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voce: babilonia


arcangeliGabriele Michele e Raffaele guide fedeli (346) la violenza non è ragione, dove si fà buona guardia regna buona pace, a chi Dio è vicino, gli angeli non son lontani  | foto umanstoria | audio | med_storia-perduta-terrapiana1.mp4 | med_storia-perduta-terrapiana2.mp4 | med_storia-perduta-terrapiana3.mp4 |musica sdaime_trabalho_sao-miguel-2-cura.mp4
danieleprofetiDaniele e sogni di Nabucco ispira Giosia (358) chi parla semina, chi tace raccoglie alchemico | foto umanstoria | audio | film_bibla_giosia_legge-antiabomini.mp4 | film_bibla_daniele_e_nabucco.mp4 | film_bibla_regina_ester.mp4 |musica sdaime_livrinho_apocalisse_valdete.mp4
dantecangandeDante cita Susanna e scrive a Cangrande (359) con arte e con ingegno si acquista mezzo regno alchemico | foto filosofi | audio | film_shaolin01.mp4 | 400anni_inganni_fomenko_anatolij.pdf | film_bibla_giuseppe-venduto-fratelli.mp4 |musica santodaime_cruzeiro-irineu61-90.mp4

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346:la violenza non è ragione, dove si fà buona guardia regna buona pace, a chi Dio è vicino, gli angeli non son lontani: Angelo GABRIELE, protegge il Portogallo, ovvero Rusitania, apparve a Fatima, 13 maggio 17, come grido di allarme, per dolore ella Russia, portata ad ateismo, anticipa Madonna, che chiede pentimento, per riconsacrar la Russia, al suo cuore immacolato, fino alla visione del 13 ottobre, quando inter regione vide miracolo del sole, come ad Iperborea. Alla provincia di Elam, il terzo anno del regno, re Baldassar Daniele, ebbi una visione, si trova a Susa city, presso il fiume Ulai, il Signore manifesta, attraverso suoi angeli, pone un termine preciso, alla persecuzione, dopo mille giorni, cioè tre anni e mezzo, metà di sette anni, cioè tempo compiuto, nel biblico linguaggio, Roma Elam sotto assedio, i miei fianchi di dolori, come doglie partoriente, mi contorco a quel che sento, spaventato a ciò che vedo, mio cuore si smarrisce, il terrore mi pervade, la sera insonne vado, prego per la calma; il dolore per suo popolo, provoca malessere, nonostante spiegazione, di Gabriele a Daniele, non comprende la visione, non immagina il futuro, di un sovrano crudele. Daniele o Bernadette, Lucia o Guadalupe, citano simboli, immagini e numeri, a comunicare messaggi, che vanno interpretati, come oracolo a Delfi, visioni da comprender: ecco davanti a me, intesi voce di uomo, che gridava e diceva, Gabriele si presenta: Io sono Gabriele, sto al cospetto di Dio, son mandato a portarti, lieto annunzio al sesto mese. Conoscer nome di qualcosa, è anche possederlo, Adamo impone un nome, ad ogni creatura, anche a sua moglie, come al tempo Jukurpa, dopo esilio teologia, si fa ricca intermediari, tra Déi e umanità, nel Libro di Tobia, contemporaneo di Daniele, compare Raffaele, Michele Gran Principe, nel Libro Enoc etiope, Gabriele è definito, Mano Sinistra di Dio, dominator dei Cherubini, uno dei quattro angeli, a tocca l'occidente. Gabriele nel Talmud, compare in tempi chiave, accompagna Maria, a preservare Storia Sacra, protegge umanità, lui comanda a Noè, salire anime animali, prima del diluvio, poi dirige distruzione, di Sodoma città, ferma mano di Abramo, prima del sacrificio, pure parla a Mosè, dal roveto ardente, punisce empio re Sennacherib, e convince Assuero, a ripudiar regina Vasti, per prender sposa Ester. In Vangelo di Matteo, angelo annuncia a Giuseppe, conforta pure Cristo, nell'orto Getsemani, olivi di avi Geez, la notte Giovedì Santo, a Giorni invece avvisa, di caduta Babilonia, in Apocalisse 18. Cattolici e Ortodossi, festeggiano Michele, il 29 settembre, patrono ai diplomatici, postini e marconisti. Gabriele per Islàm, è chiamato Jibrīl, e rivela il Corano, a Maometto Profeta, accompagna sua ascesa, al Paradiso al burak, dove incontra i profeti, a lui precedenti. Gabriele è ricordato, in scritture Bahá'i, come in Paradiso Dante, sotto forma ghirlanda, che incorona Maria, intonando melodia, cui si uniscono i beati: Io sono amore angelico, giro alta letizia, che spira dal ventre, albergo al nostro desiro. Zaccaria vide Gabriele, su altare d'incenso, e preso da timore, Zaccaria stramazza a terra, Egli mi disse: Figlio d'uomo comprendi, questa visione riguarda, il tempo della fine: mentre egli parla a me, caddi faccia a terra, ma egli mi toccò, e mi fece rialzare, Daniele questo cita, stessa reazione in Giovanni, di fronte apparizione, apre Libro Rivelazione: appena lo vidi, caddi ai suoi piedi, ma Egli mi rincuora, di non temere nulla! Io sono Primo e Ultimo, essere Vivente, appaio alle veggenti, e nel butti possente. Figlio d'uomo è detto, Daniele ed Ezechiele. Gabriele mette in chiaro, che visione riguarda, il tempo della fine, non fine del mondo, evocata un pò più avanti. tempo persecuzione, riferisce a profanazione, del Tempio di Sion, da parte di elleni, e lor presunti eredi. Gabriele spiega sogno, del montone e del capro: ecco ti rivelo, il tempo della fine, il montone con due corna, significa il re, di Media e di Persia, mentre il capro è, il re di Grecia Albione; il gran corno che vedi, in mezzo ai suoi occhi, è il primo re, spezzato poi in quattro, sorti al posto suo, significa quattro regni, sorgeranno in stessa nazione, con potenza diversa, empietà sarà al colmo, sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante, sua potenza rafforza, ma non per sua potenza, causerà rovine e imprese, distruggerà i potenti, e il popolo dei Santi. Astuzia e frode tiene, nelle sue mani, così insuperbirà, con inganno uccide molti, insorgerà contro il Principe, ma infin verrà spezzato, senza intervento umano. Quando appar monarca astuto, potente e senza scrupoli, mai chiamato a nome, perseguita i Santi, sfiderà il Signore stesso, chiamato Principe dei Prìncipi, tuttavia sarà spezzato, senza intervento umano, morte improvvisa, del superbo sovrano, mentre marcia in avanti, a realizzare obiettivi. Daniele è invitato, a custodir segreto, sfinito per più giorni, poi si alzo e sbriga affari, del re suo governo. Visione è accompagnata, da smarrimento o svenimento, oppure malattia, i dolori di Isaia, di fronte oracoli Signore: una visione terribile, gli è stata data, la fine di un tempio, e l'inizio di un altro. Capitolo 8 di Daniele, letteratura apocalittica, con immagini possenti, sfiducia in politica, attende un orizzonte, ai giusti riservato, sui quali splenderà, la luce del Signore. Capitol 9 apre, un racconto da studiare, Midrash edificante, storico o leggendario, e commenta la Scrittura, Haggadah sono omelie, rabbiniche in versi, incorporan folclore, aneddoti storici, esortazioni morali, consigli pratici vari; tal gener letterario, rielabora la Storia, di Tartaria-Israele, da Filone di Alessandria, a Dario figlio a Serse, la progenie dei Medi, sopra il regno dei Caldei, o Serse figlio a Dario in greco detto Xerxes, in persiano Khshayarsha, Signore degli Eroi), dal 485 al 465, salì al trono a 34 anni, dopo morte del padre, circumnaviga Africa, come il re Assuero, nel Libro di Ester, Serse tiene concubine; secondo Aristotele, è assassinato con Dario figlio, da Artabano usurpatore, che ha trono alcuni mesi, Giustino narra poi, Artabano elimina Serse, accusa Dario a parricidio, così lo fa giustiziare; diviene Artaserse I, e si circonda di fantocci, ma qualcuno si ribella, e produce un proprio regno, che dura quarant'anni. Caldeo Medo e Persiano, tre imperi similari, e succeduti l'uno all'altro, Daniele prova comprender, il numero di anni, del profeta Geremia, dove arriva desolazio, settant'anni a Gerusalemme, nel comunismo della Rus. Midrash dei settant'anni, vasta regione abbandonata, a distruzion desolazione, genti schiave sotto atei, compiuti i settanta anni, re di Babilon punito, per delitti anti-cristiani: non vi traggano errore, i profeti in mezzo a voi, oppure gli indovini, date retta ai loro sogni, parlano ingannando, a voi nel mio nome, io non li ho inviati, solo dopo settanta anni, vi visiterò, realizzerò la mia promessa, ricondurvi in questo luogo; deportazione dura, 49 anni dal 587, oracolo Geremia, risolto da preghiera, e infine interpretato, da angelo Gabriele. Confessare i peccati, e riconoscere abbandono, distruzione del Tempio, tragedia nazionale, per aver disobbedito, alle leggi del Signore, su natura e civiltà, e aver scelto la superbia, di esser transumani, Dio permetterà, esser sconfitti dai nemici, esser schiavi tra stranieri, per ritrovare il senno, come il re Nabucco. Torah scritto in esilio, al tempo di Daniele, invoca liberazione, da schiavitù e cecità, misericordia di Dio, contro il peccato-castigo, Signore ascolta e perdona! Fà che vediamo il tuo amore, Ti confessiamo ogni colpa, riconosciamo ogni errore, dona il Tuo perdono, ascolta nostra preghiera, per amore di te stesso, e intercessione di Maria. Il pentimento comunitario, nasce da coscienza, di confessione sincera, Dio torna Liberatore, la preghiera di Daniele, richiama Gabriele, che avevo visto in visione, volò veloce verso me, nell'ora della sera, quando levo mio sospiro, supplicando penitenza, ed egli ascolta la mia voce, mentre nel mattino, Dio concede i Suoi favori, a chi Lo prega con il Salmo. Gabriele inizia spiegare, le Settanta Settimane, a Daniele il prescelto, a portare la Parola, Daniele ora comprendi, il tuo popolo e città, ha quel tempo a metter fine, sigillar peccati di empietà, espiare iniquità, portar giustizia eterna, come in Libro Giobbe, peccato messo in un sacchetto, Dio sigilla ogni misfatto, a cancellare ogni colpa: suggellare la visione, formula usata a indicare, il suo pieno compimento, scrivi e incidi tavolette, perché si legga velocemente. Le settimane sono anni, in cui saranno restaurati, riedificati piazze e fossi, opere pubbliche e palazzi, in mezzo a gran difficoltà, ricostruita la città, operata da Neemia, in mezzo a ostilità, di governatori royal; finiti 60 anni, dopo epopea dei Maccabei, un popol mal guidato, verrà distrugger la città, e con esso il santuario, della tecnica tartar, sua fine è inondazione, assieme guerra e desolazione, Daniele così parla, in libro nove e 26, mentre in libro Maccabei, Menelao ruba oro al tempio, con mercurio a farne omaggio, inganna Papa Onia, a sconsacrare Andronìco, poi uccide il sovrano, lo sdegno corre tra i Giudei, e molti popoli ora tristi, per uccisione empia del Re. Deposto da congiura, e costretto a fuggire, Onia ucciso da Menelao, usurpa carica del trono, con appoggio di ellenisti, questo causa inondazione, nel periodo sette anni, abominio e desolazio, sino al termine segnato. Antioco stringe alleanze, per politica ellenizzante, eresia giudaizzante, tra yudei e falsi giudei, che rinunciano al Cristo, apostati disprezzati, da Giudei osservanti, cessa il Santuario culto, cade il culto del Signore, sostituto dalla statua, di Antioco idolo abominio, simbolo desolazione, cioè Dio lasciato-solo, dalla statua sconsacrata. Profezia 70 Settimane, la più celebre di Daniele, nel discorso escatologico, di Matteo 24: quando vedrete abominio, desolazione del Xristos, allora quelli di città, fuggano ai monti, poiché il tempio profanato, cataclisma produrrà. Re Andronico ucciso, da Antioco il persecutore, modello di Anticristo, produce 70 settimane, 476 anni fissati, per il ritorno del Messia. Gesù adopera immagine, coniata da Daniele, per alludere ad esso, figlio di uomo salvatore, Ciro libera i Giudei, libera umani dal peccato. |San MICHELE culto diffuso, da origini cristianesimo, 8 maggio 490, apparve a Lorenzo Maiorano, vescovo a Siponto Puglia, gli indicò grotta sul Gargano, lo invitò a far santuario, Monte Sant'Angelo, San Michele Arcangelo, santuario nazionale, dei Longobardi pellegrini, lo vide San Francesco. Arcangelo Michele, patrono di paesi, Albenga e Acireale, Alghero ed Aprilia, Bastia Umbra e Bitonto, Castiglione Fiorentino, Cerveteri e Cuneo, Caltanissetta e Gravina, Sant'Angelo Lombardi di Avellino, compatrono di Caserta, Vasto e Venezia. ogni 8 maggio a Tufo, presso Avellino, va in scena la cacciata, degli angeli ribelli, ispira gesta san Michele, che pone spada nel fodero, a Castel Sant'Angelo sul Tevere, e a Mosca Cremlino, la formula dei cavalieri, tocca spalle con spada: a Dio San Giorgio e San Michele, ti faccio cavaliere, invocando il militare, difensore della fede. Mont Saint-Michel 709, canale della Manica, apparve a Sant'Uberto, vescovo di Avranches, chiedendo una chiesa, da fare sulla roccia, il vescovo ignorò, san Michele for suo cranio, con tocco del suo dito, lasciandolo in vita, sant'Uberto si decide. Monte Pirchiriano, Sant'Ambrogio di Torino, imbocco di Val di Susa, edicola Longobarda, ad arcangelo Michele, poi Abbazia di San Michele, guerriero celeste, patrono dei Yudei, di spadaccini e maestri armi, doratori e commercianti, dei mestieri con bilancia, farmacisti e pasticcieri, droghieri e merciai, radiologi e Polizia. festa San Michele, con Gabriele e Raffaele, il 29 settembre, in liturgia bizantina, ricordati 8 novembre: ogni scuola pittori, lo figura sempre armato, con in mano una lancia, un turibolo e reliquiario, con bilancia per pesare, come fee Anubi egizio, nel convento di Dionisiom sul Monte Athos 547, i tre arcangeli dipinti, Gabriele da civile, Raffaele ecclesiastico, Michele da guerriero, rappresentano i poteri, civil religio e militare, erede a Batu khan. Michele angelo custode, del popolo giudaico, di singoli e nazioni, tutti angeli sono, ambasciatori al Dio vivente, e producono vicende, che voi chiamate Storia, Lotta di angeli sottende. Angelo è il Signore, in Genesi e Torah, appare ad Abramo, alle querce di Mamare, egli vede tre uomini, tre angeli con Dio, tutti una voce sola, come in roveto ardente, chiamano Mosè, che sente la voce: Io sono colui che è, ad Abramo Isacco e Giacobbe, nel libro Esodo invece, cioè esilio a Babilonia, Angelo assume, una sua identità, distinta dal Signore, come in libro di Tobia, dove Arcangel Raffaele, salva Tobia e figlio, Daniele loda esalta, i cieli benedetti, soprapposti e associati, a schiere angeliche diverse, visione cosmologica, che Daniele passa a Dante, Angeli a Cielo di Luna, Arcangeli Cielo di Mercurio, Principati Cielo di Venere, Potestà a Ciel di Sole, cherubini e serafini, tutti invocati in loro sedi, benedite acque tutte, che fanno azzurro il cielo, nei secoli dei secoli, fan piogge oppur diluvio. Benedite le potenze, cioè angeliche intelligenze, deputate al controllo, dei fenomeni e dei moti, degli astri regolari, dagli astronomi studiati, intelligenze pagane, angeliche diventate, nelle scritture yudaiche, così il libro di Giobbe, cita i fenomeni naturali, opera Divina Provvidenza, e associa stelle a figli di Dio, che gioivano in coro, le stelle del mattino, e plaudivano tutti, i figli di Dio, ovvero gli angeli citati, nel Libro di Enoc, ispirato in Chiesa Copta, ed entrate in Dante Paradiso, stelle viste come fori, in cupola firmamento, lasciano intravedere, la luce di Empireo. Benedite sole e luna, il Signor lodate ed esaltate, le luminarie al firmamento, che governan giorno e notte, create da Dio al Quarto Giorno, nella Genesi del cosmo, incastonati in sfere rotanti, entro cupola celeste, Libro di Enoc ci ripete, tutta angelica gerarchia, nel primo cieli Dante è condotto, davanti ai capi signori, duecento angeli sono, degli ordini di stelle, mostrando i loro movimenti, spostamenti da un tempo a un altro, dominan calendari, e combinazion celesti, stelle messe e tenute in moto, da stesse potenze create, Sinfonia della Natura, Benedite piogge e rugiade, il Signore lodate, come fanno le creature, nei secoli dei secoli, San Francesco con letizia, questo canta in Frate Sole: onnipotente bon Signore, tue sò laude gloria e honore, et onne benedictione, invoco messer frate Sole, assieme sora Luna e stelle, gloria a Dio per le sue piogge, le rugiade e frate Vento, che le spinge da quei fori, giù dagli astri fino ai meteo! Benedite, i venti tutti, Eolo assieme coi giganti, da Ipoerborea spira fiato, ora calmo ora tempesta, Enoc dice governati, dagli arcangeli alla festa, cielo terra mare ed anni, mutan giorni ed istruzioni, la dolce voce dei canti, fà salir le nubi ai cieli, e da lì da uscire i venti. Benedite fuoco e calore, il Signore ancor lodate, in focolari e le lucerne, e negli incendi causa lampi, Benedite freddo e caldo, il Signore ancor lodate, tutti e due son svincolate, sia dal fuoco e sia brinate, Benedite rugiada e brina, loro angeli lodate, angeli e numi tutelare, nel Signore ciò esaltate, Enoc cita il patriarca, pre-diluvio di Tartaria, osserva case delle nubi, loro bocche e loro ali, loro piogge e loro gocce, e scrive il rombo loro tuono, e meraviglia loro lampo. Benedite, gelo e freddo, Enoc scrive delle nevi, i magazzini di gran ghiacci, e ogni spirito del freddo, ha osservato i lor custodi, come riempiono le nubi, e i depositi mai vuoti, Lodate il Signore dalla terra, mostri marini e tutti abissi, fuoco e grandine nei chakra, nebbia e vento di bufera, che obbedisce a Sua parola. Leviatano appare anche, Delfino che sguazza, Balena del Gabon, Coccodrillo del Nilo, sotto ha scaglie acute, primo essere in Egitto, che emerge dalle acque, del caos primordiale, resta immerso nel fango, e compare accanto a preda, doppia pure dea Tiamat, drago di acque primordiali, un sirena mezza umana, grande rettile marino, narrato in miti mwiri, causa tempestoso mare, simboleggia tutti i pesci, che sguazzano nell'acque, mare vasto e spazioso, solcato dalle navi. Baruc cita impresa, di uccisione Leviatano, da parte arcangelo Michele, reca inizio fine mondo, come il mito Quetzacoatl, insegnato dai Desheto, bestia del mare è la potenza, con sette teste e dieci corna, rivelazione di Giovanni, e creazione di animali. Dopo i pesci, ecco gli uccelli, poi animali terrestri, selvatici e domestici, creati al quinto giorno, assieme ai grandi mostri marini, e a tutti uccelli alati, secondo la loro specie. Sesto giorno invece è turno, di rettili e bestiame, creature tutte unite, nella loro Lode al Signore, benedite figli uomo, umanità entra in scena, invitata ad unirsi, alla lode universale, di tutte le creature, anziché recriminare. Benedite i sacerdoti, che recan buon esempio, ai fedeli del signore, e ai lettori del libro, i re della terra, e i popoli tutti, i governanti e i giudici, i giovani e le fanciulle, i vecchi ed i bambini, San Francesco unisce tutti, ricchi e deboli e potenti, nel laudato mio Signore, per quelli che perdonano, per Tuo amore a sostenere, infermità e tribolazione, spiriti e anime dei giusti, lodan dio da vivi e morti, Isaia scrive in versi, mia anima ti anela di notte, mio spirito ti cerca al mattino, mentre San Paolo associa corpo, a spirito e anima. Lodate il Signore, per Sua misericordia, Benedite fedeli tutti, il Dio degli dèi, lodatelo e celebrateLo, la sua grazia dura sempre, ci ricorda Daniele, preghiere scritte a ritornello, recitate a memoria, a intervalli regolari, nel Cantico dei Tre Giovani, nella Fornace ardente, e nel canto di Francesco, per sole luna vento e fuoco, e il mondo vegetale, acque sopra i cieli, mostri marini giorni e notti, angeli e naiadi. Enoc cita cinque benedizioni, abissi è speculare, ad acque sopra il cielo, angeli mi portarono, verso oriente del cielo, mi mostrarono porte, dove il sole sorge, secondo i tempi fissati, e secondo i circuiti della luna, diminuzione e allungamento, dei giorni e delle notti. Iddio crea la luce, da sorgente da cui viene, con le tenebre la alterna, avanti ogni creatura, mentre sole e luna, le crea tre giorni dopo, come luci in firmamento, assieme folgori e nubi. Laudato sii mio Signore, per sora nostra madre Terra, la quale ci sostenta e ci governa, e produce diversi frutti, con coloriti fiori ed erba, poi le Naiadi dei fiumi, che lo aiutano a fluire, e in seguito mutate, in angeliche creature, associate ad ogni fiume, che chiedono pedaggio, a passare all'altra riva, oppur lottar con essa, nel guadare a nuoto il fiume, vincendo la corrente. Giacobbe lotta con Angelo, a causa fratello Esaù, al quale ha rubato, benedizione paterna, lotta tutta la notte, guada il Bosforo fiume, ha paralisi nervo sciatico, zoppicherà poi per sempre, smette combattere ad aurora, chiede angelo benedizione, che gli mette soprannome, da Giacobbe ad Israele, perché hai combattuto, con Dio flusso e con uomini, e hai vinto la lotta, che ti ha traghettato, sulla sponda del rinato! Israele vuol dire, lottare con un angelo, associata ad un fiume, parte di unico Signore. Acque abissi popolate, da Leviatano anaconda, descritto in Libro Giobbe, tra le altre meraviglie, create da Signore, da sua bocca fà vampate, scintille di fuoco, da sue narici esce fumo, come da caldaia, striscia su molle terreno, ribolle il gorgo del mare, come un vaso di unguento, lo teme ogni essere altero, egli è re sulle fiere, dominando ogni superbia. Daniele non temere, son venuto a tue parole, il principe di Persia, mi si è opposto ventun giorni, Michele uno dei capi, mi è venuto in aiuto, l'ho lasciato presso il re, ora intendi quanto avviene, al tuo popolo finale. Michele dopo Gabriele, è secondo angelo chiamato, il suo nome vuol dire: Chi è come Dio? ha titolo arcangelo, comandante in capo di milizie, in contesa col diavolo, disputa il corpo di Mosè, a cui insegno i rituali, per seppelir defunti, lo cita san Giovanni, che ha legami con Daniele, Michele è comandante, di una legione di angeli, impegnati contro il drago, nella guerra in cielo. Michele disse a Satana, Ti rimprovera il Signore, io ho chiavi Paradiso, dai tempi Adamo ed Eva, a cui io insegnai, a raccogliere acqua, e coltivar la terra, Io portai Argilla, usata a creare Adamo, e la mattina di Pasqua, aprii sepolcro di Gesù, accompagnai la Vergine, nel viaggio dentro Inferno, a mostrar pene dannati, apparvi ad Abramo, a impedirgli sacrificio, di suo figlio Isacco, lottai con Giacobbe, e scacciai il superbo re, Eliodor da Yorosolima, liberai apostoli Maccabei, da abominio desolazione. Mīkāīl sono in Corano, pari rango a Jibrīl, con lui ispiro Maometto, e in chiese buiti e avventiste, son fratello a Gesù Cristo. Michele Gran Principe, parla a Daniele Baltazzàr, intendi la visione, di ascesa condottiero, al trono di Persia, ovvero Gran Tartaria, Ciro Kūrush lungimirante, concepì grande progetto, di conquista militare, per mondo unificare, due popoli in uno, nel 347, marciò sulla Lidia, governata da re Creso, ricco proverbiale. Creso a oracolo di Delfi, chiede se combattere Ciro, oracolo rispose: se scendi in guerra distruggi regno, Creso scese in guerra, ma distrusse il proprio regno, sconfitto da Ciro, ovvero Gengis khan, battaglia fiume Pteria, Creso si rifugia a Sardi, cinta poi in assedio, alla fine catturato, legato sopra grande pira, Creso grida a Solone, caducità corone umane, Ciro grazia re di Lidia, e lo tiene in propria corte, mente i suoi figli, andarono in Sardinia. Ciro prese Babilonia, nell'anno 439, scalza dal trono Nabonide, senza colpo di cannone, Nabonide era devoto, alla dea lunare Sin, Ciro rispetta culti e usanze, ma nobiltà scacciò Nabonide, Ciro accolto liberatore. Così il sovrano persiano, San Giorgio riunì nelle sue mani, un dominio vasto tanto, Re dei quattro assi del Mondo, morì in battaglia contro i Massageti, per ordine di Tamiri, la regina risentita, per la morte di suo figlio, un tempo ordita da Ciro, fò gettar testa di Ciro, in un otre di sangue, Dante rievoca il fatto, Canto XII Purgatorio, mostra ruina e crudo scempio, che Tamiri fece e disse a Ciro: sangue tu spargesti, or di sangue io ti empio! Ciro venne ricordato, come un grande comandante, un sovrano illuminato, amante di arte e di cultura, santificato dalla chiesa, permise rientro dei giudei, deportati dal Nabucco. Primo anno regno Ciro, il Signore destò Ciro, dandogli il messaggio, di costruirgli un Yoros tempio, in Romea Giudea Ottomania. Isaia loda Ciro, come eletto di YHWH, Dio l'ha preso alla sua destra, per riunire le nazioni, scioglier cinture ai re, aprire porte di ogni regno. Ciro il Grande nel Corano, vien chiamato Dhul-Qarnayn, e sua discendenza arriva, fino a Shah Reza Pahlavi, il nome Ciro assai diffuso, nel Sud Italia a riprovare, cronologia di NC, lotta yudei contro ellenisti, capitanati da Anglo-Antioco. med_storia-perduta-terrapiana1.mp4med_storia-perduta-terrapiana2.mp4audio

358:chi parla semina, chi tace raccoglie: Daniele vuol dire, Dio è mio giudice, -ele di Elohim, Signore Adonai, ma è chiamato Baltazzàr, dal Nabucco zar, che rispetta la sua dieta, ama suo dono di sapienza, capace a interpretare i sogni, e leggere visioni, celeste dono oniromante, proviene dal Signore. Dio concesse a quattro giovani, capire ogni scrittura, in ogni ramo del sapere, il re li interroga stupito, dieci volte hanno sapienza, su maghi e astrologi di corte, Daniele resta a corte, fin primo anno di re Ciro. Nabucco convoca esperti, li chiama caldei, astrologhi e indovini, divinorum salva-sogni, poi ordina Asfenàz, capo dei mandarini, di condurgli giovanotti, stirpe reale sen difetti, per impiegarli a corte, dopo essere istruiti, in scrittura e lingua juris, aramaica burocratica, assegna loro una razione, giornaliera di vivande, educati per tre anni, poi entrano a servizio, come classe funzionari, ad amministrare impero. Daniele è Baltazzàr, Anania sarà Sadràch, Misaele è Mesàch, Azaria è Abdènego, sappiamo che la Bibbia, cambia nome a persone o cose, quan ne muta destino e proprietà, come Adamo che assegna un nome, a tutti gli esseri viventi, nel Tempo-di-sogno Abramo e Sara. Daniele in arabo Daniyal دانيال, citato profeta musulmano, in Hadith Legge di Sunna, che viene dopo del Corano, rusūl è messaggero Dio, mentre i profeti son detti nabī, e portan Wahi rivelazione, solo a mezzo di un libro: i rasūl son tutti nabī, non tutti i nabī son rasūl, Daniyal rusūl nabī, muore in pace in città Susa, suo libro dentro sua tomba, per ordine califfo Omar, mentre un altra leggenda, narra suo corpo traslato, da Timur khan a Samarcanda, che ne fece capitale, oggi Uzbekistan, mausoleo di Daniele, edificio a cinque cupole, con sarcofago 18 metri, presso fonte acqua taumaturga. Daniyal vecchio Idris, tiene scriba Enoc, che scrive rivelazioni, sui misteri della Storia, maomettani van narrare, che Daniyal ha predicato, nel regno Ciro esortando, popolo amare un solo Dio, e i precetti dello Islam, alla corte di Nabucco. Islam cita incontro, tra Daniele e Geremia, chiamato Aramaya Ibn Hilkiah, sul bordo della fossa, Nabucco mise due leoni in fossa, e Daniyal vi getta in essa, i leoni stanno buoni, Allah parla a Geremia, che dalla Sham, lo manda a fossa dei leoni, a dar cibo e vino a Danyal: sia lode ad Allah, che non mi ha dimenticato, compensa bene al bene, premia pazienza e sicurezza, dissipa il male e dà speranza, dopo ogni pericolo, come un chiaror di Luna. Chiesa Ortodossa celebra, Daniele 17 dicembre, insieme ad Anania, Azaria e Misaele, Chiesa Cattolica lo prega, il 21 di luglio, Daniel nome poi diffuso, da Britannia Olanda e Usa, Finlandia Rus e Serbia, dopo riforma protestante, fra quindici nomi maschili, più usati da sempre, russo Daniil slavo Danko, sardo Taniebi e Danilo, anglosassone Daniels, Dania Dannie e Dan, Daniello e Raffaello, nel volgare di Dante, cognome Danieli in Italia, specie nel Veneto, poi Daniele Comboni, primo vescovo subSahara, a metà di ottocento. |Daniele smaschera i Bel, nella storia di SUSANNA, che abitava in Babilonia, sposa Ioakim uomo ricco, bella fuori e bella dentro, figlia di Chelkia, educata a legge di Mosè. Susanna vuol dir Giglio, simbolo purezza, Ioakim tiene giardino, dove incontra i Giudei, fece sua fortuna, in Persia e Babilonia, è scritto in libri bibbia, di Tobia e di Ester, poi accusato ingiustamente, da due giudici anziani, eletti quell'anno, a risolver tutte liti, le due notabili guide, autorevoli e ascoltati, in comunità esiliate, frequentano casa Ioakìm, poi invaghiti di Susanna, la insidiano e ricattano, piegan la legge di Mosè, ai loro scopi appetiti. Susanna passeggiava, nel giardino del marito, i due anziani presi da passione, perser lume di ragione, studiano il momento, a sorprenderla da sola: un giorno fece caldo, Susanna con due ancelle, andò nel suo giardino, per avere un bagno, i due giudici accecati, la spiano di nascosto, Susanna chiede unguento, alle ancelle andate in casa, mentre prende il bagno, alla piscina Betseda, dentro al suo giardino, i due anziani escon nascondiglio, le chiedon di concedersi, ma in caso suo rifiuto, ti accusiamo di adulterio. Susanna può scegliere, tra due possibilità, se acconsente a loro voglie, viola nozze fedeltà, ma nel secondo caso rischia, condanna a morte adulterio, dopo un pubblico processo. Susanna coraggiosa, sceglie seconda strada, vuol conservare intatta, la propria fedeltà, Susanna piange e grida, innocente avanti a Dio, gli anziani aprono porte, e narrano menzogne, ai servi e ai testimoni, calunnie di adulterio, per pubblico giudizio, a causa suo rifiuto. Susanna ebbe processo, in casa suo marito, i due anziani fan condanna, a morte di Susanna, al popolo van dire, fate entrar Susanna, lei venne coi parenti, bella e delicata, col velo che fu tolto, a piacere dei due vecchi, che godono al vedere, fanciulla umiliata; se velo è protezione, inter processo è farsa, i due giudici calunnia, ai danni di Susanna, la donna piange e dice, Dio conosce il vero, sà che han detto il falso, io muoio da innocente, per loro iniquità, tramata contro me! Susanna è condannata, alla lapidazione, ma sua preghiera a Dio, suscita giustizia, di fronte a iniquità, Daniele giovanetto, si mise li a gridare, Io sono innocente, del sangue di lei! si voltan tutti a lui, chiedendo spiegazioni, Daniele in mezzo a loro, rimprovera stoltezza, indagate verità, e tornate al tribunale, costoro hanno deposto, il falso contro lei. Il futuro profeta, rivela sapienza, di infanzia purezza, sulla cieca menzogna, profusa dai due empi, così il Consiglio anziani, invita Daniel tra loro, se Dio ti dè saggezza, facci da maestro, Daniele allora disse, separateli l'un l'altro, ascoltate lor versioni, e io giudicherò. Daniele disse al primo, tu invecchiato nel male! i tuoi peccati commessi, qui vengono alla luce, davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti, e assolvendo i malvagi, dimmi sotto quale albero, tu hai visto costei, assieme all'amante. Sotto un Lentisco, Schinos in greco, vuol dir divide in due, è Pistacia pistáh, pistacchio di farina, che giunge a 4 metri, con chioma globosa. Daniele risponde, tua menzogna ricada, e spacchi in due tua testa, se questo Dio acconsente! fece venire l'altro, e gli grida le parole, bellezza vi ha sedotto, passion vi ha pervertito, che donne Israele e Giuda, a paura corrompete, al fin di unirsi a voi, dimmi sotto quale albero, li hai trovati insieme?" Sotto un Leccio vidi, albero intensa ombra, Daniele disse a lui, sentenza data al primo, menzogna tua ricada, sopra la tua testa, dove angelo di Dio, con spada la divide, potandola a metà; dir cananeo a un giudeo, è dirgli disonesto, corrotto nel frodare, Daniele ha confessione, da bocca dei due empi, a morte condannati, secondo Mosè legge, Susanna a lieto fine, vien riabilitata, Daniele nel trionfo, di tutta l'assemblea, benedisse Dio, che salva chi lo prega, inizia sua carriera. Deuteronomio dice, contro processi ingiusti, se un testimonio iniquo, accusa un suo fratello, i giudici solerti, indaghino con cura, e se il testimonio è falso, farete a lui quel che, volea fare al fratello, così estirpate il male. Oh Susannah canta Stephen Foster, padre musica americana. ||Regno settentrionale, detto di Israele, subisce rovina, a causa diffusione culto Baal, eresia giudaizzante, che re Giosia riforma, bruciando idoli Baal. Gezabele moglie a un re, innalza templi a Baal, e fà sdegnare Elia, Gezabele cerca ucciderlo, Elia invoca fuoco, scendere dal cielo, sul Monte Carmelo, stermina tutti sacerdoti, di Gezabele e Baal. Gedeone giudice, demolì altari Baal, venne detto Ierub-Baal, giudizio dei Belli, Bel babilonese, è culto antico a Baal, tentazione costante, a sovrani servitori, idolatri pagani, di un passato di schiavi. Daniele a Babilonia, è sacerdote tribù Levi, il primo onorato, tra gli amici del re, avean babilonesi, un idolo Baal, a cui offrivano farina, pecore e vino, Baal vuol dir signore, tra Fenici e Cananei, doppia Crono e Saturno, sovrano imperator, accadde che israeliti, abbandonarono il Xristo, che liberò lor prigione, di sacrifici umani. Ciro San Giorgio, fondator dell'Impero, conosce tale usanza, di antiche tradizioni, così mette a prova, il saggio Daniele: perché non adori Bel? Daniele rispose: adoro il Dio vivente, che ha fatto cielo e terra, signore a ogni vivente, quell'idolo in terracotta, solo abominio di malvagi. Ciro si indignò, convocò i preti di Bel, ditemi chi mangia, tutto il cibo offerto, se Bel mangia tutto, morirà Daniele, perché ha insultato Bel. Daniele accetta sfida, e i settanta sacerdoti, con mogli e figli, vanno al tempio Bel, e dicono al re, disponi le vivande, poi chiudi la porta, e sigilla con tuo anello, se domani mattina, il cibo è ancora lì, moriremo noi, altrimenti muor Daniele, che ci ha calunniati. Loro avevan scavato, un passaggio sotterraneo, da cui abitualmente, sottraggono tutto, i settanta sacerdoti, sapendo di mentire, accettano sfida, sicuri del segreto; dopo andati via, Daniele chiese al re, ordina ai tuoi servi, di spargere cenere, sul pavimento tempio, a insaputa dei preti, poi chiusero la porta, con il sigillo re. I sacerdoti di notte, entrano al tempio, secondo lor consueto, con mogli e con figli, consumano tutto, intatti i sigilli; al mattino il re e Daniele, guardano i sigilli, aperta la porta, il re guarda esclama, Bel sei un vero dio! ma Daniele sorride, guarda il pavimento, esamina le orme, di donne uomini e ragazzi, il suo piano escogitato, trucco semplice efficace, smaschera i preti, e lor porte segrete, il re pieno d'ira, arresta i sacerdoti, con loro famiglie, condanna tutti a morte, per aver mentito, a Ciro gran khan, dei quattro angoli del mondo, consegna Bel a Daniele, che lo distrusse, Bel cessa di esistere, coi suoi sacerdoti, e suoi idoli feticci. Daniele poi è chiamato, da re Ciro incalzato, a lottare con un Drago venerato, sulla porta di Ishtar, ai piedi Marduk Enlil, Mushrussu animale, squamoso e cornuto, zampe aquila e leone, e pungiglion scorpione, col suo grasso sacro, eran unti i vecchi re, Mushrussu è Mashiach, che unge il Messia, re dinastia davidica. Daniel converte lo squamoso, riforma la sua legge, rifiuta venerarlo, in idolatria di stato, a san Giorgio poi promette, dominar mitico drago, custode dei regnanti, serpente coccodrillo, Daniele usa astuzia, perché ama il Dio vivente, se tu mi permetti, senza spada e bastone, ucciderò il drago. Daniele cuoce insieme, pece grasso e peli, ne prepara focacce, che getta in bocca al drago, questo inghiotte e scoppia, ecco ciò che adoravate, io sottometto senza armi: ora il super-coccodrillo, adorato in Babilonia, ha occlusione intestinale, che lo conduce a morte, il popolo infelice, perde investitore, che legittima i sovrani, e si rivolta contro Ciro, dicendo Ciro è ora yudeo, ha distrutto Bel e sacerdoti, poi ha ucciso il suo drago! consegnaci Daniele, altrimenti ti uccidiamo, assieme a tua famiglia, il re allor sotto minaccia, consegna lor Daniele, che lo gettano in fossa dei leoni, per aver combattuto, idolatria Royal, e chiuso i sacrifici umani. Ciro è accusato, aver rinnegato i vecchi culti, e Daniele nella fossa, resta per sei giorni, tra sette leoni, nutriti ogni giorno, con due umani e due pecore, ora affamati senza cibo, son spinti a sbranar Daniele. Il profeta Abacuc, che fa minestra di pane, la porta ai mietitori, ma un angelo gli disse, porta questo cibo, a Daniele in Babilonia, nella fossa dei leoni. Abacuc rispose al Signore, Babilonia non conosco, così l'angelo lo prese, per i capelli lo trasporta, con velocità del vento, fino a Babilonia, sull'orlo della fossa. Daniele prendi il cibo, che Dio ti ha mandato, Daniele esclama a Dio, non mi hai abbandonato! Daniele si alza e mangia, mentre angelo di Dio, riporta Abacuc, nel luogo di prima, Abacuc vuol dire, Colui che combatte, è nome assiro di un arbusto, Cassia angustifolia, combatte battaglia di Daniele, contro oracoli falsi e muti. Abacucco è uomo anziano, vecchio bacucco in italiano, fortuna del profeta, scolpito al Duomo di Firenze, da Donatello in marmo, sue spoglie conservate, in antica cattedrale, a Nocera Inferiore. San Paolo usa suo salmo, su fede e sulla grazia, il giusto vive per sua fede, Signore a te alzo il grido, su prepotenza dei tiranni, Abacuc è Geremia, che lo spirito del Signore, porta in luogo ignoto, sul monte o nella valle, Spirito Santo lo rapisce, Signore è la mia forza, su alture mi conduce, afferrato pei capelli, mi solleva e tel-trasporta, sul bordo dei leoni, a dar cibo a Daniele. Re và settimo giorno, a piangere Daniele, guarda giù alla fossa, Daniel seduto vede, esclama ad alta voce, Signore sei il più grande! fece uscire Daniele, e vi getta i suoi nemici, divorati dai leoni. Ciro professa fede, nel Dio di Israele. |Lingua slava antica, mene tekel peres, alfabeto quadrato, Aramaico imperiale, lingua di cancelleria, poi alfabeto fenicio, slavo ecclesiastico usato, nel Regno di Giuda, madre a greco e latino. I tre termini sono, tre unità di peso, dei metalli preziosi, Mina Siclo e mezza Mina, tre monete in tre minacce 1 mina dà 50 sicli, circa 800 grammi, Ezechiele in esilio, usa mina a 60 sicli. Matteo cita i 30 pezzi Giuda, dove un talento è tremil sicli, cioè 35 kili. Samuele cita armatur bronzo, del gigante Golia, pesa 5000 sicli, della città di Tiro, in epoca di Cristos, era salario giornaliero, un siclo argento a bracciante, oggi ripreso in Palestina, detto siclo-sheqel, valuta di Israele, in inglese divien pound, libbra e sterlina, in Italia e lira, da libbra bilancia. Daniele rabbino, interpreta i tre verbi: Dio computa il tuo regno, e gli ha posto fine; Tekel tu sei stato, pesato su bilance, e sei trovato mancante; Peres è tuo regno, diviso e dato ai Medi. Verbo mnh è misurare, YHWH padre della storia, ha misurato la durata, del regno Baldassarre, ha deciso che per esso, è momento della fine, verbo tkl va pesare, il destino del re. Temi dea della giustizia, ha in mano una bilancia, davanti ai tribunali, in tutte le provincie, Anubi sacerdote, pesa il cuore dei defunti, se più pesante di una piuma, manda anima in Inferno. Baldassarre uomo e re, idealmente pesato, condannato a fariseo, pars è verbo dividere, scindere suo Impero, consegnato a Medi e Persiani. Daniele porporato, ebbe collana d'oro, dichiarato terzo ministro, durante il regno Dario, come governatore, di una di province, invidia va salire, tra i satrapi governatori. Erodoto riporta, di venti satrapie, province dell'impero, Elam Arbil Armenia, Assiria e Babilonia, Battriana e Karmana, Gandara e Cilicia, Hindukush e India, Cappadocia e Media, Egitto e Partia e Siria, Ciproe Lidia e Ionia. ||Daniele descrive Storia, lunghe lotte e alleanze, tra dinastie e sovrani, tra re del Mezzogiorno, e re del Settentrione, cioè Rus ed Ottomania, amici e poi nemici, nel gioco Gran Tartaria. Tolomeo è capitano, del re del Mezzogiorno, ma litiga col re, si espande fuori Egitto, sua figlia Berenice, va sposa al re del Nord, ovvero Antioco II, che ripudia Laodicea, a sposare Berenice, ovvero Anna Bolena. Laodicea uccide marito, con moglie e figlioletto, spianando ascesa al trono, a suo figlio Seleuco, è periodo di torbidi, Seleuco chiede troppe tasse, generando antipatie, fuori e dentro corte, ma un uomo a cavallo, Lucio Scipione comandante, Uomo Vestito di Lino, assieme ai servitori, scaccia il funzionario, fuori dal Tempio, sovrano assassinato, da un suo parente stretto, che usurpa quel trono, è diviene Antioco IV, con frode ed inganno, persegue i Giudei, consolida il potere, con appoggio di alcuni, ebraici banchieri, favorevoli a ellenismo, mentre il sommo sacerdote, Onia III è assassinato. Antioco ruba e fa delitti, abominazioni di ogni tipo, descritti in Maccabei, trionfa per un tempo, poi riparte scontro, con re di Mezzogiorno, con cui fa matrimoni. Antioco entrò in Egitto, con esercito imponente, con carri ed elefanti, cavalleria e gran flotta, battaglia a Tolomeo, travolto questi fugge, molti caddero a morte, espugnarono fortezze, Antioco saccheggia tutto, incluso il Tempio santo, compiendo molte stragi, torna con ricchezze, odiando Santa Alleanza, cioè comunità Giudei, rimasti a Salomon fedeli. Antioco detto grande, fa Siria dominante, Tolomeo lo combatte, in guerra sanguinosa, dal 204 al 210, dice Libro di Daniele, re settentrione unisce, grande esercito avanza, Daniele chiama Israeliti, quelli in stretto Dardanelli, e Antioco capo dei pagani, venduti a fare il male. Tolomeo perde dominio, di tutta la Giudea, epocali conseguenze, ripara in west Europa, Re del settentrione, costruisce terrapieni, con le città-fortezza, e con sue truppe scelte, stabilisce sua dinastia, in città Yorosolima, patria amata da Daniele, dove scorre latte e miele. Signor disse a Daniele: ho osservato la miseria, del mio popolo in Egitto, ho udito grido sofferenze, son sceso a liberarlo, da mano di oppressore. Tolomeo sposa Cleopatra, figlia Antioco III, ma pace non arriva, allor sovrano volge, alle isole vicine, Mediterraneo coste, abitate da popoli, rimasti pagani, ciascuna ha propria lingua, famiglie e nazioni. Isaia profetizza, conversione dei pagani, alla fede dei cristiani, sia isole che terra, Salmo 71 dice, re di Tarsi reca offerte, a re di Arabi e Saba, tributi ad oriente, glorificate il Signore, nelle isole del mare, nome Dio d'Israele, annienta idoli malvagi, e apre cuor Gentili. Antioco fà conquiste, un impresa faticosa, fin troppo dispendiosa, poi marcia su Alessandria, ma incontra i Romani, che gli intiman lasciare, le terre conquistate, sul Delta del Nilo, Antioco si ritira, ma sfoga su Giudea, e seduce i fuoriusciti, da santa Alleanza, avviata da Mosè. Giudei danno vita, due partiti in giudaismo, di fronte a persecuzione, ordita da Antioco, i collaborazionisti, sacrificano a idoli, mentre i Maccabei son pronti a lotta armata; i fratelli Maccabei, condannati a morte, insegnano giustizia, della stelle eterna, supplisce discendenza, Daniele dà speranza, scritta e sigillata, dopo tribolazioni, sorge un nuovo patto, cioè il secondo tempio. I dottori della Legge, ammaestrano la gente, che la persecuzione, è solo un espiazione, alcuni scrivono il Libro, altri affrontano il martirio, a difender convinzioni, decapitati o al rogo, o confisca dei beni, schiavitù o esilio. Antioco Epifane, disprezza suoi avi, mentre un comandante, capo armata orientale, rintuzza scorrerie, da parte di egiziani, per prendere di nuovo, l'antica provincia, nata ad Alessandria. Antioco fa campagna, a riconquistare tutto, da Iran al mar Caspio, Partia Ponto e Media, infine a Babilonia, allontana i Seleuci, e avvia smembramento, di Grande Tartaria, è tempo della fine, il conquistatore muore, in quanto non è un Dio. Re del mezzogiorno, si scontra al Settentrione, turbine con carri, e cavalieri e navi, invase il territorio, e molti scapperanno, le casse vuote e in crisi, han bisogno di denaro, depreda ricchi templi, mentre mezzo stato, è dei Maccabei ribelli. Tolomeo entrò in Antiochia, e cinse due corone, combatte in ogni dove, morì tre giorni dopo, Demetrio è il nuovo re. Gionata maccabeo, descrive lotte dinastiche, battaglia di Antiochia, una manovra a tenaglia, contro il regno Siria, condotta da alleanza, di Tolomei e Farsi, Yoros già contesa, conosce giorni bui, segna fine a entrambi i Re, l'egizio e quel siriano. Daniele, narra eschatos, cioè Storia in ricorrenza, cronisti in due partiti, e Gran Principe Michele, re del Settentrione, riafferma legge Cristo, contro un Anticristo, cioè papa franco in Roma, e il re del Mezzogiorno, Califfo dell'Islam, alleato di Michele, combatte la eresia, in Europa protestante. Matteo ci riporta, le visioni del Xristos, quan vedrete abominio, della desolazione, abitare in luogo santo, pregate per capire, quelli in Giudea, fuggano ai monti, vi sarà tribolazione, ma a causa degli eletti, quei giorni abbreviati, nel Giorno del Giudizio, e molti dormienti, si risveglieranno, mentre altri avran vergogna, della loro infamia, a falsificar la storia, se i saggi splenderanno, come il firmamento, i profeti di sventure, in ogni epoca accaniti, spandon fiumi inchiostro. Gesù continua a dire, non cedere al panico, fatti trovare preparato, e tra i rumori di guerre, guarda senza allarme, tutto questo accade, ma non sarà la fine, seppur falsi profeti, che annuncian parusia, e inganneranno molti, spacciandosi per Dio, dilaga iniquità, ma chi preserverà, salvato infin sarà. Libro di Giuditta, narra Giuditta la giudea, che sconfigge orda potente, sotto Nabucco zar, che regnava sugli Assiri, rase al suolo Agia Sophia, fu nemico dei fuggiaschi, e dei riti baccanali. Ioiakìm re di Giuda, anno terzo del suo regno, Nabucco re di Babilonia, marciò su Yorosolima, la cinse di assedio, settimo giorno in quinto mese, il capo della guardia, brucia Tempio e reggia, e case dei notabili, Ioiakìm nelle sue mani, assieme a gran bottino, porta tutto a Sennaar city. Nabucodonosor assedia, marzo 597, e Gioacchino morì, undici anni di regno, lascia trono a suo figlio, ma lo zar deporta gente, nella città di Shin'ar, nome greco dei Settanta, dove Nimrod nipote a Cam, fece il suo regno, e vi edifica Babele. Nabucco libera i Giudei, e riconosce il loro Dio, reca mantello di Sennaar, a Davide Carlo Magno, khan dei Gebusei, che controlla Gerusalemme, Salem vecchio nome, che dopo sua conquista, yudei cambiano nome. |Giuseppe Verdi musicò Nabucco, trama in quattro atti, alla Scala marzo 842, ispirata a cattività, del popolo di Giuda, e pretesa imperatore, di esser venerato, come divinità, Nabucco a culmine potenza, governa 43 anni, sconfisse esercito egiziano, alla Battaglia di Karkemish, sottraendo ai Faraoni, il predominio terrasanta, cuore di Ottomania; dopo la battaglia, muor suo padre Nabupolassar, Nabucco zar ritorna, prende corona a Babilonia, nei primi dieci anni, fà spietate campagne, raccogliendo bottino, che usò coi tributi, di popoli sottomessi, a finanziare architetture, di poderose città. Nabucco in scena ottava, è chiamato stolto ed empio, da Gran Sacerdote di Bel, e da Zaccaria sommo ai Yudei, poichè Nabucco pretende, che sua figlia Fenena, convertita ad ebraismo, e innamorata di Ismaele, adori la sua statua, ma è fulminato e reso pazzo, dal dio vivente YHWH. Nabucco zar col suo editto, impone a sudditi adorare, se stesso come dio, ma tra i Yudei fedeli a Xristo, pur se molti obbediscono, per salvarsi la vita, tre coraggiosi tenaci, rifiutano eseguire, ecco allora i delatori, pronti a spiare al re, mala razza che attraversa, tutta la Storia Sacra, fino dai primordi. I tre amici di Daniele, Sadràch Mesàch e Abdènego, obiettori di coscienza, sono il popolo Yuda, costretto a scegliere tra morte, o fedeltà ad una legge, un esempio da imitare, come i martiri di sempre, risposero al re: sappi che il nostro Dio, può liberarci da fornace, e in ogni caso mai avrai, nostra totale obbedienza, abbiamo divieto di adorare, statua d'oro che hai eretto. Nabucco, acceso d'ira, e con aspetto minaccioso, ordinò nella fornace, aumentar fuoco sette volte, comandò legare i tre, gettarli in fuoco acceso, con mantelli e calzari, turbanti e loro abiti, come martiri cristiani, i sette fratelli Maccabei, passeggiano tra fiamme, lodando Iddio Gesù, Azaria in mezzo al fuoco, prega il cantico continuo, benedetto Signore Dio, degno di lode è tuo nome, glorioso a noi per sempre, Tu sei giusto in ciò che hai fatto, le tue opere son vere, giusti i tuoi giudizi, che su di noi e su Yoros, hai fatto ricadere, con verità e giustizia, hai purgato nos peccati, abbiamo agito da iniqui, allontanandoci da te, ci hai dato al peggior re, empio iniquo e malvagio. Lode e onore a te Signore, confessiamo nos peccati, finisce il Regno Giuda, con distruzione Tempio, abbiam fiducia in Te, abbandonando ribellioni, che abbiamo fatto nel passato, e provocarono tua ira, certi del tuo potere, superiore ad ogni re, attendiamo il tuo perdono, ci pentiamo di stoltezza, tua clemenza è grandezza, misericordia benevolenza, salvaci o Signore, reca gloria nel tuo nome, a quanti sono in confusione, e fanno il male a slavi buoni, sian coperti di vergogna, con tutta lor potenza, sia infranta loro forza, a saper che sei il Signore, Dio glorioso in tutta terra! Così angelo Signore, scese dentro la fornace, soffia un vento di rugiada, allontana fuoco fiamme, di bitume umido naphta, parola greca per petrolio, latino nefti cioè Nettuno, persiano e arabo naft: Neemia rimanda al re, i discendenti sacerdoti, che nascosero il fuoco, del petrolio sotto il sole, brucia rapido qual stoppa, e nessuno spegne pozzo, pece ardente di Isaia, che divien polvere zolfo, nel giardino ventilato, all'interno di fornace; canto esplode nuovamente, da bocche dei tre Yudi, inni al Cantico Creature, scritti in salmi Scritture, per lettori di ogni tempo, fin le lodi san Francesco, e nel responso della Messa, lunga litania al Signore, in 39 benedizioni, intero cosmo vien citato, fino agli uomini più bassi, invitati a render gloria, all'Altissimo con canti, all'unisono una voce. Benedetto Dio dei padri, lode e gloria nel Tuo nome, nel Tuo Tempio santo e degno, di esser trono del tuo regno, siedi in mezzo ai cherubini, tuoi custodi lì a pregare, e il tuo sguardo penetrante, oltre secoli ed abissi, benedetto è il firmamento, che riflette la Tua gloria, come Arca di Alleanza, pose a oriente Eden giardino, con la spada folgorante, a custodire Albero vita. Tempio in scala riproduce, Tempio Celeste sorvegliato, da angeli alla guardia, nel coro universale, dimora che Egli ha scelto, sulla Terra suo Santuario, Iddio domina sul cosmo, di abissi oscuri caos, al cielo luce firma, e la terra che sta in mezzo, ai due estremi confini, di settentrione e meridionale, tra la cupola trasparente, che separa acque inferiori, dalle acque superiori, oceano stelle dal terrestre, prima realtà a esser creata, dopo la luce di empireo; nella Genesi Dio fece, il firmamento a separare, le acque dalle acque, quelle in alto chiamò cielo, quelle in basso chiamò terra, e fu sera e fu mattina, secondo giorno Eptamerone. Iddio separa acque inferiori, mari laghi fiumi abissi, da quelle azzurre superiori, aprendo in mezzo spazio vuoto, che il terzo giorno è Terra asciutta. |Nabucodònosor fece un sogno, secondo anno del regno, suo animo agitato, chiama maghi e incantatori, astrologi caldei, a spiegar significato. Re disse ai caldei, ecco mia decisione, ditemi il sogno, e la sua spiegazione, riceverete onori e doni, ma se sogno resta oscuro, sarete fatti a pezzi, assieme a vostre case, niente risposte voglio, che siano astute e false. Risposero i caldei: nessuno al mondo riesce, a soddisfar richiesta, poichè pur indovino, non sa scoprire un sogno, solo gli dei potranno. Il Re acceso di furore, ordinò sian messi a morte, tutti i saggi a Babilonia, pur Daniele e compagni, ricercati per la pena. Daniele con prudenza, parlò ad Ariòch capo di guardie, che doveva esser il boia, di introdurlo presso il re, a chiedere del tempo, così che posso dar responso, dopo aver pregato in sogno. Daniele parla coi compagni, chiesero a Dio di tal mistero, per risparmiar la vita gente. Daniele ebbe svelato, il mistero in un suo sogno, benedisse Dio del cielo, che alterna le stagioni, depone e innalza i re, dà sapienza ai saggi, svela cose occulte, presso di lui è luce. Dio dei miei padri, Gloria e lode a te, mi hai concesso sapienza, sulla richiesta del re. Ariòch lo conduce al re, per chiarirà quel sogno. Re Nabucco disse, tu sei Baltazzàr, puoi rivelarmi il sogno, e darne spiegazione? Daniele avanti al re, narra allora il sogno, riguarda fin dei giorni: ecco una statua enorme, si erge avanti a te, con testa di oro puro, petto e braccia argento, ventre e cosce in bronzo, gambe in ferro e i piedi, ferro miste a creta; mentre la guardavi, una pietra si staccò, non per mano d'uomo, dal monte scese giù, andò a batter contro statua, i suoi piedi frantumò, seguirono anche il ferro, bronzo argento e oro, poi divenner pula, su aie della estate, li porta il vento via, senza lasciar traccia, mentre il masso crebbe, divenne una montagna, che riempì la regione. Ho terminato il sogno, ecco la spiegazione, tu sei re dei re, a te Dio ha concesso il regno, potenza forza e gloria, dominio sui figli d'uomo, su animali ed uccelli, tu li domini tutti, poichè sei la testa oro. Dopo di te sorgerà, un altro regno inferiore, poi un terzo di bronzo, che domina la terra, poi un quarto regno, sarà duro come il ferro, che tutto frantuma, ma come tu hai visto, i piedi e dita statua, argilla e ferro miste, cioè il regno sarà diviso, pur se amalgamato, una parte sarà forte, l'altra sarà fragile, uniti solamente, per via di matrimoni, ma mai diventeranno, una cosa sola unita. Al tempo di quei re, Dio cielo farà nato, un regno mai distrutto, che durerà per sempre, stritolerà e annienterà, tutti gli altri regni, e mai sarà trasmesso, ad altra linea sangue. Nabucodònosor allora, piegò la faccia a terra, prostrò avanti a Daniele, ordinò gli incensi e disse: il vostro Dio governa tutto, è Signore dei re, rivelatore dei misteri, ha permesso a te svelare, ecco a te regali, governatore tu sarai, di tutta Babilonia, in capo a tutti i saggi. Daniele chiese al re, di ammettere a corte, anche i tre amici. |Nabucco ebbe un secondo sogno, su Albero Cosmico, fece un decretoa convocare, tutti i saggi a interpetare, vennero astrologi e maghi, caldei e indovini, ma nessuno seppe dare, la giusta spiegazione, infine và Daniele, chiamato Baltazar, nome che vuol dire, in lui è spirito dei santi, il Re gli narra il sogno, ovvero le visioni, stavolta non richiede, portar sogno a coscienza, Daniele oniromante, è come suo antenato, Giuseppe figlio di Giacobbe, interprete di sogni, del Faraone primo, è arca che ospitava, lo spirito dei santi, cioè spirito di Dio, eletto suo ministro, che ordina a ogni uomo, e solo per il trono, sarò più alto a te. Daniele scrive nome, Nabucco Baldassarre, in Vangelo Armeno infanzia, doppia il Re magio, regnante in Babilonia, proviene da Oriente, nel vangelo di Matteo, con Gaspare e Melchiorre, regina madre luce. |Daniele capitolo quinto, narra ultima notte, del regno Baldassarre, nella festa religiosa, dopo aver bevuto, comanda i vasi d'oro, che Nabucco suo padre, avea preso dal tempio, per bere dentro essi, con mogli e concubine; portati i vasi d'oro, vi bevvero il vino, lodando oro argento, bronzo ferro e pietra, apparvero le dita, di una mano d'uomo, scrivevan su parete, mene tekel peres, di fronte al candelabro, il re cambiò di aspetto, paura lo assaliva, gli cedono i ginocchi, suo volto impallidisce, trema come foglia, alla mano fantasma, un tema ricorrente, sulla mano mozzata, cioè Mano di Dio, che può scrivere il destino, degli uomini e del re. La mano senza corpo, scrive avanti a Menorah, candelabro rituale, sette bracci in Santo Graal, Menorah incarna presenza, i sette giorni di Creazione, scrive avanti al candelabro, il re convoca i saggi, astrologi e indovini: chiunque decifrerà, e mi darà spiegazione, sarà di porpora vestito, porterà oro al collo, sarà terzo signore del regno, tutti provano a leggere, ma nessuno riesce, a decifrare la scrittura. Baldassarre turbato, chiama regina madre, che consiglia il re, nel tuo regno c'è un uomo, ricettacolo dèi santi, al tempo di tuo padre, fu fatto capo ai maghi, astrologi e indovini. Tal uomo era Daniele, che il re chiama Baltazar, sà interpretare i sogni, spiegare i detti oscuri, portatelo da me, a sciogliere gli enigmi. |Nabucco narra terzo sogno, di un albero gigantesco, mentre stava a letto, guardavo albero grande, in mezzo alla terra, robusto aveva cima, che giunge fino al cielo, e a estremità di terra, ha bellissimi rami, e abbondanti frutti, per tutte creature, le bestie sotto ombra, e gli uccelli fanno il nido. Poi arriva un Vigilante, che scese dal cielo, e gridò ad alta voce, tagliate albero e rami! scuotete foglie e frutti, fuggano le bestie, e uccelli dai suoi rami, lasciate solo il ceppo, legato con catene, di ferro e di bronzo, sia bagnato da rugiada, come altra erba, e muti il suo cuore, da umano a cuor di bestia, sette tempi passeranno, per sentenza dei Santi, i viventi allor sapranno, che Altissimo domina, sul regno di uomini, lui può darlo a chi vuole, e insediarvi il più nano. Daniele disse oh re! Dio diede a tuo padre, regno gloria e grandezza, temuta da tutte nazioni, egli uccide chi voleva, innalza o abbassa chi pare; quando suo cuore insuperbì, suo spirito è deposto, il trono gli fu tolta, cacciato dal consorzio, suo cuor mutato in belva, dimora nella selva, suo corpo sotto pioggia, finché lui riconobbe, che il Dio del cielo è, dominus principio; il peccato di orgoglio, è superbia di chi impera, simile a Dio stesso, avrà Cesare follia, il Signore provocato, da tanta arroganza, infligge punizione, e dà coraggio a oppressi, umilia allor tuo cuore, sovrano Baldassarre. Vigilante che hai sognato, è creatura celeste, che taglia albero gigante, lasciando il ceppo intatto, legato con catena, e sostituendo il cuore, del re in una bestia, ovver follia dei cesari. Daniele fà scongiuro, ma il re lo fa parlare, albero che hai visto, sei tu cresciuto grande, la tua grandezza è giunta, al cielo fino ai ghiacci, tuo impero universale, lo chiami Gran Tartaria. Albero cosmico in sogno, è onirico tuo regno, espanso fin confini, Nabucco zar imperio, in tutti i continenti, bagnato in tutti i mari. Daniele convocato, dall'Accademia a corte, sapiente in Babilonia, anziano tra i Giudei, rifiuta i vari doni, e legge la scrittura: YHWH Signor creato, crea un Frassino pilastro, che sorregge nove mondi, popolato di animali, diffuso in tutte religioni, ha dimensioni colossali, i suoi rami van nei cieli, radici son di Quercia, Betulla di Siberia, Sequoia in California, Motombi dei buitisti, Castagno in Parco Etna, stemma di regina, Giovanna Tarragona, dei cento cavalieri. Daniele ispirato, spiegò a re Nabucco, che Vigilante è creatura, inviata da Dio, a vigilare sui destini, Enoc scriva di Daniele, riporta in Libro dei Vigilanti, della Chiesa Etiope, giunto in lingua geez, tale Genesi variante, dove i figli di Dio, uniscono a figlie umane, ovvero donne mortali, a generare i Nefilim, giganti originari, la cui deviazione, reca diluvio universale; gli Angeli vigilanti, con loro capo Azazel, imprigionati e seppelliti, nel deserto Dudael, presso Yorosolima, fino a fine mondo, suo nome è Forza di Dio, nome demone deserti, mentre arcangelo Uriele, ovvero Luce di Dio, è inviato a Noè, per avvisarlo del diluvio. Libro dei Vigilanti doppia Libro di Daniele, cita lunga lista, di angeli disobbedienti, fra essi sta Daniele, che guida costruzione, di ultimo Tempio Gerusalemme, mentre tra i cattolici è angelo che presiede, incoronazione di Maria. Daniele Vigilante, profeta insonne sentinella, che vigila sul mondo, e sui fenomeni del clima, sette lucerne sono occhi, del Signore che scruta, e vigila la terra, ruote piene di occhi, Ezechiele cita. |Bibbia ancora narra, Daniele in fossa dei leoni, i governatori tutti, complottano a Daniele, convincono re Ciro, a ratificar decreto, chi evade le sue tasse, sia messo in leoni fossa: senza alcun motivo, van denunciar Daniele, cercano pretesto, in sua religione. Ciro poi decreta, irrevocabile sigillo, una decisione presa, da un giudice supremo, Daniele seppe tutto, e in casa si ritira, tre volte al giorno prega, loda il suo Signore, e tiene porta chiusa, salmodia tre volte al giorno, mattino sera e mezzogiorno, mi lamento e sospiro, Egli ascolta la mia voce; Maometto aggiungerà, pomeriggio e tramonto, liturgia delle Ore, della Chiesa Cattolica, Vespri e Compieta, prima di dormire. I satrapi giunti, trovan Daniele che prega, si recano dal re, e denunciano il Giudeo, Re Dario addolorato, ha grande tolleranza, lasciò rientrar gli Ebrei, a Yorosolima Santa, ma il trucco del decreto, non lascia a lui manovra, Daniele in pasto a belve, finisce suo malgrado, lo invita a pregar Dio, cui hai perseveranza, ti possa Egli salvare, da questo malaffare. Leone tien tre razze, del Bengala e di Arabia, persiano e poi africano, sopravvive in Gujarat, in 411 esemplari, nella Foresta di Gir. Leone asiatico più piccolo, del cugino africano, ma ugualmente aggressivo, allevarli era regale, Erodoto sostiene, che i Medi sono i Farsi, discendon da Medea, figlia al re Colchide, in epopea Argonauti, fuggita presso loro, dopo aver ucciso per vendetta, i figli avuti da Giasone, impero fu smembrato, suoi territori in due divisi, con continue scaramucce, finché Ciro di Persia, li prese e li riunisce, come fà Donskoi, che riporta capitale, in Babilonia Roma. Libri Esdra e Neemia, poi Ester e Giuditta, citano che anello, del re sigilla fossa, una pietra posta sopra, poi Ciro torna a reggia, digiuno insonne prega, mattina dopo corre, alla fossa dei leoni, chiamò Daniele nome, e questi gli rispose: Re vivi per sempre! il mio Dio ha mandato angelo, ha chiuso fauci dei leoni, innocente avanti a Lui, e innocente avanti al re. Il re pieno di gioia, comandò tirarlo fuori, poi convoca accusanti, gettati or nella fossa, insieme a figli e mogli, i leoni loro addosso, stritolan le ossa. Angelo del Signore, ha protetto dalle fiere, come i suoi compagni, nella fornace ardente, soffia e spense fiamme, rese aria respirabile, Daniele è ora indigesto, ai leoni del giudizio, il profeta accusato, di aver violato legge, sottoposto a ordalia antica, a verificar la colpa, esce indenne in segno, di sua innocenza certa, al suo posto vanno in fossa, i calunniator sbranati, segno della colpa, di royal elitisti. Giudei in tribolazione, confidan nel Signore, Lui sol può liberare, da mani di aguzzini, ai carnefici ritorna, la sorte di partenza, privati a discendenza. Re Dario allora scrisse, a popoli e nazioni, in lingue della terra, Pace e prosperità, promulgo altro decreto, che in tutto lo imperio, si onori e si tema, il Dio Cristo di Daniele, Dio vivente eterno, dal Regno mai distrutto, che liberò Daniele, da fauci dei leoni. film_bibla_giosia_legge-antiabomini.mp4film_bibla_daniele_e_nabucco.mp4audio
||Aisthesis sensazione, a volte nasce da corpo, a volte arriva dal cielo, dal raggio angelico che reca, estasi lucida eremita. Risonanza col Purgatorio, col canto di Casella, coscienza cosmica che crea, la coscienza immaginale, che per Jung permette entrare, nel regno dei cieli, o intelligenza di universo, intellige l'individuo, che respira insieme al cosmo, anima in sincronia, che risuona in canto di arpa, calore di un buon vino, o sentimento di una donna, tra braccia del suo amante, perché il mondo si trasformi, in stupore e meraviglia. Daniele vide in sogno, Uomo Vestito in Lino, in piedi al fiume Tigri, fissa tre anni e mezzo, per fine tribolazione: quella figura mi toccò, mi rese le forze, a guardar rivelazione, che riassume i dolori, che Israel va sopportare, in mutamenti politici, vidi corte celeste, dove uno dei serafini, volò verso di me, in mano ha carbone ardente, preso con le molle, dal fuoco su altare, mi toccò la bocca e disse, scompaia iniquità, espiato è tuo peccato, Michele vostro principe, anno primo di Dario, si tenne presso lui, a dar rinforzo e sostegno, angelica protezione, contro i nemici umanità: vi saranno ancor tre re, poi il quarto acquisterà, ricchezze superiori, per essere potente, muoverà contro tutti, ma affermato suo regno, verrà smembrato e dato ad altri, un tempo limitato, metà numero 7. Daniele chiede spiegazioni, che gira ai lettori, io udii ma non compresi, e chiesi chiarimenti, il Signore mi rispose, queste parole son nascoste, sigillate fino al tempo, della fine della crisi, molti saran purificati, i saggi intenderanno, resi candidi integri, ma gli empi agiranno, non capendo queste cose, recheranno un abominio, della desolazione, beato chi aspetterà, con pazienza giungerà, ai tre anni e mezzo un mese. Gestire il tempo intermedio, tra presente e futuro, malvagi contro i buoni, rende questi migliori, agli occhi del Signore. Daniele poi Giovanni, intese dar speranza, ai confratelli oppressi, in tempo persecuzione, come resistere aggressione, dei pagani sui cristiani. Giovanni ricorda, ammonimento di Gesù, 45 giorni di angoscia, tempo a lor concesso, per fuggire sui monti, per mettersi al riparo, da gran tribolazione, chi passa attraverso essa, ha lavato le sue vesti, col sangue dell'Agnello, servizio giorno e notte, al santuario di Dio, e Colui che siede al trono, stende sua tenda su loro. Apocalissi Abramo e Adamo, di Elia e di Baruc, di Sidrac e di Daniele, citano i rapporti, tra nuova Chiesa e Impero.

359:con arte e con ingegno si acquista mezzo regno: Genesi Commedia, è narrata in lettera a Cangrande, signore di Verona, che ospita il poeta, Commedia è scritta in endecasillabi, con accento su decima sillaba, metro tipico medievale, per le laudi religiose; canto 9 ha sempre Cosmogonia, poichè numero perfetto, canto 6 sarà politico, poichè numero imperfetto, la Commedia incentra il suo spazio, su astronomia tolemaica, e fisica aristotelica: Terra divisa in semisfere, di terre emerse al cui centro, si trova Gerusalemme, e quella delle acque, al cui centro si trova, la montagna Purgatorio, antipodi di Gerusalemme, città al centro dei continenti. Commedia è come Eneide, e Metamorfosi di Ovidio, opere contemporanee, presenti in tre cantiche, un repertorio mitologico, immagini e personaggi, esseri umani trasformati, in piante animali e sassi, acqua elfi e divinità. Ovidio narra storia mondo, come varie trasformazioni, in termini cambiamento, Dante pone Ovidio in Limbo, con Lucano Omero e Orazio, Commedia è opera di metamorfosi, per dannazione o purificazio, mutati in piante od animali, come il canto dei suicidi, mutati in alberi nodosi: fronda verde ma di color fosco, non rami schietti ma nodosi e nvolti, non pomi v'eran ma stecchi spine, Arpie strazian questi alberi, mostruosi esseri dal volto donne, e corpo di uccello rapace, provenienti da Eneide, a cui Dante assai si ispira, per personaggi dello inferno, cui metamorfosi è incompleta, interrotto così che, due esseri eterni insieme, Gerion Centauri e Minotauro. Enea dopo caduta Troia, giunto peregrino in Tracia, intende insediarsi coi compagni, e per ornare un altare, svelle tre volte un cespuglio, ma i rami grondano sangue, fuoriesce poi una voce, che lascia Enea stupefatto, è Polidoro figlio a Priamo, ucciso a tradimento: Virgilio vede person nascoste, nel folto bosco a lamentarsi, esorta Dante a spezzar ramo, a rendersi conto dei lamenti, il tronco grida color sangue, e Dante ha rimproverato, per la mancanza di pietà. Virgilio allor gli spiega: che anima del suicida, fa metamofrosi dell'io, per avvicinarlo a redenzione, in itinerario mentis Deum, a condurre umanità, dal clamore planetario, al silenzio interiore, per meditare intimamente, sul senso dare all'esistenza. Dante insieme alle anime, si purga in Purgatorio, condivide punizione, o percorso penitenzia, tra cani porci e rane, buoi caproni e delfini, lontre anatre e cicogne, topi lucciole e pesci, colombi pecore e leoni, sparvieri gru e cornacchie, orsa e pipistrello, settima bolgia ottavo cerchio, destinata ai ladri, il serpente e il dannato, uno di fronte all'altro, si scambian le nature, serpente sembianze umane, e il dannato muta in serpente, Virgilio dice a Dante, non ti curar di loro, ma guarda e passa avanti, con mente pura di Shaolin, tra Lonza Leone e Lupa, Caronte e Minosse, Cerbero Cane a tre teste, arpìe furie e Medusa, Lucifero e Malacoda, Minotauro e Caco, Centauri e Giganti, Proserpina e Belzebù, nome al principe dei Demoni, Gerione drago faccia d'uomo, e corpo di serpente, zampe pelose da Castoro, mentre in paradiso trova, Veltro Cane caccia, ch'è Bartolomeo Cangrande. |Selva oscura presso Yoros, introduca a cavità INFERNO, fatto a cono rovesciato, la cui punta tocca il centro Terra, con infisso Lucifero, per la eternità, angelo ribelle di Dio, da qui diparte un cunicolo, che attraversa boreale, sbuca attraverso un pertugio, ovvero una fessura, sulla riva di montagna, detta del |PURGATORIO, anch'essa a forma cono, diviso in due parti, Antipurgatorio e Purgatorio, dove le anime si purificano, del loro peccato. Il cono è tagliato su cima, dove si trova Eden, il Paradiso Terrestre; nacque montagna Purgatorio, da massa di terra spostata, dall'arrivo di Lucifero, così tutte anime disposte, nei cerchi cornici, in base a principi di etica, e morale cristiana, in posizione ribaltata, rispetto allo Inferno. Anime adatte a purificarsi, prima di giungere a perfezione, per accedere al Paradiso: in sette gironi si purifica, uno dei sette vizi capitali, anima deve soggiorna per un tempo, proporzionale a gravità, Antipurgatorio dà riparo, ai pentiti in ritardo, ovvero i negligenti, che non seppero amar Dio, spiriti penitenti collocati, a seconda de vizio che ha reso, imperfetto il loro amore. Dante usa più stili, linguaggio alto e solenne, e linguaggio medio e volgare, usato a descrivere, le bassezze di anime infernali, e le pene orrende e degradanti. Dante dopo Inferno discesa, e ascesa al monte Purgatorio, spicca infine il volo, per traversare i nove cieli, e giungere a vision di Dio. In cima al Purgatorio, dentro Eden giardino, Virgilio guida lo lascia, per ritornare alla sua sede, il Limbo anime dei giusti, vissuti pria del Cristo Redentore, lo sostituisce Beatrice, che lasciò suo seggio fra i beati, per accompagnare il pellegrino, attraverso i nove cieli, che circondano la Terra. |PARADISO di anime beate, tutte nello stesso posto, come una rosa in Empireo, scendano a incontrar Dante, nel cielo che per virtù, meglio ispira vita terrena., così son anime tripartite, in base a chi guadagna il Paradiso, grazie a proprie virtù, della vita mondana, o virtù di vita attiva, e virtù di vita contemplativa. Terra immobile al centro, attorno a essa atmosfera, limitata da sfera fuoco, che segna il confine, tra la parte corruttibile, e quella eterna di universo, in una esiste la morte, perturbazioni atmosferiche, mentre al di sopra sfera fuoco, tutto eterno immutabile, non soggetto a perturbazioni, nove sfere celesti, di stelle e costellazioni, ruotan recando armoni suono, nel canto dei beati; sopra a sfere celesti, si trova l'Empireo, dove abitan beati, in forma di un vasto fiore, con al centro tre persone, Padre Figlio e Spirito Santo, circondate da cori angelici. |Dante scrive suo Poema, in vent'anni di lavoro, senza perdere il controllo, a rivederla e ritoccarla, fino al tempo licenziarla, solo quando scade il tempo, la sua Opera girava, mentre Dante ancor scriveva, senza far la revisione, chiusa ermetica cassetta, Dante scrive in Purgatorio: non mi posso dilungare, perché piene son le carte, ordite a cantica riuscita, a preservare Geometria, emblema cosmo dentro caos, della luce o del silenzio, è un linguaggio come il Pope, come il verbo crea ogni cosa. Can Grande ascolta suo Poema, in assenza ultimi canti, poema sacro al quale han posto, cielo e terra loro mano, al centro sta Stella Polare, chiave mappe tolemaiche, progettate avan stesura, primo cinquanta e cento canto, danzan ritmo del valzer, tra una punta e altra della stella, son disposti i pianeti, e nei primi dode canti, brillan tutte e tre le mappe, a indicar causa finale, cioè pietra filosofale. Stella Polare indica il Nord, da cui parte il proemio, che inizia quando il sole, sorge a Est nel segno Ariete, narrazione dunque inizia, al contempo a nord e est, il pellegrino viaggia a sud, in senso orario segue il sole, traversando costellazioni, collocate in antiorario, marzo febbraio gennaio ecc, come in processi iniziazione, dove orbita infin ribalta; sui vertici a un quadrato, 25 canti a lato, occupan nord-est, sud-est sud-ovest e nord-ovest, Centauri regna nigredo-terra, Dioscuri regna viridis-aria, la fase verde intermedia, da nigredo Num che bolle, il Grifone regna albedo-acqua, mentre Aquila rubedo-fuoco, 25 canti a ogni fase, di grande opera alchimia, poema inizia in rubedo lampo. Luna regna notte infernale, Sole torna e risplende, a sud tropico Capricorno, Marte oppone al ciel Saturno, Beatrice incontra in segno Vergine, tra Venere e Mercurio, due stelle degli amanti, Mercurio domina la pietra, poichè è stella filosofale, mentre Giove è fuoco lume, Saturno muta piombo in oro. Pur medaglia rosacroce, somiglia a stella dante, Rosa hikurì a 8 petali, Mercurio domina Polare, che fissa punti equatoriali, Polo Nord e cinta Sud, tutto inscritta entro Zodiaco, Luna riflette Venere, Sole riflette Giove, Marte oppon flette Saturno. Poema inscritto a circonferenza, la nostra Terra rappresenta, contempla il cielo a 360, orizzonte in estensione, equator celeste è Primo Mobile, e rappresenta il suo Poema, che mette in moto tutti i cieli. Equator Celeste avvolge tutta, la Terra circonferenza, Poema nasce in Ariete, quando nacque l'Universo, nel solstizio Capricorno, Dante esce dalle tenebre, e comincia ascesi al cielo, la salita al Purgatorio, è nel segno di Chirone, il Sagittario Guaritore. Dante in segno Vergine, entra in Eden virginale, illuminato da Venere, che sorge in segno Pesci, qui incontra Beatrice, nella porta solstizio Cancro, dove Sole giunge a zenith, ultima fase di ascensione, poi a equinozio primavera, con Ariete scende in Terra; nel segno dei Gemelli, porta inizia sua nascita, da selva in Inferno, e nel Cielo di Saturno, che dal piombo muta in oro, la selva è presso Yoros, Gerusalemme in ciel Saturno, da cui parte la Via Dritta, in emiciclo boreale, al centro Polo Nord, dove Lucifero cadde, scavando voragine infernale. Stella Polare giace in mezzo, tra ciel Saturno e monte Purgatorio, 45 a sud del Capricorno, mi avean trasportato i lenti passi, dentro alla selva antica, che io non potea veder la entata, mi fa giunger dentro Eden, quando sono in Purgatorio, stesso identico luogo, diventa selva oscura, quando sono nello Inferno, poco ricordo come vi entrai, siamo al canto 51, tratta la stessa selva, due volte detta nel poema, epifania del risveglio, cammina uomo in stessi luoghi, ma li vede trasformati, in virtù della sua luce: se il Risveglio muta selva, da aspra e forte in divina e dolce, crea un antica Agricoltura, da cui nasce primavera, frutto di iniziati, mutamento interiore, genera quello esteriore. Stella polare in sincronia, contraltare a smarrimento, fa guardar con occhi nuovi, reca un senso a smarrimento, quando fà suo ingresso inferno, dentro prima delle mappe, vagabonda in tutti i cieli, in circolare suo Poema, quando scende da Empireo, deposto ai piedi di un monte, causa di felicità, è il monte del Purgatorio, con anime che soffrono, tutta la loro espiazione, tutto il monte cagion gioia. Paradiso a sud-ovest, tra Vergine e Leone, due cani neri in cielo, leone e lince maculata, stanno a guardia dello Eden, Virgilio salva da belve-stelle, invita Dante a un altro viaggio, chiacchierando e passeggiando, fin la porta dello inferno, a nord-ovest dei Gemelli, lui rinasce nel suo segno. |Dante pedagogia, percorre tutti cieli, partito dalla selva, oscura di sua vita, smarrito sente angoscia, cerca la sua stella, inizia a camminar, purga nel coraggio, inferno e purgatorio, ascende al paradiso, nasce uomo nuovo. Virgilio invita Dante, a pescare infinito, il cuore della vita, ha occhi di bambino, coraggio di ardire, nascer 2 volte, mistero infinito, desidera ti vuole. Dante osserva cielo, aprile 477, Sole in Ariete, 7 pianeti vede, chiede alla Luna, le macchie di Caino, zone del digiuno, Cipolla grassa o fina; quan Giove in Ariete, Venere nei Pesci, Saturno nel Leone, punta presso Cancro, ha zampe posteriori, e coda verso Virgo, Dante varca porta, viaggio solitario, in zodiaco stelle, di cielo egiziano, esser nati al mondo, è tua vocazione, ignavi han mai deciso, vivon opinione. 29imo canto purgatorio, Giovanni Geremia, Zaccaria Ezechiele, Daniele ed Isaia, visioni 486, Grifone chiede a Urania, semplificar concetti, visione sovrumana; sotto bel cielo, diviso a 24 seniori, due a due coronati, escono dal giglio, cantan benedette, bellezze tue eterne, tra fiori erbe, che libran genti elette; seguon 4 animali, coronati in alloro, venire con sei ali, vento nube e igne, carro con 2 ruote, grifone alato tira, africano augusto, Beatrice ci invita, desiderar le stelle, ogni de-sideris, è voglia di infinito, con canti e ngombi, lei muta il cercatore, in essere che sente, amor che muove sole, e le altre stelle. Beatrice vede certo, che sorgon costellazioni, senza umano impedimento, annunceran messo celeste, che ucciderà ladra, cioè Chiesa prostituta, e il gigante Re Francia, traditor di vera Chiesa, di Cristo ed Impero; il messo del cielo, ha nome in enigma, cinquecentoquindici, citazione Apocalisse, qui sta la sapienza, calcoli nume bestia, chi ha intelligenza, rappresenta un nome d'uomo, cifra seicentosessantasei, tradotto da molti, nella parola DUX, Domini Xristi Vertagus, khan Enrico Lussemburgo, o Cangrande della Scala, suo vicario imperiale. Dante scrive in Paradiso, Beatrice fè qual fé Daniello, Nabucco zar levando ira, che avea fatto ingiusto fello, Beatrice svela dubbi a Dante, come fece Daniele, calmando ira al khan. Daniele smascherava, sacerdoti del dio Bel, uccise drago a Babilonia, che legittimava il re, da questi vien gettato, in fossa dei Leoni, salvato e rifocillato, da Dio eterno amore, che dopo mesi e anni, gli fa capir visioni, a mezzo intercessore, Gabriele oppur Michele, infine ottiene aiuto, per tre amici alla fornace, da un angel protettore, grazie a sua preghiere, poi sogna quattro bestie, ovvero quattro imperi, e avvento Regno Dio, sogno, alla fine di ogni ciclo, Settanta Settimane, e Uomo in veste Lino. Legge e interpreta sogni, del capro e del montone, la scritta sul muro, al banchetto Baldassarre, e sotto re Ciro, un giovane Daniele, difese la Susanna, accusata da due anziani, che volevano abusarla. Nel sono della statua, di Nabucco zar, un masso abbatte statua, e dà vita a un regno eterno, appare Gesù Cristo, vero Re dell'Universo, che abbatte ogni potestà, e fonda un Regno senza fine. Dante legge Daniele, a restituir speranza, in oltraggi e persecuzione, dando forza al credente, promette la venuta, del Figlio dell'Uomo, per Chiesa dei Giudei, trascinati a Babilonia, a viver persecuzioni, cita il colosso grattacielo, in oro argento bronzo e ferro, e piedi in lega e Creta, un macigno da montagna, sgretolerà ogni potenza, e ogni feroce persecutore, sostenendo tutti noi, nel faticoso cammino, fino al Regno di Dio, che succede in cataclisma, ai quattro regni umani, la irruzione di Dio, come pietra oppure falco, che dall'alto frantuma, la civiltà dei metalli, è realtà misteriosa, che riscatta gli oppressi, e compie storia del regno, di libertà e giustizia, lo dice in molti modi, il nome di Daniele, cioè Dio fa giustizia. Giona scrive esilio, rivela la visione, Dio rovescia i potenti, e gli umili innalza, tutti i Vangeli intessuti, al Libro di Daniele, fonte di Sapienza, che da Dio scioglie enigma, del sogno dimenticato, cuor di libro di Sapienza, grazie a Spirito Santo. Dante e Daniele, descrivono due imperi, profezie post-evento, e storiche ricorrenze, il ferro assieme argilla, vuol dire che due parti, si uniranno in matrimoni, in ogni età dell'Oro, come Esiodo insegna: oro prima stirpe, degli uomini mortali, fecer Numi eterni, vissuti sotto Crono, sovrano di ogni cielo, poi seconda stirpe, scade in argento, viveva cento anni, vicino a dolce madre, cresciuti vivon poco, crucciati dai dolori, per loro stoltezza, a non servire il Cielo, e reciproco oltraggio, non seppero astenersi. Giove poi modella, una terza progenie, di genti mortali, di bronzo dopo argento, cruda e terribile, nata dai frassini, pianto ed ingiurie, portano terra a partorire, quarta stirpe sopra zolle, che Giove Cronide fece, a miglior guisa giusta; poi quinta stirpe, progenie di ferro, sen tregua un sol giorno, sempre nel travaglio, di pianto e insicurezza, di essere distrutta, da Dei giorno e notte. La progressiva decadenza, ricorda libro Genesi, dove uomo innocente, esce da Iperborea, attraverso il fratricidio, e il peccato dei Giganti, a uno stato di violenza, che causa il disastro, del diluvio cataclisma. Ovidio pur riprende, il mito Età dell'Oro, felici e senza leggi, in spontanea lealtà, come in Dao Laozi, sostituita da altre età, dove violenza e corruzione, dilagan progressive, attirando collera divina; Saturno fu cacciato, in tenebre Tartaro, il mondo cadde sotto Giove, che avvia età di argento, peggiore della aurea, ma meglio del bronzo, che segue in terza nota, indole più crudele, e proclive a orrore armi, degenera nel ferro, per ripartir in oro, dopo il Purgatorio. Scienza moderna usa, il sogno di Nabucco, dopo età metalli, fa seguire Neolitico, età di Rame e Bronzo, poi età di Ferro, infine di Silicio, per circuiti integrati. Poema è metafora, del percorso da seguire, per giungere a salvezza, con dotte disquisizioni, dimostra padronanza, dei classici del tempo, Trovatori provenzali, su tutti gli argomenti, come in Libertages. Uomo di Scienza e Filosofia, Fisica e Teologia, Astrologia e Alchimia, Magia e Matematica, da Talete ad Aristotele, Ippocrate e Galeno, Euclide di Alessandria, Plinio e Dioscoride, Tolomeo e Laozi, Isidoro di Siviglia, Beda ed Avicenna. Semiramide regina, diviene leggendaria, per vizio di lussuria, permessa alla sua legge, conquista Egitto e Media, assieme ad Etiopia, sconfigge orde nubiane, Dante la descrive, secondo cerchio Inferno, qual simbolo sovrani, di torbidi periodi. Nabucco Sviatoslav, distrugge il suo Tempio, sui lui piomba il Giudizio, come albero abbattuto, abbandonato ad intemperie, decreto Cielo alto, cacciato dagli umani, dimora con le bestie, pascendo erba e pioggia, sette tempi passeranno, finché tu riconosca, che l'Alto regna tutto, decide ogni destino. Il ceppo con radici, sarà regno ristabilito, quando hai conosciuto, che Cielo è il dominus, re sconta tuoi peccati, con elemosina e con atti, di misericordia verso afflitti, perché torni prosperità. Giudizio apre al perdono, e restaura quel re, alla sola condizione, che il monarca si penta, del peccato di orgoglio, rimuovendo sua statua, che gente obbligata adorava: elemosina salva, da morte e peccato, è un pilastro dello Islam, Dante ci ricorda; in epistola a Cangrande, rivel nome Commedia, è gener letterario, conclude in lieto fine, al contrario di tragedia, che invece inizia bene, e poi finisce male. Foscolo lo chiama, il Ghibellin Fuggiasco, che oppone alla Tragedìa, Eneide di Virgilio, poi Boccaccio reca, laude per il Dante, agginge parol Divina, al titolo Commedia, a metà del Cinquecento, edizione veneziana, il Sacrato poema, descritto dal Dante: figurando il Paradiso, composto in terzine, 14mila versi, in 33 Canti, più uno introduttivo, totale 100 Canti. Commedia racconta, il viaggio del Poeta, ai tre Regni di Oltretomba, fino a veder Dio, accompagnato da Virgilio, cioè ragione umana, che arriva fino a soglie, solo della Grazia, poi ne è illuminata, oppure resta esclusa. ai Cieli Paradiso, Beatrice poi lo guida, donna angelicata, Grazia Santificante, poi arriva San Bernardo, a guidarlo in Chiaravalle, ascesa ad Empireo, devoto di Maria, che aiuta intercessione. Dante vuol condurre, ogni città dell'uomo, a riflettere il modello, della città Celeste, il proposito Commedia, è removere viventes, statu de miserie, al fine di condurli, statum felicitatis. Dante si sente, in missione divina, riportare umanità, e la Chiesa Bonifacio, traviata e corrotta, sulla retta via, attraverso penitenza, sapienza ed ascesi, alla sua vera patria, la dimensione divina. Dante ascensione, la cita Schopenhauer, che traccia un ascesi, ripresa poi da Nietzsche, cambiando pelle, leggero si rende, Aplu spella Marzia, cambia pelle serpente, per ascendere in alto, da eden terrestre, a paradiso celeste; ascesa Nietzsche, divisa in 3 tappe, Leone martello, scompone certezze, Fanciullo recupera, innocenza iniziale, La Commedia può iniziare. film_shaolin01.mp4400anni_inganni_fomenko_anatolij.pdfaudio
||Empireo unico cielo, spiega Dante a Cangrande, in cui tutti i Beati, vivono eterna Quiete, come petali di rosa, alimentandosi di Amor di Dio, e moltiplicandolo attorno, facendo girar cupola. Beatrice torna in Rosa, e a Dante arriva san Bernardo, e riallinea Universo, capovolgendo Primo Mobile, Ciel dove Dante giunge, davanti al trionfo di nove, gerarchie angeliche, che ruotan tutte attorno, a un punto che raggiava lume, immobile e quieto, si che gli occhi son colpiti, e ogni stella che par fioca, diventa Luna per quel punto, come due stelle accanto in cielo. Universo parallelo, è universo capovolto, Dante immagina in suo volo, allontanarsi dalla Terra, in orbite più ampie, insegna aristo tolemaica: la spirale Elevazione, risucchia Dante a un punto, perno di Universo, Dio motore di Empireo, punto eterno che ci contiene, ma che anche noi conteniamo, Dante lo chiama Empireo, Amore e Luce sen confine, Cielo mobile cristallino, contiene un cielo infinito, quieto e immateriale, che non si vede a Terra: la donna mia vedea mio dubbio, disse da quel punto nasce il cielo, e tutta la natura, mira quel cerchio più congiunto, e sappi che si muove tosto, a causa amore ardente, che lo stimola a ruotare, io a lei risposi, se il mondo avesse stesso ordine, ch'io veggio in quelle rote, sarei sazio in tua risposta, ma in mondo sensibile si puote, veder che volte più divine, son più vicine a Dio, quanto più lontane dalla Terra, cioè dal centro più remote, onde soddisfar mio disirio, di mirar tal angelico templo, che amore e luce ha per confine, udir convien come copia e modello, es9empio ed esemplare, sono discordanti, io indago e contemplo, in terra insegnano che noi, siam contenuti da Infinito, mentre siamo noi, a contenere eterno, come farmene ragione? Bruno disse stesse cose, mentre Galilei mise al centro, il punto luminoso Sole, per questioni religiose, arduo è sciogliere tal nodo, tanto stretto da sbrogliare, disse Beatrice a Dante, piglia quel che ti dicerò, se vuoi saziarti aguzza mente: Li cerchi celesti son ampi corpi, secondo il più o meno virtute, maggior bontà vuol far maggiore, salute salvezza in corpo, perfetto ogni suo punto. Dunque Ciel cristallo tutto rape, cioè trascina nel suo moto, tutto quanto lo Universo, è cerchio che più ama e più sape, ha maggior amor sapienza, poichè il più vicino a Dio, se tu concentri sulla virtù, e tralasci la parvenza, tua misura sia sostanze, di cerchi che appaiono tondi, vederai mirabil consequenza, che a maggior virtù corrisponde, maggiore vicinanza e viceversa, tra ogni Cielo e sua intelligenza.


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