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voce: confine


dantevitanovaDante scruta cielo e rinasce con Beatrice (353) chi più intende più perdona, perdonando si acquista trionfo alchemico | foto filosofi | audio | brian_austin_lambert01.mp4 | brian_austin_lambert03.mp4 | brian_austin_lambert18.mp4 |musica canto_sardi-nostalgia-giganti.mp3
laozuLaozi e gli esagrammi della mutazione (313) la miglior medicina è la vita ordinata, non metter bocca dove non ti tocca, con l'errore degli altri si conosce il proprio, con pazienza si acquista la scienza  | foto filosofi | audio | qigong_agopunti_chiave_cinese.mp4 | qigong_xing-shen-zhuang_cinese.mp4 | film_laozi-in_hangu-pass.mp4 |musica yo-bxa-tomodaime.mp3

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353:chi più intende più perdona, perdonando si acquista trionfo: Dante narra Purgatorio, 25 canti dei Dioscuri, orizzonte Sudest sudovest, mentre il monte resta fermo, quando esce si ribalta, Virgilio e Dante avvinghia, al pelo torace di Lucifero, tenendo testa in alto, ma presso cosce gira testa, in giù a poter uscire inferno, con la testa alta ora, lungo gambe di Lucifero, per uscire con la testa, iniziazione dei neonati, niente parti ipodalici, giunto a spiaggia del Monte, poeta si scopre capovolto, sul piano detto australe, e alla fine Purgatorio, ribalta ancora il fuso orario, e Saturno in Paradiso, ribalta orbita al poeta, da senso orario ad antiorario. Dante muove nei Tre mondi, senza smettere ruotare, attorno a centro stella Barga, pizzicando questa corda, dove narra in circolare, Dante muove anche nel Cosmo, lascia dietro molte tracce, elicoidi cilindri e coni, nel geocentrico Uno, dove colloca il compasso, a costruire Stella Barga, come un cavatappi, entra a spiral dei cieli, qualsiasi punto scegli, quello è sempre il centro, ognuno per se stesso, è centro d'infinito, giri a destra o sinistra, a spirale attorno al centro: appena fummo in cima a scala, Virgilio intenso mi guardò, dicendo figlio hai visto molto, pene eterne e temporanee, sei giunto ora in un punto, dove io non posso andare, con le mie sole forze, ti ho condotto qui a ragione, con ingegno e con arte, tuo piacere prendi per duce, tuo piacere sia tua guida, fuor de l'erte vie tu sei, fuori ripide vie strette, vedi il sol ti brilla in fronte, vedi erba fiori e arbusti, che qui la terra da sé produce, finché vegnano a te, lieti e belli occhi Beatrice, che lagrimando a te, mi spinsero aiutarti, tu puoi andar tra elli, non avrai altre parole e gesti da me, liber giusto e sano è tuo arbitrio, la libertà che cercavi, ora l'hai trovata, il tuo potere di scegliere, è diventato incorruttibile, e sarebbe errore non usarlo, io ti corono e ti mitrio, Virgilio dà il su addio, la doppia regalità, di Parola e Silenzio, dono dei Dioscuri, è la madre dei Gemelli, nella Buiti tradizione, quando parla il Povi, o quando osserva e tace. Dante ben capisce, che ultime parole, proferite dal maestro, che gli diede Primavera, la viridis dei Dioscuri, gli regala erba e turioli, teneri arbusti e fiori, che a suo piacere usa, in eterna prima Eden, dove tutto sempre nasce, e dove Dante nuovo muove. Celebrare nozze sacre, lui terrà con Beatrice, unione due poteri, è di ogni anima libera, Dante tenne ambo le chiavi, del cor di Federigo, dice Pier Vigne del suo khan, eco risuon da basso Inferno, quan Dante insinua il sospetto, che ogni uomo ha diritto, di posseder due chiavi, che aprano il cuore, se ha spirito libero, canti 13-37-62, parla di un khan, che libero deve esser, se possiede i due poteri; nel canto 36 troviamo, Casella parla di Roma, sul Bosforo e ogni fiume, dove angelo raccoglie anime purganti, e qui abita un Papa, che avoca a sé i due poteri, spirituale e temporale, mentre al canto 61, Dante vien libero incoronato, con queste due corone, iniziato al quarto grado, dei Misteri orfeo-pitago, progetto politico dantesco, mostra il punto più alto, che raggiunger può individuo, diventare imperatore, e papa di se stesso, cerca il centro d'Infinito, ma sa legger populismi, demagogie e consensi masse. Dante era cataro, pitagorico e alchimista, templar mistico e sufi, massone gnostico e fedel Amore, ascoltiamolo parlare, rincorriamo sue visioni, come il rito di Virgilio, indaghiamo le ragioni, a esser liberi per Eden. Duomo di Barga è dedicato, a san Cristoforo protettore, di viaggiatori e pellegrini, di più viaggi spirituali, qui dipinte due corone, sul portale laterale, miracol d'oro san Nicola, e due templari protettori, quello a destra fu ferito, dalle bombe di alleati, alla leggenda di Crociate, dove fanciullo Adeodato, rapito da Emiro Saraceno, costretto a servir da giannizzero, usando uno vaso d'oro, il ragazzo prega San Nicola, di liberarlo da quel sorte, il giorno dopo arriva il Santo, che lo prende pei capelli, e lo riporta alla sua madre, che piange felicità, Adeodato dopo serve, al banchetto re cristiano, usando stesso vaso d'oro, due banchetti allegorici, due poteri a confronto. Adeodato templare, vuol dir dedicato a Dio, dopo esperienza mondana, inizio del cammino, verrà tirata pei capelli, ricondotto a servir Spirito, necessarie il mondano, a produrre la scelta, Adeodato sceglie di pregare, intervento del Santo; nel linguaggio sapienziale, libertà appar servizio, scrive Dante in Purgatorio, a maggior forza e miglior natura, liberi soggiacete, quella cria la mente in voi, che ciel non ha in sua cura, Marco Lombardo dice, lui vescovo cataro,da uomini liberi sottomessi, a forza maggiore di voi, e a natura migliore, questa forza crea dentro, intelletto simposio, da cui influssi astrali, non preoccupan più. Liberi sottomessi, alla libertà dono Amore, tutto da conquistare, Dante cerca libertà, la trova quan Virgilio, lo sottomette a due corone, cioè alle leggi libertà, di equilibrio e armonia, serenità bellezza pace, giustizia e sapienza, prudenza elevazione, amore e rispetto, decoro e dignità, leggi a cui Kan e Papi, dovrebber esser sottomessi, scegliendo la libertà, sottometti alle sue leggi, che al servizio mondo poni. Catari e Templari, lasciaron chiese segni, tre corde a pizzicare, un accordo alto e vivo, che risuona in Libertà, ingresso dentro Eden: la divina foresta, folta e rigogliosa, che occhi temperava, il novo giorno ero pronto, senza aspettar lasciai la riva, prendendo la campagna, lento sui pendii, brezza dolce e regolare, profumata sulla fronte, soave vento tremol fronde, tutte quante piegan pronte, a prima ombra il santo monte, mentre sulle loro cime, gli uccellini cantano arte, con pien letizia accolgon alba, intra foglie accompagnati, da fruscio alle loro rime e le foglie in accompagno, come accade quando Eolo, scioglie il vento di scirocco. Alba eterna primavera, scioglie sensi in libertà, liber tocco vento e fiori, con il canto degli uccelli, nel tepore di scirocco, sulle labbra sente casa, Dante prima era smarrito, mentre al canto 62, torna al luogo primo Adamo, nella veste dei lettori, assonnato in selva oscura, sorge ai sensi attivi, presso un fiume adamantino, che gli vede innazi, tutte l'acque sono monde, dopo dolorosi morti, che ci ebbero trafitto, il mondo è sempre uguale, sol simmetrico diventa, opposto ai nostri occhi, esplode in sua bellezza, canto 1 e 62, simmetrici ed opposti, Pasqua di Resurrezione, Dante sorge sotto Vergine, nel luogo virginale, all'alba del mondo: coi piè e occhi ristretti, passai di là dal fiumicello, per mirar rami fioriti, e mi apparve all'improvviso, meraviglia che distrae, una donna soletta, cantando fior da fiore: orsù bella donna, che sei scaldata da amore, fatti un poco avanti, così capisco cosa canti, Tu mi rimembri Proserpina, quando perdette la madre, nei misteri di Demetra, e la madre a sua volta, perse la primavera. Dante sale lento, attraversa anche le soglie, senza capir tutto, del dono del Grifone, ascesa al mondo Spirito. Io mi rivolsi ad amoroso suono, colei che mi conforta con sua voce, ma mia memor poco ricordare, se non sorretta da Dio, poichè rimirando Beatrice, lo mio affetto fu, libero da ogn'altro disire, fin che piacere eterno diretto, raggiava in suo bel viso, poi rifletteva in me, il mio cuore liberato, da tutti i desideri, immerso in suo sorriso, spirituale trasparenza, donata dal Grifone, in terra mentre vivo. Liberiamoci anche noi, per qualche istante dai desii, fino quan Beatrice ci risvegli, con un dolce rimprovero: volgiti e ascolta, ché non sol miei occhi è paradiso, raffina il tuo udito, e i confini del cuore, a sentir eco lontano, che dissolve nel cosmo, vibrazione in armonia, fin trentunesimo Purgatorio, quan Dante apprese dal Grifone, il Mistero di Amore, rispecchiato in Beatrice, congiungendo anima sua, terrestre e divina, di aquila e leone, con anima di Donna, guida spirituale, con sguardo di smeraldi, dentro estasi totale, carnale e sublimata, spalancando loro porte, per Anima uscir entrare, così occhi di Beatrice, divenner Paradiso, in ogni canto incrocio sguardi, che lo rinvigorisce, schioccante sferzata, di orgasmo in Paradiso, cui Dante mai si manca, perché senza Eros, sua Anima mai canta, leggi il Paradiso, per esser Paradiso. Ora è giunto il tempo, per Aquila guardare, Beatrice si dissolve, insieme ad ogni storia, Dante avrà imparare, a far meno anche di lei, senza provarne sofferenza, accecato ed abbagliato, da luce Aquila-san Giovanni, fà incontro con Spirito, in suo profondo cuor, traversa Arco di Fuoco, cammino in Solitudine, dove Aquila evolve, lo Spirito in Materia, mistero sen parola, che è libero a trovarlo, chi scardina se stesso, da tutti i condizionamenti, e con Spirito fa festa, e vede tutti i cieli. |Grifone somma leone e aquila, rappresenta Gran Tartaria, impero nato dal Xristos, poi diffusa in tutti i mari, potenze simili a Dioscuri, doppia natura del Daimon, fà da ponte uman-divino, fra Dante e il Paradiso, con terrene zampe feline, balza il volo nello Spirito, Grifone muta il suo passato, e diviene allegoria del Cristo, in forza doppia sua natura, Dante sfrutta a intelligenza, a deviare i più saccenti. Orfeo riscatta stor d'amore, con Beatrice eterna ngombi, amante eterna del Poeta, sul Grifone dai colori, oro rosso e bianco, auredo rubedo albedo, fasi alchemiche compiute, in alto dei cieli, in compagnia di sue ali, che fino al ciel arrivan. Daimon personale e collettivo, padron destino a tutti, al suo collo aggioga il Carro, con Beatrice e umanità, nemmen trionfali Fasti a Roma, conobber carro così bello, più del carro del Sole, africano vero Augusto, la nostra doppia natura, terrestre e divina, come due ruote portan peso, del viaggio nostra vita. Carro tiene due corone, Beatrice fra i Beati, ci appartiene e ci riguarda, nostro esistere nobilita. Quando settentrion del primo cielo, con stelle a forma candelabri, senza alba nè tramonto, mai stata offuscata dalla nebbia, a ciascun indica il dovere, come fà l'Orsa Maggiore, che indica strada al Timoniere, per giungere in porto, si fermò allor la gente, si voltò verso il carro, come fonte di pace, un dei vecchi grida e canta, per tre volte tale stofa: Vieni sposa dal Libano, e in coro tutti gli altri, beati al nuovo bando, cantano alleluia! con la voce loro corpo: Benedetto tu che vieni!, gettan fiori tutt'intorno, rinati in coro alleluiando, si alza Cantico dei Cantici, ministri e angel messaggeri, spargon gigli a piene mani, nel Giudizio Universale, quan due ruote son riunite, in Beatrice meritata, a continuar la stor d'amore: |Dimmi o amore anima mia, dove vai a pascolar gregge, dove lo fai riposar meriggio, così che trovi il posto, il coro allor risponde: Se non lo sai bella tra donne, seguiò'orme del gregge, mena a pascolar tue caprette, presso dimore dei pastori |Dov'è andato il tuo diletto, o bella fra le donne, noi lo possiam cercare con te? La sposa allor risponde: il mio diletto è in suo giardino, fra le aiuole del balsamo, pascola gregge e coglie gigli, Io son per lui e lui è per me, pascola il gregge tra i gigli, mio diletto bianco e vermiglio, lo riconosci fra mille e mille, ha capo di oro puro, il suo Libano è Paradiso, da cui arriva Beatrice. Dante dopo il viaggio, da Capretta appar Pastore, con Beatrice pascola gregge, noi caprette infinite, diventate carro fiori, gettati da angeli alla luce, dei colori del Grifone, oro bianco e vermiglio, i colori del diletto, nell'incanto delle Nozze, tra due anime del Rebis, come nozze Siva e Sakti. Salmo duplice che canta: |Benedetto tu che vieni, nel nome del Signore! sei diletto della Sposa, hai i colori Grifone, ecco il rito dell'Unione: dentro nuvola di fiori, che da mani angeli sale, e ricade dentro il carro, una donna allor mi apparve, indossava un velo bianco, incoronata con ulivo, sotto un verde mantello, vestita rosso fiammante, e il mio spirito tremante, ha stupore in sua presenza, sentì sua gran potenza, di antico amore vivo, tremavo in ogni cella, sua vista mi trafisse, già nella puerizia, quan vidi Maria statua, che calpestava il serpe, con ansia di un bambino, cercavo io il maestro, Virgilio era scemato, mio dolce padre e guida, mie guance accolser pianto, con rosea serenità, e nell'alba pioggia fiori, apparve donna in tre colori, verde pace e bianca liber, e rossa come amore. Il mio spirito divino, rivisse la ferita, di amor terreno boccio, nei brividi di Orfeo, attratto in corpo e cuore, che irrompe anche lo spirito, Eros mortale e immortale, condiviso con qualcuno. Vidi fianco sinistro al carro, ruota detta spiritual, odo suono del mio nome, mi voltai verso la donna, drizza li occhi verso me, pur suo vel scendea di testa, cerchiato a fronde di Minerva, ovvero rami ulivo-pace, non permette veder viso, regale atto ancor proterva, come chi parla e si riserva, argomenti forti per la fine. Smetti pianger per Virgilio, ti conven per altra spada, Beatrice appar Jurema, ammiraglio a poppa e prora, che sorveglia i marinai, e li sprona a fare bene, donna amazzone guerriera, mi fa viver scontro amore, in prosa musica e teatro, mi rimprovera così: guarda ben sono Beatrice! come degnasti accedere monte? a questa sede uomo felice? Dante e voi care caprette, perchè in vostra vita, avete scelto infelicità? sceglier solo il dolore, come mare a naufragare, è una colpa non prevista, dai comportamen terreni, che ci aiutano a credere, che infelicità sceglie noi, mentre è viceversa, tal è peccato originale, a Dante rimproverato, nell'Eden Paradiso. Li occhi mi caddero alla fonte, in fiume vedo il mio riflesso, poi li volsi verso l'erba, la vergogna gravò mia fronte, tanto da sfuggir lo specchio, come madre al figlio par superba, così lei sembrava a me, amor rimprovero sapor amaro, la donna infine tacque, e coro angeli a cantare, offre parole a Dante, in te Domine ho speranza, salvami da errore, piega tue orecchie verso me, a liberarmi da confusione, tu sei mio Dio protettore, in casa e fuori a farmi salvo, mia fortezza e rifugio sei, mia guida e sostentamento, mi trai fuor da quel laccio, che mi han teso occultamente, perchè tu sei mio protettore, e mi hai redento in verità, liberandomi da vanità, esulto tua misericordia, tu getti sguardo a mia abbiezione, e salvasti anima mia, dalle angustie del nemico, e apristi campo pei miei piedi! ecco salmo 30 Bibbia, dalla Vulgata al latino, da san Girolamo per Dante, in canto 30 Purgatorio, quan nemici di noi stessi, carichiamo infelicità, non certo per sadismo, ma per rafforzar orgoglio, nostre volute durezze, ci procurano alibi, per viver rinunciare, e di vanitas morire, dunque lotta a liberarti, per percorrere la terra, fin le stelle di Universo, dove Dante ha messo i piedi, a scardinare ogni fobia. Io sen lacrime e sospiro, prima di angeli a cantar, armonie ruote celesti, mi compativano com se, vibrazion di compassione, avesser detto Donna! perché lo fai a pezzi? allora gelo intorno al cor, come neve su Appennino, da venti freddi di Schiavonia, si scioglie poco a poco, quando Afro manda i venti caldi, si trasforma in acqua e fiato, e uscì fuori bocca e occhi, quel rimprovero sudato, ecco pianto coi singhiozzi, ella ferma in su la coscia, in carro stando volse e disse: angel creature così poscia, voi vigilate eterna luce, giorno e notte sapete tutto, ogni passo che Terra compie, così la mia risposta, ha scopo a farsi sentire, da colui che piange oltre il fiume, dolor commisurato a colpa; intenda colui che piagne, al di là di questo fiume, colpa e duolo una sol misura, non solo influenza Cieli, indirizza ciascun essere, al suo fin virtù di stella, che a sua nascita presiede, ma pur generosa grazia divina, che piove da nubi alte, cui nostra vista neanche scorge, come terren fertil dotato, si fà maligno e silvestro, cioè sterile e selvaggio, co mal semente e non coltivato, sostenni Dante col mio volto, conducendo a retta strada, ma quan morii tradì memoria, e si diede ad altre donne, da carne a spirito mutai, gli fui men cara e men gradita, rivolse passi a via fallace, seguendo false immago di bene, che non mantengono promessa, allor lo richiamai nel sogno, narrato in Vita Nova, e anche in altro modo, ma a lui importò ben poco! e cadde tanto in basso, che divenne inefficace, ogni mezzo per salvarlo, salvo mostrargli genti perdute, così visitai uscio dei morti, in Limbo soglia dello inferno, piangendo volsi preghier Virgilio, che l'ha condotto fin quassù, fato di Dio sarebbe infranto, se Dante superasse il Lete, e gustasse acqua del fiume, senza provare un pentimento, gustae vivanda senza scotto, pentirsi è lacrime versare; a Dante è chiesta confessione, accurata di sue colpe, e un pentimento lacrimante, suo peccato è la superbia, orgoglio a scegliersi infelice, lo scialare dei talenti, tradir suo angelo custode, Daimon scelto dalle stelle, e da Grazia Divina, Beatrice questo gli ricorda, aver tradito la sua Donna, che lo ha iniziato Amore, al gran disìo di elevazione, donna del corpo e intelligenza, donna di anima e intelletto, donna di Spirito e Sapienza, Daimon che parla a voce Dio; Dante la vide a nove anni, lei lo ri-sveglia a diciott'anni, quan presentano i Dioscuri, alimentando il gran disìo, Dante ha dolore per sua morte, e manca promessa scriver opera, per Beatrice donna sua anima, sorgente di Dante, Eros Amore e Carità, Filosofia Fisica e Teologia, la ritrova in se stesso, ricomponendo Orfeo sofferto, come spiga chicchi grano, specchia tanti in uno solo, come fosse una sol corda, che da ngombi appar mogongo. Rapporto Amore in utopia, si rispecchia nel rimpianto, di anima innamorata, che ha desiderio di specchiarsi, di ricambiarsi nell'altro, per conoscere se stessi, chimera di viver sempre, l'un nell'altro in ogni evento, quan la perde lu si perde, confondendo le altre strade, in cui specchiarsi e tanto cadde. Grifone è detto pur Chimera, che accompagna anime morti, realizza incontro fuori mondo, con la forza del rimpianto, lo costringe a entrar nel fuoco, al solo nome di Beatrice. Confessione aiuta Dante, a ri-conquistare libertà, tradì sua anima missione, come il Cristo di Dafoe, volsi miei passi a false cose, e il vostro viso si nascose, quando sciali tuoi talenti, scegli di essere infelice, due amanti invitti narran storia, nella forma di Commedia: mai ti appresentò natura o arte, piacer quanto mie belle membra, in cui terrena io fui rinchiusa, e che or son sparse sottoterra, e se tal sommo piacere, ti venne meno con mia morte, qual cosa mortale trasse il disio? Ben dovevi dopo delusione, di ben fugaci terren fallaci, levarti in alto dietro a me, non più terrena e passeggera, non ti dovea gravar in basso, ad aspettar più colpo sorte, una giovan donna o un altro bene, che vano effimero ha uso breve, nostra natura tiene due ruote, carne e divinità, corpo mortale si decompone, Spirito eterno soffia quan vuole, come il vento di alto amore, perché non mi hai seguita, elevandoti su vanità finita? esser materia e non-materia, è un elaborare il lutto, come morte di se stessi, e ri-connetter propria anima, quando il corpo si dissolve, lo Spirito si coagula, e quando questo si dissolve, nuovo Corpo si coagula; tal Commedia fu studiata, dalla Scuola di san Marco, come fonte di sapienza, Dante-Adamo torna ain Eden, e noi tutti insieme a lui, nel fulgor del Sesto Giorno, tra Sette stelle-candelabri, che camminano da soli, a destra Giove Marte e Sole, i pianeti maschili, Mercurio al centro è controllore, Luna Venere e Saturno, i pianeti femminili, alla sinistra del carro. Sette stelle dantesche, a settentrion del primo cielo, gente verace tra il grifone, al carro volse la sua pace, le sette luci arrivan tosto, dal Cristallo motor primo, recan Spirito e Materia, macrocosmo e microcosmo: SATURNO è astronomia, discrezione di sapienza, SOLE fede è aritmetica, LUNA grammatica e giustizia, MARTE musica e lavoro, MERCURIO dialettica e purezza, VENERE filosofia e dolcezza, GIOVE è impegno e geometria, passa il Carro fino al Lete, che riflette stel Polare. |quattro virtù di Eros, trasformate in Cardinali, ancelle di Anima Beatrice, Psiche trova suo Eros, Grifone-Cristo anima eleva, a livello dello Spirito, fà che Dante con Beatrice, uniscan loro anime, mentre nel Carro umanità, San Paolo vegliardo, mostra con spada in mano, in territorio virginale, Mercurio e Venere incontro, in forme uman Dante e Beatrice, nuovo Adamo è riscattato, accolto amato dal gran cielo, al Sesto Giorno di Creazione, nel Mistero di Materia, Eros muove le sue corde, vibra corpo e anima tutta, e riunisce umanità, reintegrata alla purezza, della prima sua esistenza. Dante dice che la Bibbia, non contiene Umanità, mentre è questa umanità, che contiene ogni Bibbia, con tutti i suoi linguaggi, insieme a tutti i pellegrini, nel terrestre labirinto, nel mister doppia natura, del Cristo e del Poema, quando si scardina il sigillo, dello Spirito nei canti. Grifone media il contatto, diretto tra Dio e Dante, ovvero tra Dio e noi, in primavera union sacrée. Ortica del pentimento mi punse, dopo la breve confessione, Dante viene invitato, alzar occhi su di lei, la vede bella pur col velo, sviene vinto da visione, ecco evento quinta morte, e quinta resurrezione, diventa Sacerdos et Dux, Pastore e Guida, immerse in Lete, a cancellare ogni dolore, poi si immerge in Eunoè, acque di memorie buone: quan rinvenni vidi Matelda, disse aggrappati a me!, mi aveva immerso nel fiume, sino alla gola, e tirandosi dietro me, scivolava come gondola, fui vicino a sponda opposta, sentii gli angeli cantare: mi aspergerai con tal dolcezza,, la bella donna aprì le braccia, mi abbracciò la testa, e mi immerse a bere acqua, poi mi affida a quattro donne, ciascuna copre col suo braccio, noi siam ninfe e in cielo stelle, create ancelle di Beatrice, ancor prima che Lei nacque. Ti condurremo ai suoi occhi, altre tre donne aguzzan tua vista, perché tu possa osservar lume, che c'è al loro interno, esse hanno vista più profonda, dopo iniziarono a cantare, poi mi portano con sé, sul petto del Grifone, dove Beatrice guarda noi. Guarda i suoi occhi sen risparmio, sei davanti agli smeraldi, suoi occhi verdi da cui Amore, ti lanciò i suoi amori dardi. Or velo Beatrice copre a metà, svela profondi occhi smeraldo, Si celebra Sacra Unione, grazie a cui Dante avrà guida, vivida presenza di Beatrice, estasiarsi del suo sguardo, solo sfiorando il fulgore, di sua doppia bellezza, fisica e spirituale, si fondon due anime, nel Matrimonio Virginale, mentre i Sette Cieli continuano a brillare, sulle teste degli amanti, a irradiare le armonie, di sette arcobaleni, ancora fermi in riva al Lete, mentre le sette ninfe, guidano il rito con cura, e i segreti di Creazione, son luminosi testimoni. Beatrice è Venere, illuminata dalla Luna, mentre tutti i figli Adamo, passati presenti e futuri, schermati nel Carro, per sempre sono spettatori, di bellezza cerimonia. Triade la Tetrade, Dio precipita in Materia, e il suo dolore è il Cristo, che pronuncia le parole, dalle labbra di Beatrice, che infuocata spegne il pianto, come in Jesi nganga ha fatto, ancora un poco e non mi vedrete, ma poi mi rivedrete, se il dolor di Dio è Cristo, solo Cristo può placarlo, può durar pochi secondi, contemplazione di tragedia, per capir la verità, sangue che ingrossa il fiume Storia, indifferente alle macerie, ai cadaveri e ai rapaci, e alle bestie selvagge. Beatrice spiega a Dante, il messaggio del Grifone, il destino del carro-vaso, che il serpente-drago ruppe, fu e non è ora, ma chi n'ha colpa creda, che vendetta di Dio sarà, poichè in mente di Dio, umanità è salva da sempre: se piange il Paradiso, piangono i sette pianeti, e i motori che li muovono, Empireo guarda la Storia, rimanendone fuori, imitando il Cielo allora, siam contenuti e paralleli, Dante usa poema, a uscire di continuo, entrar presente eterno, a cui siamo impreparati; recita Giovanni, che un Dux messo di Dio, sarà inviato a Terra, a salvare la sua Chiesa, e la bestia che hai veduta, era e non è più, sale dall'abisso, e chi abita la terra, si meraviglia che, veden che bestia era, e non è e verrà di nuovo, con sette teste monti, indaghi tal mistero, la mente che ha sapienza. Il VASO siamo noi, e noi fummo dannati, ma poi non lo siam più, da sempre pria del Cristo, perché la storia mondo, corre parallel sapienza, di Dio presente eterno. Grifone ha assolto bene, sue due missiond'Amore, unire Dante a Beatrice, e Umanità a Dio, dentro un tempo non segnato, da lancette di orologi, né dal suono di campane, nell'Eden ricreato, in atto cerimoniale. Umanità sempre salva, nella mente di Dio, non può essere compreso, nemmeno da Dante, perché sovra mia veduta, vostra parola vola tanto, sopra mio intelletto, che più cerca e men comprende. Beatrice disse lui, perché tu riconosca quella scuola, e capisca sua dottrina, tu seguita mie parole, perché tu veggi, vostra via da la divina, distan cotanto quanto, da terra discorda il ciel, che si muove più in alto, nel Primo Mobile cristallo. |Barga segna meditazione, all'ingresso Paradiso, deve entrar uomo iniziato, pronto a comprenderlo, e noi assieme a lui, come ha fatto Virgilio, quand'iniziò Dante al Purgatorio, frastornando il Poeta, con geografia di stelle, e lasciandol senza fiato, con la dura salita, stessa cosa fà Beatrice, gli offre enigma forte, di teologia rivelazione, la salvezza umanità. Beatrice dice a Dante, che umanità è salva, da sempre avanti Cristo, il Poema è la riforma! mentre Martin Lutero si è giocato, tutte carte di riforma, predestinando la salvezza, per grazia gratuita, che Dio concede all'uomo, per i meriti di Cristo, bacchettata a chi si sente, di posseder mistero Dio, e se ne fà pur vanto, con tutte quelle scuole, che san renderci spesso, meschini e arroganti. L'enigma ha soluzione, nel Numero reale, che porta a geometria, qual forma perfezione, in tre cantiche sue ali, l'Aquila ci irradia, col suo poter regale, Custode dello Spirito, dell'Essere Eterno: numero 9 è Beatrice, 3 è trina Perfezione, il Numero conduce, al cuor dei medievali, dentro le loro chiese, tu vedi Geometria, che riordina potenza, del mondo di parole, nei simboli archetipi, che generano altre immagini, e insieme si muovono, su un piano oscillante, in sferica armonia, ad alta intensità, di vibrazioni e sincronie, in Quarta dimensione, per questo è necessario, Guardar Opera vibrare, e oltrepassar lo scoglio, necessario ma obsoleto, di cercar culture affini; sfida all'Uomo di oggi, che pensa ha visto tutto, mentre dal passato, ci giunge un ipercubo, in perfetta quadratura, del cerchio in quattro parti, 25 canti ciascuna, governata ognun da un Daimon, e la sua pianta maestro. |Divina Commedia, Opera Trina e Tetragona, 4 Passaggi e Sigilli, che svelano cose, mai viste né dette, il Passaggio Centaurico, immerge in terra Lupa, della violenza umana, Intelligenza esploratrice, premiata a elevazione. Passaggio dei Dioscuri, iniziazione a Conoscenza, e premiato col dono, di Anima Intellettiva, colei che è catturata, da cosmica intelligenza. Passaggio Eden al Grifone, porta Dante fuori Storia, congiunge al Punto Zero, nella linea 1-63, irradiazion della Giustizia, che disegna il confine, fra Smarrimento e Salvezza. Grifon domina 25 canti, dal 63 a 87, col compito elevare, l'Anima allo Spirito, siglati dal suo sigillo, che insegna che noi stessi, siamo custodi dello Spirito, di questa eterna fissità, che possiamo ascoltare, e anche interrogare, a superar spavento, di smarriti pellegrini, precari del pianeta; titanica impresa, sceglier prima strada, i dàimon si fan complici, e mutano senso, da cospiratori astuti, uniscono le forze, e agiscono nei canti, in duetto melodramma. Grifone testa d'Aquila, abbandona scena in 66, perché l'Aquila possa, piombar Eden con artigli, e nei canti 85 86 88, lavora a conquistar Spirito, e da 88 a 100, dal Saturno a Infinito, Aquila farà volare Dante, in alto altissimo, là dove noi temiamo entrare, dove il Tempo non è tale. Beatrice conduce iniziazione, pur solo una terzina, in lungo discorso oscuro, che sfida ogni esegeta, c'è bisogno d'intuizione, di una logica del cuore, di un essere leggero, per avvicinar mistero, emozioni del guardare, che attivano aisthesis, nel modo del trattare, poetico e discrittivo, digressivo e transuntivo, difinitivo e divisivo, probativo ed esemplare, frastornare e ammaliare, velare il Lettore, a poterlo distoglier, da ver sostanza argomento, ammaliarlo a risucchiarlo, in incantesimo che faccia, da muro a ver sostanza, perché sol sotto il velame, de li versi strani si nasconde, vera sostanza di argomento, la fatica dell'enigma, è parte del percorso. Dante rivela in versi, come lui inizia umani, Virgilio gli prospetta, altro viaggio che farà, vedrai i dannati e i purganti, poi vedrai i Beati, Beatrice invece parla enigmi, nel territorio dello Spirito, nel Presente continuo, si avvicina e dice a Dante: Fratel perché non mi domandi, mentre cammini con me? come a color troppo reverenti, dinanzi a un maggior grado, che emettono incerta voce, capitò a me che mormorai: Beatrice mia voi conoscete, miei desideri e necessità, lei rispose io vorrei, che tu liber da tema e vergogna, da non parlare più confuso, sì che non parli più come om che sogna, Io posso insegnare e iniziare, solo a chi ha domande da fare, sappi che il vaso che serpente ruppe, fu e non è più, ma chi ne ha colpa sappia, che vendetta Dio non teme suppe, quel carro ingoiato in selva, chi chiama Chiesa oppure Impero, riguarda invero umanità, da sempre è salva in mente a Dio. L'aquila che lasciò penne in carro, che divenne un mostro preda al gigante, non sarà sempre senza eredi, ma è vicina una costellazione, al riparo da ogni sbarramento, forse quella di Acquario, Ninfe di acqua incontaminata, darà al mondo un'epoca speciale, che ucciderà meretrice e quel gigante, che traffica con lei. Forse mia narrazion buia, come sfinge men ti persuade, perché affatica tuo intelletto, come fan responsi sibillini, ma presto le Naiadi coi fatti, solveranno questo enigma, senza danno a pecore o biade. Tu prendi nota e riferisci, le mie parole a quelli vivi, e che credon che la Vita, sia solo corsa verso morte; intrigante profezia, aquila non resta senza eredi, imperiali dinastie, Cielo Giove parla ad Adamo, l'erede di aquila Comneno, non è normal rampollo, ma è un messo celeste, a cui Dio offre un nome: 500 un 10 un 5, anagramma di DVX, una guida o condottiero, caccerà lupa di villa in villa. Acqua Spirito risveglia, nei canti del Grifone, con due bagni in fiumi Eden, salvezza eterna rivela, Beatrice dà il consiglio, prendi nota e racconta ai vivi, le mie stesse parole, anche se non le comprendi, a umanità che vive nel dolore; e tieni a mente quando scrivi, di non celar pianta che hai visto, qui spogliata due volte. Chiunque depredi o la danneggi, offende Dio nei suoi scopi, Adamo la morse ed ebbe pena, desiderò Cristo molti anni, a riscattare la sua morte, tuo ingegno comprenda, che la pianta è così alta, con la chioma capovolta, per ragione eccezionale, cioè giustizia di Dio, ma poichè vedo tuo intelletto, le mie parol ti abbaglia, conserva immagine sommaria, di ciò che ti ho detto, conserva una frasca di palma. Fai domande parol ben chiare, quando entri in zona Spirito, affronterai quesito Divin Giustizia, come albero di conoscenza, cioè il motore di ogni cosa, nel cielo dello Spirito, dove Adamo è salvo beato, liberato dal Cristo, assieme anime dei Giusti, in sua discesa agli Inferi, Umanità è salva da sempre, nella mente di Dio. Dante-Adamo torna all'Eden, accolto nuovamente, da tutti i misteri di Creazione, si purifica col pentimento, la confessione e il bagno in Lete, poi viene unito con Beatrice, suo angelico daimon, condotto all'Albero Conoscenza, rivive storia Umanità, la prima cacciata d Eden, e indebolimento sua natura, imbarbarimento e crudeltà, corruzione e oblio di Dio, diventa umanità dolente, calata al Tempo della Storia. Beatrice e Ninfe con il pianto, stempera dolore annulla, confermando il mistero, di una eterna salvezza, e cita Adamo nuova Sapienza, che Dante deve apprender: Adamo cadde sul pianeta, quando nacque contadino, a fine Età dell'Oro, età edenica in Demetra, che donava tutti i frutti, senza far fatica, ora uomo li guadagna, col sudore della fronte. Adamo cade sul pianeta, tremil anni avanti Abramo, divenne padre di un pastore, e di un agricoltore, Adamo è semine e raccolti, iniziator del Purgatorio, da Beatrice ancora cinto, con nuovo cordone ombelicale, all'ingresso del Paradiso, con bastone pellegrino, di memoria delle immagini, a ricordare la fatica, per estrarre e trascrivere, l'iniziatico messaggio, libro a futuro cammino: come cera timbro da suggello, figura impressa in mia memoria, aquila incarna allegoria, dell'alta divinità, fuoco celeste del Sole, di anima e nobiltà, appartenente tutta a Dio. Dante diviene nel Poema, vapore del mercurio, che con Aquila compagna, attraversa Arco di Fuoco, tra i due estremi confini, simmetrici ed opposti, Rosa Beati e Selva Oscura, sigillando in canto 100, sublimazione di immortale, per la visione di Dio. Dante vola in cielo Saturno, nel segno dei Gemelli, a nord-ovest porta Inferno, e nel buio puoi vederlo, coro di stelle che brilla, nell'estate boreale, col daimon suo alato, sale al Cielo Stelle Fisse, orbitando volgendosi, insieme a stelle dei Gemelli, e dall'alto guarda la terra, il giardino che ci fa feroci, e le sette orbite planete; nell'alto cieli Arco di Fuoco, si muove l’Uomo trasformato, rinato da se stesso, nelle mani del Grifone, che sua Anima ha elevato, allo stato dello Spirito, spiriti che Aquila ha ripreso, dominando il Corpo vivo. Dante rivela che lo Spirito, crea Materia no il contrario, e la perfezion della materia, è totale assenza di materia, che genera materia. |SOLE lanterna del mondo, sorge da diversi punti orizzonte: ma da punto in cui quattro cerchi intersecano, essa nasce con tre croci, con stagione più mite, e Ariete stella propizia, a equinozio primaverile, sole sorge in Ariete, era alba allo Inferno, ora su Eden è mezzogiorno, e Dante inizia il suo volo, son passate sei ore, là nel Paradiso, 4 cieli congiungendosi, formano 3 croci, il mondo cambia sotto nostri occhi, l'Uomo è cambiato, anche il punto di vista, a veder 4 cieli tutti insieme, bisogna volare come Dante, su note Ngombi e fra le stelle, scompare terra sotto i piedi, sopra nuvole sol sempre splende, e oltrepassando Sfera di Fuoco, Dante raggiunge la Luna, nel territorio di armonia, dove Creante e Creato, ovvero Triade e Tetrade, si fondono insieme, a dare Settade stelle: prendete cerchio massimo volta stellata, circonferenza di eclittica, poi Equatore Celeste, cioè eclittica solare, nei due punti intersezione, di questi due cieli hai due equinozi, nel punto gamma il 21 marzo, in cui sorge Ariete Sole. Cielo equatore e cielo sole, producono una croce, in sfera armillare tolemaica, 4 cerchi massimi cieli estesi, uno orbita Celeste, due Equatore Celeste, tre circonferenza Orizzonte, quattro orbita Solare, che passa 12 costellazioni, viaggio del Sole zodiacale; il cerchio esterno è orbe Celeste, cioè volta stellata, che incide perpendicolarmente, su Equator Celeste a 360, Orizzonte cambia nel punto di vista, dello Osservatore, permette aver sole movimenti, anche durante la notte, Purgatorio trova a sud-est. Tre croci vedi al sorger Sole, quattro cieli fan tre croci, poichè nel punto gamma, congiungon tutti e quattro i cieli, e nel punto dove sorge il sole, tre croci manifestano il cosmo, la cosmesi del mondo, in tutta sua bellezza, sogno architetti a geometria, di cattedrali di energia, proiezion piana a quattro cieli, da sguardo estatico poetico, Dante-Pitagora che vola, dentro armonica di sfere, inclinando i ciel di qualche grado, e farli in musicale simmetria, di un gotico rosone: quella che quattro cerchi giugne, con tre croci esce congiunte, sul punto gamma sorge il sole, qui si trova il Cuore Sacro, sul cinquantesimo canto, il punto alto della Croce, dove giace lo Infinito, il Dannato e il Salvo stanno ai fianchi, pur coincidenti con l'Eterno, sotto guida di san Giacomo, mappa di Spes e Libertà. Cuore Cristo irradia Croce, e le tre croci del Calvario, 25 canti dei Dioscuri, fatica salir tenebre e luce, sacrificio per conquista, di anima e salvezza, croce Buon Ladrone canto 63, dove appare il Grifone, Beatrice sfiora la Salvezza, vaso che il serpente ruppe, sarà svelato in canto 87, da Aquila daino. Uomo avvicina a infinito 4, con perfezione Geometria, con quadrato sfera e triangolo, strumenti Gran Geometra, dove sublime perfezione, per difetto coincide, con grandezza del Mistero, come in cattedrali. Poema geometrico in 100 canti, dal punto vista sapienziale, cioè anagogico non-letterale, a un qualsiasi medievale, quattro cieli forma ottagono, inscritto in circonferenza, dalla Stella di Barga, a Castel Monte e Duomo Pisa. Dante ama sfera aristotelica, e le stelle del cielo, dentro fatica ventennale, di ottagono a 4 passaggi, abbondano il san Giovanni, nei pavimenti in Duomo a Pisa, informato a rinascimento, tanti ottagoni scolpiti, sopra e sotto le sue mura, architetti e scalpellini, tutto scritto nel silenzio, in suggestioni che troviamo, quando svegliamo a mezzogiorno. Dante vola a mezzogiorno, col segno Cancro a sudest, noi tutti ancor dormiamo, emisfero boreale a notte, è pieno giorno in Purgatorio, e notte sulla Terra, un emisfero tutto bianco, e l'altro invece nero, vidi Beatrice voltata a sinistra, e intenta a fissare il sole. Dante vola via da storia, per ascender Paradiso, vola al primo plenilunio, che cade dopo 21 marzo, fissa la data Crocefissione, e Pasqua Resurrezione. |Poema partitura, fa uso astrologia, da canto 18 Paradiso, parte il volo Aquila, al 32 del Purgatorio, piomba su albero e carro, che Voltaire non comprendeva; canto 2 esorta Lettori, tornate ai vostri lidi, se vostro Spirito è assente, non continuate a seguirmi, da canto 1 e 2, si vola da Eden alla Luna, dal 14 al 15, vola dal Sole fino a Marte, cioè da Spiriti Sapienti, a Spiriti Combattenti, nel canto 14 Salomone, spiega a Dante ultimo giorno, resurrezione dei Corpi, a integrar Spiriti eterni; a fine dialogo con Salomone, Dante è risucchiato al Cielo Marte: lumi bianchi tra poli mondo, Galassia luci deboli e forti, nel profondo cielo Marte, fan giunture di quadranti, 8 raggi o 4 diametri, disegnan Croce Greca: croce greca ha uguali braccia, croce latina diseguali, e attorno alla croce, disegna il moto sole, da Ariete alla Bilancia, nel moto giornaliero, sul braccio orizzontale, secondo occhi visuale, e da Cancro al Capricorno, sul braccio verticale. Calcola in un anno, in dodici posizioni, solstizi ed equinozi, dei 4 cardinali, la Croce ha com due poli, magneti nord e sud, come sopra e sotto, di una medaglia in magnetite, il sole che da Ariete, gira in senso orario, toccando Cancro scende, verso la Bilancia, nell'ora del tramonto, poi cambia polarità, poichè torna indietro, nel buio dei miei occhi, ripassa per il centro, che ora è Capricorno, Yin o polo sud, da mezzanotte alle due; mentre Cancro è centro, Yang o polo nord, da mezzogiorno a due. Stesso ragionamento fò, sul braccio verticale, due vertici dei tropici, che passano equatore, il centro della croce, dodici posizioni, nell'arco di un anno, le stesse posizioni, nel ritmo giornaliero, due ore per ciascuna. Lungo asse croce greca, orizzontale e verticale, si muovevano dei lumi, cioè spiri combattenti, che scintillano intensi, quan si incontrano e oltrepassano: di corno in corno tra cima e basso, vidi corpuscoli muoversi, in diverse direzioni, veloci lenti lunghi e corti, cambiano aspetto in raggio luce, che talvolta illumin ombra, che la gente si procura, con ombrelli ingegno e arte, per difendersi dal sole; danzan Spiriti Combattenti, di corno in corno, cioè i vertici di croce, dei guerrieri crociati, Gurkha e Samurai, come lo era Cacciaguida, morto in battaglia cavaliere, illuminandosi a ogni incontro, come fosse via Lattea, nel cielo Marte rosso fiamma, come polver filtra una finestra, recando un gran piacere; in cieli tersi all'improvviso, passa una stella cadente, sembra che si sposti, in un punto poi si accende, non sparisce nessun astro, e il fenomeno si eclissa; dal corno destro di tal croce, si mosse una luce, percorse raggio della croce, è Cacciaguida stella rossa, dal corno destro inferiore, scorre lungo tutto il raggio, poi esce dalla croce, per incontrare Dante, nel punto Zero centro cerchio, dentro la croce dei Beati, che si muovon scintillando. SFERA di Marte in Tolomeo, è una minore contenuta, in quella maggiore a cipolla, con due raggi che da centro sfera, forman due bracci della croce, che illuminano il Cristo, ma chi prende la sua croce, e segue Cristo vede bene, luce rossa in quel biancore, la figur del Salvatore, Cristo in luce bianca; il raggio è generato, dal luogo del Calvario, dove strazio è consumato, di Maria e di san Giovanni, assieme alle pie donne, luogo deposizione, di un corpo martoriato, nel cielo martiri combattenti, dove croci sono varie, separate fra di loro, a modello del Calvario, Croce bianca del Cristo, che si inscrive in circonferenza, infinita di raggi, che partono dai piedi, di quella stessa croce, Cacciaguida parla a Dante, osserva i bracci croce, nominò Giosuè spirito, che viene come lampo, scorre rapido tra due punti, mentre il nobile Maccabeo, ha luce e voce a stesso tempo, luce gira su se stessa, sua gioia muove trottola, poi al nome Carlo Magno, seguo il volo falcone, poi Goffredo di Buglione, e Roberto Guiscardo, riuniti alle altre luci, Cacciaguida infin riprese, il canto cielo tra i cantori, Cielo di Marte mi saluta, pianeta della Musica, nel suo rosso fulgore, con pioggia di astri lampi, o come stelle cadenti, anticipa esplosione, che si vedrà nel Cielo Giove, in cui Dante è risucchiato, la sesta stella avea colore, più candido di Marte, Giove anime ospitate, come uccelli volan fiume, rallegrandosi a vicenda, del pasto consumato, si raggruppano in cerchio, cantavan volteggiando, dentro ai lumi le creature, muovon ritmo loro canto, poi mutandosi in lettere, D Le e altre, tacevano un poco, Spiriti Giusti nella luce, tutta orbita di Giove, danzano formando, un grafema luce dorata, che si staglia su argentato, sfondo di cielo Giove, che ha sostituito, il vermiglio di Marte. Grifone in suoi colori, in trionfo siderale, saluta il suo Protetto, colori mio diletto, annuncian conclusione, di Opera suo viaggio, per 35 volte, danzano gli Spiriti, forman lettera una a volta, che risplende in tutta l'orbita: 35 lettere che Dante, annota mentalmente, tra vocali e consonanti, Diligite Iustitiam, Qui Iudicatis Terram, in seguito i Beati, si fermarono alla M, della quinta parola, in modo tale che Giove, argento splende in oro, vibrando corda d'arpa, del 18-32 canto, del dialogo che unisce, Grifone con Aquila, a distanze siderali, tra Eden e Giove, conserva il seme d'ogne giusto, disse il Grifone in Purgatorio, mentre ri-legava carro umano, ad Albero Conoscenza, riconciliandola ancora, con la Divina Giustizia; ora rispondon Spiri Giusti, che a Dio si son riuniti: Amate la giustizia, voi che giudicate a Terra, riconciliatevi a Dio, se volete amministrare, la Giustizia sulla Terra, come scuola elementare, dove impari ogni grafema, la classe in coro la pronuncia, a conquistar parola, per cominciare a capire, bisogna tornare bambini, diventare iniziati, all'inizio del segreto, 7 x 5 è 35, 5 è la Bilancia, in mano alla Giustizia, è Legge e Civiltà, partorita in buone Leggi, 7 è strumento di creazione, come il CREATOR l'ha usato, è numero increato, che ha creato se stesso, allor per fare un 5 Legge, per giudicare in Terra, sette volte occorre conciliarsi, allo Spirito Divinità, tornare sette volte, dove Grifone lega il Carro, cioè dove si conserva, il seme di ogni Giusto, divinità che pulsa dentro, riconcilia Essere a Divenire; casate vanno in decadenza, come anche le città, cose terrene son mortali, proprio come umani, che non posson veder fine, a cose che durano di più. Qui la Storia appar dissolta, accettate tal realtà, è ucciso leone verde, rotolate in Infinito, dentro Eterno serve calma, compitando lettera per lettera, il messaggio dei Beati. Vidi scendere altre luci, dov'era il colmo emme, e lì quetarsi cantando, il ben che a sé le move, e vidi ciascuna fermarsi, nel punto assegnato, tutte le luci dei beati, dopo aver formato giglio M, con piccoli movimenti, forman testa e collo Aguglia, su sfondo argento Giove, Dio dipinge sen modelli, quella virtù che forma i nidi, geometria di ogni poema. La M di Bilancia, ingigliata in luci d'oro, dove altre forman Aquila, sua testa vedi al Polo Nord, e artigli al polo Sud, nell'orbita di Giove, che con danza delle stelle, sarà occupata lentamente, da Spiri Giusti un tempo umani, attingon stessa intelligenza, M è monarchia modello, Giglio araldico russo, Aquila è imperator khagan, che mette cose a posto, secondo Numero e Geometria, Musica e Astronomia, linguaggi che usa Dante, per render chiaro imperatori, solo uomini da cuor puro, incamminati verso lo Spirito, pensano al Cielo con bontà, e con cuore semplice cercatelo, perché si fa trovare, nel pane e vino Eucarestia, che Dio nega a nessuno, san Pietro e san Paolo, moriron per sua vigna, eppure ancora vivi, mentre Chiesa è Umanità, sviata da malo esemplo, di chi la governa sen volare, dove ogni Aquila vola, ma marcisce e disconosce, eternità del nos destino, e insegue solo vanità: Giustizia Divina di Giove, operò contro Fetonte, perché non distruggesse Terra, poichè salute è salvezza, come Beatrice ha predetto, nel 67 Purgatorio, guardando Dante in aisthesis, uscendo in estasi da Storia, là nel Sesto Cielo Giove, 6 cosmetica e kòsmos, bellezza ordine universo, salute di uomo e api, che pretende equilibrio, di tutte e quattro le sue forze, corpo intelligenza anima e spirito. Geometria interna ai canti, contien Poema e Terra, e le sfere dei Cieli, al centro giace Infinito, fitta rete cui tutto vibra, anche a cosmiche distanze, nel poema data-base, su cui Dante ha lavorato, per vent'anni di sua vita. Triangolo e Quadrato, generan Dozzina, dodici versi per le mappe, di Uovo Cosmico infinito, guardato da un Drago, sigil che serra enigma forte, il percorso di Salvezza, da consumare in terra, e sollevarci da miserie, a raggiunger felicità. brian_austin_lambert01.mp4brian_austin_lambert03.mp4audio
||Dante traccia viaggio, seguendo mappa cielo, firmamento che circonda, il Pianeta ed il Poema, emisfero australe a sinistra, e boreale alla destra, congiungete i cardinali, a creare una medaglia, proiezion volta stellata, a Danzica stampato, su tavole in rame, e atlanti epoca d'oro, con dipinte le stelle, Tolomeo costellazioni, prese da Almagesto, cresciuto regolare, Dante studia e cita, ulteriori conoscenze: Andromeda e Acquario, Aquila ed Altare, Nave Poppa e Vela, Bussola ed Ariete, Auriga Boote e Cancro, Cane Maggiore e Minore, Capricorno e Cassiopea, Centauro con la lancia, tra zampe ha il Crocefisso, che Dante riconosce, ai piedi Purgatorio, velando i Pesci in scorta, mi volsi a man destra, e vidi quattro stelle, Cefeo Balena e due Corone, Australe e Boreale, Corvo e Cratere, Cigno e Delfino, Dragone e Cavallino, Eridano e Gemelli, Ercole e Idra, Leone con Lepre, Bilancia Lupo e Lira, Ofiuco Orione e Pegaso, Perseo e Pesci australe, Freccia e Sagittario, cioè Chiron con arco, Scorpione e Serpente, Toro e Triangol Boreale, Orsa Maggiore e Minore, la Vergine finale. Sole sorge in Ariete, a inizio del poema, traccia diametro zodiacale, dal primo canto Ariete, Centauri al dode canto, sono in segno Pesci, Dante è qui a sud-ovest, su spiaggia Purgatorio, nel segno Sagittario, Centauro in alto a destra. Alba poco prima, Venere è nei Pesci, su orizzonte zodiacale, vede coda al pesce australe, altri due pesci in boreale, poi Dante guarda a Est, dove sorge il Sole, si sposta sulla destra, vede Croce Sud brillare, tra le zampe del Centauro, che trafigge il Lupo, lui osserva tale cielo, dal punto di Empireo, dunque è rovesciato, poichè è visto dall'alto, come in cataclisma. Tolomeo geografia, in Bologna i.477, disegna griglia della mappa, del secondo Passaggio, imponente monumento, abbandonato la spiaggia, dove incontra Manfredi, in faticosa salita, prega Virgilio rallentare, siede e guarda di levante, contemplando dur salita, che avevano percorso. Quando anima si desta, a causa gioia o di un dolore, attira a sé nostra virtù, e si concentra su di essa, abbiamo una sol anima, che possiede tre dimensioni, vegetale sede vita, sensitiva sede percezioni, intellettiva intelligenza, quando si ode o si vede, contempla se stessa, come fece Bab Aziz, assorbe tutta attenzione, il tempo corre non si accorge, Manfredi pieno di stupore, il sole salito in cielo, pur di cinquanta gradi, io non mi ero accorto, quando giungemmo al luogo, che avevamo chiesto, il sentiero nella roccia, estremità da ogni lato, aiutarsi a mani e piedi, raggiungemmo orlo parete, dove pendio è più spazioso. Maestro mio che strada ora?, Nessun tuo passo vada in basso, prosegui in alto dietro me, finché ci appare informatore: lo sommo era alto, che vincea la vista, da mezzo quadrante a centro lista, cioè più di 45 gradi, ero stanco quando dissi, o dolce padre volgiti, e rimira com'io rimango, da solo se non ti fermi, lui rispose Figlio mio, cerca arrivar fin qui, indicandomi un ripiano, che circonda tutto il monte, sue parole fanno sprono, a tal punto mi sforzai, camminando pur carponi, finché giunsi sul ripiano; alza Intelligenza a stelle, è la motivazione, radice erotica di Amore, cioè gran Desiderio, arriviamo alle stelle, al mezzo cerchio del moto, che si chiama Equatore, sempre tra il sole ed il verno, mentre Equator Celeste, che inscrive la Terra, è Cupola cristallo, nono cielo primo mobile, che fa girar la Commedia, prima ancor essere scritta, anche al centro Terra stessa. Stella Polare al centro Terra, circondata dal Primo Mobile, dove orbita il Poema, il Tempo vola quando assorti, anima vita e percezione, intelligenza sede di amore, sede di affanni e del mistero, quale desìo lei si rivolge? Il suo traguardo è Libertà, dice Virgilio a Catone, Guardian del Purgatorio, marito di libertà, traguardo Inferno è la Pace, del Purgatorio è Libertà, che carica Sapienza, illuminando con Verità, indizi cogli nel Poema, per giungere a Empireo. Dante cita il viaggio sole, quando è a scuola da Saturno, narra bene i fusi orari, un orologio elementare, è impossibile sbagliare: a NORD OVEST Yorosolima, a NORD EST vedi l'India, a SUD EST monte Purgatorio, a SUD OVEST Eden terrestre, incorniciate sotto cupola, Primo Mobile zodiacale, che descrive viaggio Sole, in andata e ritorno, ai due tropici solstizi, 21 giugno e dicembre, sanGiovanni e Cristo, passando per due volte, sopra lo equatore. Sole già sull'orizzonte, meridiano su Czargrad, la notte ruota in posa opposta, spunta fuori al fiume Gange, in congiunzione con Bilancia, finché notte è men del giorno, guance bianche e rosse Aurora, passa il tempo e fanno arancio, quando appena passa l'alba: se in India è notte fonda, a Yoros c'è tramonto, mentre io sono all'alba, ci dice il Duomo a Barga, Sole ruota in senso orario, visto dal tropico del Cancro, reca orologio di giornata, a ogni segno 30 gradi, il Sole sosta ogni due ore, come organi meridiano, per total 24 ore, calcolando in senso orario, |Ariete inizia a sei mattino, presso Eden a sudovest, Toro arriva alle otto, i Gemelli alle dieci, il Cancro a mezzogiorno, segna tempo equinoziale, Leone regna alle quattordici, la Vergine alle sedici, Bilancia alle diciotto, ora del tramonto, Scorpione a ore venti, Sagittario a ventidue, fino a mezzanotte, nel segno Capricorno, sulla spiaggia Purgatorio, situata qui a SUD EST, poi arriva Acquario, alle due del mattino, seguon Pesci ore quattro, poi ricomincia Ariete.

313:la miglior medicina è la vita ordinata, non metter bocca dove non ti tocca, con l'errore degli altri si conosce il proprio, con pazienza si acquista la scienza: C'era nel paese di Zheng, un indovino chiamato Ji Xian, prevedeva la morte e la vita, apparizione e sparizione, disgrazia e felicità, morte prematura e longevità. Prediceva la data di avvenimenti con la stessa esattezza di uno spirito. Così la gente di Zheng scappava appena lo vedeva arrivare. Lie-zi andò a trovarlo e fu abbagliato dalla sua presenza, al suo ritorno disse al maestro Hu-zi: Consideravo perfetto il vostro insegnamento, ma ecco che ho trovato di meglio. Il maestro rispose: del Dao ti ho insegnato solo la lettera e non la sostanza, come puoi aver ottenuto il vero Dao? hai solo lasciato che l'indovino vedesse attraverso di te, prova a farlo venire, voglio vedere se riesce a vedere anche a traverso di me. Il giorno dopo Lie-zi venne insieme conJi Xian e lo presentò a Hu-zi; a termine incontro, l'indovino disse a Lie-zi: prima che siano passati dieci giorni il tuo maestro morirà, ho visto in lui le ceneri bagnate. Lie-zi rientrò in lascrime e raccontò a Hu-zi le parole, e Hu-zi disse: JiXian ha visto ciò perché mi sono manifestato a lui con immagine della terra, né movimento né riposo, lui ha visto in questo il segno di assenza di vita, portalo da me un altra volta. Lie-zi tornò il giorno dopo insieme con indovino che al termine gli disse: il tuo maestro oggi sta meglio, vivrà poichè ciò che lo minacciava è sparito. Lie-zi riferì queste parole a Hu-zi che gli disse: oggi mi sono manifestato a lui sotto forma del cielo, ha visto che fama e ricchezza non mi interessavano e che il segno di vita saliva dai miei talloni, portalo da me una terza volta. Lie-zi portò di nuovo Ji Xian, andando via questi gli disse: Il tuo maestro non ha digiunato e non ho potuto esaminarlo, pregalo di digiunare e lo rivedrò. Lie-zi riferì a Hu-zi che gli disse: mi sono manifestato con immagine del vuoto supremo privo di segno, ha potuto constatare in me solo equilibrio tra energia e movimento, portalo da me un'altra volta. Lie-zi portò di nuovo l'indovino, ma questi appena arrivato scappò, sentendosi perduto. Hu-zi disse a Lie-zi: rincorrilo, ma Lie-zi non riuscì a raggiungerlo. Al suo ritorno disse a Hu-zi: è sparito senza lasciar tracce, ed Hu-zi rispose: gli ho rivelato la mia identità col principio, accolto con umiltà mi sono conformato a lui che non sapeva più che cosa ero, ho imitato le erbe che si incurvano sotto il vento e le onde che irrompono, così è fuggito. Lie-zi capì di non aver ancora imparato molto, tornò a casa sua e meditò per tre anni: cucinava per sua moglie, badava ai maiali e si disinteressava degli affari del mondo, cercava la semplicità nella conquista della indipendenza, coltivava la sua unità originaria sino alla fine della sua esistenza, vivendo pienamente e con serenità ogni emozioni che prima lo travolgeva, meditava spesso il primo verso di Laozi: ricco è colui che basta a se stesso, parti da dove sei e da li progredisci! Zhuang-zi agginge: sapere ciò contro cui non si può nulla e accettarlo come Destino, è la suprema virtù, mentre al suo opposto sta la capacità di superare ogni limite umano, sino ad accedere allo stato in cui si può tutto; questa apparente contraddizione è il lavoro interno. Il Santo non dirige gli uomini da esterno, corregge dapprima se stesso, così la sua influenza si estende, solo dalle sue capacità discende la sua forza e autorevolezza. Pratica il distacco, concentra nel silenzio, così conforma la natura degli esseri, senza egoismo allora trova la pace. |ZHUANGZI 莊子 nacque, nella citta di Mong, in Sung feudale stato, di tartaria Cina, la dinastia dei Chou, qui aveva confinato, la dinastia di Shang, Raseno ha ricordato: lui vive in campagna, semplice sposato, 1 suo abito vestito, di tela rappezzato, sceglie lui armonia, di vivere col dao, vive sullo sfondo, del mutamen di stato. Mestre leggendario, Soshi di Japan, Jangia di Corea, Trang-tu in Vietnàm, origina in Henan, ebbe carica statale, lascia la carriera, e vive sue strade; compose suo poema, capitoli 33, semplica messaggio, aneddoti storielle, multicultura lingua, spirito natura, sotto albero siede, fa tamburo invito, tace sua mente, nel ritmo del respiro: oblio aiuta bene, memoria collettiva, improvviso musicista, attinge da bagaglio, formatosi da inizio, della sua carriera, Chuangzu divien cosciente, silenzio solitudine, attesa rivela, viaggi oltre frontiere, discriminanti vede, felice intuizione, accorge aver sognato, di essere farfalla, deviare corso fato, dipende da suo stato. Chuangzu panteista, visse lutto moglie, dopo lungo pianto, suonava suo tamburo, 1 amico confuciano, chiede spiegazioni, il rito ha sabotato, acme disperazioni: da un angoscia emerge, calma contrario, ovvero accettazione, serena meditazio, la moglie era con lui, in forma vento qi, come avanti nascita, unita con Zhuanzi: un giorno ebbi sognato, di essere farfalla, leggera e felice, che si domandava, io sogno farfalla, e farfalla sogna me, io sono sveglio in lei, Lei sveglia in me. Un giorno pescava, in riva al fiume Pou, gli manda re di Chou, 2 alti funzionari, a fargli le offerte, lavoro mandarino, senza volger testa, respinge onore fino: so che vostro re, conserva un carapace, di Tartaruga morta, che in amadio giace, ditemi se quello, avrebbe preferito, vivere nel fango, piuttosto che secchito; povero vi sembro, ma ho gran felicità, fui ricco letterato, grande infelicità, fare funzionario, è contro mio pensiero, ostacola mia scuola, di apprendere intero. Panda bianco nero, Chuang-tsu insegue, nel folto di foreste, sciamano diviene, ogni movimento, ambiguità racchiude, vita di ogni giorno, a saggezza conduce. |LAOZI 老子 detto pur Lao Dan, insegna Dao De Jing, cosmo dentro e fuori corpo, morale e Spirito Santo, natura impero e paradiso, wuwei e autostima, contentezza e e flusso qi, invita persone e seguir principio, di agire senza forza, secondo fremito spontaneo, evitando inutile resistenza, ricercando un equilibrio, tra forze opposte in gioco, nel modello di Wuxiang. Essere umano comprende, che Dao è già sé stesso, connaturato a sua esistenza, esperienza quotidiana. Virtù procede dalla Via, qualcosa di vago e inafferrabile, che al suo interno ospita germi, che manifestano realtà: se abbandono distinzioni, e riconosco i segni in tutto, individuo possibilità, per agire in conformità, col corso natio delle cose, Agisci prima che esso sia, crea ordine avan disordine, giorno per giorno sul tuo campo, semi pianti col qigong, ciò che è calmo ben mantiene, quel che non è ben si previene, ciò che è fragile ben fonde, un albero grande vien da un filo; una torre a nove piani nasce, da un mucchio di terra, mentre un viaggio mille leghe, inizia da sotto i piedi; se nel trattare affari, quan sul punto di riuscire, spesso li roviniamo, per assenza lungimiranza, veglia dunque sulla fine, e su inizio di visione, nessun affar rovina. Dao è via e ordine Impero, riflesso in individuo, energia primordiale, permea tutto universo, toroide naturale, radice di Zhìnéng Qìgōng 智能气功, per evolvere individuo, e una armonica società; disse Lao Dan: il re illuminato ideal sovrano, di Tartaria e del Chitai, estende ovunque opera benefica, velando esserne autore, migliora tutti sen che questi, sentano sua azione, il mondo ignora il suo nome, ciascuno è contento di sé, i suoi atti imprevedibili, egli identifica col Dao, Etere primo e Hunyunqi. Daodejing Virtù che nutre, innalza prospera e guida, protegge e produce, agisce senza appropriarsi, quando opera è compiuta, la contempla e passa oltre, come il Santo taoista, che come re estende influenza, su altri esseri che hanno, raggiunto vera lor natura, a conoscerla e nutrirla, arrivando a possedere, stesse virtù del Dao, mentre i diecimila esseri, si dibattono attivamente, lui contempla sorgente intera, da noi chiamata teologia. Dao è stato originario, da cui ogni cosa prende forma, a cui ogni cosa fa ritorno, dopo esser fiorito al mondo, ognuno torna a sua radice, che è ananda serenità, chi conosce questa legge, vuol saggezza praticar. Laozi persegue attivo, uno stato di quiete, in cui diminuisce ogni giorno, sino a giungere a wu wei, per avvicinarsi al Dao, uniforma propria esistenza, al ciclo crescita e ritorno, alla radice di ogni essere. Aristotele fa eco, umano appar felice, se compie suo lavoro, bene da se stesso, felice il suonatore, quando suona bene, accorda sua ragione, a virtù che tiene; le forme di governo, adattano a natura, in var Costituzioni, di umani e geografia, Monarca è uno solo, Aristo è minoranza, nessun Eterarchia, Polita è maggioranza: lor degenerazio, hai quan governanti, mirano a interessi, lor propri fatti, corrisponde ai primi, regime tirannia, segue sinarchia, anarchia e democrazia. Laozu è Aristotele, nei versi Dao de jing, Popolo sano inizialmente, ignora i suoi sovrani, ma venner successivi sovrani, amati ed esaltati, poi i successivi son temuti, e presto disprezzati, sovran sleali sputati; il primo era riservato, persino nel parlare, il Bene realizzava, il Dao far funzionare, i diecimila vivono spontanei, seguendo propria natura: se la Base è confusione, nulla è governato, se pur riescono a farlo, per poco rimarranno, mostratemi un violento, finito in bella fine, lo prenderò a maestro, come bravo più sublime; segue al conformismo, disordine e violenza, poichè senza consenso, è sol tiranna scienza, perduto il Dao spontaneo, viene la giustizia, poi persa la scaltrezza, nasce la sofistica; se si cede a cupidigia, il limite scompare, e cresce avidità, insoddisfazione sale, alle leggi e proibizioni, e il popolo intristisce, si arma e fa diniego, regno pian marcisce; nel semplice governo, popolo ne abbonda, se ti astieni dal fare, da sé prospererà, togli pian programmi, avrai spontaneità, seguendo sua natura, si ri-organizzerà; se controlli mutazione, ovvero metamorfo, porta a compimento, lascia a punto giusto, serbare possedere, a un tempo non si può, poteri assieme orgoglio, mutan direzione: scaltro non diretto, agisci nello impero, x evitar riflesso, agir contrario effetto, complesso e delicato, è organismo impero, a regole e decreti, non si confor davvero! se tenti fissarlo, va via disordinando, mutevole il suo moto, come quel del dao, or avanza e cede, ardore poi apatia, impetuosa agitazione, e calma debol via. Dao Via di natura, Wu Wei senza sforzo, agisce sen pensiero, Fontana mappa Rei, meditando su essa, agisci con wu-wei: il fatto che tu sei, è primo dei misteri, nè chiesto o guadagnato, accade che ci sei, cosmo è già perfetto, Leibniz ci ricorda, non vuole migliorarsi, astri continuano a danzare, gli uccelli a cantare, i fiori a sbocciare, pure tu puoi farlo, sei parte del sublime, coscienza di esistenza, dice in te Io sono, lascia fare eventi, Fiore d'oro segue scopo, forse sorte e malasorte, a volte parte di quel moto, in nessun luogo serve andare, tu riesci essere gioioso, fluido per remare, come chicco pien di riso, era detto antichità, mentre i gusci vuoti, sono detti modernità, e tutte divisioni al mondo, sono solo falsità, poichè mondo e coscienza, sono unica realtà; il basso è come l'alto, niente esterno od interiore, anima e corpo è nord e sud, fuor creazione nulla esiste, sono danza e danzatore, come esser divenire, stesso evento da due lati. Mondo al mio occhio, entra dalla porta, penetra nell'io, lo altera e trasporta, con interiori sensi, soffoca e allontana, morale fa corazza, alla natur spontanea; così è abbandonata, la vita emotiva, poter sottile donna, è apparenza passiva, che maschio a calamita, attira lega a sè, come Valle bassa, attrae acqua da sè. Se uomo teme morte, invece della vita, quella trova presa, vita afferra vita, brama attaccamento, è arma + possente, che morte tiene in pugno, la usa ricorrente. Se vivifico intenzioni, le concentro fino a una, col qi questa confonde, l'intera partitura, se io distruggo allora, cattivo non sarò, successo vien piccino, piano ingrandirò; 1 forza dirompente, esaurisce e si posa, occhio col tramonto, son la stessa cosa, senza usare alfine, gli organi dei sensi, immobile mi siedo, osservo sen consensi: unito a contemplazio, scuoto come tuono, Ciel si adatta ai moti, Dao è fondo del suono, permanente sua realtà, è detta il cambiamento, quando si interrompe, sta il decadimento. Osserva Panta-rei, ciò che ti circonda, Eraclito e Lao Tsu, sono stessa cosa, Tutto appar diviene, cicli fasi opposte, come dentro al fuoco, mondo inter si svolge; muove poi diverge, eppure sempre uguale, istante fotogramma, illude eppur rimane, mondo è nella psiche, e nei sogni vivi, ciò che tu alimenti, porti nei confini. Conoscere gli altri, è saggezza in fiore, Conoscere se stessi, è illuminazione, Dominare gli altri, è forza pura orsù, ma Dominar se stessi, è superior Sun Tzu. Ecco luna piena, calar vedo comincia, azione + efficace, è quella preventiva, immobile fui Saggio, in moto apparvi Re, umani andran da chi, sia solo recipien. Salvaguardar passato, inutile illusione, molto sa insegnar, se serve 1 creazione, ma se divien padrone, tu rischi non cambiar, indietro regredisci, astieni a migliorar.| Colui che basta a se, è ricco già da sè, debole che cede, vince il duro e forte, sapere + sottile, il rozzo non sconvolge, eruditi e letterati, sanno cose morte. Ciò che non si ode, insegna sen parole, compie senza fare, cedevole interiore, è Pienezza umana, una piena vacuità, la massima drittura, sia l'obliquità. Raseno ha pieno qi, ai bimbi assomiglia, insetti velenosi, non teme oppur artiglia, col fallo eretto serba, suo qi circolante, intero giorno può, gridar voce squillante; moto vince freddo, riposo vince caldo, chiudere la bocca, è chiudere 1 porta, chiarire il confuso, velare abbagliante, addolcire l'amaro, smussare il tagliente: se esser peccatore, è via di santità, ogni moto mutamento, gioca a compensar, se facile prometti, difficile mantieni, ponder ciò che puoi, ostacoli non tieni. Ciò che è ancor calmo, dirigi facilmente, scorgi fatto prima, da segno + evidente, torre a 9 piani, inizia da pugno terra, 1 albero gigante, da seme sottoterra. Viaggio 1000 miglia, inizia con 1 passo, astieni dal fare, fallire mandi a spasso, lascia avrai afferrato, e riguadagni senso, tabula fai rasa, a idee comun consenso: torna dove altri, sono oltre passati, ma nel seguir eccesso, scopo tu lo perdi, obbligo istruzione, x masse illuminar, sconfina propaganda, ier oggi e doman; abbassati se vuoi, dirigere innalzar, se a vertice vai star, il tuo Io vai a velar, senza popol tuo, costringere o umiliar, obbedienza ottieni, nessuno ama litigar. Impero grande è, una Valle profonda, attira e converge, acqua dei + fiumi, Ap-prendere acqua, è Femmina totale, passiva vince Maschio, come Via declino appare, ambizione in cerca fasto. Debole flessibile, sono i modi della vita, Rigido e robusto, il modo della morte, l'armata vittoriosa, mai ha combattuto, Albero + forte, viene poi abbattuto. Masse esasperate, non temono morte, non serve allor frenar, lor con spade corte, Acqua vince duro, senza mai apparir, agisce sen legarsi, previene soffrir. Illuminato grande, semplice ti appare, a ciel si conforma, ha morte naturale. Etica e morale, surrogan vera spinta, a Dao segue virtù, a morale la giustizia. Essere sen volere, né preoccupazione, non aggredisce alcuno, il buono parlatore, non lascia sue orme, buon camminatore, chiude senza sbarre, il buon carceratorem contar non ha bisogno, il buon calcolatore. Agire e ritirarsi, via del Ciel richiama, Raseno un di ritira, ad apice di fama, evita trovarsi, ridotto ad impotenza, velando luce sua, si dedica ad essenza: avverti distaccato, essenza misteriosa, limita tuo sguardo, se il desider ti offusca, quello le apparenze, mostra del principio, vedi il qi del Vuoto, al fondo di artificio; volendo trattenere, estendere fai prima, volendo indebolire, fai rafforzare prima, chi mantiene posto, che Dao dà durerà, Esiste dopo morte, è già immortalità: ad apice poi segue, sempre la discesa, abbatti le zavorre, se vuoi fare ascesa, Tazza piena svuota, a riempirla nuovamente, ripassa ogni esagramma, nel giro 360. qigong_agopunti_chiave_cinese.mp4qigong_xing-shen-zhuang_cinese.mp4audio
||LAOZI 老子 film in Hangu-pass, diretto da Chengyun Ma, narra vita di LaoTzu, presso il Passo di Hangu, un presidio di confine, dello Stato di Qin. Laozi filosofo cinese, fondatore del Daoismo 道家, pedagogia e filosofia, religione di saggezza, e armonia con universo. Sua vita avvolta nel mistero, tra leggende informazioni, pare nato nello Henan, dopo anni gravidanza, esce da vergine ascella, la sua mamma detta Li, lo porta in biblioteca, archivista presso corte, imperiale degli Zhou, dopo anni di lavoro, gli sta stretta corruzione, e la mancanza di saggezza, abbandona posizione, si ritira nel rurale, con un bufalo e un trovatello, lui seguendo una cometa, viaggia ovest della Cina, nello stato di Shaanxi, giunto in Hangu pass, Laozi fermato al corpo guardia, da Yixi del corpo guardia, invitato dal suo capo, che diviene suo devoto, detta versi in Hangu pass, e brava donna scrive libro, Dao-de-jing testa首 e piedi止, in 5 mila ideogrammi, su tavole in bambù, poi riparte nelle steppe, porta copia ai Nestoriani, assieme con Yijing, libro Classico dei Mutamenti, detto I Ching cinese, ha come nucleo un insieme di figure esagrammi composte da sei linee, a ciascun esagramma è associata una immagine, sentenza e interpretazione di linee in mutamento. La divinazione dello Yijing usa un sistema di numeri, dedotti dal lancio di monete o steli di achillea a cui sono assegnati valori fissi, a loro volta scritti come linee intere/forti yang, o spezzate/deboli yin. Tre linee sovrapposte formano un trigramma, due trigrammi associati formano un esagramma che può mutarsi in altro esagramma, sempre seguendo i numeri. Yijing prevede tre tipi di mutamento: il non-mutamento, il mutamento ciclico e il mutamento che non torna al punto di partenza, cioè la trasformazione, che avanza in successione spiraliforme come vibrazione. La divinazione Yijing è una diagnosi del presente attraverso segni/immagini germi del Dao, specchio degli eventi visti da chi evoca i segni stessi. Questa diagnosi ha potenziale di orientamento di una situazione, spesso porta a una diagnosi del futuro, dove, seguendo la regola sinusoide, a uno sviluppo segue una decrescita, al lavoro il riposo, al caldo il freddo e così via; i mutamenti previsti dallo Yijing sono quelli del Dao, infatti tale oracolo ha scopo di aiutare gli umani ad allinearsi al Dao, suggerendo come armonizzare l'operato a quello del cosmo, così da diventare simili a cielo e terra, in armonia con la loro saggezza che abbraccia tutte le cose e reca Senso e ordine al mondo intero. Dao opera ovunque ma non si lascia trascinare in nessun luogo, gode del cielo e conosce il destino, è libero da preoccupazioni, contento della sua situazione e genuino nella sua bontà, capace di esercitare amore. A conoscere il futuro esamina il presente, già racchiude in sé i semi del domani, dunque il destino si cambia costruendo un presente migliore, in cui nutrire la viriditas coltivando abitudini salutari per il corpo e la mente. Concentrare il soffio vitale e spirituale a contenere le diecimila cose, se si è in grado di concentrarsi e fondersi in unità, è possibile conoscere buona e cattiva sortes senza ricorrere a divinazione, allora la pratica muta il destino in tanti modi diversi, per natura e intensità, secondo lo stato di partenza della persona, la quantità e qualità della pratica, gli obiettivi e la motivazione a perseguirli. Per evitare di disperdere il discorso nel mare delle mille possibilità, il discorso può rutorare a 360 gradi, seguendo i tre momenti base di tutti i qigong: regolazione del corpo, del respiro, della mente/cuore, e composizione del campo di qi per accedere allo stato Qigong. Regolazione non è una regola, bensì ordine interno di un sistema mobile in continuo cambiamento, coerenza interna che continuamente si bilancia al variare delle condizioni interne ed esterne, è controllo e armonia che nel corpo si manifesta come equilibrio, coordinazione e rilassamento, mentre nel respiro è consapevolezza del soffio stesso e capacità di organizzarne ritmo e sede; nella mente-cuore è capacità di attenzione rilassata su intero universo fatto da hunyuan qi originario, è filosofia daoista e teoria Hunyuan che informano la pratica.


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