scheda quid - plus | home | allegati | audio | 15 Lingue | 360 asset | visite sito 44565
(): 2 quid censiti 358:chi parla semina, chi tace raccoglie: Daniele vuol dire, Dio è mio giudice, -ele di Elohim, Signore Adonai, ma è chiamato Baltazzàr, dal Nabucco zar, che rispetta la sua dieta, ama suo dono di sapienza, capace a interpretare i sogni, e leggere visioni, celeste dono oniromante, proviene dal Signore. Dio concesse a quattro giovani, capire ogni scrittura, in ogni ramo del sapere, il re li interroga stupito, dieci volte hanno sapienza, su maghi e astrologi di corte, Daniele resta a corte, fin primo anno di re Ciro. Nabucco convoca esperti, li chiama caldei, astrologhi e indovini, divinorum salva-sogni, poi ordina Asfenàz, capo dei mandarini, di condurgli giovanotti, stirpe reale sen difetti, per impiegarli a corte, dopo essere istruiti, in scrittura e lingua juris, aramaica burocratica, assegna loro una razione, giornaliera di vivande, educati per tre anni, poi entrano a servizio, come classe funzionari, ad amministrare impero. Daniele è Baltazzàr, Anania sarà Sadràch, Misaele è Mesàch, Azaria è Abdènego, sappiamo che la Bibbia, cambia nome a persone o cose, quan ne muta destino e proprietà, come Adamo che assegna un nome, a tutti gli esseri viventi, nel Tempo-di-sogno Abramo e Sara. Daniele in arabo Daniyal دانيال, citato profeta musulmano, in Hadith Legge di Sunna, che viene dopo del Corano, rusūl è messaggero Dio, mentre i profeti son detti nabī, e portan Wahi rivelazione, solo a mezzo di un libro: i rasūl son tutti nabī, non tutti i nabī son rasūl, Daniyal rusūl nabī, muore in pace in città Susa, suo libro dentro sua tomba, per ordine califfo Omar, mentre un altra leggenda, narra suo corpo traslato, da Timur khan a Samarcanda, che ne fece capitale, oggi Uzbekistan, mausoleo di Daniele, edificio a cinque cupole, con sarcofago 18 metri, presso fonte acqua taumaturga. Daniyal vecchio Idris, tiene scriba Enoc, che scrive rivelazioni, sui misteri della Storia, maomettani van narrare, che Daniyal ha predicato, nel regno Ciro esortando, popolo amare un solo Dio, e i precetti dello Islam, alla corte di Nabucco. Islam cita incontro, tra Daniele e Geremia, chiamato Aramaya Ibn Hilkiah, sul bordo della fossa, Nabucco mise due leoni in fossa, e Daniyal vi getta in essa, i leoni stanno buoni, Allah parla a Geremia, che dalla Sham, lo manda a fossa dei leoni, a dar cibo e vino a Danyal: sia lode ad Allah, che non mi ha dimenticato, compensa bene al bene, premia pazienza e sicurezza, dissipa il male e dà speranza, dopo ogni pericolo, come un chiaror di Luna. Chiesa Ortodossa celebra, Daniele 17 dicembre, insieme ad Anania, Azaria e Misaele, Chiesa Cattolica lo prega, il 21 di luglio, Daniel nome poi diffuso, da Britannia Olanda e Usa, Finlandia Rus e Serbia, dopo riforma protestante, fra quindici nomi maschili, più usati da sempre, russo Daniil slavo Danko, sardo Taniebi e Danilo, anglosassone Daniels, Dania Dannie e Dan, Daniello e Raffaello, nel volgare di Dante, cognome Danieli in Italia, specie nel Veneto, poi Daniele Comboni, primo vescovo subSahara, a metà di ottocento. |Daniele smaschera i Bel, nella storia di SUSANNA, che abitava in Babilonia, sposa Ioakim uomo ricco, bella fuori e bella dentro, figlia di Chelkia, educata a legge di Mosè. Susanna vuol dir Giglio, simbolo purezza, Ioakim tiene giardino, dove incontra i Giudei, fece sua fortuna, in Persia e Babilonia, è scritto in libri bibbia, di Tobia e di Ester, poi accusato ingiustamente, da due giudici anziani, eletti quell'anno, a risolver tutte liti, le due notabili guide, autorevoli e ascoltati, in comunità esiliate, frequentano casa Ioakìm, poi invaghiti di Susanna, la insidiano e ricattano, piegan la legge di Mosè, ai loro scopi appetiti. Susanna passeggiava, nel giardino del marito, i due anziani presi da passione, perser lume di ragione, studiano il momento, a sorprenderla da sola: un giorno fece caldo, Susanna con due ancelle, andò nel suo giardino, per avere un bagno, i due giudici accecati, la spiano di nascosto, Susanna chiede unguento, alle ancelle andate in casa, mentre prende il bagno, alla piscina Betseda, dentro al suo giardino, i due anziani escon nascondiglio, le chiedon di concedersi, ma in caso suo rifiuto, ti accusiamo di adulterio. Susanna può scegliere, tra due possibilità, se acconsente a loro voglie, viola nozze fedeltà, ma nel secondo caso rischia, condanna a morte adulterio, dopo un pubblico processo. Susanna coraggiosa, sceglie seconda strada, vuol conservare intatta, la propria fedeltà, Susanna piange e grida, innocente avanti a Dio, gli anziani aprono porte, e narrano menzogne, ai servi e ai testimoni, calunnie di adulterio, per pubblico giudizio, a causa suo rifiuto. Susanna ebbe processo, in casa suo marito, i due anziani fan condanna, a morte di Susanna, al popolo van dire, fate entrar Susanna, lei venne coi parenti, bella e delicata, col velo che fu tolto, a piacere dei due vecchi, che godono al vedere, fanciulla umiliata; se velo è protezione, inter processo è farsa, i due giudici calunnia, ai danni di Susanna, la donna piange e dice, Dio conosce il vero, sà che han detto il falso, io muoio da innocente, per loro iniquità, tramata contro me! Susanna è condannata, alla lapidazione, ma sua preghiera a Dio, suscita giustizia, di fronte a iniquità, Daniele giovanetto, si mise li a gridare, Io sono innocente, del sangue di lei! si voltan tutti a lui, chiedendo spiegazioni, Daniele in mezzo a loro, rimprovera stoltezza, indagate verità, e tornate al tribunale, costoro hanno deposto, il falso contro lei. Il futuro profeta, rivela sapienza, di infanzia purezza, sulla cieca menzogna, profusa dai due empi, così il Consiglio anziani, invita Daniel tra loro, se Dio ti dè saggezza, facci da maestro, Daniele allora disse, separateli l'un l'altro, ascoltate lor versioni, e io giudicherò. Daniele disse al primo, tu invecchiato nel male! i tuoi peccati commessi, qui vengono alla luce, davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti, e assolvendo i malvagi, dimmi sotto quale albero, tu hai visto costei, assieme all'amante. Sotto un Lentisco, Schinos in greco, vuol dir divide in due, è Pistacia pistáh, pistacchio di farina, che giunge a 4 metri, con chioma globosa. Daniele risponde, tua menzogna ricada, e spacchi in due tua testa, se questo Dio acconsente! fece venire l'altro, e gli grida le parole, bellezza vi ha sedotto, passion vi ha pervertito, che donne Israele e Giuda, a paura corrompete, al fin di unirsi a voi, dimmi sotto quale albero, li hai trovati insieme?" Sotto un Leccio vidi, albero intensa ombra, Daniele disse a lui, sentenza data al primo, menzogna tua ricada, sopra la tua testa, dove angelo di Dio, con spada la divide, potandola a metà; dir cananeo a un giudeo, è dirgli disonesto, corrotto nel frodare, Daniele ha confessione, da bocca dei due empi, a morte condannati, secondo Mosè legge, Susanna a lieto fine, vien riabilitata, Daniele nel trionfo, di tutta l'assemblea, benedisse Dio, che salva chi lo prega, inizia sua carriera. Deuteronomio dice, contro processi ingiusti, se un testimonio iniquo, accusa un suo fratello, i giudici solerti, indaghino con cura, e se il testimonio è falso, farete a lui quel che, volea fare al fratello, così estirpate il male. Oh Susannah canta Stephen Foster, padre musica americana. ||Regno settentrionale, detto di Israele, subisce rovina, a causa diffusione culto Baal, eresia giudaizzante, che re Giosia riforma, bruciando idoli Baal. Gezabele moglie a un re, innalza templi a Baal, e fà sdegnare Elia, Gezabele cerca ucciderlo, Elia invoca fuoco, scendere dal cielo, sul Monte Carmelo, stermina tutti sacerdoti, di Gezabele e Baal. Gedeone giudice, demolì altari Baal, venne detto Ierub-Baal, giudizio dei Belli, Bel babilonese, è culto antico a Baal, tentazione costante, a sovrani servitori, idolatri pagani, di un passato di schiavi. Daniele a Babilonia, è sacerdote tribù Levi, il primo onorato, tra gli amici del re, avean babilonesi, un idolo Baal, a cui offrivano farina, pecore e vino, Baal vuol dir signore, tra Fenici e Cananei, doppia Crono e Saturno, sovrano imperator, accadde che israeliti, abbandonarono il Xristo, che liberò lor prigione, di sacrifici umani. Ciro San Giorgio, fondator dell'Impero, conosce tale usanza, di antiche tradizioni, così mette a prova, il saggio Daniele: perché non adori Bel? Daniele rispose: adoro il Dio vivente, che ha fatto cielo e terra, signore a ogni vivente, quell'idolo in terracotta, solo abominio di malvagi. Ciro si indignò, convocò i preti di Bel, ditemi chi mangia, tutto il cibo offerto, se Bel mangia tutto, morirà Daniele, perché ha insultato Bel. Daniele accetta sfida, e i settanta sacerdoti, con mogli e figli, vanno al tempio Bel, e dicono al re, disponi le vivande, poi chiudi la porta, e sigilla con tuo anello, se domani mattina, il cibo è ancora lì, moriremo noi, altrimenti muor Daniele, che ci ha calunniati. Loro avevan scavato, un passaggio sotterraneo, da cui abitualmente, sottraggono tutto, i settanta sacerdoti, sapendo di mentire, accettano sfida, sicuri del segreto; dopo andati via, Daniele chiese al re, ordina ai tuoi servi, di spargere cenere, sul pavimento tempio, a insaputa dei preti, poi chiusero la porta, con il sigillo re. I sacerdoti di notte, entrano al tempio, secondo lor consueto, con mogli e con figli, consumano tutto, intatti i sigilli; al mattino il re e Daniele, guardano i sigilli, aperta la porta, il re guarda esclama, Bel sei un vero dio! ma Daniele sorride, guarda il pavimento, esamina le orme, di donne uomini e ragazzi, il suo piano escogitato, trucco semplice efficace, smaschera i preti, e lor porte segrete, il re pieno d'ira, arresta i sacerdoti, con loro famiglie, condanna tutti a morte, per aver mentito, a Ciro gran khan, dei quattro angoli del mondo, consegna Bel a Daniele, che lo distrusse, Bel cessa di esistere, coi suoi sacerdoti, e suoi idoli feticci. Daniele poi è chiamato, da re Ciro incalzato, a lottare con un Drago venerato, sulla porta di Ishtar, ai piedi Marduk Enlil, Mushrussu animale, squamoso e cornuto, zampe aquila e leone, e pungiglion scorpione, col suo grasso sacro, eran unti i vecchi re, Mushrussu è Mashiach, che unge il Messia, re dinastia davidica. Daniel converte lo squamoso, riforma la sua legge, rifiuta venerarlo, in idolatria di stato, a san Giorgio poi promette, dominar mitico drago, custode dei regnanti, serpente coccodrillo, Daniele usa astuzia, perché ama il Dio vivente, se tu mi permetti, senza spada e bastone, ucciderò il drago. Daniele cuoce insieme, pece grasso e peli, ne prepara focacce, che getta in bocca al drago, questo inghiotte e scoppia, ecco ciò che adoravate, io sottometto senza armi: ora il super-coccodrillo, adorato in Babilonia, ha occlusione intestinale, che lo conduce a morte, il popolo infelice, perde investitore, che legittima i sovrani, e si rivolta contro Ciro, dicendo Ciro è ora yudeo, ha distrutto Bel e sacerdoti, poi ha ucciso il suo drago! consegnaci Daniele, altrimenti ti uccidiamo, assieme a tua famiglia, il re allor sotto minaccia, consegna lor Daniele, che lo gettano in fossa dei leoni, per aver combattuto, idolatria Royal, e chiuso i sacrifici umani. Ciro è accusato, aver rinnegato i vecchi culti, e Daniele nella fossa, resta per sei giorni, tra sette leoni, nutriti ogni giorno, con due umani e due pecore, ora affamati senza cibo, son spinti a sbranar Daniele. Il profeta Abacuc, che fa minestra di pane, la porta ai mietitori, ma un angelo gli disse, porta questo cibo, a Daniele in Babilonia, nella fossa dei leoni. Abacuc rispose al Signore, Babilonia non conosco, così l'angelo lo prese, per i capelli lo trasporta, con velocità del vento, fino a Babilonia, sull'orlo della fossa. Daniele prendi il cibo, che Dio ti ha mandato, Daniele esclama a Dio, non mi hai abbandonato! Daniele si alza e mangia, mentre angelo di Dio, riporta Abacuc, nel luogo di prima, Abacuc vuol dire, Colui che combatte, è nome assiro di un arbusto, Cassia angustifolia, combatte battaglia di Daniele, contro oracoli falsi e muti. Abacucco è uomo anziano, vecchio bacucco in italiano, fortuna del profeta, scolpito al Duomo di Firenze, da Donatello in marmo, sue spoglie conservate, in antica cattedrale, a Nocera Inferiore. San Paolo usa suo salmo, su fede e sulla grazia, il giusto vive per sua fede, Signore a te alzo il grido, su prepotenza dei tiranni, Abacuc è Geremia, che lo spirito del Signore, porta in luogo ignoto, sul monte o nella valle, Spirito Santo lo rapisce, Signore è la mia forza, su alture mi conduce, afferrato pei capelli, mi solleva e tel-trasporta, sul bordo dei leoni, a dar cibo a Daniele. Re và settimo giorno, a piangere Daniele, guarda giù alla fossa, Daniel seduto vede, esclama ad alta voce, Signore sei il più grande! fece uscire Daniele, e vi getta i suoi nemici, divorati dai leoni. Ciro professa fede, nel Dio di Israele. |Lingua slava antica, mene tekel peres, alfabeto quadrato, Aramaico imperiale, lingua di cancelleria, poi alfabeto fenicio, slavo ecclesiastico usato, nel Regno di Giuda, madre a greco e latino. I tre termini sono, tre unità di peso, dei metalli preziosi, Mina Siclo e mezza Mina, tre monete in tre minacce 1 mina dà 50 sicli, circa 800 grammi, Ezechiele in esilio, usa mina a 60 sicli. Matteo cita i 30 pezzi Giuda, dove un talento è tremil sicli, cioè 35 kili. Samuele cita armatur bronzo, del gigante Golia, pesa 5000 sicli, della città di Tiro, in epoca di Cristos, era salario giornaliero, un siclo argento a bracciante, oggi ripreso in Palestina, detto siclo-sheqel, valuta di Israele, in inglese divien pound, libbra e sterlina, in Italia e lira, da libbra bilancia. Daniele rabbino, interpreta i tre verbi: Dio computa il tuo regno, e gli ha posto fine; Tekel tu sei stato, pesato su bilance, e sei trovato mancante; Peres è tuo regno, diviso e dato ai Medi. Verbo mnh è misurare, YHWH padre della storia, ha misurato la durata, del regno Baldassarre, ha deciso che per esso, è momento della fine, verbo tkl va pesare, il destino del re. Temi dea della giustizia, ha in mano una bilancia, davanti ai tribunali, in tutte le provincie, Anubi sacerdote, pesa il cuore dei defunti, se più pesante di una piuma, manda anima in Inferno. Baldassarre uomo e re, idealmente pesato, condannato a fariseo, pars è verbo dividere, scindere suo Impero, consegnato a Medi e Persiani. Daniele porporato, ebbe collana d'oro, dichiarato terzo ministro, durante il regno Dario, come governatore, di una di province, invidia va salire, tra i satrapi governatori. Erodoto riporta, di venti satrapie, province dell'impero, Elam Arbil Armenia, Assiria e Babilonia, Battriana e Karmana, Gandara e Cilicia, Hindukush e India, Cappadocia e Media, Egitto e Partia e Siria, Ciproe Lidia e Ionia. ||Daniele descrive Storia, lunghe lotte e alleanze, tra dinastie e sovrani, tra re del Mezzogiorno, e re del Settentrione, cioè Rus ed Ottomania, amici e poi nemici, nel gioco Gran Tartaria. Tolomeo è capitano, del re del Mezzogiorno, ma litiga col re, si espande fuori Egitto, sua figlia Berenice, va sposa al re del Nord, ovvero Antioco II, che ripudia Laodicea, a sposare Berenice, ovvero Anna Bolena. Laodicea uccide marito, con moglie e figlioletto, spianando ascesa al trono, a suo figlio Seleuco, è periodo di torbidi, Seleuco chiede troppe tasse, generando antipatie, fuori e dentro corte, ma un uomo a cavallo, Lucio Scipione comandante, Uomo Vestito di Lino, assieme ai servitori, scaccia il funzionario, fuori dal Tempio, sovrano assassinato, da un suo parente stretto, che usurpa quel trono, è diviene Antioco IV, con frode ed inganno, persegue i Giudei, consolida il potere, con appoggio di alcuni, ebraici banchieri, favorevoli a ellenismo, mentre il sommo sacerdote, Onia III è assassinato. Antioco ruba e fa delitti, abominazioni di ogni tipo, descritti in Maccabei, trionfa per un tempo, poi riparte scontro, con re di Mezzogiorno, con cui fa matrimoni. Antioco entrò in Egitto, con esercito imponente, con carri ed elefanti, cavalleria e gran flotta, battaglia a Tolomeo, travolto questi fugge, molti caddero a morte, espugnarono fortezze, Antioco saccheggia tutto, incluso il Tempio santo, compiendo molte stragi, torna con ricchezze, odiando Santa Alleanza, cioè comunità Giudei, rimasti a Salomon fedeli. Antioco detto grande, fa Siria dominante, Tolomeo lo combatte, in guerra sanguinosa, dal 204 al 210, dice Libro di Daniele, re settentrione unisce, grande esercito avanza, Daniele chiama Israeliti, quelli in stretto Dardanelli, e Antioco capo dei pagani, venduti a fare il male. Tolomeo perde dominio, di tutta la Giudea, epocali conseguenze, ripara in west Europa, Re del settentrione, costruisce terrapieni, con le città-fortezza, e con sue truppe scelte, stabilisce sua dinastia, in città Yorosolima, patria amata da Daniele, dove scorre latte e miele. Signor disse a Daniele: ho osservato la miseria, del mio popolo in Egitto, ho udito grido sofferenze, son sceso a liberarlo, da mano di oppressore. Tolomeo sposa Cleopatra, figlia Antioco III, ma pace non arriva, allor sovrano volge, alle isole vicine, Mediterraneo coste, abitate da popoli, rimasti pagani, ciascuna ha propria lingua, famiglie e nazioni. Isaia profetizza, conversione dei pagani, alla fede dei cristiani, sia isole che terra, Salmo 71 dice, re di Tarsi reca offerte, a re di Arabi e Saba, tributi ad oriente, glorificate il Signore, nelle isole del mare, nome Dio d'Israele, annienta idoli malvagi, e apre cuor Gentili. Antioco fà conquiste, un impresa faticosa, fin troppo dispendiosa, poi marcia su Alessandria, ma incontra i Romani, che gli intiman lasciare, le terre conquistate, sul Delta del Nilo, Antioco si ritira, ma sfoga su Giudea, e seduce i fuoriusciti, da santa Alleanza, avviata da Mosè. Giudei danno vita, due partiti in giudaismo, di fronte a persecuzione, ordita da Antioco, i collaborazionisti, sacrificano a idoli, mentre i Maccabei son pronti a lotta armata; i fratelli Maccabei, condannati a morte, insegnano giustizia, della stelle eterna, supplisce discendenza, Daniele dà speranza, scritta e sigillata, dopo tribolazioni, sorge un nuovo patto, cioè il secondo tempio. I dottori della Legge, ammaestrano la gente, che la persecuzione, è solo un espiazione, alcuni scrivono il Libro, altri affrontano il martirio, a difender convinzioni, decapitati o al rogo, o confisca dei beni, schiavitù o esilio. Antioco Epifane, disprezza suoi avi, mentre un comandante, capo armata orientale, rintuzza scorrerie, da parte di egiziani, per prendere di nuovo, l'antica provincia, nata ad Alessandria. Antioco fa campagna, a riconquistare tutto, da Iran al mar Caspio, Partia Ponto e Media, infine a Babilonia, allontana i Seleuci, e avvia smembramento, di Grande Tartaria, è tempo della fine, il conquistatore muore, in quanto non è un Dio. Re del mezzogiorno, si scontra al Settentrione, turbine con carri, e cavalieri e navi, invase il territorio, e molti scapperanno, le casse vuote e in crisi, han bisogno di denaro, depreda ricchi templi, mentre mezzo stato, è dei Maccabei ribelli. Tolomeo entrò in Antiochia, e cinse due corone, combatte in ogni dove, morì tre giorni dopo, Demetrio è il nuovo re. Gionata maccabeo, descrive lotte dinastiche, battaglia di Antiochia, una manovra a tenaglia, contro il regno Siria, condotta da alleanza, di Tolomei e Farsi, Yoros già contesa, conosce giorni bui, segna fine a entrambi i Re, l'egizio e quel siriano. Daniele, narra eschatos, cioè Storia in ricorrenza, cronisti in due partiti, e Gran Principe Michele, re del Settentrione, riafferma legge Cristo, contro un Anticristo, cioè papa franco in Roma, e il re del Mezzogiorno, Califfo dell'Islam, alleato di Michele, combatte la eresia, in Europa protestante. Matteo ci riporta, le visioni del Xristos, quan vedrete abominio, della desolazione, abitare in luogo santo, pregate per capire, quelli in Giudea, fuggano ai monti, vi sarà tribolazione, ma a causa degli eletti, quei giorni abbreviati, nel Giorno del Giudizio, e molti dormienti, si risveglieranno, mentre altri avran vergogna, della loro infamia, a falsificar la storia, se i saggi splenderanno, come il firmamento, i profeti di sventure, in ogni epoca accaniti, spandon fiumi inchiostro. Gesù continua a dire, non cedere al panico, fatti trovare preparato, e tra i rumori di guerre, guarda senza allarme, tutto questo accade, ma non sarà la fine, seppur falsi profeti, che annuncian parusia, e inganneranno molti, spacciandosi per Dio, dilaga iniquità, ma chi preserverà, salvato infin sarà. Libro di Giuditta, narra Giuditta la giudea, che sconfigge orda potente, sotto Nabucco zar, che regnava sugli Assiri, rase al suolo Agia Sophia, fu nemico dei fuggiaschi, e dei riti baccanali. Ioiakìm re di Giuda, anno terzo del suo regno, Nabucco re di Babilonia, marciò su Yorosolima, la cinse di assedio, settimo giorno in quinto mese, il capo della guardia, brucia Tempio e reggia, e case dei notabili, Ioiakìm nelle sue mani, assieme a gran bottino, porta tutto a Sennaar city. Nabucodonosor assedia, marzo 597, e Gioacchino morì, undici anni di regno, lascia trono a suo figlio, ma lo zar deporta gente, nella città di Shin'ar, nome greco dei Settanta, dove Nimrod nipote a Cam, fece il suo regno, e vi edifica Babele. Nabucco libera i Giudei, e riconosce il loro Dio, reca mantello di Sennaar, a Davide Carlo Magno, khan dei Gebusei, che controlla Gerusalemme, Salem vecchio nome, che dopo sua conquista, yudei cambiano nome. |Giuseppe Verdi musicò Nabucco, trama in quattro atti, alla Scala marzo 842, ispirata a cattività, del popolo di Giuda, e pretesa imperatore, di esser venerato, come divinità, Nabucco a culmine potenza, governa 43 anni, sconfisse esercito egiziano, alla Battaglia di Karkemish, sottraendo ai Faraoni, il predominio terrasanta, cuore di Ottomania; dopo la battaglia, muor suo padre Nabupolassar, Nabucco zar ritorna, prende corona a Babilonia, nei primi dieci anni, fà spietate campagne, raccogliendo bottino, che usò coi tributi, di popoli sottomessi, a finanziare architetture, di poderose città. Nabucco in scena ottava, è chiamato stolto ed empio, da Gran Sacerdote di Bel, e da Zaccaria sommo ai Yudei, poichè Nabucco pretende, che sua figlia Fenena, convertita ad ebraismo, e innamorata di Ismaele, adori la sua statua, ma è fulminato e reso pazzo, dal dio vivente YHWH. Nabucco zar col suo editto, impone a sudditi adorare, se stesso come dio, ma tra i Yudei fedeli a Xristo, pur se molti obbediscono, per salvarsi la vita, tre coraggiosi tenaci, rifiutano eseguire, ecco allora i delatori, pronti a spiare al re, mala razza che attraversa, tutta la Storia Sacra, fino dai primordi. I tre amici di Daniele, Sadràch Mesàch e Abdènego, obiettori di coscienza, sono il popolo Yuda, costretto a scegliere tra morte, o fedeltà ad una legge, un esempio da imitare, come i martiri di sempre, risposero al re: sappi che il nostro Dio, può liberarci da fornace, e in ogni caso mai avrai, nostra totale obbedienza, abbiamo divieto di adorare, statua d'oro che hai eretto. Nabucco, acceso d'ira, e con aspetto minaccioso, ordinò nella fornace, aumentar fuoco sette volte, comandò legare i tre, gettarli in fuoco acceso, con mantelli e calzari, turbanti e loro abiti, come martiri cristiani, i sette fratelli Maccabei, passeggiano tra fiamme, lodando Iddio Gesù, Azaria in mezzo al fuoco, prega il cantico continuo, benedetto Signore Dio, degno di lode è tuo nome, glorioso a noi per sempre, Tu sei giusto in ciò che hai fatto, le tue opere son vere, giusti i tuoi giudizi, che su di noi e su Yoros, hai fatto ricadere, con verità e giustizia, hai purgato nos peccati, abbiamo agito da iniqui, allontanandoci da te, ci hai dato al peggior re, empio iniquo e malvagio. Lode e onore a te Signore, confessiamo nos peccati, finisce il Regno Giuda, con distruzione Tempio, abbiam fiducia in Te, abbandonando ribellioni, che abbiamo fatto nel passato, e provocarono tua ira, certi del tuo potere, superiore ad ogni re, attendiamo il tuo perdono, ci pentiamo di stoltezza, tua clemenza è grandezza, misericordia benevolenza, salvaci o Signore, reca gloria nel tuo nome, a quanti sono in confusione, e fanno il male a slavi buoni, sian coperti di vergogna, con tutta lor potenza, sia infranta loro forza, a saper che sei il Signore, Dio glorioso in tutta terra! Così angelo Signore, scese dentro la fornace, soffia un vento di rugiada, allontana fuoco fiamme, di bitume umido naphta, parola greca per petrolio, latino nefti cioè Nettuno, persiano e arabo naft: Neemia rimanda al re, i discendenti sacerdoti, che nascosero il fuoco, del petrolio sotto il sole, brucia rapido qual stoppa, e nessuno spegne pozzo, pece ardente di Isaia, che divien polvere zolfo, nel giardino ventilato, all'interno di fornace; canto esplode nuovamente, da bocche dei tre Yudi, inni al Cantico Creature, scritti in salmi Scritture, per lettori di ogni tempo, fin le lodi san Francesco, e nel responso della Messa, lunga litania al Signore, in 39 benedizioni, intero cosmo vien citato, fino agli uomini più bassi, invitati a render gloria, all'Altissimo con canti, all'unisono una voce. Benedetto Dio dei padri, lode e gloria nel Tuo nome, nel Tuo Tempio santo e degno, di esser trono del tuo regno, siedi in mezzo ai cherubini, tuoi custodi lì a pregare, e il tuo sguardo penetrante, oltre secoli ed abissi, benedetto è il firmamento, che riflette la Tua gloria, come Arca di Alleanza, pose a oriente Eden giardino, con la spada folgorante, a custodire Albero vita. Tempio in scala riproduce, Tempio Celeste sorvegliato, da angeli alla guardia, nel coro universale, dimora che Egli ha scelto, sulla Terra suo Santuario, Iddio domina sul cosmo, di abissi oscuri caos, al cielo luce firma, e la terra che sta in mezzo, ai due estremi confini, di settentrione e meridionale, tra la cupola trasparente, che separa acque inferiori, dalle acque superiori, oceano stelle dal terrestre, prima realtà a esser creata, dopo la luce di empireo; nella Genesi Dio fece, il firmamento a separare, le acque dalle acque, quelle in alto chiamò cielo, quelle in basso chiamò terra, e fu sera e fu mattina, secondo giorno Eptamerone. Iddio separa acque inferiori, mari laghi fiumi abissi, da quelle azzurre superiori, aprendo in mezzo spazio vuoto, che il terzo giorno è Terra asciutta. |Nabucodònosor fece un sogno, secondo anno del regno, suo animo agitato, chiama maghi e incantatori, astrologi caldei, a spiegar significato. Re disse ai caldei, ecco mia decisione, ditemi il sogno, e la sua spiegazione, riceverete onori e doni, ma se sogno resta oscuro, sarete fatti a pezzi, assieme a vostre case, niente risposte voglio, che siano astute e false. Risposero i caldei: nessuno al mondo riesce, a soddisfar richiesta, poichè pur indovino, non sa scoprire un sogno, solo gli dei potranno. Il Re acceso di furore, ordinò sian messi a morte, tutti i saggi a Babilonia, pur Daniele e compagni, ricercati per la pena. Daniele con prudenza, parlò ad Ariòch capo di guardie, che doveva esser il boia, di introdurlo presso il re, a chiedere del tempo, così che posso dar responso, dopo aver pregato in sogno. Daniele parla coi compagni, chiesero a Dio di tal mistero, per risparmiar la vita gente. Daniele ebbe svelato, il mistero in un suo sogno, benedisse Dio del cielo, che alterna le stagioni, depone e innalza i re, dà sapienza ai saggi, svela cose occulte, presso di lui è luce. Dio dei miei padri, Gloria e lode a te, mi hai concesso sapienza, sulla richiesta del re. Ariòch lo conduce al re, per chiarirà quel sogno. Re Nabucco disse, tu sei Baltazzàr, puoi rivelarmi il sogno, e darne spiegazione? Daniele avanti al re, narra allora il sogno, riguarda fin dei giorni: ecco una statua enorme, si erge avanti a te, con testa di oro puro, petto e braccia argento, ventre e cosce in bronzo, gambe in ferro e i piedi, ferro miste a creta; mentre la guardavi, una pietra si staccò, non per mano d'uomo, dal monte scese giù, andò a batter contro statua, i suoi piedi frantumò, seguirono anche il ferro, bronzo argento e oro, poi divenner pula, su aie della estate, li porta il vento via, senza lasciar traccia, mentre il masso crebbe, divenne una montagna, che riempì la regione. Ho terminato il sogno, ecco la spiegazione, tu sei re dei re, a te Dio ha concesso il regno, potenza forza e gloria, dominio sui figli d'uomo, su animali ed uccelli, tu li domini tutti, poichè sei la testa oro. Dopo di te sorgerà, un altro regno inferiore, poi un terzo di bronzo, che domina la terra, poi un quarto regno, sarà duro come il ferro, che tutto frantuma, ma come tu hai visto, i piedi e dita statua, argilla e ferro miste, cioè il regno sarà diviso, pur se amalgamato, una parte sarà forte, l'altra sarà fragile, uniti solamente, per via di matrimoni, ma mai diventeranno, una cosa sola unita. Al tempo di quei re, Dio cielo farà nato, un regno mai distrutto, che durerà per sempre, stritolerà e annienterà, tutti gli altri regni, e mai sarà trasmesso, ad altra linea sangue. Nabucodònosor allora, piegò la faccia a terra, prostrò avanti a Daniele, ordinò gli incensi e disse: il vostro Dio governa tutto, è Signore dei re, rivelatore dei misteri, ha permesso a te svelare, ecco a te regali, governatore tu sarai, di tutta Babilonia, in capo a tutti i saggi. Daniele chiese al re, di ammettere a corte, anche i tre amici. |Nabucco ebbe un secondo sogno, su Albero Cosmico, fece un decretoa convocare, tutti i saggi a interpetare, vennero astrologi e maghi, caldei e indovini, ma nessuno seppe dare, la giusta spiegazione, infine và Daniele, chiamato Baltazar, nome che vuol dire, in lui è spirito dei santi, il Re gli narra il sogno, ovvero le visioni, stavolta non richiede, portar sogno a coscienza, Daniele oniromante, è come suo antenato, Giuseppe figlio di Giacobbe, interprete di sogni, del Faraone primo, è arca che ospitava, lo spirito dei santi, cioè spirito di Dio, eletto suo ministro, che ordina a ogni uomo, e solo per il trono, sarò più alto a te. Daniele scrive nome, Nabucco Baldassarre, in Vangelo Armeno infanzia, doppia il Re magio, regnante in Babilonia, proviene da Oriente, nel vangelo di Matteo, con Gaspare e Melchiorre, regina madre luce. |Daniele capitolo quinto, narra ultima notte, del regno Baldassarre, nella festa religiosa, dopo aver bevuto, comanda i vasi d'oro, che Nabucco suo padre, avea preso dal tempio, per bere dentro essi, con mogli e concubine; portati i vasi d'oro, vi bevvero il vino, lodando oro argento, bronzo ferro e pietra, apparvero le dita, di una mano d'uomo, scrivevan su parete, mene tekel peres, di fronte al candelabro, il re cambiò di aspetto, paura lo assaliva, gli cedono i ginocchi, suo volto impallidisce, trema come foglia, alla mano fantasma, un tema ricorrente, sulla mano mozzata, cioè Mano di Dio, che può scrivere il destino, degli uomini e del re. La mano senza corpo, scrive avanti a Menorah, candelabro rituale, sette bracci in Santo Graal, Menorah incarna presenza, i sette giorni di Creazione, scrive avanti al candelabro, il re convoca i saggi, astrologi e indovini: chiunque decifrerà, e mi darà spiegazione, sarà di porpora vestito, porterà oro al collo, sarà terzo signore del regno, tutti provano a leggere, ma nessuno riesce, a decifrare la scrittura. Baldassarre turbato, chiama regina madre, che consiglia il re, nel tuo regno c'è un uomo, ricettacolo dèi santi, al tempo di tuo padre, fu fatto capo ai maghi, astrologi e indovini. Tal uomo era Daniele, che il re chiama Baltazar, sà interpretare i sogni, spiegare i detti oscuri, portatelo da me, a sciogliere gli enigmi. |Nabucco narra terzo sogno, di un albero gigantesco, mentre stava a letto, guardavo albero grande, in mezzo alla terra, robusto aveva cima, che giunge fino al cielo, e a estremità di terra, ha bellissimi rami, e abbondanti frutti, per tutte creature, le bestie sotto ombra, e gli uccelli fanno il nido. Poi arriva un Vigilante, che scese dal cielo, e gridò ad alta voce, tagliate albero e rami! scuotete foglie e frutti, fuggano le bestie, e uccelli dai suoi rami, lasciate solo il ceppo, legato con catene, di ferro e di bronzo, sia bagnato da rugiada, come altra erba, e muti il suo cuore, da umano a cuor di bestia, sette tempi passeranno, per sentenza dei Santi, i viventi allor sapranno, che Altissimo domina, sul regno di uomini, lui può darlo a chi vuole, e insediarvi il più nano. Daniele disse oh re! Dio diede a tuo padre, regno gloria e grandezza, temuta da tutte nazioni, egli uccide chi voleva, innalza o abbassa chi pare; quando suo cuore insuperbì, suo spirito è deposto, il trono gli fu tolta, cacciato dal consorzio, suo cuor mutato in belva, dimora nella selva, suo corpo sotto pioggia, finché lui riconobbe, che il Dio del cielo è, dominus principio; il peccato di orgoglio, è superbia di chi impera, simile a Dio stesso, avrà Cesare follia, il Signore provocato, da tanta arroganza, infligge punizione, e dà coraggio a oppressi, umilia allor tuo cuore, sovrano Baldassarre. Vigilante che hai sognato, è creatura celeste, che taglia albero gigante, lasciando il ceppo intatto, legato con catena, e sostituendo il cuore, del re in una bestia, ovver follia dei cesari. Daniele fà scongiuro, ma il re lo fa parlare, albero che hai visto, sei tu cresciuto grande, la tua grandezza è giunta, al cielo fino ai ghiacci, tuo impero universale, lo chiami Gran Tartaria. Albero cosmico in sogno, è onirico tuo regno, espanso fin confini, Nabucco zar imperio, in tutti i continenti, bagnato in tutti i mari. Daniele convocato, dall'Accademia a corte, sapiente in Babilonia, anziano tra i Giudei, rifiuta i vari doni, e legge la scrittura: YHWH Signor creato, crea un Frassino pilastro, che sorregge nove mondi, popolato di animali, diffuso in tutte religioni, ha dimensioni colossali, i suoi rami van nei cieli, radici son di Quercia, Betulla di Siberia, Sequoia in California, Motombi dei buitisti, Castagno in Parco Etna, stemma di regina, Giovanna Tarragona, dei cento cavalieri. Daniele ispirato, spiegò a re Nabucco, che Vigilante è creatura, inviata da Dio, a vigilare sui destini, Enoc scriva di Daniele, riporta in Libro dei Vigilanti, della Chiesa Etiope, giunto in lingua geez, tale Genesi variante, dove i figli di Dio, uniscono a figlie umane, ovvero donne mortali, a generare i Nefilim, giganti originari, la cui deviazione, reca diluvio universale; gli Angeli vigilanti, con loro capo Azazel, imprigionati e seppelliti, nel deserto Dudael, presso Yorosolima, fino a fine mondo, suo nome è Forza di Dio, nome demone deserti, mentre arcangelo Uriele, ovvero Luce di Dio, è inviato a Noè, per avvisarlo del diluvio. Libro dei Vigilanti doppia Libro di Daniele, cita lunga lista, di angeli disobbedienti, fra essi sta Daniele, che guida costruzione, di ultimo Tempio Gerusalemme, mentre tra i cattolici è angelo che presiede, incoronazione di Maria. Daniele Vigilante, profeta insonne sentinella, che vigila sul mondo, e sui fenomeni del clima, sette lucerne sono occhi, del Signore che scruta, e vigila la terra, ruote piene di occhi, Ezechiele cita. |Bibbia ancora narra, Daniele in fossa dei leoni, i governatori tutti, complottano a Daniele, convincono re Ciro, a ratificar decreto, chi evade le sue tasse, sia messo in leoni fossa: senza alcun motivo, van denunciar Daniele, cercano pretesto, in sua religione. Ciro poi decreta, irrevocabile sigillo, una decisione presa, da un giudice supremo, Daniele seppe tutto, e in casa si ritira, tre volte al giorno prega, loda il suo Signore, e tiene porta chiusa, salmodia tre volte al giorno, mattino sera e mezzogiorno, mi lamento e sospiro, Egli ascolta la mia voce; Maometto aggiungerà, pomeriggio e tramonto, liturgia delle Ore, della Chiesa Cattolica, Vespri e Compieta, prima di dormire. I satrapi giunti, trovan Daniele che prega, si recano dal re, e denunciano il Giudeo, Re Dario addolorato, ha grande tolleranza, lasciò rientrar gli Ebrei, a Yorosolima Santa, ma il trucco del decreto, non lascia a lui manovra, Daniele in pasto a belve, finisce suo malgrado, lo invita a pregar Dio, cui hai perseveranza, ti possa Egli salvare, da questo malaffare. Leone tien tre razze, del Bengala e di Arabia, persiano e poi africano, sopravvive in Gujarat, in 411 esemplari, nella Foresta di Gir. Leone asiatico più piccolo, del cugino africano, ma ugualmente aggressivo, allevarli era regale, Erodoto sostiene, che i Medi sono i Farsi, discendon da Medea, figlia al re Colchide, in epopea Argonauti, fuggita presso loro, dopo aver ucciso per vendetta, i figli avuti da Giasone, impero fu smembrato, suoi territori in due divisi, con continue scaramucce, finché Ciro di Persia, li prese e li riunisce, come fà Donskoi, che riporta capitale, in Babilonia Roma. Libri Esdra e Neemia, poi Ester e Giuditta, citano che anello, del re sigilla fossa, una pietra posta sopra, poi Ciro torna a reggia, digiuno insonne prega, mattina dopo corre, alla fossa dei leoni, chiamò Daniele nome, e questi gli rispose: Re vivi per sempre! il mio Dio ha mandato angelo, ha chiuso fauci dei leoni, innocente avanti a Lui, e innocente avanti al re. Il re pieno di gioia, comandò tirarlo fuori, poi convoca accusanti, gettati or nella fossa, insieme a figli e mogli, i leoni loro addosso, stritolan le ossa. Angelo del Signore, ha protetto dalle fiere, come i suoi compagni, nella fornace ardente, soffia e spense fiamme, rese aria respirabile, Daniele è ora indigesto, ai leoni del giudizio, il profeta accusato, di aver violato legge, sottoposto a ordalia antica, a verificar la colpa, esce indenne in segno, di sua innocenza certa, al suo posto vanno in fossa, i calunniator sbranati, segno della colpa, di royal elitisti. Giudei in tribolazione, confidan nel Signore, Lui sol può liberare, da mani di aguzzini, ai carnefici ritorna, la sorte di partenza, privati a discendenza. Re Dario allora scrisse, a popoli e nazioni, in lingue della terra, Pace e prosperità, promulgo altro decreto, che in tutto lo imperio, si onori e si tema, il Dio Cristo di Daniele, Dio vivente eterno, dal Regno mai distrutto, che liberò Daniele, da fauci dei leoni. film_bibla_giosia_legge-antiabomini.mp4 film_bibla_daniele_e_nabucco.mp4 audio 353:chi più intende più perdona, perdonando si acquista trionfo: Dante narra Purgatorio, 25 canti dei Dioscuri, orizzonte Sudest sudovest, mentre il monte resta fermo, quando esce si ribalta, Virgilio e Dante avvinghia, al pelo torace di Lucifero, tenendo testa in alto, ma presso cosce gira testa, in giù a poter uscire inferno, con la testa alta ora, lungo gambe di Lucifero, per uscire con la testa, iniziazione dei neonati, niente parti ipodalici, giunto a spiaggia del Monte, poeta si scopre capovolto, sul piano detto australe, e alla fine Purgatorio, ribalta ancora il fuso orario, e Saturno in Paradiso, ribalta orbita al poeta, da senso orario ad antiorario. Dante muove nei Tre mondi, senza smettere ruotare, attorno a centro stella Barga, pizzicando questa corda, dove narra in circolare, Dante muove anche nel Cosmo, lascia dietro molte tracce, elicoidi cilindri e coni, nel geocentrico Uno, dove colloca il compasso, a costruire Stella Barga, come un cavatappi, entra a spiral dei cieli, qualsiasi punto scegli, quello è sempre il centro, ognuno per se stesso, è centro d'infinito, giri a destra o sinistra, a spirale attorno al centro: appena fummo in cima a scala, Virgilio intenso mi guardò, dicendo figlio hai visto molto, pene eterne e temporanee, sei giunto ora in un punto, dove io non posso andare, con le mie sole forze, ti ho condotto qui a ragione, con ingegno e con arte, tuo piacere prendi per duce, tuo piacere sia tua guida, fuor de l'erte vie tu sei, fuori ripide vie strette, vedi il sol ti brilla in fronte, vedi erba fiori e arbusti, che qui la terra da sé produce, finché vegnano a te, lieti e belli occhi Beatrice, che lagrimando a te, mi spinsero aiutarti, tu puoi andar tra elli, non avrai altre parole e gesti da me, liber giusto e sano è tuo arbitrio, la libertà che cercavi, ora l'hai trovata, il tuo potere di scegliere, è diventato incorruttibile, e sarebbe errore non usarlo, io ti corono e ti mitrio, Virgilio dà il su addio, la doppia regalità, di Parola e Silenzio, dono dei Dioscuri, è la madre dei Gemelli, nella Buiti tradizione, quando parla il Povi, o quando osserva e tace. Dante ben capisce, che ultime parole, proferite dal maestro, che gli diede Primavera, la viridis dei Dioscuri, gli regala erba e turioli, teneri arbusti e fiori, che a suo piacere usa, in eterna prima Eden, dove tutto sempre nasce, e dove Dante nuovo muove. Celebrare nozze sacre, lui terrà con Beatrice, unione due poteri, è di ogni anima libera, Dante tenne ambo le chiavi, del cor di Federigo, dice Pier Vigne del suo khan, eco risuon da basso Inferno, quan Dante insinua il sospetto, che ogni uomo ha diritto, di posseder due chiavi, che aprano il cuore, se ha spirito libero, canti 13-37-62, parla di un khan, che libero deve esser, se possiede i due poteri; nel canto 36 troviamo, Casella parla di Roma, sul Bosforo e ogni fiume, dove angelo raccoglie anime purganti, e qui abita un Papa, che avoca a sé i due poteri, spirituale e temporale, mentre al canto 61, Dante vien libero incoronato, con queste due corone, iniziato al quarto grado, dei Misteri orfeo-pitago, progetto politico dantesco, mostra il punto più alto, che raggiunger può individuo, diventare imperatore, e papa di se stesso, cerca il centro d'Infinito, ma sa legger populismi, demagogie e consensi masse. Dante era cataro, pitagorico e alchimista, templar mistico e sufi, massone gnostico e fedel Amore, ascoltiamolo parlare, rincorriamo sue visioni, come il rito di Virgilio, indaghiamo le ragioni, a esser liberi per Eden. Duomo di Barga è dedicato, a san Cristoforo protettore, di viaggiatori e pellegrini, di più viaggi spirituali, qui dipinte due corone, sul portale laterale, miracol d'oro san Nicola, e due templari protettori, quello a destra fu ferito, dalle bombe di alleati, alla leggenda di Crociate, dove fanciullo Adeodato, rapito da Emiro Saraceno, costretto a servir da giannizzero, usando uno vaso d'oro, il ragazzo prega San Nicola, di liberarlo da quel sorte, il giorno dopo arriva il Santo, che lo prende pei capelli, e lo riporta alla sua madre, che piange felicità, Adeodato dopo serve, al banchetto re cristiano, usando stesso vaso d'oro, due banchetti allegorici, due poteri a confronto. Adeodato templare, vuol dir dedicato a Dio, dopo esperienza mondana, inizio del cammino, verrà tirata pei capelli, ricondotto a servir Spirito, necessarie il mondano, a produrre la scelta, Adeodato sceglie di pregare, intervento del Santo; nel linguaggio sapienziale, libertà appar servizio, scrive Dante in Purgatorio, a maggior forza e miglior natura, liberi soggiacete, quella cria la mente in voi, che ciel non ha in sua cura, Marco Lombardo dice, lui vescovo cataro,da uomini liberi sottomessi, a forza maggiore di voi, e a natura migliore, questa forza crea dentro, intelletto simposio, da cui influssi astrali, non preoccupan più. Liberi sottomessi, alla libertà dono Amore, tutto da conquistare, Dante cerca libertà, la trova quan Virgilio, lo sottomette a due corone, cioè alle leggi libertà, di equilibrio e armonia, serenità bellezza pace, giustizia e sapienza, prudenza elevazione, amore e rispetto, decoro e dignità, leggi a cui Kan e Papi, dovrebber esser sottomessi, scegliendo la libertà, sottometti alle sue leggi, che al servizio mondo poni. Catari e Templari, lasciaron chiese segni, tre corde a pizzicare, un accordo alto e vivo, che risuona in Libertà, ingresso dentro Eden: la divina foresta, folta e rigogliosa, che occhi temperava, il novo giorno ero pronto, senza aspettar lasciai la riva, prendendo la campagna, lento sui pendii, brezza dolce e regolare, profumata sulla fronte, soave vento tremol fronde, tutte quante piegan pronte, a prima ombra il santo monte, mentre sulle loro cime, gli uccellini cantano arte, con pien letizia accolgon alba, intra foglie accompagnati, da fruscio alle loro rime e le foglie in accompagno, come accade quando Eolo, scioglie il vento di scirocco. Alba eterna primavera, scioglie sensi in libertà, liber tocco vento e fiori, con il canto degli uccelli, nel tepore di scirocco, sulle labbra sente casa, Dante prima era smarrito, mentre al canto 62, torna al luogo primo Adamo, nella veste dei lettori, assonnato in selva oscura, sorge ai sensi attivi, presso un fiume adamantino, che gli vede innazi, tutte l'acque sono monde, dopo dolorosi morti, che ci ebbero trafitto, il mondo è sempre uguale, sol simmetrico diventa, opposto ai nostri occhi, esplode in sua bellezza, canto 1 e 62, simmetrici ed opposti, Pasqua di Resurrezione, Dante sorge sotto Vergine, nel luogo virginale, all'alba del mondo: coi piè e occhi ristretti, passai di là dal fiumicello, per mirar rami fioriti, e mi apparve all'improvviso, meraviglia che distrae, una donna soletta, cantando fior da fiore: orsù bella donna, che sei scaldata da amore, fatti un poco avanti, così capisco cosa canti, Tu mi rimembri Proserpina, quando perdette la madre, nei misteri di Demetra, e la madre a sua volta, perse la primavera. Dante sale lento, attraversa anche le soglie, senza capir tutto, del dono del Grifone, ascesa al mondo Spirito. Io mi rivolsi ad amoroso suono, colei che mi conforta con sua voce, ma mia memor poco ricordare, se non sorretta da Dio, poichè rimirando Beatrice, lo mio affetto fu, libero da ogn'altro disire, fin che piacere eterno diretto, raggiava in suo bel viso, poi rifletteva in me, il mio cuore liberato, da tutti i desideri, immerso in suo sorriso, spirituale trasparenza, donata dal Grifone, in terra mentre vivo. Liberiamoci anche noi, per qualche istante dai desii, fino quan Beatrice ci risvegli, con un dolce rimprovero: volgiti e ascolta, ché non sol miei occhi è paradiso, raffina il tuo udito, e i confini del cuore, a sentir eco lontano, che dissolve nel cosmo, vibrazione in armonia, fin trentunesimo Purgatorio, quan Dante apprese dal Grifone, il Mistero di Amore, rispecchiato in Beatrice, congiungendo anima sua, terrestre e divina, di aquila e leone, con anima di Donna, guida spirituale, con sguardo di smeraldi, dentro estasi totale, carnale e sublimata, spalancando loro porte, per Anima uscir entrare, così occhi di Beatrice, divenner Paradiso, in ogni canto incrocio sguardi, che lo rinvigorisce, schioccante sferzata, di orgasmo in Paradiso, cui Dante mai si manca, perché senza Eros, sua Anima mai canta, leggi il Paradiso, per esser Paradiso. Ora è giunto il tempo, per Aquila guardare, Beatrice si dissolve, insieme ad ogni storia, Dante avrà imparare, a far meno anche di lei, senza provarne sofferenza, accecato ed abbagliato, da luce Aquila-san Giovanni, fà incontro con Spirito, in suo profondo cuor, traversa Arco di Fuoco, cammino in Solitudine, dove Aquila evolve, lo Spirito in Materia, mistero sen parola, che è libero a trovarlo, chi scardina se stesso, da tutti i condizionamenti, e con Spirito fa festa, e vede tutti i cieli. |Grifone somma leone e aquila, rappresenta Gran Tartaria, impero nato dal Xristos, poi diffusa in tutti i mari, potenze simili a Dioscuri, doppia natura del Daimon, fà da ponte uman-divino, fra Dante e il Paradiso, con terrene zampe feline, balza il volo nello Spirito, Grifone muta il suo passato, e diviene allegoria del Cristo, in forza doppia sua natura, Dante sfrutta a intelligenza, a deviare i più saccenti. Orfeo riscatta stor d'amore, con Beatrice eterna ngombi, amante eterna del Poeta, sul Grifone dai colori, oro rosso e bianco, auredo rubedo albedo, fasi alchemiche compiute, in alto dei cieli, in compagnia di sue ali, che fino al ciel arrivan. Daimon personale e collettivo, padron destino a tutti, al suo collo aggioga il Carro, con Beatrice e umanità, nemmen trionfali Fasti a Roma, conobber carro così bello, più del carro del Sole, africano vero Augusto, la nostra doppia natura, terrestre e divina, come due ruote portan peso, del viaggio nostra vita. Carro tiene due corone, Beatrice fra i Beati, ci appartiene e ci riguarda, nostro esistere nobilita. Quando settentrion del primo cielo, con stelle a forma candelabri, senza alba nè tramonto, mai stata offuscata dalla nebbia, a ciascun indica il dovere, come fà l'Orsa Maggiore, che indica strada al Timoniere, per giungere in porto, si fermò allor la gente, si voltò verso il carro, come fonte di pace, un dei vecchi grida e canta, per tre volte tale stofa: Vieni sposa dal Libano, e in coro tutti gli altri, beati al nuovo bando, cantano alleluia! con la voce loro corpo: Benedetto tu che vieni!, gettan fiori tutt'intorno, rinati in coro alleluiando, si alza Cantico dei Cantici, ministri e angel messaggeri, spargon gigli a piene mani, nel Giudizio Universale, quan due ruote son riunite, in Beatrice meritata, a continuar la stor d'amore: |Dimmi o amore anima mia, dove vai a pascolar gregge, dove lo fai riposar meriggio, così che trovi il posto, il coro allor risponde: Se non lo sai bella tra donne, seguiò'orme del gregge, mena a pascolar tue caprette, presso dimore dei pastori |Dov'è andato il tuo diletto, o bella fra le donne, noi lo possiam cercare con te? La sposa allor risponde: il mio diletto è in suo giardino, fra le aiuole del balsamo, pascola gregge e coglie gigli, Io son per lui e lui è per me, pascola il gregge tra i gigli, mio diletto bianco e vermiglio, lo riconosci fra mille e mille, ha capo di oro puro, il suo Libano è Paradiso, da cui arriva Beatrice. Dante dopo il viaggio, da Capretta appar Pastore, con Beatrice pascola gregge, noi caprette infinite, diventate carro fiori, gettati da angeli alla luce, dei colori del Grifone, oro bianco e vermiglio, i colori del diletto, nell'incanto delle Nozze, tra due anime del Rebis, come nozze Siva e Sakti. Salmo duplice che canta: |Benedetto tu che vieni, nel nome del Signore! sei diletto della Sposa, hai i colori Grifone, ecco il rito dell'Unione: dentro nuvola di fiori, che da mani angeli sale, e ricade dentro il carro, una donna allor mi apparve, indossava un velo bianco, incoronata con ulivo, sotto un verde mantello, vestita rosso fiammante, e il mio spirito tremante, ha stupore in sua presenza, sentì sua gran potenza, di antico amore vivo, tremavo in ogni cella, sua vista mi trafisse, già nella puerizia, quan vidi Maria statua, che calpestava il serpe, con ansia di un bambino, cercavo io il maestro, Virgilio era scemato, mio dolce padre e guida, mie guance accolser pianto, con rosea serenità, e nell'alba pioggia fiori, apparve donna in tre colori, verde pace e bianca liber, e rossa come amore. Il mio spirito divino, rivisse la ferita, di amor terreno boccio, nei brividi di Orfeo, attratto in corpo e cuore, che irrompe anche lo spirito, Eros mortale e immortale, condiviso con qualcuno. Vidi fianco sinistro al carro, ruota detta spiritual, odo suono del mio nome, mi voltai verso la donna, drizza li occhi verso me, pur suo vel scendea di testa, cerchiato a fronde di Minerva, ovvero rami ulivo-pace, non permette veder viso, regale atto ancor proterva, come chi parla e si riserva, argomenti forti per la fine. Smetti pianger per Virgilio, ti conven per altra spada, Beatrice appar Jurema, ammiraglio a poppa e prora, che sorveglia i marinai, e li sprona a fare bene, donna amazzone guerriera, mi fa viver scontro amore, in prosa musica e teatro, mi rimprovera così: guarda ben sono Beatrice! come degnasti accedere monte? a questa sede uomo felice? Dante e voi care caprette, perchè in vostra vita, avete scelto infelicità? sceglier solo il dolore, come mare a naufragare, è una colpa non prevista, dai comportamen terreni, che ci aiutano a credere, che infelicità sceglie noi, mentre è viceversa, tal è peccato originale, a Dante rimproverato, nell'Eden Paradiso. Li occhi mi caddero alla fonte, in fiume vedo il mio riflesso, poi li volsi verso l'erba, la vergogna gravò mia fronte, tanto da sfuggir lo specchio, come madre al figlio par superba, così lei sembrava a me, amor rimprovero sapor amaro, la donna infine tacque, e coro angeli a cantare, offre parole a Dante, in te Domine ho speranza, salvami da errore, piega tue orecchie verso me, a liberarmi da confusione, tu sei mio Dio protettore, in casa e fuori a farmi salvo, mia fortezza e rifugio sei, mia guida e sostentamento, mi trai fuor da quel laccio, che mi han teso occultamente, perchè tu sei mio protettore, e mi hai redento in verità, liberandomi da vanità, esulto tua misericordia, tu getti sguardo a mia abbiezione, e salvasti anima mia, dalle angustie del nemico, e apristi campo pei miei piedi! ecco salmo 30 Bibbia, dalla Vulgata al latino, da san Girolamo per Dante, in canto 30 Purgatorio, quan nemici di noi stessi, carichiamo infelicità, non certo per sadismo, ma per rafforzar orgoglio, nostre volute durezze, ci procurano alibi, per viver rinunciare, e di vanitas morire, dunque lotta a liberarti, per percorrere la terra, fin le stelle di Universo, dove Dante ha messo i piedi, a scardinare ogni fobia. Io sen lacrime e sospiro, prima di angeli a cantar, armonie ruote celesti, mi compativano com se, vibrazion di compassione, avesser detto Donna! perché lo fai a pezzi? allora gelo intorno al cor, come neve su Appennino, da venti freddi di Schiavonia, si scioglie poco a poco, quando Afro manda i venti caldi, si trasforma in acqua e fiato, e uscì fuori bocca e occhi, quel rimprovero sudato, ecco pianto coi singhiozzi, ella ferma in su la coscia, in carro stando volse e disse: angel creature così poscia, voi vigilate eterna luce, giorno e notte sapete tutto, ogni passo che Terra compie, così la mia risposta, ha scopo a farsi sentire, da colui che piange oltre il fiume, dolor commisurato a colpa; intenda colui che piagne, al di là di questo fiume, colpa e duolo una sol misura, non solo influenza Cieli, indirizza ciascun essere, al suo fin virtù di stella, che a sua nascita presiede, ma pur generosa grazia divina, che piove da nubi alte, cui nostra vista neanche scorge, come terren fertil dotato, si fà maligno e silvestro, cioè sterile e selvaggio, co mal semente e non coltivato, sostenni Dante col mio volto, conducendo a retta strada, ma quan morii tradì memoria, e si diede ad altre donne, da carne a spirito mutai, gli fui men cara e men gradita, rivolse passi a via fallace, seguendo false immago di bene, che non mantengono promessa, allor lo richiamai nel sogno, narrato in Vita Nova, e anche in altro modo, ma a lui importò ben poco! e cadde tanto in basso, che divenne inefficace, ogni mezzo per salvarlo, salvo mostrargli genti perdute, così visitai uscio dei morti, in Limbo soglia dello inferno, piangendo volsi preghier Virgilio, che l'ha condotto fin quassù, fato di Dio sarebbe infranto, se Dante superasse il Lete, e gustasse acqua del fiume, senza provare un pentimento, gustae vivanda senza scotto, pentirsi è lacrime versare; a Dante è chiesta confessione, accurata di sue colpe, e un pentimento lacrimante, suo peccato è la superbia, orgoglio a scegliersi infelice, lo scialare dei talenti, tradir suo angelo custode, Daimon scelto dalle stelle, e da Grazia Divina, Beatrice questo gli ricorda, aver tradito la sua Donna, che lo ha iniziato Amore, al gran disìo di elevazione, donna del corpo e intelligenza, donna di anima e intelletto, donna di Spirito e Sapienza, Daimon che parla a voce Dio; Dante la vide a nove anni, lei lo ri-sveglia a diciott'anni, quan presentano i Dioscuri, alimentando il gran disìo, Dante ha dolore per sua morte, e manca promessa scriver opera, per Beatrice donna sua anima, sorgente di Dante, Eros Amore e Carità, Filosofia Fisica e Teologia, la ritrova in se stesso, ricomponendo Orfeo sofferto, come spiga chicchi grano, specchia tanti in uno solo, come fosse una sol corda, che da ngombi appar mogongo. Rapporto Amore in utopia, si rispecchia nel rimpianto, di anima innamorata, che ha desiderio di specchiarsi, di ricambiarsi nell'altro, per conoscere se stessi, chimera di viver sempre, l'un nell'altro in ogni evento, quan la perde lu si perde, confondendo le altre strade, in cui specchiarsi e tanto cadde. Grifone è detto pur Chimera, che accompagna anime morti, realizza incontro fuori mondo, con la forza del rimpianto, lo costringe a entrar nel fuoco, al solo nome di Beatrice. Confessione aiuta Dante, a ri-conquistare libertà, tradì sua anima missione, come il Cristo di Dafoe, volsi miei passi a false cose, e il vostro viso si nascose, quando sciali tuoi talenti, scegli di essere infelice, due amanti invitti narran storia, nella forma di Commedia: mai ti appresentò natura o arte, piacer quanto mie belle membra, in cui terrena io fui rinchiusa, e che or son sparse sottoterra, e se tal sommo piacere, ti venne meno con mia morte, qual cosa mortale trasse il disio? Ben dovevi dopo delusione, di ben fugaci terren fallaci, levarti in alto dietro a me, non più terrena e passeggera, non ti dovea gravar in basso, ad aspettar più colpo sorte, una giovan donna o un altro bene, che vano effimero ha uso breve, nostra natura tiene due ruote, carne e divinità, corpo mortale si decompone, Spirito eterno soffia quan vuole, come il vento di alto amore, perché non mi hai seguita, elevandoti su vanità finita? esser materia e non-materia, è un elaborare il lutto, come morte di se stessi, e ri-connetter propria anima, quando il corpo si dissolve, lo Spirito si coagula, e quando questo si dissolve, nuovo Corpo si coagula; tal Commedia fu studiata, dalla Scuola di san Marco, come fonte di sapienza, Dante-Adamo torna ain Eden, e noi tutti insieme a lui, nel fulgor del Sesto Giorno, tra Sette stelle-candelabri, che camminano da soli, a destra Giove Marte e Sole, i pianeti maschili, Mercurio al centro è controllore, Luna Venere e Saturno, i pianeti femminili, alla sinistra del carro. Sette stelle dantesche, a settentrion del primo cielo, gente verace tra il grifone, al carro volse la sua pace, le sette luci arrivan tosto, dal Cristallo motor primo, recan Spirito e Materia, macrocosmo e microcosmo: SATURNO è astronomia, discrezione di sapienza, SOLE fede è aritmetica, LUNA grammatica e giustizia, MARTE musica e lavoro, MERCURIO dialettica e purezza, VENERE filosofia e dolcezza, GIOVE è impegno e geometria, passa il Carro fino al Lete, che riflette stel Polare. |quattro virtù di Eros, trasformate in Cardinali, ancelle di Anima Beatrice, Psiche trova suo Eros, Grifone-Cristo anima eleva, a livello dello Spirito, fà che Dante con Beatrice, uniscan loro anime, mentre nel Carro umanità, San Paolo vegliardo, mostra con spada in mano, in territorio virginale, Mercurio e Venere incontro, in forme uman Dante e Beatrice, nuovo Adamo è riscattato, accolto amato dal gran cielo, al Sesto Giorno di Creazione, nel Mistero di Materia, Eros muove le sue corde, vibra corpo e anima tutta, e riunisce umanità, reintegrata alla purezza, della prima sua esistenza. Dante dice che la Bibbia, non contiene Umanità, mentre è questa umanità, che contiene ogni Bibbia, con tutti i suoi linguaggi, insieme a tutti i pellegrini, nel terrestre labirinto, nel mister doppia natura, del Cristo e del Poema, quando si scardina il sigillo, dello Spirito nei canti. Grifone media il contatto, diretto tra Dio e Dante, ovvero tra Dio e noi, in primavera union sacrée. Ortica del pentimento mi punse, dopo la breve confessione, Dante viene invitato, alzar occhi su di lei, la vede bella pur col velo, sviene vinto da visione, ecco evento quinta morte, e quinta resurrezione, diventa Sacerdos et Dux, Pastore e Guida, immerse in Lete, a cancellare ogni dolore, poi si immerge in Eunoè, acque di memorie buone: quan rinvenni vidi Matelda, disse aggrappati a me!, mi aveva immerso nel fiume, sino alla gola, e tirandosi dietro me, scivolava come gondola, fui vicino a sponda opposta, sentii gli angeli cantare: mi aspergerai con tal dolcezza,, la bella donna aprì le braccia, mi abbracciò la testa, e mi immerse a bere acqua, poi mi affida a quattro donne, ciascuna copre col suo braccio, noi siam ninfe e in cielo stelle, create ancelle di Beatrice, ancor prima che Lei nacque. Ti condurremo ai suoi occhi, altre tre donne aguzzan tua vista, perché tu possa osservar lume, che c'è al loro interno, esse hanno vista più profonda, dopo iniziarono a cantare, poi mi portano con sé, sul petto del Grifone, dove Beatrice guarda noi. Guarda i suoi occhi sen risparmio, sei davanti agli smeraldi, suoi occhi verdi da cui Amore, ti lanciò i suoi amori dardi. Or velo Beatrice copre a metà, svela profondi occhi smeraldo, Si celebra Sacra Unione, grazie a cui Dante avrà guida, vivida presenza di Beatrice, estasiarsi del suo sguardo, solo sfiorando il fulgore, di sua doppia bellezza, fisica e spirituale, si fondon due anime, nel Matrimonio Virginale, mentre i Sette Cieli continuano a brillare, sulle teste degli amanti, a irradiare le armonie, di sette arcobaleni, ancora fermi in riva al Lete, mentre le sette ninfe, guidano il rito con cura, e i segreti di Creazione, son luminosi testimoni. Beatrice è Venere, illuminata dalla Luna, mentre tutti i figli Adamo, passati presenti e futuri, schermati nel Carro, per sempre sono spettatori, di bellezza cerimonia. Triade la Tetrade, Dio precipita in Materia, e il suo dolore è il Cristo, che pronuncia le parole, dalle labbra di Beatrice, che infuocata spegne il pianto, come in Jesi nganga ha fatto, ancora un poco e non mi vedrete, ma poi mi rivedrete, se il dolor di Dio è Cristo, solo Cristo può placarlo, può durar pochi secondi, contemplazione di tragedia, per capir la verità, sangue che ingrossa il fiume Storia, indifferente alle macerie, ai cadaveri e ai rapaci, e alle bestie selvagge. Beatrice spiega a Dante, il messaggio del Grifone, il destino del carro-vaso, che il serpente-drago ruppe, fu e non è ora, ma chi n'ha colpa creda, che vendetta di Dio sarà, poichè in mente di Dio, umanità è salva da sempre: se piange il Paradiso, piangono i sette pianeti, e i motori che li muovono, Empireo guarda la Storia, rimanendone fuori, imitando il Cielo allora, siam contenuti e paralleli, Dante usa poema, a uscire di continuo, entrar presente eterno, a cui siamo impreparati; recita Giovanni, che un Dux messo di Dio, sarà inviato a Terra, a salvare la sua Chiesa, e la bestia che hai veduta, era e non è più, sale dall'abisso, e chi abita la terra, si meraviglia che, veden che bestia era, e non è e verrà di nuovo, con sette teste monti, indaghi tal mistero, la mente che ha sapienza. Il VASO siamo noi, e noi fummo dannati, ma poi non lo siam più, da sempre pria del Cristo, perché la storia mondo, corre parallel sapienza, di Dio presente eterno. Grifone ha assolto bene, sue due missiond'Amore, unire Dante a Beatrice, e Umanità a Dio, dentro un tempo non segnato, da lancette di orologi, né dal suono di campane, nell'Eden ricreato, in atto cerimoniale. Umanità sempre salva, nella mente di Dio, non può essere compreso, nemmeno da Dante, perché sovra mia veduta, vostra parola vola tanto, sopra mio intelletto, che più cerca e men comprende. Beatrice disse lui, perché tu riconosca quella scuola, e capisca sua dottrina, tu seguita mie parole, perché tu veggi, vostra via da la divina, distan cotanto quanto, da terra discorda il ciel, che si muove più in alto, nel Primo Mobile cristallo. |Barga segna meditazione, all'ingresso Paradiso, deve entrar uomo iniziato, pronto a comprenderlo, e noi assieme a lui, come ha fatto Virgilio, quand'iniziò Dante al Purgatorio, frastornando il Poeta, con geografia di stelle, e lasciandol senza fiato, con la dura salita, stessa cosa fà Beatrice, gli offre enigma forte, di teologia rivelazione, la salvezza umanità. Beatrice dice a Dante, che umanità è salva, da sempre avanti Cristo, il Poema è la riforma! mentre Martin Lutero si è giocato, tutte carte di riforma, predestinando la salvezza, per grazia gratuita, che Dio concede all'uomo, per i meriti di Cristo, bacchettata a chi si sente, di posseder mistero Dio, e se ne fà pur vanto, con tutte quelle scuole, che san renderci spesso, meschini e arroganti. L'enigma ha soluzione, nel Numero reale, che porta a geometria, qual forma perfezione, in tre cantiche sue ali, l'Aquila ci irradia, col suo poter regale, Custode dello Spirito, dell'Essere Eterno: numero 9 è Beatrice, 3 è trina Perfezione, il Numero conduce, al cuor dei medievali, dentro le loro chiese, tu vedi Geometria, che riordina potenza, del mondo di parole, nei simboli archetipi, che generano altre immagini, e insieme si muovono, su un piano oscillante, in sferica armonia, ad alta intensità, di vibrazioni e sincronie, in Quarta dimensione, per questo è necessario, Guardar Opera vibrare, e oltrepassar lo scoglio, necessario ma obsoleto, di cercar culture affini; sfida all'Uomo di oggi, che pensa ha visto tutto, mentre dal passato, ci giunge un ipercubo, in perfetta quadratura, del cerchio in quattro parti, 25 canti ciascuna, governata ognun da un Daimon, e la sua pianta maestro. |Divina Commedia, Opera Trina e Tetragona, 4 Passaggi e Sigilli, che svelano cose, mai viste né dette, il Passaggio Centaurico, immerge in terra Lupa, della violenza umana, Intelligenza esploratrice, premiata a elevazione. Passaggio dei Dioscuri, iniziazione a Conoscenza, e premiato col dono, di Anima Intellettiva, colei che è catturata, da cosmica intelligenza. Passaggio Eden al Grifone, porta Dante fuori Storia, congiunge al Punto Zero, nella linea 1-63, irradiazion della Giustizia, che disegna il confine, fra Smarrimento e Salvezza. Grifon domina 25 canti, dal 63 a 87, col compito elevare, l'Anima allo Spirito, siglati dal suo sigillo, che insegna che noi stessi, siamo custodi dello Spirito, di questa eterna fissità, che possiamo ascoltare, e anche interrogare, a superar spavento, di smarriti pellegrini, precari del pianeta; titanica impresa, sceglier prima strada, i dàimon si fan complici, e mutano senso, da cospiratori astuti, uniscono le forze, e agiscono nei canti, in duetto melodramma. Grifone testa d'Aquila, abbandona scena in 66, perché l'Aquila possa, piombar Eden con artigli, e nei canti 85 86 88, lavora a conquistar Spirito, e da 88 a 100, dal Saturno a Infinito, Aquila farà volare Dante, in alto altissimo, là dove noi temiamo entrare, dove il Tempo non è tale. Beatrice conduce iniziazione, pur solo una terzina, in lungo discorso oscuro, che sfida ogni esegeta, c'è bisogno d'intuizione, di una logica del cuore, di un essere leggero, per avvicinar mistero, emozioni del guardare, che attivano aisthesis, nel modo del trattare, poetico e discrittivo, digressivo e transuntivo, difinitivo e divisivo, probativo ed esemplare, frastornare e ammaliare, velare il Lettore, a poterlo distoglier, da ver sostanza argomento, ammaliarlo a risucchiarlo, in incantesimo che faccia, da muro a ver sostanza, perché sol sotto il velame, de li versi strani si nasconde, vera sostanza di argomento, la fatica dell'enigma, è parte del percorso. Dante rivela in versi, come lui inizia umani, Virgilio gli prospetta, altro viaggio che farà, vedrai i dannati e i purganti, poi vedrai i Beati, Beatrice invece parla enigmi, nel territorio dello Spirito, nel Presente continuo, si avvicina e dice a Dante: Fratel perché non mi domandi, mentre cammini con me? come a color troppo reverenti, dinanzi a un maggior grado, che emettono incerta voce, capitò a me che mormorai: Beatrice mia voi conoscete, miei desideri e necessità, lei rispose io vorrei, che tu liber da tema e vergogna, da non parlare più confuso, sì che non parli più come om che sogna, Io posso insegnare e iniziare, solo a chi ha domande da fare, sappi che il vaso che serpente ruppe, fu e non è più, ma chi ne ha colpa sappia, che vendetta Dio non teme suppe, quel carro ingoiato in selva, chi chiama Chiesa oppure Impero, riguarda invero umanità, da sempre è salva in mente a Dio. L'aquila che lasciò penne in carro, che divenne un mostro preda al gigante, non sarà sempre senza eredi, ma è vicina una costellazione, al riparo da ogni sbarramento, forse quella di Acquario, Ninfe di acqua incontaminata, darà al mondo un'epoca speciale, che ucciderà meretrice e quel gigante, che traffica con lei. Forse mia narrazion buia, come sfinge men ti persuade, perché affatica tuo intelletto, come fan responsi sibillini, ma presto le Naiadi coi fatti, solveranno questo enigma, senza danno a pecore o biade. Tu prendi nota e riferisci, le mie parole a quelli vivi, e che credon che la Vita, sia solo corsa verso morte; intrigante profezia, aquila non resta senza eredi, imperiali dinastie, Cielo Giove parla ad Adamo, l'erede di aquila Comneno, non è normal rampollo, ma è un messo celeste, a cui Dio offre un nome: 500 un 10 un 5, anagramma di DVX, una guida o condottiero, caccerà lupa di villa in villa. Acqua Spirito risveglia, nei canti del Grifone, con due bagni in fiumi Eden, salvezza eterna rivela, Beatrice dà il consiglio, prendi nota e racconta ai vivi, le mie stesse parole, anche se non le comprendi, a umanità che vive nel dolore; e tieni a mente quando scrivi, di non celar pianta che hai visto, qui spogliata due volte. Chiunque depredi o la danneggi, offende Dio nei suoi scopi, Adamo la morse ed ebbe pena, desiderò Cristo molti anni, a riscattare la sua morte, tuo ingegno comprenda, che la pianta è così alta, con la chioma capovolta, per ragione eccezionale, cioè giustizia di Dio, ma poichè vedo tuo intelletto, le mie parol ti abbaglia, conserva immagine sommaria, di ciò che ti ho detto, conserva una frasca di palma. Fai domande parol ben chiare, quando entri in zona Spirito, affronterai quesito Divin Giustizia, come albero di conoscenza, cioè il motore di ogni cosa, nel cielo dello Spirito, dove Adamo è salvo beato, liberato dal Cristo, assieme anime dei Giusti, in sua discesa agli Inferi, Umanità è salva da sempre, nella mente di Dio. Dante-Adamo torna all'Eden, accolto nuovamente, da tutti i misteri di Creazione, si purifica col pentimento, la confessione e il bagno in Lete, poi viene unito con Beatrice, suo angelico daimon, condotto all'Albero Conoscenza, rivive storia Umanità, la prima cacciata d Eden, e indebolimento sua natura, imbarbarimento e crudeltà, corruzione e oblio di Dio, diventa umanità dolente, calata al Tempo della Storia. Beatrice e Ninfe con il pianto, stempera dolore annulla, confermando il mistero, di una eterna salvezza, e cita Adamo nuova Sapienza, che Dante deve apprender: Adamo cadde sul pianeta, quando nacque contadino, a fine Età dell'Oro, età edenica in Demetra, che donava tutti i frutti, senza far fatica, ora uomo li guadagna, col sudore della fronte. Adamo cade sul pianeta, tremil anni avanti Abramo, divenne padre di un pastore, e di un agricoltore, Adamo è semine e raccolti, iniziator del Purgatorio, da Beatrice ancora cinto, con nuovo cordone ombelicale, all'ingresso del Paradiso, con bastone pellegrino, di memoria delle immagini, a ricordare la fatica, per estrarre e trascrivere, l'iniziatico messaggio, libro a futuro cammino: come cera timbro da suggello, figura impressa in mia memoria, aquila incarna allegoria, dell'alta divinità, fuoco celeste del Sole, di anima e nobiltà, appartenente tutta a Dio. Dante diviene nel Poema, vapore del mercurio, che con Aquila compagna, attraversa Arco di Fuoco, tra i due estremi confini, simmetrici ed opposti, Rosa Beati e Selva Oscura, sigillando in canto 100, sublimazione di immortale, per la visione di Dio. Dante vola in cielo Saturno, nel segno dei Gemelli, a nord-ovest porta Inferno, e nel buio puoi vederlo, coro di stelle che brilla, nell'estate boreale, col daimon suo alato, sale al Cielo Stelle Fisse, orbitando volgendosi, insieme a stelle dei Gemelli, e dall'alto guarda la terra, il giardino che ci fa feroci, e le sette orbite planete; nell'alto cieli Arco di Fuoco, si muove l’Uomo trasformato, rinato da se stesso, nelle mani del Grifone, che sua Anima ha elevato, allo stato dello Spirito, spiriti che Aquila ha ripreso, dominando il Corpo vivo. Dante rivela che lo Spirito, crea Materia no il contrario, e la perfezion della materia, è totale assenza di materia, che genera materia. |SOLE lanterna del mondo, sorge da diversi punti orizzonte: ma da punto in cui quattro cerchi intersecano, essa nasce con tre croci, con stagione più mite, e Ariete stella propizia, a equinozio primaverile, sole sorge in Ariete, era alba allo Inferno, ora su Eden è mezzogiorno, e Dante inizia il suo volo, son passate sei ore, là nel Paradiso, 4 cieli congiungendosi, formano 3 croci, il mondo cambia sotto nostri occhi, l'Uomo è cambiato, anche il punto di vista, a veder 4 cieli tutti insieme, bisogna volare come Dante, su note Ngombi e fra le stelle, scompare terra sotto i piedi, sopra nuvole sol sempre splende, e oltrepassando Sfera di Fuoco, Dante raggiunge la Luna, nel territorio di armonia, dove Creante e Creato, ovvero Triade e Tetrade, si fondono insieme, a dare Settade stelle: prendete cerchio massimo volta stellata, circonferenza di eclittica, poi Equatore Celeste, cioè eclittica solare, nei due punti intersezione, di questi due cieli hai due equinozi, nel punto gamma il 21 marzo, in cui sorge Ariete Sole. Cielo equatore e cielo sole, producono una croce, in sfera armillare tolemaica, 4 cerchi massimi cieli estesi, uno orbita Celeste, due Equatore Celeste, tre circonferenza Orizzonte, quattro orbita Solare, che passa 12 costellazioni, viaggio del Sole zodiacale; il cerchio esterno è orbe Celeste, cioè volta stellata, che incide perpendicolarmente, su Equator Celeste a 360, Orizzonte cambia nel punto di vista, dello Osservatore, permette aver sole movimenti, anche durante la notte, Purgatorio trova a sud-est. Tre croci vedi al sorger Sole, quattro cieli fan tre croci, poichè nel punto gamma, congiungon tutti e quattro i cieli, e nel punto dove sorge il sole, tre croci manifestano il cosmo, la cosmesi del mondo, in tutta sua bellezza, sogno architetti a geometria, di cattedrali di energia, proiezion piana a quattro cieli, da sguardo estatico poetico, Dante-Pitagora che vola, dentro armonica di sfere, inclinando i ciel di qualche grado, e farli in musicale simmetria, di un gotico rosone: quella che quattro cerchi giugne, con tre croci esce congiunte, sul punto gamma sorge il sole, qui si trova il Cuore Sacro, sul cinquantesimo canto, il punto alto della Croce, dove giace lo Infinito, il Dannato e il Salvo stanno ai fianchi, pur coincidenti con l'Eterno, sotto guida di san Giacomo, mappa di Spes e Libertà. Cuore Cristo irradia Croce, e le tre croci del Calvario, 25 canti dei Dioscuri, fatica salir tenebre e luce, sacrificio per conquista, di anima e salvezza, croce Buon Ladrone canto 63, dove appare il Grifone, Beatrice sfiora la Salvezza, vaso che il serpente ruppe, sarà svelato in canto 87, da Aquila daino. Uomo avvicina a infinito 4, con perfezione Geometria, con quadrato sfera e triangolo, strumenti Gran Geometra, dove sublime perfezione, per difetto coincide, con grandezza del Mistero, come in cattedrali. Poema geometrico in 100 canti, dal punto vista sapienziale, cioè anagogico non-letterale, a un qualsiasi medievale, quattro cieli forma ottagono, inscritto in circonferenza, dalla Stella di Barga, a Castel Monte e Duomo Pisa. Dante ama sfera aristotelica, e le stelle del cielo, dentro fatica ventennale, di ottagono a 4 passaggi, abbondano il san Giovanni, nei pavimenti in Duomo a Pisa, informato a rinascimento, tanti ottagoni scolpiti, sopra e sotto le sue mura, architetti e scalpellini, tutto scritto nel silenzio, in suggestioni che troviamo, quando svegliamo a mezzogiorno. Dante vola a mezzogiorno, col segno Cancro a sudest, noi tutti ancor dormiamo, emisfero boreale a notte, è pieno giorno in Purgatorio, e notte sulla Terra, un emisfero tutto bianco, e l'altro invece nero, vidi Beatrice voltata a sinistra, e intenta a fissare il sole. Dante vola via da storia, per ascender Paradiso, vola al primo plenilunio, che cade dopo 21 marzo, fissa la data Crocefissione, e Pasqua Resurrezione. |Poema partitura, fa uso astrologia, da canto 18 Paradiso, parte il volo Aquila, al 32 del Purgatorio, piomba su albero e carro, che Voltaire non comprendeva; canto 2 esorta Lettori, tornate ai vostri lidi, se vostro Spirito è assente, non continuate a seguirmi, da canto 1 e 2, si vola da Eden alla Luna, dal 14 al 15, vola dal Sole fino a Marte, cioè da Spiriti Sapienti, a Spiriti Combattenti, nel canto 14 Salomone, spiega a Dante ultimo giorno, resurrezione dei Corpi, a integrar Spiriti eterni; a fine dialogo con Salomone, Dante è risucchiato al Cielo Marte: lumi bianchi tra poli mondo, Galassia luci deboli e forti, nel profondo cielo Marte, fan giunture di quadranti, 8 raggi o 4 diametri, disegnan Croce Greca: croce greca ha uguali braccia, croce latina diseguali, e attorno alla croce, disegna il moto sole, da Ariete alla Bilancia, nel moto giornaliero, sul braccio orizzontale, secondo occhi visuale, e da Cancro al Capricorno, sul braccio verticale. Calcola in un anno, in dodici posizioni, solstizi ed equinozi, dei 4 cardinali, la Croce ha com due poli, magneti nord e sud, come sopra e sotto, di una medaglia in magnetite, il sole che da Ariete, gira in senso orario, toccando Cancro scende, verso la Bilancia, nell'ora del tramonto, poi cambia polarità, poichè torna indietro, nel buio dei miei occhi, ripassa per il centro, che ora è Capricorno, Yin o polo sud, da mezzanotte alle due; mentre Cancro è centro, Yang o polo nord, da mezzogiorno a due. Stesso ragionamento fò, sul braccio verticale, due vertici dei tropici, che passano equatore, il centro della croce, dodici posizioni, nell'arco di un anno, le stesse posizioni, nel ritmo giornaliero, due ore per ciascuna. Lungo asse croce greca, orizzontale e verticale, si muovevano dei lumi, cioè spiri combattenti, che scintillano intensi, quan si incontrano e oltrepassano: di corno in corno tra cima e basso, vidi corpuscoli muoversi, in diverse direzioni, veloci lenti lunghi e corti, cambiano aspetto in raggio luce, che talvolta illumin ombra, che la gente si procura, con ombrelli ingegno e arte, per difendersi dal sole; danzan Spiriti Combattenti, di corno in corno, cioè i vertici di croce, dei guerrieri crociati, Gurkha e Samurai, come lo era Cacciaguida, morto in battaglia cavaliere, illuminandosi a ogni incontro, come fosse via Lattea, nel cielo Marte rosso fiamma, come polver filtra una finestra, recando un gran piacere; in cieli tersi all'improvviso, passa una stella cadente, sembra che si sposti, in un punto poi si accende, non sparisce nessun astro, e il fenomeno si eclissa; dal corno destro di tal croce, si mosse una luce, percorse raggio della croce, è Cacciaguida stella rossa, dal corno destro inferiore, scorre lungo tutto il raggio, poi esce dalla croce, per incontrare Dante, nel punto Zero centro cerchio, dentro la croce dei Beati, che si muovon scintillando. SFERA di Marte in Tolomeo, è una minore contenuta, in quella maggiore a cipolla, con due raggi che da centro sfera, forman due bracci della croce, che illuminano il Cristo, ma chi prende la sua croce, e segue Cristo vede bene, luce rossa in quel biancore, la figur del Salvatore, Cristo in luce bianca; il raggio è generato, dal luogo del Calvario, dove strazio è consumato, di Maria e di san Giovanni, assieme alle pie donne, luogo deposizione, di un corpo martoriato, nel cielo martiri combattenti, dove croci sono varie, separate fra di loro, a modello del Calvario, Croce bianca del Cristo, che si inscrive in circonferenza, infinita di raggi, che partono dai piedi, di quella stessa croce, Cacciaguida parla a Dante, osserva i bracci croce, nominò Giosuè spirito, che viene come lampo, scorre rapido tra due punti, mentre il nobile Maccabeo, ha luce e voce a stesso tempo, luce gira su se stessa, sua gioia muove trottola, poi al nome Carlo Magno, seguo il volo falcone, poi Goffredo di Buglione, e Roberto Guiscardo, riuniti alle altre luci, Cacciaguida infin riprese, il canto cielo tra i cantori, Cielo di Marte mi saluta, pianeta della Musica, nel suo rosso fulgore, con pioggia di astri lampi, o come stelle cadenti, anticipa esplosione, che si vedrà nel Cielo Giove, in cui Dante è risucchiato, la sesta stella avea colore, più candido di Marte, Giove anime ospitate, come uccelli volan fiume, rallegrandosi a vicenda, del pasto consumato, si raggruppano in cerchio, cantavan volteggiando, dentro ai lumi le creature, muovon ritmo loro canto, poi mutandosi in lettere, D Le e altre, tacevano un poco, Spiriti Giusti nella luce, tutta orbita di Giove, danzano formando, un grafema luce dorata, che si staglia su argentato, sfondo di cielo Giove, che ha sostituito, il vermiglio di Marte. Grifone in suoi colori, in trionfo siderale, saluta il suo Protetto, colori mio diletto, annuncian conclusione, di Opera suo viaggio, per 35 volte, danzano gli Spiriti, forman lettera una a volta, che risplende in tutta l'orbita: 35 lettere che Dante, annota mentalmente, tra vocali e consonanti, Diligite Iustitiam, Qui Iudicatis Terram, in seguito i Beati, si fermarono alla M, della quinta parola, in modo tale che Giove, argento splende in oro, vibrando corda d'arpa, del 18-32 canto, del dialogo che unisce, Grifone con Aquila, a distanze siderali, tra Eden e Giove, conserva il seme d'ogne giusto, disse il Grifone in Purgatorio, mentre ri-legava carro umano, ad Albero Conoscenza, riconciliandola ancora, con la Divina Giustizia; ora rispondon Spiri Giusti, che a Dio si son riuniti: Amate la giustizia, voi che giudicate a Terra, riconciliatevi a Dio, se volete amministrare, la Giustizia sulla Terra, come scuola elementare, dove impari ogni grafema, la classe in coro la pronuncia, a conquistar parola, per cominciare a capire, bisogna tornare bambini, diventare iniziati, all'inizio del segreto, 7 x 5 è 35, 5 è la Bilancia, in mano alla Giustizia, è Legge e Civiltà, partorita in buone Leggi, 7 è strumento di creazione, come il CREATOR l'ha usato, è numero increato, che ha creato se stesso, allor per fare un 5 Legge, per giudicare in Terra, sette volte occorre conciliarsi, allo Spirito Divinità, tornare sette volte, dove Grifone lega il Carro, cioè dove si conserva, il seme di ogni Giusto, divinità che pulsa dentro, riconcilia Essere a Divenire; casate vanno in decadenza, come anche le città, cose terrene son mortali, proprio come umani, che non posson veder fine, a cose che durano di più. Qui la Storia appar dissolta, accettate tal realtà, è ucciso leone verde, rotolate in Infinito, dentro Eterno serve calma, compitando lettera per lettera, il messaggio dei Beati. Vidi scendere altre luci, dov'era il colmo emme, e lì quetarsi cantando, il ben che a sé le move, e vidi ciascuna fermarsi, nel punto assegnato, tutte le luci dei beati, dopo aver formato giglio M, con piccoli movimenti, forman testa e collo Aguglia, su sfondo argento Giove, Dio dipinge sen modelli, quella virtù che forma i nidi, geometria di ogni poema. La M di Bilancia, ingigliata in luci d'oro, dove altre forman Aquila, sua testa vedi al Polo Nord, e artigli al polo Sud, nell'orbita di Giove, che con danza delle stelle, sarà occupata lentamente, da Spiri Giusti un tempo umani, attingon stessa intelligenza, M è monarchia modello, Giglio araldico russo, Aquila è imperator khagan, che mette cose a posto, secondo Numero e Geometria, Musica e Astronomia, linguaggi che usa Dante, per render chiaro imperatori, solo uomini da cuor puro, incamminati verso lo Spirito, pensano al Cielo con bontà, e con cuore semplice cercatelo, perché si fa trovare, nel pane e vino Eucarestia, che Dio nega a nessuno, san Pietro e san Paolo, moriron per sua vigna, eppure ancora vivi, mentre Chiesa è Umanità, sviata da malo esemplo, di chi la governa sen volare, dove ogni Aquila vola, ma marcisce e disconosce, eternità del nos destino, e insegue solo vanità: Giustizia Divina di Giove, operò contro Fetonte, perché non distruggesse Terra, poichè salute è salvezza, come Beatrice ha predetto, nel 67 Purgatorio, guardando Dante in aisthesis, uscendo in estasi da Storia, là nel Sesto Cielo Giove, 6 cosmetica e kòsmos, bellezza ordine universo, salute di uomo e api, che pretende equilibrio, di tutte e quattro le sue forze, corpo intelligenza anima e spirito. Geometria interna ai canti, contien Poema e Terra, e le sfere dei Cieli, al centro giace Infinito, fitta rete cui tutto vibra, anche a cosmiche distanze, nel poema data-base, su cui Dante ha lavorato, per vent'anni di sua vita. Triangolo e Quadrato, generan Dozzina, dodici versi per le mappe, di Uovo Cosmico infinito, guardato da un Drago, sigil che serra enigma forte, il percorso di Salvezza, da consumare in terra, e sollevarci da miserie, a raggiunger felicità. brian_austin_lambert01.mp4 brian_austin_lambert03.mp4 audio
danieleprofeti Daniele e sogni di Nabucco ispira Giosia (358) chi parla semina, chi tace raccoglie alchemico | foto umanstoria | audio | film_bibla_giosia_legge-antiabomini.mp4 | film_bibla_daniele_e_nabucco.mp4 | film_bibla_regina_ester.mp4 |musica sdaime_livrinho_apocalisse_valdete.mp4
dantevitanova Dante scruta cielo e rinasce con Beatrice (353) chi più intende più perdona, perdonando si acquista trionfo alchemico | foto filosofi | audio | brian_austin_lambert01.mp4 | brian_austin_lambert03.mp4 | brian_austin_lambert18.mp4 |musica canto_sardi-nostalgia-giganti.mp3
||Aisthesis sensazione, a volte nasce da corpo, a volte arriva dal cielo, dal raggio angelico che reca, estasi lucida eremita. Risonanza col Purgatorio, col canto di Casella, coscienza cosmica che crea, la coscienza immaginale, che per Jung permette entrare, nel regno dei cieli, o intelligenza di universo, intellige l'individuo, che respira insieme al cosmo, anima in sincronia, che risuona in canto di arpa, calore di un buon vino, o sentimento di una donna, tra braccia del suo amante, perché il mondo si trasformi, in stupore e meraviglia. Daniele vide in sogno, Uomo Vestito in Lino, in piedi al fiume Tigri, fissa tre anni e mezzo, per fine tribolazione: quella figura mi toccò, mi rese le forze, a guardar rivelazione, che riassume i dolori, che Israel va sopportare, in mutamenti politici, vidi corte celeste, dove uno dei serafini, volò verso di me, in mano ha carbone ardente, preso con le molle, dal fuoco su altare, mi toccò la bocca e disse, scompaia iniquità, espiato è tuo peccato, Michele vostro principe, anno primo di Dario, si tenne presso lui, a dar rinforzo e sostegno, angelica protezione, contro i nemici umanità: vi saranno ancor tre re, poi il quarto acquisterà, ricchezze superiori, per essere potente, muoverà contro tutti, ma affermato suo regno, verrà smembrato e dato ad altri, un tempo limitato, metà numero 7. Daniele chiede spiegazioni, che gira ai lettori, io udii ma non compresi, e chiesi chiarimenti, il Signore mi rispose, queste parole son nascoste, sigillate fino al tempo, della fine della crisi, molti saran purificati, i saggi intenderanno, resi candidi integri, ma gli empi agiranno, non capendo queste cose, recheranno un abominio, della desolazione, beato chi aspetterà, con pazienza giungerà, ai tre anni e mezzo un mese. Gestire il tempo intermedio, tra presente e futuro, malvagi contro i buoni, rende questi migliori, agli occhi del Signore. Daniele poi Giovanni, intese dar speranza, ai confratelli oppressi, in tempo persecuzione, come resistere aggressione, dei pagani sui cristiani. Giovanni ricorda, ammonimento di Gesù, 45 giorni di angoscia, tempo a lor concesso, per fuggire sui monti, per mettersi al riparo, da gran tribolazione, chi passa attraverso essa, ha lavato le sue vesti, col sangue dell'Agnello, servizio giorno e notte, al santuario di Dio, e Colui che siede al trono, stende sua tenda su loro. Apocalissi Abramo e Adamo, di Elia e di Baruc, di Sidrac e di Daniele, citano i rapporti, tra nuova Chiesa e Impero.
||Dante traccia viaggio, seguendo mappa cielo, firmamento che circonda, il Pianeta ed il Poema, emisfero australe a sinistra, e boreale alla destra, congiungete i cardinali, a creare una medaglia, proiezion volta stellata, a Danzica stampato, su tavole in rame, e atlanti epoca d'oro, con dipinte le stelle, Tolomeo costellazioni, prese da Almagesto, cresciuto regolare, Dante studia e cita, ulteriori conoscenze: Andromeda e Acquario, Aquila ed Altare, Nave Poppa e Vela, Bussola ed Ariete, Auriga Boote e Cancro, Cane Maggiore e Minore, Capricorno e Cassiopea, Centauro con la lancia, tra zampe ha il Crocefisso, che Dante riconosce, ai piedi Purgatorio, velando i Pesci in scorta, mi volsi a man destra, e vidi quattro stelle, Cefeo Balena e due Corone, Australe e Boreale, Corvo e Cratere, Cigno e Delfino, Dragone e Cavallino, Eridano e Gemelli, Ercole e Idra, Leone con Lepre, Bilancia Lupo e Lira, Ofiuco Orione e Pegaso, Perseo e Pesci australe, Freccia e Sagittario, cioè Chiron con arco, Scorpione e Serpente, Toro e Triangol Boreale, Orsa Maggiore e Minore, la Vergine finale. Sole sorge in Ariete, a inizio del poema, traccia diametro zodiacale, dal primo canto Ariete, Centauri al dode canto, sono in segno Pesci, Dante è qui a sud-ovest, su spiaggia Purgatorio, nel segno Sagittario, Centauro in alto a destra. Alba poco prima, Venere è nei Pesci, su orizzonte zodiacale, vede coda al pesce australe, altri due pesci in boreale, poi Dante guarda a Est, dove sorge il Sole, si sposta sulla destra, vede Croce Sud brillare, tra le zampe del Centauro, che trafigge il Lupo, lui osserva tale cielo, dal punto di Empireo, dunque è rovesciato, poichè è visto dall'alto, come in cataclisma. Tolomeo geografia, in Bologna i.477, disegna griglia della mappa, del secondo Passaggio, imponente monumento, abbandonato la spiaggia, dove incontra Manfredi, in faticosa salita, prega Virgilio rallentare, siede e guarda di levante, contemplando dur salita, che avevano percorso. Quando anima si desta, a causa gioia o di un dolore, attira a sé nostra virtù, e si concentra su di essa, abbiamo una sol anima, che possiede tre dimensioni, vegetale sede vita, sensitiva sede percezioni, intellettiva intelligenza, quando si ode o si vede, contempla se stessa, come fece Bab Aziz, assorbe tutta attenzione, il tempo corre non si accorge, Manfredi pieno di stupore, il sole salito in cielo, pur di cinquanta gradi, io non mi ero accorto, quando giungemmo al luogo, che avevamo chiesto, il sentiero nella roccia, estremità da ogni lato, aiutarsi a mani e piedi, raggiungemmo orlo parete, dove pendio è più spazioso. Maestro mio che strada ora?, Nessun tuo passo vada in basso, prosegui in alto dietro me, finché ci appare informatore: lo sommo era alto, che vincea la vista, da mezzo quadrante a centro lista, cioè più di 45 gradi, ero stanco quando dissi, o dolce padre volgiti, e rimira com'io rimango, da solo se non ti fermi, lui rispose Figlio mio, cerca arrivar fin qui, indicandomi un ripiano, che circonda tutto il monte, sue parole fanno sprono, a tal punto mi sforzai, camminando pur carponi, finché giunsi sul ripiano; alza Intelligenza a stelle, è la motivazione, radice erotica di Amore, cioè gran Desiderio, arriviamo alle stelle, al mezzo cerchio del moto, che si chiama Equatore, sempre tra il sole ed il verno, mentre Equator Celeste, che inscrive la Terra, è Cupola cristallo, nono cielo primo mobile, che fa girar la Commedia, prima ancor essere scritta, anche al centro Terra stessa. Stella Polare al centro Terra, circondata dal Primo Mobile, dove orbita il Poema, il Tempo vola quando assorti, anima vita e percezione, intelligenza sede di amore, sede di affanni e del mistero, quale desìo lei si rivolge? Il suo traguardo è Libertà, dice Virgilio a Catone, Guardian del Purgatorio, marito di libertà, traguardo Inferno è la Pace, del Purgatorio è Libertà, che carica Sapienza, illuminando con Verità, indizi cogli nel Poema, per giungere a Empireo. Dante cita il viaggio sole, quando è a scuola da Saturno, narra bene i fusi orari, un orologio elementare, è impossibile sbagliare: a NORD OVEST Yorosolima, a NORD EST vedi l'India, a SUD EST monte Purgatorio, a SUD OVEST Eden terrestre, incorniciate sotto cupola, Primo Mobile zodiacale, che descrive viaggio Sole, in andata e ritorno, ai due tropici solstizi, 21 giugno e dicembre, sanGiovanni e Cristo, passando per due volte, sopra lo equatore. Sole già sull'orizzonte, meridiano su Czargrad, la notte ruota in posa opposta, spunta fuori al fiume Gange, in congiunzione con Bilancia, finché notte è men del giorno, guance bianche e rosse Aurora, passa il tempo e fanno arancio, quando appena passa l'alba: se in India è notte fonda, a Yoros c'è tramonto, mentre io sono all'alba, ci dice il Duomo a Barga, Sole ruota in senso orario, visto dal tropico del Cancro, reca orologio di giornata, a ogni segno 30 gradi, il Sole sosta ogni due ore, come organi meridiano, per total 24 ore, calcolando in senso orario, |Ariete inizia a sei mattino, presso Eden a sudovest, Toro arriva alle otto, i Gemelli alle dieci, il Cancro a mezzogiorno, segna tempo equinoziale, Leone regna alle quattordici, la Vergine alle sedici, Bilancia alle diciotto, ora del tramonto, Scorpione a ore venti, Sagittario a ventidue, fino a mezzanotte, nel segno Capricorno, sulla spiaggia Purgatorio, situata qui a SUD EST, poi arriva Acquario, alle due del mattino, seguon Pesci ore quattro, poi ricomincia Ariete.
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