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danieleprofetiDaniele e sogni di Nabucco ispira Giosia (358) chi parla semina, chi tace raccoglie alchemico | foto umanstoria | audio | film_bibla_giosia_legge-antiabomini.mp4 | film_bibla_daniele_e_nabucco.mp4 | film_bibla_regina_ester.mp4 |musica sdaime_livrinho_apocalisse_valdete.mp4
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(): 4 quid censiti


347:chi fa quell che sà, più non gli è richiesto: Stefano Hagiocristofo, capo delle guardie, arresta Isacco Angelo, nobile traditore, giunto al suo palazzo, Isacco pronto scappa, galoppa e sferra spada, Stefano si accascia, cosi terrorizzando, sempre a colpi spada, taglia orecchi e mani, a militari guardia, Isacco va in Sofia, vuol colpo di stato, costringe patriarca, a nominarlo re, molti uniti a lui, nella grande chiesa, nobili risentiti, accrescon sua schiera, e inizia ribellione. 11 settembre 185, scoppia la rivolta, Isacco resta in trono, fino al 195, poi in 203, cadrà nella crociata, narrata nelle bibbie. Alba 12 settembre, Xristos arriva con triremi, entra suo palazzo, ma Isacco è imperatore, Andronico realizza, invia dei messaggeri, lascio la corona, a mio figlio Manuel, che Isacco non contento, alfine pure acceca. Aizzata la folla, dagli usurpatori, insulta lui e figlio, ferocia di untori, Andrea fugge la folla, e perde croce Tau, amuleto del suo clan, sale sul triremi, regale ancor vestito, una Tiara ancor indossa, colbacco russo a cono, fugge con due donne, sua moglie e Maraptica, la prostituta colta. Ribelli contro Lui, lo vogliono deposto, versione dei fatti, dipende dal cronista, nel libro di Enoch, emerge complotto, mentre De Clari narra, il suo ultimo giorno. Re coi fedeli, prova a fuggire, ma tempesta in mare, lo costringe a tornare, Apostoli fedeli, a taverna l'han portato, nascosero a sedere, dietro due botti vino, lui fa suo discorso, dell'ultima cena, tramanda Pane e Vino, per memore convito, visi stanchi e tesi, dopo quella cena, da sonno sono vinti, Cristo solo prega, che i suoi fedeli siano, fuor da punizione. Oste con la moglie, spian dietro barile, vedon regali vesti, consulta suo marito, denunciano sovrano, per gruzzolo danaro. Dopo arresto Re, palazzo dei Comneno, venne saccheggiato, oro argento e rame, Andronico portato, a palazzo di Pilato, giudice a Zar-grad, locale magistrato, Pilato disse a Cristo: a me ti consegnaron, capi tuo casato, all'alba ti consegno, a sovrano Isacco Angelo; sebbene interrogato, Andrea non risponde, ma nobili a convegno, votano sua morte, pesan catene ferro, usate pei leoni, cingon collo e piedi. Andronico subisce, davanti Angelo Isaxo, insulti sputi biffe, schiaffi e le torture, in prigione poi subisce, accecamento a un occhio, cavato da trofeo, Ciclope canzonato, anche un taglio mano, compare nei dipinti, e su Sindone lenzuola, dove compare pure, sua barba biforcuta, capelli lunghi a trecce, e un fisico temprato, dal digiuno sano. Lungo via del colle, ludibrio delle folle, presso l'ippodromo, appeso e maltratto, tra due statue in bronzo, di Lupa e di un Iena, la sua popolazione, istigata dal partito, della opposizione, cioè i verdi Prasinoi, Farisei e Sadducei, contro i blu Venetoi. Cristo li chiama, ipocriti farisei, infidi sepolcri, alle Deme di Zargrad, giocano i partiti, leukoi e rousioi. I latini alzano spade, sopra sue natiche, stando attorno lui, a turno colpendo, giudicano il taglio, uno affonda spada, negli intestini, da sopra la faringe, dopo sofferenza, Cristo si spense, ultimo sospiro, un gesto protende, porta mano destra, da poco amputata, estesa in agonia, su bocca assetata, evento ricordato, nel canto di Hallelujah. Dopo + giorni, suo corpo fu preso, dalla sua famiglia, di giudei comneni, Angelo e Duka, tutte imparentate, presso monastero, corpo poi scompare. Eclisse di Cristo, terremoto e pioggia, annuncia diluvio, in Yom-Ha-Shoah, Giorno del Ricordo, in Casa Salomone, Giovanni Presbitero, è San Iosafat indiano, e doge veneziano, in biografie doppiate, Giovanni corpo Cristo, porta fuori Yoros, lo imbarca fin Venezia, da Luigi Mocenigo, in basilica di Andrea, ma poi dona reliquie, a cognato Sebastiano, duca di Monferrato. Isacco riconferma, dopo morte Cristo, Theodor Kastamonita, qual primo ministro, Giacomo tradotto, buon amministratore, a gestir burocrazie, onesto nelle tasse, soffre croni artrite, ma è segretar di Stato, portato a baldacchino, muor di epilessia, nel giorno suo trapasso. Giovanni Battista, acquario in zodiaco, pelle di leone, gran bevitore di acqua, dopo regicidio, lui guida ribellione, contro Isacco Re, entra in cattedrale, riunisce + gente, per Angelo cacciare, lo fanno basileo, marcia gran Palazzo, con Alessio Duca, e Alessio Paleologo, futur eredi al trono, e amici di variaghi, di Sviatoslav clan. Gruppo fu tradito, uccisi o incarcerati, Isacco moglie Eufrosa, detta Erodiade, abusa di potere, ordina omicidi, temendo le folle, fa uccider Giovanni, durante la notte, testa decapitata, porta su piatto, in piazza mostrata. Dopo fallimento, del colpo di Stato, Davide e Alessio, lascian capitale, la Guardia variaga, li scorta a Nicea, da Yaroslav Galisky, amico di Cristo, detto Krishna in India, e Sakyamuni Buddha. |Esdra e Nemia libri, citano Moscovia, Israele pure detta, in affreschi di Cremlino, capo Kzar di olimpo, che Marco Polo ha visto, cita le visioni, di Padre Serafino, e dei padri della Ekklesia. Due secoli dopo, esce libro Apocalisse, in anno 486, poi nemici di Cristo, lo van manipolare, diventa un anticristo, confondono le acque, poichè mondo finisce, anno 492, diluvio universale, Daniele sogna a notte, visioni da narrare. Romanov 876, ristampa in malafede, kniga antikriste, patriarca zitto cede, dichiara fine mondo, in anno 666, sociale nervosimo, confonde le orde schiere, Moscovia si corrompe, fiacca resistenza, di cristica coscienza. Libro della Fede, detto Kniga-o-Vere, costuma pei cristiani, indossare croci Andrea, Romanov contesta, il segno della croce, lo muta in nume bestia: simbolo iniziati, viene capovolto, il buono col cattivo, cambiano di posto, Andronico arciere, cioè segno sagittario, divien Cassio/Isacco, centaurus molti re, Vol vuol dire toro, diavolo è Manuele; pure in bwiti fang, Satan sottomette, ad arcangelo Michele, che punisce fratricidio, 7 angeli poi, uniscon le famiglie, di Angeli e Comneni. |APOCALISSE narra cose, del tempo 486, messaggio a Sette Chiese, da lui evangelizzate, sette è simbolismo, a Chiesa di ogni luogo e tempo; seconda parte libro, tratta le visioni, avvenire della Chiesa, datando astri del cielo, ammonisce che la Chiesa, dovrà continuamente, regger persecuzioni, diffondere il Vangelo, e vegliar Gesù ritorno, curar lacerazioni, tra estreme posizioni. Giovanni comunica, con sette lettere a Chiese, quattro serie di visioni, Sette sigilli che sono: guerra e conquista, fame morte e martiri, fine di un mondo, intermezzo del trionfo, turibolo di oro. Sette Angeli con trombe: son grandine e fuoco, mare di sangue, astro Assenzio ed eclissi, locuste e cavalleria, (intermezzo inno celeste. Sette Segni invece sono; Dragone e Bestia Mare, Bestia della Terra, Agnello e le vergini, il Figlio dell'Uomo, la fine col giudizio. Sette Calici sono: versati sulla terra, sul mare e nei fiumi, nel sole e nell'aria, sul trono della Bestia, intermezzo dei tre demoni, ultimo combattimento, vision Yoros celeste, in epilogo finale, cioè desiderio ardente, di venuta Gesù gloria. Pitture apocalisse, frequenti bizantine, e pitture mozarabiche, dei cristiani di Spagna, sotto dominio ottomano, Donna vestita a Sole, la Vergine col Bimbo, e i dipinti di Durer, a Venezia 492, sentimento del paesaggio, dopo i cataclismi, innescati a fine mondo: Giovanni descrive, apocalisse 492, dopo Messa da Requiem, per strage di genti, lancia sereno messaggio, di speranza e consolazione, ai cristiani perseguitati, di ogni tempo storia, vittime persecuzione, di Vietnam Cambogia, e con pietra del Diaspro, fonda nuovo tempio, con giochi luci e specchi, eterni insegnamenti, contro tentazione, di abbandonar divin Amore, e cedere a scientismi, di false ideologie; nel Libro dei Proverbi, saggezza entri alla mente, delizia del tuo cuore, protegge dai malvagi, come fa Beatrice, in rima col poeta, nel libro della Vita, nova dello amore, quando fue in esilio, fece canzon morali, di amore eccellente, ninferno e purgatorio, e grazioso paradiso, a stimolar valori, con virtude e scienza, di cittadin memoria, Divina Commedia, è vertice poesia, da cantar con cura, come Bibbia racconta, stesse vicende in più forme, rielabora in più modi, come libro di Daniele, ha forma concentrica, accosta due concetti, a chiasmo incrociato, in versi od in prosa, con uno schema ABBA, come libro della Suda, di Rasna Yudei, così fà Manzoni, o Alexandre Dumas, Uno per tutti, e tutti per uno, chiasmi pubblicitari, frasi ad effetto, esiti paradossali. Gioele con Daniele, assieme ad Ezechiele, influenzano il testo, rivelato a san Giovanni: suonate tromba in Sion, date allarme sul mio monte, tremino abitanti, viene il giorno del Signore, giorno di nube e oscurità, tenebra e caligine, mentre aurora spande, sui monti un popol grande. Apocalisse di Giovanni, linguaggio anti-censura, è coscienza che protesta, e rivendica visione, di più giusta società, appello fatto da Daniele, a resister la tormenta, per le Chiese in crisi interna, con fermezza nella fede, che sconfitto sarà il Drago, dalle teste multiformi, lascia posto a Yoros pace, della luce e vita eterna. Sette Sigilli spezzati, Sette Trombe risonanti, Sette Angeli con Sette Coppe, del Giudizio universale, Sette Chiese a cui arriva, questa Rivelazione, svelamento apocalissi, nei periodi della crisi, quando profeti sono scarsi, ed i cieli appaion chiusi, uomo sente necessità, di rileggere sua Storia, come luce azion di Dio, che spacca terra e la squarcia, e ne sconvolge superficie, poi disperde gli abitanti, dividendo empi e giusti, come in Sodoma e Gomorra, per aver cuore salvato; barcolla terra di ubriaco, come tenda Lei vacilla, pesa su essa iniquità, cade e mai si rialzerà. In quel giorno Dio punisce, suo esercito di sopra, e i re della terra, radunati e imprigionati, in un carcere di attesa. Signore fiata tromba e marcia, fra i turbini di mezzogiorno, Libro Enoc etiopico, e il Libro Giubilei, sono bibbie Chiesa Copta, di rivelazioni orali, ricevute dagli autori, in forma di visioni, pien di immagini e figure, numeri e allegoria, di lunga interpretazione. Daniele sua visione, ne chiede spiegazione, ecco appar davanti, Gabriele aspetto uomo, io ebbi paura, e caddi faccia a terra, Egli allora disse, caro Figlio d'uomo, comprendi la visione, e narrala ai vicini: al tempo della fine, sorgerà Michele, gran principe che vigila, sui figli tuo popolo, sarà tempo di angoscia, come al sorger di nazioni, sarà salvo chi si trova, scritto dentro al libro, molti dormienti sveglieranno, dalla polvere di terra, alcuni a vita eterna, altri alla vergogna, o saggi splenderanno, come il firmamento, se avranno indotto molti, alla giustizia bella. Gesù disse loro, guardate che nessuno, vi inganni in nome mio, con tentazioni varie, rimedi innaturali, e idee contro la vita, quando poi sentirete, parlare di guerre, calmi rimanete, poiché serve che avvenga, ma non sarà la fine: nazion contro nazione, e regno contro regno, vi saranno terremoti, carestie epidemie, sarà principio dei dolori, fratello vende fratello, il padre vende il figlio e figli contro i genitori, si metteranno a morte. Sarete odiati da tutti, a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato, alla fin sarà salvato, san giorni tribolazione, ma il Signore abbrevierà, a evitare la estinzione. Il sole si oscurerà, la luna sarà opaca, divi iniziano a cadere, le potenze son sconvolte, tutti vedranno il Figlio d'uomo, venir su nubi con potenza, manderà gli angeli e riunirà, i suoi eletti ai quattro venti, dalla terra fino al cielo, dentro tutto il firmamento. Apocalisse di Giovanni, Gesù Cristo gli rivela, invia testo ai cristiani, per legger meditare, il tempo del Cristo, Regno già compiuto, in modo certo e definitivo. Giovanni legge il presente, scorge il disegno divino, con linguaggio apocalissi, ma non fugge nel futuro, le promesse del Cristo, sono già realizzate, in ogni uomo è Regno Dio. Gesù è centro visione, che guarda intera storia, raduna suoi eletti, da ogni angolo di Terra, combatter suoi fedeli, equivale ad affiliarsi, agli adepti di Satana, poter politico anticristo; egli esorta tutti, resister tribolazione, sicuri di salvezza, alla presenza Cristo, nel Regno di sua luce, che realizza il destino, di storia umana al mondo. San Paolo, ai Tessaloni, il Signore scenderà, alla voce dell'arcangelo, che suona la sua tromba, risorgeranno i morti in Cristo, poi noi vivi superstiti, rapiti insieme a loro, tra nuvole andremo, incontro al Signore, confortatevi a vicenda, con tal parole di speranza. Questo è il libro Chiesa, del popolo di Dio, che tiene fede in Cristo, e speranza Suo ritorno, fedele a Sua parola, regger persecuzione, fino a sua venuta, dopo la tempesta, del Giorno del Giudizio, a ogni ciclo della storia, rifiuta idolatria, e il potere che la impone. Giovanni si presenta, ai lettori qual fratello, compagno in tribolazio, figlio di Zebedeo, deportato per sua fede, all'isola di Patmos, primo vescovo di Efeso, ha grande autorità, tra Chiese di Anatolia, apostolo giudaico, morto di vecchiaia, vissuto con Maria, affidatagli dal Cristo, nel regno di Traiano. Giustino imperatore, lo chiama anche profeta, autore di un Vangelo, e libro Apocalisse, fà scuola giovannea, ai padri della Chiesa, Ireneo e Tertulliano, Origene e Agostino, Clemente di Alessandria, Gerolamo Epifanio. Libro di Daniele, presenta più visioni, avvenute in sogno, e ne scrive relazioni: ecco i quattro venti, si abbattono impetuosi, sul Mar Mediterraneo, e quattro grandi bestie, salivano dal mare, quattro belve quattro imperi, influenzan successive, fin Giovanni apocalisse, forze ostili a Dio, ma Lui le sottomise. Marduk vince Tiamat, gran drago del caos, col corpo crea cielo-terra, quattro esprime totalità, quattro angoli del mondo, quattro esseri salgono, dal mare del caos. La prima simile a leone, con ali di aquila, io stavo guardando, le furon tolte ali, sollevata da terra, fatta stare su due piedi, le fu dato un cuore d'uomo. Ecco seconda bestia, simile ad un orso, stava alzata da un lato, avea tre costole fra i denti, e le fu detto Su! divora molta carne. Mentre guardavo, ecco una come leopardo, ha quattro ali e quattro teste, e le fu dato il dominio, guardo ancor visioni notte, ecco una quarta bestia, spaventosa ha denti ferro, una forza eccezionale, divora e stritola il restante, lo calpesta sotto i piedi, diversa dalle altre, aveva dieci corna. Animali ibridi, prototipo è Chimera, corpo leone e testa capra, coda serpente sulla schiena: Leone alato si trasforma, in essere umano cammina Orso avido di preda, ha costole in bocca, Leopardo alato a quattro teste, è snellezza agilità, quarta ha forza spaventosa, denti di ferro e dieci corna, come il Cinghiale Calidonio. Daniele avea pregato, in digiuno veste sacca, di cenere cosparso, come un sadhu indiano, nel Giorno di Espiazione, detto Yom Kippur, astensione dai profumi, scarpe e cibi eccelsi, rapporti con la moglie, dopo tre settimane, Gioele raccomanda: proclamate un digiuno, convocate assemblea, adunate gli anziani, nella casa del Signore, a scongiurar calamità, siccità e carestia, pestilenza e flagelli, rievocate tragedie, distruzione del Tempio, coltivate memoria, nel digiuno di Idegarda. Daniele ha visione, a marzo-aprile Pasqua, sulla sponda grande fiume, alza occhi e guarda, Uomo vestito di Lino, con ai fianchi cintura d'oro, suo corpo come topazio, sua faccia come folgore, suoi occhi fiamme fuoco, braccia e gambe lucente bronzo, sue parole come clamore, di una moltitudine, stesso simbolo torna, nel Libro Apocalisse, Lino è fibra pregiata, morbida e resistente, usata a fasciar mummie, Sacra Sindone è in lino. Topazio sanscrito tapas, calore di una pietra, tra le dodici incastonate, nel pettorale del Sommo, Giobbe paragona Sapienza, a gialla pietra di Topazio, che proviene da Etiopia, crea le ruote del carro, nella visione di Ezechiele, metallo incandescente, assieme al Diaspro è fondamenta, delle mura di città, il secondo è di Zaffìro, il terzo è Calcedònio, il quarto di Smeraldo, il quinto Sardònice, il sesto Cornalina, il settimo Crisòlito, l'ottavo è Berillo, il nono è Topazio, il decimo Crisopazio, undecimo è Giacinto, dodicesimo è Ametista, apocalisse ricorda. Daniele solamente, vide la visione, mentre uomini con lui, ebbero terrore, fuggirono a nascondersi, lui rimase solo, contemplare gran visione, e si sentiva senza forze, anche a Saulo Tarso, apparirà il Signore, sulla via di Damasco, ebbe visione solo lui, sebbene i suoi compagni, udiranno stessa voce, e fermati ammutoliti, non vedono nessuno. Daniele è sconvolto, da questa visione, timore della morte, gli calano le forze, udito il suono di parole, cadde stordito a terra, una mano mi toccò, e tremante mi rialzai, appoggiando palma mani, ecco poi la voce: Daniele prediletto, intendi le parole, alzati e sappi, io son Primo e Ultimo, stesso angelo rincuora, Giovanni apparizione, indebolito da visione. San Giovanni riprende, visione Figlio d'Uomo, faccia come folgore, occhi fiamma e arti argento, i piedi come bronzo, purificato al crogiolo, suo volto come il sole, in tutta la sua forza, vede Iddio faccia a faccia, metafora che esalta, trascendenza divina, occhi sede dei fulmini, san vedere ogni cosa, bronzo indica perfezione, su finitezza umana, come il viso di Mosè, che divenne fosforescente, dopo aver parlato, nella tenda dove è l'arca, Mosè scese dal Sinai, con due tavole Testimonianza, tutti videro sua pelle, divenuta raggiante, dopo avere conversato, nell'Esodo in Italia. Filone di Alessandria, vede 5 bestie, come quattro imperi, al pari della statua, poter politico bestiale, che cerca a più riprese, di sterminar Giudei, e spegner loro fede, come un mostro assetato. Leone è Babilonia, potenza dominante. Orso è castigo, che spazza via graduale, lo strapoter dei primi, che godevano il bottino, Leopardo alato è, impero di San Giorgio, che rapido riunisce, 127 province, morendo in battaglia, domina su tutto, da India a Etiopia, nel Libro di Ester, contemporaneo a Daniele; Leopardo ha quattro teste, e guarda quattro punti, Giovanni sintetizza, poi unico drago, che ha Denti di ferro, cannoni in molte guerre, espugna fortezze, coglie molte spoglie, suo cuore si esaltò, di orgoglio si gonfiò, raduna forze ingenti, e conquista tributari, mentre osservo il corno, spunta uno più piccolo, mentre son divelte, tre di prime corna, quel corno aveva occhi, e parla in alterigia. Apocalisse di Isaia, e quella di Zaccaria, nel libro di Gioele, e quello di Ezechiele, il Signore spacca terra, ne sconvolge superficie, ne disperde gli abitanti, soppesando iniquità, dei re della terra, radunati e imprigionati, in una fossa rinchiusi, arrossirà la luna, impallidisce il sole, perché il Signore degli eserciti, regna sul monte Sion, e davanti ai suoi anziani, sarà glorificato, il Signore comparirà, come fulmine sue frecce, darà fiato alla tromba, e marcerà nel mezzogiorno, il Signore degli eserciti, proteggerà gli animi giusti, calpestando gli iniqui, suonate la tromba, date allarme sul mio monte! viene il giorno del Signore, di tenebra e caligine, di nube e oscurità, come aurora si spande, sui monti un popol grande, un orda d'oro forte, divora e brucia fiamma, come il giardino Eden, è davanti a lui, mentre dietro a lui, è un deserto desolato, ai quattro punti cardinali, scaglia ira del giudizio, delle tue opere nefande, non avrò compassione, saprete sono io il Signore, sventura al malfattore, ripete Ezechiele. |Dopo 4 costellazioni, in visioni di Daniele, arriva un vegliardo, che su trono si assise, veste candida e i capelli, candidi come lana, suo trono ha ruote ardenti, e un fiume fuoco scende, lo servono a migliaia, suoi libri a corte aperti. Dio con veste neve, è antico di Giorni, simboleggia antichità, controlla universo, fiume delle stelle, ha suprema maestà, avvia giudizio universal, aprendo i libri storia, processa in qabbalah, uccide brucia bestie, a cui poter concesse, solo per un tempo, poi rinnova il mondo; nelle vision notturne, appar su nubi cielo, ecco figlio di uomo, giunse su al vegliardo, che gli diede potere, gloria e regno sui popoli, su nazioni e lingue, suo potere non tramonta, mai verrà distrutto, Dio consegna al Figlio, Regno suo Vegliardo. Figlio di uomo sarà, significato collettivo, che passa a individuo, ma pure viceversa, è ol Popolo dei Santi, figli umani non piegati, alle persecuzioni, ricevono da Dio, in premio lor vittoria, un regno universale; figlio d'uomo prefigura, persona dei Messia, che riceve da Dio, un mandato a regnare, per sempre le nazioni, bar enash aramaico, ben adam di Ezechiele, Gesù lo dice a se stesso, processato al Sinedrio, notte Giovedì e Venerdì Santo, vedrete il Figliolo, venire sulle nubi, come Stefano protomartire, pien di Spirito Santo, al termine processo, si conclude sua condanna, per lapidazione, ma gli accade visione, cieli si aprono e vede, Figlio d'Uomo a destra Dio. Xristos Kyrios Signore, Figlio di Dio, in linguaggio apostolico, duplice insegna, umanità e ragione, contro feroci quattro bestie, 4 imperi colossali, in orgoglio ed empietà, dominati da violenza, spariti e succeduti. Papa Benedetto vede, che a bestie dal mare, venute dagli abissi, si contrappone l'uomo, venuto dall'alto, bestie sono i regni, nei secoli esistiti, il figlio di uomo giunge, sulle nubi cielo, annuncia un regno umanità, che giunge da Dio stesso, storia desiderata, vera universalità. Il figlio dall'alto, contrario alle bestie, non è un individuo, ma il Regno a cui il mondo, raggiunge meta finale. Enoc cita un figlio, che è luce di nazioni, fontana di giustizia, giudice e salvatore, Esdra vede un figlio, Messia sale dal mare, e vol su nubi cielo, con soffio di sua bocca, sconfigge suoi nemici, poi raccoglie intorno, tutte tribù disperse, come sognò Daniele: in quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole oscurerà, e la luna fermerà, gli astri van cadere, il cielo appar sconvolto, allor vedranno tutti, il figlio dell'uomo, il servo disprezzato, reietto dagli umani, che offrì la propria vita, a salvezza dei fratelli, venire sulle nubi, con potenza e gloria. Gesù Figlio dell'Uomo, Gibran Khalil canta, poeta libanese, Pietro venne avanti, Maestro stiamo assieme, se non ci lasci, su questo sentiero, le ombre della notte, andranno via al mattino.. Gesù rispose loro: le volpi questa notte, avranno loro tane, gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell'Uomo, non ha da posar capo, desidero star solo, e se mi cercherete, sarò presso il lago, dove vi ho trovato; lo vedemmo andare a occidente, in maestosa solitudine. Giovanni si rivolge, a uno dei vegliardi, ad avere spiegazione, della sua visione, così fa pur Daniele: mi sento venir meno, tante visioni a mente, mi avevano turbato; mi accosto ad uno appresso, domando il significato, di tutte queste cose, ed egli mi spiegò: Le quattro grandi bestie, sono quattro re, sorgono da terra, ma gli angeli di Dio, saranno dei custodi, del regno Portogallo, appaion tre anni prima, ai veggenti pastorelli, di Fatima Maria. Arcangelo Gabriele, annuncia a Maria, concepirai un figlio, e lo chiamerai Gesù,Dio gli darà il trono, di Davide suo padre, e regnerà per sempre, su casa di Giacobbe. Gesù regalità, si estende a intera storia, abbraccia tutti i popoli, concede Vita Eterna, a chi la riconosce. Il corno della bestia, è individuo assai potente, muove guerra ai Santi, per poco li sconfigge, la Bibbia cita il corno, in forza militare, strumento offesa toro, successo nelle imprese, come il cornucopia, è conseguir vittorie, perderlo vuol dire, andare verso sconfitta. Il corno diventa, un attributo regale, dei conquistatori, ecco la visione: la quarta bestia è, un quarto regno forte, che stritola la terra, e la calpesterà, sue dieci corna sono, re nati da quel regno, dopo di loro segue, un altro più orgoglioso, che abbatte i precedenti, e insulta l'Alto e i Santi, mutando legge e tempi, cambiando il calendario, per tre anni e mezzo, metà di sette anni, cioè tempo di pienezza, nel biblico linguaggio: più tempi e la metà di un tempo, si terrà poi il giudizio, e gli sarà tolto il potere, verrà poi sterminato, distrutto completamente; allora il potere, e grandezza dei regni, saran dati ai Santi, che serviranno il Cielo. Antioco Epifane, bestia nera dei Maccabei, costrinse gli Ebrei, adottar usi degli elleni, uccide chi rifiuta e succede a 10 re, da Alessandro Magno, a Seleuco amor del padre, dopo i Tolomei; nonostante la superbia, e violenza del corno, sarà sconfitto e punito, e suo regno e potere, saranno trasferiti, ai Santi dell'Altissimo, Giudei perseguitati; la Storia non è fatta, da potenze terrene, mostri che dal mare, sono caos e inferno, ma è fatta dal Signore, che compirà il giudizio, annientando i var tiranni. Antioco Epifane, muore mentre marcia, contro Re di d'Armenia, in primo Libro Maccabei, il persecutore dei Giudei, muore di crepacuore, quando ebbe saputo, che la sua persecuzione, finì col fallimento, assieme alla sconfitta, lui prima di morire, conosce malefatte, e la giusta vendetta, del Dio d'Israele, proprio come fanno, Nabucco e Dario il Medo. Duelli tra animali, aventi varie corna, in bestiari medievali, duelli tra più regni, il montone perde corna, suo regno è sostituito, da quello di unicorno, che infine pur si spezza, e ne sorgono altri quattro, nei punti cardinali; da uno di essi sboccia, un altro piccolo corno, che cresce a dismisura, contro pur milizia celeste, trascina giù dal cielo, un terzo delle stelle, precipita su terra; immagini e colori, rivisitan la storia, di politici mutamenti, cui Tartaria ha fatto spese, il montone è Gran Tartaria, con due corna unite, uno va più alto, conquista il predominio. Il capro incarna invece, mondo anglosionista, un solo grande corno, spezza le due corna, ma al culmine potenza, si rompe tale corno, subentran quattro corna, ovvero i generali, che dividono impero, poi da uno di essi, spunta un persecutore, che perseguita Ebrei, e la milizia celeste, getta a terra una parte, come stelle giù dal cielo, volto contro san Michele, che è capo di milizia, cioè il sommo Sacerdote, gli toglie la funzione, nel Tempio e nel santuario. |Geremia lamentazioni, avverte Giuda regno, imminente invasione, da un conquistatore, un leone appostato, pronto a ghermire preda, alzate un segno a Sion, fuggite senza indugio, da settentrione arriva, sventura gran rovina. Il leone da boscaglia, è distruttor nazioni, fuor di sua dimora, reca desolazione, città saran distrutte, non restano abitanti, sui monti ci ha inseguiti, in deserto ha teso agguati. Leon con ali aquila, è impero UK e Usa, muta da felino a uomo, perde parte strapotere, preparando sua sconfitta, da parte successori: quattro venti del cielo, si abbattono impetuosi, da stelle del Leone; poi da Orsa Maggiore, a est era la Lince, e termina in Dragone, quattro immagini celesti, leone orso leopardo e drago. Apocalisse rivelazione, è gener letterario, diffuso anche ai Cristiani, Apocalisse dei vangeli, Marco Matteo Luca e Paolo, Gesù inizia a dire loro: guardate nessuno v'inganni, molti verranno in mio nome, e inganneranno molti; e quando sentirete, parlare di guerre, non allarmatevi, ciò deve avvenire, ma non sarà la fine, si leverà nazion nazione, regno contro regno, terremoti sulla terra, pandemie e carestie, principio dei dolori, fratello contro fratello, padre contro figlio, figli contro genitori, sarete odiati da tutti, a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato, sino a fine sarà salvato, in quei giorni tribolazione, dall'inizio di creazione, fatta da Dio sino a oggi, il Signore abbrevia i giorni, a motivo degli eletti, allo scopo di salvare, le sue anime fedeli. il sole si oscurerà, la luna sarà opaca, gli astri van cadere, i cieli fanno cataclisma, allor vedranno il Figlio d'uomo, venir su nubi con potenza, manderà angeli a riunire, i suoi eletti ai quattro venti, dalla terra fino al cielo, al suono della tromba, discenderà dal cielo, risorgeranno i morti in Cristo, e i superstiti rapiti, tra le nuvole ad andare, incontro al Signore, confortatevi a vicenda, con queste parole. |POEMA in quattro dimensioni, Giustiniano accompagna Dante, nel cielo mercuriale, per entrar ciel di Venere, sigillato dallo Spirito, quarta parte dell'uomo, con Corpo Anima e Intelletto, uomo è tetrade redento. Jung scrive in Libro Rosso: lo spirito del profondo, mi ha tolto fede nella scienza, e dedizione agli ideali, mi ha costretto a calarmi, in cose ultime e semplici, mi ha tolto tutte mie conoscenze, per servire il paradosso, mi ha tolto linguaggio e scrittura, per ciò che usciva dal servizio, di fonder senso e controsenso, a produrre un senso superiore, Uroboro tonda verità, serpente alato Quetzalcoatl, con artigli e corona, mentre Spirito senz'ali, senza artigli è la Materia, maschil femmina yin-yang, nessuno vive senza l'altro, e custodiscono al lor centro, lo scibile conosciuto, terra anello Salomone, cioè cintura equatoriale, costellazione del Serpente, trattenuto da Asclepio, figlio di Apollo medico, che sà resuscitare i morti. Serpente simbolo infinito, immortalità e metamorfosi, protettor delle stagioni, di salute e fortuna, lasciato libero a muoversi, segno regale sulle teste, ogni corona è un uroboro, Diritta Via tra due abissi, dell'alto e del basso, indica il peso nostre scelte, via Regia via Aurea, caput e cauda dell'Opus, compiuta in tre fasi. Ovidio narra della fine, di un feroce serpente azzurro, ucciso da Cadmo in tre fasi, prima lo schiaccia con macigno, ma quello rimane indenne, poi lo trafigge con la freccia, ma il serpe furioso lo morde, così trafigge con lancia, inchioda serpe alla quercia, Cadmo dopo sua morte, è trasformato in serpente, nella entrata aperta, al palazzo chiuso del Re, sta scritto quanto segue: apprendete su qual quercia, Cadmo infisse il serpente; se macigno è nigredo, freccia è volatile albedo, lancia punta è rubedo, e sconfitto il serpente, conquista la sapienza, Cadmo con Sophia, equivale Adamo ed Eva, che vivon separazione, dal mondo degli dei, a sue nozze con Armonia, figlia di Marte e Venere, gli fanno dono di Alfabeto, strumento di conoscenza, separandosi eremita, dal mondo degli umani. Dio Sole luce intelligenza, pietrifica il serpente, trasformandolo in strumento, di ricerca conoscenza, Sole che viaggia circolare, da EST fino a OVEST, e incide raggi a Terra, avvolge come serpente, intero ciclo d'anno, e ci invita a seguire in noi, il riflesso suo tracciato, e nella fossa dei Serpenti, Daniele affronta il Mistero, crocefissione asse polare, in movimento elevazione, verticale e orizzontale, due braccia in croce quadra, che Intelligenza coglie e ama. Dio nutre lo spirito, scrive Jung in Liber novus, disegna mandala jukurpa, che insegna Uomo nasce in croce, prigioniero oppure libero, in sue 4 dimensione: Dio mi chiama a entrambi i lati, sebbene vuole via di mezzo, dove inizia lungo cammino, Jung rivela in Libro Rosso, il suo sogno notturno, il suo incontro con lo Spirito, ci conferma che all'immagine, si risponde con immagine: Vidi nero serpente salire, strisciando lungo il legno croce, penetrò nel Crocifisso, per uscire trasformato, dalla bocca stessa a Cristo, ora di colore bianco, si attorciglia qual diadema, attorno a testa del morto, una luce irradia il capo, mentre a est si leva il sole, restai a guardare confuso, ma il bianco uccello su mia spalla, mi disse Lascia che piova, che soffi il vento e il fuoco bruci, che ogni cosa abbia sua crescita, lascia tempoal divenire, quando la via entra alla morte, tra putrefazio ripugnanti, la via risale dall'oscuro, ed esce da bocca che redime, e porta in alto il sole nuovo, redenzione forza umana, in lotta contro oscurità; nostra libertà sta in noi, pur se vincolati a esterno, libertà interior si crea, mediante il simbolo parola, che esce da bocca e non si calcola, ma si posa sulla lingua, come parola forte e urgente, che sale dal profondo Sé, parol appar stupefacente, irragionevole talvolta, ma la riconosci come simbolo, in quanto estranea a mente conscia. Al mattino leva il sole, e da mia bocca esce parola, pure uccisa freddamente, perché ignor sua redenzione, se invece accolgo la neonata, essa cresce e fà da auriga, parola è guida via di mezzo, che oscilla come la bilancia, parola è Dio che ogni mattina, sorge ai popoli e li guida, si rinnova in molte forme, pur compare acque notturne, in cui assopita se ne resta, e all'aurora si ridesta. FUOCO sapienza è gran Mistero, ben praticato dai contadini, che brucian campi perché, da cener nasca la nuova vita, questo sapere manca ai ladri, morir risorgere del REBIS, re-integrazione anima e corpo, maschile e femminile, Uomo e Divin cosmo, Rebis frutto nozze celesti, il DUE si fonde dentro l'UNO, nel ladro invece và in nessuno. Uno inizia dopo nato, intuir dualità di tutte cose, maschio e femmina giorno e notte, cielo e terra vita e morte, poi da unione di Uno e Due, nacque triade del 3, Padre Madre e Figlio, Corpo Anima e Spirito, dentro ai 4 elementi, Terra nutre e protegge, Aria consente il respiro, Acqua disseta e reca vita, Fuoco riscalda e apre la mente, al concetto della Luce; da unione Triade e Tetrade, nacque il 7 pitagorico, dentro la sfera alata, rosso verde e giallo, a indicar volatilità, di etere risultato, union del tre spirituale, con il quattro materiale, manifesta il sette sacro, union Divino con Umano. Transustanzia la materia, SOSTANZA muta sua NATURA, il piombo muta in oro, come il Dannato nel suo Dàimon, e il Dàimon nel Dannato, dentro la dimension del fumo, mentre Dante in artigli Aquila, eleva suo Spirito a Materia, e Ovidio poco comprende, con sua gnosi del serpente; quan parola ha forza Simbolo, oltre il segno letterale, agisce immaginale, sui sigilli Equatoriali, nella Candida Rosa, a Ovest Dante vide Mosè, il liberatore degli Ebrei, che alzò il Serpente bronzo, nel deserto della fede; a Est vide Giovanni, il Rivelatore dello Spirito, apocalisse rivelazione, ebbe immagini da cieco, del Trionfo dello Spirito, innalzò il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui, abbia la vita eterna, scrive in suo vangelo, noi ambasciatori al Cristo, Dio esorta a mezzo nostro, di riconciliarci a Lui, con lo Spirito vero, segreto di salvezza, scrive Paolo ai Corinzi, Xristos si è fatto peccato, colui che non avea peccato, affinché noi fossimo in lui, Beatrice canta tal parole, in Maria rigenera il Corpo, in Battista rigenera l'Anima, in Mosè rigenera lo Spirito, dopo dialogo sul Sinai, in Giovanni rigenera Intelligenza. |100 canti a dozzine, fan memoria del mondo, ogni triade punta senso, su un racconto parallelo, Aristotele è Agostino, tra imperatore e papa, tra guelfi e ghibellini, ogni canto contiene, universi paralleli, dobbiamo entrare ed uscirne, per annodar filo discorso, esempio è canto V Inferno, di Paolo e Francesca, lussuriosi che Virgilio, rimanda a Cleopatra e Marcantonio, Didone Enea e Semiramide, giardini pensili a Babilonia, Elena e Paride e Menelao, tre mele in guerra di Troia, son Tristano ed Isotta, Ginevra e Lancilotto, alla Tavola Rotonda, 18 versi in ipertesto, il cubo piccolo esce, mangia il grande e cresce, contenitore e contenuto, spesso cambiano di posto, come un ologramma affine, il Dante letterale, diventa alchemico e pitagorico, sufi mistico ermetico, Fedel di Amore e cataro, padrone dei linguaggi, pedagogici iniziandi, per urlar due profezie, di Beatrice e Cacciaguida, appuntamento coi lettori, che godranno dal poema, nutrimento come il Buiti. Beatrice è Isoga e dice: durante età di Acquario, Poema sorge a nuova luce, estetica ed estatica, dentro la stella di Barga, dentro la croce di Maria, astro polare in santo Daime, mira e guarda il testo, triade canti 99-100-1, Amor che move il sole e stelle, nel mezzo cammin di nostra vita, mi ritrovai per selva oscura, ho visto Dio ma ancor mi persi, folle coazione al ripetere, umanità ricade nella selva, tanto sale e tanto cade, nel primo canto uomo sol smarrito, vede la morte in faccia, e trema entro sua carne, nelle vene e nei polsi, grida Pietà a un fantasma, poi canto 99, siamo in Candida Rosa, una miriade di beati, una folla di destini, Pietro e il suo martirio, Adamo col suo errore, Anna col suo amore, ama Maria splendente, e milioni di bambini, che parlano e cantano, con voce infantile, a Mosè e Giovan Battista, folla di uomini e donne, vecchi e bambini, che da Beati incarnano la loro, parabola umana, nel canto 100 un uomo solo, per grazia sale agli immortali, solo col mister di Dio; uomo dentro il corpo umano, cerca bellezza e perfezione, dentro al carcere di carne, destinato a putrefazione, dentro questa fragilità, tra paur dolore e malattie, Primo Sigillo è corpo. Inferno si apre con il cerchio, di Lussuriosi sotto Eros, Purgatorio invece chiude, con Lussuriosi nelle fiamme, della erotica passione, poi si alza un alto muro fuoco, attorno ai tre Poeti, che devono passarlo, per raggiungere Eden. Fuor di fiamma stava riva, canta beati mundo corde! in voce molto viva, più non si va se pria non morde, anime sante entrate in foco, al cantar di là non siate sorde, io divenni quando intesi, colui che nella fossa è messo, in su le mani mi protesi, guardo il foco e imaginando, corpi umani visti accesi. Virgilio volge e dice figlio! qui è tormento ma non morte, se in fiamma stessi mille anni, non avrai un capello calvo, e se credi io t'inganni, avvicina al fuoco e prova, con un lembo di tua veste, Coraggio via il timore, abbi fede ancora in me, volta da questa parte, entra sicuro in fuoco, fatti fede in lei che odi. Dante sordo a ogni richiamo, fermo pur contra coscienza, quan mi vide fermo e duro, turbato un poco disse, rifletti figlio mio, tra Beatrice e te è tal muro. Angelo fuor fiamma, canta Beati i puri cuore! e appena fummo avvicinati, disse frasi della purga, anime sante andate in alto, sol se fuoco qui vi brucia, entrate in esso e ascoltate, avvinghiati a questo canto, che udrete da altra parte, allor quando lo sentii, divenni Daniele nella fossa, raggelando di terrore, protesi mani giunte avanti, pensando al fuoco con terrore, e a corpi umani già bruciati. Virgilio tocca tasto amore, che anima ben smuove, oltre il muro sta Beatrice, come bimbo vinto da promessa, di ricevere buono frutto, o Priamo taglialegna a Ostia, al nome Tisbe aprì ancor gli occhi, in punto morte la guardò, ora il GELSO apparve rosso, da allora i frutti gelso, son psicoattivi del suo pianto, dentro al fuoco pensa al fatto, prega Stazio a venir retro, tanto il caldo dello incendio, mi sarei buttato in vetro, incandescente a rinfrescarmi, mio dolce padre mi conforta, sempre parla di Beatrice, dice già vede suoi occhi, e una voce ci guidava, e cantava d'altra parte, noi attenti sempre a lei, venimmo fuori dalle fiamme, Luce angelo li chiama, benedetti al Padre mio, affrettate il vostro passo, finché occidente annera, và sole e viene sera. Facemmo in tempo a salire, pochi gradini del monte, dove ruminan le capre, guardate dal pastor, poggiato sul bastone, e il mandriano che pernotta, accanto al suo bestiame, la notte oscura tutto, ognuno fece suo giaciglio, io simile alla capra, loro simili ai pastori, io in forma di animale, loro spiri in forma umana, come pellegrini infreddoliti, addormentati sui gradini, in attesa nuova alba, dopo cammino diurno, si fan vincere dal sonno, mentre riflette e osserva stelle, nel segno dei Dioscuri, anima trema trepidante, attende sogno realizzare, dopo tormento Fuoco Amore, si acquieta alla speranza, che move il sole e stelle, e Virgilio oltre ragione. Sonno apporta profezie, in cui Venere mattina, apparve a oriente del Leunar, giovane e bella in sogno pare, sembra splender primo raggio, di foco amor sempre ardente, coglie fiori e canta nome, sono Lia e movo intorno, a farmi una ghirlanda, per piacermi allo specchio, mia sor Rachele mai si stanca, di specchiarsi tutto il giorno, ama vedere suoi begli occhi, quanto io amo agghindarmi, lei appagata dal guardare, io lo son dall'operare; sul monte Purgatorio, Dante usa due conoscenze, Castore domina l'azione, curiosa in scienze e saperi, mentre Polluce domina, sua conoscenza passiva, un inconscio contemplare, onirica visione, staccata da ragione. Dante rumina nel sogno, le visioni in Purgatorio, da cui assorbe conoscenza, sotto Vener luce amore, dolce muscia Lia canta, profumati fiori coglie, i Dioscuri in Addio, han concluso la missione, lo salutano con garbo, trasformando in belle donne, Lia-Castore e Rachele-Polluce, attiva una contempla l'altra, ripetendo in altra forma, l'addio dei Centauri, trasformati in salita, in Catone e Manfredi. Re unito alla Regina, reca vita al Rebis, uomo intero completato, nel sogno celebra le nozze, della luce ed ombra opposti, e sotto i piedi schiaccia il Drago, Mercurio e terra ancora impure, ancorate agli elementi, mette le ali di colomba, sacra a Venere nel volo, per salire allo Spirito, presagio a incontro di Beatrice, la donna del REBIS: Luna è ragion riflessa, Sole è ragione riflettente, nel Rebis sono unite, alla luce di Mercurio, regista Filosofale. Pizzicate corda 36-61, la mente appare visionaria, attinge cosmo intelligenza, ascoltate vibrazione, sonora intensità di Amore. |Fedel d'Amore giura fedeltà, allo Spirito totale, essere immobile e quieto, che lascia tempo al divenire, seguono amor di Maddalena, che amò lo Spirito Incarnato, gustò Cristo nella carne, nella prima eucarestia, lutto di Cadmo e Armonia, di Iside per Osiride, di Maria per Gesù, hanno un legame molto stretto, umano irrompe nel divino, solo se il divino irrompe, nell'umano a dar estasi, suprema in canto cento: quan Spirito si fà Carne, Maddalena si fà Spirito, ecco il Grande Segreto, dei Fedeli d'Amore, il mistero dei due amanti, riempie il vuoto di ciascuno, elevata forma Amore, che da sua labbia par si mova, un Spir soave pien d'amore, è lo Spirito che si fà Carne, tra rabbini sufi e sadhu, e sciamani Golde e andini, il divino irrompe umano, e umano irrompe nel divino. Questo segreto incarna Maddalena, donna-serpente fuoco sacro, nei suoi lunghi capelli, riconosce Cristo come il Re, coi suoi balsami profumati, preconizzando il sacrificio, prevede cura al suo cadavere, che per tre giorni veglierà, nel suo sepolcro a lei Risorto, noli me tangere per ora, anima al Cristo dice Jung, Gesù animus a Maddalena, lei è l'umano che irrompe, nel divino e viceversa, prende il peso dello Spirito, per uman conciliazione. Maddalena è intera umanità, e ogni poeta è Maddalena, follemente innamorato, di un puro Spirito Ayami, che s'incarna temporaneo, e da sue labbra move soave, pien d'amore dice all'anima, sospira Cristo in Giglio e Rosa, io tuo Gesù e tu Maddalena, umanità che si fa Spirito, in stesso istante si fà Carne. |Essere e Divenire, sono stessa cosa, orizzontale Eros Thanatos, Amore e Morte sulla Terra, dalla Fossa dei Serpenti, si innalza Croce Eros divino, Divino Amore di Maria, Maria e Battista in verticale, progetto di Dio sugli umani, Mosè e Giovanni orizzontale, progetto umano sugli umani. Dante sposo spettatore, assiste al suo matrimonio, Sposo fradicio bagnato, frastornato e muto corpo, nelle mani delle ninfe, che lo muovono a piacere, registe di un evento, parte angelica di Dante, può congiungersi a Beatrice, il Poeta guarda i suoi occhi, ma la Donna non lo guarda, da occhi anima entra ed esce, sguardi cercati e bramati, offerti e sofferti, incrociati e donati, negati e deviati, traditi e sognati, fitti nodi del dio Amore, in Cielo celebrati in occhi. Beatrice guarda occhi al Grifone, custode divino del destino, il Grifone affonda occhi in Beatrice, nel riverbero smeraldi, nel reciproco rispecchiamento, si consuma un Amore, ancor mai consumato, come in specchio sol, la doppia fiera vi raggiava, e nell'idolo suo si trasmutava; due nature riflesse, la umana e la divina, lettore pensa mia meraviglia, quan vidi Grifone trasmutarsi, nella immagine riflessa! mentre mia anima in stupore, lieta gustava quel cibo, che saziandola la rende, sempre più assetata, altre tre donne fatte avanti, ballan loro danza angelica, come sole che si irradia, dentro gli occhi di Beatrice, che muta sue nature, da aquila a leone, e da leone ad aquila, da uomo del cielo, a uomo della terra, doppia natura e passione, Grifon d'Amore ama sua amata. Dante guarda la visione, con anima stupita, Unione Sacra e Trina, da Ovidio pur narrata, Vulcano scopre sua sposa, Venere ama Marte, li imprigiona in rete d'oro, poi chiama tutto Olimpo, e tutti i Pianeti testimoni. Tutti con anima stupita e lieta, compreso Vulcano stesso, sono estatici ammaliati, Mercurio immagina esser Marte, che armato guarda spalla, del vecchio Saturno, suo doppio che stima. Beatrice volgi occhi! a ognuno tuoi fedeli, che han mosso tanti passi, per viver tua presenza, per grazia tua concedi, svelare tuo sorriso, splendor di viva luce, sott'ombra del Parnaso, che ha l'acqua di poesia, rivesglia kundalini, con anima passione, incontro Siva e Sakti, espresso in Dante e Tantra, Beatrice amò suo Dante, di smisurato amore, al di là mondo terreno, ama il suo destino, dàimon del suo amato. Le Grazie ora invocate, fan conclusione rito, Beatrice adesso basta! guarda il pellegrino, che ha fatto tanto strada, mostragli tuoi occhi, assieme al tuo sorriso, iride in sette cieli, con bocca sorridente, splendor di luce eterna, canta Omar Khayam, nel Vino rubiyat. Abbagliato da Beatrice, come un sole in faccia, intervenne la dea Grazia, a distogliere mio sguardo, verso la sinistra, e la facoltà visiva, mi fè restar sen vista, attesi che occhi miei, ritornino a vedere, corteo che và a ponente, e i 24 vegliardi, sfilando avanti a Dante, alla destro di quel carro, con Stazio e con Matelda, giunsero al tramonto, presso Albero Conoscenza, da cui furon cacciati, i primi Adamo ed Eva. Sentii tutti mormorare, il nome di Adamo, accerchiati ad una pianta, senza fronde e ramo, tanto era sua altezza, ammirata dagli indiani, Beato sei grifone, che non laceri col becco, esto legno dolce al gusto, che al ventre dà dolore, radice Iboga sembra, sotto albero robusto, e gridan gli altri intorno, poi parla il grifon doppio: così si conserva, il seme di ogne giusto, fondamento di giustizia, ora lego il carro che ho trainato, ai piè di un alber secco, lo lega a esso con frasca, e quello rifiorisce, come noi facciam con rose, a inizio primavera, nel segno dei pesci, si fan turgide e novelle, rinnovano i colori, pria che sol va in altra stella. Si alza un altro canto, su quell'albero fruttato, Dante poi capisce, è del tempo primo Adamo, quan parlava dritto a Dio, il Poeta si addormenta, davanti simile prodigio, segnale di una tappa, iniziatica a venire, mimesi di morte, che recupera energie, per incontro con Dio, davanti a ai nostri occhi. Al risveglio Dante trova, Beatrice là seduta, su radice accanto al carro, come fosse sua guardiana, il corteo è tornato in cielo, insieme col Grifone, resta Matelda e sette ninfe, che hanno in mano sette fiamme, i sette cieli dei pianeti. Beatrice invita guardar Dante, in pro del mondo che mal vive, al carro tieni gli occhi, e quel che vedi tieni scritto, riporterai quan torni là. Io devoto ai suoi comandi, volsi mente e occhi al carro, a vantaggio del Mondo, che vive nel dolore. Un lampo scese rapidamente, più veloce di una pioggia, da quel confine più remoto, vidi calar uccel di Giove, Aquila giù da sfera fuoco, porta seco Arco di Fuoco, ruppe scorza di alber sotto, e fiori-foglie appena nate, colpì il carro con gran forza, che oscillò come una nave, vinta da onda or poggia or orza, nella tempesta quà e di là, messaggio di Aquila in picchiata, Dante scrive nel Poema, per le caprette in dolo o meno, tutte intendano bene, è la Giustizia Divina, che arriva nei canti, 85-86-87 Paradiso, Ciel di Giove e Spiri Giusti, arco di fuoco è arco reale, supremo punto iniziazione, in tanti modi declinato, fusion di Spir divino-umano, si avventa su albero rifiorito, corteccia foglie e fiori, poi colpisce forte il carro, ondeggia a oriente e ponente, come a origine del Tutto, divin giustizia al primo Adamo, a ricordar disobbedienza, fece albero essiccare, poi si avventa sul carro, ricordando inizio esilio, che portò dolore al corpo, detto pur ponente, e allo spirito od oriente. Dante anticipa Giustizia, già nel canto 63, quan vede carro e corteo, più bel del carro Sole, con Fetonte suo nocchiero, allor da Giove fu combusto, per orazion Terra devota, Giove ascolta sempre il giusto. |Beatrice dilegua dubbi a Dante, nel suo complotto tra due selve, Inferno-nordovest e Eden sudovest, nel lungo volo o camminata, motiva il viaggio Grifon d'oro: perché venirvi o chi il concede? Io nè Enea nè Paulo sono, me degno così, se a te io m'abbandono, spero mio viaggio non sia follia, Virgilio caro or non ragiono, e per novi pensier cangia proposta, ho cambiato idea a nuovi pensieri, sicché recedo e tutto tolle, tal mi fec'io in oscura costa, perché pensando consumai impresa, che fu a inizio tanto tosta. Virgilio narra allor di Beatrice, scesa nel Limbo a chieder soccorso, Io ero tra quelli presso Ailanto, e mi chiamò donna beata e bella, tal che a comandarmi io la richiesi, lucevan suoi occhi più che la stella, e cominciommi a dir soave e piana: oh anima cortese mantoana, cui la fama ancor nel mondo dura, l'amico mio e non della ventura, è poeta intenso che mi ha tanto amata, sul pendio diserto appare impedito, nel suo cammin s'è voltato per paura, e temo che non sia già smarrito, ch'io sia tardi al soccorso mossa, a quel che di lui nel cielo ho udito, or movi e con la tua parola ornata, e con ciò che serve al suo campare, aiuta Dante ch'io sia consolata, Io son Beatrice e ti faccio andare, vegno del loco ove tornar disio, amor mi mosse e mi fa parlare, quando sarò dal Signor mio, loderò il tuo nome davanti a Dio. Maria gentil nel ciel compiange, a questo impedimento ove ti mando, sì che tal giudicio lassù si frange, Maria chiese a Lucia suo dimando, or ha bisogno di te il tuo fedele, e io a te lo raccomando, e Lucia nimica a ogni crudele, si mosse e venne dov'io era, dove sedea con antica Rachele, disse Beatrice loda di Dio vera, perchè non soccorri quei che t'amò tanto, ch'uscì per te dalla volgare schiera? non odi tu angoscia del suo pianto? non vedi tu la morte che il combatte, su fiume ove neanche il mar ha vanto? Maria complotto di amorevol mamma, che si accorge di un figlio, in pericolo di vita, chiama Lucia intellettiva, e Custode del Purgatorio, raccomandandole il suo Fedele, come Ailanto che s'innalza, da terra fino al cielo. Lucia scende al terzo grado dell'Ailanto, al Cielo dei Giusti dov'è Beatrice, custode di nos destino e Spirito, che scenda al Limbo a cercare aiuto, di un Poeta filosofo e pitagorico, quinto grado ai Misteri Eleusini, sacerdos et dux pastorale, che dovrà curar Dante mentale. Dante diventa figlio a Beatrice, come ogni banzi figlio a Banzioku, Anima amante del suo Spirito, e discepolo a Sofia ragione, in quattro forme d'Amore, dove Beatrice non và mai persa, Dante ringrazia senza dolore: oh donna in cui la mia speranza vige, e che soffristi per la mia salute, in inferno lasciasti tue vestige, se tante cose quant'io ho vedute, dal tuo podere e da tua bontate, riconosco grazia e la virtute, Tu m'hai da servo tratto a libertate, nella penombra di un fuoco, torcia a tenebre del mondo, per tutte quelle vie e tutti modi, che di far ciò avei la potestate, la tua magnificenza in me custodi, sì che l'anima mia che resi sana salva, piacente a te dal corpo si disnodi, si separi dal corpo in tuo stato di grazia; soffristi per mia salute, è fù salvezza del Corpo, conquistai la Sophia, tue cose io ho vedute, mi Anima affrancasti, dalla schiavitù mondana, tua magnificenza in me custodi. Un angelico sciame d'api, succhia il nettare in amor di Dio, per farlo miele tra i Beati, eterna produzion di amrita, il canto Empireo è del Diamante, in cui Alighieri sempre ci invita, a contemplar la trasparenza, di chiara Luce Amor essenza, mentre tutti i dolori, nascondere da amor deviato, per eccesso o per difetto, o bersaglio non giusto. Dante è soddisfatto, e vuol saperne di più, ché se amor è fuor noi offerto, e l'anima vi è sempre diretto, se và dritta o torta, o se agisce giusto oppur sbagliato, non è sua colpa o merito: i bambini aman d'istinto, come le api fanno il miele, da adulti cambian regole gioco, perché si acquista la libertà, dono dei Dioscuri liber arbitrio, permette la scelta salir discesa. Terra ed Empireo, paralleli in ipercosmo, Candida Rosa che si espande, sboccia al centro di Empireo, col fiore verso l'alto, e petali che allargano, verso angeliche gerarchie, che la uniscono e separano, contemporaneamente a Dio, e come API van nutrirsi, di miele in sogno a Dio, per darne poi ai Beati: in forma candida rosa, mi si mostra milizia santa, che Cristo a suo sangue fece sposa, santa schiera dei beati, mentre schiera di angeli, volando vede e canta a Dio, gloria a colui che la nnamora, e la bontà fece splendente, come schier d'API che s'infiora, poi fiata e torna in alveare, là dove labor suo s'insapora, dal nettare fin miele, scende alla rosa dei beati, che s'adorna in tante foglie, per risalire fino a Dio, dove suo amor sempre soggiorna; facce tutte avean di fiamma viva, e ali d'oro e vesti bianche, che nulla neve può eguagliare. Quando scendean nella rosa, porgevan miele banco in banco, spezia di pace ed ardore, in tutti i seggi dei beati, e carità acquistan volando, sbattendo le ali e loro veste, ventilando il loro fianco, tra sopra il fiore e l'empireo, moltitudine di angeli, non impediva la visione, ché luce divina è penetrante, secon ch'è degno nulla ostante, a capacità di recepirla. La trasparenza della luce, tra Empireo Angeli e Beati, encantos de luz in movimento, e beati luce nella quiete, bagliori addensano e diluiscono, manifestano Candida Rosa, sol per farsi veder meglio, dagli occhi di un mortale, nel Paradiso punto più alto, della Rubedo fin Diamante, ch'è trasparenza della Luce. Beati scesi a orbite Cieli, per far comprendere a Dante, le Gerarchie di ananda, ma loro sede è il Diamante, in Empireo tornati tutti, espandendo calice divino, e formando petali rosa, eter che move ogni cosa. Empireo genera calice fiore, e nel cielo Stelle Fisse, si espande in otto petali, otto punte stella interna, in questo cuore della rosa, si trovano Maria, Pietro a sua sinistra, e Adamo alla sua destra, le due radici della pianta, che coincide con il fiore; da Dio proviene Umanità, del Cristo Adamo e Cristo Pietro, il primo venturo e l'altro venuto, punto centrale e circonferenza, alfa e omega radice e fiore, punto vicino e più distante; nella mente dei pittori, Maria è sui petali più esterni, che giungon fino a Cielo Luna, il più lontano da Empireo, gerarchie angeliche speculari, e simmetriche alla rosa, Cuor di Rosa ottagono, otto petali principali, del Cielo Stelle Fisse, con Pietro Giovanni e Lucia, di fronte a Maria, convengono i beati, tribuna d'elezione, circonda il cielo serafino, primo Mobile cristallo, dentro un cielo adamantino, da cui diparton sette cinture, di petali più ampie, che nutron sette cieli; ai piedi Maria siede Eva, nel cielo Saturno età dell'Oro, anche Cielo dei Contemplanti, Rachele moglie di Giacobbe, richiama Giove e i Giusti, Sara moglie di Abramo, richiama Marte e i Militanti, Rebecca moglie di Isacco, richiama Sole e i Sapienti, Giuditta uccide per amore di suo popolo, richiama Venere e gli Amanti, Ruth vita al servizio d'Altri, chiama Mercurio e gli Attivi, e sotto il soglio di Anna madre, siedon sei donne ebree, grandi madri e custodi soglia, che separa i petali e il Tempo, in prima e dopo Xristos. Beatrice è una presso Rachele, nel terzo grado Spiriti Giusti. storiaNC_andronico-zar-decreto.movaudio
||Gesù infine disse, Tutto è compiuto, tetelestai, non lasciò nulla in sospeso, è già successo TUTTO, resta solo stabilire, se umani voglion decidere, restar orfani di Spirito, abbracciando thanatos, o ser riconciliati, abbracciando eros; se usare conoscenza, informata a eros virtù, oppur thanato orgoglio, se percorrer Via di Amore, oppure via dell'Odio, se seguir la Libertà, liberandosi da mutilazioni, o restare mutilati, qualsiasi strada prendano, il finale è stato scritto, superando oppositorum, Cristo e Serpente sono uno. Gesù è resuscitato, come modello a viver vita, di valori e intelligenza, oltre chiesa o teologia, Lui incarna un nuovo modo, nuov'etica più sottile, senza fraintendimento, oggi a conoscer sua visione, serve una chiave al mondo, che Lui ha rivelato, per umani ancor fiorire. Cristo irradiazione, dal centro della sfera, carica sua Grazia, in tetelèstai progetto, il SACRO è recinto chiuso, difeso bene a ingresso, ai profani interdetto, da geometria imponente, a difendere il più sacro, umano apprendimento, questi kambo san Michele, in 4 coppie di canti, distanti 50 fra di loro, preservan suo poema, una Commedia giullarata, che mantenne suo segreto, ingannando esegeti e censori, celando alto sberleffo, nel canto 23 ci parla, di Ipocriti e ipocrisia, anime dannate in sesta bolgia, che lentamen camminano, sotto cappe monacali d'oro, fuse nel piombo che grava loro, da cui nasce la parola, upò/ipogeo vuol dire sotto, crisos vuol dire oro, sotto ipocriso si nasconde, il peso del malvagio. Se molti perdono talenti, compagni di esistenza, atleta il Centauro, guerriero il Dioscuro, il saggio adulto Grifone, e Spirito anziano di Aquila, sapienza sotto il fiume, che osserva i bimbi sacri, una magia del Cristallo, presenza dello Spirito, eresia è libera scelta, rispetto a dogma imposto, che nel canto 75, si irradia a 87 e 99, nella Candida Rosa, in cui Traiano e Rifeo, sono salvi pur pagani, perché il lor destin giustizia, li accolse tra i beati, mentre in canto 99, i bambini sono collocati, ai diversi gradi della Rosa, secondo il destino lor previsto, dal daimon lor custode: te ne puoi accorger per li volti, e per le voci puerili, se tu li guardi bene e ascolti, pur dubitando stai in silenzio, io scioglierò i tuoi pensieri, dentro l'ampiezza di questo reame, casual cosa non ha sito, nè tristizia sete o fame, poichè eterna legge ha stabilito, ogni cosa anello al dito, corrisponde al volere divino, così queste anime bambini, che sono morti prematuri, siedon diverse altezze, diverso grado beatitudine; diversità che trionfa, nel Regno di perfezione, per angeli custodi, di vite non vissute, ma poi il tempo grazia venne, nuovi scribi teologia, sanza battesmo in Cristo, tal innocenza in limbo ritenne. Limbo invenzione umana, Dio possiede anche le cose, nella storia mai accadute, destino umano potenziale, aristotelico linguaggio, ciò che vien da Dio diretto, causa prima è perfetto, ciò che viene da Umani, causa seconda è imperfetto. |Storia Cristo infinita, in triangolo 44-74-12, ingresso al basso Inferno, poeti affrontan frana roccia, creata da terremoto, causato da ingresso Cristo, in Inferi tre giorni, prima di risorgere: così prendemmo giù dirupo scarco, di quelle pietre moviensi, sotto i miei piedi a novo carco, Io pensando a tal ruina, guardata dall'ira di Minotauro, che Virgilio ammansii e spense, e così a Dante fiata, io già discesi qua in basso inferno, questa roccia ancor non cascata, poco prima che venisse Cristo, che gran preda levò a Dite, levò spiriti dei patriarchi, e da tutte parti valle fetida, tremò ogni parte così pensai, che universo sente amor, per Empedocle Amore irrompe, e tutto entra nel Caos, in istante roccia crollò, il divino irrompe umano, e umano irrompe in divino.

304:Mitombo mya obaka: heyong me nga dziba, Tara oh me dziba, Nzamè oh, la gentilezza partorisce amore: Olenda re di Eshira, duChaillu descrive, mi invia 2 messaggeri, col kendo scolpito, 2 visi reale emblema, di preti sacra sfera. Suo nonno Yondogowiro, pur capo religioso, dei Galwa del Gabon, santuari di selva, vegliardo che omaggia, alzando da piroga, braccia ai pellicani, agita kendo rosa. Principe BIRINDA, clan di Boudieguy, della tribù di Eshira, nato a Malongouvala, città reale clan, del padre Boundinga, prende suo cognome, da madre matriarcato, e da nonna materna, chiamata Moungongou, al Buity è inviato, lo affida ai gran Moussombi, a iniziarlo ai misteri, Moussombi è grado primo, Missoumbi nel plurale, mantien tutti segreti, dopo vine Nima na Kombo, poi Nima infine Bandji. Buiti è sacerdozio, religione scuola e scienza, un buitista cura corpo, anima e spirito, crede in Dio teologia, donna è sempre culla, madre di ogni società, educatrice primordial. Nyemba è buti femminile, aiuta padroneggiar, natural sensualità, in donna buon misura, donna Nyemba a suo marito, concede solo a notte, atto amor segreto, poichè ama avan tutto, misticismo a mezzo canti e danze. Mouniambi fil de Dieu, è scuola sacerdoti, forma preti e curanderi, vien da Muana ovvero infante, Niambi è il divino, infante Dio o fil di Dio, capo ad intronare, o detronare i vari re, con sua parola legge. Muniambi vuol dieci anni, scuola di sapienza, anche fin ventanni, mostra akasha luce astrale, unione Kombè e Ngonde, da cui nasce Verbo eterno: Mbumba nioga divanda, creatura e creatore, serpente di creazione, plasma elettricità, detto Kaki tra i Muniambi, Mbumba è kundalini, suo feticcio è interdetto, a Buiti e caste iniziazione, sol Moussombi sa gestire, sen pericolo Reale. Birinda tra due mondi, lo visita Dintsouna, lo spinge a viaggiare, su mari e su terre, è sua sposa celeste, sorella figlia e madre, ovunque lo istruisce: studia ai missionari, verso 15 anni, diventa sagrestano, un giorno intende voce, uscir da tabernacolo, Pengui reliquiario, inizia pellegrino, Libreville e Gomè, presso gran Moussombi, MBombe Moutindi, poi viaggia in Nigeria, dove è spinto dalla Dea, studiar 52 tarocchi, linguaggio universale, a interpretare il Buity, che lui trasmette al mondo, a Ibadan fonda tempio. Dinzona è Dissumba, primo buiti inizio tempo, uscita dal respiro, Mokoku Kandja Muata Benga, esistenza luminosa, Etere di luce, figlia della notte, dai seni esce Minanga, ai Ghedi bimbi-lampo. Dintsona parla in lui, nei viaggi Africa e Francia, da anno 1948, quando nasce il Gabon, torna Nigeria in 50, a suo tempio di Ibadan, subisce complotto, da uno dei suoi vice, che vuol gestire tempio, soffre e vince causa, nel tribunal Nigeria, perdona suo aggressore, poi nel 60, è nel primo governo, di Leon Mba in Gabon. Birinda scrive libro, sintetico e chiaro, su Buiti e Nyemba, devota iniziazione, Dinzouna intermediaria, come Ayami in Asia, detta Muatu Benga, Dea bianca luminosa, Tibet e Gabon, due centri religiosi. Genesi africana, in 52 settimane, Tarocchi etiopi egizi, Tebe Delfi Alessandria, Birinda narra scienza, in 4 stadi progressivi, Ammissione e Teoria, Esercizi e Pratica, in 4 gradi ruoli: Banzi mangia e vede, mentre Nima sà, Nima-na-Kombo pratica, con musica e diboga, svela i nove corpi, legati a 9 sfere: nel corso letargia, Banzi entra in contatto, con 9 sfere chakra, fà viaggio dantesco, bianca luce appare, Dinzona Banzioku, Beatrice saggezza. Banzi quan risveglia, informa iniziatori, a mezzo lingua Itsogo, maestro ascolta bene, a trovar corpo svegliato. Banzi vede ma, ha bisogno di studiar, segreti di natura, poi sperimentar, paga quei segreti, narra la canzone: Na gu keba mongo nu sumbakà. Nima iniziatore, sà fondare mBanze, scuole dei misteri, cosmo in miniatura, come albero arancio, nato da seme, il grande riproduce, da contenuto a contenitore, da bimbo ad adulto, essenza in vari climi, vuol nove sfere cosmo, come 9 porte del Cielo. Dio impregna uomo, con soffio di sè stesso, come seme di limone, embrione albero intero, Uomo pure è seme, soffio del creatore, opera di Volontà, terra è suo frutto. Ngombi lira sacra, dà melodia Mikinga, risuona corde interne, cioè i chakra di Maguango, si sveglia allora M'bumba, Kundalini che monta, dentro albero Montonga, fino al ramo rispettivo, alla nota dominante: tre frutti messi in gioco, son cuore di Dinzona, cervello Prince Solare, e il sesso di entità. Arpa è modello, di albero di vita, donato Adamo ed Eva, per accedere a sfere, a mezzo loro sensi, e ritrovar sentiero, in tutte le esistenze. |1 Prima Esistenza, Mukuku Kandja creatore, Spirito di Spiriti, appare solo eterno, nella notte dei misteri, Muko na Suma, maestro di ogni cosa, divien Givanga Vanga, creatore senza fine, contenuto e contenitore, si divide e si riunisce, diversi aspetti di lui stesso, anima creature, colori e dimensioni, genera Muanga Bendah etere, saggezza amore e giustizia, poi è Ntsambi Pindi, maestro dei destini, poi è Kumu Tsengue, sovrano dei mondi. Mukuku Kandja al quarto giorno, soffia nella Notte, genera Dinzona, principessa bianca luminosa, nera figlia della notte, Kundi guilalale, asessuata tiene in mani, Kombe sole e Ngonde luna, ha due seni latte e sangue: risveglia e mette in moto, atomi in più forme, acqua cristallizza, primo soffio protoplasma, seme forza di volontà, pronto a germinare, in tutta la creazione. |2 Esistenza, nasce ordo cosmo, movimento di atmosfera, detta etere Dimungui, protoplasma oceano e acqua, essenza di Dinzona, che genera qualità, quantità spazio e tempo, a limitare i contenuti, che abitan pianeta, senza confusione, Dinzona incarna trinità, Tayi Ngouyi e Muana, Padre Madre e Figlio. Atmosfera si separa, Alto Esteso e Profondo, Dinzona scegli casa in alto, a nutrir tutti abitanti, Kombe sole e Ngonde luna, ricevono missione, dirigere i pianeti, svegliare i sonnolenti, a cantare in armonia di sfere, inno sacro a dei e dee. Dinzona è Nguy banani ne Bundembe, madre di saggezza, incarna madre-notte, Arco in cielo e 7 chakra, Legge di armonia. |3 Esistenza, Mukuku Kandja è giorno Niangu, Madre-notte Dibety vasta, Dinzona unisce kombe e ngonde, nasce principe solare, che allatta ed irrora, a mezzo dei suoi seni: Titè te Kombe, Mamè tè Ngonde, Maganga kanda tè, na ngade a bimba tè, na giungo, a viga tè nguii, guipobo a bakè, go time Ngonde, a Baka go Pindi dinga, a viga go ngongoùa Mitovè, Mukuku pèpè kumu tsina. Principe solare, Muana kumu mukuku kombè, è giorno della terza esistenza, come Dinzona è giorno della prima, ma è notte della seconda, riceve da Dinzona, corona dei tre mondi, e imperio a coronare, Dei cadetti li a cantare, Dinzona vergine eterna, ascolta inni melodiosi, porta i due sessi nelle mani, Kombe e Ngonde, lei nata dalla unione, di Mukuku Kandja con la notte, or fa unire Kombe e Ngonde, cui nasce principe Solare, verbo oracolo di Dinzona, da cui nascono gli Dei. Dopo nate le progenie, emergono disobbedienze, Dei divergono con guerre, contro Principe Solare, alcuni restano indecisi, neutrali tra i due campi, ordo vien turbato, infine guerra è vinta, e primo tempio viene eretto, a gloria verbo divino, con culto adorazione, con un inno di allegria, salute verbo eterno! Tu esprimi nos pensieri, tu che penetri nos cuori, la cui musica ci pervade, Gloria onore e grazia, a colui di cui sei forma, gloria a Mukuku Kandja, Muko Na Suma Givanga Vanga, Muanga Bendah Nzambi Pindi, Kumu Tchengue, eterno senza inizio e fine. Dei nel tempio fecer Leggi, su tavolette primo libro, conformi a Dinzona legge, amor giustizia e misericordia. Nasce orda sacerdotale, per tempio e celebrazioni, preti di Dinzona, Verbo eterno e soffio Kandja. Dinzona è madre notte, cioè Mukuku Cangia stesso, Padre spirito onnisciente, adorato in trinità, Padre Madre e Figlio. Tempio e città santa, occupano quarto petalo, della Rosa Atmosfera, terzo petalo a Kombe e Ngonde, con Verbo principe solare, secondo petalo è per Dinzona, legge e modello di saggezza, primo petalo è dimora, corona di Kandja. Sacerdoti in quarto petalo, Dei nel quinto zefirot, detto Valle dei Re, al dieci abbiamo la frontiera, mentre i Dei ribelli, dal quinto espulsi e precipitati, nel mondo infero profondo, con ordine governare, la schiusura delle anime. |4 Esistenza, figli e figlie degli Dei, che innalzano palazzi, come loro Paradiso, uniti ad anime locali, sonnolenti in tale sfera, partoriscon semi-dei celesti, mentre di riflesso, nel mondo ombroso di basso, nascono semi-dei infernali, che alzan lor palazzi, nei petali tenebrosi. Abitanti di alto e basso, han paradisi opposti, così Etere popolata, da 4 razze elencate: Dei e figli-dei, semidei e anime, queste unite a semidei, dan vita a geni e poi angeli; angeli maschi detti M'bieri, sterili senza sesso, angeli femmine senza marito, rifugiano fondo acque. Al sesto giorno le 6 razze, si dividono in due clan, celeste e infernale, rivendicando monopoli di anime, ciò porta guerra ierarchia, che oppone clan di razze, resta fuori solo i geni, con le anime neutrali. |5 Esistenza, cataclisma della guerra, i due clan si affronteranno, su ogni petalo dal quinto, clan celeste vince infine, entra in paradiso sotto, mette fuoco e fa frontiere, smaterializza dei infernali, in varie forme di energia, ma queste forman mostro grande, che divora tutte fiamme, rompe le frontiere, e raggruppa dei smembrati, respinge clan celeste, oltre decimo petalo, quindi installa qui il su centro, Dei celesti salgon tempio, a quarto petalo riunione, chiedo pace di Dinzona, scendono poi settimo petalo, dove installa loro centro. Mukuku Kandja riempie Cielo, con nuvole luminose, pone acqua in mondo Esteso, e pone fiamme nel Profondo, dove lascia Dei infernali, mentre anime ripone, tra le acque in mondo Esteso, se qualcuno vuol cambiare, si deve allora trasformare. |6 Esistenza, Kandja in forma trinitaria, detta Givanga Vanga, stabilisce ierarchia, di contenuti e contenitori, divido Etere in tre regioni, ogni regione in tre sfere, ogni sfera in tre reami: region Celeste Estesa e Profonda, poi dota ogni reame, di un Kombe e di una Ngonde, quattro elementi ed una Legge. Givanga Vanga usa a modello, la celeste regione, primo reame è del Monarca, secondo è della Madre, terzo è del Figlio. I tre regni di seconda sfera, Dei e Angeli ed Anime, i tre regni terza sfera, figli di dio + orda celeste, poi architetti celesti, poi lavoratori celesti. Givanga Vanga designa, ogni Dio in ogni sfera, un re e un prete ogni reame, domina Cielo su altre regioni, poiché soggiorno di Dinzona, Cielo è capital del cosmo, abitanti qui estasiati, da luce suo splendore, ma fa scender tutte regioni, nettare ambrosia sue mammelle, musiche canti e poesie in ritorno. Sesoto giorno Principe solare, prende posto al suo fianco, sul trono gloria e maestà, tra inni di eternità, eco viaggia petalo in petalo, fin regioni infernali, passando regno intermedio, questo è ordine celeste. |7 Esistenza, regno Esteso o intermedio, Kandja dona un Kombe e Ngonde, poi divide acque in due, condensa acque alte e fiamme basse, con latte e sangue seno Dinzona, prende il Mix e soffia sopra, crea una cupola che flotta, pone in mezzo alle due acque. Bolla inizia un movimento, doppio circolar vassoio, Givanga Vanga ammira opera, dota mondo di ogni cosa, presente in alto come in basso, come segno di alleanza, erige Terra come barca, che traversa mondo esteso, permettendo visitar, Dei celesti od infernali, come sirena sulle acque. Terra genera la brama, di tutte razze sopra e sotto, reclamando monopolio. Givanga Vanga fu architetto, detto Muko Na Suma, soffia e crea foreste di erbe, quattro fiumi e le stagioni, sui 4 elementi soffia a turno, dando vita alle creature, dei tre regni di natura. Fuoco pone a centro terra, a impedir che si raffreddi, in superficie mette laghi, a impedir, che si dissecchi, nubi e stelle incanto a occhi, chiavi di ogni sapere, Terra è miniatur del cosmo, e tutti misteri di esistenze. Dentro cupola atmosfera, pone 9 centri antenne, sintonizzati ai 9 regni cielo, per aver corrispondenza, posti in albero centrale, nel centro del pianeta, 4 radici e 7 braccia, prototipi dei pensieri, settimo chakra è trinitario, come albero di Eden, Ngombi vibra corde Ndouma, ad unisono altre sfere, come via a comunicare, tra differenti mondi e loro frutti, manifesti nelle note, dette Moukinga, 4 radici son le dita, che fan vibrare secondo senso, orientamento del pensiero. Ogni anima di Terra, ha la forma della Lira, interiore ed esteriore, con dodici sigilli, mentre tredicesimo, serve passar da un mondo ad altro. Nove frutti sono i sensi, sette rami sono i nervi, fan vibrare i 9 sensi, per la gioia delle dita, il tronco è la colonna, che alberga 7 corde, centro sesso 4 radici, della sfera del Profondo, mentre cuore appare base, delle 7 branche corde, sfera Estesa o intermedia, infine i frutti sono i centri, del pensiero e sfera Cielo. A mezzo 4 radici, anima vibra ciascuna, 7 corde per cantare, le nove note 9 sensi, concezione sentimento e sesso, sonno udito e vista, odorato gusto e tatto. Alor Dinzona nella notte, da suo petalo immaginale, fa apparire a mezzo Ngonde, il riflesso di regione, poi di sfera e di reame, di dio essere o entità, anima atomo e altro, corrispondente alla corda, che avrà messo in vibrazione. Anima comprende lingua, conosce storia e dettagli, di colui che avrà chiamato, poiché essa è ologramma, contenuto e contenitore, mistero di Dinzona, opera di Mukuku Kandja, Givanga Vanga e Muanda Bendah, Ntsambi Pindi e Kuma Tchengue. Terra è uovo luminoso, prodotto da Givanga Vanga, offerto a Dinzona, che ha le chiavi nel suo seno, nessun dio le può vedere, Dinzona scese a Terra, Cielo allora appare buio, Verbo eterno Mukuku Kandja, le chiede popolar la terra, di nostra propria presenza, a nascer razza pura, non mischiata alle esistenti, Dinzona emette da seno vergine, un germe di grano, allatta con mammella sinistra, e con sangue della destra, come il vino di Frascati, infine torna al cielo, che ritrova la sua luce, mentre Esteso e Profondo, risveglia da letargia. Mukuku Kandja a sua volta, fa un viaggio sulla Terra, sotto forma Muanga Bendah, tra le dita prende il germe, opera di Dinzona, e gloria di Givanga Vanga, lo copre con protoplasma, e lo anima con soffio, così chiamando: Mutu vieni alla esistenza! Ti estraggo dal mio seno, tu miniatura di mia madre, incarnerai mio verbo eterno, su questo piano avrai dimora, sarai padre di nuova razza, che popolerà le tre regioni, superiore a Dei e angeli. Prese il germe Dountcingou, soffia e dice ancora: Tu Mutu Mutu Mutu, Te Muma Muma Muma, ou kando na ngadè, ou dimbo na guinigo, kousènguè na kousènguè, Gou saba mousanga, gou saba mugugu, Musanga vela Mugugu vèla; sorgi dal sonno della inesistenza, apri i tuoi occhi, esisti! da zero sei essere! Così Mutu umano si sveglia, apre occhi e vede luce che trova bella, si chiede dove sta, dentro lui è ogni risposta, attorno a lui è meraviglia, suo Paradiso è il più bello, di quel figli dei sesto petalo; seppe di avere un cuore, che batte è forma un doppio, sua immagine vicina, verbo eterno Ntsambi Pindi, lo chiama da interno: Maguango Adamo! Maguango sei figlio di Kombè, tua Ninguè è principessa, figlia di Ngondè, usciti insieme dal seno, virginale di Dinzona, come Kombè e Ngondè, siete fratello e sorella, poi sposo e sposa, unitevi e fondate, la razza nuova di Batou. Nianguè si sveglia, cerca le braccia di Maguango, loro amore eco ogni petalo, dal Cielo fin Profondo, tutte sfere van cantare, Salut coppia divina! vostro amor ricorda a Dei, lor dovere nei misteri, rinnovare ad infinito, Ngondè si arrende a Kombè, così nasce Prince solare, che incarna verbo eterno, e loro bacio fù, la culla degli Dei, così canta il coro, in danze sacre Buiti e Nyemba: gloria a Muanga Bendah! Niguè nagu Muanga Bendah, nigufu Muanga Bendah. Eva-Niangui e Adamo-Maguango, si contemplano e amano, ciò piace a Mukuku Kandja, che appar qual Kumu Tchengue, ratifica loro unione, e la proprietà di Terra, informando lor missione, di far nascer razza nuova. Kumu Tchengue li istruisce, ai misteri cielo e terra, strappa piccola radice, di ngobè pianta dibouga, strappa scorza e offre alla coppia, che ne assorbon sacro succo, Dinzona appare a rivelare, tutti i misteri di Creazione, Maguango primo prete Buiti, Niangui prima fù alla Nyemba. Kumu Tchengue ricorda loro, Terra tiene 13 porte, due per Sotto e due Intermezzo, le altre nove son del Cielo, tutte porte son riunite, presso albero ngobè, iboga sacra che avete preso. Mai aprite quelle porte, escluso in caso di emeregenza, quando cosmo è minacciato, vi autorizzo a far vibrare, settima corda a risuonare, le tre note corrispondenti, alla prima celeste sfera, narra ciò Orfeo leggenda. Voi fondate razza pura, sen mistura ai precedenti, siate casa al Verbo Eterno, propagato ai discendenti, siete liberi su Terra, fate ciò che sembra buono, tranne usare il suono Lira, che apre porte di altri mondi, terra è immagine di cosmo, così parla Kumu Tchengue, che ama razza umana pura. Il peccato Adamo ed Eva, appare dunque aver ceduto, ad aprire quelle porte, sotto inganno ad innocenza, aver visto quella scienza, di come vennero creati, toglie manto dei misteri, nudi e soli ai loro occhi, loro unione con gli Dei, fece nascer poi giganti. |8 Esistenza, e fù sera e fù mattina, dopo un tempo ed uno spazio, Maguango e Niangui son felici, loro gioia suscita in altri, lussuria e gelosia, di altre razze precedenti, tenute fuori dalla Terra, così escogitano intanto, usar suono Lira piano, a fare aprire le porte, sedurre Adamo ed Eva, ma tredicesima porta, esige morte trapasso, come fece Orfeo. Maguango a divertirsi, costruisce n'gombi lira, uguale a quel che vide, su Kombè petal solare, Lira a 7 corde, reca melodia di suoni, che raggiunse pure Niangui, presso centro del pianeta, cade in estasi e tocca frutto, seconda porta della Notte. Samael khan del Profondo, appare e unisce a lei confusa, lei lo scambia per marito, e il mistero allor si compie, quan si sveglia sente ansia, lui la calma con carezze, poi le dice chiamar Adamo, infine varca la sua porta. Nel frattempo arriva Adamo, che risponde Eva richiamo, questa è Lilith travestita, cioè compagna a Samael, giunta sù da acque profonde, per seduce Adamo al fine, altro mistero qui si compie. Maguango si risveglia, quan la dama è gia scomparsa, vede Nianguè a piedi Pianta, come in estasi inanimata, lui capisce esssere un sogno, provocato da magia, penetrata dalla porta, della Notte aperta prima. Coppia piange la sventura, fan vibrar settima corda, a chiedere soccorso, ma scienza hanno perduto, avvolti in velo Maya, intravedono lontano, i ricordi del passato, di Terra paradiso, e lor prima leggerezza, fluida per volare, nostalgia tristezza, primo giorno di esistenza. Samael era riuscito, tornare al Sottosuolo, ma Lilith trappolata, rimase sulla Terra. Maguango poi nel sogno, ricorda suo passato, prende arpa e suona, Ero io in splendore, dei piani misteriosi, nuotavo in acque sacre, di oceano più divini, tutto è poi cambiato: Gou nibanga tenana, gou ngongua mitovè, gou ngongua mitovè, gondè te mitangou tangua è; nel corso del suo songo, Muanga Bendah appare, Padre misericordia, parla con Adamo, hai perso stato grazia, mortal sei diventato, se fatto di nove corpi, che vibran separati, come i 9 frutti, or sono in intermezzo, finchè distendi corde, in te tutto è tornato, embrione nell'abisso, ne esci sol passando, la tredicesima porta, tu e tuoi discendenti. Muanga Bendah aggiunse, potrai ripescar corpi celesti, al momento naufragati, usando ngobè la diboga, assieme a Buiti scuola, che i sacerdoti quarto petalo, scenderanno a insegnare, per aiutar tua innocenza, ritrovare primo stato stato, e tuoi discendenti, a mezzo del Buiti, riceveranno Dinzona, che vivrà in loro spirito, e verso fin dodeca esistenza, invierò Principe solare, che incarna verbo Mukuku Kandja, alla testa di un armata, per liberar la Terra, dai intrusi di altri mondi; a tredicesima esistenza, arriva cataclisma, che rifonda il cosmo, in risorte innocenze. Maguango si risveglia, pieno di speranza, Eva fece stesso sogno, riguardo alla Nyembà. Terzo giorno Ntsambi Pindi, discese sulla Terra, rimprovera la coppia, imprudente temeraria, li esilia dal Centro, che riempie poi di acqua, Albero cosmo ritirato, a ottavo petalo inviato, la Terra dichiarata, scuola di anime ignoranti, e la forma umana aperta, a incarnazion di tutti esseri, che salgono o scendono, a inferi e cieli, Dei geni angeli e demoni, o altre entità, dei mondi diversi. Quattro porte del pianeta, 4 mostri a vigilar, entrata-uscita di anime. Coppia dopo Eden diluvio, su isola deserta, rifugian senza cibo, diventano selvaggi, come gli animali. Quarto giorno nasce a Niangui, il figlio di Samael, mentre Lilith partorisce, il figlio di Maguango. Adamo unito ad Eva, avrà legittimo figlio, così diverse razze, popolan la Terra, figli di Adamo e Lilith, figli di Eva e Samael, figli di Adamo ed Eva, e i discendenti meticciati. I discendenti diretti, di Niangui e Maguango, mantengono natura, umana dei parenti, i figli di Lilith, van vivere nell'acqua, i figli a Samael, volano nell'aria, union di acqua e aria, dà vita a razza gnomi, che vivon sottoterra, infine i Dei del Cielo, di Esteso e del Profondo, si unirono agli umani, a dare molte razze, di colore forma e altezza, riassunte in sei gruppi: figli degli umani, figli a Dei e umani, detti semidei, poi figli a Geni-umani, figli ad Acque-umani, figli ad Aria-umani, infine razze mescolate. |9 Esistenza, i semidei terrestri, egemoni su altre razze, studian scienze ed arti, imbattibili guerrieri, vincono le guerre, e innalzano città, imponenti architetture, sui piani del Sahara, tra spiriti del sole, Mikuku mi Kombè, Mundongu è loro re, ma infine lor città, a causa corruzione, incendiate son dal fuoco, sceso giù dal Cielo, lor razza vien distrutta, qualcuno è risparmiato, come in Superman. Intanto i figli umani, di Niangui e di Manguango, son nomadi poichè, spesso perseguitati, da altre razze ariane, a causa lor caduta, poco dotati sono, in misteri arti e scienze, più volte decimati, ma sempre ricresciuti, reclaman loro Terra, diritto eredità, e senza avere nulla, chiedon misericordia, Dio inviaci un Salvatore. Una razza di mercanti, assai abile ed avara, sempre esisterà, e governerà tal mondo, assieme altre tre razze. I figli a Geni-umani, son razza di giganti, vivon da signori, in palazzi isolati, annientati furon prima, in diluvi e cataclismi, essi amano le gemme, diamanti e oro sontuoso, lor discendenti sono, pur gnomi geni Terra. I figli di Acqua-umani, sirene con tritoni, oggi con gli umani, si uniscono assai rado, spesso solo in sogno, Mbieri sono detti, del cosmo messaggeri. I figli di Aria-umani, cioè di Eva-Samael, han subito più misture, come le figlie di acqua, son Mbieri terra e aria. Infin la razza mista, provien da tutte razze, possiede gran pazienza, ma poca resistenza, tutto vuole avere, senza approfondire, ma resta a vuote mani. |Tre re vanno da Cristo, giallo bianco e nero, il primo parlò, il secondo parla ora, il terzo è ancora muto, attende emetter voce. Moussombi-maganga, maestro dei misteri, dopo sua morte, separa armoniosi, abita nove sfere, completa onnipresenza, conobbe dissolventi, come sacra Iboga, che separan vari stati, di umani e animali, vegetali e minerali, mentre i coagulanti, uniscon soluzioni, uguali in sostanza, diversi in quantità, stessa legge di natura. Tre specie dissolventi, lenti rapidi o sinteti, Fuoco dissolve, come canti e cerimonie, danze musica e tamtam, preghiere piante e iboga, permettono produrre, stato corrispondente, a sfera che si attende: ciò che agisce su astrale, non dissolve il mentale, un requiem sa calmare, canto amore sa incitare, universo è in tre sfere, astral mentale spirituale, ognuna ha suoi abitanti, con clan e trinità, ogni chakra umano vibra, risuona sua regione, sviluppan 9 corpi, africana iniziazione, lavor con elementi, aria fuoco terra acqua, in dosi e lor mistura, risveglia pineale, detta Dikoundou Louba, trasforma e si infiama, nel risveglio intero, grazie ai dissolventi. Chi ha scarsa batteria, serve unire in coro, chain di religione, come in Santodaime, batterie son pur feticci, o ricordo di antenati, oppur folletti e ninfe. Mapenga primo uomo, detto pure Mutu, nacque da eboga, Dissumba è prima donna, illumina la strada, cacciando Porcospino, perse suo sentiero, Pigmeo pianta le dita, sepolte nel terreno; ecco nasce eboga, la moglie lo cercava, sentì vibrar suo arco, radice le parlava: Io sono tuo marito, non piangere mio lutto, ecco le mie ossa, ai piedi di un arbusto; viaggio con Piroga, sul fiume Mogobue, torna nel villaggio, e parla al gruppo clan, mangiate amar radice, fermar dolor paure, Mogongo suono di arco, sul fiume vi conduce; tale Arco della caccia, risuona musicale, Mosuma nostra figlia, vi aiuta a navigare, parla coi defunti, a risolvere bisogni, scende nel Mogube, iniziazione compie: se arriva 1 straniero, banzi vien detto, se buiti vede intero, divien Nima maganga, esperto in cerimonie, poi Nima-na-kombo, che iniziazion promuove. |ATOME RIBENGA narra, Bwiti è conoscenza sè, di Dio e le sue leggi, tutti siamo cercatori, bisognosi verificare, suoi misteri graduale, naturali oppur divini, come in buona religione, ogni branca porta al tronco, fare bene o fare male, è una scelta quotidina, per novizi e per esperti, fuori o dentro istituzione, nel travaglio tradizione, usa Buiti iboga sacra, col mongongo e arpa sacra, canti appello per gli spiri, le preghiere ai pian divini. Primi templi sono grotte, tra deserti oppur ruscelli, poi son case nei villaggi, pur se Dio parla nel cuore, senza libri e paramenti, ciascuno sperimenta, Dio Padre e Madre presso voi, legger solo testi sacri, reca solo la teoria, serve viver connessione, Jesus Cristo appare amore, Epèpè Nzambè in pope lingua, ti consacra ad annunciare, la sua cura e buon novella; parla a bocca di iniziato, son la via e la verità, a mezzo me tu arrivi al Padre, conosci te e conosci me, assieme ai regni di universo. Greci giunsero in Egitto, con Pitagora ed Ippocrate, Epicuro con Platone, a scoprir essenza umana, trovan Dio e le sue leggi, nei misteri di ongi tempo. Mistico è diretto a Dio, senza intermediari, nell'oceano etere puro, increato eppur splendente, uomo vede onnipresenza, la saggezza e verità, amor giustizia e compassione, regno e gloria del divino, a vari gradi evoluzione. Spiritual appar mediato, dagli spiri elemetari, avi e santi in vari templi, angeli troni o serafini, ai confini vita e morte, sen paura della sorte, scopo primo Buiti appare, esser Dante ed esplorare. Nima esperti iniziatori, son dal Cielo consacrati, anni lunghi a studiar basi, nella notte van suonare, vibrazioni più elevate, come il Cristo di Natale, fan discesa naturale. Cuore e occhi aperti sono, Epepè Nzambe sa vegliare, suona oppure và pregare. Necessario a iniziazione, caolino bianco e rosso, piuma bianca di piccione, uova e ago con profumo, Dio discende qual colomba, su Jesus dentro Giordano, soffia spira pentecoste, se ha morale il candidato, ha confessato sue mancanze, così vede ascolta tutto, chiarudienza ha risvegliato, può veder suo iniziatore, se ha un segreto inconfessato. Doti cura secondarie, come iboga o gli strumenti, Spiro Santo sol si esprime, a mezzo propria volontà, Iboga è solo un dissolvente, che risveglia ricezioni, in armonia di tutti i sensi, per comprender vibrazioni, che Spir Santo sceglie emette. Arpa sacra vibra il corpo, reca eco nel sottile, a mezzo iboga ed endocrine, rende uomo recettivo, al messaggio del divino, Pineal muta le alte, in frequenza adatta a umano, come fà elettricità, scesa a terra a funzionar. Come iboga c'è pensiero, desiderio e volontà, le parole e i gesti Nima, stessi effetti sanno dar, pure Ngombi con Mungongo, in certe ore giorno e notte, circostanze e necessità. Se la mente troppo pensa, perde via comunicar, con la fonte ispirazione, divin Pà spiritual, che permette di gestire, psico-fisico-social. Iniziare apprendimento, ecco scopo iniziazione, rudimenti di universo, di nozioni impresse là, comunion sacerdotale, sanno anima tatuare, bwiti pur produce segni, conosciuti da spirituali, pur se fai più religioni, restan sacre iniziazioni, a quell'uno universale, Cina India Gabon varie, scopo è solo aver coscienza, del divino a te essenziale. Iboga aiuta informazione, via vision sogno audizione, spirituale sensazione, dopo umana ricezione, mentre lotta le influenze, di menzogne tenebrose, cerca luce in verità, per riuscirle a dominar, Iboga libera dal mal, è sol questione quantità, la durata del soggiorno, dentro ai pian spiritual. Morte è legge naturale, oppur legge spirituale, quan separa anima e copro, non è fatto da curar, è destin che Dio dà, fuor di umana volontà, Bwiti scuola insegna questo, cercar Dio dentro di te, trovi il regno cielo eterno. |Riepilogo di rito: 18h installan ceste, fin 22 arrivan banzi, mangiano fin 21, mezzora son mikuku, oggetti rituali, circolano alle 22, mezzora poi invocate, le maschere Mwago; 23:30 le donne, invocano mosema, 1 ora dopo è Mososo, rito bagno limpeza, 1h abbigliamento, 1:30 rientra il buiti, 2h accolgon spiriti mikuku, poi inizia consultazione. Poi maschere mwago, 3h danza dei tre nganga, 4:30 è Mosema, cioè danza di mabundi, 5h danza consulto dei mibele, 6h danze finali, 7h tsobula conclusione, 8h svestimento al camerino, 9h ripasso accaduto, 10h riunione di staff. Variante taglio Corda, 11h fanno corde, 20h taglio cura; variante rito edika, alle 20 pasto pollo, cotto nel banano, poi motoba e mugungu. Riuscita CERIMONIA, dipende da perfetta, esecuzione riti, coreografia corretta, Kombo nima e nganga, garanti di coerenza, ARCO e ARPA suoni, trasmettono frequenza: inizia volontà di andare, a vincere punture, di insetti di malarie, nascere in Efun, morire in fiume Muengue, rinascere a Meyaya, terzo giorno attende; 2 fori scolpiti, al palo dei conviti, il ventre della terra, utero del buiti, culto si diffonde, fuori di foreste, entra alle città, e cura dipendenze: incontro di avi è, potere guarigione, scoperta di radice, comune situazione, su strade commerciali, nascono cappelle, curan corpo e mente, svegliano coscienze. |Ngombi otto corde, son tendini Ningwone, corde femme e maschi, creano le armonie, durante cerimonie, segnan strade arpa, con vertigo danze, e sottofondo obaka. Isoga antico mito, sibilla va ronzare, tradotta dal mudunga, la interroga col kendo, dialoga con essa, oracola il sonaglio, le origini di Arpa, nella cascata di acqua, enigma della vita. Disumba-Dinzona, liturgia di cuore-dita, lamento funeral, ngombi Banziogu, da maschi sacrificata, prima donna pigmea, in arpa reincarnata, per dar fecondità: entra nel corpo, di nganga e figli banzi, piroga che mena, monte-valle e viceversa, suo suono guida umani, fino imbarcadero, caravella portoghese, traversa mondo intero; sua musica incontra, africani ed europei, lusitani esploratori, ai tempi della Orda, trae musica e parola, con un berretto rosso, adottato da + capi, su costa africana, pure oltreoceano, su costa brasiliana. Arpa liana e pelle, di pantera e cerbiatto, strumento musicale, di masimba e minza voce, eclissa dominanza, di persona in stanza, accorda italiana, ma-simba toccatas, fai correre dita, finchè struttura si alza, un aria precisa, identità riconosciuta, saluta percussioni, sul baka barra dura, bakakakaka crack! uovo alfine infranto, voce innata parla, da liber gioco di arco. Ngombi masimbu, getsenge-tsenge a-sa-masimbo, arpa si accorda, ma mondo è già pronto, sua cassa risonanza, ad utero associata, pelle di antilope, la prole ha generata: Disumba Tu vibri, dove tartaruga sale, contro corrente, iniziazion sessuale, filiazione arco-arpa, è fremito vitale, maganga suonatore, fa il cuore palpitare, come formica Kam, alle dita di arpista, fà medicamento, che + agile spinge, medicamento inizia, scender dolcemente, fin sentire boom! quando arriva a polso, cuore sintonizza, e al pollice comanda, senton suo dolore, i parenti arco e arpa. |Beti ngomo invita, con arpa piccolina, suonator si sposa, poi con arpa grande, fa emergere Ningwane, sorella di Dio, e moglie terrena, in Beti cuore puro, Dinzona Benzogu, Isoga o yaMwei, Disumba molti nomi, nei cosmici miti, che portano energia. Beti arreda spazi, con repertorio noto, 1 mwenza conosciuto, mya obaka in coro: la vita ebbe inizio, da 1 arbusto iboga, termiti tra radici, fecero la spola, curando germoglio, di universo uovo, masimba ma ngombi, nell'interludio trovo. Masimba e mwenza, è Bwete liturgia, preludio che prolunga, rito prende forma, musica li attiva, suona prima e dopo, pulire casa a sera; mal-spiriti guidati, fuori suon purgati, musica struggente, + accordi mono tono, spiriti antenati, invitati a cerimonie, Mwenza plural minza, son canti collezione, monodici mormorati, sopra suono beti, con 2 accordi d'arpa. Beti tocca ottava, in nota di chiusura, poi enuncia incanto, Banzi nima na kombo! benganga bokayè. Ngombi antropomorfa, articola linguaggio, in melodia vocale, aggiunge uman passaggio, canti son poesie, di banzi apprendistato, sofferte esperienze, di religioso stato, canti interpretati, in corso di rituale, preparano le fasi, allenati ascoltare. In auto o piroga, a casa od in mbanza, stessa ispirazione, del Beti innamorato, legato a vita ruolo, coesione talismano, nel preludio attua, il desiderio primo, da caos rinasce cosmo, ordinato sentiero, masimba impon silenzio, su chiacchere di stanza, prepara riti vita, che acquistano efficacia. Mitombo mya Obaka, canto inizio d'arpa, mwenza repertorio, pinzi tsogo e fang, annuncia inizio riti, a neofiti in marcia, che in oscurità, attendon luce alba, mitombo mio okaba: ai piedi albero di vita, io ho visto luce sole, di luna e di stelle, Bussengue partì, a coglier frutti selve, su un albero sale, di paludose zone, cade con i piedi, in ramo biforcato, sparpagliano intestini, penetrano suolo, arpa nasce li, tra liane di vaniglia, nacquero sue corde, da cielo fino terra, dentro sottosuolo, abbracciano mascella, arpa in basso sei, la morte del sepolto, in alto pure morte, da bocca fugge soffio. Bwete + grande, è vecchio antenato, che dimora a monte, e vibra tra i denti, uccello che saltella, e articola parole, arpa tu piangi, per albero che muore. Oh padre Nzambe-Khana, io temo iniziazione, poichè cuore di banzi, è pieno di amarezza, ma quello dell'anziano, è pieno di visioni; solo vecchio arco, ti insegna a parlare, esiste dietro arpa, nessuno può passare. |BUSENGE e BANDZIOKU, arco e arpa Tsogo, x viver scenari, messaggi di altro mondo, Bwete in morbidezza, di musica esteriore, elabora un lutto, con poesia separazione: piange canto arpa, ma ngombi ma ngombi! ge tsina ge ma waa, in basso sta la morte, ge ngong ge ma waa, in alto sta la morte, ge gatse o ma-deaka, in mezzo è lutto sorte. Emozioni viscerali, da musica causate, libidico piacere, di 1 ludico toccare, dove dolor morale, esprime invocazione, nome Yo Mweioo! emozion che fa scattare: le dita e viceversa, corde cielo-terra, cuore con il polso, pollice è gran capo, indice fa sarta, di rafia acconciature, tre dita tiran fuori, arachide colture; 8 parti corpo e arpa, 8 corde voci Mwei, diaframma immaginario, separa 4 corde, nome di ogni corda, chiama 1 pezzo mito, rituale autopsia, depista i guastafeste. Bandzioku toccata, con dita di Busenge, Kaa Bitoto granchio, in YaMwei corrente| Mikondo iya mwei, minde te go komo na mina, te kengo te kuma, te bayanga ngongo ma-sigea, ango tomba na ngongo wi enanga, okiti ya Mwei| le code di madre mwei, han nomi iniziati, pollice indice medio, che scavano arachidi| getindo nao-ngoda na mokoko-e| tronco rotto, o-ma-goga na tsenge, otanga o ma-ke-kongoaka| nutrono funghi otonga, un arpa intagliata| gebokoko ge-ma-penda, mascelle interrate, di madre e padre, nutron discendenze. |Prima piantagione, accesa nella selva, da un antenato khan, giunto fin Loango, a conoscer TRE BANDZI: getsukudu le termiti, evitan guardare, i segreti iniziazione, gevavangani scimpanzè, i timorosi banzi, altri han ben visto, dietro linguaggio, ascoltano arco kele, intendono messaggio; orgasmo M solitario, e multiplo di donna, arpa è suonata, da molte dita granchio, arco solitario, con corda unica tesa, vieni ed apprendi, origine hai compresa: appare Nzambe Kana, inventa tutte cose, Avo crea seme-parola, da basso Congo sorge, dove vibra arpa, noi andiamo parlare, nzimbe dove vanno, figli a Nzambe Kan, suo cuore bisaccia, pensieri a seminar. Tso tsoke! semina arachidi patate, te mogenye na gevatavata, trovi in Gabon, due stagioni secche, la corta a febbraio, in cui semini patate, luglio-agosto paio. Kana pianta oguma, la ceiba pentadra, obaka è guibortia, ovenge distemonantus, motombi è copafeira, segni incisi appunta, al tempo di ascensione, pappagallino piuma; tsomine ea mapanga diveve, la pentola falò, nyma na kombwe bwekaye! aee basè aye! |MOSOSO passaggio, discesa al fiume mito, neofiti a ruscello, tra lanci di piroga, che vengono da est, procedono fin west, simbolo di viaggio, li accompagna ben: durante processione, luce della torcia, da culla fino tomba, bwete fan vedere, momento è venuto, a discendere fiume, torcia accesa avanti, dietro senti muse. a Monte la sorgente, a Valle la tana, grembo dove freme, ogni infante bwete, i talisman rifugi, aiutano traversata, al paese bianchi, oltre oceano acqua; novi banzi siete, sulla strada acqua, vedete e raccontate, tutto quel che si alza, regole di terra, che inghiotte e sputa, non abbiate paura, è strada già battuta; ritornano iniziati, che portano 1 arbusto, e presto vanno giù, alla tana del caimano, grembo a Terra Madre, prigionier di liane, arbusto e nuovo banzi, dicono anziane. Banzi ringraziano, esser stati sradicati, poi ripiantati, ai piedi albero Vita, freme il nascituro, iniziato saprà presto, come strisciar tracce, del Piton sentiero. |Narra un povi Nzuba e Sango, uomo nato come ago, Inizia in acqua, piedi punta a terra, arriva ad imbarco, modella umana forma, arriva dove separa, cordona da placenta: ecco madre arpa, che vibra nel fiume, dove sta Kaa, e Gesomba controcorrente, rana Bosua la barra, istrice Bopunda sonagli, crepita entrata, dove entrano iniziati. Nzambe onnisciente, crea fiumi cielo frutti, tu Arpa guarda bene, Arco che ti ha generato, con sua unica corda, guarda in buco a valle, dove arpa vibra fonda, sta Mosuma enfante; lascia fiume aperto, x nascere ai paesi, sentiero della morte, ai coraggiosi veri, Mosuma tuffa fiume, a rive cresce pianta, amara sua radice, visioni dona in mbanza. Lei sente vibrare, dal fondo del fiume, immerge vede granchio, Bitato Beti arpa, poi sente fruscii, sonagli di Bopunda, penetra e ode barra, con fremito Mosuma: dolce va + avanti, sente arco mongongo, il maschio solitario, vibra senza fondo, dopo vede arpa, granchio con le dita, dolce culla nanna, che quel suono invita; poi Mosuma prende, strumenti musicali, vede eboga a riva, nessun l'ha piantata, sradica la pianta, taglia sua radice, inghiotte + pezzi, e a tempio si dirige: dove siamo noi, si siede e sonnecchia, ecco suoi sogni, eh eh avanti avanti! scendete nel Mobogwe, come vermi interni, fin dove pesciolini, salgon fiumi esterni; fin mucchio spazzatura, piantagione Kele, dove solitario, va maschio del cinghiale, vanno maschi al mucchio, trovano maiali, ne uccidono vari, progettan nuovi piani; mangiamo pure noi, ciò che mangia Mosuma, partir da quel giorno, comincia costume, consumar 2 varietà, di e-boga amar radice, mbasoka di mandrillo, e nyoke di istrice; discorsi di + Povi, apportan variazioni, a discorso base, uguale a tutti i bwiti, ecco bwete mwengue, Mont Bovet Libreville, nima presenta al cadavere, ago + biglie; biglie tsingo e iboga, e pelle di mosingi, chiaroveggen notturna, poi strofina corpo, con polver legno rosso, lo punge con ago, rompe radice a schiocco, sul viso andato. Povi fa discorso, Iya keta ecco la madre! nome del defunto, che fugge da passaggio, fatto da Moanga Benda, sale su piroga, se radice mangi, tu sei dissumba rossa; nel vortice sprofondi, di morte passaggi, consiglio non discender, fiume grovigli, altrimenti incontri, trappola separazione, risali tu il Mobogwe, come fa salmone: incontri Mosuma, con gemella Sombididi, a folla bianchi e luce, tu arriverai, al mucchio dei Kele, dei galli macellati, e nel Gepatsi fiume, tu verrai trovarti; pien di gamberetti, tu va su piroga, Veliero di piante, acquatiche femminili, imbocco a valle è carne, a monte è motombi, dove nasce legno, che giorno lutto odi: dove fianchi uomo, van scoppiettando, Dinzona grida inizio, dolore del parto, accorrono parenti, lamenti e interlude, trappole nemici, se discendi fiume: nima e nuovi banzi, vi saluto tutti! ora lui discende, segue polver-rossa, amico ascolta bene, il beti musicale, presso di Motombi, nastro va trovare, x salire a cielo, e Bwete diventare: chi Disumba generò, mbanza tiene nome, Ge-bwete-bwete kombe, parla col sokè, mbondo origine dei riti, origine fu mbondo, talismano dei Vili, però bwete + grande, son maganga riti. Ndenga millepiedi, Ndongo è rovo spino, Fagara macrophilla, cuce perizoma filo, patsi Kongo le api, come Baka e Kota rovi, pungenti su spiazzo, di danze vorticose; vede uscire testa-membra, alza e cammina, sotto tetto mbanza, Disumba vien a vita, piccolo poi cresce, marca una dottrina, arco sangue-acqua, annoda con rafìa: il neofita dirà, pa non vedo nulla! esce con amici, e dice bwete è buono! in tal disumba fato, lui si incammina, primo incendio vede, scopre poi la milpa; arriva nel letto, dove è uomo e donna, parla con adulti, e trova due strade, basso ed in alto, prova spine Mwei, vede tunnel che sbocca, ai motombi piedi, dove passano anziani, e giovani misteri. bwiti_scelta_atome-ribenga.mp4bwiti_fang_re_david.mp4audio
||24 canti Fang raccolti da Fernandez, Masimba Ma Ngombi, preludio di arpa, emerge la vita, e pulisce il locale, minkin d'entrata: |Popè: Soya soya biga miwo, dopo nato Nzambi, nyama nyama nyama, a lak aki benganga nyamoo, Nzame a kobe ening, Tara nzame ye kire banganga, Banganga myamo oy, nyamo tara nzama da ye kire benganga nyamoo, tumengi si, mbomayake yake, ndende a kobo ening tara oh, a sighele mbembe, a kobo endama, ba ghe kobo ening betara zama, IT: ragno scese primo, l'uovo è visto dai fedeli, divino lieta vita, uovo trova posto tra fedeli, uovo scende da Dibogia, ragno del cielo, assieme al desiderio divino; ciò che è sospeso parla, di gentilezza in vita, pa Nzambe discende, e parla al pipistrello, uovo appeso a filo ragno, parla di vita sempre, discende porta luce, sul buio oceano in basso. |Popè: Bwiti mendongo, mendongo oh oh oh (bis), heyong me nga dziba, tara oh me dziba pa! zame oh me dziba; nyamo me dziba, dimamo mikodia, atsenge dibobia. Zambe a pongo, Mwangabenda me dziba, Tara oh, me dziba. IT: venuta del muud-flood, che copre annega tutti clan: essi son tutti sommersi, acque scese dall'arcobaleno, da ragno del cielo. Dio prepara, annuncia tutti son sommersi. |Popè: Heyong me nga dziba, Tara oh me dziba, Nzamè oh, me dziba, nyamo me dziba, ye me dziba. Dimamo mikodia, mikodia atsenge, atsenge dibobia, Zambe a pongo, Mwangabenda me dziba. Tara oh, me dziba (fang13-arpa-birth-creation.mp3). |IT Pà, essi son tutti sommersi, il clan è stato sommerso (Tara oh me dziba); Nzamè, son tutti sommersi! (Zamè oh, me dziba); gli anziani e gli altri (nyamo me dziba, ye me dziba); le acque sommerse dall'arcobaleno dei cieli (dimamo mikodia atsenge); i cieli dal ragno (atsenge dibobia). Dio che tutto prepara (Zambe a pongo); annuncia a tutti che essi son sommersi (Mwangabenda, me dziba). |Popè: nyama nyama dibode, a lak aki benganga nyamoo. Nzame a kobe ening, Tara nzame ye kire banganga. Banganga myamo oy - nyamo tara nzama da ye kire benganga nyamoo, tumengi si, mbomayake yake - ndende a kobo ening tara oh, a sighele mbembe, a kobo endama, ba ghe kobo ening betara zama - Bwiti mendongo, mendongo oh oh oh (bis), heyong me nga dziba, tara oh me dziba pa, zame oh me dziba - nyamo me dziba, dimamo mikodia, atsenge dibobia, Zambe a pongo, Mwangabenda me dziba, Tara oh, me dziba (fang10-arpa-road-birth.mp3). IT dopo che i fedeli sono entrati accompagnati dai minkin, inizia ciclo di canti zen che narrano il ricordo del diluvio di fango che annega tutti clans, tutto sommerse, acque scese dall'arcobaleno, poi il ragno del cielo dibodi o dibogia manda giù l'uovo cosmico, nell'oceano sotto senza fine, assieme al desiderio divino, che addolcisce la vita e trova posto tra i suoi fedeli accompagnati dai minkin. Obango intervalla metà di ogni ciclo zen, son vertigo danza, allentano anima-corpo, preparan riunione ad avi. |Canto Via di morte e distruzione |Popè: Minanga da kobe ening; sumeya mbembe! IT: stella parla di vita, sempre rinnova, l'essere muore, ma sua anima torna, come stella che brilla, ispira rinnova. |Popè: Mwan a Zambe kanga a king bakombo, nto mwan zambe vanga oni bot. IT: figlio d'uomo divien fil divino salvatore, canto Zen Awu a fine notte, celebra distacco. |Popè: Nana nyepe è Ningwan mebeghe, Esama yime awuaa, Tara a kobo awuaa, akobo awu mbembe, sempre, awu me wua nana nyepe, wua enyi a wu fwo, me wua, Nana nganga a wonga mesenguè, Tara oh Nana Nyepe, oh Nyngwan Mebege! Ngombi a nto mbamba eto, a nto mbembe Zame mbembe, a so wa yala, Ngombi mbembe. IT: Ningwan aiuta la vita, gruppo capisce la morte, io muoio Nyepe! ma mai son morto, nganga/adepto scomparso dalla terra, ngombi viene e porta ordine, Pà e Mà benefica, oh sorella di Pan, oh Zame mbembe, divino è x sempre, arpa arriva, sempre là, a portare ordine, Ngombi mbembe.

358:chi parla semina, chi tace raccoglie: Daniele vuol dire, Dio è mio giudice, -ele di Elohim, Signore Adonai, ma è chiamato Baltazzàr, dal Nabucco zar, che rispetta la sua dieta, ama suo dono di sapienza, capace a interpretare i sogni, e leggere visioni, celeste dono oniromante, proviene dal Signore. Dio concesse a quattro giovani, capire ogni scrittura, in ogni ramo del sapere, il re li interroga stupito, dieci volte hanno sapienza, su maghi e astrologi di corte, Daniele resta a corte, fin primo anno di re Ciro. Nabucco convoca esperti, li chiama caldei, astrologhi e indovini, divinorum salva-sogni, poi ordina Asfenàz, capo dei mandarini, di condurgli giovanotti, stirpe reale sen difetti, per impiegarli a corte, dopo essere istruiti, in scrittura e lingua juris, aramaica burocratica, assegna loro una razione, giornaliera di vivande, educati per tre anni, poi entrano a servizio, come classe funzionari, ad amministrare impero. Daniele è Baltazzàr, Anania sarà Sadràch, Misaele è Mesàch, Azaria è Abdènego, sappiamo che la Bibbia, cambia nome a persone o cose, quan ne muta destino e proprietà, come Adamo che assegna un nome, a tutti gli esseri viventi, nel Tempo-di-sogno Abramo e Sara. Daniele in arabo Daniyal دانيال, citato profeta musulmano, in Hadith Legge di Sunna, che viene dopo del Corano, rusūl è messaggero Dio, mentre i profeti son detti nabī, e portan Wahi rivelazione, solo a mezzo di un libro: i rasūl son tutti nabī, non tutti i nabī son rasūl, Daniyal rusūl nabī, muore in pace in città Susa, suo libro dentro sua tomba, per ordine califfo Omar, mentre un altra leggenda, narra suo corpo traslato, da Timur khan a Samarcanda, che ne fece capitale, oggi Uzbekistan, mausoleo di Daniele, edificio a cinque cupole, con sarcofago 18 metri, presso fonte acqua taumaturga. Daniyal vecchio Idris, tiene scriba Enoc, che scrive rivelazioni, sui misteri della Storia, maomettani van narrare, che Daniyal ha predicato, nel regno Ciro esortando, popolo amare un solo Dio, e i precetti dello Islam, alla corte di Nabucco. Islam cita incontro, tra Daniele e Geremia, chiamato Aramaya Ibn Hilkiah, sul bordo della fossa, Nabucco mise due leoni in fossa, e Daniyal vi getta in essa, i leoni stanno buoni, Allah parla a Geremia, che dalla Sham, lo manda a fossa dei leoni, a dar cibo e vino a Danyal: sia lode ad Allah, che non mi ha dimenticato, compensa bene al bene, premia pazienza e sicurezza, dissipa il male e dà speranza, dopo ogni pericolo, come un chiaror di Luna. Chiesa Ortodossa celebra, Daniele 17 dicembre, insieme ad Anania, Azaria e Misaele, Chiesa Cattolica lo prega, il 21 di luglio, Daniel nome poi diffuso, da Britannia Olanda e Usa, Finlandia Rus e Serbia, dopo riforma protestante, fra quindici nomi maschili, più usati da sempre, russo Daniil slavo Danko, sardo Taniebi e Danilo, anglosassone Daniels, Dania Dannie e Dan, Daniello e Raffaello, nel volgare di Dante, cognome Danieli in Italia, specie nel Veneto, poi Daniele Comboni, primo vescovo subSahara, a metà di ottocento. |Daniele smaschera i Bel, nella storia di SUSANNA, che abitava in Babilonia, sposa Ioakim uomo ricco, bella fuori e bella dentro, figlia di Chelkia, educata a legge di Mosè. Susanna vuol dir Giglio, simbolo purezza, Ioakim tiene giardino, dove incontra i Giudei, fece sua fortuna, in Persia e Babilonia, è scritto in libri bibbia, di Tobia e di Ester, poi accusato ingiustamente, da due giudici anziani, eletti quell'anno, a risolver tutte liti, le due notabili guide, autorevoli e ascoltati, in comunità esiliate, frequentano casa Ioakìm, poi invaghiti di Susanna, la insidiano e ricattano, piegan la legge di Mosè, ai loro scopi appetiti. Susanna passeggiava, nel giardino del marito, i due anziani presi da passione, perser lume di ragione, studiano il momento, a sorprenderla da sola: un giorno fece caldo, Susanna con due ancelle, andò nel suo giardino, per avere un bagno, i due giudici accecati, la spiano di nascosto, Susanna chiede unguento, alle ancelle andate in casa, mentre prende il bagno, alla piscina Betseda, dentro al suo giardino, i due anziani escon nascondiglio, le chiedon di concedersi, ma in caso suo rifiuto, ti accusiamo di adulterio. Susanna può scegliere, tra due possibilità, se acconsente a loro voglie, viola nozze fedeltà, ma nel secondo caso rischia, condanna a morte adulterio, dopo un pubblico processo. Susanna coraggiosa, sceglie seconda strada, vuol conservare intatta, la propria fedeltà, Susanna piange e grida, innocente avanti a Dio, gli anziani aprono porte, e narrano menzogne, ai servi e ai testimoni, calunnie di adulterio, per pubblico giudizio, a causa suo rifiuto. Susanna ebbe processo, in casa suo marito, i due anziani fan condanna, a morte di Susanna, al popolo van dire, fate entrar Susanna, lei venne coi parenti, bella e delicata, col velo che fu tolto, a piacere dei due vecchi, che godono al vedere, fanciulla umiliata; se velo è protezione, inter processo è farsa, i due giudici calunnia, ai danni di Susanna, la donna piange e dice, Dio conosce il vero, sà che han detto il falso, io muoio da innocente, per loro iniquità, tramata contro me! Susanna è condannata, alla lapidazione, ma sua preghiera a Dio, suscita giustizia, di fronte a iniquità, Daniele giovanetto, si mise li a gridare, Io sono innocente, del sangue di lei! si voltan tutti a lui, chiedendo spiegazioni, Daniele in mezzo a loro, rimprovera stoltezza, indagate verità, e tornate al tribunale, costoro hanno deposto, il falso contro lei. Il futuro profeta, rivela sapienza, di infanzia purezza, sulla cieca menzogna, profusa dai due empi, così il Consiglio anziani, invita Daniel tra loro, se Dio ti dè saggezza, facci da maestro, Daniele allora disse, separateli l'un l'altro, ascoltate lor versioni, e io giudicherò. Daniele disse al primo, tu invecchiato nel male! i tuoi peccati commessi, qui vengono alla luce, davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti, e assolvendo i malvagi, dimmi sotto quale albero, tu hai visto costei, assieme all'amante. Sotto un Lentisco, Schinos in greco, vuol dir divide in due, è Pistacia pistáh, pistacchio di farina, che giunge a 4 metri, con chioma globosa. Daniele risponde, tua menzogna ricada, e spacchi in due tua testa, se questo Dio acconsente! fece venire l'altro, e gli grida le parole, bellezza vi ha sedotto, passion vi ha pervertito, che donne Israele e Giuda, a paura corrompete, al fin di unirsi a voi, dimmi sotto quale albero, li hai trovati insieme?" Sotto un Leccio vidi, albero intensa ombra, Daniele disse a lui, sentenza data al primo, menzogna tua ricada, sopra la tua testa, dove angelo di Dio, con spada la divide, potandola a metà; dir cananeo a un giudeo, è dirgli disonesto, corrotto nel frodare, Daniele ha confessione, da bocca dei due empi, a morte condannati, secondo Mosè legge, Susanna a lieto fine, vien riabilitata, Daniele nel trionfo, di tutta l'assemblea, benedisse Dio, che salva chi lo prega, inizia sua carriera. Deuteronomio dice, contro processi ingiusti, se un testimonio iniquo, accusa un suo fratello, i giudici solerti, indaghino con cura, e se il testimonio è falso, farete a lui quel che, volea fare al fratello, così estirpate il male. Oh Susannah canta Stephen Foster, padre musica americana. ||Regno settentrionale, detto di Israele, subisce rovina, a causa diffusione culto Baal, eresia giudaizzante, che re Giosia riforma, bruciando idoli Baal. Gezabele moglie a un re, innalza templi a Baal, e fà sdegnare Elia, Gezabele cerca ucciderlo, Elia invoca fuoco, scendere dal cielo, sul Monte Carmelo, stermina tutti sacerdoti, di Gezabele e Baal. Gedeone giudice, demolì altari Baal, venne detto Ierub-Baal, giudizio dei Belli, Bel babilonese, è culto antico a Baal, tentazione costante, a sovrani servitori, idolatri pagani, di un passato di schiavi. Daniele a Babilonia, è sacerdote tribù Levi, il primo onorato, tra gli amici del re, avean babilonesi, un idolo Baal, a cui offrivano farina, pecore e vino, Baal vuol dir signore, tra Fenici e Cananei, doppia Crono e Saturno, sovrano imperator, accadde che israeliti, abbandonarono il Xristo, che liberò lor prigione, di sacrifici umani. Ciro San Giorgio, fondator dell'Impero, conosce tale usanza, di antiche tradizioni, così mette a prova, il saggio Daniele: perché non adori Bel? Daniele rispose: adoro il Dio vivente, che ha fatto cielo e terra, signore a ogni vivente, quell'idolo in terracotta, solo abominio di malvagi. Ciro si indignò, convocò i preti di Bel, ditemi chi mangia, tutto il cibo offerto, se Bel mangia tutto, morirà Daniele, perché ha insultato Bel. Daniele accetta sfida, e i settanta sacerdoti, con mogli e figli, vanno al tempio Bel, e dicono al re, disponi le vivande, poi chiudi la porta, e sigilla con tuo anello, se domani mattina, il cibo è ancora lì, moriremo noi, altrimenti muor Daniele, che ci ha calunniati. Loro avevan scavato, un passaggio sotterraneo, da cui abitualmente, sottraggono tutto, i settanta sacerdoti, sapendo di mentire, accettano sfida, sicuri del segreto; dopo andati via, Daniele chiese al re, ordina ai tuoi servi, di spargere cenere, sul pavimento tempio, a insaputa dei preti, poi chiusero la porta, con il sigillo re. I sacerdoti di notte, entrano al tempio, secondo lor consueto, con mogli e con figli, consumano tutto, intatti i sigilli; al mattino il re e Daniele, guardano i sigilli, aperta la porta, il re guarda esclama, Bel sei un vero dio! ma Daniele sorride, guarda il pavimento, esamina le orme, di donne uomini e ragazzi, il suo piano escogitato, trucco semplice efficace, smaschera i preti, e lor porte segrete, il re pieno d'ira, arresta i sacerdoti, con loro famiglie, condanna tutti a morte, per aver mentito, a Ciro gran khan, dei quattro angoli del mondo, consegna Bel a Daniele, che lo distrusse, Bel cessa di esistere, coi suoi sacerdoti, e suoi idoli feticci. Daniele poi è chiamato, da re Ciro incalzato, a lottare con un Drago venerato, sulla porta di Ishtar, ai piedi Marduk Enlil, Mushrussu animale, squamoso e cornuto, zampe aquila e leone, e pungiglion scorpione, col suo grasso sacro, eran unti i vecchi re, Mushrussu è Mashiach, che unge il Messia, re dinastia davidica. Daniel converte lo squamoso, riforma la sua legge, rifiuta venerarlo, in idolatria di stato, a san Giorgio poi promette, dominar mitico drago, custode dei regnanti, serpente coccodrillo, Daniele usa astuzia, perché ama il Dio vivente, se tu mi permetti, senza spada e bastone, ucciderò il drago. Daniele cuoce insieme, pece grasso e peli, ne prepara focacce, che getta in bocca al drago, questo inghiotte e scoppia, ecco ciò che adoravate, io sottometto senza armi: ora il super-coccodrillo, adorato in Babilonia, ha occlusione intestinale, che lo conduce a morte, il popolo infelice, perde investitore, che legittima i sovrani, e si rivolta contro Ciro, dicendo Ciro è ora yudeo, ha distrutto Bel e sacerdoti, poi ha ucciso il suo drago! consegnaci Daniele, altrimenti ti uccidiamo, assieme a tua famiglia, il re allor sotto minaccia, consegna lor Daniele, che lo gettano in fossa dei leoni, per aver combattuto, idolatria Royal, e chiuso i sacrifici umani. Ciro è accusato, aver rinnegato i vecchi culti, e Daniele nella fossa, resta per sei giorni, tra sette leoni, nutriti ogni giorno, con due umani e due pecore, ora affamati senza cibo, son spinti a sbranar Daniele. Il profeta Abacuc, che fa minestra di pane, la porta ai mietitori, ma un angelo gli disse, porta questo cibo, a Daniele in Babilonia, nella fossa dei leoni. Abacuc rispose al Signore, Babilonia non conosco, così l'angelo lo prese, per i capelli lo trasporta, con velocità del vento, fino a Babilonia, sull'orlo della fossa. Daniele prendi il cibo, che Dio ti ha mandato, Daniele esclama a Dio, non mi hai abbandonato! Daniele si alza e mangia, mentre angelo di Dio, riporta Abacuc, nel luogo di prima, Abacuc vuol dire, Colui che combatte, è nome assiro di un arbusto, Cassia angustifolia, combatte battaglia di Daniele, contro oracoli falsi e muti. Abacucco è uomo anziano, vecchio bacucco in italiano, fortuna del profeta, scolpito al Duomo di Firenze, da Donatello in marmo, sue spoglie conservate, in antica cattedrale, a Nocera Inferiore. San Paolo usa suo salmo, su fede e sulla grazia, il giusto vive per sua fede, Signore a te alzo il grido, su prepotenza dei tiranni, Abacuc è Geremia, che lo spirito del Signore, porta in luogo ignoto, sul monte o nella valle, Spirito Santo lo rapisce, Signore è la mia forza, su alture mi conduce, afferrato pei capelli, mi solleva e tel-trasporta, sul bordo dei leoni, a dar cibo a Daniele. Re và settimo giorno, a piangere Daniele, guarda giù alla fossa, Daniel seduto vede, esclama ad alta voce, Signore sei il più grande! fece uscire Daniele, e vi getta i suoi nemici, divorati dai leoni. Ciro professa fede, nel Dio di Israele. |Lingua slava antica, mene tekel peres, alfabeto quadrato, Aramaico imperiale, lingua di cancelleria, poi alfabeto fenicio, slavo ecclesiastico usato, nel Regno di Giuda, madre a greco e latino. I tre termini sono, tre unità di peso, dei metalli preziosi, Mina Siclo e mezza Mina, tre monete in tre minacce 1 mina dà 50 sicli, circa 800 grammi, Ezechiele in esilio, usa mina a 60 sicli. Matteo cita i 30 pezzi Giuda, dove un talento è tremil sicli, cioè 35 kili. Samuele cita armatur bronzo, del gigante Golia, pesa 5000 sicli, della città di Tiro, in epoca di Cristos, era salario giornaliero, un siclo argento a bracciante, oggi ripreso in Palestina, detto siclo-sheqel, valuta di Israele, in inglese divien pound, libbra e sterlina, in Italia e lira, da libbra bilancia. Daniele rabbino, interpreta i tre verbi: Dio computa il tuo regno, e gli ha posto fine; Tekel tu sei stato, pesato su bilance, e sei trovato mancante; Peres è tuo regno, diviso e dato ai Medi. Verbo mnh è misurare, YHWH padre della storia, ha misurato la durata, del regno Baldassarre, ha deciso che per esso, è momento della fine, verbo tkl va pesare, il destino del re. Temi dea della giustizia, ha in mano una bilancia, davanti ai tribunali, in tutte le provincie, Anubi sacerdote, pesa il cuore dei defunti, se più pesante di una piuma, manda anima in Inferno. Baldassarre uomo e re, idealmente pesato, condannato a fariseo, pars è verbo dividere, scindere suo Impero, consegnato a Medi e Persiani. Daniele porporato, ebbe collana d'oro, dichiarato terzo ministro, durante il regno Dario, come governatore, di una di province, invidia va salire, tra i satrapi governatori. Erodoto riporta, di venti satrapie, province dell'impero, Elam Arbil Armenia, Assiria e Babilonia, Battriana e Karmana, Gandara e Cilicia, Hindukush e India, Cappadocia e Media, Egitto e Partia e Siria, Ciproe Lidia e Ionia. ||Daniele descrive Storia, lunghe lotte e alleanze, tra dinastie e sovrani, tra re del Mezzogiorno, e re del Settentrione, cioè Rus ed Ottomania, amici e poi nemici, nel gioco Gran Tartaria. Tolomeo è capitano, del re del Mezzogiorno, ma litiga col re, si espande fuori Egitto, sua figlia Berenice, va sposa al re del Nord, ovvero Antioco II, che ripudia Laodicea, a sposare Berenice, ovvero Anna Bolena. Laodicea uccide marito, con moglie e figlioletto, spianando ascesa al trono, a suo figlio Seleuco, è periodo di torbidi, Seleuco chiede troppe tasse, generando antipatie, fuori e dentro corte, ma un uomo a cavallo, Lucio Scipione comandante, Uomo Vestito di Lino, assieme ai servitori, scaccia il funzionario, fuori dal Tempio, sovrano assassinato, da un suo parente stretto, che usurpa quel trono, è diviene Antioco IV, con frode ed inganno, persegue i Giudei, consolida il potere, con appoggio di alcuni, ebraici banchieri, favorevoli a ellenismo, mentre il sommo sacerdote, Onia III è assassinato. Antioco ruba e fa delitti, abominazioni di ogni tipo, descritti in Maccabei, trionfa per un tempo, poi riparte scontro, con re di Mezzogiorno, con cui fa matrimoni. Antioco entrò in Egitto, con esercito imponente, con carri ed elefanti, cavalleria e gran flotta, battaglia a Tolomeo, travolto questi fugge, molti caddero a morte, espugnarono fortezze, Antioco saccheggia tutto, incluso il Tempio santo, compiendo molte stragi, torna con ricchezze, odiando Santa Alleanza, cioè comunità Giudei, rimasti a Salomon fedeli. Antioco detto grande, fa Siria dominante, Tolomeo lo combatte, in guerra sanguinosa, dal 204 al 210, dice Libro di Daniele, re settentrione unisce, grande esercito avanza, Daniele chiama Israeliti, quelli in stretto Dardanelli, e Antioco capo dei pagani, venduti a fare il male. Tolomeo perde dominio, di tutta la Giudea, epocali conseguenze, ripara in west Europa, Re del settentrione, costruisce terrapieni, con le città-fortezza, e con sue truppe scelte, stabilisce sua dinastia, in città Yorosolima, patria amata da Daniele, dove scorre latte e miele. Signor disse a Daniele: ho osservato la miseria, del mio popolo in Egitto, ho udito grido sofferenze, son sceso a liberarlo, da mano di oppressore. Tolomeo sposa Cleopatra, figlia Antioco III, ma pace non arriva, allor sovrano volge, alle isole vicine, Mediterraneo coste, abitate da popoli, rimasti pagani, ciascuna ha propria lingua, famiglie e nazioni. Isaia profetizza, conversione dei pagani, alla fede dei cristiani, sia isole che terra, Salmo 71 dice, re di Tarsi reca offerte, a re di Arabi e Saba, tributi ad oriente, glorificate il Signore, nelle isole del mare, nome Dio d'Israele, annienta idoli malvagi, e apre cuor Gentili. Antioco fà conquiste, un impresa faticosa, fin troppo dispendiosa, poi marcia su Alessandria, ma incontra i Romani, che gli intiman lasciare, le terre conquistate, sul Delta del Nilo, Antioco si ritira, ma sfoga su Giudea, e seduce i fuoriusciti, da santa Alleanza, avviata da Mosè. Giudei danno vita, due partiti in giudaismo, di fronte a persecuzione, ordita da Antioco, i collaborazionisti, sacrificano a idoli, mentre i Maccabei son pronti a lotta armata; i fratelli Maccabei, condannati a morte, insegnano giustizia, della stelle eterna, supplisce discendenza, Daniele dà speranza, scritta e sigillata, dopo tribolazioni, sorge un nuovo patto, cioè il secondo tempio. I dottori della Legge, ammaestrano la gente, che la persecuzione, è solo un espiazione, alcuni scrivono il Libro, altri affrontano il martirio, a difender convinzioni, decapitati o al rogo, o confisca dei beni, schiavitù o esilio. Antioco Epifane, disprezza suoi avi, mentre un comandante, capo armata orientale, rintuzza scorrerie, da parte di egiziani, per prendere di nuovo, l'antica provincia, nata ad Alessandria. Antioco fa campagna, a riconquistare tutto, da Iran al mar Caspio, Partia Ponto e Media, infine a Babilonia, allontana i Seleuci, e avvia smembramento, di Grande Tartaria, è tempo della fine, il conquistatore muore, in quanto non è un Dio. Re del mezzogiorno, si scontra al Settentrione, turbine con carri, e cavalieri e navi, invase il territorio, e molti scapperanno, le casse vuote e in crisi, han bisogno di denaro, depreda ricchi templi, mentre mezzo stato, è dei Maccabei ribelli. Tolomeo entrò in Antiochia, e cinse due corone, combatte in ogni dove, morì tre giorni dopo, Demetrio è il nuovo re. Gionata maccabeo, descrive lotte dinastiche, battaglia di Antiochia, una manovra a tenaglia, contro il regno Siria, condotta da alleanza, di Tolomei e Farsi, Yoros già contesa, conosce giorni bui, segna fine a entrambi i Re, l'egizio e quel siriano. Daniele, narra eschatos, cioè Storia in ricorrenza, cronisti in due partiti, e Gran Principe Michele, re del Settentrione, riafferma legge Cristo, contro un Anticristo, cioè papa franco in Roma, e il re del Mezzogiorno, Califfo dell'Islam, alleato di Michele, combatte la eresia, in Europa protestante. Matteo ci riporta, le visioni del Xristos, quan vedrete abominio, della desolazione, abitare in luogo santo, pregate per capire, quelli in Giudea, fuggano ai monti, vi sarà tribolazione, ma a causa degli eletti, quei giorni abbreviati, nel Giorno del Giudizio, e molti dormienti, si risveglieranno, mentre altri avran vergogna, della loro infamia, a falsificar la storia, se i saggi splenderanno, come il firmamento, i profeti di sventure, in ogni epoca accaniti, spandon fiumi inchiostro. Gesù continua a dire, non cedere al panico, fatti trovare preparato, e tra i rumori di guerre, guarda senza allarme, tutto questo accade, ma non sarà la fine, seppur falsi profeti, che annuncian parusia, e inganneranno molti, spacciandosi per Dio, dilaga iniquità, ma chi preserverà, salvato infin sarà. Libro di Giuditta, narra Giuditta la giudea, che sconfigge orda potente, sotto Nabucco zar, che regnava sugli Assiri, rase al suolo Agia Sophia, fu nemico dei fuggiaschi, e dei riti baccanali. Ioiakìm re di Giuda, anno terzo del suo regno, Nabucco re di Babilonia, marciò su Yorosolima, la cinse di assedio, settimo giorno in quinto mese, il capo della guardia, brucia Tempio e reggia, e case dei notabili, Ioiakìm nelle sue mani, assieme a gran bottino, porta tutto a Sennaar city. Nabucodonosor assedia, marzo 597, e Gioacchino morì, undici anni di regno, lascia trono a suo figlio, ma lo zar deporta gente, nella città di Shin'ar, nome greco dei Settanta, dove Nimrod nipote a Cam, fece il suo regno, e vi edifica Babele. Nabucco libera i Giudei, e riconosce il loro Dio, reca mantello di Sennaar, a Davide Carlo Magno, khan dei Gebusei, che controlla Gerusalemme, Salem vecchio nome, che dopo sua conquista, yudei cambiano nome. |Giuseppe Verdi musicò Nabucco, trama in quattro atti, alla Scala marzo 842, ispirata a cattività, del popolo di Giuda, e pretesa imperatore, di esser venerato, come divinità, Nabucco a culmine potenza, governa 43 anni, sconfisse esercito egiziano, alla Battaglia di Karkemish, sottraendo ai Faraoni, il predominio terrasanta, cuore di Ottomania; dopo la battaglia, muor suo padre Nabupolassar, Nabucco zar ritorna, prende corona a Babilonia, nei primi dieci anni, fà spietate campagne, raccogliendo bottino, che usò coi tributi, di popoli sottomessi, a finanziare architetture, di poderose città. Nabucco in scena ottava, è chiamato stolto ed empio, da Gran Sacerdote di Bel, e da Zaccaria sommo ai Yudei, poichè Nabucco pretende, che sua figlia Fenena, convertita ad ebraismo, e innamorata di Ismaele, adori la sua statua, ma è fulminato e reso pazzo, dal dio vivente YHWH. Nabucco zar col suo editto, impone a sudditi adorare, se stesso come dio, ma tra i Yudei fedeli a Xristo, pur se molti obbediscono, per salvarsi la vita, tre coraggiosi tenaci, rifiutano eseguire, ecco allora i delatori, pronti a spiare al re, mala razza che attraversa, tutta la Storia Sacra, fino dai primordi. I tre amici di Daniele, Sadràch Mesàch e Abdènego, obiettori di coscienza, sono il popolo Yuda, costretto a scegliere tra morte, o fedeltà ad una legge, un esempio da imitare, come i martiri di sempre, risposero al re: sappi che il nostro Dio, può liberarci da fornace, e in ogni caso mai avrai, nostra totale obbedienza, abbiamo divieto di adorare, statua d'oro che hai eretto. Nabucco, acceso d'ira, e con aspetto minaccioso, ordinò nella fornace, aumentar fuoco sette volte, comandò legare i tre, gettarli in fuoco acceso, con mantelli e calzari, turbanti e loro abiti, come martiri cristiani, i sette fratelli Maccabei, passeggiano tra fiamme, lodando Iddio Gesù, Azaria in mezzo al fuoco, prega il cantico continuo, benedetto Signore Dio, degno di lode è tuo nome, glorioso a noi per sempre, Tu sei giusto in ciò che hai fatto, le tue opere son vere, giusti i tuoi giudizi, che su di noi e su Yoros, hai fatto ricadere, con verità e giustizia, hai purgato nos peccati, abbiamo agito da iniqui, allontanandoci da te, ci hai dato al peggior re, empio iniquo e malvagio. Lode e onore a te Signore, confessiamo nos peccati, finisce il Regno Giuda, con distruzione Tempio, abbiam fiducia in Te, abbandonando ribellioni, che abbiamo fatto nel passato, e provocarono tua ira, certi del tuo potere, superiore ad ogni re, attendiamo il tuo perdono, ci pentiamo di stoltezza, tua clemenza è grandezza, misericordia benevolenza, salvaci o Signore, reca gloria nel tuo nome, a quanti sono in confusione, e fanno il male a slavi buoni, sian coperti di vergogna, con tutta lor potenza, sia infranta loro forza, a saper che sei il Signore, Dio glorioso in tutta terra! Così angelo Signore, scese dentro la fornace, soffia un vento di rugiada, allontana fuoco fiamme, di bitume umido naphta, parola greca per petrolio, latino nefti cioè Nettuno, persiano e arabo naft: Neemia rimanda al re, i discendenti sacerdoti, che nascosero il fuoco, del petrolio sotto il sole, brucia rapido qual stoppa, e nessuno spegne pozzo, pece ardente di Isaia, che divien polvere zolfo, nel giardino ventilato, all'interno di fornace; canto esplode nuovamente, da bocche dei tre Yudi, inni al Cantico Creature, scritti in salmi Scritture, per lettori di ogni tempo, fin le lodi san Francesco, e nel responso della Messa, lunga litania al Signore, in 39 benedizioni, intero cosmo vien citato, fino agli uomini più bassi, invitati a render gloria, all'Altissimo con canti, all'unisono una voce. Benedetto Dio dei padri, lode e gloria nel Tuo nome, nel Tuo Tempio santo e degno, di esser trono del tuo regno, siedi in mezzo ai cherubini, tuoi custodi lì a pregare, e il tuo sguardo penetrante, oltre secoli ed abissi, benedetto è il firmamento, che riflette la Tua gloria, come Arca di Alleanza, pose a oriente Eden giardino, con la spada folgorante, a custodire Albero vita. Tempio in scala riproduce, Tempio Celeste sorvegliato, da angeli alla guardia, nel coro universale, dimora che Egli ha scelto, sulla Terra suo Santuario, Iddio domina sul cosmo, di abissi oscuri caos, al cielo luce firma, e la terra che sta in mezzo, ai due estremi confini, di settentrione e meridionale, tra la cupola trasparente, che separa acque inferiori, dalle acque superiori, oceano stelle dal terrestre, prima realtà a esser creata, dopo la luce di empireo; nella Genesi Dio fece, il firmamento a separare, le acque dalle acque, quelle in alto chiamò cielo, quelle in basso chiamò terra, e fu sera e fu mattina, secondo giorno Eptamerone. Iddio separa acque inferiori, mari laghi fiumi abissi, da quelle azzurre superiori, aprendo in mezzo spazio vuoto, che il terzo giorno è Terra asciutta. |Nabucodònosor fece un sogno, secondo anno del regno, suo animo agitato, chiama maghi e incantatori, astrologi caldei, a spiegar significato. Re disse ai caldei, ecco mia decisione, ditemi il sogno, e la sua spiegazione, riceverete onori e doni, ma se sogno resta oscuro, sarete fatti a pezzi, assieme a vostre case, niente risposte voglio, che siano astute e false. Risposero i caldei: nessuno al mondo riesce, a soddisfar richiesta, poichè pur indovino, non sa scoprire un sogno, solo gli dei potranno. Il Re acceso di furore, ordinò sian messi a morte, tutti i saggi a Babilonia, pur Daniele e compagni, ricercati per la pena. Daniele con prudenza, parlò ad Ariòch capo di guardie, che doveva esser il boia, di introdurlo presso il re, a chiedere del tempo, così che posso dar responso, dopo aver pregato in sogno. Daniele parla coi compagni, chiesero a Dio di tal mistero, per risparmiar la vita gente. Daniele ebbe svelato, il mistero in un suo sogno, benedisse Dio del cielo, che alterna le stagioni, depone e innalza i re, dà sapienza ai saggi, svela cose occulte, presso di lui è luce. Dio dei miei padri, Gloria e lode a te, mi hai concesso sapienza, sulla richiesta del re. Ariòch lo conduce al re, per chiarirà quel sogno. Re Nabucco disse, tu sei Baltazzàr, puoi rivelarmi il sogno, e darne spiegazione? Daniele avanti al re, narra allora il sogno, riguarda fin dei giorni: ecco una statua enorme, si erge avanti a te, con testa di oro puro, petto e braccia argento, ventre e cosce in bronzo, gambe in ferro e i piedi, ferro miste a creta; mentre la guardavi, una pietra si staccò, non per mano d'uomo, dal monte scese giù, andò a batter contro statua, i suoi piedi frantumò, seguirono anche il ferro, bronzo argento e oro, poi divenner pula, su aie della estate, li porta il vento via, senza lasciar traccia, mentre il masso crebbe, divenne una montagna, che riempì la regione. Ho terminato il sogno, ecco la spiegazione, tu sei re dei re, a te Dio ha concesso il regno, potenza forza e gloria, dominio sui figli d'uomo, su animali ed uccelli, tu li domini tutti, poichè sei la testa oro. Dopo di te sorgerà, un altro regno inferiore, poi un terzo di bronzo, che domina la terra, poi un quarto regno, sarà duro come il ferro, che tutto frantuma, ma come tu hai visto, i piedi e dita statua, argilla e ferro miste, cioè il regno sarà diviso, pur se amalgamato, una parte sarà forte, l'altra sarà fragile, uniti solamente, per via di matrimoni, ma mai diventeranno, una cosa sola unita. Al tempo di quei re, Dio cielo farà nato, un regno mai distrutto, che durerà per sempre, stritolerà e annienterà, tutti gli altri regni, e mai sarà trasmesso, ad altra linea sangue. Nabucodònosor allora, piegò la faccia a terra, prostrò avanti a Daniele, ordinò gli incensi e disse: il vostro Dio governa tutto, è Signore dei re, rivelatore dei misteri, ha permesso a te svelare, ecco a te regali, governatore tu sarai, di tutta Babilonia, in capo a tutti i saggi. Daniele chiese al re, di ammettere a corte, anche i tre amici. |Nabucco ebbe un secondo sogno, su Albero Cosmico, fece un decretoa convocare, tutti i saggi a interpetare, vennero astrologi e maghi, caldei e indovini, ma nessuno seppe dare, la giusta spiegazione, infine và Daniele, chiamato Baltazar, nome che vuol dire, in lui è spirito dei santi, il Re gli narra il sogno, ovvero le visioni, stavolta non richiede, portar sogno a coscienza, Daniele oniromante, è come suo antenato, Giuseppe figlio di Giacobbe, interprete di sogni, del Faraone primo, è arca che ospitava, lo spirito dei santi, cioè spirito di Dio, eletto suo ministro, che ordina a ogni uomo, e solo per il trono, sarò più alto a te. Daniele scrive nome, Nabucco Baldassarre, in Vangelo Armeno infanzia, doppia il Re magio, regnante in Babilonia, proviene da Oriente, nel vangelo di Matteo, con Gaspare e Melchiorre, regina madre luce. |Daniele capitolo quinto, narra ultima notte, del regno Baldassarre, nella festa religiosa, dopo aver bevuto, comanda i vasi d'oro, che Nabucco suo padre, avea preso dal tempio, per bere dentro essi, con mogli e concubine; portati i vasi d'oro, vi bevvero il vino, lodando oro argento, bronzo ferro e pietra, apparvero le dita, di una mano d'uomo, scrivevan su parete, mene tekel peres, di fronte al candelabro, il re cambiò di aspetto, paura lo assaliva, gli cedono i ginocchi, suo volto impallidisce, trema come foglia, alla mano fantasma, un tema ricorrente, sulla mano mozzata, cioè Mano di Dio, che può scrivere il destino, degli uomini e del re. La mano senza corpo, scrive avanti a Menorah, candelabro rituale, sette bracci in Santo Graal, Menorah incarna presenza, i sette giorni di Creazione, scrive avanti al candelabro, il re convoca i saggi, astrologi e indovini: chiunque decifrerà, e mi darà spiegazione, sarà di porpora vestito, porterà oro al collo, sarà terzo signore del regno, tutti provano a leggere, ma nessuno riesce, a decifrare la scrittura. Baldassarre turbato, chiama regina madre, che consiglia il re, nel tuo regno c'è un uomo, ricettacolo dèi santi, al tempo di tuo padre, fu fatto capo ai maghi, astrologi e indovini. Tal uomo era Daniele, che il re chiama Baltazar, sà interpretare i sogni, spiegare i detti oscuri, portatelo da me, a sciogliere gli enigmi. |Nabucco narra terzo sogno, di un albero gigantesco, mentre stava a letto, guardavo albero grande, in mezzo alla terra, robusto aveva cima, che giunge fino al cielo, e a estremità di terra, ha bellissimi rami, e abbondanti frutti, per tutte creature, le bestie sotto ombra, e gli uccelli fanno il nido. Poi arriva un Vigilante, che scese dal cielo, e gridò ad alta voce, tagliate albero e rami! scuotete foglie e frutti, fuggano le bestie, e uccelli dai suoi rami, lasciate solo il ceppo, legato con catene, di ferro e di bronzo, sia bagnato da rugiada, come altra erba, e muti il suo cuore, da umano a cuor di bestia, sette tempi passeranno, per sentenza dei Santi, i viventi allor sapranno, che Altissimo domina, sul regno di uomini, lui può darlo a chi vuole, e insediarvi il più nano. Daniele disse oh re! Dio diede a tuo padre, regno gloria e grandezza, temuta da tutte nazioni, egli uccide chi voleva, innalza o abbassa chi pare; quando suo cuore insuperbì, suo spirito è deposto, il trono gli fu tolta, cacciato dal consorzio, suo cuor mutato in belva, dimora nella selva, suo corpo sotto pioggia, finché lui riconobbe, che il Dio del cielo è, dominus principio; il peccato di orgoglio, è superbia di chi impera, simile a Dio stesso, avrà Cesare follia, il Signore provocato, da tanta arroganza, infligge punizione, e dà coraggio a oppressi, umilia allor tuo cuore, sovrano Baldassarre. Vigilante che hai sognato, è creatura celeste, che taglia albero gigante, lasciando il ceppo intatto, legato con catena, e sostituendo il cuore, del re in una bestia, ovver follia dei cesari. Daniele fà scongiuro, ma il re lo fa parlare, albero che hai visto, sei tu cresciuto grande, la tua grandezza è giunta, al cielo fino ai ghiacci, tuo impero universale, lo chiami Gran Tartaria. Albero cosmico in sogno, è onirico tuo regno, espanso fin confini, Nabucco zar imperio, in tutti i continenti, bagnato in tutti i mari. Daniele convocato, dall'Accademia a corte, sapiente in Babilonia, anziano tra i Giudei, rifiuta i vari doni, e legge la scrittura: YHWH Signor creato, crea un Frassino pilastro, che sorregge nove mondi, popolato di animali, diffuso in tutte religioni, ha dimensioni colossali, i suoi rami van nei cieli, radici son di Quercia, Betulla di Siberia, Sequoia in California, Motombi dei buitisti, Castagno in Parco Etna, stemma di regina, Giovanna Tarragona, dei cento cavalieri. Daniele ispirato, spiegò a re Nabucco, che Vigilante è creatura, inviata da Dio, a vigilare sui destini, Enoc scriva di Daniele, riporta in Libro dei Vigilanti, della Chiesa Etiope, giunto in lingua geez, tale Genesi variante, dove i figli di Dio, uniscono a figlie umane, ovvero donne mortali, a generare i Nefilim, giganti originari, la cui deviazione, reca diluvio universale; gli Angeli vigilanti, con loro capo Azazel, imprigionati e seppelliti, nel deserto Dudael, presso Yorosolima, fino a fine mondo, suo nome è Forza di Dio, nome demone deserti, mentre arcangelo Uriele, ovvero Luce di Dio, è inviato a Noè, per avvisarlo del diluvio. Libro dei Vigilanti doppia Libro di Daniele, cita lunga lista, di angeli disobbedienti, fra essi sta Daniele, che guida costruzione, di ultimo Tempio Gerusalemme, mentre tra i cattolici è angelo che presiede, incoronazione di Maria. Daniele Vigilante, profeta insonne sentinella, che vigila sul mondo, e sui fenomeni del clima, sette lucerne sono occhi, del Signore che scruta, e vigila la terra, ruote piene di occhi, Ezechiele cita. |Bibbia ancora narra, Daniele in fossa dei leoni, i governatori tutti, complottano a Daniele, convincono re Ciro, a ratificar decreto, chi evade le sue tasse, sia messo in leoni fossa: senza alcun motivo, van denunciar Daniele, cercano pretesto, in sua religione. Ciro poi decreta, irrevocabile sigillo, una decisione presa, da un giudice supremo, Daniele seppe tutto, e in casa si ritira, tre volte al giorno prega, loda il suo Signore, e tiene porta chiusa, salmodia tre volte al giorno, mattino sera e mezzogiorno, mi lamento e sospiro, Egli ascolta la mia voce; Maometto aggiungerà, pomeriggio e tramonto, liturgia delle Ore, della Chiesa Cattolica, Vespri e Compieta, prima di dormire. I satrapi giunti, trovan Daniele che prega, si recano dal re, e denunciano il Giudeo, Re Dario addolorato, ha grande tolleranza, lasciò rientrar gli Ebrei, a Yorosolima Santa, ma il trucco del decreto, non lascia a lui manovra, Daniele in pasto a belve, finisce suo malgrado, lo invita a pregar Dio, cui hai perseveranza, ti possa Egli salvare, da questo malaffare. Leone tien tre razze, del Bengala e di Arabia, persiano e poi africano, sopravvive in Gujarat, in 411 esemplari, nella Foresta di Gir. Leone asiatico più piccolo, del cugino africano, ma ugualmente aggressivo, allevarli era regale, Erodoto sostiene, che i Medi sono i Farsi, discendon da Medea, figlia al re Colchide, in epopea Argonauti, fuggita presso loro, dopo aver ucciso per vendetta, i figli avuti da Giasone, impero fu smembrato, suoi territori in due divisi, con continue scaramucce, finché Ciro di Persia, li prese e li riunisce, come fà Donskoi, che riporta capitale, in Babilonia Roma. Libri Esdra e Neemia, poi Ester e Giuditta, citano che anello, del re sigilla fossa, una pietra posta sopra, poi Ciro torna a reggia, digiuno insonne prega, mattina dopo corre, alla fossa dei leoni, chiamò Daniele nome, e questi gli rispose: Re vivi per sempre! il mio Dio ha mandato angelo, ha chiuso fauci dei leoni, innocente avanti a Lui, e innocente avanti al re. Il re pieno di gioia, comandò tirarlo fuori, poi convoca accusanti, gettati or nella fossa, insieme a figli e mogli, i leoni loro addosso, stritolan le ossa. Angelo del Signore, ha protetto dalle fiere, come i suoi compagni, nella fornace ardente, soffia e spense fiamme, rese aria respirabile, Daniele è ora indigesto, ai leoni del giudizio, il profeta accusato, di aver violato legge, sottoposto a ordalia antica, a verificar la colpa, esce indenne in segno, di sua innocenza certa, al suo posto vanno in fossa, i calunniator sbranati, segno della colpa, di royal elitisti. Giudei in tribolazione, confidan nel Signore, Lui sol può liberare, da mani di aguzzini, ai carnefici ritorna, la sorte di partenza, privati a discendenza. Re Dario allora scrisse, a popoli e nazioni, in lingue della terra, Pace e prosperità, promulgo altro decreto, che in tutto lo imperio, si onori e si tema, il Dio Cristo di Daniele, Dio vivente eterno, dal Regno mai distrutto, che liberò Daniele, da fauci dei leoni. film_bibla_giosia_legge-antiabomini.mp4film_bibla_daniele_e_nabucco.mp4audio
||Aisthesis sensazione, a volte nasce da corpo, a volte arriva dal cielo, dal raggio angelico che reca, estasi lucida eremita. Risonanza col Purgatorio, col canto di Casella, coscienza cosmica che crea, la coscienza immaginale, che per Jung permette entrare, nel regno dei cieli, o intelligenza di universo, intellige l'individuo, che respira insieme al cosmo, anima in sincronia, che risuona in canto di arpa, calore di un buon vino, o sentimento di una donna, tra braccia del suo amante, perché il mondo si trasformi, in stupore e meraviglia. Daniele vide in sogno, Uomo Vestito in Lino, in piedi al fiume Tigri, fissa tre anni e mezzo, per fine tribolazione: quella figura mi toccò, mi rese le forze, a guardar rivelazione, che riassume i dolori, che Israel va sopportare, in mutamenti politici, vidi corte celeste, dove uno dei serafini, volò verso di me, in mano ha carbone ardente, preso con le molle, dal fuoco su altare, mi toccò la bocca e disse, scompaia iniquità, espiato è tuo peccato, Michele vostro principe, anno primo di Dario, si tenne presso lui, a dar rinforzo e sostegno, angelica protezione, contro i nemici umanità: vi saranno ancor tre re, poi il quarto acquisterà, ricchezze superiori, per essere potente, muoverà contro tutti, ma affermato suo regno, verrà smembrato e dato ad altri, un tempo limitato, metà numero 7. Daniele chiede spiegazioni, che gira ai lettori, io udii ma non compresi, e chiesi chiarimenti, il Signore mi rispose, queste parole son nascoste, sigillate fino al tempo, della fine della crisi, molti saran purificati, i saggi intenderanno, resi candidi integri, ma gli empi agiranno, non capendo queste cose, recheranno un abominio, della desolazione, beato chi aspetterà, con pazienza giungerà, ai tre anni e mezzo un mese. Gestire il tempo intermedio, tra presente e futuro, malvagi contro i buoni, rende questi migliori, agli occhi del Signore. Daniele poi Giovanni, intese dar speranza, ai confratelli oppressi, in tempo persecuzione, come resistere aggressione, dei pagani sui cristiani. Giovanni ricorda, ammonimento di Gesù, 45 giorni di angoscia, tempo a lor concesso, per fuggire sui monti, per mettersi al riparo, da gran tribolazione, chi passa attraverso essa, ha lavato le sue vesti, col sangue dell'Agnello, servizio giorno e notte, al santuario di Dio, e Colui che siede al trono, stende sua tenda su loro. Apocalissi Abramo e Adamo, di Elia e di Baruc, di Sidrac e di Daniele, citano i rapporti, tra nuova Chiesa e Impero.

350:più grande lo Stato, maggiore la sua difesa: Clero ieroglifo, da Cairo sul Nilo, fin Ierosolima, e Iusa Yoroslavl, fin Bisanzio e Mosca, e araba al-Quds, incidono oroscopi, di vicende cristiane, durante medioevo, come palazzi vaticani, antico calendario, per agricoltura, e miniere balcane, per pistole damascate. Osiride-cristo, in Egitto ricorda, Cana dove Iusa, produce la vodka, tra fiumi Oka-Volga, emergono atamani, che fondano Tartaria, insieme di canati, assieme a monasteri, battesimo egizio, è adorazione Magi, matrimonio con orso, Giorgio con drago, che imposta Orda guerrieri. I giannizzeri riscossi, da famiglie cristiane, tra 8 e 10 anni, ragazzi ortodossi, e turco sciamani, addestrati a disciplina, anni di arti marziali, politica e filosofia, diventan giannizzeri, fanteria truppe di ottomani, guardie del corpo, primo esercito moderno, di tutta la Europa, pagati regolari, proibito di sposarsi, o di commerciare, completa lealtà, verso il Sultano, consiglieri o governatori, di khan imperatori. Come i Mamluq, usano armi da fuoco, indossano armatur pesanti, divisioni corazzate, truppe di assalto, chiamate Serdengecti difficil da sconfiggere, nonostante alte perdite, e i sopravvissuti, promossi a grado alto: sergente vuol dire, chi rischia la sua testa, giannizzeri volontari, usano cannoni, dal 550, per secoli vari, pistole e carabine. Giannizzeri famosi, ribelli a imperatori, nei colpi di stato, a difendere Impero, di cristiani ottomani, protettor dei Balcani, decretò scioglimento, quan cadde antico impero.| Mamluq cavalieri, di origine Kipchak, circassi e caucasici, e copti cristiani, son soldati, e sovrani musulmani, presi da bambini, per canato di Egitto, Mameluke temuto, Napoleone li elogia, dal verbo malaka, simile a schiavo, proprietà di un mecenate, e addestrato in caserme, del Cairo sul Nilo: creano sultanati, da Delhi a Turkiye, Iraq e Persia, Azerbaigian Turkmenistan, Uzbekistan e Afghanistan, assorbiti da Ottomania, 747 e 831. Mamelucchi slavi, sotto basilisco, han cappotto zibellino, legan Volga al Nilo, la forzata sodomia, venne poi ridotta, quan copti egiziani, ne cambiano usanze. Mamelucchi a Baghdad, alleano a Nicea, Genova e Bisanzio, e scortan Maddalena, fino ad Avignone, con doppio matrimonio, a unir cristianità, ai fedeli di Mosé. Egitto imperiale, monumenti terra e mare, regge fin 19, con Suez e Nilo, rifugiano in Europa, quan fu persa guerra, gipsi emarginati, popolo incompreso, come ebrei yudei, ispano-provenzali. Canaan terra khan, gloria di Israele, sacerdoti e nobiltà, legati al potere, portano lignaggio, Angiò di Provenza, Aragonesi e Borbon.| MAOMETTO dinastia, dominio rinnova, da anno 453, molti fuggono via, da grande Ottomania, erede Romania, in terre Occitania, anno 492, accade cataclisma, leggende di Saturno, come Visnu in India, narrano diluvio, sotto imper romano, Visnu in forma pesce, appare al buon Manu, antenato di umani, e gli diede una legge: fai una gran barca, dei germi del mondo, annuncio che pioggia, andrà tutto tondo, distuggo abomini, cannibali disumani, a rifondar giardino, per esseri umani; se osservi Analemma, solare e lunare, presso di Natale, ti mostra posizione, del sole per un anno, stessa ora stesso luogo. Dante pure osserva, tal stelle luminarie, e in Cassiodoro scrive, che il Sole perse luce, bluastro fiacco fu, eclissi anno intero, Luna brilla poco, diluvio si avvicina, nel destino gioco. Vacca sacra narra, che dopo cataclisma, erutta inondazione, seppelisce città, fango che innalza, livello di strade, persone scomparse, alcune divorate, altre rifugiate, in grotte nuraghe, o città sotteranee, eruzione Vesuvio, fà orfane contrade. Dopo gran diluvio, tre uomini saggi, tornano a Yoros, a cercar tra rovine, il tempio perduto, da rifare altrove, in terre occidente, franca occitania, Tevere ed Anglia. Dai popoli migranti, nascon città costiere, riparano i ponti, su rupi tufacee, affacciate sui fiumi, nascon comunità, fortezze dei lupi, come Luni e Cere, su Marta e Biedano, recan vita a Tarcna, butteri e acquedotti, fortezze rupestri, estese dagli slavi, di tredici tribù, i Yuda detti etrusci, figli di Giacobbe, detto Israele, nella Tartaria fonte.| Nestore Iskander, descrive assedio, Costantinopoli 453, Maometto sovrano, armato a meraviglia, di eserciti e navi, davanti alle mura, cannoni e soldati. Maometto riforma, divide culti vari, peste uccide pure, + strati sociali, Maometto militare, purga infezione, lotta contro Roma, guida ottomani, e muore in assedio. Succede khan-califfo, Maometto secondo, che prende Moscovia, durante il seicento, diventa ottomana, moscova dinastia, Ivan III sultan-kan, fin torbidi arriva. Maometto vincitore, ha Guardia a cavallo, capi e Gran Visir, che parlano slavo, come Persia e India, parti di impero. Ambasciatore a Mosca, Tomas Cantacuseno, nobiltà romana, considera Maometto, un cambio dinastia, conquista ottomana, campagna propaganda, di superstiti sconfitti, fuggiti nel west, a convincer boiardi; riparan sul Tirreno, tra paludi malaria, attendon momento, riprender Roma, fortezza Vaticana, città rinominata, con nomine di papi, lotte intestine, la propaganda dice, Etruria sia romana, Roma sia in Italia. Andrey Stepanenko, cita due calendari, Costantinopoli e Roma, 53 e 76, fondazione e fine impero, sistema a base otto: Roma cade 476, bisanzio 453, cioè 789, rivoluzion francese. Solimano diventa, nuovo califfo khan, e moschea Selim ricava, da palazzo Costantino, sopra quinto colle, nel Fener quartiere, poi chiama architetti, franco-prussian; distruggono teatri, riscrivono storia, san Maria dei Mongoli, salva eccezione, patriarcato greco, sultano concessione, Miriam Theotoka, come Santa Sofia.| Rivelano visioni, fuga di Maometto, da Moscovia antica, al regno di Kazan, fuga detta Egira, impero si divide, in crisi epidemia, Tamerlano arriva. Intorno a tende khan, barili vino e vodka, facilitano ebbrezza, cibo bevande e svaghi, mentre prigioniere, servono il kefir, Timur decora i suoi, ordiani soldati, e durante funerale, simile a Maometto, la pelle suo tamburo, dopo va tagliata, a impedir servire, un altro proprietar. Gengis-Khan biografia, riflette Timur khan, ovvero Tamerlano, sultano di Turàn, lungo mar Nero, fonda Orda Nogài, presso di Samara, sfida khan di Roma. Timur fonda Damasco, intorno Samar khan, ovver Costantinopoli, poi Cairo e Shiraz, Mosul e Baghdad. Si scrive con Mehmet, e monarchi europei, a mezzo di Giovanni, e casta di notai, che gestivano possessi, di tutti territori, x conto di tribù, o casate riformate, dopo il cataclisma, riscrivono le date, cambian dinastie, con fiction vaticane, storia che diffonde, dal Concilio Trento, e molti confonde, ma l'arpa medievale, rivela vero Cristo, re dei re di Roma, che primo Tempio erisse.| Egitto moderno, cristiani copti egiziani, oltre 10 milioni, di apostolica Chiesa, aderirono al moto, indipendenza da Britannia, dopo grande Guerra, da Cairo cattedrale, Patriarca Cirillo V: la lotta comune, assieme ai musulmani, calmò proselitismo, di protestanti vari, lor fede cristiana, ha monastica base, pellegrini devoti, digiuni comunitari, conferenze nelle chiese, fan rete popolare, tutela sociale, sanitaria educativa, ai propri fedeli. Nasser 952, li volle marginali, a trovare consensi, verso il comunismo, e Sadat presidente, tentò apostasia, otto vescovi arresta, e patriarca in esilio, incidenti e tensioni. Mubarak prosegue, loro emarginazione, dal pubblico impiego, poi generale Al Sisi, riporta rispetto, alla Chiesa copta, a fermare i jihadisti, salvando concordia, interreligiosa, unità del Paese.| Ipazia di Alessandria, osserva cielo e minoranze, cura lor diritti, insegna poi a Salerno, Serapium distrutta, Alessandria sconfitta, Nestore espulso. Re franco Castiglia, conquista Toledo, molti medici ottomani, fuggono a Salerno, farmacisti attenti, a umori di piante, rizomi e radici, coltello chirurgia, con Spongia sonnifera, che reca anestesia: Spugna imbeve succo, oppio e giusquiamo, bagnata avanti uso, aspira il malato, risveglia da spugna, beve aceto caldo, in aria appestata, preserva senzaltro. Testi alessandrini, ispirano più scuole, in Persia Cina e Russia, dentro ai monasteri, biblioteche e degenza, residenze per maestri, allievi e guerrieri, farmacopea impero, ingloba ricette, giunta da più terre. Rabarbaro da Cina, Cannella da Ceylon, Zenzero da India, Incenso da Yemen, Silfio da Libia.| Napoleone in Egitto, bottina tesori, reliquie di orda, dei Ras faraoni, Etiopico oceano, separa Africa America, Etiopia è un equatore, grande come Cina, include terre Moorish, Indie occidental, e la sua capitale, vietato visitar. Sul Nilo vedi Girge, simile a Georgia, Yuri in carta Asia, e i franchi delle Marche, attestan Carlo magno, Alaska sconosciuta, con Kanada e Giappone. Siberia indipendente, fino a Pougachev, Perm era Germania, Vyatka è Vaticano, su stemmi medievali, dell Impero vasto. Giovanni tien corone, Arca bastone tiara, chiave di Alleanza, tra Dio e umanità, templari di Genova, legati al Presbitero, dividono potere, emblemi e croce rossa, Aragona e Castiglia, comunità sefardita, mentre da est, sarà ashkenazita, popolo Giudeo, da impero precedente, legato ad Egitto, è offeso e vilipeso, mutato in carnefice, Cristo al martirio, non tornano i conti, in fabbricato mito. Concilio di Trento, stampa sua bibbia, mentre Bibbia greca, stampa Mosca 821, da fratelli Zosimadas, con editore inglese, creano chiesa greca, ribellione 821.| Storia egizia fu, storia burocrazia, commerci e sacerdoti, e mondo conquista, flusso riflusso Nilo, sole e luna viva, tempio simbolo di mondo, casa medicina: luoghi di incontro, di affari e culto, di scriba scritture, e fumo di incenso, si mastica natron, bicarbonato sodio, salvia e rosmarino, giorni di riposo. Egizi godon vita, preparano la morte, come il mito Aida, di Giuseppe Verdi, Aida principessa, di etiope lignagigo, col generale egizio, sepolti in piramide, navigano in Cielo, tra stelle e canoe, ogni persona ha, doppi anima e spiri, Ka Ba e Akh, 3 parti e lor destini; piramidi con mummie, proteggono Ba, raggiunge aldilà, morto a viaggiar, inizia con Osiris, regione Dat-Ade, mondo sotterraneo, sole muore-nasce. Defunti usano porte, ma serve parola, x mappa di Ade, Anubi enigma gioca, lui usa la bilancia, mentre dio Thot, sta vicino e scrive, registra verdetto, in mantici versi, assieme al coccodrillo, che aspetta mangiare, cuore di ogni infido; sottoposti a giudizio, di antenati morti, in piedi avanti Osiris, accompagni tuo Ba, dopo confessione, che eviti condanna, ogni cosa è vista, indagata e rivelata. Udjet dea-cobra, dà nome al basso Egitto, e Nekbet avvoltoio, nomina alto Egitto, Vultur auriculari, regna fino in Nubia, entrambe dan corona, al sovran che cura; proteggono con ali, artigli animisti, egizia tolleranza, feticismo di vacca, leon rettili uccelli, avvoltoio e falco, + ibis coccodrillo, scimmia cobra gatto. Nilo è come Niger, Fiume dove sgorga, inizio del mondo, in grotta di Assuan, con festa inondazione, nel 18 giugno, Leilet el nuktah, Notte Lacrima punto. Spirito del fiume, ha sembianze Hapi, essenza del Nilo, androge ventre hai, seni donna ciuffi testa, piante del Nilo, primi egizi geni, ricchi di animismo, tra pastori agricoltori, animali totem, feticci genius loci, associati a dimore, Dei vanno in scena, in ogni dinastia, tra basso-alto egitto, 42 province Sepat, diverse x lingua, stile vita religione, entro ogni nomoi, citte paesi e oasi, esiste capitale, dei feticci imperiali. storia_guerra-italo-ottomana.mp4storia_tartaria_mud-flood.mp4audio
||Bertrand de Blanchefort, sesto maestro dei Templari, contemporaneo a Cacciaguida, visse nobile cavaliere, che per Grazia di Dio, rifiuta sue truppe a Imperatore, che le voleva nel massacro, guadagna infamia traditore, che lo lascia indifferente, perché salvò vite a sua gente. Ebbe vita tumultuosa, viaggiando a Oriente e Occidente, si fermò pure in Italia, dove fondò i Fedel d'Amore, secondo stimolo da Oriente, grande Maestro e pur vassallo, di un feudo sui Pirenei, Rennes-le-Chateau dove leggenda, dice è sepolta Maddalena. Guerra Santa in nome al Cristo, scorre fiumi di sangue, Dante incontra in Paradiso, suo trisavolo Cacciaguida, ora beato morto in Crociata, seguendo mperador Currado, che lo mise in sua milizia, dove presto sale in grado, cavaliere io gli piacqui, lo seguii in Terrasanta, cioè terra dei khan, attraverso la Ungheria, fino a Roma Costantinopoli, a tutta l'Anatolia, nel dicembre 1204, alla testa armate francesi, incontrando quel russe, contro nequizia di usurpatori, trascurati dai pontefici, corrotti e negligenti, nello assedio via mare, di Costantinopoli Troia, io fui da quella gente, ucciso e liberato, da falso amor mondo fallace, e venni martire a tal pace. Cacciaguida brilla fuoco, in croce rossa Orda templare, il cui centro irradiazione, giace su orbita di Marte, che è una briciola su asse, di infinita croce al Cristo, che brilla di albore, cioè divina luce bianca, albedo contro terrestre guerra, che una croce umani portan battaglia, albedo contro rubedo, gente turpe mi ha liberato, dal mondo immerso in errore, nell'orrore e falsità, e dal martirio della croce, dei guerrieri orda crociati, sono arrivato alla pace, di vera croce del Cristo, che è infinito Amore, affrancato dall'errore, inclusa santità di guerra, in piccin orbita di Marte. Io trisnonno di Dante, nominato Cavaliere, da Corrado di Svevia, zio a Barbarossa successore, partii col re francese, dopo avere ascoltato, Bernardo di Chiaravalle, predicare la Crociata, abate a San Salvatore, riformatore cistercense, che fece sua preghiera, a proteggere Dante: oh Vergine madre, figlia del tuo figlio, infinita Beatitudine, che fai vorticar la pace, in compassione e sincronia, col Grifon d'Amore, dichiari guerra ai nostri errori, tu trasformi croce marziana, radiosa e infuocata, in croce albedo e alba di Pace. CacciaGuida parla a Dante, come l'anima di Anchise, quando vide il figlio Enea, nei Campi Elisi descritti, da Virgilio autor Eneide: o mio discendente, a cui fu aperta porta Cielo, guidato da Beatrice, Dante udì versi giocondi, che pure poco intese, il beato sfoga suo affetto, in ardor di carità, poi scese al limite ragione, Dante allor comprese: Benedetto Dio uno e trino, tanto cortese al mio discendente, Cacciaguida narra storia, di sua stirpe cavaliere, poi i destini di Firenze, quindi lancia sue invettive, contro Chiesa e la Francia, e profetizza futur Dante, e dei scaligeri benefattori, riguardo al suo poema, Dante toglie i sassolini, e il Lettore può incantarsi, ascoltar l'antico nonno: andava bene nei miei tempi, donne modeste e timorose, dedite alla famiglia, mentre gli uomini lavoratori, seri onesti e devoti, bella e buona la Firenze, adesso mancano i valori, a imborghesiti sotto al soldo, che hanno invaso la città, con loro brame arricchimento, e facile speculazione, sono nati nuovi quartieri, dove c'eran boschi e prati, e ferocia avidità, si muta in guerra civile, continui stermini fiorentini, tu pagherai con esilio, e con la perdita tuoi beni; trisnonno parla poi con Aquila, di Sapienza e Giustizia, a consegnar Dante a Saturno, dove inizia la Rubedo, ultimi canti di Albedo, croce latina color alba, questo è il casus belli, di guerra Terra e Cielo, combattuta nel cuore, per raggiungere lo Spirito, quan si uccide Leone Verde, e si imbianca e sublima il cuore, purificato e smaterializzato, poter acceder Spirito Celeste. Il Grifone della Unione, che ha celebrato Nozze a Dante, union sacrée con la Beatrice, da cui nasce il Sé tetragono, in unione allo Spirito, doppia unione Umanità, con Dio nel suo Eden, ora celebra la Unione, di Dante a spirite radici, per liberarlo da tutto, a salir leggero in cieli Aquila. Dante chiede aiuto, nel Cielo Giove giustizia, ad Aquila e Grifone, contro battaglia a leone verde, per entrare in contatto, con nos radici spirituali, a poter pulire il cuore, infarcito di malore, pur conquistata Pace e Libertà, da Inferno e Purgatorio, quante volte ci capita, di parlare con odio, di reagire con rabbia, di perderci in spiral timore, nell'angoscia del futuro, consegnando la vittoria, a nos passioni Leone Verde, intossicando il nostro cuore, di veleni oscuri poco alba, nos radici noi troviamo, dentro nostra storia, dove Spirito è materia, come fanno gli sciamani, che incontrano trisnonno, Dante annulla conflitto, superstizione parentale, alla ricerca di se stesso, oltre anagrafe locale: oh poca nobiltà di sangue, se induci gente a vantarsi, là dove affetto langue, ma ora qui nel cielo, mi sento di gloriarne, poichè manto che si accorcia, se ogni giorno non coltivo, il tempo ti sforbicia continuo. Intelligenza è Dioscuri, anima è il Grifone, Mondo è valle del far anime, identità personali, che fan mantello nobiltà, per alzare Dante in volo, Grifone ama le storie, dell'Anima di amore, a lui tosto affidate, perché la elevi a Spirito, tutti dovrebbero operare, in nobiltà di stirpe, di anima sapienziale, che ogni giorno un pò allunghiamo, nel nostro breve viaggio, angusto in pochi anni, ma vitale dentro al Tutto, calati nella Storia, siamo eredi di antenati, e per anima forgiare, serve Amore e Bellezza, a liberarci da dipendenze, e altre superstizioni, successo e apparenza, accumulo e potere, se ne esce praticando, servizio quotidiano, bioritmo sempre uguale, dai tempi di antenati, ecco il mondo antico, zappare e cullare, filare e narrare, faccenda assai divina, e radice spirituale, nel Cosmo cuor divino, e nessun vessillo in guerra, compete amor eterno. |Firenze buona e onesta, invasa da farabutti, attratti da facile profitto, cavan denaro dal denaro, soppiantano artigiani, che san che reddito è uguale, alla produzion lavoro, speculatori corruttori, disonoran la città, arroganti schiatte che, son forti coi deboli, ma deboli coi forti, che li corrompono o spaventano, là verso la borsa, comportano lotte, tradimenti e complotti, guerre civili e lutti, del giglio fiorentino, intriso di sangue, e trascinato alla polvere, con l'asta rovesciata, nel potere del soldo. Conquistar nostre radici, che affondano alla Storia, è inizio del rigetto, di zavorra materiale, Cacciaguida profetizza, a Dante il suo futuro, Tu lascerai ogni cosa diletta, la prima pena dell'esilio, Tu proverai come pane altrui, è amaro o sà di sale, e com'è duro salir altrui scale, pietire aiuto e misericordia. La luce in che rideva il mio tesoro, cioè trisavolo Cacciaguida, si fé prima splendente, come sol su specchio d'oro, indi rispuose coscienza sporca, di propria o altrui vergogna, sentirà la tua parola brusca, ma rimossa ogni menzogna, tutta vision si manifesta, e lascia chi gratti dove ha rogna, cioè chi ha colpa pur ne paghi, che se tua voce inizia molesta, al secondo gusto sarà digesta, questo tuo grido farà come il vento, che percuote più alte cime, ti sprono a scriver tuo Poema, senza temer offese altrui, perché solo nel futuro, l'opera ben digerita, darà vitale nutrimento, ai posteri lontani, che non complottan con la morte, ma lottan per la vita, nutrirla ed apprezzarla, poichè tutto è accaduto, tutto si è compiuto, anche il tuo futuro, leggero puoi salire, a contemplar sorpresa, che Aquila prepara, dentro Arco di Fuoco, vedrai il tuo Poema, ancor da terminare, orbitare come rota, che igualmente è mossa, nel cielo Primo Mobile, dove gira eternità.


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