, con spruzzi colossali, in 45 giorni, evitammo di scontrarli, pregammo per il viaggio, eccezionale avuto, con uova d'oca d'oro, riposte nella stiva, sognammo nuova barca, da prendere a Stoccolma, ma il mare aveva forza, dalle onde di quei ghiacci, che affondano nei pressi, e rivoltano la barca. Bagnato e irrigidito, e quasi congelato, mi trovo sopra un iceberg, mi guardo attorno in ansia, un cielo color porpora, sconfinato oceano verde, mio padre era scomparso, assieme a nostra barca, senza più speranza, comprendo situazione, e prego il Salvatore, sento sparo e vidi, una baleniera in mare, dirige verso me, calando una scialuppa, salpata da Dundee, in cerca di balene, racconto la mia storia, al capitan scozzese, mi prende per un pazzo, mi mette in sorveglianza, del medico di bordo, io debole e affamato, riposo alcuni giorni, rifletto sulle scienze, ancora in fase infanzia, su cosmo della Terra, che ignora il Dio Fumoso, che un giorno sarà inteso, da lì vengono i cedri, e i corpi dei mammut, trovati in acque Nord, da Andrè e i suoi compagni, a bordo mongolfiera, dalla costa di Spitsbergen, 11 luglio 897, accolti come me, da benevoli giganti, figli di Iperborea. Leto madre di Apollo, nacque su isola Artica, visitata e descritta, dal vecchio normanno, Platone ci dice, vera casa di Apollo, è Delfi a centro Terra, in mezzo agli Iperborei, tra valli interne boschi, con pollini e germogli, portati in ogni dove, dal soffio di Borea, espulsi al foro Nord, generando la neve, colorata dell'artico, per presenza vegetali. |Admiral BYRD, scrive suo diario, sul volo 19 Febbraio, anno 947: parte ore 6, con pieno carburante, ore 8 campo base, ricezione normale, ore 9 distese ghiaccio, e neve sotto noi, giallognoli colori, come disegni lineari, violacei e rossastri, ore 10 bussola a oscillare, la rotta ora teniamo, con bussola solare, controlli lenti alla risposta, nessun congelamento, in lontananza le montagne, voliamo sopra esse, una catena sconosciuta, incontro turbolenza, procedo verso nord, oltre montagne è una vallata, verde con ruscello, che scorre verso centro, anomalo ci pare, oltre ghiaccio e neve, alla sinistra gran foreste, vedo sui fianchi dei monti. Strumenti impazziti, giroscopio avanti e indietro, mi alzo e osservo meglio, la valle sottostante, muschio erba fitta, luce appar diversa, non vedo più il sole, giro a sinistra e vedo mammut, poi scendo a quota mille, uso binocolo a confermare, dò notizia al campo base, ore 10 colline verdi, temperatura fuor 24 gradi, proseguiamo nostra rotta, strumenti ora normali, ma la radio non funziona; ore 11 vediamo, paesaggio e una città, aereo appar leggero, come galleggiante, rifiuta a noi rispondere, e vediam destra e sinistra, aerei come dischi, avvicinan rapidamente, irradiano qualcosa, hanno stemmi similari, a quel David Lazzaretti, visti sul monte Amiata. 11 e trenta radio gracchia, giunge voce parla inglese, Benvenuto Ammiraglio, vi faremo atterrare, siete in buone mani. I motori sono spenti, aereo sotto lor controllo, vibra e scende come fosse, su invisibile ascensore, ultima nota sul diario. Alcuni uomini alti, senza alcuna arma, avvicinano mio aereo, in lontananza la città, vibra tinte di colori, una voce mi chiama, mi ordina aprire portellone, eseguo e scendo giù, assieme tecnico radio, accolti cordialmente, fummo imbarcati su un mezzo, piattaforma senza ruote, ci condusse alla città, con gran celerità. Città pare di cristallo, giungemmo a un edificio, ci fu offerta bevanda calda, di un sapore delizioso, poi dopo 10 minuti, fummo ospitati in nostro alloggio, poi invitan me a seguirli, obbedisco vado solo, tecnico radio resta alloggio; cammino fino ad ascensore, la cui porta si solleva, avanzo lungo corridoio, con luce rosa da pareti, mi fan segno di fermarmi, davanti a grande porta, sopra di essa vedo scritta, sconosciuta a me, sono invitato ad entrare, a colloquio col Maestro, armonioso eppure vecchio, lentamente osservo tutto, una voce calda melodiosa: Ammiraglio sieda qui, benvenuto in nostra terra, lui sorride e parla calmo, sei entrato perchè onesto, e conosciuto in superficie, lei si trova sottoterra, non ritardo sua missione, indietro scorta poi ti porta, noi vogliamo voi sappiate, mai abbiamo interferito, ma barbarie civiltà, ora ci obbliga di farlo, forza atomica è pesante, e minaccia ecosistemi, nostri emissari han consegnato, più messaggi alle nazioni, più potenti in vostro mondo, ignorati son messaggi, siete voi or testimone, di esistenza nostro mondo, nostra cultura e scienza, più avanti della vostra, tra di voi alcuni oscuri, distruggerebbero ogni cosa, per avere gran potere, noi provammo pur contatto, con la vostra civiltà, ma ricevemmo ostilità, fuoco contro i nostri mezzi, inseguiti a cattiveria, vostri aerei da battaglia, figlio mio una gran tempesta, si profila ad orizzonte, furia nera al vostro mondo, può durare vari anni, vostra scienza è impotente, e xutan può ritornare, lo vediamo chiaramente, pur qualcuno sopravvive, ma un futuro poi riemerge, da rovin vos civiltà, cercherete etere forza, conservata qui da noi, figlio mio noi torneremo, se vorrete ancora aiuto, a riviver civiltà, appresa guerra futilità, e un pò tartaria tornerà; figlio torna in superficie, e reca tal messaggio, sembra vivere in un sogno, eppure seppi è la realtà, io mi inchino per istinto, per rispetto od umiltà, guardo indietro avanti uscire, dolce sorriso del maestro, anziano viso delicato, gesto soave con la mano, traverso ancor fino ascensore, porta scende silenziosa. Ammiraglio ci affrettiamo, a tornar tua civiltà, con messaggio pace in mano, silenzioso giungo alloggio, con mio tecnico di radio, salimmo presto nostro aereo, motori al minimo su in aria, trasportato dalla forza, fin 2700 piedi, due loro aerei ai nostri fianchi, scortan fino a un punto, poi gracchia messaggio radio, Ammiraglio siete in comando, arrivederci e buona pace, poi scompaiono alla vista, mezzi volanti in cielo blu, noi silenzio a sorvolare, diario bordo alle ore due, distese ghiaccio e neve, 30 minuti dal campo base, inviamo un messaggio radio, ci rispondono normali, con sollievo del contatto, ore 3 atterriamo al campo. 11 Marzo 47, incontro al Pentagono, a Stato Maggiore ho riportato, mia scoperta ed il messaggio, tutto quanto registrato, Presidente è informato, trattenuto per 6 ore, dal Security interrogato, mi è ordinato di tacere, poichè sono un militare. 30 Dicembre 56, anni trascorsi a stare zitto, contro ogni mio principio, di integrità morale, ultima nota su diario, sento avvicinarsi grande notte, e diffondo la speranza, di un epilogo scontato, i parassiti periranno, oltre Grande Ignoto, alla luce oltre il Polo, dove giunse admiral Byrd, dopo un volo sette ore, su una zona non ghiacciata, con montagne laghi e fiumi, vegetali ed animali, e una civiltà di pace. mappa_urbanomonte_gleason.mp4film_lucidelnord_bussoladoro2007.mp4audio
||Plutarco ci narra, la terra degli Iperborei, Yperborea terra calda, felice fertile e ricca, oltre artiche montagne, a nord di Groenlandia, Iperborei continentali, chiaman noi gli isolani, poichè le nostre terre, son dal mare circondate. Yperborea è Eden trans-artico, oltre punto in cui nasce Borea, il vento freddo del Nord, terra di mezzo al centro Terra, considerata un disco piano, che Plutarco ci conferma, nel suo libro il volto Luna, Terra un unico piano, unisce Uluru a Iperborea, Ayers Rock deserto australe, come testimonian piloti, e ci ripete Umberto Eco, nel Pendolo di Focault, che traccia mappa dei popoli, e delle terre a raggiera, con al centro il Polo Nord, dove linee forza magnetiche, unite sotto immobile stella, chiave di volta della calotta, del firmamento tolemaico, son modello geografia. Plutarco lesse eliocentrismo, ma pensava in stile piano, ci conferma che gli umani, posson raggiungere Yperborea, e ci racconta di annuali, contatti amichevoli fra Delfi, e gli ipernordici fratelli, che donarono l'Ulivo, a re Heracle Andronico, che avviò le Olimpiadi, della civiltà solare. Thule ultimo avamposto, per giungere oltre nord, dove nasce il mito Superman, e oggi Nato/Nasa usan nome, loro base militare estremo Nord, sulla costa di Groenlandia, varco verso gli Iperborei, da cui provengon pure i Hmong. Il sole per sei mesi, un'ora sola di tramonto, la luna appare più vicina, ci conferma don Plutarco, che fu sacerdote in Delfi: nei 3 mesi invernali, Apollo lascia sua Delfi, per andare a vivere un poco, con suoi amici Iperborei, lasciando oracolo a Dioniso. Diodoro Siculo e Plutarco, stiman dimensioni di Yperborea, grande come la Sicilia, dove luna si vede meglio, mentre Oceano è insieme mari, di una parte della Terra, che come immenso fiumi, esce da Yperborea centro. Libro Genesi conferma, da Eden 4 grandi fiumi, che dividon 4 quadranti, che sulla mappa Mercatore, escono presso il Polo Nord, centro disco terrestre, rispetto a cui nostro mondo, è una delle quattro parti, che si estende verso sud, ripeton mappe dei buddiste. Plutarco descrive Iperborei, unici veri continentali, mentre tutti noi, siamo isolani continentali, Artico oggi inesplorato, interessi politici e militari, ne impediscono esplorazione, libera e trasparente, prima via comunicazione, riserva di petrolio e gas, che ogni glaciazione, cela assieme a varie isole, visibili agli antichi, così come la Groenlandia, che dal nome si intuisce, 400 anni era verde, poichè libera dei ghiacci. Esplorazioni in 900, persero tracce di isole, e resti civiltà umana, avvistate e ritrovate, da marinai coraggiosi, come Olaf Jansen e Byrd, oltre il circolo polar artico, avvicinando Polo magnetico, disorienta navigazione, ma Plutarco ci fornisce, precise indicazioni, derivate da missioni: a 5 giorni navigazione, dalla Britannia vedi Ogigia, e a 5000 stadi a nord, imbocchi varco ad Yperborea, sono isole non abitate, dai romani bizantini, cioè elleni nostro sole, ultima Thule oltre il Nord, da cui giunsero i Hmong, oggi Isole Spitzbergen, e Terre Francesco Giuseppe. La Terra un disco piatto, e il sole Hellas muove sopra, Plutarco muove imbarcazione, in linea verso Ovest, parla di isole oltre Ogigia, Islanda Groen ed America, allineate col tramonto, ma più vicine al Nord passaggio, del canale iperboreo. Se alba a Costantinopoli, è mezzogiorno sopra Etiopia, paese amato dai Greci, traccia la linea retta, fra Etiopia Anatolia e Scozia, che continua fino America, è la direzione da seguire, per 5 giorni navigazione, 1500/2000 chilometri, confermano rotte aeree, da Francoforte a San Francisco, dopo Ogigia-Islanda, si passa sopra Groenlandia, si punta a Nord per 5000 stadi, circa 925 chilometri, traiettoria che ci porta, verso Polo Nord magnetico, che si sposta e fa inversione, ciclicamente alba e tramonto, come testimonia il grano, non digerito nel ventre, dei mammuth siberiani. Yperborea terra calda, oltre cintur artica dei ghiacci, poichè la terra è un magnete, con le fasce di Van Allen, cioè toroide e iperboloide, che cuasa aurore boreali, in corrispondenza Polo magnetico, dove fasce vanno a unire, in un fascio verticale, che porta un vento solare, a salir scendere altro piano, di superficie terrestre, ciò gener clima caldo, ed elettricità fumosa, ionizzazione d'aria, che stimola vegetazione. Terra grande quattro volte, attuale mappa conosciuta, e il Paradiso terrestre, è sotto immobile Stella Polare, tanto amata dai nostri avi, come Dante e Mercatore, circondata da corona, eccentrica orbita lunare, rispetto al centro disco, dove esterni continenti, non vedono la luna. Dante cita in Purgatorio, montagna altissima e fusca, Io mi volsi a man destra, e posi mente all'altro polo, vidi quattro stelle mai viste, fuor che alla prima gente, e sulla cima di quel monte, è posto Eden Paradiso, visitato in medioevo, da varie sante navigazioni.

91:l'oliva tanto più pende tanto più rende; a san Silvestro ogni oliva nel canestro: Siria patria OLIVO, albero massiccio, fiorisce maggio-giugno, spontaneo millenario, da Creta di Saturno, fin Mar Nero elleno, Elaia Olea latini, sul delta del Nilo, unguento per defunti, vuole mesi inverno, per dare fiori e frutti. Ercole lo porta, dal paese Iperborea, poi Aristeo insegna, a spremer olio frutto, Virgilio lo decanta, poco lavoro e grande resa, è Genesi alleanza, nata dopo diluvio, ULIVO nasce dopo incendi, unge Cristo e i coribanti, Domenica di palme, porta pace e giustizia, saggezza prosperità. Alberi del Khan, si misero in cammino, nel darsi un nuovo Re, proposero Ulivo, questi lor rispose, non posso rinunciare, a produrre olio, al fin di comandare. Anfora di Vulci, mostra la raccolta, con pertiche sui rami, e coglitore a terra, un giovane tra i rami, pettina le olive, canta annunziazione, di arcangel Gabriele, a Maria da Concezione, col giglio di purezza, dopo diluvio sofferenza. Getsemani orto antico, di ulivi di antenati, che parlan lingua Geez, trasmisero frantoio, assieme ai candelabri, cioè alberi di ulivo, che recano felice, unioni coniguali. Unguento divien Crisma, in liturgie cristiane, battesimo e cresima, unzione a sacerdoti, a malati ed anziani, curati e coltivati, da Atena Menerva, nel nuovo patto aiuto, dopo diluvio mare, fatto da Poseidone, simbiosi terra-umani. Puoi mitigare amaro, di olive verdi acerbe, rispetto alle nere, più dolci e oleose, in bacile acqua fredda, senza ammaccature, cambia mattina e sera, due/tre settimane, se tagli aiuti acqua, poi lava aceto bianco, mangia oppur conserva, sotto Sale o al forno. Olive nere al FORNO, in teglia uniforme, 150 gradi 20 min, raggrinzite fuori, adatte aperitivo, pizza o bruschette.| Olive nere SOTTOSALE, metti in un secchio, 20 giorni al buio, Sale è conservante, toglie liquidi e amarogno, tu liquido scola, infine lascia olive in acqua, con o senza aceto bianco, metti in vaso pulito, aggiunti vari aromi: aglio ed alloro, origano o peperoncino, buccia limone-arancio, prezzemolo o menta, dispensa ambiente fresco.| Olive in SALAMOIA: 1 kilogrammo olive, sode e saporite, per un anno intero, 80 gr sale a litro, serba nere e verdi, pria ammollo 20 giorni, acqua fredda a 4 gradi, cambia acqua ogni giorno, bolli in pentolino, olive nei vasetti, coperte in salamoia, con aglio ed alloro, fettine di limone, menta timo o rosmarino, a strati tra le olive, tutto in salamoia, barattolo ermetico, in luogo fresco buio, capovolgi ogni tanto, e rimetti il verso giusto. Dopo 10 giorni, assaggia se dolci, in caso contrario, chiudi e ancora serba.| Olive SOTTOLIO, raccogli in scolapasta, ricopri a sale grosso, lascia dieci giorni, pulite e condite, con alloro e aglio, origano o timo, serba in vaso olio.| Olive CONGELATE, mantengono sapore, senza ammaccature, asciuga metti nei sacchetti, di congelamento freezer. Quan serve tira via, in frigo qualche ora, sal temperatura, restando sode buone.| Atena statua olivo, nel tempio di Tago, con lampade e lucerne, delizia i palati, aiuta cuore e corpo, memoria intelligenza, immuno resistenza, e aiuta la pazienza. 60gr foglie infuse, 15 minuti acqua, 3 tazze ogni giorno, abbassa glicemia, rapido osservi, contrasto al diabete, calmi gengiviti, se mastichi foglie: bolli 80 grammi, 20 minuti acqua, 1 giorno riposa, scende malaria febbre, bevi a giornata. Olea usa a crudo, su pomodori e funghi, oppure frigge e cuoce, sopporta 180 gradi, e in periferia rimane. Condisce e conserva, lubrifica intestini, vince stitichezza, prezioso nei bambini, mielizza cervello, aiuta assorbimento, di lipo vitamine, mineralizza ossa, porta vitam D, e vitamina E, rallenta invecchiamento. Olio bicchierino, calma ipertensione, misto a limone, bevi a digiuno, contrae cistifellea, che sblocca la bile, 1 ora coricato, su lato destro corpo, previen tumori colon; se aggiungi tuorlo uova, un poco mentolo, i calcoli biliari, riduce senza dolo; fegato colite, cucchiaio ogni mattina, con parietar bollita, ragadi lenisce, riposa 10 giorni, strizza olio filtra. Decotto corteccia, emorroidi orticaria, per dolori muscolari, macera fiori gelsomino, 120gr in quarto di olio, per due settimane, massaggia ripetuto: mentre per Artrosi, macera fiori camomilla, 100 gr secchi, per tre settimane, in mezzo litro olio, poi filtra e massaggia, o friziona nuca fronte, in casi Emicrania. Balsamo Samaritano, succo olive immature, su colonna vertebrale, lenisce fatica, Olio + vino e chiara di uova, mescola sbattuti, ungi piaghe e ferite, o scottature solari: se con aglio pestato, sfiamma distorsione, con bardana varici, con canfora i reumatismi, massaggia le gambe, di sani e dolenti, muscoli e petti, ungi mani e piedi, emolliente su pelle, estrae spine varie, buon lubrificante, libera orecchie, da otite e cerume, se tiepido scaldi, due gocce versate, chiudi con cotone, Olio ferrato, di Marsi e Piceni, contro vipere morsi, foglie sui foruncoli.| Toscanella Pian di Mola, su fiume Marta Larthe, recinto in cupellari, abitanti e forestieri, lo lasciano a eredi, come getsemani, pagan canone annuo, o ritorna comunale. Cupellari appezzamenti, yuda sardi etrusci, libera braccianti, che lascia ai figli, recintam cupellari, apicoltori e pastorelli, per avere olivi, legumi grani e uva, portati a Venezia, per essere imbarcati, smerciati dai fenici, che portano ulivo, in America Australia. Aprile anno 813, prefetto obbliga cupellari, a piantare 20 olivi, viti e alberi frutta, acri dei cupellari, ravvivano contrada. Arberesh di Calabria, 5mila abitanti, nel Parco Pollino, alzan case pietra, coltivano olivo, come bulgari pomacchi, scala esterne noti, e vicoli a intrico: gitonie donne slave, colgono le olive, con rosse bandane, con ceste su scale, qualcuna ha salterio, intonano canti, a Giorgio Castriota, eroe dei Balcani, e Bisanzio in rivolta, fuggiti su Appennini, ricordano storia.| ULIVO albero tempio, Catone ci ricorda, in suo libro almanacco, de Agri-cultura, in tufo dimorato, con pala e piccone, zappato e sovesciato, ogni decennio potato; quando alcune olive, iniziano a virare, lasciando il resto verdi, è momento di raccolta, a mano in giorno sole, distendi sulle stuoie, vaglia e pulisci, porta presto al torchio, a novembre-dicembre: pettino 1 a volta, a terra stendo teli, armati delle scale, Seba e Pamela, gran pazienza vera, olive cadon giù, le ore van veloci, passa 1 giornata, tra risa e discorsi, duole corpo a notte, senza addormentare, aiuta una tisana, fiori o passiflora, lenire e passeggiare, 1 settiman fatica, infine ecco raccolto, sui 30 kili media, ogni pianta olivo, al trappeto reco, per olio ricavare. Emilia ci spiega, che trasformar oliva, fu origine importante, trappeto in sottosuolo, calor reca costante, aiuta decantare, mosto separa in olio, e acqua vegetazio. Olio estrae oggi, molando in frangitura, tramite molazza, polpa si frantuma, assieme ai noccioli, a far da drenatori, poi gramolatura, rimescola ulteriori, rompe emulsione, olio misto acqua, Pressatura estrae, nella terza tappa, il torchio a vite preme, fiscoli con pasta, centrifuga separa, olio con acqua. Quan molazza è ferma, manca identita, trappeto a sè raccoglie, intera comunità. Emilia ama oliveto, inerbito e consociato, con asparagi e polli, che mangian mosca olivo, coltivan dopo vigna, orto e saliceto; se trascurato in anni, torni a coltivarlo, presto si rimette, riprende primo posto. OLIVO ama clima, medio temperato, sotto -10, si ammala raffreddato, in suoli a medio impasto, fugge umidità, se innesto su olivastro, resiste a siccità; potami dal legno, e ti arricchisco di olio, al fico ramo pende, a olivo ramo insorge, pota in inverno, avanti a primavera, vedo che innesto, su olivastro impera. Poto rami secchi, sterili intrecciati, lascio i porta frutto, che sole ha puntati, si abbassano i + vecchi, tendono rientrar, cosi perdono sole, e smettono fruttar. Emilia dona forma, a globo o palmetto, salice piangente, ma olivi secolari, liberi tiene, armonia della chioma. Olivo acqua di giugno, par rovini tutto, mentre olio e mosto, pioggia di agosto, oliva quan + pesa, tanto pare rende, terre assai sassose, ama come ambiente. Olivo innestato, su Olivastri Sardanu, reca poco olio, ma resiste al freddo, Olivone Viterbo, Crognolo e Maurino, Canino di Tuscia, Moraiolo e Pendolino.| Canino chioma ricca, e frutto piccino, resiste al distacco, e matura tardivo, adatta al terreno, leggero è Leccino, detto silvestrone, vigoroso antico: chioma espansa e rami, apice arcuati, inclina tutti rami, drupe nero–viola, freddo nebbia venti, tollera Leccino, regge carie rogna, occhio pavone fino.| Frantoio piccante, Pendolino piangente, chioma folta spande, polline per tutti, ha media resistenza, freddo e malattie, in media rende olio, delicate olive.| Moraiolo morellino, tollera siccità, drupe tonde nere, resa a 20 arriva, olio amar piccante, fruttato gentile, come Frantoiano, frutto lungo verde, pur con lenticelle, ma troppo freddo teme, precoce nel frutto, matura scalarmente, olio sapido rende.| Ascolano piceno, medio vigoroso, olivo chioma densa, frutto grande ha, polpa tenera latte, ottimo su mensa, regge freddo centrale. Regno Napoli olea, Itrano e Fonnanello, Moschettini Sanlorenzo, Cajetana e di Spagna, Resciola e Urcelluto, selvaggio Gliannata, innestato a sardi forti, fatti con piantoni, oliveto da ceppaia, creata con succhioni, in calcare olivo sale, in argilla scolora. Oliva Majatica, buone olive mangiate, infornate a Ferrandina, fin dal 700, dentro forni a legna, drupe grandi cotte, han retrogusto dolce, e polpa generosa. Erittonio bimbo olivo, nato dalla Terra, Ercole lo porta, come san Cristoforo, su spalle da Iperborea, porta olio di Oliva, ogni mal si porta via, la verità si dice, è luce di olio viva, spalma sul pane, con aglio abbruscato, davanti al focolare. olivocoltura_familiare_spagna.mp4flora_frantoio-marocco2.mp4audio
||Nonno piantò 6 olivi, alcuni sono deperiti, poichè sopra nodi hartmann, allor tu usa le bacchette, e muovi lentamente, a vedere se in quel punto, si chiudon le bacchette, ciò vuol dir che esiste un nodo, largo circa 21 cm, proprio sotto la radice; poi cerca la sequenza, muovi a nord di due metri, dovresti sentir secondo nodo, procedi fin confine; questa rete griglia nodi, dove ti aspetti di trovarli, può variar un pò misure, perché avrai in sottosuolo, cavità o falde acque, che deformano di poco, Acqua falda in generale, potenzia effetti nodo, griglia viene deformata, pur da un pezzo di metallo, pochi cm sotto terra, le bacchette lo rilevan, poichè metallo sempre tenta, mandar sua energia all'esterno, per uscire dal terreno.


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