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voce: crociate


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322:bugie, frittate e polpette, o grasse o niente: In treno fino ad Agra, Seba va a Meerut, dove legge libro, epopea Mahabharata, al centro sta la guerra, che fonda India tartaria, tra fratelli Pandava e i dubbi di Arjuna, Krisna uomo blu, pian piano li confuta: Arjuna guerriero, è un fratello Pandava, prototipo di eroe, in guerra Kurukshetra, dura 18 giorni, a combatter sua famiglia, mentor parenti amici, riuniti alla fazione, di malvagi Kaurava, usurpatori trono di Yorosolima. Arjuna avrà sconforto, e combattere rifiuta, ma Krishna suo cocchiero, riporta a retta via, con sacri insegnamenti: gioco di illusioni, è la esistenza umana, sogni di Maya, che narrano fiumana, impazienti due eserciti, stanno di fronte, fermo tra i due, Arjuna indugi rompe: Krisna cocchiero, rivela ogni finzione, disastri e sofferenze, modellano vicende, recano un senso, e accrescono coscienze: se storia si ripete, cento anni con inglesi, espansione su rovine, di canati fuor imperi, tensioni tra nazioni, di nuovo conflitto, sete di conquiste, dopo diluvio fitto. Krisna scomparve, nella foresta fitta, lo cercano le Gopi, devote pastorelle, pien di amore intenso, cantano scappatelle, Krisna blu guerriero, eterno amante ardente, continua Mahabharata a Villipuram villaggio, la notte Amavasya, al tempio Koothandar, attuano un mito, rinnovano le nozze, di figlo del re, rimasto senza moglie, eunuco in battaglia, lui cerca moglie, così quando morirà, Lei lutto piangerà; Krishna appare donna, si offre di sposar, a notte lo sposa, a mattina può partir, morto in battaglia, lei lutto può indire, alfine si rivela, Dio Krishna tra i presenti, vedon suoi misteri. Kunrat ermafrodito, da base spin dorsale, fin ghianda pineale, sakti egizia sale, ascesa kundalini, caduceo di Pasupate, a gopi innamorate, drago alato appare, con un paio seni, tiene squame e penne, unione forze opposte, crea luce astrale; cultura nativa, incoraggia terzo sesso, in casi di bisogno, cambia gioco ruolo.| Raseno ci racconta, Ovidio Ermafrodito, da Naiadi allevato, presso lago Frigio, lascia quindici anni, monti suoi nativi, giunge in altre lidi, e toglie vestiti: a riva venne visto, da ninfa Salmace, lei si innamora, un fuoco senza pace, il giovinetto ignaro, rifiuta amor di ninfa. Salmace si gettò, dentro al laghetto, dove immerso era, nudo il giovinetto, a lui si strinse forte, tutto lo avvinghiò, come Edera sul tronco, fusa a lui restò; poi gli Dei pregò, non esser separata, sebbene Ermafrodito, resiste disperato, accolta la preghiera, eterna fu unione, 1 corpo solo poi, emerse in effusione. Ermafrodito ottiene, da padre suo Mercurio, che chi alla fonte andrà, merger suoi dolori, avrà per medicina, medesima sua sorte, metamorfosi cura, apre e chiude porte. Androge ermafrodito, 2 generi sessuali, di corpo e di anima, in culture sociali, Ermete suo padre, è Mercurio caduceo, antico dio di Luna, e primo scriba vero, simile Atteone, scioglie nel mistero. Ermafrodito somma, due polarità, sintesi androgina, di psiche identità, è Venere e Mercurio, due diversità, la lor natura compone, ogni mentalità. Ermafrodito migra, navigando sui mari, venne dalla Siria, giunge sino a Cipro, sbarca pure a Creta, e bizantin città, dona nuovi culti, per crisi fronteggiar: spiega tale mito, conflitto della mente, tra istinto e ragione, dolore si protende, in sintesi dei 2, esso offre soluzione, danza in frenesia, sarà la guarigione. In Scizia e Anatolia, Siria e Palestina, avvennero rituali, di cambi transessuali, Scizi in ritirata, saccheggiano Ascalona, Dea Venere adirata, berdache li trasforma. Tiresia nato a Tebe, assaggia sul Cillene, potere del serpente, lungo lo intrattiene, gli dona la sapienza, poter di guarigione, Lui oracola vivente, per Ercole missione: sapiente sciamano, primo sacerdote, fù veggente cieco, androgino Tiresia, dopo aver visto, due serpenti copulare, memoria assai Templare. A corte di Federico, l'abate Becarelli, farmaco possiede, a invertire i sessi, potere mascolino, vestito con corazza, dentro attore cala, pudore si sbarazza. Traversa Ermafrodito, i secoli del tempo, portandosi le idee, assieme suo modello, narra lo straniero, idea di perfezione, in tempi di incertezza, paura alienazione; giunge in Inghilterra, nel rinascimento, re Giacomo ferma, costume travestimento, donne della city, di ceto borghesia, infrangono tabù, di sesso e classeria, accusate di immorali, e di prostituzione, a causa di indossar, maschile vestizione. In molte società, si arriva a squilibrio, di generi o risorse, di femmine o maschi, saggezza interviene, stimola a mutare, costume locale: due-spiriti chiamate, indigeni Berdache, sfoggian vesti donne, si lascian corteggiar, da cacciator guerrieri, fratellanza di arme, dopo iniziazione, x forze equilibrare: dove sta squilibrio, sociale o naturale, persone mutan sesso, + facilmente pare, imitando forma, esteriore dei rapporti, coito anale o tibie, x peni sovrapposti. Tupinambas guerriere, imitavano maschi, in lavoro e costumi, capelli accorciati, in guerra o caccia, con archi e frecce, ognuna tiene donna, che le cura e serve; 2-spiriti sciamani, trattati con onori, se pratican rituali, medici o sacerdoti, sakala in Madagascar, waria in Indonesia, mahu a Tahiti, faafa in Samoa, auracani in Cile, kathoey in Thailandia, riducon pomo adamo, tramite ormoni. |La notte di Amavasya, Villipuram villaggio, al tempio Koothandar, attuano 1 mito, rinnovano nozze, morte di 1 marito: narra Mahabharata, di 1 figlio di re, eunuco in battaglia, vuole una moglie, che pianga suo lutto, Krishna appare donna, ascolta sua preghiera, si offre da sposar; a notte lo sposa, a mattina lui parte, morto in battaglia, lei lutto puoò far, alfine si rivela, Dio Krishna + Devi, e tutti presenti, vedon suoi misteri. Kunrat ermafrodito, da base spin dorsale, fin ghianda pineale, sakti egizia sale, ascesa kundalini, caduceo di Pasupate, Cernunno Fauno Pan, streghe innamorate; capro umano alato, con un paio seni, corpo tiene squame, penne e pure peli, acme di alchimia, unione forze opposte, crea luce astrale, torcia tra le corne. Acque sud India, Yellama Dea fiume, ha potere mutare, generi a chiunque, uomini e donne, invertono i ruoli, in + situazioni, riti oppur giochi. Azande donne in Congo, sfregano banane, per gioia e piacere, favori scambiare, tra Ganda del Nilo, sesso fà scuola, sin da bambini, si apprende ogni cosa, piacere valore, avanti al villaggio, parate ben fatte, senza imbarazzo. Cultura nativa, incoraggia terzo sesso, apprezza diversità, di psiche mistero, corpo si adatta, a suo interiore stato. Clan nativi americani, sanno affinità, tra umore di piante, e uman sessualità, capace a rivelare, identità interiore, atto di ingerirle, è atto fare amore: presso i California, e Pueblo di Arizona, 1 uomo vigoroso, è scelto e masturbato, molte volte al dì, a produrre debolezza, così testosterone, scivola in scarsezza; fatto andar cavallo, atrofizza genitali, cadon peli e barba, la voce alleggerisce, incline al femminile, ora è mujerada, assume nuovo ruolo, nel social casato. Cabeza de Vaca, esplorando Florìda, descrive tra nativi, androge meraviglia, ragazzi effeminati, accettati dal gruppo, li chiama Berdache, 2 cuori in un corpo; sacri e aggraziati, i maschi guaritori, molti erano mogli, a guerrieri coraggiosi, medicin-man, sciamani e consiglieri, rare donne pure, dan prove da guerrieri: nadle tra i Navaho, winkte tra Lakota, 2 sessi e 4 generi, offre loro storia, elsa tra gli Yuma, scoprono in sogno, osservan fanciullo, e presagi van dare, clan li autorizza, cambiare e sposare. Chukci di Siberia, sciamani pur 2 cuori, amati rispettati, se ottengon risultati, chi sogna Dea Anukite, vede bene fondo, apprende medicina, arte cucina fuoco: se persona resiste, saman vocazione, o ruolo di capo, subisce depressione, sol quando accetta, visione chiamata, smette soffrire, il clan lo ha perdonato; accettare dentro sè, autentica natura, porta a integrare, in sociale struttura, se accettano persone, sacre sue visioni, psiche si riflette, in loro situazioni: su isola di Bali, uomo occidentale, è turista percepito, qual transessuale, a causa dei costumi, detto è berdache, uomo dominante, qui è vinto da Salmace. storia_krishna-arjuna-kulikovo.mp4device_krishna-insegna-yoga-arjuna.mp4audio
||Convito di Platone, Aristofane parla, io cercherò svelarvi, la potenza di amore, che rivelerete agli altri. Al principio eran tre sessi, maschio femmina e un terzo, detto ermafrodito, oggi scomparso o deriso, lontano dal principio, se il genere maschile, origina dal sole, il femminile da terra, ermafrodito dalla luna, partecipa di entrambe, ha una forma arrotondata, dorso e fianchi a cerchio, quattro mani e quattro gambe, due facce su un collo, attaccate in senso opposto, su un unico cranio, quattro orecchie e doppi genitali: camminavan eretti, come saltimbanchi, che capriolettano su se, con otto arti eran veloci, si spostavan rotolando, come i progenitori, resistenza e forza prodigiosa, arroganza pure alta, che urta con gli dei, che tentan di scalare. Giove apre consiglio, a risolvere il problema, evita la strage, a estinguerne la specie, a colpi di fulmine, come avvenne coi Giganti, e pensa a come fare, contener lor tracotanza, un idea è di indebolirli, a ridurne prepotenza. Li taglierò ciascuno, ora in due metà, bipedi saranno, e se ancor fan prepotenti, li taglierò a una gamba, come in gioco di otri. Via via che tagliava, raccomandava Apollo, di suturare il taglio, tirando pelle come borsa, legata in mezzo pancia, nel centro di ombelico. Umani divisi in due, ma ciascuna metà, vuol ricongiungersi all'altra, si abbraccia restano avvinti, si lasciano morire, di fame e di accidia. Giove allor ricorse, a un nuovo espediente, spostò lor sesso avanti; prima era di dietro, come le cicale, così nasce procreazione, union di maschio in femmina, allo scopo generare, e perpetuar la specie, con tale accoppiamento, una volta separati, tornano al lavoro, e alle cure della vita, così divenne innato, il reciproco amore, che uomini conduce, al ponte delle gazze, a risanare e ritrovare, primeva uman natura.

353:chi più intende più perdona, perdonando si acquista trionfo: Dante narra Purgatorio, 25 canti dei Dioscuri, orizzonte Sudest sudovest, mentre il monte resta fermo, quando esce si ribalta, Virgilio e Dante avvinghia, al pelo torace di Lucifero, tenendo testa in alto, ma presso cosce gira testa, in giù a poter uscire inferno, con la testa alta ora, lungo gambe di Lucifero, per uscire con la testa, iniziazione dei neonati, niente parti ipodalici, giunto a spiaggia del Monte, poeta si scopre capovolto, sul piano detto australe, e alla fine Purgatorio, ribalta ancora il fuso orario, e Saturno in Paradiso, ribalta orbita al poeta, da senso orario ad antiorario. Dante muove nei Tre mondi, senza smettere ruotare, attorno a centro stella Barga, pizzicando questa corda, dove narra in circolare, Dante muove anche nel Cosmo, lascia dietro molte tracce, elicoidi cilindri e coni, nel geocentrico Uno, dove colloca il compasso, a costruire Stella Barga, come un cavatappi, entra a spiral dei cieli, qualsiasi punto scegli, quello è sempre il centro, ognuno per se stesso, è centro d'infinito, giri a destra o sinistra, a spirale attorno al centro: appena fummo in cima a scala, Virgilio intenso mi guardò, dicendo figlio hai visto molto, pene eterne e temporanee, sei giunto ora in un punto, dove io non posso andare, con le mie sole forze, ti ho condotto qui a ragione, con ingegno e con arte, tuo piacere prendi per duce, tuo piacere sia tua guida, fuor de l'erte vie tu sei, fuori ripide vie strette, vedi il sol ti brilla in fronte, vedi erba fiori e arbusti, che qui la terra da sé produce, finché vegnano a te, lieti e belli occhi Beatrice, che lagrimando a te, mi spinsero aiutarti, tu puoi andar tra elli, non avrai altre parole e gesti da me, liber giusto e sano è tuo arbitrio, la libertà che cercavi, ora l'hai trovata, il tuo potere di scegliere, è diventato incorruttibile, e sarebbe errore non usarlo, io ti corono e ti mitrio, Virgilio dà il su addio, la doppia regalità, di Parola e Silenzio, dono dei Dioscuri, è la madre dei Gemelli, nella Buiti tradizione, quando parla il Povi, o quando osserva e tace. Dante ben capisce, che ultime parole, proferite dal maestro, che gli diede Primavera, la viridis dei Dioscuri, gli regala erba e turioli, teneri arbusti e fiori, che a suo piacere usa, in eterna prima Eden, dove tutto sempre nasce, e dove Dante nuovo muove. Celebrare nozze sacre, lui terrà con Beatrice, unione due poteri, è di ogni anima libera, Dante tenne ambo le chiavi, del cor di Federigo, dice Pier Vigne del suo khan, eco risuon da basso Inferno, quan Dante insinua il sospetto, che ogni uomo ha diritto, di posseder due chiavi, che aprano il cuore, se ha spirito libero, canti 13-37-62, parla di un khan, che libero deve esser, se possiede i due poteri; nel canto 36 troviamo, Casella parla di Roma, sul Bosforo e ogni fiume, dove angelo raccoglie anime purganti, e qui abita un Papa, che avoca a sé i due poteri, spirituale e temporale, mentre al canto 61, Dante vien libero incoronato, con queste due corone, iniziato al quarto grado, dei Misteri orfeo-pitago, progetto politico dantesco, mostra il punto più alto, che raggiunger può individuo, diventare imperatore, e papa di se stesso, cerca il centro d'Infinito, ma sa legger populismi, demagogie e consensi masse. Dante era cataro, pitagorico e alchimista, templar mistico e sufi, massone gnostico e fedel Amore, ascoltiamolo parlare, rincorriamo sue visioni, come il rito di Virgilio, indaghiamo le ragioni, a esser liberi per Eden. Duomo di Barga è dedicato, a san Cristoforo protettore, di viaggiatori e pellegrini, di più viaggi spirituali, qui dipinte due corone, sul portale laterale, miracol d'oro san Nicola, e due templari protettori, quello a destra fu ferito, dalle bombe di alleati, alla leggenda di Crociate, dove fanciullo Adeodato, rapito da Emiro Saraceno, costretto a servir da giannizzero, usando uno vaso d'oro, il ragazzo prega San Nicola, di liberarlo da quel sorte, il giorno dopo arriva il Santo, che lo prende pei capelli, e lo riporta alla sua madre, che piange felicità, Adeodato dopo serve, al banchetto re cristiano, usando stesso vaso d'oro, due banchetti allegorici, due poteri a confronto. Adeodato templare, vuol dir dedicato a Dio, dopo esperienza mondana, inizio del cammino, verrà tirata pei capelli, ricondotto a servir Spirito, necessarie il mondano, a produrre la scelta, Adeodato sceglie di pregare, intervento del Santo; nel linguaggio sapienziale, libertà appar servizio, scrive Dante in Purgatorio, a maggior forza e miglior natura, liberi soggiacete, quella cria la mente in voi, che ciel non ha in sua cura, Marco Lombardo dice, lui vescovo cataro,da uomini liberi sottomessi, a forza maggiore di voi, e a natura migliore, questa forza crea dentro, intelletto simposio, da cui influssi astrali, non preoccupan più. Liberi sottomessi, alla libertà dono Amore, tutto da conquistare, Dante cerca libertà, la trova quan Virgilio, lo sottomette a due corone, cioè alle leggi libertà, di equilibrio e armonia, serenità bellezza pace, giustizia e sapienza, prudenza elevazione, amore e rispetto, decoro e dignità, leggi a cui Kan e Papi, dovrebber esser sottomessi, scegliendo la libertà, sottometti alle sue leggi, che al servizio mondo poni. Catari e Templari, lasciaron chiese segni, tre corde a pizzicare, un accordo alto e vivo, che risuona in Libertà, ingresso dentro Eden: la divina foresta, folta e rigogliosa, che occhi temperava, il novo giorno ero pronto, senza aspettar lasciai la riva, prendendo la campagna, lento sui pendii, brezza dolce e regolare, profumata sulla fronte, soave vento tremol fronde, tutte quante piegan pronte, a prima ombra il santo monte, mentre sulle loro cime, gli uccellini cantano arte, con pien letizia accolgon alba, intra foglie accompagnati, da fruscio alle loro rime e le foglie in accompagno, come accade quando Eolo, scioglie il vento di scirocco. Alba eterna primavera, scioglie sensi in libertà, liber tocco vento e fiori, con il canto degli uccelli, nel tepore di scirocco, sulle labbra sente casa, Dante prima era smarrito, mentre al canto 62, torna al luogo primo Adamo, nella veste dei lettori, assonnato in selva oscura, sorge ai sensi attivi, presso un fiume adamantino, che gli vede innazi, tutte l'acque sono monde, dopo dolorosi morti, che ci ebbero trafitto, il mondo è sempre uguale, sol simmetrico diventa, opposto ai nostri occhi, esplode in sua bellezza, canto 1 e 62, simmetrici ed opposti, Pasqua di Resurrezione, Dante sorge sotto Vergine, nel luogo virginale, all'alba del mondo: coi piè e occhi ristretti, passai di là dal fiumicello, per mirar rami fioriti, e mi apparve all'improvviso, meraviglia che distrae, una donna soletta, cantando fior da fiore: orsù bella donna, che sei scaldata da amore, fatti un poco avanti, così capisco cosa canti, Tu mi rimembri Proserpina, quando perdette la madre, nei misteri di Demetra, e la madre a sua volta, perse la primavera. Dante sale lento, attraversa anche le soglie, senza capir tutto, del dono del Grifone, ascesa al mondo Spirito. Io mi rivolsi ad amoroso suono, colei che mi conforta con sua voce, ma mia memor poco ricordare, se non sorretta da Dio, poichè rimirando Beatrice, lo mio affetto fu, libero da ogn'altro disire, fin che piacere eterno diretto, raggiava in suo bel viso, poi rifletteva in me, il mio cuore liberato, da tutti i desideri, immerso in suo sorriso, spirituale trasparenza, donata dal Grifone, in terra mentre vivo. Liberiamoci anche noi, per qualche istante dai desii, fino quan Beatrice ci risvegli, con un dolce rimprovero: volgiti e ascolta, ché non sol miei occhi è paradiso, raffina il tuo udito, e i confini del cuore, a sentir eco lontano, che dissolve nel cosmo, vibrazione in armonia, fin trentunesimo Purgatorio, quan Dante apprese dal Grifone, il Mistero di Amore, rispecchiato in Beatrice, congiungendo anima sua, terrestre e divina, di aquila e leone, con anima di Donna, guida spirituale, con sguardo di smeraldi, dentro estasi totale, carnale e sublimata, spalancando loro porte, per Anima uscir entrare, così occhi di Beatrice, divenner Paradiso, in ogni canto incrocio sguardi, che lo rinvigorisce, schioccante sferzata, di orgasmo in Paradiso, cui Dante mai si manca, perché senza Eros, sua Anima mai canta, leggi il Paradiso, per esser Paradiso. Ora è giunto il tempo, per Aquila guardare, Beatrice si dissolve, insieme ad ogni storia, Dante avrà imparare, a far meno anche di lei, senza provarne sofferenza, accecato ed abbagliato, da luce Aquila-san Giovanni, fà incontro con Spirito, in suo profondo cuor, traversa Arco di Fuoco, cammino in Solitudine, dove Aquila evolve, lo Spirito in Materia, mistero sen parola, che è libero a trovarlo, chi scardina se stesso, da tutti i condizionamenti, e con Spirito fa festa, e vede tutti i cieli. |Grifone somma leone e aquila, rappresenta Gran Tartaria, impero nato dal Xristos, poi diffusa in tutti i mari, potenze simili a Dioscuri, doppia natura del Daimon, fà da ponte uman-divino, fra Dante e il Paradiso, con terrene zampe feline, balza il volo nello Spirito, Grifone muta il suo passato, e diviene allegoria del Cristo, in forza doppia sua natura, Dante sfrutta a intelligenza, a deviare i più saccenti. Orfeo riscatta stor d'amore, con Beatrice eterna ngombi, amante eterna del Poeta, sul Grifone dai colori, oro rosso e bianco, auredo rubedo albedo, fasi alchemiche compiute, in alto dei cieli, in compagnia di sue ali, che fino al ciel arrivan. Daimon personale e collettivo, padron destino a tutti, al suo collo aggioga il Carro, con Beatrice e umanità, nemmen trionfali Fasti a Roma, conobber carro così bello, più del carro del Sole, africano vero Augusto, la nostra doppia natura, terrestre e divina, come due ruote portan peso, del viaggio nostra vita. Carro tiene due corone, Beatrice fra i Beati, ci appartiene e ci riguarda, nostro esistere nobilita. Quando settentrion del primo cielo, con stelle a forma candelabri, senza alba nè tramonto, mai stata offuscata dalla nebbia, a ciascun indica il dovere, come fà l'Orsa Maggiore, che indica strada al Timoniere, per giungere in porto, si fermò allor la gente, si voltò verso il carro, come fonte di pace, un dei vecchi grida e canta, per tre volte tale stofa: Vieni sposa dal Libano, e in coro tutti gli altri, beati al nuovo bando, cantano alleluia! con la voce loro corpo: Benedetto tu che vieni!, gettan fiori tutt'intorno, rinati in coro alleluiando, si alza Cantico dei Cantici, ministri e angel messaggeri, spargon gigli a piene mani, nel Giudizio Universale, quan due ruote son riunite, in Beatrice meritata, a continuar la stor d'amore: |Dimmi o amore anima mia, dove vai a pascolar gregge, dove lo fai riposar meriggio, così che trovi il posto, il coro allor risponde: Se non lo sai bella tra donne, seguiò'orme del gregge, mena a pascolar tue caprette, presso dimore dei pastori |Dov'è andato il tuo diletto, o bella fra le donne, noi lo possiam cercare con te? La sposa allor risponde: il mio diletto è in suo giardino, fra le aiuole del balsamo, pascola gregge e coglie gigli, Io son per lui e lui è per me, pascola il gregge tra i gigli, mio diletto bianco e vermiglio, lo riconosci fra mille e mille, ha capo di oro puro, il suo Libano è Paradiso, da cui arriva Beatrice. Dante dopo il viaggio, da Capretta appar Pastore, con Beatrice pascola gregge, noi caprette infinite, diventate carro fiori, gettati da angeli alla luce, dei colori del Grifone, oro bianco e vermiglio, i colori del diletto, nell'incanto delle Nozze, tra due anime del Rebis, come nozze Siva e Sakti. Salmo duplice che canta: |Benedetto tu che vieni, nel nome del Signore! sei diletto della Sposa, hai i colori Grifone, ecco il rito dell'Unione: dentro nuvola di fiori, che da mani angeli sale, e ricade dentro il carro, una donna allor mi apparve, indossava un velo bianco, incoronata con ulivo, sotto un verde mantello, vestita rosso fiammante, e il mio spirito tremante, ha stupore in sua presenza, sentì sua gran potenza, di antico amore vivo, tremavo in ogni cella, sua vista mi trafisse, già nella puerizia, quan vidi Maria statua, che calpestava il serpe, con ansia di un bambino, cercavo io il maestro, Virgilio era scemato, mio dolce padre e guida, mie guance accolser pianto, con rosea serenità, e nell'alba pioggia fiori, apparve donna in tre colori, verde pace e bianca liber, e rossa come amore. Il mio spirito divino, rivisse la ferita, di amor terreno boccio, nei brividi di Orfeo, attratto in corpo e cuore, che irrompe anche lo spirito, Eros mortale e immortale, condiviso con qualcuno. Vidi fianco sinistro al carro, ruota detta spiritual, odo suono del mio nome, mi voltai verso la donna, drizza li occhi verso me, pur suo vel scendea di testa, cerchiato a fronde di Minerva, ovvero rami ulivo-pace, non permette veder viso, regale atto ancor proterva, come chi parla e si riserva, argomenti forti per la fine. Smetti pianger per Virgilio, ti conven per altra spada, Beatrice appar Jurema, ammiraglio a poppa e prora, che sorveglia i marinai, e li sprona a fare bene, donna amazzone guerriera, mi fa viver scontro amore, in prosa musica e teatro, mi rimprovera così: guarda ben sono Beatrice! come degnasti accedere monte? a questa sede uomo felice? Dante e voi care caprette, perchè in vostra vita, avete scelto infelicità? sceglier solo il dolore, come mare a naufragare, è una colpa non prevista, dai comportamen terreni, che ci aiutano a credere, che infelicità sceglie noi, mentre è viceversa, tal è peccato originale, a Dante rimproverato, nell'Eden Paradiso. Li occhi mi caddero alla fonte, in fiume vedo il mio riflesso, poi li volsi verso l'erba, la vergogna gravò mia fronte, tanto da sfuggir lo specchio, come madre al figlio par superba, così lei sembrava a me, amor rimprovero sapor amaro, la donna infine tacque, e coro angeli a cantare, offre parole a Dante, in te Domine ho speranza, salvami da errore, piega tue orecchie verso me, a liberarmi da confusione, tu sei mio Dio protettore, in casa e fuori a farmi salvo, mia fortezza e rifugio sei, mia guida e sostentamento, mi trai fuor da quel laccio, che mi han teso occultamente, perchè tu sei mio protettore, e mi hai redento in verità, liberandomi da vanità, esulto tua misericordia, tu getti sguardo a mia abbiezione, e salvasti anima mia, dalle angustie del nemico, e apristi campo pei miei piedi! ecco salmo 30 Bibbia, dalla Vulgata al latino, da san Girolamo per Dante, in canto 30 Purgatorio, quan nemici di noi stessi, carichiamo infelicità, non certo per sadismo, ma per rafforzar orgoglio, nostre volute durezze, ci procurano alibi, per viver rinunciare, e di vanitas morire, dunque lotta a liberarti, per percorrere la terra, fin le stelle di Universo, dove Dante ha messo i piedi, a scardinare ogni fobia. Io sen lacrime e sospiro, prima di angeli a cantar, armonie ruote celesti, mi compativano com se, vibrazion di compassione, avesser detto Donna! perché lo fai a pezzi? allora gelo intorno al cor, come neve su Appennino, da venti freddi di Schiavonia, si scioglie poco a poco, quando Afro manda i venti caldi, si trasforma in acqua e fiato, e uscì fuori bocca e occhi, quel rimprovero sudato, ecco pianto coi singhiozzi, ella ferma in su la coscia, in carro stando volse e disse: angel creature così poscia, voi vigilate eterna luce, giorno e notte sapete tutto, ogni passo che Terra compie, così la mia risposta, ha scopo a farsi sentire, da colui che piange oltre il fiume, dolor commisurato a colpa; intenda colui che piagne, al di là di questo fiume, colpa e duolo una sol misura, non solo influenza Cieli, indirizza ciascun essere, al suo fin virtù di stella, che a sua nascita presiede, ma pur generosa grazia divina, che piove da nubi alte, cui nostra vista neanche scorge, come terren fertil dotato, si fà maligno e silvestro, cioè sterile e selvaggio, co mal semente e non coltivato, sostenni Dante col mio volto, conducendo a retta strada, ma quan morii tradì memoria, e si diede ad altre donne, da carne a spirito mutai, gli fui men cara e men gradita, rivolse passi a via fallace, seguendo false immago di bene, che non mantengono promessa, allor lo richiamai nel sogno, narrato in Vita Nova, e anche in altro modo, ma a lui importò ben poco! e cadde tanto in basso, che divenne inefficace, ogni mezzo per salvarlo, salvo mostrargli genti perdute, così visitai uscio dei morti, in Limbo soglia dello inferno, piangendo volsi preghier Virgilio, che l'ha condotto fin quassù, fato di Dio sarebbe infranto, se Dante superasse il Lete, e gustasse acqua del fiume, senza provare un pentimento, gustae vivanda senza scotto, pentirsi è lacrime versare; a Dante è chiesta confessione, accurata di sue colpe, e un pentimento lacrimante, suo peccato è la superbia, orgoglio a scegliersi infelice, lo scialare dei talenti, tradir suo angelo custode, Daimon scelto dalle stelle, e da Grazia Divina, Beatrice questo gli ricorda, aver tradito la sua Donna, che lo ha iniziato Amore, al gran disìo di elevazione, donna del corpo e intelligenza, donna di anima e intelletto, donna di Spirito e Sapienza, Daimon che parla a voce Dio; Dante la vide a nove anni, lei lo ri-sveglia a diciott'anni, quan presentano i Dioscuri, alimentando il gran disìo, Dante ha dolore per sua morte, e manca promessa scriver opera, per Beatrice donna sua anima, sorgente di Dante, Eros Amore e Carità, Filosofia Fisica e Teologia, la ritrova in se stesso, ricomponendo Orfeo sofferto, come spiga chicchi grano, specchia tanti in uno solo, come fosse una sol corda, che da ngombi appar mogongo. Rapporto Amore in utopia, si rispecchia nel rimpianto, di anima innamorata, che ha desiderio di specchiarsi, di ricambiarsi nell'altro, per conoscere se stessi, chimera di viver sempre, l'un nell'altro in ogni evento, quan la perde lu si perde, confondendo le altre strade, in cui specchiarsi e tanto cadde. Grifone è detto pur Chimera, che accompagna anime morti, realizza incontro fuori mondo, con la forza del rimpianto, lo costringe a entrar nel fuoco, al solo nome di Beatrice. Confessione aiuta Dante, a ri-conquistare libertà, tradì sua anima missione, come il Cristo di Dafoe, volsi miei passi a false cose, e il vostro viso si nascose, quando sciali tuoi talenti, scegli di essere infelice, due amanti invitti narran storia, nella forma di Commedia: mai ti appresentò natura o arte, piacer quanto mie belle membra, in cui terrena io fui rinchiusa, e che or son sparse sottoterra, e se tal sommo piacere, ti venne meno con mia morte, qual cosa mortale trasse il disio? Ben dovevi dopo delusione, di ben fugaci terren fallaci, levarti in alto dietro a me, non più terrena e passeggera, non ti dovea gravar in basso, ad aspettar più colpo sorte, una giovan donna o un altro bene, che vano effimero ha uso breve, nostra natura tiene due ruote, carne e divinità, corpo mortale si decompone, Spirito eterno soffia quan vuole, come il vento di alto amore, perché non mi hai seguita, elevandoti su vanità finita? esser materia e non-materia, è un elaborare il lutto, come morte di se stessi, e ri-connetter propria anima, quando il corpo si dissolve, lo Spirito si coagula, e quando questo si dissolve, nuovo Corpo si coagula; tal Commedia fu studiata, dalla Scuola di san Marco, come fonte di sapienza, Dante-Adamo torna ain Eden, e noi tutti insieme a lui, nel fulgor del Sesto Giorno, tra Sette stelle-candelabri, che camminano da soli, a destra Giove Marte e Sole, i pianeti maschili, Mercurio al centro è controllore, Luna Venere e Saturno, i pianeti femminili, alla sinistra del carro. Sette stelle dantesche, a settentrion del primo cielo, gente verace tra il grifone, al carro volse la sua pace, le sette luci arrivan tosto, dal Cristallo motor primo, recan Spirito e Materia, macrocosmo e microcosmo: SATURNO è astronomia, discrezione di sapienza, SOLE fede è aritmetica, LUNA grammatica e giustizia, MARTE musica e lavoro, MERCURIO dialettica e purezza, VENERE filosofia e dolcezza, GIOVE è impegno e geometria, passa il Carro fino al Lete, che riflette stel Polare. |quattro virtù di Eros, trasformate in Cardinali, ancelle di Anima Beatrice, Psiche trova suo Eros, Grifone-Cristo anima eleva, a livello dello Spirito, fà che Dante con Beatrice, uniscan loro anime, mentre nel Carro umanità, San Paolo vegliardo, mostra con spada in mano, in territorio virginale, Mercurio e Venere incontro, in forme uman Dante e Beatrice, nuovo Adamo è riscattato, accolto amato dal gran cielo, al Sesto Giorno di Creazione, nel Mistero di Materia, Eros muove le sue corde, vibra corpo e anima tutta, e riunisce umanità, reintegrata alla purezza, della prima sua esistenza. Dante dice che la Bibbia, non contiene Umanità, mentre è questa umanità, che contiene ogni Bibbia, con tutti i suoi linguaggi, insieme a tutti i pellegrini, nel terrestre labirinto, nel mister doppia natura, del Cristo e del Poema, quando si scardina il sigillo, dello Spirito nei canti. Grifone media il contatto, diretto tra Dio e Dante, ovvero tra Dio e noi, in primavera union sacrée. Ortica del pentimento mi punse, dopo la breve confessione, Dante viene invitato, alzar occhi su di lei, la vede bella pur col velo, sviene vinto da visione, ecco evento quinta morte, e quinta resurrezione, diventa Sacerdos et Dux, Pastore e Guida, immerse in Lete, a cancellare ogni dolore, poi si immerge in Eunoè, acque di memorie buone: quan rinvenni vidi Matelda, disse aggrappati a me!, mi aveva immerso nel fiume, sino alla gola, e tirandosi dietro me, scivolava come gondola, fui vicino a sponda opposta, sentii gli angeli cantare: mi aspergerai con tal dolcezza,, la bella donna aprì le braccia, mi abbracciò la testa, e mi immerse a bere acqua, poi mi affida a quattro donne, ciascuna copre col suo braccio, noi siam ninfe e in cielo stelle, create ancelle di Beatrice, ancor prima che Lei nacque. Ti condurremo ai suoi occhi, altre tre donne aguzzan tua vista, perché tu possa osservar lume, che c'è al loro interno, esse hanno vista più profonda, dopo iniziarono a cantare, poi mi portano con sé, sul petto del Grifone, dove Beatrice guarda noi. Guarda i suoi occhi sen risparmio, sei davanti agli smeraldi, suoi occhi verdi da cui Amore, ti lanciò i suoi amori dardi. Or velo Beatrice copre a metà, svela profondi occhi smeraldo, Si celebra Sacra Unione, grazie a cui Dante avrà guida, vivida presenza di Beatrice, estasiarsi del suo sguardo, solo sfiorando il fulgore, di sua doppia bellezza, fisica e spirituale, si fondon due anime, nel Matrimonio Virginale, mentre i Sette Cieli continuano a brillare, sulle teste degli amanti, a irradiare le armonie, di sette arcobaleni, ancora fermi in riva al Lete, mentre le sette ninfe, guidano il rito con cura, e i segreti di Creazione, son luminosi testimoni. Beatrice è Venere, illuminata dalla Luna, mentre tutti i figli Adamo, passati presenti e futuri, schermati nel Carro, per sempre sono spettatori, di bellezza cerimonia. Triade la Tetrade, Dio precipita in Materia, e il suo dolore è il Cristo, che pronuncia le parole, dalle labbra di Beatrice, che infuocata spegne il pianto, come in Jesi nganga ha fatto, ancora un poco e non mi vedrete, ma poi mi rivedrete, se il dolor di Dio è Cristo, solo Cristo può placarlo, può durar pochi secondi, contemplazione di tragedia, per capir la verità, sangue che ingrossa il fiume Storia, indifferente alle macerie, ai cadaveri e ai rapaci, e alle bestie selvagge. Beatrice spiega a Dante, il messaggio del Grifone, il destino del carro-vaso, che il serpente-drago ruppe, fu e non è ora, ma chi n'ha colpa creda, che vendetta di Dio sarà, poichè in mente di Dio, umanità è salva da sempre: se piange il Paradiso, piangono i sette pianeti, e i motori che li muovono, Empireo guarda la Storia, rimanendone fuori, imitando il Cielo allora, siam contenuti e paralleli, Dante usa poema, a uscire di continuo, entrar presente eterno, a cui siamo impreparati; recita Giovanni, che un Dux messo di Dio, sarà inviato a Terra, a salvare la sua Chiesa, e la bestia che hai veduta, era e non è più, sale dall'abisso, e chi abita la terra, si meraviglia che, veden che bestia era, e non è e verrà di nuovo, con sette teste monti, indaghi tal mistero, la mente che ha sapienza. Il VASO siamo noi, e noi fummo dannati, ma poi non lo siam più, da sempre pria del Cristo, perché la storia mondo, corre parallel sapienza, di Dio presente eterno. Grifone ha assolto bene, sue due missiond'Amore, unire Dante a Beatrice, e Umanità a Dio, dentro un tempo non segnato, da lancette di orologi, né dal suono di campane, nell'Eden ricreato, in atto cerimoniale. Umanità sempre salva, nella mente di Dio, non può essere compreso, nemmeno da Dante, perché sovra mia veduta, vostra parola vola tanto, sopra mio intelletto, che più cerca e men comprende. Beatrice disse lui, perché tu riconosca quella scuola, e capisca sua dottrina, tu seguita mie parole, perché tu veggi, vostra via da la divina, distan cotanto quanto, da terra discorda il ciel, che si muove più in alto, nel Primo Mobile cristallo. |Barga segna meditazione, all'ingresso Paradiso, deve entrar uomo iniziato, pronto a comprenderlo, e noi assieme a lui, come ha fatto Virgilio, quand'iniziò Dante al Purgatorio, frastornando il Poeta, con geografia di stelle, e lasciandol senza fiato, con la dura salita, stessa cosa fà Beatrice, gli offre enigma forte, di teologia rivelazione, la salvezza umanità. Beatrice dice a Dante, che umanità è salva, da sempre avanti Cristo, il Poema è la riforma! mentre Martin Lutero si è giocato, tutte carte di riforma, predestinando la salvezza, per grazia gratuita, che Dio concede all'uomo, per i meriti di Cristo, bacchettata a chi si sente, di posseder mistero Dio, e se ne fà pur vanto, con tutte quelle scuole, che san renderci spesso, meschini e arroganti. L'enigma ha soluzione, nel Numero reale, che porta a geometria, qual forma perfezione, in tre cantiche sue ali, l'Aquila ci irradia, col suo poter regale, Custode dello Spirito, dell'Essere Eterno: numero 9 è Beatrice, 3 è trina Perfezione, il Numero conduce, al cuor dei medievali, dentro le loro chiese, tu vedi Geometria, che riordina potenza, del mondo di parole, nei simboli archetipi, che generano altre immagini, e insieme si muovono, su un piano oscillante, in sferica armonia, ad alta intensità, di vibrazioni e sincronie, in Quarta dimensione, per questo è necessario, Guardar Opera vibrare, e oltrepassar lo scoglio, necessario ma obsoleto, di cercar culture affini; sfida all'Uomo di oggi, che pensa ha visto tutto, mentre dal passato, ci giunge un ipercubo, in perfetta quadratura, del cerchio in quattro parti, 25 canti ciascuna, governata ognun da un Daimon, e la sua pianta maestro. |Divina Commedia, Opera Trina e Tetragona, 4 Passaggi e Sigilli, che svelano cose, mai viste né dette, il Passaggio Centaurico, immerge in terra Lupa, della violenza umana, Intelligenza esploratrice, premiata a elevazione. Passaggio dei Dioscuri, iniziazione a Conoscenza, e premiato col dono, di Anima Intellettiva, colei che è catturata, da cosmica intelligenza. Passaggio Eden al Grifone, porta Dante fuori Storia, congiunge al Punto Zero, nella linea 1-63, irradiazion della Giustizia, che disegna il confine, fra Smarrimento e Salvezza. Grifon domina 25 canti, dal 63 a 87, col compito elevare, l'Anima allo Spirito, siglati dal suo sigillo, che insegna che noi stessi, siamo custodi dello Spirito, di questa eterna fissità, che possiamo ascoltare, e anche interrogare, a superar spavento, di smarriti pellegrini, precari del pianeta; titanica impresa, sceglier prima strada, i dàimon si fan complici, e mutano senso, da cospiratori astuti, uniscono le forze, e agiscono nei canti, in duetto melodramma. Grifone testa d'Aquila, abbandona scena in 66, perché l'Aquila possa, piombar Eden con artigli, e nei canti 85 86 88, lavora a conquistar Spirito, e da 88 a 100, dal Saturno a Infinito, Aquila farà volare Dante, in alto altissimo, là dove noi temiamo entrare, dove il Tempo non è tale. Beatrice conduce iniziazione, pur solo una terzina, in lungo discorso oscuro, che sfida ogni esegeta, c'è bisogno d'intuizione, di una logica del cuore, di un essere leggero, per avvicinar mistero, emozioni del guardare, che attivano aisthesis, nel modo del trattare, poetico e discrittivo, digressivo e transuntivo, difinitivo e divisivo, probativo ed esemplare, frastornare e ammaliare, velare il Lettore, a poterlo distoglier, da ver sostanza argomento, ammaliarlo a risucchiarlo, in incantesimo che faccia, da muro a ver sostanza, perché sol sotto il velame, de li versi strani si nasconde, vera sostanza di argomento, la fatica dell'enigma, è parte del percorso. Dante rivela in versi, come lui inizia umani, Virgilio gli prospetta, altro viaggio che farà, vedrai i dannati e i purganti, poi vedrai i Beati, Beatrice invece parla enigmi, nel territorio dello Spirito, nel Presente continuo, si avvicina e dice a Dante: Fratel perché non mi domandi, mentre cammini con me? come a color troppo reverenti, dinanzi a un maggior grado, che emettono incerta voce, capitò a me che mormorai: Beatrice mia voi conoscete, miei desideri e necessità, lei rispose io vorrei, che tu liber da tema e vergogna, da non parlare più confuso, sì che non parli più come om che sogna, Io posso insegnare e iniziare, solo a chi ha domande da fare, sappi che il vaso che serpente ruppe, fu e non è più, ma chi ne ha colpa sappia, che vendetta Dio non teme suppe, quel carro ingoiato in selva, chi chiama Chiesa oppure Impero, riguarda invero umanità, da sempre è salva in mente a Dio. L'aquila che lasciò penne in carro, che divenne un mostro preda al gigante, non sarà sempre senza eredi, ma è vicina una costellazione, al riparo da ogni sbarramento, forse quella di Acquario, Ninfe di acqua incontaminata, darà al mondo un'epoca speciale, che ucciderà meretrice e quel gigante, che traffica con lei. Forse mia narrazion buia, come sfinge men ti persuade, perché affatica tuo intelletto, come fan responsi sibillini, ma presto le Naiadi coi fatti, solveranno questo enigma, senza danno a pecore o biade. Tu prendi nota e riferisci, le mie parole a quelli vivi, e che credon che la Vita, sia solo corsa verso morte; intrigante profezia, aquila non resta senza eredi, imperiali dinastie, Cielo Giove parla ad Adamo, l'erede di aquila Comneno, non è normal rampollo, ma è un messo celeste, a cui Dio offre un nome: 500 un 10 un 5, anagramma di DVX, una guida o condottiero, caccerà lupa di villa in villa. Acqua Spirito risveglia, nei canti del Grifone, con due bagni in fiumi Eden, salvezza eterna rivela, Beatrice dà il consiglio, prendi nota e racconta ai vivi, le mie stesse parole, anche se non le comprendi, a umanità che vive nel dolore; e tieni a mente quando scrivi, di non celar pianta che hai visto, qui spogliata due volte. Chiunque depredi o la danneggi, offende Dio nei suoi scopi, Adamo la morse ed ebbe pena, desiderò Cristo molti anni, a riscattare la sua morte, tuo ingegno comprenda, che la pianta è così alta, con la chioma capovolta, per ragione eccezionale, cioè giustizia di Dio, ma poichè vedo tuo intelletto, le mie parol ti abbaglia, conserva immagine sommaria, di ciò che ti ho detto, conserva una frasca di palma. Fai domande parol ben chiare, quando entri in zona Spirito, affronterai quesito Divin Giustizia, come albero di conoscenza, cioè il motore di ogni cosa, nel cielo dello Spirito, dove Adamo è salvo beato, liberato dal Cristo, assieme anime dei Giusti, in sua discesa agli Inferi, Umanità è salva da sempre, nella mente di Dio. Dante-Adamo torna all'Eden, accolto nuovamente, da tutti i misteri di Creazione, si purifica col pentimento, la confessione e il bagno in Lete, poi viene unito con Beatrice, suo angelico daimon, condotto all'Albero Conoscenza, rivive storia Umanità, la prima cacciata d Eden, e indebolimento sua natura, imbarbarimento e crudeltà, corruzione e oblio di Dio, diventa umanità dolente, calata al Tempo della Storia. Beatrice e Ninfe con il pianto, stempera dolore annulla, confermando il mistero, di una eterna salvezza, e cita Adamo nuova Sapienza, che Dante deve apprender: Adamo cadde sul pianeta, quando nacque contadino, a fine Età dell'Oro, età edenica in Demetra, che donava tutti i frutti, senza far fatica, ora uomo li guadagna, col sudore della fronte. Adamo cade sul pianeta, tremil anni avanti Abramo, divenne padre di un pastore, e di un agricoltore, Adamo è semine e raccolti, iniziator del Purgatorio, da Beatrice ancora cinto, con nuovo cordone ombelicale, all'ingresso del Paradiso, con bastone pellegrino, di memoria delle immagini, a ricordare la fatica, per estrarre e trascrivere, l'iniziatico messaggio, libro a futuro cammino: come cera timbro da suggello, figura impressa in mia memoria, aquila incarna allegoria, dell'alta divinità, fuoco celeste del Sole, di anima e nobiltà, appartenente tutta a Dio. Dante diviene nel Poema, vapore del mercurio, che con Aquila compagna, attraversa Arco di Fuoco, tra i due estremi confini, simmetrici ed opposti, Rosa Beati e Selva Oscura, sigillando in canto 100, sublimazione di immortale, per la visione di Dio. Dante vola in cielo Saturno, nel segno dei Gemelli, a nord-ovest porta Inferno, e nel buio puoi vederlo, coro di stelle che brilla, nell'estate boreale, col daimon suo alato, sale al Cielo Stelle Fisse, orbitando volgendosi, insieme a stelle dei Gemelli, e dall'alto guarda la terra, il giardino che ci fa feroci, e le sette orbite planete; nell'alto cieli Arco di Fuoco, si muove l’Uomo trasformato, rinato da se stesso, nelle mani del Grifone, che sua Anima ha elevato, allo stato dello Spirito, spiriti che Aquila ha ripreso, dominando il Corpo vivo. Dante rivela che lo Spirito, crea Materia no il contrario, e la perfezion della materia, è totale assenza di materia, che genera materia. |SOLE lanterna del mondo, sorge da diversi punti orizzonte: ma da punto in cui quattro cerchi intersecano, essa nasce con tre croci, con stagione più mite, e Ariete stella propizia, a equinozio primaverile, sole sorge in Ariete, era alba allo Inferno, ora su Eden è mezzogiorno, e Dante inizia il suo volo, son passate sei ore, là nel Paradiso, 4 cieli congiungendosi, formano 3 croci, il mondo cambia sotto nostri occhi, l'Uomo è cambiato, anche il punto di vista, a veder 4 cieli tutti insieme, bisogna volare come Dante, su note Ngombi e fra le stelle, scompare terra sotto i piedi, sopra nuvole sol sempre splende, e oltrepassando Sfera di Fuoco, Dante raggiunge la Luna, nel territorio di armonia, dove Creante e Creato, ovvero Triade e Tetrade, si fondono insieme, a dare Settade stelle: prendete cerchio massimo volta stellata, circonferenza di eclittica, poi Equatore Celeste, cioè eclittica solare, nei due punti intersezione, di questi due cieli hai due equinozi, nel punto gamma il 21 marzo, in cui sorge Ariete Sole. Cielo equatore e cielo sole, producono una croce, in sfera armillare tolemaica, 4 cerchi massimi cieli estesi, uno orbita Celeste, due Equatore Celeste, tre circonferenza Orizzonte, quattro orbita Solare, che passa 12 costellazioni, viaggio del Sole zodiacale; il cerchio esterno è orbe Celeste, cioè volta stellata, che incide perpendicolarmente, su Equator Celeste a 360, Orizzonte cambia nel punto di vista, dello Osservatore, permette aver sole movimenti, anche durante la notte, Purgatorio trova a sud-est. Tre croci vedi al sorger Sole, quattro cieli fan tre croci, poichè nel punto gamma, congiungon tutti e quattro i cieli, e nel punto dove sorge il sole, tre croci manifestano il cosmo, la cosmesi del mondo, in tutta sua bellezza, sogno architetti a geometria, di cattedrali di energia, proiezion piana a quattro cieli, da sguardo estatico poetico, Dante-Pitagora che vola, dentro armonica di sfere, inclinando i ciel di qualche grado, e farli in musicale simmetria, di un gotico rosone: quella che quattro cerchi giugne, con tre croci esce congiunte, sul punto gamma sorge il sole, qui si trova il Cuore Sacro, sul cinquantesimo canto, il punto alto della Croce, dove giace lo Infinito, il Dannato e il Salvo stanno ai fianchi, pur coincidenti con l'Eterno, sotto guida di san Giacomo, mappa di Spes e Libertà. Cuore Cristo irradia Croce, e le tre croci del Calvario, 25 canti dei Dioscuri, fatica salir tenebre e luce, sacrificio per conquista, di anima e salvezza, croce Buon Ladrone canto 63, dove appare il Grifone, Beatrice sfiora la Salvezza, vaso che il serpente ruppe, sarà svelato in canto 87, da Aquila daino. Uomo avvicina a infinito 4, con perfezione Geometria, con quadrato sfera e triangolo, strumenti Gran Geometra, dove sublime perfezione, per difetto coincide, con grandezza del Mistero, come in cattedrali. Poema geometrico in 100 canti, dal punto vista sapienziale, cioè anagogico non-letterale, a un qualsiasi medievale, quattro cieli forma ottagono, inscritto in circonferenza, dalla Stella di Barga, a Castel Monte e Duomo Pisa. Dante ama sfera aristotelica, e le stelle del cielo, dentro fatica ventennale, di ottagono a 4 passaggi, abbondano il san Giovanni, nei pavimenti in Duomo a Pisa, informato a rinascimento, tanti ottagoni scolpiti, sopra e sotto le sue mura, architetti e scalpellini, tutto scritto nel silenzio, in suggestioni che troviamo, quando svegliamo a mezzogiorno. Dante vola a mezzogiorno, col segno Cancro a sudest, noi tutti ancor dormiamo, emisfero boreale a notte, è pieno giorno in Purgatorio, e notte sulla Terra, un emisfero tutto bianco, e l'altro invece nero, vidi Beatrice voltata a sinistra, e intenta a fissare il sole. Dante vola via da storia, per ascender Paradiso, vola al primo plenilunio, che cade dopo 21 marzo, fissa la data Crocefissione, e Pasqua Resurrezione. |Poema partitura, fa uso astrologia, da canto 18 Paradiso, parte il volo Aquila, al 32 del Purgatorio, piomba su albero e carro, che Voltaire non comprendeva; canto 2 esorta Lettori, tornate ai vostri lidi, se vostro Spirito è assente, non continuate a seguirmi, da canto 1 e 2, si vola da Eden alla Luna, dal 14 al 15, vola dal Sole fino a Marte, cioè da Spiriti Sapienti, a Spiriti Combattenti, nel canto 14 Salomone, spiega a Dante ultimo giorno, resurrezione dei Corpi, a integrar Spiriti eterni; a fine dialogo con Salomone, Dante è risucchiato al Cielo Marte: lumi bianchi tra poli mondo, Galassia luci deboli e forti, nel profondo cielo Marte, fan giunture di quadranti, 8 raggi o 4 diametri, disegnan Croce Greca: croce greca ha uguali braccia, croce latina diseguali, e attorno alla croce, disegna il moto sole, da Ariete alla Bilancia, nel moto giornaliero, sul braccio orizzontale, secondo occhi visuale, e da Cancro al Capricorno, sul braccio verticale. Calcola in un anno, in dodici posizioni, solstizi ed equinozi, dei 4 cardinali, la Croce ha com due poli, magneti nord e sud, come sopra e sotto, di una medaglia in magnetite, il sole che da Ariete, gira in senso orario, toccando Cancro scende, verso la Bilancia, nell'ora del tramonto, poi cambia polarità, poichè torna indietro, nel buio dei miei occhi, ripassa per il centro, che ora è Capricorno, Yin o polo sud, da mezzanotte alle due; mentre Cancro è centro, Yang o polo nord, da mezzogiorno a due. Stesso ragionamento fò, sul braccio verticale, due vertici dei tropici, che passano equatore, il centro della croce, dodici posizioni, nell'arco di un anno, le stesse posizioni, nel ritmo giornaliero, due ore per ciascuna. Lungo asse croce greca, orizzontale e verticale, si muovevano dei lumi, cioè spiri combattenti, che scintillano intensi, quan si incontrano e oltrepassano: di corno in corno tra cima e basso, vidi corpuscoli muoversi, in diverse direzioni, veloci lenti lunghi e corti, cambiano aspetto in raggio luce, che talvolta illumin ombra, che la gente si procura, con ombrelli ingegno e arte, per difendersi dal sole; danzan Spiriti Combattenti, di corno in corno, cioè i vertici di croce, dei guerrieri crociati, Gurkha e Samurai, come lo era Cacciaguida, morto in battaglia cavaliere, illuminandosi a ogni incontro, come fosse via Lattea, nel cielo Marte rosso fiamma, come polver filtra una finestra, recando un gran piacere; in cieli tersi all'improvviso, passa una stella cadente, sembra che si sposti, in un punto poi si accende, non sparisce nessun astro, e il fenomeno si eclissa; dal corno destro di tal croce, si mosse una luce, percorse raggio della croce, è Cacciaguida stella rossa, dal corno destro inferiore, scorre lungo tutto il raggio, poi esce dalla croce, per incontrare Dante, nel punto Zero centro cerchio, dentro la croce dei Beati, che si muovon scintillando. SFERA di Marte in Tolomeo, è una minore contenuta, in quella maggiore a cipolla, con due raggi che da centro sfera, forman due bracci della croce, che illuminano il Cristo, ma chi prende la sua croce, e segue Cristo vede bene, luce rossa in quel biancore, la figur del Salvatore, Cristo in luce bianca; il raggio è generato, dal luogo del Calvario, dove strazio è consumato, di Maria e di san Giovanni, assieme alle pie donne, luogo deposizione, di un corpo martoriato, nel cielo martiri combattenti, dove croci sono varie, separate fra di loro, a modello del Calvario, Croce bianca del Cristo, che si inscrive in circonferenza, infinita di raggi, che partono dai piedi, di quella stessa croce, Cacciaguida parla a Dante, osserva i bracci croce, nominò Giosuè spirito, che viene come lampo, scorre rapido tra due punti, mentre il nobile Maccabeo, ha luce e voce a stesso tempo, luce gira su se stessa, sua gioia muove trottola, poi al nome Carlo Magno, seguo il volo falcone, poi Goffredo di Buglione, e Roberto Guiscardo, riuniti alle altre luci, Cacciaguida infin riprese, il canto cielo tra i cantori, Cielo di Marte mi saluta, pianeta della Musica, nel suo rosso fulgore, con pioggia di astri lampi, o come stelle cadenti, anticipa esplosione, che si vedrà nel Cielo Giove, in cui Dante è risucchiato, la sesta stella avea colore, più candido di Marte, Giove anime ospitate, come uccelli volan fiume, rallegrandosi a vicenda, del pasto consumato, si raggruppano in cerchio, cantavan volteggiando, dentro ai lumi le creature, muovon ritmo loro canto, poi mutandosi in lettere, D Le e altre, tacevano un poco, Spiriti Giusti nella luce, tutta orbita di Giove, danzano formando, un grafema luce dorata, che si staglia su argentato, sfondo di cielo Giove, che ha sostituito, il vermiglio di Marte. Grifone in suoi colori, in trionfo siderale, saluta il suo Protetto, colori mio diletto, annuncian conclusione, di Opera suo viaggio, per 35 volte, danzano gli Spiriti, forman lettera una a volta, che risplende in tutta l'orbita: 35 lettere che Dante, annota mentalmente, tra vocali e consonanti, Diligite Iustitiam, Qui Iudicatis Terram, in seguito i Beati, si fermarono alla M, della quinta parola, in modo tale che Giove, argento splende in oro, vibrando corda d'arpa, del 18-32 canto, del dialogo che unisce, Grifone con Aquila, a distanze siderali, tra Eden e Giove, conserva il seme d'ogne giusto, disse il Grifone in Purgatorio, mentre ri-legava carro umano, ad Albero Conoscenza, riconciliandola ancora, con la Divina Giustizia; ora rispondon Spiri Giusti, che a Dio si son riuniti: Amate la giustizia, voi che giudicate a Terra, riconciliatevi a Dio, se volete amministrare, la Giustizia sulla Terra, come scuola elementare, dove impari ogni grafema, la classe in coro la pronuncia, a conquistar parola, per cominciare a capire, bisogna tornare bambini, diventare iniziati, all'inizio del segreto, 7 x 5 è 35, 5 è la Bilancia, in mano alla Giustizia, è Legge e Civiltà, partorita in buone Leggi, 7 è strumento di creazione, come il CREATOR l'ha usato, è numero increato, che ha creato se stesso, allor per fare un 5 Legge, per giudicare in Terra, sette volte occorre conciliarsi, allo Spirito Divinità, tornare sette volte, dove Grifone lega il Carro, cioè dove si conserva, il seme di ogni Giusto, divinità che pulsa dentro, riconcilia Essere a Divenire; casate vanno in decadenza, come anche le città, cose terrene son mortali, proprio come umani, che non posson veder fine, a cose che durano di più. Qui la Storia appar dissolta, accettate tal realtà, è ucciso leone verde, rotolate in Infinito, dentro Eterno serve calma, compitando lettera per lettera, il messaggio dei Beati. Vidi scendere altre luci, dov'era il colmo emme, e lì quetarsi cantando, il ben che a sé le move, e vidi ciascuna fermarsi, nel punto assegnato, tutte le luci dei beati, dopo aver formato giglio M, con piccoli movimenti, forman testa e collo Aguglia, su sfondo argento Giove, Dio dipinge sen modelli, quella virtù che forma i nidi, geometria di ogni poema. La M di Bilancia, ingigliata in luci d'oro, dove altre forman Aquila, sua testa vedi al Polo Nord, e artigli al polo Sud, nell'orbita di Giove, che con danza delle stelle, sarà occupata lentamente, da Spiri Giusti un tempo umani, attingon stessa intelligenza, M è monarchia modello, Giglio araldico russo, Aquila è imperator khagan, che mette cose a posto, secondo Numero e Geometria, Musica e Astronomia, linguaggi che usa Dante, per render chiaro imperatori, solo uomini da cuor puro, incamminati verso lo Spirito, pensano al Cielo con bontà, e con cuore semplice cercatelo, perché si fa trovare, nel pane e vino Eucarestia, che Dio nega a nessuno, san Pietro e san Paolo, moriron per sua vigna, eppure ancora vivi, mentre Chiesa è Umanità, sviata da malo esemplo, di chi la governa sen volare, dove ogni Aquila vola, ma marcisce e disconosce, eternità del nos destino, e insegue solo vanità: Giustizia Divina di Giove, operò contro Fetonte, perché non distruggesse Terra, poichè salute è salvezza, come Beatrice ha predetto, nel 67 Purgatorio, guardando Dante in aisthesis, uscendo in estasi da Storia, là nel Sesto Cielo Giove, 6 cosmetica e kòsmos, bellezza ordine universo, salute di uomo e api, che pretende equilibrio, di tutte e quattro le sue forze, corpo intelligenza anima e spirito. Geometria interna ai canti, contien Poema e Terra, e le sfere dei Cieli, al centro giace Infinito, fitta rete cui tutto vibra, anche a cosmiche distanze, nel poema data-base, su cui Dante ha lavorato, per vent'anni di sua vita. Triangolo e Quadrato, generan Dozzina, dodici versi per le mappe, di Uovo Cosmico infinito, guardato da un Drago, sigil che serra enigma forte, il percorso di Salvezza, da consumare in terra, e sollevarci da miserie, a raggiunger felicità. brian_austin_lambert01.mp4brian_austin_lambert03.mp4audio
||Dante traccia viaggio, seguendo mappa cielo, firmamento che circonda, il Pianeta ed il Poema, emisfero australe a sinistra, e boreale alla destra, congiungete i cardinali, a creare una medaglia, proiezion volta stellata, a Danzica stampato, su tavole in rame, e atlanti epoca d'oro, con dipinte le stelle, Tolomeo costellazioni, prese da Almagesto, cresciuto regolare, Dante studia e cita, ulteriori conoscenze: Andromeda e Acquario, Aquila ed Altare, Nave Poppa e Vela, Bussola ed Ariete, Auriga Boote e Cancro, Cane Maggiore e Minore, Capricorno e Cassiopea, Centauro con la lancia, tra zampe ha il Crocefisso, che Dante riconosce, ai piedi Purgatorio, velando i Pesci in scorta, mi volsi a man destra, e vidi quattro stelle, Cefeo Balena e due Corone, Australe e Boreale, Corvo e Cratere, Cigno e Delfino, Dragone e Cavallino, Eridano e Gemelli, Ercole e Idra, Leone con Lepre, Bilancia Lupo e Lira, Ofiuco Orione e Pegaso, Perseo e Pesci australe, Freccia e Sagittario, cioè Chiron con arco, Scorpione e Serpente, Toro e Triangol Boreale, Orsa Maggiore e Minore, la Vergine finale. Sole sorge in Ariete, a inizio del poema, traccia diametro zodiacale, dal primo canto Ariete, Centauri al dode canto, sono in segno Pesci, Dante è qui a sud-ovest, su spiaggia Purgatorio, nel segno Sagittario, Centauro in alto a destra. Alba poco prima, Venere è nei Pesci, su orizzonte zodiacale, vede coda al pesce australe, altri due pesci in boreale, poi Dante guarda a Est, dove sorge il Sole, si sposta sulla destra, vede Croce Sud brillare, tra le zampe del Centauro, che trafigge il Lupo, lui osserva tale cielo, dal punto di Empireo, dunque è rovesciato, poichè è visto dall'alto, come in cataclisma. Tolomeo geografia, in Bologna i.477, disegna griglia della mappa, del secondo Passaggio, imponente monumento, abbandonato la spiaggia, dove incontra Manfredi, in faticosa salita, prega Virgilio rallentare, siede e guarda di levante, contemplando dur salita, che avevano percorso. Quando anima si desta, a causa gioia o di un dolore, attira a sé nostra virtù, e si concentra su di essa, abbiamo una sol anima, che possiede tre dimensioni, vegetale sede vita, sensitiva sede percezioni, intellettiva intelligenza, quando si ode o si vede, contempla se stessa, come fece Bab Aziz, assorbe tutta attenzione, il tempo corre non si accorge, Manfredi pieno di stupore, il sole salito in cielo, pur di cinquanta gradi, io non mi ero accorto, quando giungemmo al luogo, che avevamo chiesto, il sentiero nella roccia, estremità da ogni lato, aiutarsi a mani e piedi, raggiungemmo orlo parete, dove pendio è più spazioso. Maestro mio che strada ora?, Nessun tuo passo vada in basso, prosegui in alto dietro me, finché ci appare informatore: lo sommo era alto, che vincea la vista, da mezzo quadrante a centro lista, cioè più di 45 gradi, ero stanco quando dissi, o dolce padre volgiti, e rimira com'io rimango, da solo se non ti fermi, lui rispose Figlio mio, cerca arrivar fin qui, indicandomi un ripiano, che circonda tutto il monte, sue parole fanno sprono, a tal punto mi sforzai, camminando pur carponi, finché giunsi sul ripiano; alza Intelligenza a stelle, è la motivazione, radice erotica di Amore, cioè gran Desiderio, arriviamo alle stelle, al mezzo cerchio del moto, che si chiama Equatore, sempre tra il sole ed il verno, mentre Equator Celeste, che inscrive la Terra, è Cupola cristallo, nono cielo primo mobile, che fa girar la Commedia, prima ancor essere scritta, anche al centro Terra stessa. Stella Polare al centro Terra, circondata dal Primo Mobile, dove orbita il Poema, il Tempo vola quando assorti, anima vita e percezione, intelligenza sede di amore, sede di affanni e del mistero, quale desìo lei si rivolge? Il suo traguardo è Libertà, dice Virgilio a Catone, Guardian del Purgatorio, marito di libertà, traguardo Inferno è la Pace, del Purgatorio è Libertà, che carica Sapienza, illuminando con Verità, indizi cogli nel Poema, per giungere a Empireo. Dante cita il viaggio sole, quando è a scuola da Saturno, narra bene i fusi orari, un orologio elementare, è impossibile sbagliare: a NORD OVEST Yorosolima, a NORD EST vedi l'India, a SUD EST monte Purgatorio, a SUD OVEST Eden terrestre, incorniciate sotto cupola, Primo Mobile zodiacale, che descrive viaggio Sole, in andata e ritorno, ai due tropici solstizi, 21 giugno e dicembre, sanGiovanni e Cristo, passando per due volte, sopra lo equatore. Sole già sull'orizzonte, meridiano su Czargrad, la notte ruota in posa opposta, spunta fuori al fiume Gange, in congiunzione con Bilancia, finché notte è men del giorno, guance bianche e rosse Aurora, passa il tempo e fanno arancio, quando appena passa l'alba: se in India è notte fonda, a Yoros c'è tramonto, mentre io sono all'alba, ci dice il Duomo a Barga, Sole ruota in senso orario, visto dal tropico del Cancro, reca orologio di giornata, a ogni segno 30 gradi, il Sole sosta ogni due ore, come organi meridiano, per total 24 ore, calcolando in senso orario, |Ariete inizia a sei mattino, presso Eden a sudovest, Toro arriva alle otto, i Gemelli alle dieci, il Cancro a mezzogiorno, segna tempo equinoziale, Leone regna alle quattordici, la Vergine alle sedici, Bilancia alle diciotto, ora del tramonto, Scorpione a ore venti, Sagittario a ventidue, fino a mezzanotte, nel segno Capricorno, sulla spiaggia Purgatorio, situata qui a SUD EST, poi arriva Acquario, alle due del mattino, seguon Pesci ore quattro, poi ricomincia Ariete.

345:Disumba ande mokoko, adengano mapoma na manze na esuba ea ngambo: Davide è Re Cristo, e combatte corruzione, scrive inni del SALTERIO, che narrano sua vita, diario libro Salmi, in poetica fattura. Salmo 88 dice: Samuele unge i re, ma i servi del Signore, insultarono il re, Davide è diffamato, da sudditi tradito, lotta col nemico, stanco e scoraggiato, ringrazia suo Dio, aiuto alla lotta, e fede in vittoria. Salmo 17, è governo secolare, in versi e quartine, inni bulgari amati, mentre Salmo 99, incorona re David, grida gioia al mondo, ai figli dell'uomo, ma è salmo più buio, dolore e reclusione, prima di esecuzione, la fame e la morte, separazione pena, di abiti e corte. Salmo 101, Ascolta mia preghiera! a Te viene mio grido, volgi a nuova era, mie ossa e mio cuore, Isacco mi flagella, mi prende vesti e trono, è dura la battaglia, lascio arco di rame, nel cuore mi ritiro. Dice salmo 17, ti amo Signor, forza e rifugio, ci salvi dai nemici, nostro corno suona, annunzia cherubino, ruggito del cielo, colpisci o proteggi, giustizia ora vedo, ho la tua ricompensa, purezza mani cuore, vedo tua clemenza. Narrano i vangeli, miracol pani e pesci, Andronico astiene, da eccessi alimentari, sobrio alle feste, mal stomaco previene, la sera mangia poco, duran convalescenze, digiuna o tazza vino, diluito al tramonto. Quando va al tempio, siede e ascolta genti, è giudice regnante, corte di giustizia, punisce corruzione, mafie e indulgenze, in tempio-tribunale. Detta nuove regole, ai venditor colombe, cambiavalute detti, combatte i complotti, ma ottiene nemici, che lo chiamano gigante, ciclope occhio accecato, avan crocifissione. Andronico arresta, oppressione di tasse, punisce ministri, che uccidon commerci, contrasta illegal dazi, Libro Salmi testimonia, il Giudizio finale, rinascita commerci, incarichi assegna, con buoni stipendi, a governator locali, ma lotta corruzione, salmo 13 Davide, quan visita provincie, molti ministri sono, insonni e spaventati, se accettano mazzette, acceca disobbedienti, pur nobili coinvolti, parenti suoi di sangue, senza compassione, fà legge anticorrotti, processa pur lo zio, Isakio usurpatore, Macroduca e Dukas, capi suo partito, subiscon legge dura, ma crescono i nemici. Giustizia possente, su affetti personali, soffre loro morte, esempi lui pretende, navi-merci naufragate, fermino saccheggi, governatori ladri, impicca sul molo, aiutare marinai, diviene legge prima, benessere di Stato. Salterio produce, inni musicali, con arpa muta note, arco eco nostalgie, 150 salmi, parlan di vulcani, di tempestoso mare, e battaglie navali, sul Bosforo porto, incrocio di rotte. Salterio su pareti, in papiri geroglifi, libro morti egizi, narra migrazioni, annuale ad Iperborei. Inario ripetuto, al ritmo passi danza, con devozione cuore, due volte canto s'alza, fin secolo 600, slavo greco e pope, Signore mio rapsode. Salterio poi mutato, da riforme di potere, culto indebolito, da Nikon patriarca, parole son distorte, riflesse in mito Orfeo, che perde la sua donna, nel morso di taranta, purga suo dolore, in veglia di visione. Fomenko cerca rima, tra biografie di Cristo, elenca doppioni, Mida scizio egizio, custode grifon d'oro, imperatore giallo, Leon di Yuda egizio, Kolyada Xristo Klau. Alessio Comneno, astrologi aiuta, con templi sapienza, soldi e onor dispensa, nasce Almagesto, catalogo stellare, poi in libro Alessiade, Anna Comnena scrive: nel regno di mio padre, Alessio Comneno, avvenne invenzione, osservazion del cielo, oroscopi precisi, di alessandrini medi, riportan posizioni, di stelle in vari eventi, nasce il calendario, ovvero il Kalavdai. Sui muri del Cremlino, resiste leggenda, di Kolyada Cristo, i cui canti son vietati, in tutte le città, di ex Tartaria regno, da decreti del 600, di Romanov clan. Libri Kolyadniki, almanacchi e bibbie, scritti da Esdra, a predire raccolti. Kolyada scese a terra, da vergine nacque, presso un torrente, già insegna alla gente, ma dentro Bisanzio, evita entrare, vi regna nero Toro, che vuole suo trono, sua Madre lo ripara, nel tartaro luogo, qui Horus fa riposo. Santa Cruz Klaus, tradotto in Nikolai, porta doni ai bimbi, Kolyada Xristo Klau, uno dei suoi nomi, Nika Nicea leone, Nikola kolia, rievoca suo nome, in Natale canzone, di bulgari e pomaci, che coltivano mele, e canti di Kolyada. Re magi sui cavalli, cercano il re, aiutati da stella, fin grotta Madre, aprono il petto, fan regali al bimbo, vanno a palazzo, del re basilisco, annunciano nascita, del giovane erede, Re nero si arrabbia, e ordina strage. Manuel Comneno, re nero pelle scura, ha capelli biondi, e i venezian beffardi, lo prendon in giro, negro imperatore, recitan nel circo, Manuele doppiato, a Erode e Nerone, erotico riflesso, in Tiberio Enrico III. Andronico Cristo, esilio pellegrino, erede al trono, porfirogenito nato, da Erode braccato, fugge via da Crono, che vuole ingoiarlo, strage innocenti, sua madre lo nasconde, in grotta con 2 ninfe, capaci a far Kefir, con latte di Capra, Amaltea chiamata, ora capra di Natale, Capricorno in cielo, ricorda allattamento, del bimbo regale. Guardato da Koureti, Crono scopre trucco, inizia persecuzio, si maschera Iesù, rifugia in paese orsi, in versione dei Vangeli: Cristo nato in grotta, nutrito da animali, rifugia nella Rus, di Vladimir e Sudzal, con suo piccolo esercito, fedeli koureti. Re vecchio malato, infine si pente, richiama Maria, torna con tuo figlio, incorona dinastia, giovan re ritorna, accolto dalla folla, nei canti di Kolyada. Cristo è incoronato, su rive del mar Nero, detto acqua Giordano, da Yuda-samovily, da angeli esecutivi, di patriarca slavi. Andronico adulto, concilia con Manuele, poi ascende al trono, legittimo erede, invitato a Czar-grad, capo Angelo mandato, ingaggia battaglia, in fortezza di Charax. Angelo sconfitto, ritorna a Czar-grad, banchieri rivoglion, soldi a lui prestati, x spese militari, ma Angelo su nave, passa con Andronico, e comando riceve: prepara mia strada, mio ingresso in citta, Matteo li descrive, come angeli fedeli, che aiutan suo conto, mentre angeli neri, al soldo Isacco Anglo, dopo usurpazione, lo fan morire a Pasqua. |Clemente alessandro, narra canto morte, Cristo Orfeo pastore, capelli lunghe trecce, Leone di Nicea, Bacco dio di Nisa, Adamo primo uomo, Buddha Krisna e Siva. Ucciso dai nemici, in guerra coi Titani, corpo fatto a pezzi, Isis lo raccoglie, ricompone bara, lo piangono le donne, in vela verso il Nilo: Osiride fu ucciso, da Tifone e Isacco, angel cospiratori, Iside ora vaga, cercando suo marito, sul mare lo trova, presso un Tamerice, rami avvolgon ossa, con bende di lino, pregne di olio mirra, la sindone ora voga, fiume in bara legno, verso terra egizia. Moglie piange corpo, del defunto re, giunge sulle rive, di egizio cimiter, Adone dio morente, risorge con sua voce, dall'albero pilastro, Lui le siede accanto. Maddalena prega, Cristo versa sangue, su albero di Acacia, detto croce slava, avvolto nel panno, imbevuto di spezie, mistura di mirra, e olio di oliva. Vibra ora arpa, salterio di Orfeo, eterno verbo che, mondo va salvare, lamenti funerali, veglia della notte, sarcofago egizio, piombato da Seth, nemico di Cristo. Radice amara narra, Eva amor di Adamo, esce da inferno, al suono guarigione, in russe epopee, umani fuori Eden, violarono divieto, di guardare indietro. NIKA vincitore, è Xristos risorto, è Dioniso che viaggia, dal regno dei morti, scende e riscatta, nuovo cristiano mondo, Cristo rima Osiris, scettro pigna e foglie, siede a destra trono, con calice di vino, pane liuto e uovo. |La madre di Andronico, pure detta Olga, nacque a Galich, in Vladimir-suzdal, poi in Crimea si sposa, con sovrano Comneno, qui nasce suo figlio, vergine sen parto, poichè avrà cesareo, Efesto dottore, sutura suo taglio. Vergine parthenos, detta Atena Pallas, Theotoko partoriente, sta x taglia-e-cuci, colei che taglia e cuce, talmudica Pantera, è Portnoi la sarta, Yeshu fil Panthera. Maria libera Novgorod, da truppe di Suzdal, la Rus' celebra impresa, dipinta in cattedrale. Maria dentro Yoros, sul Bosforo imperiale, alloggia presso Fener, monastero di Maria, or Moschea di Miriam, da li divise il regno, in più provincie Rus', educa i suoi figli, a riscuotere tributi, a mantenere orda, per ordine e cultura, elite di cavalieri, con etica struttura, anche nella corte, ministri soprannomi, Perun governa lampo, Volos gli armenti, Stribog tempeste clima, con etere energia. Andrea adolescente, fù esule ospitato, con Mari in terra alana, presso Vladi-mir, da un capo variago, re magio viaggiatore, che invia ambasciatori, per Maria devozione, coltiva nel solo cuore, etica religione. Andronico ora re, nella città di Yoros, riunisce le tribù, che viaggiano lontano, confedera province, che portan suo ricordo, Pan mitico sovrano, Cristo figlio umano. Pan dolce signore, con chiome abbondanti, hai dorso coperto, con manto di Lince, governi col lampo, da vette dei monti, sugli aspri sentieri, sassosi errabondi. Tu vaghi qua e là, boscaglie intricate, ora sei attratto, da acque immacolate, e corri attraverso, terre cui aleggi, siedi e contempli, da cima tue greggi: col tuo riso sonoro, risvegli tuo bosco, fai strage di fiere, se inizi una caccia, alla sera ritorni, suonando siringa, Musica serena, melodia che avvinghia. Tu reciti sul palco, da Thera preparato, lombrico e firmamento, sono la tua mano, danzi circolare, sei un re che viaggia, vesti mascherato, incanti chi ti parla; continui a recitare, negli anni e decenni, cuore fuoco arde, consuma estate inverni, sei satiro maschile, e ninfa femminile, apri 7 centri, e deponi tue poesie, con etere energie. Panthera di foreste, senza malvagità, susseguon pace e guerra, ma resta identità, con grazia o pavore, entri alla realtà, governi nostro mondo, in pace a prosperar. Niceta Choniate, scrive Andronico regno, Festa del Sole, età di oro bizantina, veste di blu, presso i contadini, riflesso in Saturno, taglia le messi. Studia le scienze, teologia di famiglia, economia educazione, poi circonda trono, di onesti giuristi, li onora con doni, e incarichi primi. Crea ruoli a Corte, come nonno Alessio, Troni e Cherubini, Serafini in schiere, rango degli Angeli, guidati da Arcangeli, serafin guardie corpo, fiamma loro nome, portano ascia fascio, eseguono comandi, potere del lampo, armi e cannoni. Cherubini a guardia, con cani di Alani, vincono i leoni, son grandi lottatori, Dante li chiama, cerberi can pazzi, come leoni a trono, ruggiscono quando, qualcuno si avvicina. Leone primo emblema, di Vladimir città, capitale impero, dopo Yorosolima, nel Libro di Maria, amoreggiano i leoni, ai piedi di Gesù, si prostrano a umiltà, leoni di Giuda, ricordo di crociati, scrive De Clari: bocca del leone, maccanico artefatto, nei pressi del palazzo, giocattolo per gare, per dame e cavalieri. Riflesso in vangeli, è Cristo rovesciato, da corrotte guardie, di angel traditore, venne crocifisso, a equinozio autunno, oroscopi a ricordo, trovi in ogni rus, in oasi di Siwa, nel libico deserto, tra sali di ammonio, itifallico Min, dio auto-generato, a fianco di Maat, giudica ogni operato: una volta gli umani, cospiraron contro Ra, che occhio inviò, e leonessa Sekhmet, ma poi cambia idea, vuol salvarne un pò, fà ubriacar Leone, con rossa birra orzo: bella dea di ebbrezza, Iside onnisciente, magistra con parole, addormenta dio Ra, tra umani nasce guerra, Ra giudice morti, con sole e con luna, crea giorni e notti: dio Thot delegato, governa la notte, Ra nel mattino, respinge assalto forte, in alba riemerge, a oriente su barca, assieme a equipaggio, dio Apopis decapita.| ATUM è Khan-Ra, fenice psicopompa, rinasce come serpe, su acque primordiali, autocreata da sè, genera creazione, parte da se stesso, e crea situazione. Atum solo in acqua, in stato di inerzia, prese a masturbarsi, in acqua creativa, Tefnet fu creata, fù dea umidità, Shu nacque suo fiato, fu aria divinità. Atum stanco giacere, chiede 1 capanna, dove riposare, Num-acqua gli dice, bacia tua Tefnet, vivrà così tuo cuore, ella sia con te, e Shu tuo figlio amore; dopo bacio nacque, Iunu la collina, emersa da acque, mare primordiale, Shu ha piuma in testa, nome geroglifo, venerato leone, Tefnet leonessa glifo. Airone detto Bennu, è aspetto di Atum, porta luce e vita, al mondo quaggiù, roccia su cui posa, diven pietra benben, piramide feticcio, obelisco luce inter; grido di Bennu, dà inizio al tempo, prestabilito in cicli, in greco è fenice, Fenice con la mirra, fa e depone uovo, Cicogna che vola, e divien ragno in volo; nata Shu-Tefnet, Geb-terra e Nut-cielo, fanno 5 figli, in 5 giorni aggiunti, a calendario antico, giorni di fin anno, persi da dio Thot, dopo partita a dadi: nei giorni fuori anno, nacquero Osiris, Isis e Harori, Seth e Nefti occhio, Nefti fugge in Nubia, lontano da Atum-Ra, amazzone divenne, leonessa guardian. Ra sente mancanza, và Thot a chiamarla, la portano a inganno, ora in sua casa, occhio-Ra Onuris, significa colui, che ha ricondotto fiera, da lontana Nubia. Onuris ha consorte, Maat-mehit matema, dea-occhio di horo, strappato 1 dì da Set, guarito poi da Hathor, dea vacca dei fiumi, che morti conduce, a nuovi nascituri. Grifone Gips fulvis; avvoltoio di Tebe, protegge suoi piccoli, sotto sue ali, adorna le regine, Khepri tira il sole, amuleto talismano, scarabeo stercoraro, cuore dei defunti, fornisce istruzioni, su come comportarsi, a giudizio dei morti.| SETH è cinghiale, Orice deserto, un tempo Dio scorpione, di oasi protettore, 1 giorno suoi fedeli, entrarono a conflitto, con gli agricoltori, fedeli a Osiris vino. Orice in deserto, antilope aggraziata, associata a Seth, Asherat compagna, cede a culto Horo, a forma di un falcone, Dio rosso dei deserti, Horo subentra al trono, Leon ferito ad occhio, divenne sfinge Giza, e protegge orizzonte, a mezzo di enigma; falchi belle piume, in aria sospesi, si avventano su preda, Horo è pellegrino, con testa adorna a piume, è fanciullo falcone, Ra dei pastori, e Re di agricoltori, possiede gli artigli, e ha vista acuta, khenty-khem accolto, in altri luoghi giunge, miete raccolto; pupilla luminosa, di falco pellegrino, è Nandi toro nero, e dio-coccodrillo, dissipa malocchio, volto di Ra-horo, oracolo specchio, lungi-mirante luogo.| ISIDE madre grano, dea del Delta Nilo, stella cane Sirio, Dea dai molti nomi, Ape e vacca sacra, demetra astarte sakti, adorata a Bisanzio, e presso Yaroslavi; preserva culto marito, andronico-cristo, serbando seme-essenza, a concepire Horo, il figlio erede trono, alla città dei re, cura il suo baule, che contiene veste, di suo marito Osiri, depostovi da Seth, Isacco il concorrente, nei suoi lamenti lutto, narra mito grano, Re del sotterraneo, Osiris primo Adamo. Iside madre fugge, da Manuel Comneno, affronta + vicende, a proteggere Horo, e suo leone trono, Horo adulto poi, portato a tribunale, rivendica diritto, di eredità regale. Seth viene scalzato, piange si lamenta, Iside dispiacque, x suo fratello Seth, usa sua magia, a salvarlo dai verdetti, Horo furibondo, la mette nei conventi.| OSIRIS khentiamentu, anubis e busiris, Apis-dio dei bugni, tien abito attillato, pelle nera suolo, testa mummificata, Pan lo chiaman greci, Fauno i rusitali, Delfino è sua consorte, Busiris fallo eretto, contien spirito grano, per Iside regina; nel geroglifo segno, ha una pastorale, assieme a correggio, e corona di piume, insegne agricoltori, e nomadi pastori, incarna primo avo, dei khan faraoni; insegna agricoltura, e civitas urbana, Osiride viaggia, dal Nilo al mar Nero, assieme alla moglie, e sorella reggente, fondando città, di primo umano impero, in statuine argilla, sparge semi ai campi, per messi da sfalciare, poi primo cereale, avrà lamentazioni, di sacerdoti Adone, o Adonai signore, bambino di Afrodite, amante di Core, toro Apis di Menfi, sacro al dio Ptah, divenne Osiris-Re, nel mondo sotterran; braccia incrociate, corpo avvolto a bende, lui apre le vie, a morti e iniziandi, al mondo sotterraneo, sciacallo Anubis-lupo, animale del deserto: durante alluvioni, avviene processione, guida 1 sacerdote, con maschera sciacallo, colui che apre le strade, con magico suono, 3 giorni e 3 notti, lamentazioni in coro; compiangono Dio, prefiche donne, alla statua-feticcio, di Osiride defunto, Iside e Nefti, che han sepolto Cristo, dopo processo Seth, al tribunale olimpo; dopo finta battaglia, rituale tra fedeli, Osiris riappare, trionfale su barca, compie erezione, del suo pilastro-fallo, per la resurrezione, nel tempio di Alessandria. storia_nuova-cronologia_it_fomenko.mp4storiaNC_rusroma-stirpe-giga-jesu-kulilovo.movaudio
||ERMETE TRISMEGISTO, fonda la sua scuola, filosofico ermetismo, sincretica sapienza, di Mosè e Zoroastro, dal dolore esce sapienza, libera piombo e ottiene oro, incarna iniziazione, alla ricerca del Sé: lui insegna il rapporto, tra uomo e Nous divina, evento mistico incontro, tra umano e divino, a mezzo di una gnosi, eleva stato di coscienza, un processo sovra-razionale, per grazia trascendente, dal Dio del medio Oriente, e suona lira e arco, a veder la consunstanzia, Ermete si volge, da fisica e matematica, a contemplazione Dei, e in Duomo Siena e Barga, è ritratta la sua scuola, sul mosaico pavimento. Mercurio Trimegisto, contemporaneo di Mosè, anni dopo Cristo, gira Mediterraneo, su orme pellegrini, fenici egizi e ottomani, tra commerci grano e farro, olio oliva e vino, spezie balsami e profumi, nasce raccolta di suoi scritti, detta Corpus Hermeticum, filosofia perenne, sincretica saggezza, come la Tavola Smeraldo, esercizi sacri cristiani, di parola e scrittura. Lui messaggero alato, portatore del Logos, Verità disvelata, da ibis-babbuino, a mezzo radice santa, intermediaria cielo e terra, tra divino e umano mondo, psicopompo dei defunti. Libri influenzano filosofi, e i Padri della Chiesa, da Tertulliano a Lattanzio, Clemente Alessandrino e San Paolo, da Origene a Sant’Agostino, che lodavano ermetismo, contemporaneo di Mosè, nel romano bizantino. Ermete in due persone, vissute prima e dopo il diluvio, a cavallo di tre terre: megistou kai megistou, theou megalou Hermou, il grandissimo sapiente, che fonda scuola ad Herren, un centro sincretismo, TEMPIO rinasce dalla pietra, che i costruttori hanno scartata, diventa pietra angolare, di alchimia interna dell'anima, lui Thoth nato da Maat, narra questa storia: un giorno Ermete riflette, sugli esseri e su Dio, suo pensiero allora eleva, sue tutte sensazioni, assopite come in sonno, per sazietà lussuria o stanchezza, gli apparve innazi grande psiche, che lo chiama per nome: son Pimandro psiche eterna, leggo cosa vuoi udire, raccogli dunque in tuo pensiero, tutto quel che vuoi sapere, io ti farò scuola, scrivi tutto ai discendenti, parola santa mi mostrava, terra e acqua mescolate, mosse da verbo spirituale, che si udiva tutta intorno. Pimandro mi chiese: capisci la visione? questa luce sono io, il tuo Dio intelligenza, che precede natura umida, uscita dalle tenebre, sono il Verbo luminoso, che emana da Intelligenza, figlio e figlia di Dio, Kore vergine luminosa, vedi e intendi il Verbo, che è parola di Dio, intelligenza unita a vita, la Vergine del Cosmo. Kore Kosmou fu trascritta, dal discepolo Stobeo, che alla corte bizantina, narra il mito di creazione, e il destino delle anime, che madre Iside trasmise, a Horus figlio suo. Altri discepoli presenti, Thoth Ptah e Imhotep, Egitto felice al centro mondo, è mito giunto fin Firenze, durante il Rinascimento: Leonardo di Pistoia, fu il monaco incaricato, da Cosimo de Medici, di recarsi in Macedonia, a reperire manoscritti, copie di corpus hermeticum, dal bizantino Michele Psello, al fine di intarsiare, da Giovanni di Stefano, un mosaico marmoreo, nel pavimento Duomo Siena: avanti al portale centrale, Trismegisto è l'inizio, di conoscenza terrena, come Dante con Virgilio, con un libro simboleggia, Oriente ed Occidente, parole di creazion del mondo. Marsilio Ficino, della corte medicea, fonda poi l'Accademia, platonica fiorentina, finanziato a tradurre, in latino quelle opere, col nome di Poimandres, il simposio di Ermete, più di ogni altro filosofo. Ficino bene scrisse, che Ermete è primo anello, di una catena sapienziale, attraverso cui il verbo divino, giunse ai filosofi gregoriani, egizi e persiani, orientali in genere, da radici primi cristiani. Ermetismo nascimentale, svegliò interesse alla magia, alchimia e astrologia, influenzando prima e dopo, Pico della Mirandola, Giordano Bruno e Campanella, fin le società segrete, dei Dervisci e Rosacroce, massoneria e copte scuole: Sara moglie di Abramo, uscì dalla sua tenda, e la luce di una pietra, di smeraldo fermò suoi passi, detta Tavola Smeraldina, latina Tabula Smaragdina, ebbe incise le parole: è verissimo che, senza errore e menzogna, ciò che è in basso è come in alto, e ciò che è in alto è come in basso, poichè tutte le cose, son sempre state e venute, per mediazione dell'Uno, Sole è padre e Luna è madre, Eterno istante è una goccia, che concentra ogni universo, da esso emana Beatrice, raggio di luce dentro acqua, fonde e produce un fiume, da cui nasce cielo e terra; 12 tavole fissate insieme, con cerchi di oro, per resistere al tempo, la saggezza degli antichi: Io Thot atlantideo, Signore dei Misteri, detentore degli archivi, Re mago vivente, generazione dopo generazione, passo le Camere di Amenti, ho raccolto ai discendenti, la saggezza degli antichi, e l'ho posta dentro l'arca, portata in Alessandria, dagli arabi fenici, tris-megisto tre volte saggio, tre filosofie in una, in libro segreti di natura, son mistero cattedrali, del maestro Fulcanelli, che cerca dentro Giza, lapis anima alchimia.

344:Dicembre piglia e non rende, avaro e scroccone si intendono benone: Pier della Francesca, dipinge Saturnalia, esalta costruzione, di Osiride colonna, pilastro obelisco, re incoronazione, canzoni scurrili, con gare di rima, rituali acrobazie, fachir pirobazie. Proceno Cinghiale, Fauno chiamato, nella città dei khan, fonda sua stirpe, Gauri moglie Siva, vuol riti primavera, feste di Diwali, accende lumicino, in case di adivasi, e indigeni vari. Clan di primi slavi, fan feste e sacrifici, di pesci e selvaggina, per avi ricordare, partecipare al rito, costruisce società, gruppi commensali, accrebbero sub-caste, al posto di tribù, a Roma piano emerge, nuova classe mista, sparisce distinzione, di razze e religioni, cresce astratta idea, di nazione yuda, divisa in caste varie, diverse occupazioni. Saturno a Roma è khan, che allenta le fasce, segna passaggio, tra dinastie a solstizio, avvia carnevale, che ordine sospende, rovescia le usanze, ai schiavi fa doni, ai re condoglianze, suo scettro bastone, gioca alle sorti, riordina il cosmo, scombina i consorti. Microbio narra, nel Saturday giorno, al tempio Saturno, a piè Campidoglio, statua è slegata, da lacci continui, scatena gli effetti, benèfici e ambigui, di inizio del tempo, avvento rinnovo, euforia e penitenze, sconvolge coscienze. Saturno ha le chiavi, del Cosmico Gioco, rilancia suoi dadi, poi oracola al fuoco, signor della tombola, giustizia e misure, con scacchi ed azzardo, ci da le visure, del nuovo anno. |Saturno khan dei khan, risiede estivo in Creta, un giorno fu esiliato, da Zeus guerriero clan, venne spodestato, divenne pellegrino, anziano saggio vaga, girando le paludi, per valli mari e monti, sfugge folgore di Zeus, in incognito ospitato, nel Lazio infin ripara, presso i popoli Lepini, re Giano e moglie Camene, riconoscenti al khan, lo vanno ad ospitar, nel Lazio governato. Giano lo protegge, dal fascio raggio Zeus, poichè controlla vie, frequenze cielo e terra, Saturno rassicurato, inizia a insegnare, civilizza gli abitanti, che vivon Nettuno, aizzano mare a divorare, le pianure coltivate, generare diluvio fango, che divora le città, lascian palazzi e paludi, infestate da malaria, sul luogo prime coltivazioni. Cenere tutto copre, e pioggia porta a terra, reca fango e palude, infestata da malaria, solo albero Ulivo, giunto da Iperborea, con Ercole in Italia, come chiesto da Atena, che sfida Nettuno, per possesso di Attica. Giove interviene, e decide la gara, chi umani aiuta meglio, sarà il padrone luogo. Poseidone col tridente, sgorga sorgente acqua salata, che genera laguna, e commercio via mare. Atena pianta Ulivo, che resiste a intemperie, scatenato da Nettuno, e risorge dopo incendi, sua presenza secolare, reca olive e olio sacro, crisma che unge neonati, malati e sacerdoti, cresime ed anziani, nella ultima unzione. Zeus decreta Atena, vincitrice della gara, e attorno sua pianta, nasce città di Atene, mentre olio di oliva, divien base dei commerci, dei fenici veneziani, in tutta magna Grecia, che diffondono la pianta, fino Americhe ed Australia: dove resiste ulivo, regge umana Civiltà, con commerci e città, e rituali agro religiosi, così espiantare ulivi è punito severamente, fino a recenti guerre. Atena doppia Xristos, e Maria sua madre, afferma culto apostoli, dopo evento Pentecoste, in bibbia resta eco, Genesi alleanza, tra gli umani e Dio, olivo della pace, ramoscello di Colomba, indica fine diluvio. |Saturno addormentato, attende risveglio, agli snodi del tempo, nel cristiano segno, dai fuochi di Ascensione, a incontri in Occitania, insegna tolleranza, religiosa ed economica, a yudei esiliati, da Egitto guidati. Saturno delle indie, è Musa Ibn Nusair, porta Tavole a Toledo, preserva primo tempio, di Salomon Sophia, e serba in Etiopia, arca di Giovanni: nel mito di Toledo, Yeshu entra al tempio, dove sta una pietra, incisa a divin nomi, due Leoni bronzo, seguono i fedeli, ruggiscono in uscita, sorvegliano fedeli. Yeshu trascrive, dentro sua coscia, tagliata ricucita, astuzia contro forza, uscito i due leoni, ruggirono e lui scorda, ma giunto a casa apre, ferita e si ricorda. Ieshu taglia coscia, senza aver dolore, trae segreto nome, scritto sulla pelle, greco mito Zeus, partorisce stessa cosa, Atena dalla testa, e Dioniso da coscia. Dioniso due volte, muore e rinasce, è Cristo sovrano, dio di Nicea, di primi cristiani, poi divisi in sette, culti e correnti, pianeti differenti, di tredici tribù, in seguito riunite, tranne intransigenti, da dodici apostole, in chiesa di Cristo, il giorno Pentecoste. |Chiesa moderna, come apostolica iniziale, ha problema giudaizzante, prima eresia cristiana: cristiani tentan vincolare, altri cristiani gentili, alla mosaica legge. Atti di Apostoli, capitolo 15, narra di ebrei convertiti, che critican Gentili, invitandoli a fare, iniziazione loro culto, circoncisione primo passo, poi altre feste, trombe ed espiazione, tabernacoli e hanukkah, Pasqua e Pentecoste. Circoncisione cerimonia, causò la controversia, in chiesa apostolica, a Consiglio Gerusalemme, i giudaizzanti dicevano, che i cristiani gentili, si salveran se circoncisi. Paolo e Barnaba rispondono: voi ebrei convertiti, del partito Pharisei, ascoltate Pietro apostolo, lui predica ai Gentili, e li porta nella Ecclesia, come colleghi cristiani, senza oneri mosaici, nella lettera ai cristiani, è presa decisione, i giudaizer siano privi, di autorità su Chiesa, apostolica di Yoros, e voi cari gentili, potete ignorarli, salvaguardate i bimbi, astenete da sacrifici, atti immorali e idolatria. Paul nelle sue lettere, affronta più volte, la eresia giudaizzante, figlia dei royal: ai cristiani è vietato, ingabbiare altri cristiani, apostolica Chiesa, rispetta ogni cultura, dei gentili o dei giudei, è fede universale, Katholikos adatta, a ogni razza etnia. Ignazio di Antiochia, segue Apostolo Giovanni, nella lettera ai Smireni, usa verbo inculturazio, processo assorbimento, nel cristianesimo apostolico, riconosce e benedice, tutte culture dei Gentili, mondate da immorali, usanze disumane, senza impor precetti, di una cultura dominante, come invece fanno, Pharisei e Islam. Cristianesimo assorbe, una cultura e la battezza, così nacque Russia, Europa e Tartaria, Americhe e sub-Sahara, estremo oriente Australasia, medioriente e nordAfrica, poi presa da Islam. Cristianesimo preserva, culture in rete Christendom, segue supersessione, nuova alleanza in Cristo, dottrina aperta a chiunque, senza adottar legge Mosè, che Andronico Cristo, ha soddisfatto sulla croce, concludendo parabola, del cristianesimo settario, dei farisei royal, lui è Parola divina, Messia per nascita, iniziatore e finitore, di legge del passato, compie e sigilla su di sè, così che noi cristiani, abbiam fiducia in Cristo, intermediario al Padre. Paolo ricorda, proibito ai credenti ebrei, giudicare altri cristiani, i ver yudei cristiani, tengon riti mosaici, nelle proprie famiglie, come ascendenza culturale. Giudaizzanti moderni, ritentano eresia, cercando impor precetti, di vecchia Alleanza, ancor cercano convincere, altri cristiani al vecchia patto, così ogni gruppo loro, tiene agenda loggia, adorar sabato o Hanukkah, invece di Natale o Pasqua, maldicendo tali feste, di domenica o dei Morti, con teorie cospirative, che minano i cristiani, declassati a pagani. Editto Costantino, dopo epica battaglia, vieta sacrifici umani, cessa re transumano, sua città protegge, i bimbi salvati, Cristianesimo Apostolico, divien culto di Stato, con transustanziazione, di vino daime e farro, da fede trasmutato, in nuova eucarestia. Kulikovo battaglia, origine di Mosca, kulishki grande campo, senza costruzioni, Dmitriy Donskoi inizia fortificare, e da Sergio Radonez, riceve benedizione. San Sergio nel west, Bartolomeo schwarz, inventa il cannone, dentro al monastero, apolistico cristiano, Demetrio benedisse, diede arma segreta, schema della croce: usa al posto di elmo, contro i khan ribelli, vittoria del santo, in Europa reca mito, nel classico Tucidide, cannone riferito, pure Marco Polo, narra guerra grande, tra Nayam Mamai, e principe Demetrio. Mamai tradì sovrano, da anni vuole guerra, autoproclama khan, estate 380, attende re lituano, raduna enorme esercito, infine catturato, in campo decapitato. Demetrio sesto khan, discende da sanGeorgio, Ivan khan califfo, terzo è Simeone, quarto Ivan il rosso, quinto Dmitry Suzdal, sesto è Donskoi. In seguito lui fonda, Roma-Costantinopoli, Konstantin Veliki, a fine del trecento, per 80 anni dura, casato Paleologi, teatri e ippodromo, Colosseo rodeo, obelisco Costantino, ricorda fede universale, costruita su eclettismo, come Santodaime. |Battaglia in Kulikovo, presso odierna Mosca, anno i.380 circa, scontro epico in ricordo, nel mito si trasfuse, leggende in ogni dove, due gruppi opposizione, in seno al culto imperio: guida khan Donskoi, cioè Costantino il Grande, cristianesimo apostolico, erede di Andronico, contro i velets conservatori, di cristianesimo ancestral Royal, guidati da khan Mamaji, in un epica battaglia, tra dei fedeli al Xristos, e al suo decreto imperio, contro asura deva, o giganti Velets, che stemma di Milano, biscione ancor ricorda, allusione al loro rito, primario di potere, dichiarato poi pagano, da editto Costantino, a fine di battaglia, vinta da Donskoi, con aiuto polver sparo, fatta in monasteri, diretti da San Sergio, detto di Radonez. Khan Donskoi divieta, soggiorno in terre imperio, cioè Gran Tartaria, alle tribù Volots, renitenti a convertirsi, ai valori apostolari, rinunciare ai sacrifici, così ordine San Michele, e altri monaci/guerrieri, presidiano i confini, e i Leviti sacerdoti, proteggono i bambini. I capi renitenti, in asilo in terre indiane, tibetane e Indocinesi, e isole indonesiane, memoria manufatti, edifici impressionanti, Anghor Vat o Burubur, o le samoane imprese. Col tempo mutan scopi, nei due partiti in testa, fan sintesi ideali, frammisti o radicali, ecco alcune orde, in fuga o migrazione, raggiunsero la Cina, e fondan manciù Qing, canato del Chitai, e canato Chiagatai, poi orda Samaria, nell'isola di Iesu, avvia shogun Samurai, fino al i.860, quando le navi nere, dell'ammiraglio Perry, al servizio dei banchieri, avviano guerra civile, e nasce altro Giappone, mentre il Ciagatai, dai romanov annesso, o i sultanati indiani, arabi e persiani, e il canato Mamelucchi, dagli anglo divorati. Velets superstiti, si incontrarono/scontrarono, pur secoli prima, con orde di Maometto, alla nascita Ottomania, anno Iesu 453, Maometto profeta, durante la crociata, guida guerrier sufi, fino mezza Europa, guida cavalieri, di ordine templare, gnosti ed ermetismo, xristo-musulmane: amici del leone, di Nicea e di Nubia, erigono + guglie, Tartaria architettura, cattedre al Signore, centrali di energia, possente medicina, di sonor frequenze, in toroidi rosoni, rito di cavalieri, di orda poderosa. storia_cronologia-fomenko_interview.mp4film_bibla_sanpaolo_franconero.mp4audio
||Canzone di Bacco, Lorenzo Magnifica, la bella giovinezza, sfugge tuttavia, chi vuol esser lieto sia, doman non è certezza, la canzon continua, ninfe e innamorati, caverne e boschetti, han posto 100 agguati, da Bacco riscaldati, ninfe hanno piacer, di ingan satiri agguate, fare Amor riparo, sol genti rozze ingrate |Chi vuol esser lieto sia, domani non è certo, 1 soma viene dietro, su asino è Sileno, 1 vecchio ebbro lieto, ride e gode vita, Mida tien tesoro, non si contenta mica |Ognuno apra orecchi, doman nessuno paschi, giovani e vecchi, lieti femmine e maschi, ne fatica e tristezza, se accade convien sia, arda cor dolcezza, Chi vuol esser lieto sia, ogni triste pensare, caschi nella festa. Rivivono i poeti, le gare fra tribune, Cristo rima grande, ricordano in Etruria, piacevole evade, i confini dei sensi, con complici odori, riscuote consensi: due musiche frasi, si inseguono errando, ipnotica ruota, in continuo rimando, chi ha gusto le sente, corron su pelle, uccelli ed anfibi, cantan ricorrente, sibilanti vibranti, roboanti crepitanti, si incontrano suoni, uno e poi tanti, dan corpo ai miti, attuati nei riti, mutando bisogni, nei sogni infiniti. Un suono trasmesso, tramite 1 aria, entra in mio corpo, e placa malaria, dolori di artrite, punture di insetto, sciatica e gotta, analgesico effetto. In origine è verbo, verbo fù canto, creava ogni cosa, a mezzo di incanto, la genesi compie, in stato di sogno, piste disegna, a estinguer bisogno, Musa ferma tempo, ed ego ristruttura, coi modi influisce, anima struttura: suono calmo concilia, eolico estingue affanno, lidico è remoto, se Ionico è amore, stimola Romeo, 1 dorico solenne, diverge dai frigi, che invitano a guerre. Se sonor frequenze, modellano credenze, guerra oppure pace, salute e malattia, caccia e agricoltura, erbe e religione, pulir nadi canali, e porte percezioni, di chakra meridiani, posologia graduale, o repentini traumi. |Yin diviene Yang, durante i tempi crisi, giorno divien buio, e ogni valore inversa, come in guerra o in festa, le dinastie giganti, legate avo serpente, detti anche Velets, adoran bafometto, un androge mediatore, nell'antro di sibilla, dei kahn radice egizia, creativo e distruttore, solve e coagula, muta sabbia in pietra, kundalini interiore. |YUDEI amministratori, al tempo Carlo Magno, mandarini impero, curano gli affari: ogni iudex tenga moggi, sestari recipienti, anno yuda inizia, ai primi di settembre, Osanna è stagione, 4 ogni anno, tenga fuoco acceso, nelle nostre case, usa sugna grasso, di pecore e maiali, contin capre e becchi, loro corna e pelli, e ogni anno, riforniscan di prosciutti. Rendan ordinati, i nostri ginecei per donne, con alloggi riscaldati, per serate invernali, siano circondati, da steccati ben saldi, con solide porte, per lavorar tranquille. Ogni anno a Natale, Ogni iudex sottoponga, un elenco completo, che precisi ammontare, di quanto vien prodotto, nel nostro casale, tenga vivai di pesci, volendo può ampliarli, oppure va crearli, se spazio lo permette, i pesci sian venduti, oppure barattati, così ve ne son sempre, nelle nostre villae, poi iudices li vendano, per nostro profitto. In orto sia coltivo, ogni possibil pianta, giglio rose e salvia, trigonella e balsamita, meli cotogni, noccioli e mandorli, gelsi fichi e noci, ciliegi lauri e pini. Mela gozmaringa, geroldinga crevedella, spiranca lunga durata, e mele primaticce, quattro tipi di pere, a lunga durata, dolci o da cuocere, poi le tardive. Festa di Tabernacoli, yudei di campagne, vivono in capanne, oliveti 7 giorni, a ringraziare Cielo, piogge sulla Terra, Daniele canta il salmo, Yavin fermenta vite, fa Lot ubriaco sacro, Io sono vita e vite, Tu i tralci sostegno, entra nel mio cuore, rendi il mondo bello.


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